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Consumati in sette mesi i fondi dell’Ecache dovevano servire per un intero annobattere decine di abitazioni. Dove sistemare queste famiglie?Ed ecco qui affiorare una grave contraddizione.Questa Amministrazione comunale che ben poco aveva fatto perdare la casa ai senza tetto quest'anno voleva presentarsi con qualchecosa di realizzato.Si sbandierò così l'annuncio dell'assegnazione entro l'anno di1.000 alloggi al popolo di Palermo. Ci furono persino manifesti muraliche annunziavano le modalità di assegnazione. I poveri palermitanisenza casa fecero la coda davanti agli uffici del Comuneper fornirsi dei documenti per la presentazione della domanda. Migliaiae migliaia di domande sono state presentate.Oggi sono pronti per l'assegnazione i primi 300 alloggi.Ma ecco farsi avanti l'Ufficio <strong>La</strong>vori Pubblici e rivendicare l'assegnazionedi questi alloggi ai cittadini da deportare al Capo. Questicittadini un alloggio, bene o male, lo avevano. I presentatori delledomande, quindi, resteranno a guardare mentre i soldi della pubblicaAmministrazione saranno serviti ancora una volta per spazzareil terreno all'Immobiliare che deve impossessarsi delle areedel rione Monte di Pietà.E poi gli uomini della Giunta lacrimano dinanzi al problema deisenza tetto a Palermo e dicono che bisogna avere pazienza! E quitutti i vecchi logori argomenti: «soldi non ne abbiamo», «il mondonon si aggiusta in un giorno».Quando c’è un povero cristo sfrattato si dice che non è competenzadel Comune occuparsene.Se c'è un edificio pericolante si disserta di «incolumità pubblica eincolumità privata». E a furia di dissertare la gente muore mentreil Comune paga da molti anni 100 milioni all'anno per il ricovero inlocanda dei senza tetto.Abbiamo sempre sostenuto che se si trasformassero questi 100milioni in quote di ammortamento annuale di un mutuo da contrarsi,il Comune potrebbe costruire un intero quartiere del valoredi miliardi. In tal modo si risolverebbe il problema dei ricoverati inlocanda ai quali si potrebbe dare una vera casa. Senza dire chequeste 600 famiglie liberate dall'inferno delle locande potrebberopagare un modesto fitto al Comune. In tal modo cesserebbe laspesa dei 100 milioni annui per queste famiglie e ci si potrebbeoccupati delle altre centinaia di famiglie pure esse senza tetto.Ma l'Amministrazione Comunale clerico-monarchica-missina nonpuò impegnare i suoi sforzi in questa iniziativa perché ha ben altroa cui pensare. Ma nemmeno altre proposte sono state prese inconsiderazione.L'ultima è stata quella di requisire gli edifici disabitati. Si tratterebbedi trasformare in alloggi per i senza tetto le decine di palazzi vuotidi proprietà gli istituti religiosi o di vecchie famiglie patriarcali. Cosìha fatto a Firenze in una situazione meno grave senza dubbio diquella di Palermo, lo stesso sindaco DC <strong>La</strong> Pira. Ma per il prof.Scaduto si tratta di aberrazione e quindi niente da fare.E così non passa giorno che non si assista alle scene lacrimevolidei senza tetto che corrono da un ufficio all'altro del Comune.Tutto va a finire davanti al prof Giuffrè, Assessore all'AssistenzaSociale e cognato del Presidente della Regione on. Franco Restivo.Il prof Giuffrè, forte delle sue parentele, ha trasformato il suo Ufficioin una succursale della Curia Arcivescovile; ma lo ha fatto inmaniera troppo scoperta.Tutto il Consiglio Comunale ricorda addirittura come il nostroegregio Assessore in occasione di una assegnazione di alloggiabbia accettata la supervisione ufficiale della signorina Olivieridell'Ufficio Assistenza della Curia, a cui a conclusione facevaregolare relazione. Ormai a Palermo si può dire che tuttoquanto è assistenza è accentrato nelle mani della Curia. I fondigovernativi che dovrebbero servire per fare l'assistenza tramitela pubblica Amministrazione vanno a finire alla Curia o al C.I.F.,alla Pontificia Commissione o addirittura alla CISL.Tanto l'Ufficio Assistenza del Comune quanto l'E.C.A. operanocome appendici della Curia.L'E.C.A. non riceve quanto sarebbe di sua spettanza. <strong>La</strong> maggiorparte dei milioni che dovrebbero essere amministrati tramitel'E.C.A. vanno invece agli Organismi Confessionali.L'obiettivo dei clericali è di ridurre al minimo il raggio d'azionedella pubblica Amministrazione nel campo assistenziale. Eccoperché all'E.C.A. è stato insediato un Consiglio di Amministrazioneclerico-monarchico-missino (escludendo il gruppo "Garibaldi").Il prof. Pasqualino, presidente dell'E.C.A., è inconcorrenza col suo collega di partito prof. Giuffrè. Tutt'e dueormai hanno trasferito a domicilio la funzione pubblica che ricoprono,hanno una loro rete di assistiti che parte non più dagli Ufficima dalla loro abitazione. Ma il prof. Pasqualino l'ha fattagrossa. Ha speso in sette mesi quello che doveva servire perun anno di gestione dell'E.C.A. e si è trovato nei guai!I gravi incidenti accaduti nei primi di agosto quando non si eraancora pagato ai t.b.c. di guerra la mensilità di luglio sono unaconseguenza di questo andazzo.<strong>La</strong> situazione è gravissima. Non si potrebbe più dare un soldodi assistenza per questo anno. Si avvicina l'inverno. L'inchiestasulla miseria ha dimostrato che a Palermo più del 30 per centodella popolazione ha bisogno dell'Assistenza. Ma con l'UfficioAssistenza Sociale del Comune e l'E.C.A. in queste condizionile prospettive sono nere.Invece di unire i loro sforzi per rivendicare aiuti governativi eregionali per l'assistenza, il prof Giuffrè e il prof. Pasqualino cavillanoa proposito delle competenze.Invece di vedere su quale programma Comune ed E.C.A. debbonomobilitare l'opinione pubblica e le masse interessate, questisignori litigano fra di loro giocando a scaricabarile neltentativo di diminuire la grave responsabilità che grava sulleloro spalle.C’è stata persino una polemica pubblica sulla stampa tra il profGiuffrè e il suo compagno di partito prof. Pasqualino a propositodella competenza dei ricoveri in locanda. Non sappiamo sequesta polemica sia stata composta in Sacrestia; ma dopo lapolemica le cose restano come prima. Gli uomini che hanno laresponsabilità del Comune e dell'E.C.A. stanno a guardaresenza avere il coraggio di dimettersi, ma continuando la politicadello struzzo.(“L’Unità della Sicilia” del 19 settembre 1954)14 2agosto2010 asud’europa

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