“Solo se prevale l’obiettivo della pacesi riuscirà a impedire l’istallazione dei missili”conduciamo un serio confronto politico anche all'interno del movimento.Siamo impegnati nella ricerca di sbocchi positivi nelle istituzioni,richiamando l'attenzione di tutte le forze di base in Europa,per influenzare la trattativa di Ginevra, nella consapevolezza che,solo se prevale la volontà di pace dei popoli anche in quella sede,diventa realistico l'obiettivo di impedire l'istallazione dei missili aComiso e in tutta l'Europa.<strong>La</strong> questione di Comiso sta diventando una bandiera di lotta pertutte le forze di pace italiane ed europee: il nostro partito l'ha assuntacome uno degli obiettivi su cui concentrare l'impegno di tuttele nostre forze nei prossimi mesi.Per questo è necessario mettere in evidenza tutte le implicazionidi questa scelta. <strong>La</strong> strategia americana tende oggi a coinvolgerel'Italia in avventure belliche fuori dai confini e dalla concezione difensivadel Patto atlantico. In questa logica rientra il nostro coinvolgimentonel Sinai. L'istallazione della base dei Cruise a Comisotrasformerebbe la Sicilia in un avamposto di guerra in un mareMediterraneo già profondamente segnato da pericolose tensioni econflitti.Noi dobbiamo rifiutare questo destino e contrapporvi l'obiettivo difare del Mediterraneo un mare di pace. Abbiamo qui un bancodi prova per la nostra idea di un «progetto pace e sviluppo».Ecco allora la necessità di adeguate iniziative che colleghinola lotta della pace agli obiettivi dello sviluppo economico di quest'area;il che significa entrare nel vivo dei rapporti Nord-Sudcon tutte le implicazioni che ciò comporta per la politica dellaCee. Questo insieme di iniziative e di manifestazioni tende aspostare forze su posizioni di progresso e di pace.È questo il terreno sul quale le scelte dell'attuale governo sonotra le più arretrate; è quindi necessario determinare spostamentipolitici. Di fronte alla disgregazione dell'attuale maggioranzail nostro partito, nell'opporsi allo scioglimento anticipatodelle Camere, ha affermato di volere favorire la formazione diun governo che dia risposte valide ai problemi più urgenti delpaese. <strong>La</strong> sospensione della costruzione della base missilisticaa Comiso è una delle risposte urgenti che l'Italia può dare percreare le condizioni più favorevoli alla ripresa e al successo delnegoziato, per salvare l'Europa dalla catastrofe della guerraatomica.(“Speciale Rinascita”, n.18, anno 39 del 14 maggio 1982)36 2agosto2010 asud’europa
L’attualità delle denunce di <strong>La</strong> <strong>Torre</strong>Nino ManninoTratti dalle carte depositate dagli eredi presso l’Istituto Gramscisiciliano, i quattordici scritti di <strong>Pio</strong> <strong>La</strong> <strong>Torre</strong> che qui poniamoall’attenzione dei lettori di “ASud’Europa” suscitanouna forte impressione e una grande commozione. Per l’attualitàdelle denunce che vi sono contenute, per la lucidità delle analisidel sistema di potere e delle condizioni economiche e sociali diPalermo e della Sicilia, per la proposizione chiara e moderna diobiettivi programmatici e di lotta, per la persistente postulazionedella ricerca di una larga unità autonomista. Scritti fra l’autunnodel 1952 e la primavera del 1960, danno un quadro completo deidrammatici problemi di Palermo e della Sicilia sotto tutti gli aspetti(economici, sociali, politici, istituzionali), come pure, delle esperienzeche hanno segnato la formazione e la maturazione di <strong>Pio</strong>prima come dirigente sindacale e poi come leader politico.In effetti, nel corso di quegli otto anni, man mano che si cimentavacon nuove e più grandi responsabilità (prima segretario della Cameradel <strong>La</strong>voro, poi segretario regionale della Cgil), <strong>La</strong> <strong>Torre</strong> assolvevacon rigore e puntualità al ruolo di consigliere comunale diPalermo. Si può sicuramente affermare che l’esperienza al Consigliocomunale di Palermo rappresentò per <strong>Pio</strong> una palestra fondamentaleper la sua crescita politica e culturale. Pressato dalladrammaticità dei problemi e dalle richieste a volte disperate ditanta parte della povera gente e dei lavoratori, aveva capito lagrande difficoltà di dare uno sbocco positivo alle rivendicazioni deilavoratori e di grandi masse di sottoproletariato e delle migliaia dipiccoli artigiani e commercianti, senza l’apporto attivo e costruttivodelle istituzioni: il Comune, la Regione, lo Stato. Per questo, mentrenon tralasciava di promuovere incessantemente le lotte socialie di massa, si preoccupava di trovare agganci e di intessere rapportipolitici costruttivi con forze diverse e talvolta perfino contrapposte.Era fermamente convinto della necessità di cambiare il rapportotra la società e le istituzioni. Ciò emerge chiaramente dall’esamedi questi scritti.I primi due articoli (ottobre e dicembre 1952) affrontano i temi dell’assistenza,della disoccupazione e della mancata attuazionedella Riforma agraria. Denunciano con forza la gestione clientelare,strumentale e discriminatoria degli uffici di collocamento edegli Eca (Enti Comunali d’Assistenza). Particolarmente grave eodiosa gli appariva l’esautorazione, ad opera dei funzionari collocatori,delle Commissioni comunali di collocamento (la cui gestionespettava per legge alle organizzazioni sindacali). Ilconseguente sottrarsi da parte degli agrari agli obblighi di buonacoltivazione e, perfino, al rispetto dell’imponibile di mano d’operalasciando nella disperazione migliaia e migliaia di braccianti. I sindaci,per parte loro, agivano d’intesa con i collocatori e affidavanogli Eca alla gestione della Curia o di altre strutture ecclesiastiche,impedendo il funzionamento delle commissioni elette dai consiglicomunali.Il terzo scritto, del luglio del 1953, dà conto del marasma cheagita la giunta del sindaco Scaduto, tutta intenta ad “attupparea vucca” al popolino con un Festino sfarzoso mentre la giàscarsa dotazione di acqua potabile si è ridotta di 200 litri al secondoin un solo anno (da 1260 a 1060); il deficit del bilancio haraggiunto i 4 miliardi di lire, ma l’imposta di famiglia grava quasiesclusivamente sui lavoratori, sugli impiegati e perfino sui disoccupatie tralascia le grandi famiglie e i grandi interessi. <strong>La</strong>città è scossa da manifestazione degli sfrattati e dei senzatetto,i netturbini sono costretti allo sciopero proprio nei giorni del Festino.L’anno successivo, nel settembre 1954, <strong>La</strong> <strong>Torre</strong> intervienesull’Unità della Sicilia con cinque articoli che delineano ilquadro di corruzione, di malgoverno e di disordine amministrativodel Comune di Palermo.Ogni mese, per pagare gli stipendi dei dipendenti comunali bisognaricorrere all’intervento di Restivo (presidente della Regione)e del professor Chiazzese (presidente della Cassa diRisparmio nonché Rettore dell’Università). Ma gli uffici dell’Assessoratoalle Finanze sono stabilmente presidiati dai rappresentantidelle ditte appaltatrici dei servizi pubblici (la Vaselli, laCassina, ecc…) e da decine di impiegati postulanti piccoli anticipisul mensile. Esplode il problema della pulizia. Scrive <strong>La</strong><strong>Torre</strong>: «Palermo è oggi una delle città più sporche d’Italia». Aquanto pare sin d’allora si affermava una regola: l’assessorealla Polizia urbana aumenta di 57 milioni il canone d’appaltoper la raccolta dei rifiuti alla Vaselli; teorizza inoltre la necessitàdi appaltare tutti i servizi comunali, compresa l’Azienda di Pubblicitàe Affissione che pure rendeva al Comune decine di milionil’anno; gestisce arbitrariamente e in modo clientelare leconcessioni di suolo pubblico e le licenze per gli ambulanti.<strong>La</strong> popolazione palermitana aumenta progressivamente, manon c’è ancora il Piano Regolatore, mentre il Piano di ricostruzioneviene disatteso e distorto a colpi di varianti tutte finalizzatea favorire la grande speculazione edilizia. Nel centro storico,nell’area portuale, restano le macerie dei bombardamenti. Incompenso si realizzano, grazie alle varianti, grandi operazioniimmobiliari: Rione delle Rose, Rione Villa Tasca, il Villaggio Ruffini,Villa Sperlinga (pur vincolata al verde dal Piano di ricostruzione),Villa Conigliera. <strong>La</strong> “ratio” delle varianti consiste nelsottrarre migliaia e migliaia di metri quadrati al verde pubblico,alle strade e alle piazze, alle attrezzature per renderli edificabili.Il ruolo di apripista della speculazione è svolto dal CardinaleErnesto Ruffini.Nell’area della Villa Airoldi (anche questa vincolata al verde) lasocietà PiBiGas aveva costruito dei capannoni. Il Comune, incredibilea dirsi, aveva effettuato una perizia al fine di emetterela conseguente ordinanza di demolizione. Ma un bel giorno arrivail Cardinale, con amplio codazzo di autorità, e inaugura i capannoni.<strong>La</strong> pratica viene archiviata. <strong>La</strong> costruzione del2agosto2010 asud’europa 37