Lotta sociale e lotta alla mafiaLe due anime dell’attività di <strong>La</strong> <strong>Torre</strong>Sarebbero tantissimi gli aspetti da sottolineare e indicare in questidensi articoli. Ma lo spazio è tiranno. Voglio indicare ancora soloqualche punto.Nel 1956 entra in crisi il blocco clerico-monarchico di Scaduto. <strong>La</strong>crisi nelle città e nel Comune è profondissima. Le nuove leve fanfanianenon hanno ancora preso il potere: sono in minoranza. <strong>Pio</strong><strong>La</strong> <strong>Torre</strong> propone: “la DC accetti di formare un monocolore con unprogramma concordato con tutti i gruppi consiliari per affrontare iproblemi più urgenti e democratici”. Ecco: <strong>Pio</strong> sindacalista, combattentedei movimenti di massa fa una proposta che indica unasua capacità e duttilità politica. <strong>La</strong> sua proposta è discussa nelPartito (e forse è discutibile), ma tende a non far cadere la cittànelle mani dei nuovi padroni che ormai si avvicinano. Evidentementela proposta fu respinta.Nel 1957 i fanfaniani sono al Comune, ma sono in minoranza nelConsiglio comunale. Si barcamenano cercando di corrompere conregalie di pezzetti di potere singoli consiglieri (anche socialisti especie socialdemocratici). <strong>Pio</strong>, in polemica con forze interne alPartito propone che tutti i gruppi di opposizione, di sinistra e di destra,facciano una proposta di collaborazione alla DC; sennò siuniscano ed eleggano una giunta.Alle critiche <strong>La</strong> <strong>Torre</strong> risponde: “<strong>La</strong> lotta contro la legge truffa nonfu forse vinta anche grazie all’apporto della destra contro la volontàsopraffattrice della DC?”. In questo passaggio ho colto daparte di <strong>Pio</strong> una sorta di anticipazione a livello comunale, diquello che due anni dopo accadrà alla Regione con l’elezionedi Milazzo.Nel maggio 1960 sull’Unità <strong>Pio</strong> in vista del IV congresso regionaledel PCI scrive: “Questa nuova classe dirigente di operai,tecnici, impiegati, contadini, intellettuali, deve costituire unoschieramento di forze comuniste, socialiste e democratiche diogni tendenza unite nel comune ideale di fare una Sicilia rinnovata”.Ciò non accadde e sorse il centrosinistra alla Regione acui <strong>Pio</strong>, nel frattempo diventato segretario regionale, diede unacerta fiducia, espresse una apertura.Insomma <strong>Pio</strong> non era solo un agitatore, un sindacalista, ma eraanche un dirigente politico con spiccate capacità. Il suo capolavorosarà l’enorme movimento di popolo, di comunisti, socialisti,cattolici, intellettuali, che <strong>Pio</strong> seppe suscitare nel 1982,nella battaglia contro i missili e la mafia. <strong>La</strong> mafia e i suoi mandanticapirono: il giovane puledro di borgata “istintivamente rivoluzionario”era diventato un nobile destriero, un grandedirigente politico e di massa. Un combattente per la libertà econtro la mafia. Andava eliminato.42 2agosto2010 asud’europa
<strong>Pio</strong> fotografa il degrado politicoe morale del Comune di PalermoIno VizziniGli articoli di <strong>Pio</strong> <strong>La</strong> <strong>Torre</strong>, pubblicati da “L’Unità” e da“L’Ora”, coprono un periodo che va dall’autunno del 1952al giugno del 1960. Questi otto anni sono molto importantiper Palermo e per la Sicilia perché in questo periodo avvengonofatti rilevanti. Si pensi alla battaglia contro la legge truffa del 1953,alla scoperta del petrolio in Sicilia, al governo Milazzo, alle tensionisociali o politiche che preludono al grande sussulto democraticodel luglio del 1960.Quando <strong>La</strong> <strong>Torre</strong> scrive, nell’ottobre del 1952, il primo articolo persegnalare l’impegno di massa e non burocratico con cui si preparavail congresso della Camera del <strong>La</strong>voro di Palermo, <strong>Pio</strong> non haancora compiuto 25 anni ma ha dovuto superare prove difficili edure. Per la grande mobilitazione bracciantile e contadina di Bisacquino,Contessa Entellina e Giuliana che aveva come obiettivoil grande feudo di Santa Maria del Bosco dei baroni Inglese, <strong>Pio</strong>aveva scontato un anno e mezzo di carcere insieme a decine di lavoratorirastrellati dalla polizia nelle strade di Bisacquino. Al processo,nell’agosto del 1951, la montatura della polizia crollamiseramente e la condanna di <strong>La</strong> <strong>Torre</strong> a 4 mesi sanziona la responsabilitàdi avere organizzato la manifestazione.Nel 1952 <strong>La</strong> <strong>Torre</strong>, succedendo a Franco Fasone diventa segretariodella Camera del <strong>La</strong>voro di Palermo ed il suo impegno diventatotale, senza respiro. <strong>La</strong> Camera del <strong>La</strong>voro è una grandeorganizzazione che interviene quotidianamente nelle fabbriche,negli uffici, nei quartieri per affrontare problemi gravi e drammatici.Palermo, infatti, e la Sicilia vivono le pesanti condizioni di povertàe di arretratezza del dopoguerra, dovendo fare i conti con l’inadeguatezzae la chiusura politica dei governanti locali e regionali checomprendono significative parti della destra monarchica e fascista.È bene e giusto ricordarlo sempre in particolare ai giovani. I dirittipolitici e sindacali, le libertà di aggregazione e di riunione e tuttoquello che concerne la libera articolazione della vita democraticasono stati conquistati a prezzo di dure lotte, durate a lungo e chehanno fatto molte vittime.In quegli anni iscriversi alla Cgil e al Pci e avanzare richieste salarialie di rispetto delle leggi sul collocamento equivaleva a rischiareil posto di lavoro e si contano a centinaia i compagnilicenziati, ancorchè operai qualificati stimati ed apprezzati daglistessi datori di lavoro, per avere organizzato il sindacato o avanzatorichieste di rispetto dei contratti di lavoro. Al Cantiere navaledi Palermo la mafia arrivò a sparare alla cieca sui lavoratori chestavano varcando i cancelli per recarsi nei reparti e la gestione dei“contrattisti”, cioè della maggioranza dei lavoratori era nelle manidella mafia dell’Acquasanta, così come la gestione della mensa.Quando anni dopo a Palermo viene costituito L’Elsi, moderna fabbricaelettronica è il mafioso Don Paolino Bontà a operare perconto dell’azienda per risolvere tutti i problemi, da quelli del pizzoalla mafia, al controllo delle assunzioni, al divieto tassativo, finchèè stato possibile, di qualsiasi attività sindacale.Al riguardo c’è una testimonianza assai eloquente di Italo Mazzola,stretto collaboratore di <strong>La</strong> <strong>Torre</strong> con il quale aveva tentato di presentarecandidati della Cgil alle elezioni per la commissione internache si doveva eleggere all’Elsi. A stento avevano trovato trecandidati ma al momento della formale accettazione questi lavoratorisi resero irreperibili. Don Paolino si era fatto vivo e l’intimidazioneaveva avuto effetto. Uno di questi tre lavoratori diventònegli anni successivi un ottimo dirigente sindacaledell’Elsi.<strong>La</strong> <strong>Torre</strong> diventa quindi il segretario di una organizzazione dimassa che ogni giorno deve conquistare spazi ed autorevolezzaper difendere gli interessi dei lavoratori e delle masse eper applicare regole democratiche. Questo in un clima di fortedivisione e contrapposizione sindacale. <strong>Pio</strong> <strong>La</strong> <strong>Torre</strong> dirige laCamera del <strong>La</strong>voro di Palermo fino alle elezioni regionali del1959 per diventare poi segretario regionale della Cgil sostituendoFrancesco Renda.Nell’autunno del 1952 <strong>La</strong> <strong>Torre</strong> viene eletto consigliere comunaledi Palermo per il Pci che aveva un gruppo consiliare moltoqualificato ed autorevole. Gli articoli di <strong>Pio</strong> che riguardano vicendedel Comune di Palermo sono denuncie dettagliate, quasiuna fotografia del degrado politico e morale che è sempre statodi casa a Palazzo delle Aquile. Nelle condizioni di grande miseriae di disperazione in cui vivono molti palermitani senza lavoroe privi di altri redditi oltre che di servizi essenziali come l’acquacorrente o i servizi igienici che in molte case dei quattro mandamentimancano del tutto.Persino l'Ente Comunale Assistenza è strumento di sfacciatoclientelismo nelle mani degli amministratori comunali e di entidella curia di Ruffini. Anche davanti al dramma della povertàpiù nera non esistono diritti, non c'è parità di trattamento per icittadini.C'è invece massimo riguardo per i padroni delle aziende chegestiscono servizi cittadini essenziali che lucrano guadagni illeciticerti di non dovere temere controlli o contestazioni daparte del Comune.Vaselli per la nettezza urbana, Cassina per la manutenzionedelle strade e delle fogne, Ferruzza per il servizio di trasportourbano della SAIA, la SGES per l'illuminazione pubblica sono iveri detentori di un potere amministrativo solo fittiziamente nellemani di amministratori privi di autorità e persino di decoro.<strong>La</strong> <strong>Torre</strong> è sferzante nella denuncia e mostra senza veli unaamministrazione presieduta dal prof. Scaduto, ma fatta di sopravvissutidella destra monarchica e fascista che riusciva ancoraa raccogliere molti, troppi, consensi nei grandi quartieripopolari. Questo fino a metà degli anni '50 poi la DC assorbiràqueste clientele.E' del 1954 l'affermazione di <strong>La</strong> <strong>Torre</strong> secondo cui “Palermo èuna delle città più sporche d'Italia!”Ma stiamo parlando di Cammarata? Parliamo dell'attuale crisidell'AMIA e della sua indegna gestione clientelare?I mali di Palermo sono antichi e sono resi più gravi dal clientelarismoe dal malgoverno.I Vaselli, i Cassina, i Ferruzza ed altri ottengono contratti moltovantaggiosi e offrono senza rischi, servizi scadenti, ma poi li ritroveremofra i soci di Ciancimino, di Lima e di Gioia.A metà degli anni cinquanta la Dc sviluppa la campagna di assorbimentodi parte della destra monarchica garantendo l’elezioneai consiglieri comunali e ai deputati di questa area.2agosto2010 asud’europa 43