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Attuppanu ‘a vucca al popolo palermitanoper sfuggire ai più vitali problemi della cittàContinua la denuncia di <strong>Pio</strong> <strong>La</strong> <strong>Torre</strong> nei confronti degli amministratoricittadini accusati di “tappare la bocca” ai lavoratori distraendolicon la sfarzosità del Festino.Un giornale locale si è chiesto perché gli attuali amministratoridel Comune di Palermo non siano capaci di dare al«Festino» una nuova vita per farlo uscire dai consuntischemi tradizionali. <strong>La</strong> risposta l’ha data a me un autorevole rappresentantedell’Amministrazione Comunale in seno al Comitatodei festeggiamenti, dicendomi: «Vedi, se tu al “popolino” togli l’illuminazionesfarzosa e i fuochi d’artifizio, hai distrutto la festa. Noila festa la facciamo una volta all’anno per contentare il popolino».Ed aggiungeva: «vasinnò cu ci attuppa a vucca». Dunque, questisignori nell’anno di grazia 1953 ritengono di poter continuare ad«attuppari a vucca» al popolo con questi metodi. Siamo, cioè, praticamente,ancora all’epoca del fastoso pretore Regalmici. Commetteremmo,però, una ingiustizia se negassimo che gli attualiamministratori si preoccupano dei problemi di Palermo.Al momento dell’insediamento, esattamente un anno fa, il Sindacoprof. Scaduto ebbe a dire «in apicibus» ai suoi pensieri (il prof.Scaduto ha portato il lustro del latino nell’amministrazione che fugià dei Capra, dei Marino, degli Adelfio e dei Marchesano) c’era ilproblema dell’acqua.Disse, il Sindaco che in quel momento, luglio 1952, la dotazionedi acqua a Palermo era di litri 1260 e che, fermo restando il programmodella Cassa del Mezzogiorno per il prossimo cinquantennio(sic!) entro poco tempo con misure di emergenza si sarebbeaumentata la dotazione di alcune centinaia di litri.Ad un anno preciso di distanza leggiamo le dichiarazioni ufficialidel Commissario dell’acquedotto avv. Stancanelli e troviamoche la dotazione di acqua nel luglio 1953 è di litri 1060 (200 litriin meno). E ciò perché il problema dell’acqua è stato «in apicibus»ai pensieri del professor Scaduto. Lunedì l’acqua è statatolta alle ore 16. Già nella zona di <strong>Torre</strong>lunga è scoppiato il tifoa causa dell’acqua e della sporcizia che domina sovrana.Nel momento in cui scrivo non è ancora deciso se i netturbinisaranno costretti allo sciopero il giorno del Festino! E ciò perchéalle antiche malefatte dell’impresa Vaselli si è aggiunto il mancatopagamento dell’acconto sui futuri miglioramenti come stabilitodal nuovo Parlamento per tutti i pubblici dipendenti. Giornifa abbiamo denunziato il caos del Mercato frutta e verdura, maper l’Amministrazione comunale tutto va bene nel campo deiservizi pubblici e dei vari settori che regolano la vita della nostracittà. Da un anno sono state avanzate dalla camera del lavorodelle precise proposte per affrontare il grave problema della miserianei quartieri popolari: casa, lavoro, assistenza. <strong>La</strong> tesi delprofessor Scaduto è, però, che questi problemi non sono di suacompetenza e che il signor Prefetto non vuole che il Sindaco sene occupi. Che importa se s’aggrava il dramma degli sfrattati,dei diseredati, dei senzatetto, dei diseredati e dei disoccupati?Il bilancio non lo consente, è la risposta! Avete letto il bilanciopreventivo ’53? Non vedete che ci sono 4 miliardi di deficit? Egià! Di chi è la colpa? È forse dei disoccupati che pagano perfinol’imposta di famiglia? Ci si dica come vengono colpiti igrossi pescecani! Ci si dica quanto pagano la SAST, la SAIA,la SGES al Comune di Palermo! Come si amministra il patrimoniodel Comune: Mondello, la Favorita, i beni monastici eMontepellegrino?Ma oggi il «Giornale di Sicilia» fa capire che Montepellegrino èdella Curia e dello stesso parere è il professor Scaduto. D’altrocanto egli è specialista nel dare simili pareri. Non ha forse servitomolto bene gli agrari nella loro lotta contro la riforma agraria?Ancora in questi giorni il nostro Sindaco mette i suoi lumigiuridici a disposizione degli «scorporati» a dispetto dellostesso De Gasperi.<strong>La</strong> presenza del prof. Scaduto a Sindaco di Palermo rappresentail simbolo del dominio del blocco agrario sulla Sicilia. Ildominio delle classi più retrive che si oppongono ad ogniistanza di progresso e ad ogni anelito di libertà del nostro popolo.Il dominio di quelle classi che ancora oggi credono dipoter «attuppari a vucca» al popolo martoriato con le processioni,le feste ed i festini. <strong>La</strong> lotta dei lavoratori e di tutto il popolopalermitano, per il pane, il lavoro, un giusto salario, l’assistenza,la libertà e la rinascita della nostra città sta modificando questasituazione. Il popolo ha chiari gli obiettivi della sua lotta e la svilupperàattraverso le proprie organizzazioni. In questi giorni laCamera del <strong>La</strong>voro ha preso nuovamente posizione sui problemiche travagliano la nostra martoriata città. Le Leghe, i Sindacatisono mobilitati per sostenere l’azione che i consiglieridell’opposizione democratica sosterranno al Consiglio comunale.L’unità dei lavoratori e di tutto il popolo palermitano cancelleràle miserie e le vergogne della nostra Palermo perassicurare a tutti un avvenire di felicità e di giustizia.(“L’Unità” del 15 luglio 1953)6 2agosto2010 asud’europa

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