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Firmare per la pace, firmare per ComisoIn questo pezzo, pubblicato postumo su Rinascita del 14 maggiodel 1982, <strong>La</strong> <strong>Torre</strong> spiega con forza quali sono le ragioni chehanno spinto il Partito ha lanciare una campagna di firme controla costruzione della base militare a Comiso. Una battaglia che havisto il coinvolgimento di un ampio schieramento politicoÈin pieno svolgimento in Sicilia la campagna per raccogliereun milione di firme sotto la petizione che chiede al governoitaliano di «sospendere la costruzione della base missilisticaa Comiso».<strong>La</strong> campagna tende a dare concreto sbocco positivo ad un movimentoche è andato crescendo in maniera impressionante nelcorso dei mesi. Chiedere al governo la sospensione della costruzionedella base a Comiso non è una trovata propagandistica etanto meno lo strumento per fare un po' di agitazione. Sono andate,infatti, maturando in Sicilia alcune condizioni politiche checonsentono di ritenere realistico l'obiettivo di ottenere la sospensionedella costruzione della base.Quando nell'agosto scorso, in piene ferie, il governo Spadolini fecela scelta di Comiso per l'istallazione della base per i missili Cruise,nessuno si aspettava che in Sicilia si sarebbe sviluppato un movimentodi opposizione dell'ampiezza che via via si è andato disegnando.Il ministro della Difesa <strong>La</strong>gorio, addirittura, ritenne di potervantare i benefici economici che sarebbero derivati dalla spesadei duecento miliardi di lire previsti per la costruzione di quellabase, e la televisione di Stato, per accreditare la tesi del ministro,commise il falso di mandare in onda le immagini delle pecore chepascolavano in una landa semidesertica, invece di mostrare la realtàvera di un'agricoltura avanzatissima con la produzione inserre, qual è quella di Comiso.È da questa realtà che è partito il movimento di lotta contro l'istallazionedella base che è via via dilagato in tutta la Sicilia richiamandol'attenzione di tutte le forze pacifiste italiane ed europee.All'inizio si è pensato di mettere il silenziatore su questo movimento.Vogliamo ricordare come, in occasione della prima grandemanifestazione a Comiso, quella dell'11 ottobre, la televisione diStato accreditava la tesi di una prova di forza del Pci, provocandoun legittimo coro di proteste da parte di rutti gli altri partecipanti(Acli, Arci, Pdup, Dp, movimenti femministi, giovanili e pacifisti divario orientamento culturale e religioso. Già l’11 ottobre, infatti, siera avuta una partecipazione popolare diffusa e rappresentativadei più vasti ceti sociali e di tutte le generazioni: dai veterani perle lotte della pace, la terra e il lavoro degli anni '50 fino ai giovanissimidi quattordici anni. È vero, tuttavia, che l’11 ottobre losforzo principale per il successo della manifestazione era stato sostenutodai comunisti. Ma in quel loro impegno i comunisti sicilianisi caratterizzavano per una chiara e coerente impostazione unitaria.Abbiamo, infatti, affermato, fin dall'inizio, di voler essere soltantouna componente della costruzione di uno schieramentoche, per risultare vincente, doveva necessariamente coinvolgerela maggioranza del popolo siciliano attraverso tutti i suoicanali di espressione, politici, sindacali, culturali e religiosi. Edè stata la coerenza con cui abbiamo dispiegato la nostra azioneall'interno del movimento che ha reso possibile il progressivo allargamentodella sua rappresentatività.È stato importante, in primo luogo, il coinvolgimento pieno dellafederazione regionale unitaria Cgil, Cisl, Uil che non aveva aderitoalla manifestazione dell'11 ottobre a Comiso, ma che si sentivasollecitata dalla volontà dei lavoratori da essarappresentati. Maturò così la decisione della Federazione Cgil,Cisl, Uil di organizzare una grande manifestazione a Palermoper il 29 novembre. Occorre dire che il documento con cui si indicevaquella manifestazione esprimeva ancora delle ambiguità,conseguenza di diverse posizioni all'interno delmovimento sindacale italiano. Ciò provocò la reazione dellefrange più estremiste e settarie del movimento che accusarononoi comunisti di avere accettato un compromesso che facevacompiere «un passo indietro» al movimento. Noi respingemmoquell’accusa nella consapevolezza che l'entrata in campo deisindacati apriva nuove possibilità all'allargamento delle basi politichee di massa del movimento di lotta per la pace in Sicilia.È significativo, infatti, che alla manifestazione di Palermo, insiemea decine di altre organizzazioni, aderivano anche il Psie la stessa segreteria regionale della Dc. Nel corso di quellamanifestazione venne annunciato, inoltre, che la FederazioneCgil, Cisl, Uil, avrebbe convocato nei giorni successivi i rappresentantidi tutte le forze politiche, sindacali e culturali che avevanoaderito a quella giornata, per concordare gli ulterioriimpegni unitari di lotta.Ma i fatti polacchi del 13 dicembre costituirono un serio contraccolpo,ostacolando la continuità e lo sviluppo di quel movimento.Il nostro partito si impegnò in una discussione interna ein uno sforzo di conquista di tutti i militanti alle scelte via viacompiute dalla direzione e dal Cc e per superare resistenze eincomprensioni.<strong>La</strong> coerenza di questa nostra elaborazione ha dato rinnovatacredibilità alla nostra iniziativa per la ripresa del movimento dilotta per la pace e il disarmo. <strong>La</strong> grande manifestazione di Comisodel 4 aprile ne è stata una prova significativa. Si è riuscitia dar vita a un vasto schieramento unitario: dalle Acli, alla federazioneregionale Cgil, Cisl, Uil, all'Arci, alle organizzazioni unitariecontadine, artigiane e cooperative, a decine a decine diconsigli comunali (anche a direzione democristiana e socialista)che hanno aderito alla manifestazione ed hanno contribuito a finanziarla.<strong>La</strong> mobilitazione ha interessato vaste aree cattoliche34 2agosto2010 asud’europa

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