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Strutture di Poisson - Caressa.it

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<strong>Strutture</strong> <strong>di</strong> <strong>Poisson</strong> 41effettuano un’equivalenza <strong>di</strong> categorie.Questo notevolissimo risultato (per una <strong>di</strong>mostrazione si veda [?] oppure[15]) formula l’analogodella teoria <strong>di</strong> Lieper i gruppi <strong>di</strong> Lie–<strong>Poisson</strong>: consentecioè <strong>di</strong> integrare sempre una bialgebra <strong>di</strong> Lie ad un gruppo <strong>di</strong> Lie–<strong>Poisson</strong>connesso, ed ad un’unico gruppo <strong>di</strong> Lie–<strong>Poisson</strong> connesso e semplicementeconnesso. Questo riduce in un certo senso il problema <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are e classificarei gruppi <strong>di</strong> Lie–<strong>Poisson</strong> a quello <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are e classificare le bialgebre <strong>di</strong> Lie.Lo stu<strong>di</strong>o delle bialgebre <strong>di</strong> Lie è ricco <strong>di</strong> per sé: infatti esiste un profondolegame, almeno nel caso delle algebre semisemplici, fra le bialgebre <strong>di</strong> Liee le soluzioni della cosiddetta equazione <strong>di</strong> Yang–Baxter. Non possiamo quiaddentrarci in questo argomento così intricato seppure interessante e denso<strong>di</strong> spunti. Lim<strong>it</strong>iamoci ad osservare che il tensore π che abbiamo defin<strong>it</strong>o suSU(2) è una r-matrice classica, cioè una soluzione dell’equazione <strong>di</strong> Yang–Baxter, e che tutti i tensori <strong>di</strong> <strong>Poisson</strong> che rendono SU(2) un gruppo <strong>di</strong> Lie–<strong>Poisson</strong> sono analoghi ad esso, perché, si <strong>di</strong>mostra, devono essere soluzioni <strong>di</strong>un’equazione <strong>di</strong> Yang–Baxter.Per cercare <strong>di</strong> gettare qualche lume su quanto detto proveremo a darequalche nozione della teoria delle equazioni <strong>di</strong> Yang–Baxter. Queste equazionifurono introdotte in Meccanica Statistica, ma qui formuleremo la lorodefinizione intermini puramente algebrici, perché l’interesse che hanno questeequazioni è essenzialmente algebrico.Sia g un’algebra <strong>di</strong> Lie dotata <strong>di</strong> un prodotto scalare () invariante e nondegenere (ad esempio, è il caso più naturale, possiamo considerare un’algebra<strong>di</strong> Lie semisemplice con la sua forma <strong>di</strong> Killing) e sia R un operatore linearesullo spazio vettoriale g antisimmetrico rispetto al dato prodotto scalare:Allora è defin<strong>it</strong>a la mappa bilineare(RX,Y)+(X,RY) = 0[ ] R : g⊗g → gX ⊗Y ↦→ [RX,Y]+[X,RY]che è antisimmetrica (lo è R e lo sono le parentesi <strong>di</strong> Lie su g).Definizione 4.6 Un operatore lineare antisimmetrico R su g si <strong>di</strong>ce una r-matrice (classica) se la mappa bilineare antisimmetrica [ ] R associata definiscesu g una struttura <strong>di</strong> algebra <strong>di</strong> Lie (i.e. se verifica l’ident<strong>it</strong>à <strong>di</strong> Jacobi).Perché, almeno dal nostro punto <strong>di</strong> vista, le r-matrici sono interessanti? Ilmotivo principale risiede nel seguente

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