<strong>Iefe</strong>, Università <strong>Bocconi</strong> – <strong>La</strong> <strong>regolazione</strong> <strong>economica</strong> <strong>dei</strong> <strong>servizi</strong> <strong>idrici</strong>tradizionale rapporto tra <strong>servizi</strong> <strong>idrici</strong> e comunità territoriali, sollecitando modelli gestionali e di governancediversi.Infine, un’ultima spinta è legata allo sviluppo di una politica dell’acqua non più dominata dalle esigenze di“soddisfare i fabbisogni”, ma obbligata a fare i conti con l’esigenza di tutelare la risorsa idrica allocandolanel modo più efficiente ed equo tra le diverse domande concorrenti, delle quali l’uso urbano dell’acquarappresenta solo uno <strong>dei</strong> tanti obiettivi sociali. In questo contesto, una più chiara separazione di ruoli tra lapolitica idrica (intesa come politica ambientale, diretta all’uso sostenibile della risorsa) e gestione <strong>dei</strong> <strong>servizi</strong><strong>idrici</strong> consente anche una più efficace definizione e attuazione della politica ambientale.Figura 2 – Driver dell’evoluzione industriale del settore idrico e del coinvolgimento del settore privatoDrivers of policy changeScientific communityIndustrial pressureEnvironmental pressure groupsTechnical innovationNew governance issuesUrban/economic developmentIncreased difficulty to access WRSocial demand for environmentalquality and sustainabilityPressure on public financePolitical preferences shiftConstraints to policy changeWillingness to pay/share rentsPolitical commitmentLegitimationTechnological constraintsGeographical / hydrologicalCapabilities of public orgsPOLICIESTechnicalcomplexitySunk costsInnovationIncreasing costInvestment needsResponsibilizationof operators for planningand implementationNew stakeholdersNew opportunitiesto share rentsProfessionalization of WSOMore complex and specializedmarket transactionsEfficient use of facilitiesFCR / market corporate financeNeed for WSO to acquire goodfinancial rankingRegionalizationEconomies of scaleVertical integrationNew governance mechanismsParticipation / “arms length”Emphasis on cost efficiencyBUSINESS-ORIENTEDBEHAVIOURPRIVATESECTORINVOLVEMENTNessuno di questi fattori, in sé e per sé, richiede necessariamente la privatizzazione totale o parziale; èperaltro vero che il settore pubblico è in grado di reggere la sfida solo affrontando a sua volta un processodi modernizzazione, sia per quel che attiene alle soluzioni organizzative – qualunque ne sia la proprietà,l’azienda che gestisce un <strong>servizi</strong>o industriale complesso deve operare con mentalità business‐oriented e construmenti organizzativi e gestionali di tipo privatistico – sia per la necessità di acquisire dimensionioperative adeguate alla sfida.11
<strong>Iefe</strong>, Università <strong>Bocconi</strong> – <strong>La</strong> <strong>regolazione</strong> <strong>economica</strong> <strong>dei</strong> <strong>servizi</strong> <strong>idrici</strong>1.4 Modelli di riferimentoLe alternative fondamentali per l’organizzazione del <strong>servizi</strong>o idrico si riducono essenzialmente a tre;ciascuna di esse si fonda su un determinato insieme di meccanismi di <strong>regolazione</strong>, che danno risposta adeterminati problemi ma ne lasciano scoperti altri (Tabella 2).Il modello della gestione delegata prevede l’affidamento della gestione e delle connesse responsabilità a unsoggetto terzo. <strong>La</strong> concorrenza che si può verificare è soprattutto del tipo “per il mercato” (attraverso garee procedure ad evidenza pubblica). Il rapporto è disciplinato da un contratto di <strong>servizi</strong>o, la cui completezzarappresenta il principale punto debole. Il meccanismo della concorrenza per il mercato e la <strong>regolazione</strong>contrattuale, infatti, sono strumenti efficaci nel caso in cui il contratto preveda in modo preciso leobbligazioni e le contingenze di cui la prestazione può essere oggetto; ma perdono in buona parte questevirtù quando la loro incompletezza ne richiede la rinegoziazione, a causa del comportamentoopportunistico che la controparte potrebbe adottare una volta che l’investimento è effettuato (Canitano etal., 2007).<strong>La</strong> letteratura evidenzia la tendenza di questo modello a favorire l’affermazione di soggetti concentrati everticalmente integrati, che affiancano alla gestione pura anche la fornitura di <strong>servizi</strong> vari (dallaprogettazione all’ingegneria, dalle attività specializzate all’impiantistica, dalle costruzioni alla finanza):questo assetto permette infatti alle imprese di ridurre al minimo i rischi, suddividendoli su più mercati erecuperando attraverso la fornitura di beni e <strong>servizi</strong> i margini eventualmente sacrificati nella gestione(Massarutto, 2008). Per questo motivo, un altro elemento critico del modello è rappresentato dal fatto chemolte transazioni tra l’azienda e i fornitori non si svolge attraverso meccanismi di mercato, sollevando laquestione della congruità <strong>dei</strong> prezzi pagati alla casa madre.Versioni più blande di questo modello sono quelle basate sulla condivisione del rischio, ad esempioattraverso società miste (più propriamente definite partenariati pubblico‐privati istituzionali, o PPPi,seguendo la terminologia europea); i contratti di affitto di reti (affermage, o lease contracts), in cui ilmodello contrattuale per disciplinare l’affidamento vale solo per la gestione operativa, mentre le reticontinuano ad essere non solo di proprietà pubblica, ma anche realizzate e finanziate dal pubblico a propriorischio, trasferendo in tariffa il corrispondente costo finanziario attraverso il canone di affitto; o ancora idiversi modelli di project financing applicati a singole e specifiche componenti del sistema, come la gestionedi impianti di depurazione. Infine, un ultimo meccanismo potrebbe essere quello dell’outsourcing dispecifiche funzioni (es. i laboratori di analisi, i lavori di scavo, posa delle tubature e ripristino stradale).Il secondo modello è quello del monopolio privato regolato. In questo caso, il soggetto privato avrebbe laresponsabilità di fornire il <strong>servizi</strong>o secondo le caratteristiche specificate, applicando le tariffe definite dalregolatore. Un tale modello si fonda, per sua natura, su un insieme di regole definite e applicate da unsoggetto pubblico esterno. Anche in questo caso, le regole possono essere definite ex ante e valere unavolta per tutte, ma più verosimilmente vengono modificate nel corso del tempo, e con esse vengonomodificate le condizioni economiche di erogazione del <strong>servizi</strong>o. <strong>La</strong> <strong>regolazione</strong> deve essere in grado ditrasmettere all’impresa gli obblighi di <strong>servizi</strong>o pubblico (es. gli standard di <strong>servizi</strong>o minimi da rispettare, leopzioni tariffarie, la performance ambientale) così come di permettere al gestore di recuperare i suoi costisenza ottenere rendite di monopolio (sotto forma di profitti abnormi o di x‐inefficienza).In assenza di meccanismi competitivi veri e propri, qualche stimolo pro‐concorrenziale può comunqueprovenire dall’adozione di strumenti di <strong>regolazione</strong> parametrica (basati ad esempio sul confronto tragestori, su funzioni di costo standard econometriche etc), così come dalla contendibilità della proprietà.12
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