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La regolazione economica dei servizi idrici - Iefe - Università Bocconi

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<strong>Iefe</strong>, Università <strong>Bocconi</strong> – <strong>La</strong> <strong>regolazione</strong> <strong>economica</strong> <strong>dei</strong> <strong>servizi</strong> <strong>idrici</strong>E’ abbastanza singolare che all’enfasi che il sistema ripone sulla partecipazione pubblica nelle decisioni dipianificazione corrisponda l’assenza o quasi di meccanismi partecipativi riguardo alla gestione e allafissazione delle tariffe. Qui, come si è detto, il principio della riservatezza contrattuale impedisce alcittadino perfino di conoscere le clausole contrattuali; le decisioni sono assunte dal soggetto pubblico, ocomunque da questo legittimate, ed è dunque ai canali tradizionali della politica che il cittadino si deverivolgere se insoddisfatto. A sua tutela vi è però un’imponente normativa tecnica che fissa gli standard di<strong>servizi</strong>o, e a cui l’erogatore del <strong>servizi</strong>o si deve attenere.A livello di ciascun <strong>La</strong>nd opera una disciplina che regola la contabilità <strong>dei</strong> costi e precisa il significato dellaloro “copertura”. E’ interessante ad esempio notare che in Germania – caso pressoché unico al mondo – èammessa da molti <strong>La</strong>ender la possibilità di contabilizzare gli asset al valore di ricostruzione e non al valorestorico, permettendo così di inserire in tariffa un ammortamento che genera flussi di cassa consistenti e talida permettere in linea teorica il totale autofinanziamento degli investimenti. Questo principio tuttavia nonè adottato dovunque, e altri <strong>La</strong>ender impongono invece il metodo del costo storico.Le tariffe applicate sono poi soggette a un controllo generale da parte dell’Autorità Antitrust, cui competedi verificare se le tariffe applicate sono eque o configurano un abuso della posizione dominantedell’operatore che fornisce il <strong>servizi</strong>o. Tale verifica, che è solo eventuale (sulla base di ricorsi), si basa su unapprofondito benchmarking fondato su un gran numero di parametri e coefficienti tecnici. Quest’ultimoaspetto è di grande importanza nell’industria idrica tedesca, dove le pratiche gestionali sono codificate inun gran numero di standard tecnici e parametri di confronto elaborati costantemente dalle associazioniprofessionali; il benchmarking <strong>dei</strong> costi tuttavia è effettuato dai <strong>La</strong>ender; questi hanno prodotto anche unamole consistente di studi, tuttavia quasi sempre per finalità interne e con una circolazione limitata. E’ inatto dal 2005 un tentativo di allargare all’intero territorio nazionale la base comparativa e a renderepubblici i dati in modo sistematico; questa iniziativa è per ora solo a livello volontario e procede a rilento.Va ancora osservato che normalmente i principali elementi dinamici della relazione contrattuale, ossia inuovi investimenti, sono di norma soggetti a una discussione aperta tra ente locale e gestore; dal canto suoil ruolo dell’operatore è tipicamente concentrato sulle attività gestionali, mentre le forniture non solo dibeni (attrezzature, impiantistica) ma anche di <strong>servizi</strong> (lavori, progettazione etc) sono acquisite da unmercato molto competitivo e assai vitale, dominato da imprese di dimensioni medie e molto specializzate.Il sistema, in definitiva, si basa essenzialmente sull’auto‐<strong>regolazione</strong>, con un ruolo solo residuale – e inpratica molto raramente esercitato – esercitato su base giurisdizionale dall’Antitrust. Vi è qualche evidenzadi un incremento della frequenza di questi interventi negli ultimi anni; un caso recente e molto noto è statala sentenza con cui nel 2003 il <strong>La</strong>nd Hessen ha imposto una riduzione delle tariffe all’impresa operantenell’area di Darmstadt. Ma tolti questi casi abbastanza isolati, il sistema continua a basarsi sulla normativatecnica in buona parte auto‐prodotta dagli operatori del settore e sulla comunicazione volontaria <strong>dei</strong> livellidi <strong>servizi</strong>o raggiunti.Complessivamente, il sistema tedesco viene in genere lodato per gli elevati livelli di performance e perl’elevata propensione ad investire, ma altrettanto spesso criticato per la sua scarsa efficienza, che simanifesta in parte in costi operativi elevati, ma ancor più platealmente nella tendenza ad investireeccessivamente e al gold‐plating. Un esempio di questo è l’atteggiamento quasi “religioso” nei confronti deltema delle perdite di rete, che sono state portate a livelli bassissimi, ma al prezzo di un rinnovo continuodelle reti che si traduce in costi più elevati. Anche l’eccessiva dotazione tecnologica viene spesso citatacome esempio di inefficienza.Un giudizio altrettanto double‐face si può dare <strong>dei</strong> meccanismi finanziari. Il sistema multiutility, unitamentealle convenzioni contabili adottate, mettono a disposizione delle gestioni un flusso di cassa adeguato, e laleva del credito, spesso a condizioni agevolate, è a sua volta strettamente controllata dalle autorità29

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