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Diagnosi e cura dell'ictus - SNLG-ISS

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<strong>SNLG</strong> – <strong>Diagnosi</strong> e <strong>cura</strong> dell’ictusNell’erogazione dei servizi e nella quantificazione delle risorse da attribuire a ogni paziente, ildistretto sanitario ha un ruolo fondamentale per la gestione dell’intero percorso assistenziale (figura1). Già a partire dai primi giorni successivi all’ictus, gli operatori del distretto e il medico dimedicina generale vengono informati dal personale ospedaliero per conoscere il programma riabilitativo,che deve essere tagliato su misura per ogni singolo paziente. A seconda dello stato funzionale,dei problemi medici associati e della situazione sociale di ogni paziente, al momento delladimissione dal reparto per acuti, possono essere decisi obiettivi riabilitativi differenziati e personalizzati.Sia per contenere i costi sia per favorire il reinserimento precoce dei pazienti nel loroambiente di vita, i servizi territoriali e domiciliari sono da preferire alle soluzioni assistenziali ditipo ospedaliero o residenziale, che devono essere attivate soltanto in casi selezionati e per il minortempo possibile.È indicato costituire un’organizzazione efficiente di operatori finalizzata all’assistenza del soggettoche ha subito un ictus, attraverso la formazione di un team interprofessionale con esperienza specificache condivida i diversi approcci assistenziali. Se le risorse disponibili lo consentono, è richiestala partecipazione sia di operatori non medici (dell’area riabilitativa, infermieristica, psicologicae sociale) sia di medici specialisti, coinvolti nella soluzione delle problematiche correlate allapatologia cerebrovascolare, sia di medici di medicina generale, con il supporto di rappresentantidelle associazioni laiche. (Raccomandazione 14.2, GPP, da SPREAD 16.02.2007)L’accesso ai servizi riabilitativi deve essere preceduto da una valutazione effettuata con strumentivalidati**, in grado di fornire una misura obiettiva e riproducibile di tutti i problemi del paziente(fisici, mentali, psicologici, sociali, eccetera); in particolare il ricovero in strutture di tipo riabilitativo(riabilitazione intensiva) deve essere riservato ai soggetti che possono trarre vantaggioda interventi riabilitativi di alta intensità, previa valutazione multidimensionale.Nei soggetti in cui la disabilità si accompagna a situazioni di grave disagio sociale e/o abitativopuò essere attivato l’inserimento (temporaneo o permanente) in Residenze socio-assistenziali (RSA)o in altre strutture extraospedaliere, che devono avere un’adeguata dotazione di attrezzature e dipersonale per garantire lo svolgimento del processo riabilitativo.**** Uno dei modelli è lo stroke service: un’organizzazione che si fa carico del paziente per tutta la durata del percorsoriabilitativo, dall’esordio dei sintomi fino alla definitiva stabilizzazione funzionale (Dennis 1992). Ne fannoparte tutti gli operatori coinvolti nell’assistenza al paziente con ictus (medici ospedalieri e di medicina generale,fisioterapisti, infermieri, assistenti sociali, eccetera) che adottano metodologie valutative comuni e proceduredi intervento standardizzate. Rispetto ai pazienti assegnati ai servizi riabilitativi con metodiche tradizionali,quelli seguiti con lo stroke service hanno una migliore prognosi funzionale a distanza di 6 mesi dall’ictus(Indredavik 2000).** A tale scopo potrebbero essere adottati alcuni item dell’International Classification of Functioning,Disability and Health (ICF), il sistema di classificazione della disabilità proposto all’OMS, o altre schedegià in corso di impiego in alcune realtà territoriali.*** A tale proposito, si sottolinea il ruolo delle ipotizzate «nuove RSA», in cui il pagamento delle prestazioniviene modulato in base al grado di disabilità del paziente, e la valutazione del carico assistenziale e dell’abilitàfunzionale è effettuata con strumenti specifici come il RUG III, derivato dal Minimum Data Set, un sistemadi rilevazione dei bisogni per la stesura di progetti assistenziali individuali (Buiatti 2001).Linee guida diagnostico-terapeutiche81

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