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Editore<br />

Ufficio federale dell’agricoltura UFAG<br />

CH-3003 Berna<br />

Telefono: 058 462 25 11<br />

Telefax: 058 462 26 34<br />

Internet: www.rapportoagricolo.ch<br />

Copyright: UFAG, Berna 2016<br />

Veste grafica<br />

Panache AG, Berna<br />

Distribuzione<br />

UFCL, Vendita di pubblicazioni federali, CH-3003 Berna<br />

www.pubblicazionifederali.admin.ch<br />

2<br />

Ufficio federale dell’agricoltura UFAG


L’UOMO<br />

8 Introduzione<br />

Famiglie contadine<br />

9 Le donne e la loro sicurezza<br />

11 Assicurazioni sociali<br />

15 Condizioni di lavoro e di vita (RIFOS)<br />

21 Condizioni di vita (SILC)<br />

27 Soddisfazione sul lavoro in Svizzera e nella Germania nord orientale<br />

Società<br />

29 «Notfallhilfe» – La piattaforma per le emergenze<br />

32 Protezione delle terre coltive<br />

34 Studio sulla vitalità e l‘attrattiva delle aree rurali<br />

AZIENDA<br />

36 Introduzione<br />

Strutture<br />

37 Aziende<br />

41 Aziende d’estivazione<br />

46 Lavoratori<br />

48 Superficie agricola utile<br />

50 Animali<br />

Situazione economica<br />

52 Conto economico<br />

54 Singole aziende<br />

PRODUZIONE<br />

60 Introduzione<br />

Mezzi di produzione<br />

61 OGM negli alimenti per animali<br />

62 Piano d’azione sui prodotti fitosanitari<br />

Produzione vegetale<br />

63 Utilizzazione della superficie<br />

65 Strategia Selezione vegetale Svizzera 2050<br />

Produzione animale<br />

66 Allevatori e effettivi di animali da reddito<br />

68 Produzione lattiera<br />

69 Produzione di carne e uova<br />

Sicurezza della produzione primaria<br />

70 Strategia contro le resistenze agli antibiotici<br />

72 Strategia per la sicurezza della catena alimentare<br />

3


MERCATO<br />

76 Introduzione<br />

Evoluzione dei mercati<br />

78 Valore aggiunto lordo<br />

79 Commercio estero<br />

82 Grado di autoapprovvigionamento<br />

83 Evoluzione degli indici dei prezzi<br />

84 Prezzi ai diversi livelli commerciali<br />

90 Competitività del settore lattiero<br />

Prodotti di origine vegetale<br />

99 Cereali<br />

101 Semi oleosi<br />

102 Patate<br />

103 Zucchero<br />

105 Frutta<br />

108 Verdura<br />

110 Vino<br />

Prodotti di origine animale<br />

112 Latte e latticini<br />

116 Carne e uova<br />

AMBIENTE<br />

122 Introduzione<br />

Monitoraggio agro-ambientale<br />

123 Indicatori agroambientali (IAA)<br />

Azoto<br />

124 L‘azoto nell‘agricoltura<br />

130 Emissioni di ammoniaca<br />

137 Emissioni di protossido di azoto<br />

140 Nitrati nell’acqua<br />

Acqua<br />

145 Acqua e agricoltura<br />

146 Utilizzo di prodotti fitosanitari<br />

151 Impiego di medicamenti veterinari<br />

4<br />

Ufficio federale dell’agricoltura UFAG


POLITICA<br />

160 Introduzione<br />

Produzione e smercio<br />

164 Panoramica<br />

166 Economia lattiera<br />

171 Produzione animale<br />

179 Produzione vegetale<br />

183 Promozione dello smercio<br />

185 Promozione della qualità e della sostenibilità<br />

186 Caratterizzazione dei prodotti agricoli<br />

188 Disposizioni sulle norme d’importazione ed esecuzione<br />

191 Legge sul cioccolato<br />

Pagamenti diretti<br />

192 Sistema dei pagamenti diretti<br />

195 Condizioni per il versamento di pagamenti diretti<br />

197 Esecuzione<br />

199 Contributi per il paesaggio rurale<br />

207 Contributi per la sicurezza dell‘approvvigionamento<br />

212 Contributi per la qualità del paesaggio<br />

223 Contributi per la biodiversità<br />

239 Contributi per i sistemi di produzione<br />

245 Contributi per l‘efficienza delle risorse<br />

249 Contributo di transizione<br />

251 Variazioni dei pagamenti diretti a livello aziendale e regionale<br />

Miglioramenti strutturali e misure sociali collaterali<br />

257 Miglioramenti strutturali<br />

260 Misure sociali collaterali<br />

261 Ricostruzione della funivia sull‘Alpe Sigel<br />

266 Manutenzione delle strade agricole<br />

271 Intervento ecologico minimo nella costruzione di strade<br />

276 Irrigazione nella regione Seeland-Broye<br />

280 PSR «Genussregion»<br />

Ricerca, consulenza, formazione professionale<br />

286 Piano direttore della ricerca per l‘agricoltura e la filiera alimentare<br />

288 Agricoltura biologica e agricoltura sostenibile<br />

289 Consulenza agricola<br />

292 Formazione professionale<br />

Gestione dei dati<br />

295 Gestione dei dati lungo la filiera alimentare<br />

298 HODUFLU<br />

Programmi regionali e settoriali<br />

304 Contributi per la protezione delle acque<br />

305 Contributi per i programmi sulle risorse<br />

5


INTERNAZIONALE<br />

308 Introduzione<br />

Dimensione commerciale<br />

310 FAO<br />

312 OCSE<br />

318 OMC<br />

320 CIC/CAA<br />

321 UE<br />

Sostenibilità<br />

324 2030 Agenda per lo sviluppo sostenibile<br />

326 10YFP Programma per sistemi alimentari sostenibili<br />

328 Agrobiodiversità / Risorse genetiche<br />

331 Sicurezza alimentare e resilienza<br />

333 Investimenti responsabili nell’agricoltura e nei sistemi alimentari<br />

Accordo di libero scambio<br />

334 Accordo di libero scambio<br />

Statistiche e modellizzazione<br />

336 Sviluppi dei mercati agricoli<br />

339 Statistiche agricole di alcuni partner commerciali<br />

343 Confronto internazionale<br />

344 Analisi quantitative<br />

A<br />

TABELLE<br />

6<br />

Ufficio federale dell’agricoltura UFAG


7


Il mio Rapporto agricolo 2 / 29<br />

L’UOMO > INTRODUZIONE<br />

Introduzione<br />

Cosa sarebbe l'agricoltura senza il lavoro delle singole famiglie contadine? Esse hanno compiti<br />

vari e distinti tra loro, ma sono accomunate dalla particolare forma di vita: il legame tra vita<br />

professionale e privata, l'indipendenza, il lavoro a contatto con la natura e gli animali. Le famiglie<br />

contadine plasmano l'agricoltura. La loro situazione è pertanto un importante aspetto<br />

del presente rapporto. Essa viene trattata sviluppando le seguenti tematiche.<br />

• Sicurezza sociale delle famiglie contadine sulla base di una valutazione speciale delle<br />

statistiche AVS e sugli assegni familiari, entrambe dell'Ufficio federale delle assicurazioni<br />

sociali (UFAS), nonché della statistica dell'aiuto sociale dell'Ufficio federale di statistica<br />

(UST)<br />

• Donne e sicurezza sociale in adempimento della mozione «Donne<br />

nell'agricoltura» (12.3990) della Commissione dell'economia e dei tributi del Consiglio<br />

degli Stati<br />

• Condizioni di lavoro e di vita (RIFOS) della popolazione agricola rispetto alla restante<br />

popolazione, sulla base di una valutazione speciale della rilevazione sulle forze di lavoro<br />

in Svizzera dell'UST<br />

• Condizioni di vita (SILC) delle famiglie contadine rispetto ad altre economie domestiche<br />

rurali, sulla base di una valutazione speciale delle statistiche sul reddito e sulle condizioni<br />

di vita dell'UST<br />

• Reddito e consumo sulla base dell'indagine sul budget delle economie domestiche (segue<br />

a fine 2016)<br />

La società rivolge numerose richieste di diverso tipo al settore agroalimentare. Tra queste si<br />

annoverano, ad esempio, le derrate alimentari di qualità, la diversità paesaggistica, l’elevato<br />

benessere degli animali o la riduzione dell'inquinamento ambientale. Nel presente rapporto<br />

è pertanto rilevante anche la visione che la società ha del settore. Essa viene analizzata sulla<br />

scorta delle seguenti tematiche.<br />

• Protezione del paesaggio rurale, valenza e misure per la protezione del paesaggio rurale,<br />

in particolare delle superfici per l'avvicendamento delle colture<br />

• Studio sulla vitalità e sull'attrattiva delle aree rurali di Ecoplan e della Scuola superiore<br />

di scienze agrarie, forestali e alimentari (SSAFA)<br />

• «Notfallhilfe» – La piattaforma per le emergenze con offerte particolari e sportelli per le<br />

famiglie contadine confrontate con sfide sul piano sociale e/o con difficoltà finanziarie<br />

8<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 3 / 29<br />

L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />

Le donne e la loro sicurezza<br />

L’importanza delle donne nell’agricoltura è enorme. Hanno infatti un ruolo fondamentale<br />

nell’economia domestica e nell’educazione dei figli, lavorano spesso anche in azienda o si<br />

prendono cura dei genitori/suoceri. Molte hanno altresì un’attività professionale al di fuori<br />

dell’azienda e impegni vari nel campo del volontariato.<br />

Il ruolo delle donne in azienda è molto eterogeneo. Alcune sono a capo dell’azienda e se ne<br />

assumono la piena responsabilità, altre se la spartiscono con un socio, altre ancora aiutano<br />

solo sporadicamente in fattoria mentre alcune se ne disinteressano totalmente.<br />

In adempimento della mozione «Donne nell'agricoltura» (12.3990) della Commissione<br />

dell'economia e dei tributi del Consiglio degli Stati è stato stilato un rapporto incentrato<br />

sulla sicurezza economica, giuridica e sociale delle donne. Tale rapporto ha preso spunto dallo<br />

studio condotto a livello nazionale nel 2012 sul tema Donne nell’agricoltura a cura di UFAG<br />

e Agroscope, nonché dalla Giornata nazionale delle donne nell’agricoltura svizzera lanciata<br />

nell’autunno 2012. Di seguito sono riassunti e suddivisi per temi i risultati più importanti.<br />

Sicurezza economica<br />

La sicurezza economica delle donne nell’agricoltura è basata sull’attività remunerata, dipendente<br />

o indipendente, all’interno dell’azienda, su un’attività lucrativa extraziendale o su mandati<br />

remunerati. A ciò si sommano altre forme diffuse nel settore agricolo quali usufrutto o<br />

diritto d’abitazione.<br />

La sicurezza economica delle donne nell’agricoltura sostanzialmente non si differenzia da<br />

quella di altre donne che lavorano (collaborano) nell’azienda di famiglia, gestiscono indipendentemente<br />

l’intera azienda (un ramo aziendale) o esercitano un’attività lucrativa extraziendale.<br />

Nel caso delle aziende agricole, rette dal diritto fondiario rurale, la sicurezza economica<br />

è disciplinata anche da questo diritto.<br />

Nel caso delle aziende agricole ai sensi del diritto fondiario rurale, il coniuge non proprietario,<br />

generalmente la donna, dovrebbe tutelarsi in caso di partecipazione finanziaria. È importante<br />

che le quote acquisite e gli investimenti in beni propri fatti dalle donne possano essere comprovati.<br />

Per tutti i coniugi è bene tener presente che in caso di decesso del titolare del conto decade<br />

qualsiasi procura sul conto in questione. Per questo motivo anche la gestione del patrimonio<br />

personale assume una particolare importanza.<br />

Sicurezza giuridica<br />

L’ordinamento giuridico svizzero adempie pienamente il principio di parità tra donna e uomo.<br />

Come per gli uomini, lo status giuridico delle contadine e delle donne nell'agricoltura dipende<br />

da:<br />

• status personale, nonché regime dei beni e responsabilità,<br />

• status in base al diritto delle assicurazioni sociali (status AVS) o al diritto del lavoro,<br />

• status in base al diritto aziendale e<br />

• rapporti di proprietà.<br />

La sicurezza giuridica delle donne nell’agricoltura sostanzialmente non si differenzia da quella<br />

di altre donne che lavorano (collaborano) nell’azienda di famiglia, gestiscono indipendentemente<br />

l’intera azienda (un ramo aziendale) o esercitano un’attività lucrativa extraziendale.<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

9


Il mio Rapporto agricolo 4 / 29<br />

L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />

Il diritto fondiario rurale si basa su un’immagine tradizionale dell’agricoltura con il modello<br />

classico di famiglia. Dal profilo del diritto successorio le donne coniugate nel contesto agricolo<br />

sono ampiamente tutelate.<br />

A livello di codice civile e di diritto fondiario rurale, in alcuni casi sono necessarie informazioni<br />

e precisazioni sul caso di divorzio: occorre pertanto elaborare supporti informativi per<br />

la consulenza agricola, vagliare possibilità di adeguamento degli atti normativi e integrare i<br />

commenti degli atti normativi con spiegazioni. In caso di divorzio, il coniuge non proprietario,<br />

generalmente la moglie, è tendenzialmente svantaggiato dal principio del valore di reddito e<br />

dalla richiesta di prova inconfutabile dei beni propri o dei compensi: investimenti in beni propri<br />

e quote acquisite fatti dalle donne devono poter essere comprovati. A seguito di un divorzio è<br />

altresì necessario appurare la copertura assicurativa.<br />

Sicurezza sociale<br />

La sicurezza sociale delle donne nell'agricoltura è garantita, come per il resto della popolazione,<br />

da una fitta rete di assicurazioni sociali, che offre un’ampia protezione contro i rischi le<br />

cui conseguenze economiche non si possono affrontare da soli.<br />

La sicurezza sociale delle donne nell'agricoltura non si differenzia da quella di altre donne<br />

che lavorano (collaborano) nell'azienda di famiglia, gestiscono indipendentemente l'intera<br />

azienda (un ramo aziendale) o esercitano un'attività lucrativa extraziendale. Nel primario i<br />

membri della famiglia che collaborano in azienda generalmente non sono soggetti all’obbligo<br />

contributivo per l’assicurazione contro la disoccupazione e dunque non sono assicurati.<br />

La sicurezza sociale delle donne dipende concretamente dal loro status in base al diritto delle<br />

assicurazioni sociali (p.es. come persone senza attività lucrativa in caso di collaborazione<br />

non remunerata in azienda), dall’importo del loro reddito e dalle assicurazioni individuali che<br />

hanno stipulato: se le donne collaborano nell’azienda di famiglia con o senza salario, è necessario<br />

chiarire caso per caso la loro assicurazione non obbligatoria, come ad esempio quella di<br />

un’indennità giornaliera.<br />

Nell’ambito della previdenza per la vecchiaia, le donne nell’agricoltura che divorziano possono<br />

ritrovarsi in una situazione difficile. Generalmente i risparmi vengono investiti nell’azienda,<br />

che nella liquidazione dei rapporti patrimoniali tra i coniugi viene stimata al valore di reddito,<br />

e viene a mancare anche la possibilità di avere un alloggio economico per la vecchiaia con diritto<br />

d’abitazione. S’impone una previdenza sociale indipendente per le donne nell’agricoltura<br />

attraverso un’attività lucrativa aziendale o extraziendale.<br />

» Rapporto del Consiglio federale «Donne nell’agricoltura» in adempimento della mozione<br />

della CET-S del 14 novembre 2012 (12.3990)<br />

Letteratura<br />

Rapporto del Consiglio federale «Donne nell’agricoltura» in adempimento della mozione della CET-S del 14 novembre<br />

2012 (12.3990)<br />

Esther Grossenbacher, UFAG, Settore Ricerca, consulenza e valutazione, esther.grossenbacher@blw.admin.ch<br />

10<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 5 / 29<br />

L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />

Assicurazioni sociali<br />

Le opere sociali dello Stato, le assicurazioni di persone e quelle di cose nonché le istituzioni<br />

private costituiscono parte della rete di sicurezza formale per la popolazione contadina e non.<br />

Le diverse assicurazioni sociali come l'AVS/AI o l'assicurazione malattia e infortuni offrono alle<br />

persone un'ampia protezione contro i rischi di cui non possono fronteggiare da soli le conseguenze<br />

finanziarie.<br />

» Assicurazioni sociali<br />

Per la maggior parte delle assicurazioni sociali è impossibile effettuare una valutazione in base<br />

alla categoria professionale. Per tale motivo, l'analisi di seguito riportata si limita ad AVS, assegni<br />

familiari nell'agricoltura e aiuto sociale.<br />

Assicurazione per la vecchiaia e i superstiti<br />

L'assicurazione per la vecchiaia e i superstiti (AVS) è il pilastro principale su cui poggia il sistema<br />

svizzero di previdenza per la vecchiaia e i superstiti. Essa copre il fabbisogno vitale in<br />

caso di perdita del reddito da attività lucrativa in seguito al raggiungimento dell'età AVS o al<br />

decesso della persona che manteneva la famiglia. Introdotta nel 1948, la rendita AVS dipende<br />

dal reddito assoggettato ai contributi nel periodo attivo e da eventuali accrediti per compiti<br />

educativi e assistenziali.<br />

» AVS<br />

La statistica dei redditi AVS comprende tutti i redditi di un anno di contribuzione soggetti<br />

all'obbligo contributivo AVS, a prescindere dalla durata dell'attività lucrativa. Nel 2012 i contribuenti<br />

AVS (persone attive e non attive) sono stati circa 5,4 milioni. Di questi, 4,9 milioni<br />

erano assicurati professionalmente attivi, di età compresa tra i 18 e i 63/64 anni.<br />

La statistica dei redditi AVS più recente disponibile è quella del 2012. Da questa emerge che su<br />

un totale di 4,908 milioni di contribuenti attivi [persone con esclusivamente reddito sostitutivo<br />

(indennità giornaliera IPG, indennità giornaliera AI, indennità giornaliera dell’assicurazione<br />

militare) del tipo di contributo 1 nei conti individuali dell’AVS (=lavoratori dipendenti) ma<br />

senza altri redditi dell’attività lucrativa assoggettati ai contributi AVS non sono considerate nel<br />

totale delle persone attive)] nella fascia d'età 18-63/64, 53 200 erano agricoltori o contadine<br />

indipendenti. Per 35 600 agricoltori e 4600 contadine il reddito AVS proveniente dall'attività<br />

agricola rappresentava la parte maggiore del loro reddito AVS totale. Circa la metà dei contribuenti<br />

con attività indipendente nel settore primario aveva un'attività extraaziendale.<br />

Redditi AVS di lavoratori indipendenti nell'agricoltura¹ (Persone nella fascia d'età<br />

18-63/64 anni)²<br />

Reddito AVS<br />

2012<br />

Numero<br />

Totale reddito<br />

AVS medio<br />

Di cui<br />

dall'agricoltura<br />

Di cui da altra attività<br />

lucrativa³<br />

Età media<br />

Fr. Fr. Fr. Anni<br />

Uomini 47 100 67 400 48 400 19 000 48,2<br />

Donne 6000 37 600 26 000 11 600 47,9<br />

Totale o valore<br />

medio<br />

53 200 64 000 45 900 18 100 48,1<br />

1<br />

Analisi speciale<br />

2<br />

Le persone attive nell'anno del raggiungimento dell'età AVS (64 o 65 anni) e quelle che l’hanno superata (>65 o<br />

>66 anni) non sono considerate.<br />

3<br />

Persone senza un’altra attività lucrativa: nel calcolo del valore medio si inserisce l'importo 0 franchi.<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

11


Il mio Rapporto agricolo 6 / 29<br />

L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />

Fonti: conti individuali AVS, Ufficio centrale di compensazione (UCC) - Ufficio federale delle assicurazioni sociali<br />

(UFAS); stato marzo 2016<br />

Ogni anno le casse di compensazione inoltrano i dati sul reddito dei conti individuali AVS<br />

all'Ufficio centrale di compensazione (UCC) suddivisi per tipo di contributo. I lavoratori indipendenti<br />

attivi nell'agricoltura sono notificati con un tipo di contributo separato (tipo di contributo<br />

9). Nel conto individuale dei lavoratori indipendenti che versano solo l'importo minimo<br />

di contribuzione AVS viene inserito un reddito (2012: 9094 fr.). Nel settore primario ciò interessa<br />

il 17 per cento della popolazione con attività indipendente, segnatamente 7350 uomini<br />

e 1880 donne.<br />

Assegni familiari<br />

Gli assegni familiari sono, assieme alle agevolazioni fiscali, la principale misura di compensazione<br />

degli oneri familiari. Contrariamente alle prestazioni delle altre assicurazioni sociali, essi<br />

costituiscono un reddito complementare e non sostitutivo.<br />

» Assegni familiari nell’agricoltura<br />

Nell'agricoltura gli assegni familiari vengono versati solo agli agricoltori e alpigiani indipendenti,<br />

ai pescatori professionisti e ai lavoratori agricoli dipendenti. Sono finanziati principalmente<br />

con fondi pubblici, segnatamente per due terzi dalla Confederazione e un terzo dai<br />

Cantoni.<br />

Importo degli assegni familiari nell’agricoltura<br />

Tipo di assegno familiare<br />

Importo (in fr.)<br />

Assegno per i figli¹ (figli fino a 16 anni) 200<br />

Assegno di formazione¹ (figli da 16 a 25 anni) 250<br />

Assegno per l'economia domestica 100<br />

¹ Regioni di montagna: importo maggiorato di 20 franchi<br />

Fonte: Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS)<br />

L'importo degli assegni per i figli e di formazione nell'agricoltura corrisponde a quello minimo<br />

secondo la legge federale sugli assegni familiari (LAFam). Nelle regioni di montagna l'importo<br />

è maggiorato di 20 franchi. I lavoratori agricoli dipendenti ricevono inoltre, ogni mese, un<br />

assegno per l'economia domestica del valore di 100 franchi. Singoli Cantoni versano anche<br />

altri assegni.<br />

12<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 7 / 29<br />

L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />

Percepimento degli assegni familiari nell'agricoltura 2015<br />

Beneficiari<br />

Numero<br />

Assegni<br />

Mio. fr.<br />

Lavoratori agricoli dipendenti 7884<br />

Assegni per i figli 8651 15,599<br />

Assegni di formazione 2365 4,731<br />

Assegni per l'economia domestica 7591 7,478<br />

Agricoltori 13 982<br />

Assegni per i figli 24 336 55,559<br />

Assegni di formazione 10 852 25,490<br />

Totale 21 866 108,857<br />

Senza alpigiani e pescatori<br />

Fonte: UFAS<br />

Negli ultimi anni sono diminuiti notevolmente i fondi versati nell'agricoltura sotto forma di<br />

assegni familiari a causa del calo dei beneficiari o del numero di figli e perché in seguito a<br />

una modifica della legislazione le famiglie contadine dal 2013 possono contare anche sulla<br />

legge federale sugli assegni familiari invece che sulla legge federale sugli assegni familiari<br />

nell'agricoltura. Nel 2015 gli assegni versati ammontavano a un totale di 109 milioni di franchi.<br />

Fino a fine 2007 gli assegni familiari venivano versati solo ai piccoli contadini (limite di reddito:<br />

30 000 fr.). Tale limite è stato soppresso nel 2008, anno dal quale hanno diritto agli assegni familiari<br />

tutti gli agricoltori indipendenti e sono pertanto disponibili dati comparabili. Nel 2009<br />

gli assegni familiari versati nell'agricoltura ammontavano a un totale di 150 milioni di franchi.<br />

Aiuto sociale<br />

La Costituzione federale garantisce il diritto all'aiuto in situazioni di bisogno a ogni persona<br />

soggiornante in Svizzera. Nel quadro dell'aiuto sociale pubblico, i Cantoni garantiscono prestazioni<br />

a persone che non riescono a far fronte ai propri bisogni o a quelli della famiglia.<br />

L’organizzazione e l’applicazione concreta sono disciplinate in maniera diversa a seconda del<br />

Cantone o del Comune.<br />

» Aiuto sociale<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

13


Il mio Rapporto agricolo 8 / 29<br />

L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />

Lavoratori nell'agricoltura beneficiari di aiuto sociale nel 2014¹<br />

Casi<br />

Persone in unità assistenziali<br />

(adulti e<br />

bambini)<br />

Somma dei contributi<br />

versati<br />

Importo versato per<br />

singolo caso<br />

Numero Numero Mio. fr. Fr.<br />

Lavoratore indipendente<br />

Lavoratore impiegato<br />

regolarmente<br />

Altri lavoratori<br />

in economie domestiche<br />

Lavoratori in strutture<br />

stazionarie /<br />

forme abitative particolari<br />

45 91 0,798 17 700<br />

163 360 2,324 14 300<br />

267 487 4,124 15 400<br />

24 24 0,400 16 700<br />

Totale lavoratori 499 962 7,646 15 300<br />

1<br />

Analisi speciale settore agricoltura: casi di aiuto sociale e valore medio degli importi versati in base alla situazione<br />

lavorativa.<br />

Campione: persone in casi (unità assistenziali) in cui il lavoratore richiedente è attivo nell'agricoltura (incl. silvicoltura,<br />

piscicoltura) e ha tra 15 e 64 anni.<br />

Fonte: Ufficio federale di statistica (UST)<br />

Nel 2014, per un totale di 499 casi nel settore agricolo, sono stati erogati 7,6 milioni di franchi<br />

di aiuto sociale, corrispondenti a 15 300 franchi per singolo caso; indipendentemente dal settore,<br />

la media svizzera è di 15 500 franchi per caso.<br />

Chiunque intenda ottenere prestazioni sociali deve dimostrare che ne ha bisogno. Deve pertanto<br />

presentare documenti relativi alla situazione finanziaria dell’economia domestica e<br />

dell’azienda e mettere le autorità al corrente di questioni fino a quel momento private. Per<br />

le famiglie contadine la richiesta di aiuto sociale non è conciliabile con valori diffusi quali autonomia,<br />

libertà e indipendenza. Inoltre, considerata la stretta correlazione tra azienda ed<br />

economia domestica privata, nell'agricoltura vi è anche elevata flessibilità nell'impiego di lavoro<br />

e denaro. Anche per questo motivo, le contadine e gli agricoltori fanno raramente ricorso<br />

all'aiuto sociale: in tempi difficili stringono ulteriormente la cinghia e attingono alla «sostanza».<br />

Per quanto riguarda l’aiuto sociale c’è un notevole divario fra le zone urbane e quelle rurali.<br />

Quanto più grande è il Comune o la città tanto maggiore è la percentuale di aiuti sociali. Altrettanto<br />

elevata resta la paura di essere «bollati» come beneficiari dell'aiuto sociale soprattutto<br />

nelle aree rurali.<br />

Esther Grossenbacher, UFAG, Settore Ricerca, consulenza e valutazione, esther.grossenbacher@blw.admin.ch<br />

14<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 9 / 29<br />

L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />

Condizioni di lavoro e di vita (RIFOS)<br />

Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera<br />

» Scheda della rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera<br />

(RIFOS)<br />

I risultati più importanti della valutazione speciale della rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera<br />

(RIFOS) sono riportati nelle sezioni «Età e dimensioni dell'economia domestica» e «Formazione<br />

professionale e situazione lavorativa». Le cifre corrispondono ai dati annuali della RIFOS<br />

2015, che confronta la situazione delle cinque seguenti categorie professionali di lavoratori:<br />

• agricoltori/contadine (550 uomini e 352 donne);<br />

• lavoratori indipendenti nell’artigianato/industria (1288 uomini e 191 donne);<br />

• altri lavoratori indipendenti (2000 uomini e 2233 donne);<br />

• lavoratori dipendenti nell’agricoltura (113 uomini e 65 donne);<br />

• altri lavoratori dipendenti (17 082 uomini e 17 459 donne).<br />

Nella categoria «agricoltori/contadine» rientrano agricoltori e contadine indipendenti nonché<br />

membri della famiglia che collaborano nell'azienda. I campioni di lavoratori dipendenti del<br />

primario sono molto esigui e pertanto i dati per questa categoria sono solo parzialmente affidabili<br />

dal profilo statistico. Di conseguenza, i confronti con le altre categorie vanno interpretati<br />

con cautela.<br />

Età e dimensioni dell'economia domestica<br />

In questa sezione vengono illustrati i dati relativi agli indicatori «Età delle persone occupate»<br />

e «Numero di persone nell'economia domestica».<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

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Il mio Rapporto agricolo 10 / 29<br />

L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />

L'età media degli agricoltori e delle contadine interpellati è di 51 anni, ovvero simile a quella<br />

di altri lavoratori indipendenti. I lavoratori dipendenti sono invece mediamente nove anni più<br />

giovani.<br />

Le economie domestiche contadine, con una media di 3,1 componenti, continuano a costituire<br />

nuclei più numerosi rispetto alle altre economie domestiche interpellate: in più di un quinto<br />

dei casi sono composte da 5 o più persone. Vive invece in un'economia domestica formata da<br />

una singola persona il 10 per cento dei contadini.<br />

Formazione professionale e situazione lavorativa<br />

Di seguito vengono illustrati i dati relativi a «Titolo di studi», «Frequenza di corsi di perfezionamento»,<br />

«Ore di lavoro settimanali», «Lavoro nel fine settimana» e «Giorni di ferie».<br />

16<br />

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Il mio Rapporto agricolo 11 / 29<br />

L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />

In tutti i gruppi interpellati, ma soprattutto nel settore agricolo, le donne possiedono titoli di<br />

studio inferiori rispetto agli uomini: il 30 per cento non ha un diploma professionale, mentre<br />

alcune hanno frequentato una scuola per contadine. La formazione più elevata conseguita si<br />

rileva tra gli uomini del gruppo «Altri lavoratori indipendenti», nel quale il 56 per cento ha una<br />

formazione professionale superiore.<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

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Il mio Rapporto agricolo 12 / 29<br />

L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />

Per «Corsi di perfezionamento» s’intendono esclusivamente le varie forme di perfezionamento<br />

professionale. Tra i lavoratori dipendenti (uomini e donne), almeno il 17 per cento ha seguito<br />

un corso di questo tipo, mentre tra gli indipendenti la percentuale si attesta tra il 5 e il 14 per<br />

cento.<br />

Per quanto riguarda le ore di lavoro settimanali, vengono considerate esclusivamente le ore dedicate<br />

all’attività lucrativa principale (nel caso in cui si svolgano più attività lucrative); i lavori<br />

domestici non sono tenuti in considerazione. Circa il 70 per cento degli agricoltori interpellati<br />

lavora 50 o più ore alla settimana. Il tempo di lavoro medio degli agricoltori e delle contadine<br />

è di rispettivamente 54 e 32 ore settimanali.<br />

18<br />

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Il mio Rapporto agricolo 13 / 29<br />

L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />

Nel gruppo «Agricoltori/contadine», nel 2015, si sono astenuti dal lavoro nel fine settimana<br />

l'8 per cento degli uomini e il 13 per cento delle donne. Molto probabilmente si tratta di persone<br />

non dedite alla detenzione di animali da reddito. Oltre il 60 per cento dei contadini lavora<br />

regolarmente nel fine settimana.<br />

Mediamente, nel 2015, agricoltori e contadine sono andati in ferie rispettivamente 10 e 8<br />

giorni. Contrariamente agli altri lavoratori indipendenti, per le famiglie contadine, in particolare<br />

quelle che possiedono bestiame da reddito, è complicato allontanarsi temporaneamente<br />

dall’azienda.<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

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Il mio Rapporto agricolo 14 / 29<br />

L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />

Rapporto agricolo 2011, 1.2.1.2 Formazione e lavoro, pag. 50<br />

Rapporto agricolo 2015 L'uomo/Famiglie contadine/Condizioni di lavoro e di vita<br />

Esther Grossenbacher, UFAG, Settore Ricerca, consulenza e valutazione, esther.grossenbacher@blw.admin.ch<br />

20<br />

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Il mio Rapporto agricolo 15 / 29<br />

L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />

Condizioni di vita (SILC)<br />

Sulla base dei risultati di una valutazione speciale dell'indagine «Statistics on Income and Living<br />

Conditions» (SILC), le condizioni di vita delle famiglie contadine sono state analizzate e<br />

messe a confronto con quelle di altre economie domestiche.<br />

SILC<br />

Nell'ambito della SILC, nel 2014 sono state intervistate 262 persone di estrazione contadina.<br />

Per economia domestica contadina si intende un nucleo familiare comprendente almeno una<br />

persona che lavora come agricoltore indipendente. Per consentire il confronto tra le economie<br />

domestiche contadine e quelle non agricole, le prime sono state classificate nel gruppo «Economie<br />

domestiche in regioni scarsamente popolate», dove la persona di riferimento esercita<br />

un’attività lucrativa (gruppo di controllo: 2033 persone).<br />

Tutte le stime effettuate sulla base di un campione - analogamente alla SILC - hanno un certo<br />

margine di incertezza, perché per valutare una caratteristica di tutta la popolazione ne viene<br />

interpellata solo una parte. Questa incertezza può essere quantificata calcolando un cosiddetto<br />

intervallo di confidenza: minore è la sua ampiezza, maggiore è la precisione dei risultati. Con<br />

l'intervallo di confidenza si indica che il valore effettivo di una caratteristica nella popolazione<br />

intera rientra con grande probabilità (95 %) nell'intervallo. Grazie all'intervallo di confidenza<br />

si può inoltre stabilire se le differenze sono significative in termini statistici. Il campione delle<br />

economie domestiche contadine è piccolo; gli intervalli di incertezza e di confidenza, di conseguenza,<br />

sono ampi.<br />

Di seguito vengono illustrati i risultati principali relativi a soddisfazione, situazione finanziaria,<br />

contesto e ambiente abitativo nonché fiducia nello Stato/nella politica.<br />

Soddisfazione<br />

Nel valutare la soddisfazione in diversi ambiti, quali vita, rapporti personali o stato di salute,<br />

emerge un quadro eterogeneo. In entrambi i gruppi la soddisfazione per la propria situazione<br />

finanziaria raggiunge un valore pressoché analogo, per il reddito dall'attività a titolo<br />

principale, invece, vi sono differenze notevoli. Il 44 per cento degli interpellati di economie<br />

domestiche contadine dice di essere molto soddisfatto, nelle economie domestiche rurali la<br />

percentuale sale addirittura al 56 per cento. I membri di economie domestiche contadine che si<br />

dichiarano molto soddisfatti delle condizioni lavorative sono meno rispetto al gruppo di controllo,<br />

mentre per il clima lavorativo la situazione si ribalta. Anche i risultati relativi al tempo<br />

libero sono eterogenei. La soddisfazione per le attività nel tempo libero è la stessa sia per i<br />

membri delle famiglie contadine sia per il gruppo di controllo, ma i contadini si dicono un po’<br />

meno soddisfatti per quel che riguarda la disponibilità di tempo libero. Le altre differenze di<br />

minore portata non sono significative. Nel complesso (media dei 12 valori mediani) le persone<br />

interpellate appartenenti a economie domestiche contadine sono tanto soddisfatte quanto<br />

quelle del gruppo di controllo.<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

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Il mio Rapporto agricolo 3 / 7<br />

L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />

22<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

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Il mio Rapporto agricolo 17 / 29<br />

L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />

Situazione finanziaria<br />

I contadini interpellati che hanno affermato di essere molto soddisfatti della situazione finanziaria<br />

sono meno rispetto al gruppo di controllo. In termini percentuali il numero di persone<br />

che affermano di avere difficoltà finanziarie è analogo nelle economie domestiche contadine e<br />

in quelle non contadine in regioni scarsamente popolate (ca. 10 %).<br />

La percentuale delle economie domestiche contadine che dichiarano di avere difficoltà nel sostenere<br />

spese inattese è minore rispetto alle economie domestiche del gruppo di controllo, ma<br />

un numero sensibilmente più alto di economie domestiche contadine (7 %) ha problemi a riscaldare<br />

sufficientemente l'abitazione. La quota di economie domestiche che non possono andare<br />

in ferie per ragioni economiche è simile in entrambi i gruppi (contadino e rurale) e si<br />

attesta attorno all'8 per cento.<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

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Il mio Rapporto agricolo 18 / 29<br />

L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />

Contesto e ambiente abitativo<br />

La popolazione contadina vive significativamente più spesso (17 %) in abitazioni troppo buie<br />

rispetto al gruppo di controllo (7 %). Anche la percentuale di contadini che vivono in abitazioni<br />

troppo umide è alta ma la differenza rispetto al gruppo di controllo, in questo caso, non<br />

è significativa.<br />

24<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 19 / 29<br />

L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />

Per quel che riguarda il contesto abitativo, dai risultati emerge che i membri di economie domestiche<br />

contadine sono meno infastiditi dai rumori rispetto al gruppo di controllo.<br />

Fiducia nello Stato/nella politica<br />

Le valutazioni relative alle domande sulla fiducia nel sistema legislativo sono andate tutte più<br />

o meno nella stessa direzione (punteggio di 6,6-7 su 10), ma le differenze tra le economie domestiche<br />

contadine e le altre economie domestiche rurali sono significative in termini statistici.<br />

I contadini ripongono una fiducia minore nel sistema legislativo svizzero. La fiducia nel<br />

sistema politico è la stessa per tutti e due i gruppi (ca. 6,5).<br />

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Il mio Rapporto agricolo 20 / 29<br />

L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />

Esther Grossenbacher, UFAG, Settore Ricerca, consulenza e valutazione, esther.grossenbacher@blw.admin.ch<br />

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Il mio Rapporto agricolo 21 / 29<br />

L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />

Soddisfazione sul lavoro in Svizzera e nella Germania nord<br />

orientale<br />

Ogni anno vi sono aziende che abbandonano l’agricoltura. Mentre da un lato diminuiscono le<br />

piccole aziende, dall’altro aumentano quelle grandi. A partire da tale scenario, uno studio di<br />

Agroscope ha analizzato le differenze tra l’agricoltura svizzera, caratterizzata da piccole strutture,<br />

praticata quasi esclusivamente da aziende familiari, e l’agricoltura della Germania nord<br />

orientale, piuttosto industriale, nella quale sono le aziende non familiari, come ad esempio le<br />

cooperative, che dominano la produzione. L’azienda media nel Meclemburgo-Pomerania Anteriore<br />

ha, ad esempio, una dimensione di 286 ettari mentre mediamente l’azienda svizzera<br />

gestisce 19 ettari. Nello studio, tra le altre cose, è stata confrontata la soddisfazione sul lavoro<br />

dei contadini.<br />

Per poter paragonare aspetti differenti tra i due diversi sistemi agricoli è stato creato un questionario<br />

che è stato inviato a 3000 contadini svizzeri e a 2000 contadini della Germania nord<br />

orientale tra dicembre 2013 e marzo 2014. Complessivamente 1687 partecipanti hanno rispedito<br />

il questionario e di questi 1 158 intervistati (833 svizzeri e 325 tedeschi dell’area nord orientale)<br />

hanno valutato la soddisfazione in merito alla loro attività agricola con una scala da 0<br />

(“assolutamente insoddisfatto”) a 10 (“assolutamente soddisfatto”). Inoltre sono stati rilevati<br />

dati sulla struttura aziendale e sulla situazione finanziaria.<br />

Gli autori hanno condotto due analisi statistiche per spiegare la soddisfazione sul lavoro dei<br />

contadini; una comprendeva la dimensione aziendale e l’altra la situazione finanziaria stimata<br />

soggettivamente. Sono stati analizzati altri fattori come ad esempio la presenza nell’azienda di<br />

attività affini all’agricoltura (p.es. vendita diretta, agriturismo o attività nel settore ricettivo),<br />

il grado di occupazione al di fuori dell’agricoltura, il metodo di produzione (biologico / non<br />

biologico), ma anche l’età o il livello di formazione degli intervistati.<br />

Risultati del sondaggio<br />

Senza considerare la dimensione dell’azienda e la situazione finanziaria, nel periodo oggetto<br />

dell’analisi in generale non c’è stata alcuna differenza nel grado medio di soddisfazione sul<br />

lavoro tra gli agricoltori svizzeri e quelli della Germania nord orientale. Tuttavia prendendo in<br />

considerazione la struttura e la situazione finanziaria delle aziende si evincono significative<br />

differenze tra le regioni. I contadini svizzeri in generale erano più soddisfatti del loro lavoro<br />

rispetto a quelli della Germania nord orientale.<br />

Di seguito maggiori dettagli. Mentre nella Germania nord orientale i capoazienda di grandi aziende<br />

erano più soddisfatti del loro lavoro rispetto a quelli delle piccole aziende, in Svizzera<br />

la dimensione non è rilevante. Anche la situazione finanziaria stimata soggettivamente ha influenzato<br />

in misura differente il grado di soddisfazione sul lavoro nelle regioni. Certamente<br />

per entrambe è risultato vero che il grado di soddisfazione sul lavoro è stato tanto maggiore<br />

quanto migliore era la situazione finanziaria dell’azienda ma per i contadini svizzeri questa<br />

correlazione era meno rilevante.<br />

Per i capoazienda di entrambe le regioni, inoltre, il grado di soddisfazione sul lavoro in ambito<br />

agricolo diminuiva quanto maggiore era il loro grado di occupazione al di fuori dell’agricoltura.<br />

Inoltre i contadini in generale erano più soddisfatti del proprio lavoro se il loro reddito era<br />

generato da attività extraagricole ma con riferimento all’azienda. Da un lato ciò determina sicuramente<br />

un’alternanza nella quotidianità lavorativa e dall’altro offre una maggiore garanzia<br />

dal profilo finanziario per l’azienda, il che, a sua volta, può influenzare in modo positivo la<br />

soddisfazione.<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

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Il mio Rapporto agricolo 22 / 29<br />

L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />

Un’ulteriore analisi ha mostrato l’effetto positivo di una gamma variata di rami di produzione<br />

(come latte, ingrasso, campicoltura) sulla soddisfazione sul lavoro dei contadini svizzeri. I capoazienda<br />

che avevano più rami di produzione agricola hanno mostrato una maggiore soddisfazione<br />

nel loro lavoro rispetto a quelli attivi in aziende più specializzate. Nella Germania nord<br />

orientale la varietà dei rami aziendali non svolge alcun ruolo poiché gli aspetti finanziari sembrano<br />

essere fondamentali e questa strategia di specializzazione fa sperare in un maggior successo.<br />

Conclusioni<br />

Lo studio evidenzia che la struttura delle singole aziende, ma anche quella dell’intera agricoltura,<br />

influenza la soddisfazione sul lavoro dei contadini. Particolarmente interessante è<br />

l’effetto positivo delle varie modalità di diversificazione aziendale sulla soddisfazione dei contadini<br />

per quanto riguarda il loro lavoro. Ciò dimostra che una tale strategia della gestione<br />

aziendale, oltre agli effetti positivi nel garantire una determinata situazione dal profilo del<br />

reddito, è positiva anche per la percezione del lavoro nell’agricoltura. Ciò vale in particolare per<br />

i contadini svizzeri per i quali gli aspetti finanziari sembrano svolgere un ruolo secondario per<br />

la loro soddisfazione rispetto ai colleghi della Germania nord orientale. Nel complesso, nelle<br />

aziende svizzere tali fattori qualitativi hanno una maggiore influenza sulla soddisfazione sul<br />

lavoro rispetto agli aspetti economici.<br />

Which farm characteristics influence work satisfaction?<br />

Bibliografia<br />

T. Besser, S. Mann (2015): Which farm characteristics influence work satisfaction? An analysis of two agricultural<br />

systems, Agricultural Systems 141, 107-112.<br />

S. Mann, T. Besser (in esame): Diversification and work satisfaction - testing a claim by Marx and Engels for farmers.<br />

Rural Sociology.<br />

Tim Besser, Agroscope<br />

Contato: Esther Grossenbacher, UFAG, Settore Ricerca, consulenza e valutazione,<br />

esther.grossenbacher@blw.admin.ch<br />

28<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 23 / 29<br />

L’UOMO > SOCIETÀ<br />

«Notfallhilfe» - La piattaforma per le emergenze<br />

Per le famiglie contadine la forte interazione tra azienda e famiglia o tra vita professionale<br />

e privata può comportare situazioni in alcuni casi molto complesse. Raramente, infatti, i problemi<br />

in un ambito o nell'altro possono essere affrontati o risolti in maniera isolata.<br />

Per affrontare queste particolari sfide esistono, nella maggior parte dei casi già da diversi anni,<br />

offerte particolari per le famiglie contadine con difficoltà sociali e/o finanziarie. Dalla primavera<br />

2015, rappresentanti di sportelli di questo tipo della Svizzera tedesca si incontrano, sotto<br />

la direzione di AGRIDEA, nel quadro della piattaforma «Notfallhilfe», con la quale è stato compiuto<br />

un primo passo verso lo scambio di informazioni e di esperienze. L'obiettivo è imparare<br />

gli uni dagli altri e sviluppare ulteriormente le offerte dal profilo sia contenutistico sia istituzionale.<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

29


Il mio Rapporto agricolo 3 / 4<br />

L’UOMO > SOCIETÀ<br />

Sportelli per famiglie contadine in situazioni difficili<br />

Nome<br />

Contatto<br />

CH Bäuerliches Sorgentelefon 041 820 02 15 (lun 8.15-12 e gio<br />

18-22),<br />

info@baeuerlichessorgentelefon.ch<br />

AG<br />

AR<br />

BE<br />

BE<br />

FR<br />

Unterstützung im Rahmen der betriebswirtschaftlichen<br />

Beratung<br />

Weitblick – Bauernfamilien orientieren<br />

sich im Zeitwandel<br />

Inforama Aufwind: für Bauernfamilien<br />

in Bedrängnis<br />

Anlaufstelle Überlastung Landwirtschaft<br />

Unterstützung für Landwirtschaftsbetriebe<br />

in Schwierigkeiten<br />

Landwirtschaftliches Zentrum Liebegg<br />

5772 Gränichen<br />

062 855 86 24,<br />

christoph.beyeler@ag.ch<br />

Betriebs- und bäuerlich hauswirtschaftliche<br />

Beratung<br />

9102 Herisau<br />

071 353 67 56,<br />

irene.muehlebach@ar.ch;<br />

071 353 67 51,<br />

jeannette.stadelmann@ar.ch<br />

Rütti, Zollikofen, 031 910 51 11<br />

inforama.ruetti@vol.be.ch;<br />

Berner Oberland, Hondrich,<br />

033 650 84 00<br />

inforama.oberland@vol.be.ch;<br />

Emmental Bäregg, Bärau,<br />

034 409 37 11<br />

inforama.emmental@vol.be.ch;<br />

Seeland, Ins, 032 312 91 11<br />

inforama.seeland@vol.be.ch;<br />

Waldhof, Langenthal, 062 916 01 01<br />

inforama.waldhof@vol.be.ch<br />

Oekonomische und Gemeinnützige<br />

Gesellschaft (OGG) des Kantons Bern<br />

Erlachstrasse 5, 3001 Berna<br />

079 200 00 44,<br />

hildegard.wyss@ogg.ch,<br />

Landwirtschaftliches Institut des<br />

Kantons Freiburg<br />

Route de Grangeneuve 31, 1725 Posieux<br />

026 305 58 00<br />

LU Offeni Türe i de Not Luzerner Bäuerinnen- und Bauern<br />

Schellenrain 5, 6210 Sursee<br />

041 939 20 39,<br />

offeni.tuer@bluewin.ch<br />

SG<br />

TG<br />

UR<br />

ZH<br />

Offni Tür – Unterstützung von Bäuerinnen<br />

und Bauern in schwierigen Situationen<br />

e<br />

Ostschweizer Gruppe für getrenntlebende<br />

oder geschiedene Bäuerinnen<br />

Wegweiser für Thurgauer Bauernfamilien<br />

Zentralschweizer Erfahrungsgruppe<br />

für Bäuerinnen nach Trennung oder<br />

Scheidung<br />

Offeni Tür – für Bäuerinnen und<br />

Bauern zur Beratung in sozialen und<br />

finanziellen Notlagen<br />

Landwirtschaftliches Zentrum SG,<br />

9456 Salez<br />

058 228 24 07 und 058 228 08<br />

(lun 16-18 e gio 10-12),<br />

silvia.hohl@lzsg.ch<br />

Verband Thurgauer Landwirtschaft<br />

Bildungs- und Beratungszentrum<br />

Arenenberg<br />

8268 Salenstein<br />

071 663 33 70,<br />

christian.eggenberger@tg.ch<br />

Agnes Schneider-Wermelinger<br />

Lochland, 6017 Ruswil<br />

041 495 13 63,<br />

agnes.schneider@pop.agri.ch<br />

044 869 21 68 (lun-ven 13-14, gio<br />

19-20)<br />

30<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 4 / 4<br />

L’UOMO > SOCIETÀ<br />

Fonte: Bäuerliches Sorgentelefon<br />

Anche nella Svizzera romanda esistono sportelli speciali per le famiglie contadine in difficoltà,<br />

in genere d'iniziativa privata come «Solidarité Paysans Romandie» e il nuovo «Aumônier dans<br />

le monde agricole» (Pierre-André Schütz). Dal 1997 al 2012, nel Cantone Vaud era attiva «Cellule<br />

de crises», un'offerta specifica di Prométerre per famiglie contadine con difficoltà finanziarie,<br />

che oggi rientra nell'ordinaria attività di consulenza dell'associazione.<br />

Il sostegno alle famiglie in situazioni difficili deve essere ulteriormente migliorato. Alcuni studi<br />

scientifici hanno individuato delle possibilità in questo senso: oltre a potenziare la collaborazione<br />

e l'utilizzo di sinergie delle offerte esistenti è necessario creare, dapprima nel quadro di<br />

un progetto pilota, un servizio di coordinamento tra la consulenza agricola e quella sociale in<br />

un Cantone o in una regione. Inoltre, bisogna puntare a moduli di perfezionamento professionale<br />

specifici per la consulenza riguardo a sfide sociali come sovraccarico/burn out. Per il riconoscimento<br />

precoce di famiglie contadine in situazioni difficili è altresì importante analizzare<br />

più a fondo il ruolo di prestatori di servizi che entrano regolarmente in contatto con loro, come<br />

i fiduciari o i controllori del latte, nell'obiettivo di coinvolgerli maggiormente.<br />

Bäuerliches Sorgentelefon<br />

Rapporto agricolo 2004, pag. 68<br />

Esther Grossenbacher, UFAG, Settore Ricerca, consulenza e valutazione, esther.grossenbacher@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

31


Il mio Rapporto agricolo 26 / 29<br />

L’UOMO > SOCIETÀ<br />

Protezione delle terre coltive<br />

Sviluppi generali della sicurezza delle terre coltive<br />

Una sfida centrale della politica agricola svizzera consiste nella preservazione della qualità e<br />

della quantità dei suoli agricoli. Recentemente in Svizzera nella politica e tra la popolazione si<br />

riscontra una maggiore sensibilità nei confronti della tematica del suolo e del massiccio sfruttamento<br />

delle terre coltive. In vari Cantoni e a livello nazionale iniziative sulla protezione delle<br />

terre coltive sono in corso o sono state già discusse nei Parlamenti.<br />

Benché nel 1992, vista la perdita costante e rapida di terre coltive, il Consiglio federale abbia<br />

decretato, mediante un piano settoriale, una superficie minima per le superfici di avvicendamento<br />

delle colture (SAC) e i Cantoni siano tenuti a garantire una quota di questa superficie<br />

minima, perdura la pressione sulle restanti terre coltive, tanto che ogni anno ne vanno persi<br />

circa 3400 ettari. Pertanto si pone la questione se le attuali condizioni poste dal diritto federale<br />

in materia di protezione delle terre coltive siano opportune e in quale misura potrebbero essere<br />

migliorate onde arrestare la perdita di terre coltive.<br />

In tale contesto le Commissioni della gestione delle Camere federali (CdG) hanno conferito<br />

al Controllo parlamentare dell'amministrazione l'incarico di effettuare una valutazione delle<br />

misure volte a garantire le terre coltive con particolare attenzione alla protezione delle SAC. La<br />

valutazione ha interessato soltanto il ruolo della Confederazione relativamente alla protezione<br />

delle terre coltive poiché il loro utilizzo nei Cantoni non rientra nell'ambito di vigilanza delle<br />

CdG. Dal rapporto valutativo sono emerse diverse raccomandazioni per migliorare la protezione<br />

delle terre coltive.<br />

Maggiore protezione delle superfici per l’avvicendamento delle colture<br />

Per i terreni agricoli prioritari in Svizzera vigono particolari disposizioni di protezione. Il piano<br />

settoriale delle SAC mira a preservare almeno 438 460 ettari dei migliori suoli e ogni Cantone<br />

deve garantire un contingente. La forte estensione degli insediamenti urbani ha determinato<br />

una maggiore pressione per le SAC.<br />

Al momento è in corso la prima fase di revisione della legge sulla pianificazione del territorio<br />

(LPT), nel quadro della quale sono state stabilite diverse misure volte ad arginare la crescita<br />

degli insediamenti e quindi indirettamente a consentire una maggiore protezione delle terre<br />

coltive. È stata potenziata in particolare la protezione delle SAC; in futuro potranno essere<br />

azzonate SAC soltanto se:<br />

• senza sfruttare tali zone, non è ragionevolmente possibile raggiungere un obiettivo importante<br />

anche dal punto di vista del Cantone; e<br />

• viene garantito che le superfici sfruttate sono impiegate in modo ottimale secondo lo stato<br />

attuale delle conoscenze.<br />

Il Tribunale federale conferisce particolare importanza a una reale ponderazione degli interessi,<br />

come prescrive da tempo l’articolo 3 dell’ordinanza sulla pianificazione del territorio<br />

(OPT).<br />

Nell’ambito della seconda fase di revisione della LPT vi sarebbero anche un potenziamento della<br />

protezione delle terre coltive e l’attuazione del Piano settoriale SAC. Mediante questa revisione<br />

dovrebbero essere elaborate le modalità per la compensazione delle SAC. In base ai pareri inoltrati<br />

il 4 dicembre 2015, il Consiglio federale ha deciso di limitare la seconda fase di revisione<br />

a pochi temi fondamentali per la pianificazione territoriale. Sulla scorta di tale decisione, i<br />

temi della protezione delle terre coltive e SAC sono stati eliminati dal progetto di revisione.<br />

L'attenzione va posta sull'elaborazione e il potenziamento del piano direttore delle SAC e sulle<br />

32<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 27 / 29<br />

L’UOMO > SOCIETÀ<br />

condizioni quadro necessarie a tal fine. I lavori sono condotti sotto la co-direzione degli Uffici<br />

federali dello sviluppo territoriale e dell'agricoltura. Approssimativamente sono previste tre<br />

fasi di lavoro che richiederanno diversi anni.<br />

• Nella prima fase dell'elaborazione è stato istituito un gruppo di esperti le cui conoscenze<br />

tecniche sono ampiamente riconosciute, consentendo una visione completa dello stato<br />

delle cose.<br />

• Nella seconda fase saranno elaborati elementi concreti di un piano settoriale delle SAC al<br />

passo con i tempi.<br />

• Durante la terza fase (2017/18), sarà avviata una consultazione tra i Cantoni e le cerchie<br />

interessate giusta l'articolo 19 OPT.<br />

Il varo da parte del Consiglio federale è previsto per il 2018. Ad oggi non è possibile affermare<br />

se in questa fase siano necessarie modifiche a livello di legge o di ordinanza (in particolare LPT<br />

e OPT) e come sarà l'attuazione della versione rivista del piano settoriale nei Cantoni. Le CdG<br />

inoltre hanno espresso ulteriori raccomandazioni per il Consiglio federale.<br />

Maggior ancoraggio normativo della protezione delle terre coltive<br />

Il Consiglio federale dovrebbe esaminare un maggior ancoraggio delle prescrizioni del diritto<br />

federale in materia di protezione delle terre coltive e indicare quali vantaggi e svantaggi comporterebbe<br />

l'introduzione di un obbligo di compensazione sancito dal diritto federale in caso<br />

di utilizzo di SAC nonché come valutare l’inserimento di tale obbligo a livello federale.<br />

Vigilanza della Confederazione sull’esecuzione nei Cantoni<br />

Il Consiglio federale deve tutelare in maniera attiva e completa la sua funzione di vigilanza nel<br />

settore della protezione delle terre coltive e di conseguenza sfruttare il margine di manovra<br />

esistente.<br />

Considerazione della protezione delle terre coltive nei progetti della<br />

Confederazione<br />

Nei progetti della Confederazione il Consiglio federale deve proporre misure determinanti una<br />

maggiore protezione delle terre coltive. Verifica in particolare se le modifiche nella procedura<br />

di pianificazione sono adeguate a coinvolgere tempestivamente i servizi specializzati<br />

competenti. Inoltre provvede affinché sia adeguatamente considerata la protezione delle SAC<br />

nell'approntamento dei piani settoriali della Confederazione, segnatamente nel piano settoriale<br />

dei trasporti.<br />

Anton Stübi, UFAG, Settore Migliorie fondiarie, anton.stuebi@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

33


Il mio Rapporto agricolo 28 / 29<br />

L’UOMO > SOCIETÀ<br />

Studio sulla vitalità e l'attrattiva delle aree rurali<br />

Le aree rurali e le regioni di montagna in Svizzera forniscono prestazioni importanti per l'intero<br />

Paese. Non sono soltanto lo spazio in cui vive e risiede la popolazione, bensì svolgono funzioni<br />

rilevanti come spazio economico, ricreativo e d'identificazione nonché ad elevato valore naturalistico<br />

e paesaggistico.<br />

Nel 2015 il Consiglio federale ha varato, per la prima volta, una politica per le aree rurali e<br />

le regioni montane che coinvolge più Uffici federali, sottolineando la valenza di queste aree<br />

nell'ottica di uno sviluppo sostenibile. Lo sviluppo decentrato del territorio può essere garantito<br />

a lungo termine soltanto se le aree rurali possiedono vitalità e attrattiva come spazio<br />

abitativo, di lavoro e naturale. La preservazione dell'occupazione decentrata è un'importante<br />

prestazione dell'agricoltura nell'interesse della collettività, alla stessa stregua della preservazione<br />

dell'apertura del paesaggio o della conservazione delle basi vitali naturali. Queste prestazioni<br />

hanno un'elevata valenza anche per altri rami economici, come il turismo ad esempio.<br />

La promozione di aree rurali vitali e attrattive è quindi anche un interesse fondamentale della<br />

politica agricola e costituisce uno dei quattro obiettivi strategici del Consiglio federale per la<br />

PA 14-17.<br />

Per quanto riguarda le misure di politica agricola volte a promuovere la vitalità e l'attrattiva<br />

delle aree rurali la questione è definire quando le aree rurali sono attrattive, quali proprietà<br />

hanno le aree rurali vitali e come può la politica agricola potenziare in maniera mirata<br />

l'attrattiva e la vitalità delle aree rurali svizzere. Per trovare una risposta a queste domande<br />

l'UFAG ha commissionato uno studio sul «Contributo dell'agricoltura all'attrattiva e alla vitalità<br />

delle aree rurali», allo scopo di definire le proprietà delle aree rurali attrattive e vitali e<br />

sviluppare indicatori per misurarle. L'obiettivo era, inoltre, analizzare le correlazioni tra agricoltura<br />

e politica agricola da un lato e attrattiva e vitalità delle aree rurali dall'altro.<br />

Indicatori per misurare la vitalità e l'attrattiva delle aree rurali<br />

Nello studio sono stati sviluppati attributi e parametri (indicatori) per descrivere e misurare la<br />

vitalità e l'attrattiva delle aree rurali a livello comunale. Sono stati così visionati i dati disponibili<br />

nei Comuni per appurare se si addicevano alla misurazione della vitalità e dell'attrattiva<br />

delle aree rurali.<br />

» A1<br />

» A2<br />

Per stabilire la vitalità dei Comuni sono stati utilizzati 13 indicatori che descrivono la vitalità di<br />

un'area nelle tre dimensioni della sostenibilità: società (popolazione vitale, società civile viva<br />

e coesistenza intatta, salute e situazione sociale della popolazione), economia (competitività)<br />

ed ecologia (ecosistema intatto e resiliente).<br />

L'attrattiva dei Comuni delle aree rurali svizzere è stata definita sulla base di 10 indicatori scelti<br />

secondo tre ottiche distinte in cui il Comune è considerato come luogo di residenza (servizio<br />

pubblico e assetto di base, possibilità di lavoro e formazione, varietà naturale e del paesaggio<br />

rurale, situazione del reddito e carico fiscale), come piazza economica (disponibilità di manodopera<br />

qualificata, infrastrutture economiche e relative alle risorse) e come spazio ricreativo<br />

per il tempo libero (raggiungibilità dal profilo tecnico dei trasporti, infrastruttura e offerta turistiche).<br />

Grazie a questi indicatori la vitalità e l'attrattiva delle aree rurali è stata misurata per la prima<br />

volta a livello comunale su tutto il territorio nazionale. I risultati dello studio indicano che<br />

i Comuni a elevata vitalità ecologica e quelli a elevata attrattiva economica non coincidono.<br />

La vitalità e l'attrattiva sono strettamente correlate ad attributi geografici quali topografia e<br />

raggiungibilità. I Comuni economicamente attrattivi sono spesso ubicati nelle aree periurbane<br />

mentre quelli valutati vitali dal profilo ecologico si collocano piuttosto nelle aree rurali periferiche.<br />

Queste ultime sono maggiormente forgiate dall’agricoltura rispetto a quelle periurbane.<br />

34<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 29 / 29<br />

L’UOMO > SOCIETÀ<br />

Ruolo della politica agricola nelle aree rurali<br />

Il contributo dell'agricoltura e della politica agricola alla vitalità e all'attrattiva delle aree<br />

rurali è complesso. Quello della politica agricola non ha potuto essere valutato in maniera definitiva<br />

nel quadro dello studio a causa della mancanza di dati, soprattutto sui «soft factors»<br />

come bellezza del luogo o impegno nella vita pubblica, e delle notevoli differenze strutturali<br />

tra i Comuni delle aree rurali svizzere.<br />

Tuttavia, i dati analizzati indicano una stretta correlazione tra agricoltura e vitalità dal profilo<br />

ecologico dei Comuni. Gli impulsi di sviluppo a livello economico che scaturiscono dal primario,<br />

invece, sono relativamente deboli nell'insieme delle aree rurali. Ciononostante le aree rurali<br />

periferiche continuano a essere fortemente forgiate dall'agricoltura e dall'attuazione delle misure<br />

della politica agricola.<br />

Sintesi<br />

I risultati dello studio suggeriscono che la promozione della vitalità e dell'attrattiva delle aree<br />

rurali va considerata sempre più come un compito condiviso, cui la politica agricola può contribuire<br />

in modo sostanziale grazie ai suoi strumenti. Nell'ottica della politica per le aree rurali<br />

e le regioni di montagna, in futuro, gli strumenti della politica agricola finalizzati allo sviluppo<br />

delle aree rurali dovranno essere impiegati laddove possano avere il massimo impatto in vista<br />

di uno sviluppo sostenibile.<br />

Bibliografia<br />

Consiglio federale svizzero (2015): Politica della Confederazione per le aree rurali e le regioni montane; Rapporto in<br />

adempimento della mozione 11.3927 Maissen del 29 settembre 2011. Per uno sviluppo territoriale coerente in Svizzera.<br />

Rapporto del 18 febbraio 2015. Berna<br />

Ecoplan e Scuola superiore di scienze agrarie, forestali e alimentari SSAFA (2016): Beitrag der Landwirtschaft<br />

und der Agrarpolitik zur Vitalität und Attraktivität des ländlichen Raums. Studio su mandato dell’Ufficio federale<br />

dell’agricoltura (UFAG). Berna<br />

Susanne Menzel, UFAG, Settore Economia agricola, spazio rurale e strutture, susanne.menzel@blw.admin.ch<br />

Daniel Baumgartner, UFAG, Settore Economia agricola, spazio rurale e strutture,<br />

daniel.baumgartner@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

35


Il mio Rapporto agricolo 2 / 31<br />

AZIENDA > INTRODUZIONE<br />

Introduzione<br />

Nella rubrica Azienda vengono trattati gli sviluppi strutturali e la situazione economica<br />

dell'agricoltura. Il rapporto si focalizza in particolare sul numero di aziende e le rispettive dimensioni,<br />

nonché su numero di lavoratori, superficie agricola utile ed effettivo di animali. Presenta<br />

inoltre la situazione economica dell'intero settore e delle aziende individuali.<br />

36<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 3 / 31<br />

AZIENDA > STRUTTURE<br />

Aziende<br />

» A3<br />

In Svizzera, nel 2015 si sono registrate 53 232 aziende agricole, con un calo dell’1,5 per cento<br />

rispetto all’anno precedente.<br />

» Rilevazione sulle strutture agricole 2015<br />

Evoluzione del numero di aziende per classe di dimensioni<br />

Classe di dimensioni<br />

Numero di aziende<br />

Numero di aziende<br />

Numero di aziende<br />

Variazione per<br />

anno in %<br />

Variazione per<br />

anno in %<br />

2000 2014 2015 2000-2015 2014-2015<br />

0–3 ha 8 371 5 615 5 582 -2,7 -0,6<br />

3-10 ha 18 542 10 481 10148 -3,7 -3,2<br />

10-20 ha 24 984 16 731 16209 -2,8 -3,1<br />

20-30 ha 11 674 11 121 11007 -0,4 -1,0<br />

30-50 ha 5 759 7 651 7 734 2,0 1,1<br />

> 50 ha 1 207 2 447 2 552 5,1 4,3<br />

Totale 70 537 54 046 53 232 -1,9 -1,5<br />

Fonte: UST<br />

Dal 2000 al 2015 il numero di aziende agricole è diminuito complessivamente di 17 305 unità,<br />

ossia dell'1,9 per cento all'anno. In tale periodo il calo assoluto maggiore si è registrato per le<br />

aziende della classe di dimensioni 3-10 ettari. Il numero di aziende è, invece, aumentato per<br />

le classi di dimensioni oltre i 30 ettari.<br />

Evoluzione del numero di aziende con capoazienda donna per classe di dimensioni<br />

Classe di dimensioni<br />

Numero di aziende<br />

con capoazienda<br />

donna<br />

Numero di aziende<br />

con capoazienda<br />

donna<br />

Numero di aziende<br />

con capoazienda<br />

donna<br />

Variazione per<br />

anno in %<br />

Variazione per<br />

anno in %<br />

2000 2014 2015 2000-2015 2014-2015<br />

0–3 ha 654 555 562 -1,0 1,3<br />

3-10 ha 1 116 1 007 1 008 -0,7 0,1<br />

10-20 ha 418 756 762 4,1 0,8<br />

20-30 ha 95 298 320 8,4 7,4<br />

30-50 ha 52 154 169 8,2 9,7<br />

> 50 ha 11 31 28 6,4 -9,7<br />

Totale 2 346 2 801 2 849 1,3 1,7<br />

Fonte: UST<br />

Nell'anno oggetto del rapporto, 2 849 aziende, ovvero il 5,4 per cento di tutte le aziende, erano<br />

gestite da donne. Tra il 2000 e il 2015 il numero delle aziende agricole gestite da un capoazienda<br />

di sesso femminile è aumentato di 503 unità all’anno, ossia dell’1,3 per cento.<br />

Rispetto alla totalità delle aziende, quelle gestite da donne sono la maggioranza nelle classi di<br />

dimensioni fino a 10 ettari, mentre la situazione si inverte nelle classi di dimensioni oltre 10<br />

ettari. Ciò significa che le aziende gestite da donne sono mediamente più piccole rispetto alla<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

37


Il mio Rapporto agricolo 4 / 31<br />

AZIENDA > STRUTTURE<br />

totalità delle aziende. Anche tra le aziende con un capoazienda donna si osserva, tuttavia, una<br />

tendenza verso classi di dimensioni più grandi.<br />

Evoluzione del numero di aziende per regione<br />

Regione<br />

Regione di pianura<br />

Numero di aziende<br />

Numero di aziende<br />

Numero di aziende<br />

Variazione per<br />

anno in %<br />

Variazione per<br />

anno in %<br />

2000 2014 2015 2000-2015 2014-2015<br />

31 612 24 016 23 644 -1,9 -1,5<br />

Regione collinare 18 957 14 994 14 770 -1,7 -1,5<br />

Regione di montagna<br />

19 968 15 036 14 818 -2,0 -1,4<br />

Totale 70 537 54 046 53 232 -1,9 -1,5<br />

Fonte: UST<br />

Tra il 2000 e il 2015, per quanto riguarda le singole regioni, il tasso di flessione annuo con<br />

il valore massimo si è registrato nella regione di montagna (-2 %). Nell’anno oggetto del rapporto<br />

in tutte e tre le regioni tale tasso è rimasto pressoché invariato.<br />

Evoluzione del numero di aziende con capoazienda donna per regione<br />

Regione<br />

Regione di pianura<br />

Numero di aziende<br />

Numero di aziende<br />

Numero di aziende<br />

Variazione per<br />

anno in %<br />

Variazione per<br />

anno in %<br />

2000 2014 2015 2000-2015 2014-2015<br />

924 1 125 1 146 1,4 1,9<br />

Regione collinare 580 729 724 1,5 -0,7<br />

Regione di montagna<br />

842 947 979 1,0 3,4<br />

Totale 2 346 2 801 2 849 1,3 1,7<br />

Fonte: UST<br />

Nel 2015 la ripartizione delle aziende gestite da donne per regione corrispondeva ampiamente<br />

a quella di tutte le aziende. Nella regione di pianura la quota, pari al 41 per cento, è leggermente<br />

inferiore a quella relativa al totale delle aziende (44 %); lo stesso vale per la regione<br />

collinare (25 % contro 28 %); in quella di montagna, invece, la quota è leggermente superiore<br />

in quanto ammonta al 34 per cento contro il 28 per cento.<br />

38<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 5 / 31<br />

AZIENDA > STRUTTURE<br />

Evoluzione del numero di aziende gestite a titolo principale o a titolo accessorio per regione<br />

Caratteristiche<br />

Numero di aziende<br />

Numero di aziende<br />

Numero di aziende<br />

Variazione<br />

annua in %<br />

Variazione<br />

annua in %<br />

2000 2014 2015 2000-2015 2014-2015<br />

Aziende a titolo<br />

principale<br />

Regione di pianura<br />

23 536 17 996 17 689 -1,9 -1,7<br />

Regione collinare 13 793 10 719 10 464 -1,8 -2,4<br />

Regione di<br />

montagna<br />

11 910 10 122 9 879 -1,2 -2,4<br />

Totale 49 239 38 837 38 032 -1,7 -2,1<br />

Aziende a titolo<br />

accessorio<br />

Regione di pianura<br />

8 076 6 020 5 955 -2,0 -1,1<br />

Regione collinare 5 164 4 275 4 306 -1,2 0,7<br />

Regione di<br />

montagna<br />

8 058 4 914 4 939 -3,2 0,5<br />

Totale 21 298 15 209 15 200 -2,2 -0,1<br />

Fonte: UST<br />

Tra il 2000 e il 2015, il tasso di flessione delle aziende a titolo principale, pari all’1,7 per cento<br />

l’anno, è risultato lievemente inferiore a quello delle aziende a titolo accessorio pari al 2,2<br />

per cento l’anno. Si riscontrano notevoli differenze tra le regioni. Per le aziende a titolo principale,<br />

nella regione di pianura e in quella collinare si è registrata una flessione rispettivamente<br />

dell’1,9 e dell’1,8 per cento, mentre il tasso rilevato nella regione di montagna è dell'1,2 per<br />

cento. La situazione è diversa per le aziende a titolo accessorio. La flessione più elevata ha interessato<br />

la regione di montagna, con il 3,2 per cento, seguita da quella di pianura e da quella<br />

collinare, rispettivamente con il 2,0 e l'1,2 per cento. Nell’anno oggetto del rapporto i tassi di<br />

flessione per le aziende a titolo principale complessivamente risultano decisamente superiori<br />

rispetto agli anni scorsi a causa di un forte calo nella regione collinare e in quella di montagna.<br />

Per le aziende a titolo accessorio, invece, il numero resta praticamente invariato; si è registrato<br />

persino un aumento per le aziende nella regione collinare e in quella di montagna.<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

39


Il mio Rapporto agricolo 6 / 31<br />

AZIENDA > STRUTTURE<br />

Evoluzione del numero di aziende gestite da una donna a titolo principale o a titolo accessorio<br />

per regione<br />

Caratteristiche<br />

Numero di aziende<br />

Numero di aziende<br />

Numero di aziende<br />

Variazione<br />

annua in %<br />

Variazione<br />

annua in %<br />

2000 2014 2015 2000-2015 2014-2015<br />

Aziende a titolo<br />

principale<br />

Regione di pianura<br />

331 624 613 4,2 -1,8<br />

Regione collinare 175 352 338 4,5 -4,0<br />

Regione di<br />

montagna<br />

211 426 432 4,9 1,4<br />

Totale 717 1 402 1 383 4,5 1,4<br />

Aziende a titolo<br />

accessorio<br />

Regione di pianura<br />

593 501 533 -0,7 6,4<br />

Regione collinare 405 377 386 -0,3 2,4<br />

Regione di<br />

montagna<br />

631 521 547 -0,9 5,0<br />

Totale 1 629 1 399 1 466 -0,7 4,8<br />

Fonte: UST<br />

La ripartizione delle aziende a titolo principale / accessorio gestite da donne non rispecchia<br />

la situazione che si osserva per la totalità delle aziende. Prendendo in esame queste ultime, si<br />

nota che per oltre il 70 per cento sono gestite a titolo principale, mentre tra le aziende gestite<br />

da donne, lo sono solo per la metà. Tra il 2000 e il 2015, questa relazione ha tuttavia subito<br />

variazioni a favore delle aziende a titolo principale.<br />

Martina De Paola, UFAG, Settore Ricerca, consulenza e valutazione, martina.depaola@blw.admin.ch<br />

40<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 8 / 31<br />

AZIENDA > STRUTTURE<br />

Aziende d’estivazione<br />

L'esteso paesaggio alpestre svizzero è stato forgiato dagli animali al pascolo. Soltanto mediante<br />

l'utilizzazione e la cura il paesaggio rurale può essere preservato. L'utilizzazione sotto<br />

forma di pascolo è inoltre necessaria affinché la regione d'estivazione continui a svolgere il suo<br />

importante ruolo per la sicurezza alimentare, per l'ecologia e per la società. Con l'abbandono<br />

dell'utilizzazione, i pascoli alpestri si trasformano in bosco.<br />

Caratterizzazione delle aziende d’estivazione<br />

Le aziende d’estivazione sono gestite durante la stagione alpestre e sono destinate all'alpeggio<br />

di ruminanti. La loro gestione stagionale è la differenza principale rispetto alle aziende annuali.<br />

Un’altra caratteristica delle aziende d’estivazione è la loro specializzazione nei pascoli,<br />

costituiti soltanto da terreni inerbiti che vanno utilizzati in maniera adeguata al luogo<br />

e con intensità variabili. La regione d’estivazione comprende la superficie tradizionalmente<br />

utilizzata per l’economia alpestre. Normalmente i pascoli alpestri si trovano ad altitudini elevate,<br />

ma possono anche trovarsi a quote comparativamente basse, in quanto è determinante<br />

l'utilizzazione tradizionale. La regione d'estivazione è delimitata verso il basso (rispetto alla<br />

superficie agricola utile), ma non verso l'alto rispetto alle superfici improduttive (pietre,<br />

ghiacci, rocce, ecc.).<br />

Preservazione dell'apertura del paesaggio<br />

Preservare l'apertura del paesaggio dei pascoli alpestri è uno degli obiettivi principali della<br />

Politica agricola 2014-2017. Ciò è possibile soltanto alpeggiando animali che consumano foraggio<br />

grezzo. Per garantire la gestione e la cura di queste preziose superfici, nel 2014 è stato<br />

incrementato il contributo d'estivazione. Contemporaneamente è stato introdotto un contributo<br />

di alpeggio come incentivo per le aziende principali a estivare il loro bestiame. La combinazione<br />

di queste due misure garantisce un effettivo di bestiame sufficiente affinché cespugli<br />

e alberi non compromettano a lungo termine i pascoli alpestri.<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

41


Il mio Rapporto agricolo 9 / 31<br />

AZIENDA > STRUTTURE<br />

Utilizzazione sostenibile nella regione d'estivazione<br />

I pascoli alpestri devono essere gestiti in modo sostenibile; tale principio è concretizzato come<br />

segue.<br />

• Le aziende d'estivazione devono essere gestite in modo razionale e rispettoso<br />

dell’ambiente, evitando un'utilizzazione troppo intensiva o troppo estensiva. Le superfici<br />

che rientrano nella protezione della natura devono essere gestite secondo le prescrizioni.<br />

• La concimazione dei pascoli avviene in linea di principio con i prodotti sull’alpe (letame,<br />

liquame). L'impiego di concimi minerali azotati e di concimi liquidi non prodotti sull’alpe è<br />

vietato. Per l’apporto di altri concimi (p.es. fosforo o calce) è necessaria un’autorizzazione.<br />

• Gli animali sono foraggiati con erba dell'alpe. Per il superamento di situazioni eccezionali<br />

e per il bestiame da latte è possibile un limitato apporto di foraggio.<br />

• I pascoli devono essere protetti dall’incespugliamento e dall’abbandono. Occorre lottare<br />

contro le piante problematiche. Sulla pagina Internet di Agridea è disponibile una Guida<br />

per la valutazione delle superfici.<br />

Evoluzione delle aziende d'estivazione<br />

La dimensione di un'azienda d'estivazione è misurata in carichi normali. Per carico normale<br />

si intende l’estivazione di un’unità di bestiame grosso che consuma foraggio grezzo durante<br />

100 giorni e corrisponde alla quantità di erba necessaria a foraggiare una vacca per 100 giorni.<br />

Il rapporto tra la crescita dell'erba e il fabbisogno di foraggio degli animali su un alpe deve<br />

essere il più possibile equilibrato; a tal fine è stato stabilito per ogni azienda d'estivazione un<br />

carico usuale.<br />

Tra il 2003 e il 2013 il numero di aziende d'estivazione si è ridotto da 7472 a 7058; nello stesso<br />

periodo il carico usuale complessivo è rimasto stabile. Le aziende d'estivazione sono diventate<br />

tendenzialmente più grandi poiché le aziende esistenti si sono fuse o sono state rilevate da<br />

aziende confinanti.<br />

42<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 10 / 31<br />

AZIENDA > STRUTTURE<br />

Rapporti di gestione<br />

I gestori delle aziende d'estivazione sono per lo più persone fisiche e società semplici (società<br />

di fratelli o formate da diverse generazioni, ecc.); queste forme giuridiche sono usuali anche<br />

per le aziende annuali. Tuttavia nell'estivazione vi sono anche altre forme giuridiche, come le<br />

cooperative o le corporazioni di diritto pubblico, che affondano le loro radici da un lato nella<br />

tradizione, dall'altro anche nella redditività poiché la gestione collettiva presenta, soprattutto<br />

nell'utilizzazione estensiva, chiari vantaggi economici.<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

43


Il mio Rapporto agricolo 11 / 31<br />

AZIENDA > STRUTTURE<br />

Sviluppo dell'effettivo di animali nella regione d'estivazione<br />

Complessivamente negli ultimi anni l'effettivo di animali sugli alpi svizzeri è leggermente diminuito,<br />

con fluttuazioni annue in base alle condizioni atmosferiche. Le vacche da latte e i<br />

bovini (categoria «altri bovini») con gli anni diminuiscono tendenzialmente, le vacche madri,<br />

invece, aumentano costantemente.<br />

Evoluzione dell'estivazione degli ovini<br />

Dal 2003 vengono stanziati contributi d’estivazione per ovini (pecore lattifere escluse) in<br />

maniera differenziata a seconda del sistema di pascolo. Con contributi più elevati per pas-<br />

44<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 12 / 31<br />

AZIENDA > STRUTTURE<br />

coli da rotazione e sorveglianza permanente da un lato si considerano i costi maggiori e,<br />

dall’altro si incentiva un’estivazione sostenibile del bestiame ovino. Per sorveglianza permanente<br />

s’intende la conduzione del gregge effettuata giornalmente da un pastore con cani, in<br />

luoghi di pascolo stabiliti dal pastore stesso. Per pascolo da rotazione s’intende un pascolo effettuato<br />

alternativamente per tutta la durata dell’estivazione, in parchi cintati o chiaramente<br />

delimitati da elementi naturali.<br />

Con la presenza di grandi predatori aumenta l'incentivo a un’estivazione sostenibile. Negli ultimi<br />

anni questo ha influenzato notevolmente l'estivazione degli ovini. Il numero di ovini sugli<br />

altri pascoli negli ultimi anni è diminuito nettamente; nello stesso periodo il numero di quelli<br />

sotto sorveglianza permanente è aumentato. Tale tendenza è perdurata anche nel 2015.<br />

E in futuro?<br />

In futuro la preservazione dell'apertura dei pascoli alpestri resta una sfida, in particolare sulle<br />

superfici con difficili rapporti di gestione.<br />

Denis Morand, UFAG, Settore Pagamenti diretti Basi, denis.morand@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

45


Il mio Rapporto agricolo 13 / 31<br />

AZIENDA > STRUTTURE<br />

Lavoratori<br />

Nel 2015 nell'agricoltura sono stati impiegati 155 184 lavoratori, registrando un calo del 2,3<br />

per cento rispetto all'anno precedente.<br />

Evoluzione del numero di lavoratori<br />

Caratteristica<br />

Manodopera<br />

familiare<br />

Numero di lavoratori<br />

Numero di lavoratori<br />

Numero di lavoratori<br />

Variazione per<br />

anno in %<br />

Variazione per<br />

anno in %<br />

2000 2014 2015 2000-2015 2014-2015<br />

Uomini 101 685 78 234 76 828 -1,9 -1,8<br />

Donne 64 292 47 824 46 766 -2,1 -2,2<br />

Totale 165 977 126 058 123 594 -1,9 -2,0<br />

di cui:<br />

Capoazienda Uomini 74 724 51 245 50 383 -2,6 -1,7<br />

Donne 2 346 2 801 2 849 1,3 1,7<br />

Totale 77 070 54 046 53 232 -2,4 -1,5<br />

Manodopera<br />

extra-familiare<br />

Uomini 27 476 22 539 21 864 -1,6 -3,0<br />

Donne 10 340 10 165 9726 -0,4 -4,3<br />

Totale 37 816 32 704 31 590 -1,3 -3,4<br />

Lavoratori Totale 203 793 158 762 155 184 -1,8 -2,3<br />

Fonte: UST<br />

» A4<br />

Tra il 2000 e il 2015 il numero dei lavoratori è diminuito, nel complesso, di circa 48 600 unità,<br />

segnando una flessione annua dell’1,8 per cento, ovvero praticamente uguale a quella delle<br />

aziende. Il calo percentuale è stato superiore per la manodopera familiare rispetto a quella<br />

extra-familiare, mentre in cifre assolute la manodopera familiare ha subito una flessione di<br />

circa 42 400 unità, quella extra-familiare di 6200 unità. Dal 2000 è aumentato il numero delle<br />

donne a capo di un’azienda nel quadro della manodopera familiare.<br />

46<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 14 / 31<br />

AZIENDA > STRUTTURE<br />

Evoluzione del numero di lavoratori in base ai lavoratori a tempo pieno e a tempo parziale<br />

Caratteristica<br />

Numero di lavoratori<br />

Numero di lavoratori<br />

Numero di lavoratori<br />

Variazione per<br />

anno in %<br />

Variazione per<br />

anno in %<br />

2000 2014 2015 2000-2015 2014-2015<br />

Lavoratori a<br />

tempo pieno<br />

Uomini 76 985 58 886 57 430 -1,9 -2,5<br />

Donne 19 010 12 688 12 221 -2,9 -3,7<br />

Totale 95 995 71 574 69 651 -2,1 -2,7<br />

Lavoratori a<br />

tempo parziale<br />

Uomini 52 176 41 887 41 262 -1,6 -1,5<br />

Donne 55 622 45 301 44 271 -1,5 -2,3<br />

Totale 107 798 87 188 85 533 -1,5 -1,9<br />

Fonte: UST<br />

Negli ultimi 15 anni il numero di lavoratori a tempo pieno e a tempo parziale è diminuito rispettivamente<br />

del 2,1 e dell'1,5 per cento all'anno. In cifre assolute il numero dei lavoratori<br />

a tempo pieno, con 26 300 unità, è diminuito maggiormente rispetto a quello dei lavoratori a<br />

tempo parziale (22 300). Mentre per i lavoratori a tempo parziale non vi è quasi differenza tra i<br />

sessi, il calo in percentuale dei lavoratori a tempo pieno per le donne è leggermente maggiore<br />

rispetto agli uomini.<br />

Evoluzione del numero di lavoratori per regione<br />

Regione<br />

Numero di lavoratori<br />

Numero di lavoratori<br />

Numero di lavoratori<br />

Variazione<br />

annua in %<br />

Variazione<br />

annua in %<br />

2000 2014 2015 2000-2015 2014-2015<br />

Regione di pianura<br />

102 950 80 147 78 211 -1,8 -2,4<br />

Regione collinare 51 108 40 454 39 679 -1,7 -1,9<br />

Regione di montagna<br />

49 735 38 161 37 294 -1,9 -2,3<br />

Totale 203 793 158 762 155 184 -1,8 -2,3<br />

Fonte: UST<br />

Il calo del numero di lavoratori in atto dal 2000 è praticamente identico in tutte le regioni.<br />

Invece la variazione rispetto all’anno precedente evidenzia che nella regione di pianura e in<br />

quella di montagna si registra un calo maggiore (risp. -2,4 e -2,3 %) rispetto alla regione collinare<br />

(-1,9 %).<br />

Martina De Paola, UFAG, Settore Ricerca, consulenza e valutazione, martina.depaola@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

47


Il mio Rapporto agricolo 16 / 31<br />

AZIENDA > STRUTTURE<br />

Superficie agricola utile<br />

Nel 2015 la superficie agricola utile (SAU), rispetto al 2014, è aumentata di 1 705 ettari, attestandosi<br />

a 1,049 milioni di ettari.<br />

Evoluzione della superficie agricola utile (SAU) per classe di dimensioni<br />

Classe di dimensioni<br />

SAU in ha SAU in ha SAU in ha Variazione<br />

per anno in %<br />

Variazione<br />

per anno in %<br />

2000 2014 2015 2000–2015 2014-2015<br />

0–3ha 10 196 6 882 6 818 -2,6 -0,9<br />

3-10 ha 120 404 69 217 66 883 -3,8 -3,4<br />

10-20 ha 365 673 248 716 241 275 -2,7 -3,0<br />

20-30 ha 282 316 272 540 269 843 -0,3 -1,0<br />

30-50 ha 212 766 286 308 289 659 2,1 1,2<br />

> 50 ha 81 136 167 520 175 000 5,3 4,5<br />

Totale 1 072 492 1 051 183 1 049 478 -0,1 -0,2<br />

Fonte: UST<br />

» A5<br />

Dal 2000 la superficie agricola utile è diminuita di circa 23 000 ettari (-0,1 % all'anno). In tale<br />

periodo nelle aziende con più di 30 ettari si è registrato un incremento della superficie gestita<br />

di 171 000 ettari (+58 %). Queste aziende, con una quota del 19,3 per cento rispetto a tutte<br />

le aziende, nel 2015 hanno gestito circa 465 000 ettari, ovvero il 44,3 per cento dell'intera<br />

superficie agricola utile.<br />

Evoluzione della superficie agricola utile (SAU) per regione<br />

Regione SAU in ha SAU in ha SAU in ha Variazione<br />

annua in %<br />

Variazione<br />

annua in %<br />

2000 2014 2015 2000–2015 2014-2015<br />

Regione di pianura<br />

510 392 494 158 493 158 -0,2 -0,2<br />

Regione collinare 277 214 272 042 271 424 -0,1 -0,2<br />

Regione di montagna<br />

284 886 284 983 284 896 0,0 0,0<br />

Totale 1 072 492 1 051 183 1 049 478 -0,1 -0,2<br />

Fonte: UST<br />

Il lieve calo della superficie agricola utile registrato tra il 2000 e il 2015 si è concentrato nella<br />

regione di pianura e in quella collinare, con punte nella regione di pianura sia in valori assoluti<br />

sia in punti percentuali.<br />

48<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 17 / 31<br />

AZIENDA > STRUTTURE<br />

Evoluzione della superficie agricola utile (SAU) per tipo di utilizzo<br />

Tipo di utilizzo SAU in ha SAU in ha SAU in ha Variazione<br />

annua in %<br />

Variazione<br />

annua in %<br />

2000 2014 2015 2000–2015 2014-2015<br />

Superficie coltiva<br />

aperta<br />

292 548 271 474 272 816 -0,5 0,5<br />

Prati artificiali 115 490 127 953 125 537 0,6 -1,9<br />

Prati naturali 629 416 613 155 612 901 -0,2 0,0<br />

Colture perenni 23 750 23 747 23 795 0,0 0,2<br />

Restante SAU 11 287 14 853 14 429 1,7 -2,9<br />

Totale 1 072 492 1 051 183 1 049 478 -0,1 -0,2<br />

Fonte: UST<br />

La superficie agricola utile è composta, per la maggior parte, da superfici inerbite (70 %) e<br />

colture cerealicole (14 %). Dal 2000 questa ripartizione è rimasta pressoché invariata. Tra il<br />

2000 e il 2015 la superficie coltiva aperta e i prati naturali sono diminuiti, complessivamente,<br />

di circa 36 000 ettari. Un incremento di circa 10 000 ettari si è registrato, invece, per i prati<br />

artificiali. Le superfici inerbite in questo periodo sono diminuite solo in misura lieve, segnatamente<br />

di circa 6500 ettari.<br />

Martina De Paola, UFAG, Settore Ricerca, consulenza e valutazione, martina.depaola@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

49


Il mio Rapporto agricolo 19 / 31<br />

AZIENDA > STRUTTURE<br />

Animali<br />

Nel 2015 l’effettivo di animali si è attestato a 1,32 milioni di unità di bestiame grosso (UBG),<br />

segnando un incremento dell’1,0 per cento rispetto al 2014.<br />

Evoluzione delle unità di bestiame grosso (UBG) per classe di dimensioni<br />

Classe di dimensioni<br />

Numero<br />

di UBG<br />

Numero<br />

di UBG<br />

Numero<br />

di UBG<br />

Variazione<br />

annua in %<br />

Variazione<br />

annua in %<br />

2000 2014 2015 2000–2015 2014-2015<br />

0–3ha 75 827 64 126 66 375 -0,9 3,5<br />

3-0 ha 159 508 86 268 84 951 -4,1 -1,5<br />

10-20 ha 492 432 331 517 324 977 -2,7 -2,0<br />

20-30 ha 332 084 342 690 343 410 0,2 0,2<br />

30-50 ha 210 956 321 078 329 928 3,0 2,8<br />

>50 ha 65 911 162 193 170 764 6,6 5,3<br />

Totale 1 336 719 1 307 872 1 320 406 -0,1 1,0<br />

Fonte: UST<br />

» A6<br />

Il numero di unità di bestiame grosso negli ultimi 15 anni è diminuito di 16 313 unità (-1,2 %).<br />

Come per la superficie, gli animali si concentrano sempre più nelle grandi aziende. Le aziende<br />

con più di 30 ettari (19,3 % delle aziende) detengono il 38 per cento delle unità di bestiame<br />

grosso.<br />

Il numero di unità di bestiame grosso tra il 2014 e il 2015 è aumentato leggermente (+1,0 %).<br />

Evoluzione delle unità di bestiame grosso (UBG) per regione<br />

Regione<br />

Regione di pianura<br />

Numero<br />

di UBG<br />

Numero<br />

di UBG<br />

Numero<br />

di UBG<br />

Variazione<br />

annua in %<br />

Variazione<br />

annua in %<br />

2000 2014 2015 2000–2015 2014-2015<br />

620 098 609 693 614 422 -0,1 0,8<br />

Regione collinare 397 984 395 996 400 493 0,0 1,1<br />

Regione di montagna<br />

318 636 302 184 305 491 -0,3 1,1<br />

Totale 1 336 719 1 307 872 1 320 406 -0,1 1,0<br />

Fonte: UST<br />

Il lieve calo degli effettivi di animali in atto dal 2000 si è registrato prevalentemente nella<br />

regione di pianura e in quella di montagna. In termini assoluti (-13 145 UBG) e soprattutto<br />

relativi (-4,1 %) le unità di bestiame grosso nella regione di montagna sono diminuite in misura<br />

maggiore rispetto alla regione di pianura (risp. -5 676 UBG e -0,9 %).<br />

50<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 20 / 31<br />

AZIENDA > STRUTTURE<br />

Evoluzione delle unità di bestiame grosso per categoria di animali<br />

Categoria di animali<br />

Numero<br />

di UBG<br />

Numero<br />

di UBG<br />

Numero<br />

di UBG<br />

Variazione<br />

annua in %<br />

Variazione<br />

annua in %<br />

2000 2014 2015 2000–2015 2014-2015<br />

Bovini 1 013 585 956 828 967 336 -0,3 1,1<br />

Suini 194 417 190 924 193 061 0,0 1,1<br />

Pollame 42 649 59 667 60 917 2,4 2,1<br />

Ovini 40 427 41 083 40 142 0,0 -2,3<br />

Caprini 8298 11 741 11 370 2,1 -3,2<br />

Equini 35 667 44 062 43 922 1,4 -0,3<br />

Altri animali da<br />

reddito che<br />

consumano foraggio<br />

grezzo<br />

919 2 389 2 513 6,9 5,2<br />

Altri animali 757 1 178 1 146 2,8 -2,7<br />

Totale 1 336 719 1 307 872 1 320 406 -0,1 1,0<br />

Fonte: UST<br />

Il calo degli effettivi di animali tra il 2000 e il 2015 è riconducibile quasi esclusivamente alla<br />

categoria bovini. L’effettivo di suini e di ovini resta invariato. Tutte le altre categorie hanno<br />

registrato incrementi, tra cui, degni di nota, quelli di pollame, caprini ed equini.<br />

Martina De Paola, UFAG, Settore Ricerca, consulenza e valutazione, martina.depaola@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

51


Il mio Rapporto agricolo 22 / 31<br />

AZIENDA > SITUAZIONE ECONOMICA<br />

Conto economico<br />

Conformemente all’articolo 5 LAgr, i provvedimenti di politica agricola hanno lo scopo di permettere<br />

alle aziende gestite in maniera sostenibile e redditizia di conseguire in media su vari<br />

anni redditi comparabili a quelli della rimanente popolazione attiva della stessa regione.<br />

La valutazione è disciplinata nell’ordinanza concernente l’analisi della sostenibilità in agricoltura<br />

(art. 3–7) e viene effettuata avvalendosi di due sistemi di indicatori. La valutazione settoriale<br />

si basa sul conto economico dell’agricoltura (CEA) allestito dall’UST in collaborazione<br />

con il Segretariato dell’USC.<br />

» Conto economico dell’agricoltura<br />

Risultati del conto economico dell’agricoltura in Svizzera Indicazioni ai prezzi correnti, in<br />

mio. fr.<br />

2000/02 2012 2013 2014 1 2015 2 2016 3<br />

Produzione<br />

del settore<br />

primario<br />

- Consumi intermedi<br />

Valore aggiunto<br />

lordo<br />

ai prezzi di<br />

fabbricazione<br />

- Ammortamenti<br />

Valore aggiunto<br />

netto<br />

ai prezzi di<br />

fabbricazione<br />

- Imposte<br />

sulla produzione<br />

+ Sovvenzioni<br />

(non vincolate<br />

alla produzione)<br />

Reddito dei<br />

fattori<br />

- Costo della<br />

manodopera<br />

10 694 10 084 10 312 10 691 10 086 10 176<br />

6174 6308 6310 6458 6241 6219<br />

4520 3776 4002 4233 3845 3958<br />

1983 2073 2075 2075 2024 1983<br />

2537 1703 1927 2158 1821 1975<br />

99 152 147 143 149 141<br />

2407 2926 2923 2944 2932 2939<br />

4845 4477 4703 4958 4604 4774<br />

1134 1257 1242 1276 1271 1261<br />

Eccedenza aziendale<br />

netta/<br />

Reddito indipendente<br />

3711 3220 3461 3683 3333 3513<br />

- (Canoni<br />

d’affitto e interessi<br />

-interessi riscossi)<br />

504 469 461 457 448 451<br />

Reddito da impresa<br />

3206 2750 2999 3226 2884 3062<br />

4<br />

netto<br />

1<br />

Dati semidefinitivi, stato 08.09.2016<br />

52<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 23 / 31<br />

AZIENDA > SITUAZIONE ECONOMICA<br />

2<br />

Dati provvisori, stato 08.09.2016<br />

3<br />

Stima, stato 08.09.2016<br />

4<br />

Nella bibliografia e nel metodo Eurostat viene indicato come utile aziendale netto<br />

Le cifre sono arrotondate per eccesso o per difetto, per cui la somma delle componenti può differire dal totale o dai<br />

saldi.<br />

Fonte: UST<br />

Nel 2015 il reddito da impresa netto ammontava a 2,884 miliardi di franchi, segnando un calo<br />

di 342 milioni di franchi rispetto al 2014. Sia per i prodotti di origine vegetale (-253 mio. fr.)<br />

sia per quelli di origine animale (-370 mio. fr.), i ricavi sul mercato sono diminuiti rispetto<br />

all'anno precedente. I costi invece sono diminuiti di 276 milioni di franchi. In particolare i costi<br />

per i consumi intermedi hanno segnato un calo netto di 217 milioni di franchi. Le entrate sono<br />

rimaste stabili per le prestazioni di servizio nell’agricoltura mentre per le attività extragricole<br />

hanno segnato un incremento di 17 milioni.<br />

Nel 2016 la stima del valore della produzione, con 10,176 miliardi di franchi, sarà inferiore<br />

dell'1,8 per cento rispetto alla media triennale 2013/15, ma superiore di 90 milioni di franchi<br />

rispetto all'anno precedente. Ciò è riconducibile in particolare ai migliori risultati rispetto<br />

all'anno precedente nel settore del bestiame da macello.<br />

Nel 2016 la produzione vegetale (4,005 mia. fr.; incl. ortoflorovivaismo esercitato a titolo professionale),<br />

rispetto alla media dei tre anni precedenti, secondo le stime sarà inferiore del 2,5<br />

per cento. Rispetto all'anno precedente, invece, sarà leggermente superiore. Si prevedono valori<br />

più bassi per i cereali e più elevati per piante foraggere e vino.<br />

» A7<br />

Produzione del settore primario ai prezzi alla produzione correnti<br />

» A8<br />

Conto economico dell'agricoltura ai prezzi correnti<br />

Nel 2016 la produzione animale, con 5,001 miliardi di franchi, rispetto alla media dei tre anni<br />

precedenti, segnerà una flessione del 2,3 per cento, che rispetto all'anno precedente, invece,<br />

corrisponde a un incremento di 72 milioni di franchi, ovvero dell'1,5 per cento. Ai migliori<br />

risultati contribuirà la buona congiuntura del settore del bestiame da macello, all’interno del<br />

quale la situazione dovrebbe nettamente migliorare rispetto al 2015 in particolare per i suini.<br />

Per il latte, invece, si attende un ulteriore peggioramento.<br />

Stando alle stime, nel 2016 la produzione di prestazioni di servizio nell'agricoltura segnerà un<br />

aumento dell'1,4 per cento (709 mio. fr.) rispetto alla media del triennio precedente. Il valore<br />

delle attività accessorie non agricole non separabili (462 mio. fr.) dovrebbe aumentare del 5,4<br />

per cento rispetto alla media triennale 2013/15. Si stima che la trasformazione dei prodotti<br />

agricoli, quali frutta da sidro, carne o latte, sia destinata ad aumentare rispetto all'anno precedente.<br />

Nel 2016 le uscite per i consumi intermedi dovrebbero ammontare a 6,219 miliardi di franchi,<br />

segnando un calo dell'1,9 per cento rispetto alla media triennale 2013/15. Il reddito da impresa<br />

netto si attesterebbe a 3,062 miliardi di franchi, segnando un incremento di 26 milioni<br />

di franchi, ovvero 0,9 per cento in più rispetto alla media triennale 2013/15. Rispetto all'anno<br />

precedente la stima del reddito settoriale, invece, registra un aumento di 178 milioni di franchi,<br />

ovvero del 6,2 per cento.<br />

Mauro Ryser, UFAG, Settore Politica agricola, mauro.ryser@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

53


Il mio Rapporto agricolo 26 / 31<br />

AZIENDA > SITUAZIONE ECONOMICA<br />

Singole aziende<br />

La valutazione della situazione economica delle aziende si fonda sui risultati dell’Analisi centralizzata<br />

dell’Istituto delle scienze della sostenibilità (ISS) di Agroscope. A fornire importanti<br />

informazioni in merito non sono soltanto i diversi dati concernenti il reddito, bensì anche indicatori<br />

come, ad esempio, quello sulla stabilità finanziaria.<br />

» Analisi centralizzata dei dati contabili<br />

Cambiamento nell’analisi centralizzata dei dati contabili<br />

Dal 2015 Agroscope effettua una nuova stima del reddito che si basa su un campione aleatorio<br />

in cui possono essere presentati i risultati degli anni 2014 e 2015. Ad eccezione di aziende<br />

molto piccole, è ora possibile selezionare aziende delle più importanti forme aziendali e giuridiche<br />

(temporaneamente escl. persone giuridiche) per mettere a disposizione i dati contabili<br />

per la valutazione, su base volontaria e in forma anonima. Tale procedura, rispetto alla precedente<br />

selezione non casuale delle aziende, determina un netto miglioramento della rappresentatività<br />

del campione. I risultati del nuovo campione nel 2014 sono serviti come base di<br />

paragone per stimare la variazione del reddito dell'anno contabile 2015.<br />

Il campione nell'anno contabile 2014 non ha ancora raggiunto l'entità prevista e la composizione<br />

ottimale. Pertanto per l'anno 2015 sono state intraprese modifiche nel piano di selezione<br />

e contattate molte nuove aziende. Questo considerevole cambiamento del campione ha<br />

reso difficile la comparabilità dei risultati dei due anni di rilevazione e ha influenzato la stima<br />

delle variazioni tra i valori medi del 2014 e del 2015. Pertanto la variazione percentuale delle<br />

cifre analizzate è stata calcolata sulla base delle aziende che hanno fornito i dati in entrambi<br />

gli anni. I valori medi pubblicati per l'anno contabile 2015 sono stati stimati sulla base di tutto<br />

il campione.<br />

Reddito<br />

Nel 2015 il reddito agricolo è diminuito del 6,1 per cento rispetto all'anno precedente, attestandosi<br />

in media a 61 400 franchi per azienda. Il calo è dovuto soprattutto ai bassi prezzi del<br />

latte e della carne di suino nonché alla scarsità dei raccolti in campicoltura, foraggicoltura e<br />

frutticoltura a causa delle avverse condizioni meteo. Il reddito extragricolo è aumentato del<br />

3,4 per cento. Il reddito totale ha segnato dunque una diminuzione del 2,9 per cento.<br />

54<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 27 / 31<br />

AZIENDA > SITUAZIONE ECONOMICA<br />

Reddito agricolo per regioni (in fr., incl. aziende comunitarie, campione intero)<br />

Reddito per regione 2015 Variazione 2014–2015 in %<br />

Svizzera 61 402 -6,1<br />

Regione di pianura 74 764 -6,9<br />

Regione collinare 53 645 -8,9<br />

Regione di montagna 49 775 -1,1<br />

Nella regione di pianura si è registrata una diminuzione del 6,9 per cento e il reddito agricolo<br />

si è attestato a quota 74 800 franchi. In quella collinare il calo è stato più massiccio, ovvero<br />

dell'8,9 per cento con un valore di 53 600 franchi. Ciò è riconducibile al fatto che, a fronte del<br />

calo dei ricavi le spese per materiale, beni e servizi sono diminuite in maniera meno marcata<br />

rispetto alle altre regione. Nella regione di montagna il reddito agricolo è rimasto quasi sul<br />

livello dell'anno precedente (-1,1 % rispetto al 2014) ammontando a 49 800 franchi. Data la<br />

quota elevata di pagamenti diretti rispetto ai ricavi totali delle aziende nella regione di montagna,<br />

qui il reddito agricolo generalmente risente in maniera meno sensibile delle fluttuazioni<br />

dei ricavi dovute alle condizioni meteo o al mercato. Inoltre, in questa regione i pagamenti<br />

diretti per azienda sono leggermente aumentati (+1,4 %).<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

55


Il mio Rapporto agricolo 28 / 31<br />

AZIENDA > SITUAZIONE ECONOMICA<br />

Reddito delle aziende agricole, per regioni (in fr., escl. aziende comunitarie)<br />

Reddito per regione 2015 Variazione 2014–2015 in %<br />

Svizzera<br />

Reddito agricolo 58 468 -5,8<br />

Reddito extragricolo 29 874 3,4<br />

Reddito totale 88 342 -2,9<br />

Regione di pianura<br />

Reddito agricolo 70 562 -6,3<br />

Reddito extragricolo 30 331 3,5<br />

Reddito totale 100 892 -3,5<br />

Regione collinare<br />

Reddito agricolo 51 627 -8,2<br />

Reddito extragricolo 33 045 13,0<br />

Reddito totale 84 672 -1,2<br />

Regione di montagna<br />

Reddito agricolo 47 980 -5,3<br />

Reddito extragricolo 26 397 -2,4<br />

Reddito totale 74 377 -3,4<br />

Fonte: Agroscope ISS, Analisi centralizzata<br />

» A9<br />

» A10<br />

» A11<br />

» A12<br />

Il reddito totale di un'economia domestica agricola è composto dal reddito agricolo e da quello<br />

extragricolo ed è a disposizione delle famiglie contadine per il consumo privato e per la costituzione<br />

di capitale proprio. Il reddito extragricolo non viene rilevato per le comunità aziendali.<br />

Di conseguenza è possibile calcolare il reddito totale soltanto per le singole imprese, comunità<br />

aziendali escluse. Nel 2015 il reddito extragricolo in media è ammontato a 29 900 franchi per<br />

azienda superando del 3,4 per cento il livello del 2014. Questa crescita è riuscita a compensare<br />

parzialmente il calo del reddito agricolo. Il reddito totale, pari in media a 88 300 franchi per<br />

azienda, ha segnato un calo del 2,9 per cento rispetto al 2014.<br />

Risultati d'esercizio: tutte le regioni<br />

Risultati d'esercizio: regione di pianura<br />

Risultati d'esercizio: regione collinare<br />

Risultati d'esercizio: regione di montagna<br />

Reddito del lavoro<br />

Il reddito del lavoro corrisponde al reddito agricolo al netto dei costi calcolatori del capitale<br />

proprio dell'azienda, detti anche interessi per il capitale proprio. Il reddito del lavoro per manodopera<br />

familiare in equivalenti tempo pieno corrisponde all'importo dell'indennizzo della<br />

manodopera familiare che lavora in azienda.<br />

56<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 29 / 31<br />

AZIENDA > SITUAZIONE ECONOMICA<br />

Reddito del lavoro delle aziende agricole – 2014/15: per regioni e suddiviso in quattro<br />

classi<br />

Regione Valori medi Valori medi Valori medi Valori medi<br />

I quartile<br />

(0–25 %)<br />

II quartile<br />

(25–50 %)<br />

III quartile<br />

(50–75 %)<br />

IV quartile<br />

(75–100 %)<br />

Regione di pianura 17 688 40 293 62 305 106 035<br />

Regione collinare 11 944 30 215 43 665 74 669<br />

Regione di montagna 12 850 27 258 37 797 67 170<br />

Totale 13 874 32 344 48 575 88 723<br />

Fonte: Agroscope ISS, Analisi centralizzata<br />

L’interesse negativo applicato sulle obbligazioni decennali della Confederazione ha comportato,<br />

per la prima volta, interessi pari a zero. Il conseguente calo degli interessi rispetto al<br />

2014, associato a una lieve diminuzione del numero di unità di manodopera familiare (-1,5<br />

%), ha determinato una leggera crescita dello 0,9 per cento del reddito del lavoro per unità di<br />

manodopera in equivalenti tempo pieno che si è attestato a 44 600 franchi. Con 54 700 franchi<br />

per unità di manodopera familiare, il reddito del lavoro nella regione di pianura è superiore del<br />

38 per cento rispetto alla regione collinare (39 700 fr.) e del 55 per cento rispetto alla regione<br />

di montagna (35 200 fr.).<br />

Salario comparabile 2014/15, per regioni<br />

Regione Reddito del lavoro per ULAF 1 Salario comparabile 2<br />

Fr. per anno<br />

Fr. per anno<br />

Regione di pianura 49 618 74 000<br />

Regione collinare 36 261 69 000<br />

Regione di montagna 32 052 66 200<br />

1 ULAF: unità di lavoro della famiglia, valore mediano<br />

2 Valore mediano dei salari lordi annui di tutte le persone impiegate nel secondario e nel terziario<br />

Fonti: UST, Agroscope ISS, Analisi centralizzata<br />

Il reddito del lavoro medio per unità di manodopera familiare nell’agricoltura in generale è<br />

diminuito rispetto a quello dei salari dei lavoratori nel secondario e nel terziario. Nel 2015<br />

il valore mediano del reddito del lavoro per unità di manodopera familiare nella regione di<br />

pianura, collinare e di montagna si è attestato rispettivamente al 67, 53 e 48 per cento del<br />

salario comparabile. Va tuttavia tenuto in considerazione il fatto che a causa della situazione<br />

relativa ai dati può essere considerato soltanto un anno. La media degli ultimi tre anni sarebbe<br />

risultata maggiore in base ai dati positivi del 2013 e del 2014. Il reddito del lavoro per azienda<br />

nel 2015 corrisponde al reddito agricolo poiché non sono stati inclusi interessi applicati sul<br />

capitale proprio.<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

57


Il mio Rapporto agricolo 30 / 31<br />

AZIENDA > SITUAZIONE ECONOMICA<br />

Reddito delle aziende agricole secondo i tipi di azienda – 2015 (escl. aziende comunitarie)<br />

Tipo di azienda<br />

Superficie agricola<br />

utile<br />

Manodopera familiare<br />

Reddito agricolo<br />

(reddito del lavoro)<br />

Reddito globale<br />

ha ULAF Fr. Fr. Fr.<br />

Campicoltura 32,69 1,09 64 880 38 004 102 884<br />

Colture speciali 16,47 1,29 79 021 28 919 107 940<br />

Vacche da latte 22,17 1,36 51 038 28 368 79 406<br />

Vacche madri 28,63 1,33 48 906 32 936 81 842<br />

Bovini misti 24,44 1,36 47 257 27 235 74 492<br />

Reddito extragricolo<br />

Equini/ovini/caprini<br />

20,91 1,38 48 206 24 871 73 077<br />

Trasformazione 16,22 1,30 77 518 28 353 105 871<br />

Aziende combinate,<br />

vacche da<br />

latte/campicoltura<br />

Aziende combinate,<br />

vacche<br />

madri<br />

Aziende combinate,<br />

tra-sformazione<br />

Aziende combinate,<br />

altre<br />

30,70 1,38 65 496 24 875 90 372<br />

30,43 1,24 53 368 44 453 97 821<br />

23,39 1,33 69 079 29 080 98 159<br />

27,60 1,33 59 899 33 712 93 611<br />

Fonte: Agroscope ISS, Analisi centralizzata<br />

L'ammontare del reddito del lavoro per unità di manodopera familiare è strettamente correlato<br />

al tipo di azienda. Tre degli undici tipi di azienda sono caratterizzati da un reddito del lavoro<br />

superiore alla media svizzera del 30-40 per cento. Rientrano in questi tipi di azienda le colture<br />

speciali, la campicoltura e la trasformazione (suini/allevamento di pollame) con redditi del lavoro<br />

medi di 60 000 franchi. Un reddito del lavoro prossimo al valore mediano svizzero è registrato<br />

da tutti i tipi di aziende combinate. Redditi del lavoro nettamente più bassi, nell'ordine di<br />

grandezza di 37 000 franchi, si sono segnati per i tipi di aziende vacche da latte, vacche madri,<br />

bovini misti (bovini con una quota bassa di vacche da latte) ed equini/ovini/caprini. I redditi<br />

del lavoro realizzati da questo tipo di aziende sono risultati in media inferiori del 15-20 per<br />

cento rispetto alla media nazionale.<br />

» A13<br />

» A14<br />

Risultati d'esercizio: campicoltura<br />

Risultati d'esercizio: colture speciali<br />

» A15<br />

» A16<br />

» A17<br />

Risultati d'esercizio: vacche da latte<br />

Risultati d'esercizio: vacche madri<br />

Risultati d'esercizio: bovini misti<br />

58<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 31 / 31<br />

AZIENDA > SITUAZIONE ECONOMICA<br />

Risultati d'esercizio: equini/ovini/caprini<br />

» A18<br />

» A19<br />

» A20<br />

» A21<br />

» A22<br />

Risultati d'esercizio: trasformazione<br />

Risultati d'esercizio: aziende combinate, vacche da latte/campicoltura<br />

Risultati d'esercizio: aziende combinate, vacche da latte<br />

Risultati d'esercizio: aziende combinate, trasformazione<br />

» A23<br />

Risultati d'esercizio: aziende combinate, altre<br />

Mauro Ryser, UFAG, Settore Politica agricola, mauro.ryser@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

59


Il mio Rapporto agricolo 2 / 18<br />

PRODUZIONE > INTRODUZIONE<br />

Introduzione<br />

Mezzi di produzione<br />

Nella produzione agricola vengono impiegati concimi, alimenti per animali, sementi e materiale<br />

vegetale nonché prodotti fitosanitari.<br />

• I concimi servono al nutrimento delle piante, ne promuovono la crescita, ne aumentano la<br />

resa o ne migliorano la qualità.<br />

• Gli alimenti per animali vengono somministrati agli animali da reddito e da compagnia in<br />

modo da assicurare la produttività degli animali da reddito agricoli e la qualità dei prodotti<br />

animali.<br />

• I prodotti fitosanitari, con principi attivi chimici o biologici, vengono impiegati allo scopo<br />

di proteggere le piante coltivate dagli organismi nocivi e in modo da assicurare un cospicuo<br />

raccolto.<br />

• Il materiale di moltiplicazione vegetale di elevata qualità come sementi, tuberi-seme,<br />

marze per innesto, portainnesti e piante giovani di varietà di frutta e vite contribuisce sostanzialmente<br />

alla produzione sostenibile in Svizzera.<br />

I mezzi di produzione consentono al settore agricolo di incrementare notevolmente rese e<br />

qualità, ma nascondono anche un potenziale di effetti collaterali indesiderati sulla salute<br />

dell'uomo e degli animali, nonché sull'ambiente. Per tale motivo, è necessario regolamentarne<br />

l'immissione sul mercato e l'impiego. A tale scopo vengono applicate diverse disposizioni<br />

di legge che disciplinano l'omologazione, i requisiti dei prodotti e della produzione,<br />

l'etichettatura, le modalità di utilizzo, gli obblighi di notifica, l'inserimento di piante agricole<br />

nel catalogo delle varietà e la certificazione delle sementi.<br />

Produzione di origine animale e vegetale<br />

Le piante coltivate e gli animali da reddito agricoli sono la base per la produzione di materie<br />

prime e derrate alimentari. Le rispettive coltivazione e detenzione dipendono notevolmente<br />

dal suolo, come luogo di produzione, e dalla sua fertilità, nonché dall'acqua. La Confederazione<br />

promuove la sostenibilità dell'utilizzo di questi fattori di produzione nonché la salvaguardia<br />

della loro salute e diversità genetica.<br />

Sicurezza della produzione primaria<br />

La produzione primaria, anello iniziale della filiera alimentare «dalla forca alla forchetta», è<br />

confrontata con numerose sfide. I sistemi di produzione moderni, molto mirati, legati agli sviluppi<br />

del contesto economico, climatico e sociale, richiedono un'ottima conoscenza dei rischi<br />

connessi alla produzione di derrate alimentari. L'Ufficio federale dell'agricoltura (UFAG) ha<br />

riunito in un settore la gestione dei rischi connessi alla produzione primaria e il coordinamento<br />

dei controlli effettuati in quest’ambito. Esso lavora in stretta collaborazione con l'Ufficio federale<br />

della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV), incaricato della sicurezza delle derrate<br />

alimentari fino alla loro immissione sul mercato. L'Unità federale per la filiera alimentare<br />

(UFAL), guidata congiuntamente da UFAG e USAV, è un partner essenziale considerato che ha il<br />

compito di elaborare il piano di controllo nazionale nella filiera alimentare e il rispettivo rapporto<br />

annuale, nonché di monitorare i controlli effettuati dai Cantoni sulla base delle disposizioni<br />

dei due Uffici.<br />

60<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 3 / 18<br />

PRODUZIONE > MEZZI DI PRODUZIONE<br />

OGM negli alimenti per animali<br />

Nel 2015 non sono stati importati alimenti per animali geneticamente modificati in Svizzera.<br />

Su 400 campioni di mercato controllati solo uno ha dovuto essere contestato.<br />

Alimenti per animali contenenti OGM notificati alla dogana all’importazione<br />

Anno Quantitativo totale Alimenti per animali<br />

contenenti OGM<br />

Alimenti per animali<br />

contenenti OGM<br />

In t In t In %<br />

2011 491 419 0 0<br />

2012 436 099 0 0<br />

2013 445 381 13 0,003<br />

2014 477 813 0 0<br />

2015 493 491 0 0<br />

Fonti: UFAG, Amministrazione federale delle dogane<br />

Analisi sulla presenza di componenti OGM negli alimenti per animali da reddito a cura della<br />

dogana all'importazione o di Agroscope sul mercato<br />

Anno Campioni dogana Indicazione di<br />

dati errati<br />

Campioni mercato<br />

Indicazione di<br />

dati errati<br />

Numero Numero Numero Numero<br />

2011 59 0 239 4<br />

2012 41 0 284 1<br />

2013 62 0 311 1<br />

2014 64 0 327 0<br />

2014 60 0 400 1<br />

Analisi sulla presenza di componenti OGM negli alimenti per animali da compagnia a cura<br />

di Agroscope<br />

Anno<br />

Alimenti per animali da<br />

compagnia controllati<br />

Numero<br />

Indicazione di dati errati<br />

Numero<br />

2011 106 2<br />

2012 14 1<br />

2013 0 0<br />

2014 9 0<br />

2015 0 0<br />

Fonte: Agroscope<br />

Markus Hardegger, UFAG, Settore Risorse genetiche e tecnologie, markus.hardegger@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

61


Il mio Rapporto agricolo 4 / 18<br />

PRODUZIONE > MEZZI DI PRODUZIONE<br />

Piano d’azione sui prodotti fitosanitari<br />

Il Consiglio federale ha incaricato il Dipartimento federale dell'economia, della formazione<br />

e della ricerca (DEFR) di elaborare un Piano d'azione per la riduzione del rischio e l'utilizzo<br />

sostenibile dei prodotti fitosanitari in collaborazione con il Dipartimento federale dell'interno<br />

(DFI) e con il Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni<br />

(DATEC). Mediante il piano d'azione s'intende definire obiettivi e misure per una riduzione<br />

del rischio e l'utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari. Un progetto di piano d'azione<br />

è stato inviato in consultazione presso le cerchie interessate fino al 31 ottobre 2016.<br />

I prodotti fitosanitari vengono utilizzati in ambito agricolo e non per difendere le colture da<br />

malattie e parassiti nonché dalla concorrenza esercitata dalle malerbe. Questi prodotti forniscono<br />

un notevole contributo alla garanzia delle rese e alla qualità dei raccolti. Tuttavia, le sostanze<br />

biologicamente attive in essi contenute possono avere effetti indesiderati sull'uomo e<br />

sugli organismi non bersaglio che devono essere limitati.<br />

Il progetto di piano d’azione inviato in consultazione descrive i rischi comprovati e/o possibili<br />

dei prodotti fitosanitari per gli utilizzatori, i consumatori e l'ambiente. Definisce obiettivi per<br />

la riduzione dei rischi e illustra quali misure vanno adottate per raggiungerli.<br />

Con l'attuazione del piano d'azione i rischi dei prodotti fitosanitari saranno dimezzati e il loro<br />

utilizzo diventerà più sostenibile.<br />

Vi sono quattro ambiti di intervento:<br />

1. ridurre in maniera mirata i rischi attuali;<br />

2. sfruttare, indipendentemente dal rischio, il potenziale di riduzione delle applicazioni e delle<br />

emissioni di prodotti fitosanitari;<br />

3. sviluppare nuove possibilità per ridurre le applicazioni e le emissioni di prodotti fitosanitari;<br />

4. migliorare le conoscenze sugli effetti indesiderati dei prodotti fitosanitari.<br />

Il piano d'azione definisce obiettivi da raggiungere a lungo termine realizzabili mediante obiettivi<br />

intermedi che, secondo le stime attuali, sono raggiungibili con le misure proposte.<br />

Il successo del piano d'azione dipende da fattori come la disponibilità dei contribuenti a indennizzare<br />

le maggiori spese cui dovrà far fronte l'agricoltura attraverso i prezzi o i pagamenti<br />

diretti, la disponibilità dei commercianti a fissare requisiti meno esigenti per quanto riguarda<br />

la qualità oppure la disponibilità degli agricoltori ad applicare misure di difesa preventive e<br />

alternative. Anche le risorse finanziarie di Confederazione e Cantoni sono fattori decisivi per il<br />

successo nell’attuazione del piano d’azione.<br />

Il piano d'azione, oltre a ridurre i rischi per l’uomo e l’ambiente, è un'opportunità per<br />

l'agricoltura svizzera che, applicandolo, potrà avvicinarsi ai consumatori particolarmente sensibili<br />

alle questioni ecologiche con prodotti ottenuti nel rispetto di elevati standard ambientali.<br />

Viene così rafforzata anche la fiducia della popolazione nel lavoro dell'agricoltura elvetica.<br />

Olivier Félix, UFAG, Settore protezione sostenibile dei vegetali, olivier.felix@blw.admin.ch<br />

62<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 5 / 18<br />

PRODUZIONE > PRODUZIONE VEGETALE<br />

Utilizzazione della superficie<br />

» A34<br />

La superficie agricola utile è composta dalle colture campicole e perenni, da prati naturali e<br />

pascoli nonché da superfici destinate ad altre utilizzazioni, compresi i terreni da strame e per<br />

l’estrazione di torba. Nell'anno oggetto del rapporto ha segnato un calo dello 0,16 per cento<br />

rispetto al 2014, diminuendo di circa 1700 ettari.<br />

Colture campicole<br />

La superficie coltiva aperta nell'anno oggetto del rapporto, rispetto all'anno precedente, ha<br />

registrato un lieve incremento (+0,5 %) ma le superfici coltive totali hanno subito una leggera<br />

flessione (-0,5 %). Ciò è dovuto al calo dei prati artificiali diminuiti di 3000 ettari circa. Come<br />

negli anni precedenti, continua la tendenza al rialzo della coltivazione di leguminose e semi<br />

oleosi. Il calo costante della coltivazione di cereali foraggeri sembra essersi attenuato (+1,3<br />

% rispetto all'anno precedente). La coltivazione di sarchiate, rispetto all'anno precedente, è<br />

diminuita (-5,4 %).<br />

Colture perenni<br />

Nel 2015 la superficie totale destinata alla frutticoltura, registrata dall’Ufficio federale<br />

dell’agricoltura (UFAG) nella banca dati obst.ch (frutteti giusta l’art. 22 cpv. 2 dell’ordinanza<br />

sulla terminologia agricola; OTerm) ammontava a 6297 ettari, con una flessione di 22 ettari<br />

rispetto all'anno precedente, riconducibile soprattutto al calo della coltivazione della frutta a<br />

granella (-0,8 %). Persiste la crescita della coltivazione di frutta a nocciolo (+0,8 %) che tuttavia<br />

ha minore rilevanza per quanto riguarda le superfici.<br />

Nell'anno oggetto del rapporto la superficie delle bacche pluriennali è ammontata a 293 ettari,<br />

registrando un calo rispetto al 2014 di 23 ettari (-7,3 %).<br />

Nel 2015 in Svizzera i vigneti ammontavano a 14 793 ettari, segnando una lieve flessione rispetto<br />

al 2014 (-42 ha). La distribuzione delle varietà è rimasta stabile con quote del 42 per<br />

cento per le uve bianche e del 58 per cento per le rosse.<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

63


Il mio Rapporto agricolo 6 / 18<br />

PRODUZIONE > PRODUZIONE VEGETALE<br />

Sotto «altre colture perenni» rientrano, ad esempio, piante da vivaio, piante ornamentali, alberi<br />

di Natale, colture orticole perenni, materie prime rinnovabili, come miscanto, e piante<br />

aromatiche e medicinali pluriennali.<br />

Link al sito Internet UFAG:<br />

Produzione sostenibile: Frutta - Statistiche frutta<br />

Produzione sostenibile : Vini e distillati – Statistiche vitivinicole<br />

Peter Schwegler, UFAG, Settore Prodotti vegetali, peter.schwegler@blw.admin.ch<br />

64<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 8 / 18<br />

PRODUZIONE > PRODUZIONE VEGETALE<br />

Strategia Selezione vegetale Svizzera 2050<br />

La disciplina della selezione vegetale è all'inizio della catena del valore nella produzione di<br />

derrate alimentari. La maggior parte di ciò che consumiamo ogni giorno proviene da varietà vegetali<br />

selezionate. L'intera filiera agroalimentare poggia sulle prestazioni preliminari basilari<br />

della selezione, che incide, direttamente e indirettamente, sulle abitudini alimentari di oggi e<br />

di domani. Sono numerosi gli attori coinvolti in questo settore che contribuiscono a sviluppare<br />

prodotti di successo (varietà vegetali) richiesti anche sul mercato. Ciò implica un approccio<br />

caratterizzato da una cooperazione stretta e proficua tra discipline assai diverse tra di loro,<br />

come ad esempio entomologia, patologia, fitofisiologia, biologia molecolare o bioinformatica.<br />

La selezione vegetale contribuisce in maniera fondamentale alla sostenibilità dell'agricoltura<br />

perché le novità varietali rispettano le risorse naturali e offrono rese sicure. I tempi di pianificazione<br />

nella selezione vegetale sono dilatati perché solitamente ci vogliono oltre 15 anni<br />

prima che una varietà nuova riesca a posizionarsi sul mercato. Anche in questo settore è decisivo<br />

essere in grado di concepire per tempo la strategia giusta e valutarla periodicamente.<br />

Considerata la valenza strategica della selezione vegetale per l'intero primario, negli ultimi tre<br />

anni l'UFAG ha elaborato la Strategia Selezione vegetale Svizzera, che volutamente copre un<br />

arco di tempo lungo (fino al 2050) e che per questo motivo ha una valenza generale. Si basa su<br />

una visione che riconosce il significato della selezione vegetale in Svizzera considerate le sfide<br />

dei prossimi decenni ed è rivolta a un'agricoltura sostenibile e multifunzionale.<br />

Visione 2050 per la Selezione vegetale Svizzera<br />

La Selezione vegetale Svizzera, con le sue varietà e competenze eccezionali, è una colonna<br />

portante di una filiera agroalimentare innovativa e sostenibile.<br />

La strategia è stata sviluppata coinvolgendo diversi gruppi d’interesse e tenendo conto dei<br />

pareri delle cerchie consultate. Crea i presupposti per i punti strategici che la Confederazione<br />

fissa per la selezione di nuove varietà vegetali, nonché le basi per i responsabili chiamati a decidere<br />

in merito all'impiego dei fondi pubblici in questo ambito. Definisce le condizioni essenziali<br />

per un maggior coordinamento in seno alla comunità della selezione vegetale in Svizzera,<br />

suggella l'importanza fondamentale della cooperazione internazionale per una selezione vegetale<br />

di successo e crea i presupposti necessari per un impiego efficiente delle risorse pubbliche.<br />

Gli attori del settore possono utilizzarla come riferimento per mettere a punto le loro<br />

strategie.<br />

Il documento sulla strategia serve da base per lo sviluppo di un piano d'azione concreto che<br />

sarà elaborato negli anni 2016 e 2017, sempre coinvolgendo le cerchie interessate, sotto la<br />

guida dell'UFAG.<br />

Hans Dreyer, UFAG, Settore Salute delle piante e varietà<br />

Contatto: Gabriele Schachermayr, UFAG, Settore Salute delle piante e varietà,<br />

gabriele.schachermayr@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

65


Il mio Rapporto agricolo 9 / 18<br />

PRODUZIONE > PRODUZIONE ANIMALE<br />

Allevatori e effettivi di animali da reddito<br />

Nel 2015 si sono registrati 36 700 detentori di animali della specie bovina, con un calo del 2,7<br />

per cento circa rispetto all'anno precedente. Una diminuzione percentuale analoga si rileva per<br />

il numero dei detentori di ovini e suini. Anche il numero dei detentori di animali della specie<br />

equina è sceso, seppur in misura lieve e meno massiccia rispetto agli anni precedenti. Soltanto<br />

per gli allevatori di pollame si è registrato un leggero incremento.<br />

Evoluzione del numero di allevatori<br />

2000/02 2013 2014 2015 2000/02–<br />

2013/15<br />

Capi Capi Capi Capi %<br />

Detentori di animali<br />

Detentori di bovini<br />

Detentori di<br />

equini<br />

58 602 46 621 45 711 44 789 -22,0<br />

49 598 38 546 37 742 36 738 -24,0<br />

10 564 8671 8528 8483 -19,0<br />

Detentori di suini 14 656 7277 7045 6865 -51,8<br />

Detentori di ovini 12 158 8903 8700 8414 -28,7<br />

Detentori di caprini<br />

Detentori di<br />

pollame da reddito<br />

6977 6466 6333 6313 -8,7<br />

19 943 11 982 11 953 12 065 -39,8<br />

Fonte: UST, dati sui bovini a partire dal 2009 provenienti dalla Banca dati sul traffico di animali<br />

2015: giorno di riferimento spostato da inizio maggio al 1° gennaio<br />

Paragonando il numero di detentori di animali dell'anno oggetto del rapporto con gli anni<br />

2000/02, spiccano i dati dei detentori di suini e di pollame da reddito. Questi sono infatti diminuiti<br />

rispettivamente del 50 e del 40 per cento circa. Ma anche il numero di detentori di bovini e<br />

ovini in questo lasso di tempo è sceso rispettivamente del 24 e del 29 per cento. Mentre nel 2015<br />

il numero di animali per tutte le specie non ha subito praticamente riduzioni rispetto al periodo<br />

2000/02, per il pollame si è registrato addirittura un aumento di oltre il 50 per cento. Tale situazione<br />

palesa il cambiamento strutturale e la concentrazione su effettivi medi più grandi.<br />

Nell'anno oggetto del rapporto i contadini hanno detenuto circa 1,55 milioni di capi di bovini<br />

(0,5 % in meno rispetto al 2014). L'effettivo di vacche (vacche da latte e madri) ha subito una<br />

flessione di 4000 capi rispetto all'anno precedente.<br />

66<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 10 / 18<br />

PRODUZIONE > PRODUZIONE ANIMALE<br />

L'effettivo di suini, composto da circa 1,5 milioni di capi, si è attestato lievemente al di sotto<br />

del valore dell’anno precedente, subendo un calo dello 0,2 per cento. La flessione piuttosto<br />

considerevole degli effettivi di ovini e caprini registrata nel 2015 è prevalentemente dovuta<br />

allo spostamento del giorno di riferimento da inizio maggio al 1° gennaio.<br />

» A24<br />

Grazie alla buona congiuntura per uova e carne di pollame, l'effettivo totale di pollame è nuovamente<br />

aumentato, attestandosi, nell'anno oggetto del rapporto, a quota 10,75 milioni di<br />

capi; l'incremento maggiore, pari al 6 per cento circa, si è registrato per le galline ovaiole e<br />

da allevamento.<br />

Hans Ulrich Leuenberger, UFAG, Settore Prodotti animali e allevamento, hansulrich.leuenberger@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

67


Il mio Rapporto agricolo 12 / 18<br />

PRODUZIONE > PRODUZIONE ANIMALE<br />

Produzione lattiera<br />

L'economia lattiera è la filiera principale dell'agricoltura svizzera con una quota del 20 per<br />

cento circa rispetto alla produzione dell'intero settore primario. Nel 2015, in Svizzera sono<br />

stati censiti 21 850 produttori di latte circa, di cui 10 270 nella regione di montagna e 11 580 in<br />

quella di pianura. Nell'anno oggetto del rapporto sono stati commercializzati circa 3,49 milioni<br />

di tonnellate di latte, di cui quasi un terzo di produzione biologica, senza somministrazione<br />

di insilati agli animali. Il latte prodotto da animali cui non vengono somministrati insilati è il<br />

presupposto per fabbricare i tipici formaggi svizzeri a base di latte crudo come, ad esempio,<br />

Emmentaler DOP, Gruyère DOP, Sbrinz DOP o Tête de Moine DOP. La quota principale del latte<br />

commercializzato in Svizzera è trasformata in formaggio (41 %), seguono burro (16 %), latte<br />

di consumo (11 %), latticini a lunga conservazione, come latte scremato e intero in polvere,<br />

(10 %), panna di consumo (8 %), yogurt (3 %) e altri.<br />

Nel 2015 il quantitativo di latte commercializzato ammontava mediamente a 196 992 chilogrammi<br />

per azienda di pianura e a 105 503 chilogrammi per azienda di montagna. Rispetto<br />

all'anno lattiero 2014, nella regione di pianura sono stati forniti mediamente 15 064 chilogrammi<br />

in più, in quella di montagna circa 4319 chilogrammi in più. Negli ultimi dieci anni<br />

si sono registrati incrementi delle forniture del 60,1 per cento per le aziende di pianura e del<br />

41,7 per cento per quelle di montagna. Tale mancanza di uniformità nell’evoluzione palesa le<br />

migliori possibilità di crescita nella regione di pianura. Anche nel 2015 l'aumento in percentuale<br />

del quantitativo medio di latte paragonato all'anno precedente è stato superiore nella<br />

regione di pianura rispetto alla regione di montagna.<br />

Nell'anno oggetto del rapporto, il quantitativo di latte commercializzato è stato pari a 3,49<br />

milioni di tonnellate, registrando un calo dell'1,5 per cento circa rispetto al 2014. L'effettivo<br />

di vacche ha subito soltanto una lieve flessione (-0,5 %).<br />

» Latte e latticini<br />

Hans Ulrich Leuenberger, UFAG, Settore Prodotti animali e allevamento, hansulrich.leuenberger@blw.admin.ch<br />

68<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 13 / 18<br />

PRODUZIONE > PRODUZIONE ANIMALE<br />

Produzione di carne e uova<br />

Nell'anno oggetto del rapporto il valore della produzione della carne (tutti i tipi di carne) è<br />

stato di circa 2,6 miliardi di franchi. Tale importo corrisponde a un quarto circa del valore della<br />

produzione dell'intero settore primario.<br />

La quota indigena della carne bovina ha raggiunto l'80,6 per cento; rispetto al 2014 si segnala<br />

un incremento dello 0,7 per cento della produzione di carne da banco e un calo del 2,3 per cento<br />

nell'approvvigionamento in animali da salumeria. A causa della domanda persistentemente<br />

alta di animali da salumeria si sono rese necessarie continue importazioni.<br />

Nel 2015 la produzione di carne di vitello ha subito una flessione del 4 per cento, riconducibile<br />

in primo luogo all'utilizzo di razze da carne con caratteristiche genetiche particolari laddove i<br />

vitelli magri sono destinati prevalentemente all'ingrasso di bestiame grosso.<br />

Anche la produzione di carne di maiale è lievemente diminuita, attestandosi a 241 322 tonnellate.<br />

Le condizioni climatiche hanno prolungato la stagione delle grigliate, contribuendo a<br />

sgravare il mercato del bestiame suino, ma eccedenze di produzione sporadiche hanno determinato<br />

un calo dei prezzi dei suini da macello.<br />

Come era già stato il caso negli anni scorsi, la produzione indigena di carne di pollame è nuovamente<br />

aumentata, segnatamente del 3,1 per cento.<br />

Nel 2015, sono stati prodotti 868 milioni di uova, ovvero il 3,7 per cento in più rispetto a un<br />

anno prima.<br />

» Carne e uova<br />

Hans Ulrich Leuenberger, UFAG, Settore Prodotti animali e allevamento, hansulrich.leuenberger@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

69


Il mio Rapporto agricolo 14 / 18<br />

PRODUZIONE > SICUREZZA DELLA PRODUZIONE PRIMARIA<br />

Strategia contro le resistenze agli antibiotici<br />

Obiettivi<br />

L'efficacia degli antibiotici va garantita a lungo termine e occorre arginare la formazione della<br />

resistenza. Con tale obiettivo il Consiglio federale alla fine del 2015 ha varano una strategia<br />

nazionale di ampio consenso contro le resistenze agli antibiotici. L'impiego eccessivo e inopportuno<br />

di antibiotici accelera lo sviluppo di germi resistenti che possono creare problemi per<br />

l'uomo e gli animali. Gli sforzi intrapresi finora per la lotta contro le resistenze agli antibiotici<br />

non sono sufficienti. In futuro gli antibiotici devono essere impiegati in modo più scrupoloso<br />

e ne va ridotto l'uso.<br />

Strategia «One-Health»<br />

La strategia nazionale contro le resistenze agli antibiotici (StAR) evidenzia dove in Svizzera<br />

sussiste necessità d'intervento, quali obiettivi vanno raggiunti e quali misure sono necessarie<br />

a tal fine. L'approccio di «One-Health» è vasto; il problema riguarda la medicina umana e quella<br />

veterinaria, l'agricoltura e l'ambiente.<br />

Comprendere la situazione<br />

La strategia è stata elaborata da quattro uffici federali in collaborazione con importanti stakeholder<br />

nell’arco di due anni e mezzo. Questa cooperazione e le notizie fornite dai mezzi di<br />

comunicazione hanno sensibilizzato i relativi gruppi professionali e la popolazione. Anche se<br />

nel settore veterinario i quantitativi totali di antibiotici venduti all'anno segnano un calo, va<br />

potenziata la coerente sorveglianza dell'utilizzo di antibiotici nella medicina umana e veterinaria<br />

nonché sviluppata la rilevazione di dati più precisi. I dati sui medicamenti veterinari rilevati<br />

nel quadro degli indicatori agro-ambientali (IAA) consentono di pubblicare dati garantiti<br />

dal profilo statistico riguardanti solo le aziende specializzate nella detenzione di lattifere. La<br />

rilevazione del singolo utilizzo di antibiotici consentirà di adottare misure mirate ad esempio<br />

in quegli ospedali e studi medici, studi veterinari o aziende agricole che impiegano antibiotici<br />

in misura maggiore rispetto alla media.<br />

70<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 15 / 18<br />

PRODUZIONE > SICUREZZA DELLA PRODUZIONE PRIMARIA<br />

Potenziare la prevenzione e un utilizzo consono<br />

Per preservare a lungo termine l'efficacia degli antibiotici è necessaria una maggiore prevenzione:<br />

ad ogni infezione evitata si riduce l'utilizzo di antibiotici. Ad esempio va migliorata<br />

l'igiene negli ospedali e nelle cure nonché ottimizzata la detenzione degli animali.<br />

Direttive uniformi valide a livello nazionale promuovono inoltre un utilizzo consono di antibiotici.<br />

Le direttive definiranno a quali condizioni vanno utilizzati gli antibiotici nella medicina<br />

umana e veterinaria e conterranno informazioni sulla scelta dell'antibiotico adatto, sulla posologia<br />

e sulla durata della terapia.<br />

Markus Hardegger, UFAG, Settore Risorse genetiche e tecnologie, markus.hardegger@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

71


Il mio Rapporto agricolo 16 / 18<br />

PRODUZIONE > SICUREZZA DELLA PRODUZIONE PRIMARIA<br />

Strategia per la sicurezza della catena alimentare<br />

Contesto<br />

Molti attori operano lungo la catena alimentare per garantirne la sicurezza. I Cantoni controllano<br />

le derrate alimentari e gli oggetti d'uso, effettuano controlli veterinari nonché quelli<br />

della produzione primaria e dei mezzi di produzione per l'agricoltura. La Confederazione, mediante<br />

Agroscope, garantisce un controllo centralizzato degli alimenti per animali commercializzati.<br />

La crescente complessità della catena alimentare e delle aspettative dei consumatori nonché<br />

la penuria delle risorse obbligano a strutturare e a coordinare sempre più tali controlli per preservare<br />

un livello di sicurezza elevato per i consumatori.<br />

Il Piano di controllo nazionale pluriennale (PCN) illustra le basi legali, gli attori coinvolti nei<br />

controlli e le attività effettuate lungo la catena alimentare. Nel 2015 è stata definita una strategia<br />

globale in collaborazione con tutti gli organi coinvolti. Questa tiene conto di tale evoluzione<br />

e mira a strutturare e a coordinare tali attività per migliorarne l'efficacia.<br />

Obiettivi comuni in una strategia<br />

In Svizzera sono affidati compiti esecutivi e controlli ufficiali a tutela della sicurezza alimentare<br />

a oltre 70 servizi nella Confederazione e nei Cantoni. L’organizzazione settoriale del sistema di<br />

controllo e la struttura federalista consentono un’attuazione ottimale delle direttive uniformi<br />

e presuppongono un elevato coordinamento e cooperazione.<br />

Ogni anno l'Unità federale per la filiera alimentare (UFAL) organizza una giornata PCN. Riunisce<br />

tutti gli attori della catena alimentare, chimici, veterinari e i servizi di agricoltura cantonali,<br />

l'Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV), l'Ufficio federale<br />

dell'agricoltura (UFAG) e l'Amministrazione federale delle dogane (AFD). Dalle discussioni nei<br />

gruppi di lavoro creati in occasione di questa giornata è scaturito il bisogno di lavorare su obiettivi<br />

comuni.<br />

72<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 17 / 18<br />

PRODUZIONE > SICUREZZA DELLA PRODUZIONE PRIMARIA<br />

Un gruppo di lavoro misto (GL), composto da rappresentanti della Confederazione e dei Cantoni,<br />

è stato incaricato di elaborare obiettivi strategici lungo la catena alimentare. Obiettivo<br />

di portata superiore è garantire la sicurezza lungo la catena alimentare nel modo più efficace<br />

possibile.<br />

La missione del gruppo di lavoro prevede due fasi.<br />

• Formulazione di obiettivi strategici e operativi lungo la catena alimentare, definendo le<br />

competenze e i compiti degli attori.<br />

• Attuazione della strategia nel Piano di controllo nazionale (PCN).<br />

La strategia comprende quattro obiettivi strategici.<br />

1. Le derrate alimentari sul mercato sono sicure e conformi.<br />

La sicurezza delle derrate alimentari e degli oggetti d’uso è mantenuta alta lungo la catena<br />

alimentare per proteggere i consumatori dai pericoli per la salute e rispondere alle loro aspettative<br />

nei confronti delle derrate alimentari.<br />

2. Il sistema continua a evolversi e promuove la collaborazione.<br />

Il sistema di esecuzione e di controllo lungo la catena alimentare diventa più efficiente attraverso<br />

una migliore collaborazione e un flusso di dati più trasparente. I responsabili della politica<br />

sono connessi e si persegue un continuo miglioramento delle sinergie nell'organizzazione.<br />

Si presta attenzione allo sgravio amministrativo.<br />

3. Il sistema previene le crisi in maniera attiva e le supera con successo.<br />

La collaborazione nelle diverse sfere di competenza nell'ambito dell'organizzazione è impostata<br />

in modo che si prevengano le crisi e sia possibile gestirle. Il manuale delle crisi è aggiornato<br />

e sostiene l'organizzazione.<br />

4. Sono create condizioni ottimali per l'accesso al mercato.<br />

La collaborazione degli attori lungo la catena alimentare è organizzata in modo che le derrate<br />

alimentari, i prodotti semilavorati e le materie prime, che rientrano nella nostra sfera di competenza,<br />

siano idonei alla commercializzazione, con o senza condizioni, in Svizzera, nell'Unione<br />

europea e negli altri Paesi selezionati (Stati con i quali la Svizzera ha concluso o aspira a concludere<br />

accordi commerciali).<br />

Dopo la consultazione delle cerchie interessate questa strategia ha ottenuto l'avallo di tutte<br />

le parti in questione.<br />

La strategia globale costituisce una prima tappa. Include già alcuni obiettivi strategici e misure<br />

possibili per la sua realizzazione. Un nuovo gruppo di lavoro per l'attuazione della strategia<br />

globale, costituito da rappresentanti del comparto operativo delle diverse organizzazioni,<br />

studia in dettaglio queste proposte, le completa in funzione della loro esperienza e stabilisce<br />

delle priorità.<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

73


Il mio Rapporto agricolo 18 / 18<br />

PRODUZIONE > SICUREZZA DELLA PRODUZIONE PRIMARIA<br />

Proposte di obiettivi operativi e di misure possibili per la realizzazione del primo obiettivo<br />

strategico<br />

Obiettivo strategico<br />

Punti chiave Obiettivi parziali operativi Misure<br />

Le derrate alimentari sul mercato<br />

sono sicure e conformi<br />

Comprensione globale del rischio<br />

lungo la catena alimentare.<br />

Possibilità di misurare la sicurezza<br />

alimentare: esiste un indice della sicurezza<br />

alimentare per quantificarla<br />

con l'obiettivo di migliorarla.<br />

Elaborazione di un catalogo consolidato<br />

di possibili rischi e rispettiva<br />

priorità come base per la pianificazione.<br />

Aggiornamento costante<br />

della legislazione a sostegno di<br />

un'esecuzione efficace.<br />

Definizione, da parte del GL Analisi<br />

dei dati, di indicatori e rispettiva<br />

ponderazione considerando le<br />

soluzioni già esistenti in Svizzera e<br />

all'estero.<br />

Avvio dei lavori per l'elaborazione,<br />

l'attuazione e il controlling<br />

dell'indice della sicurezza alimentare.<br />

Riduzione dei casi di campilobatteriosi:<br />

inversione a medio termine<br />

della tendenza epidemiologica.<br />

Entro la fine del 2019 il tasso di campilobatteriosi<br />

nell’uomo raggiunge<br />

quello degli anni 2005/2006 (incidenza<br />

inferiore a 70 casi ogni 100<br />

000 persone e anno).<br />

Presentazione di una Strategia nazionale<br />

contro le resistenze agli antibiotici<br />

(StAR).<br />

Disponibilità, per tutti gli attori, dei<br />

dati e delle informazioni necessari al<br />

loro lavoro.<br />

Allestimento e attuazione di un<br />

piano di riduzione «Campy minus»<br />

nonché monitoraggio del suo sviluppo<br />

con il coinvolgimento di tutti<br />

gli interessati.<br />

Allestimento di un piano di attuazione<br />

della Strategia nazionale<br />

contro le resistenze agli antibiotici<br />

(StAR).<br />

Esecuzione di un'analisi dello stato<br />

attuale/auspicato volta a stabilire<br />

dove sono presenti dati e informazioni<br />

nonché la rispettiva qualità e<br />

di quali dati necessitano i singoli attori<br />

per l’adempimento ottimale del<br />

mandato di esecuzione.<br />

Louis Tamborini, UFAG, Settore Sicurezza della produzione e alimentazione animale, louis.tamborini@blw.admin.ch<br />

74<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


75


Il mio Rapporto agricolo 2 / 93<br />

MERCATO > INTRODUZIONE<br />

Introduzione<br />

Nel 2015 la temperatura annuale in Svizzera è stata mediamente superiore di 2 gradi a quella<br />

di riferimento dal profilo climatico registrata nel periodo 1961-1990 su tutto il territorio nazionale.<br />

Il 2015 è stato quindi l’anno più caldo mai registrato in Svizzera. L'estate 2015, dopo<br />

quella del 2003, è stata la seconda più calda dall'inizio delle rilevazioni sistematiche nel 1864.<br />

In tutto il periodo estivo in Svizzera si sono registrarti 3,5 gradi in più rispetto alla media pluriennale.<br />

Nella maggior parte delle località l'estate 2015 è stata troppo secca. Soprattutto a<br />

inizio luglio il suolo è diventato estremamente arido a causa di canicola, vento e 14 giorni di<br />

sole quasi ininterrotto. Soltanto a partire dalla seconda metà del mese di agosto sono cadute<br />

grandi quantità di piogge. Nella maggior parte delle località è stato possibile solo in parte compensare<br />

la carenza di precipitazioni.<br />

Già a inizio 2015 gennaio ha registrato temperature oltre la media; in alcuni giorni la colonnina<br />

ha toccato 20 gradi e non si sono praticamente rilevate gelate. Dopo un inizio invernale, marzo<br />

è stato molto soleggiato e secco. Soltanto a fine aprile sono arrivate le tanto attese precipitazioni.<br />

I mesi di maggio e giugno sono stati umidi e freschi. In particolare giugno è stato caratterizzato<br />

da forti oscillazioni di temperature. Alla fine di giugno è iniziata l'ondata di caldo<br />

estiva. In autunno e fino a dicembre le temperature si sono nuovamente attestate su valori<br />

oltre la media. Complessivamente, ad eccezione di ottobre, è stato un autunno troppo secco.<br />

Prodotti di origine vegetale<br />

Nella produzione vegetale le condizioni climatiche del 2015 hanno avuto impatti diversi a seconda<br />

delle colture. Suoli secchi e caldi hanno consentito semina e piantagione primaverili precoci<br />

di verdura, barbabietole da zucchero, cereali, semi oleosi e patate. All'inizio della stagione<br />

estiva freddo e umidità hanno però rallentato la crescita delle colture e determinato in parte<br />

perdite di resa nell'orticoltura. La canicola e la siccità in piena estate hanno causato un gran<br />

dispendio per l'irrigazione e nelle regioni più secche dell'Altopiano e della Svizzera settentrionale<br />

hanno determinato rese inferiori alla media sulle superfici inerbite, nella coltivazione<br />

di mais e per le verdura da stoccaggio e destinate alla trasformazione (escl. carote). Nell'anno<br />

precedente soltanto l'80 per cento del frumento panificabile raccolto è stato destinato alla panificazione,<br />

mentre nel 2015, grazie al clima secco nella fase di maturazione e di raccolto quasi<br />

il 100 per cento del frumento ha raggiunto lo standard per la panificazione. Dopo le rese record<br />

dell'anno precedente, è stato possibile ottenere anche nel 2015 ottime rese di colza. Le patate<br />

e le barbabietole da zucchero hanno sofferto ristagni idrici all'inizio dell'estate e successivamente<br />

la siccità estiva.<br />

Tutto sommato si può trarre un bilancio positivo per l'annata vitivinicola e frutticola. I frutti<br />

sono giunti a maturazione in buone condizioni determinando qualità elevata nelle uve e nella<br />

frutta. Tuttavia la vendemmia, a causa della siccità, è stata una delle più esigue degli ultimi<br />

anni. Grazie alle possibilità di irrigazione nella frutticoltura, in generale è stato possibile ricavare<br />

rese nella media. In particolare le bacche hanno sofferto la canicola estiva. La drosofila<br />

del ciliegio è stata sempre presente, ma nella frutticoltura ha causato meno danni rispetto a<br />

quanto temuto e nella viticoltura non ha provocato alcun problema.<br />

Prodotti di origine animale<br />

La tendenza al ribasso per gli effettivi di bovini in atto ormai da anni ha avuto ripercussioni<br />

sull'approvvigionamento indigeno. Mentre la produzione di carne da banco nel 2015 è aumentata,<br />

è diminuito l'approvvigionamento di mezzene da salumeria. La quota indigena sul consumo<br />

per il bestiame grosso si è attestata all'80,6 per cento. La produzione di carne di vitello<br />

nell'anno oggetto del rapporto è diminuita del 4 per cento rispetto all'anno precedente e si<br />

è attestata a circa 29 100 tonnellate di peso alla macellazione. La produzione e il consumo<br />

pro capite di carne di suino sono diminuiti leggermente rispetto all'anno precedente. È inceve<br />

76<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 3 / 93<br />

MERCATO > INTRODUZIONE<br />

aumentato il consumo di carne ovina. La popolazione continua ad apprezzare uova e carne di<br />

pollame svizzere che si sono potute affermare sul mercato nonostante le enormi differenze di<br />

prezzo rispetto ai prodotti d'importazione. Il prezzo alla produzione del latte ha subito pressioni<br />

a causa soprattutto delle difficoltà sul mercato internazionale del latte. La bilancia commerciale<br />

del formaggio Svizzera-UE è stata nuovamente positiva in termini di valore, mentre<br />

dal profilo dei quantitativi le importazioni sono state, come già l'anno scorso, superiori alle<br />

esportazioni.<br />

Evoluzione dei mercati<br />

Nel 2015 il valore aggiunto lordo del settore primario ha seguito un andamento negativo; lo<br />

stesso dicasi per il commercio di prodotti agricoli. Sia l'indice dei prezzi alla produzione dei<br />

prodotti agricoli sia quello dei prezzi al consumo delle derrate alimentari e delle bevande analcoliche,<br />

invece, hanno segnato una tendenza leggermente positiva. Come si sono invece sviluppati<br />

i prezzi ai diversi livelli commerciali? Come evolve la competitività nel settore lattiero?<br />

La risposta a queste domande è contenuta nell'articolo della sottorubrica «Evoluzione dei mercati».<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

77


Il mio Rapporto agricolo 4 / 93<br />

MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />

Valore aggiunto lordo<br />

Nel 2015 l'economia svizzera ha realizzato un valore aggiunto lordo di 625 miliardi di franchi,<br />

ovvero di circa 3 miliardi superiore a quello dell'anno precedente. La quota del settore primario<br />

si attesta sullo 0,7 per cento.<br />

Evoluzione del valore aggiunto lordo dei tre settori dell’economia<br />

Settore 2000 2014 1 2015 1 Quota 2015<br />

mio. fr. mio. fr. mio. fr. %<br />

Primario 5300 4680 4256 0,7<br />

Secondario 115 366 159 866 159 462 25,5<br />

Terziario 317 079 458 202 461 162 73,8<br />

Totale 437 745 622 748 624 880 100,0<br />

Avvertenza: in seguito alla revisione totale del conto economico del 2014 (adeguamento al Sistema europeo dei<br />

conti nazionali e regionali 2010), sono state modificate tutte le sequenze di dati degli aggregati.<br />

¹ Dati provvisori<br />

Fonte: UST<br />

Alessandro Rossi, UFAG, Settore Comunicazione e servizi linguistici, alessandro.rossi@blw.admin.ch<br />

78<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 5 / 93<br />

MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />

Commercio estero<br />

Nel 2015, dopo anni di crescita moderata, il commercio svizzero estero ha registrato un calo:<br />

le importazioni e le esportazioni, con rispettivamente 166,3 e 202,9 miliardi di franchi, sono<br />

risultate inferiori del 6,9 % e del 2,6 % rispetto al 2014. Il saldo della bilancia commerciale nel<br />

2015 ha dato un'eccedenza d'esportazione di 36,6 miliardi di franchi, vale a dire 6,6 miliardi<br />

di franchi in più rispetto al 2014.<br />

Nell’anno oggetto del rapporto il commercio di prodotti agricoli ha avuto, nel complesso, un<br />

andamento negativo. Rispetto al 2014 il valore delle importazioni è sceso di 0,6 raggiungendo<br />

11,5 miliardi di franchi, quello delle esportazioni ha segnato un calo di 0,3 miliardi di franchi<br />

attestandosi a 8,5 miliardi di franchi. Nel 2015 la bilancia commerciale per i prodotti agricoli<br />

si è chiusa con un’eccedenza d’importazione di 3,0 miliardi di franchi, vale a dire 0,3 miliardi<br />

di franchi in meno rispetto al 2014. Tuttavia, nel complesso, tra il 2000 e il 2015 l’eccedenza<br />

d’importazione ha subito una flessione di 2 miliardi di franchi.<br />

Nell’anno oggetto del rapporto il 71,7 per cento circa delle importazioni agricole proveniva<br />

dall’UE. Il 57,3 per cento dei prodotti esportati dalla Svizzera era destinato all’area europea.<br />

Rispetto al 2014 le importazioni dall'UE sono diminuite di 0,5 miliardi di franchi, fissandosi<br />

a 8,3 miliardi di franchi, mentre le esportazioni verso l'UE sono diminuite di 0,4 miliardi di<br />

franchi segnando un livello di 4,9 miliardi di franchi. Nel 2015 la bilancia commerciale con l'UE<br />

per i prodotti agricoli ha chiuso con un’eccedenza d’importazione di 3,4 miliardi di franchi.<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

79


Il mio Rapporto agricolo 6 / 93<br />

MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />

In termini di valore, i prodotti agricoli importati in Svizzera provenivano soprattutto dalla Germania,<br />

seguita da Italia e Francia. Poco più del 60 per cento dell’insieme delle importazioni<br />

dall’UE proveniva da questi tre Paesi. A Germania, Francia e Italia è stato destinato circa il 56<br />

per cento del valore delle esportazioni nell’UE del 2015.<br />

La bilancia commerciale con i Paesi UE confinanti nonché con la Spagna e i Paesi Bassi ha registrato<br />

eccedenze d’importazione nell’anno oggetto del rapporto. La Svizzera ha registrato il<br />

peggior bilancio con l’Italia. È risultato invece più equilibrato il bilancio con l’Austria. Nel commercio<br />

con i restanti Paesi membri dell’UE la Svizzera ha registrato, nel 2015, un’eccedenza<br />

d’esportazione di 88 milioni di franchi.<br />

80<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 7 / 93<br />

MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />

Nell’anno oggetto del rapporto le importazioni hanno interessato essenzialmente bevande,<br />

prodotti animali (compreso il pesce), generi voluttuari (caffè, tè e spezie) e preparati alimentari.<br />

In termini di valore le importazioni di bevande si compongono per un buon 60 per cento<br />

di vini, per il 19 per cento di acque minerali e per il 14 per cento circa di liquori. L’importazione<br />

totale di prodotti della voce «prodotti di origine animale, pesce» si compone di oltre il 40 per<br />

cento di carne, del 30 per cento circa di pesce e, per il resto, di preparati e conserve di carne.<br />

Com’era già stato il caso negli anni precedenti, nel 2015 si sono esportati soprattutto generi<br />

voluttuari e bevande, seguiti da preparati alimentari, cereali, preparazioni e latticini. I generi<br />

voluttuari esportati sono prevalentemente caffè con 1 943 milioni di franchi (2014: 2 025 mio.<br />

fr.) nonché cioccolata e generi alimentari contenenti cacao con 786 milioni di franchi (2014:<br />

796 mio. fr.). I preparati alimentari, gli estratti di caffè, le zuppe e le salse rappresentano la<br />

quota principale delle esportazioni totali di derrate alimentari.<br />

La bilancia commerciale secondo la categoria di prodotti registra un’eccedenza d’importazione<br />

soprattutto per i prodotti animali, compreso il pesce (–1 561 mio. fr.) e la frutta (–1 213 mio.<br />

fr.). Nel 2015 sono state realizzate eccedenze d’esportazione per generi voluttuari, tabacchi e<br />

diversi, latticini nonché bevande.<br />

Alessandro Rossi, UFAG, Settore Comunicazione e servizi linguistici, alessandro.rossi@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

81


Il mio Rapporto agricolo 8 / 93<br />

MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />

Grado di autoapprovvigionamento<br />

Il grado di autoapprovvigionamento è la quota della produzione indigena rispetto al consumo<br />

all'interno del Paese. Esso si distingue tra lordo e netto. In quello netto si tiene in considerazione<br />

il fatto che una parte della produzione indigena si ottiene utilizzando alimenti importati<br />

per animali. Nel calcolo del grado di autoapprovvigionamento netto, dalla produzione animale<br />

indigena è dedotta la quota ottenuta con alimenti importati per animali.<br />

» A25<br />

La produzione di punta dell’agricoltura svizzera è quella animale, il che spiega anche il grado di<br />

autoapprovvigionamento relativamente elevato in questo settore. Nel 2014 la quota indigena<br />

di prodotti animali ha fatto segnare, con il 100 per cento, quasi tre punti in più rispetto al 2013<br />

(97 %). La causa principale è stata l'elevata produzione di latte, carne di maiale, uova e carne<br />

di pollame. La quota di prodotti di origine vegetale nel 2014 è aumentata di 5 punti rispetto al<br />

2013, attestandosi al 46 per cento a causa soprattutto di un maggior raccolto di barbabietole<br />

da zucchero. Nel complesso, il grado di autoapprovvigionamento lordo nel 2014, pari al 63 per<br />

cento, ha registrato un incremento di 5 punti rispetto al 2013 (58 %); quello netto ha raggiunto<br />

quota 55 per cento, superando del 5 per cento il livello del 2013.<br />

Alessandro Rossi, UFAG, Settore Comunicazione e servizi linguistici, alessandro.rossi@blw.admin.ch<br />

82<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 10 / 93<br />

MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />

Evoluzione degli indici dei prezzi<br />

Tra il 2000/02 e il 2007 l’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti agricoli ha fatto registrare<br />

un lieve calo. Dopo un aumento di breve durata nel 2008 a quota 105,3 per cento, l’indice<br />

ha subito un nuovo drastico calo perdurato fino al 2012. Dopo un'ulteriore ripresa nel 2013 e<br />

nel 2014 segnando un livello poco più del 98 per cento, nell'anno oggetto del rapporto l'indice<br />

è diminuito di nuovo di quasi 6 punti percentuali attestandosi a 92,2 per cento. Al momento<br />

l'indice segna un livello simile a quello del 2010.<br />

Contrariamente all’indice dei prezzi alla produzione, nel 2015 gli altri indici sono risultati superiori<br />

a quelli del 2000/02. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per il sottogruppo «derrate<br />

alimentari e bevande analcoliche» è aumentato del 7 per cento tra il 2000/02 e il 2008,<br />

per poi ridiscendere al 101,2 per cento nel 2012. Dopo un lieve aumento nel 2013 (102,4 %) e<br />

nel 2014 (103,4 %), l'indice ha segnato nuovamente un calo attestandosi a 102,6 per cento.<br />

L’indice dei prezzi dei mezzi di produzione agricoli ha segnato un rialzo fino al 2008, toccando<br />

quota 110,6 per cento. Dopo una lieve flessione al 108,0 per cento (2010), tra il 2011 e il 2013<br />

l’indice è risultato pressoché stabile sul 108,5 per cento. Nel 2014 e nell'anno oggetto del<br />

rapporto è diminuito ancora una volta, attestandosi nel 2015 a 105,5 per cento. L’indice può<br />

essere Il mio Rapporto suddiviso agricolo in mezzi di produzione di origine agricola (sementi, alimenti per animali) e 11 / 93<br />

altri mezzi di produzione. Il primo nel 2015 è aumentato di 2,1 punti percentuali, il secondo<br />

del 2,3 per cento.<br />

MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />

Fino al 2008 l'indice dei prezzi all’importazione per le derrate alimentari e le bevande è salito<br />

al 114,5 per cento e in seguito fino al 2012 è diminuito attestandosi a 107,1 per cento. Dopo<br />

un incremento nel 2013 (107,4 %) e nel 2014 (108,7 %), nell'anno oggetto del rapporto ha<br />

subito un calo di 4,7 punti percentuali segnando quota 104,0 per cento.<br />

Alessandro Rossi, UFAG, Settore Comunicazione e servizi linguistici, alessandro.rossi@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

83


Il mio Rapporto agricolo 12 / 93<br />

MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />

Prezzi ai diversi livelli commerciali<br />

Introduzione<br />

Nel messaggio concernente l'evoluzione della politica agricola negli anni 2014-2017 si mette<br />

in risalto l'importanza della garanzia di un'adeguata trasparenza da parte di un osservatorio<br />

indipendente nei mercati delle derrate alimentari sempre più liberalizzati e volatili. L’UFAG<br />

monitora da anni i mercati agricoli più importanti ai vari livelli commerciali. L'Osservazione<br />

del mercato, in quanto servizio esecutivo, si fonda sulla base legale stabilita nell'articolo 27<br />

capoverso 1 LAgr. In particolare si concentra sulle evoluzioni di prezzo nei settori carne, latte,<br />

uova, prodotti della campicoltura, frutta e verdura che costituiscono oggetto di analisi approfondita<br />

del presente contributo.<br />

Nelle sezioni seguenti sono descritte le evoluzioni di prezzo dei prodotti biologici e non, ai<br />

livelli commerciali «Produzione», «Commercio all'ingrosso per il canale della ristorazione»<br />

nonché «Commercio al dettaglio» e «Consumo». Occorre tener presente che i confronti del livello<br />

e dell’andamento dei prezzi tra i diversi gruppi di prodotti e livelli commerciali sono resi<br />

difficili dall'eterogenea definizione di prezzo ai diversi livelli (p.es. diversa combinazione di<br />

label o diverso grado di trasformazione).<br />

Prezzi alla produzione<br />

Negli ultimi anni i prezzi alla produzione in Svizzera si sono sviluppati in maniera molto diversa.<br />

Nel 2015 importanti fattori che hanno influito sull'evoluzione dei prezzi sono stati l'abolizione<br />

della soglia minima per il cambio EURO-CHF e il conseguente turismo degli acquisti verso i Paesi<br />

limitrofi.<br />

» A26<br />

Prezzi, biologico escluso<br />

Nella produzione lattiera il 2015 è stato caratterizzato da un netto calo dei prezzi. In media<br />

il prezzo del latte rispetto all'anno precedente ha subito una flessione del 9,3 per cento attestandosi<br />

a 61.9 centesimi al chilogrammo e ha seguito l'evoluzione dei prezzi esteri. Rispetto<br />

al 2000 sia il prezzo del latte in generale sia quello del latte di caseificio sono nettamente diminuiti<br />

(-17,3 % nel periodo 2013/15). L'apertura del mercato caseario nel 2007, l'abolizione<br />

del contingentamento lattiero nel 2009, l'aumento delle riserve di burro a causa della sovraproduzione<br />

nonché gli sviluppi internazionali nel mercato lattiero hanno avuto nette ripercussioni<br />

sui prezzi.<br />

Nel 2015 sul mercato del bestiame da macello per i bovini si sono registrati prevalentemente<br />

rincari. Rispetto al 2014 le vacche da macello sono state commercializzate a prezzi maggiori<br />

a causa della scarsa offerta e della domanda elevata di carne macinata e di insaccati. Dal confronto<br />

tra i periodi 2000/02 e 2013/2015 si evince che i prezzi alla produzione nel mercato<br />

della carne (eccezione agnello e suino) sono aumentati. Negli anni la carne suina, a causa del<br />

ciclo della produzione del maiale, ha subito sensibili oscillazioni di prezzo, tuttavia nel periodo<br />

2000/02, rispetto al 2013/15, i prezzi alla produzione erano maggiori a causa dell'esigua offerta.<br />

Negli ultimi anni i prezzi delle uova sono restati relativamente costanti e prevedibili grazie alla<br />

pianificazione della produzione e alla gestione dei quantitativi nel quadro dell'integrazione<br />

verticale predominante in questo mercato. Rispetto al periodo 2013/15, negli anni 2002/04 i<br />

prezzi erano nel complesso leggermente maggiori.<br />

Nel 2015 rispetto al 2014 per i cereali indigeni sono stati osservati prezzi leggermente più<br />

bassi. Nel 2015 circa 53 000 tonnellate di raccolto all'interno del Paese sono state declassate<br />

84<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 13 / 93<br />

MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />

dalla Federazione svizzera dei produttori di cereali (FSPC) a causa di un’eccedenza di produzione.<br />

In tal modo è stato possibile evitare una situazione di eccedenza e quindi un crollo dei<br />

prezzi. Il calo di prezzo tra il 2000/02 e il 2013/15 è in parte riconducibile alle mutate condizioni<br />

quadro, come la riduzione dei prezzi soglia.<br />

Per quanto riguarda le sarchiate le condizioni meteorologiche hanno avuto una grande influenza<br />

sui prezzi alla produzione. Nel 2015 i prezzi alla produzione delle patate sono stati nettamente<br />

superiori rispetto all'anno precedente, in primo luogo a causa delle perdite di raccolto<br />

dovute all'estate calda. Tra il 2000/02 e il 2013/15 i prezzi delle sarchiate in media sono aumentati<br />

(eccezione barbabietola da zucchero con -38,6% a causa dei bassi prezzi dello zucchero).<br />

Dal 2000 i prezzi della frutta osservata hanno avuto uno sviluppo per lo più positivo. Tra il<br />

2000/03 e il 2012/15 i prezzi sono aumentati fino al 60 per cento (ciliegie da tavola 2015: 6,02<br />

fr./kg; 2000/03: 3,86 fr./kg). Per le ciliegie da tavola va notato che l'evoluzione dei prezzi<br />

negli ultimi anni è stata correlata anche agli adeguamenti del calibro e alla coltivazione di<br />

nuove varietà (frutti più grandi rispetto al passato). Tra la frutta a nocciolo, le albicocche sono<br />

rincarate di circa l'1,4 per cento, mentre per le prugne da tavola è stato registrato un aumento<br />

del 5,1 per cento. Per le mele si è osservato sia un incremento pari al 6,1 per cento (Golden<br />

Delicious 2015: 1.06 fr./kg) sia un calo pari all’8,4 per cento (Maigold/Braeburn 2015: 1.01<br />

fr./kg).<br />

Come per la frutta, anche per la verdura sono aumentati i prezzi indicativi franco grossista per<br />

tutte le categorie di prodotti osservate (eccezione: cipolle, con un calo del prezzo del 30 %).<br />

Ad esempio i prezzi delle carote sono aumentati del 10,7 per cento tra il 2000/02 e il 2013/15.<br />

I pomodori sono rincarati di oltre l'8,3 per cento, sedano rapa, lattuga cappuccio, cetrioli e<br />

cavolfiore hanno registrato aumenti compresi tra il 14 e il 38 per cento.<br />

» A27<br />

Prezzi dei prodotti biologici<br />

Nel commercio al dettaglio sono aumentate sia l'offerta sia la domanda nel segmento del biologico.<br />

Poiché i prezzi di alcuni prodotti biologici vengono osservati soltanto dal 2010-2011,<br />

non è sempre possibile effettuare un confronto pluriennale. Laddove possibile, è stata osservata<br />

un'evoluzione al rialzo dei prezzi nel commercio al dettaglio, con singole eccezioni.<br />

Nel 2015 i prezzi dei latticini prodotti secondo metodi biologici sono evoluti in maniera differenziata.<br />

Dal 2010 i prezzi del latte da bere sono aumentati, per poi ristagnare e diminuire<br />

leggermente nell'ultimo anno (analogamente all'evoluzione dei prezzi nella produzione).<br />

Per la carne biologica nel 2015 i prezzi sono per lo più aumentati (eccezione: carne di suino<br />

e singoli prodotti carnei); in particolare per la carne bovina (di manzo e di vitello) tutti i tagli<br />

pregiati hanno subito rincari.<br />

Per le uova biologiche tra il 2002/04 e il 2013/15 i prezzi sono rimasti relativamente costanti.<br />

L'incremento di prezzo per le uova crude si attesta all'1,2 per cento (2015: 81.1 ct./uovo) e<br />

per quelle sode al 2,1 % (2014: 95.93 ct./uovo).<br />

Anche per le patate biologiche i prezzi sono complessivamente aumentati nel confronto pluriennale<br />

(eccezione: patate da raclette). Nel 2015, rispetto all'anno precedente, i prezzi sono<br />

diminuiti, a causa della scarsa offerta registrata nel 2014, il che ha determinato forti rincari.<br />

Anche i prezzi della frutta biologica tra il periodo 2002/05 e 2012/15 sono aumentati (eccezione:<br />

fragole negli anni 2002/04 - 2013/15). Per le prugne l'incremento è stato di oltre il 40<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

85


Il mio Rapporto agricolo 14 / 93<br />

MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />

per cento. Rispetto al 2014, nel 2015 fragole e mele (Golden Delicious) hanno segnato un calo<br />

di prezzo.<br />

Per la verdura biologica non si sono osservate evoluzioni di prezzo uniformi. Mentre le verdure<br />

destinate all'immagazzinamento, ossia sedano rapa, cipolle, carote nonché lattuga cappuccio<br />

biologici nel periodo 2013/15 hanno registrato rincari nel commercio al dettaglio rispetto al<br />

periodo 2002/04, i prezzi dei pomodori (tondi) e dei cetrioli sono diminuiti. Rispetto al 2014,<br />

nel 2015 la verdura biologica osservata, tranne i cetrioli, è rincarata.<br />

» A28<br />

Prezzi nella fornitura e nell’acquisto all’ingrosso<br />

Gli addetti alla ristorazione e i consumatori privati possono avere accesso a un ampio assortimento<br />

di alimenti in confezioni di dimensioni più grandi, mediante una carta di acquisto, grazie<br />

alla fornitura e all’acquisto all’ingrosso. Dal 2013 pertanto vengono osservati anche i prezzi a<br />

livello di fornitura e acquisto all’ingrosso.<br />

Prezzi, biologico escluso<br />

Per quanto riguarda i latticini sono stati smerciati prevalentemente latte intero standardizzato<br />

UHT (1.23 fr./l), panna intera (5.88 fr./l), yogurt (3.65 fr./l), mozzarella (8.28 fr./kg) e burro<br />

(12.75 fr./kg). Rispetto all'anno precedente i prezzi dei prodotti osservati nel 2015 sono per<br />

lo più diminuiti, ad eccezione del formaggio (Gruyère) e del latte scremato oggetto di offerte<br />

promozionali.<br />

Nel segmento della carne fresca è stata venduta prevalentemente carne di manzo (31,0 %)<br />

e di suino (36,9 %). La quota d'importazione ammonta, in tutto il segmento, a circa il 15 per<br />

cento. I tagli preferiti sono entrecôte di manzo (35.37 fr./kg), carne macinata bovina (11.77<br />

fr./kg), costolette di maiale (11.38 fr./kg) e petto di pollo (18.93 fr./kg). Mentre la carne di<br />

manzo, in particolare quella macinata, tendenzialmente è rincarata, per la carne di suino si<br />

sono osservate vendite promozionali su vasta scala.<br />

Per le uova la quota d'importazione nel commercio all’ingrosso è aumentata nettamente rispetto<br />

a quella nel commercio al dettaglio. Le uova di allevamento al suolo importate, crude e<br />

sode, costituiscono circa il 54 per cento dell'intera offerta di uova in guscio. Il motivo risiede<br />

principalmente nel prezzo; le uova crude, contrariamente a quelle provenienti da allevamento<br />

al suolo indigene (41.3 ct./uovo), sono più economiche di oltre il 25 per cento (29 ct./uovo).<br />

Per le patate le varietà più vendute sono quelle resistenti alla cottura nonché quelle della categoria<br />

«patate da tavola per alte temperature», particolarmente adatte per essere arrostite<br />

e fritte. Rispetto al 2014 i prezzi in generale sono aumentati (eccezione: patate da tavola per<br />

alte temperature).<br />

Tra la verdura osservata le carote e i pomodori hanno registrato le vendite maggiori. Nel 2015<br />

i prezzi si sono attestati tra 1.62 fr./kg e 2.80 fr./kg. In generale i prezzi dei prodotti osservati<br />

hanno subito un incremento (eccezione: carote).<br />

» A29<br />

Prezzi dei prodotti biologici<br />

Lo smercio di prodotti biologici nel commercio all'ingrosso è ancora esiguo. Contrariamente al<br />

commercio al dettaglio, il biologico nella ristorazione non riveste ancora una grande importanza.<br />

Nell'ultimo anno gli acquisti di latticini biologici non sono stati degni di nota.<br />

Anche per la carne fresca nel 2014 sono stati smerciati soltanto scarsi quantitativi di prodotti<br />

biologici. La quota di mercato, sia per la carne di manzo sia per quella di vitello e di suino, è<br />

86<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 15 / 93<br />

MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />

inferiore allo 0,1 per cento. Il livello di prezzo, rispetto ai prodotti convenzionali, si attesta tra<br />

il 20 (per la carne di vitello) e il 90 per cento (per la carne suina).<br />

Le uova biologiche nel commercio all’ingrosso detengono una quota di mercato di circa l'1,2<br />

per cento. Nel 2014 il prezzo delle uova biologiche crude, con 59.9 ct./uovo, supera il prezzo<br />

di un uovo crudo da allevamento al suolo di circa il 30 per cento.<br />

Anche le patate biologiche sono relativamente poco vendute nel commercio all'ingrosso; la<br />

loro quota di mercato nel 2014 è stata inferiore allo 0,1 per cento. I prezzi superano quelli dei<br />

prodotti convenzionali, con oscillazioni che vanno dal 40 al 90 per cento. Si osserva lo stesso<br />

scenario per i prodotti a base di verdura selezionati, come carote e pomodori.<br />

Prezzi al consumo<br />

Negli ultimi anni i prezzi al consumo in Svizzera si sono sviluppati in maniera molto diversa.<br />

Nel 2015 importanti fattori che hanno influito sull'evoluzione dei prezzi sono stati l'abolizione<br />

della soglia minima per il cambio EURO-CHF e il conseguente turismo degli acquisti verso i Paesi<br />

limitrofi.<br />

» A30<br />

Prezzi, biologico escluso<br />

I prezzi dei latticini hanno segnato una diminuzione netta, salve poche eccezioni. Alcuni formaggi,<br />

come la mozzarella (-36,5 % nel confronto degli anni 2000/02-2012/14), sono diventati<br />

complessivamente più convenienti grazie al libero scambio e anche i prezzi dei prodotti della<br />

linea bianca, come il latte intero standardizzato UTH 35 g (-17,7 %), sono nettamente diminuiti.<br />

Tale sviluppo si è quindi allineato all'evoluzione dei prezzi alla produzione.<br />

Per la carne l'evoluzione è specifica per specie animale. Per la carne di manzo, vitello e agnello i<br />

prezzi sono aumentati sia rispetto agli anni 2000/02-2012/14 sia rispetto al 2014. Ciò è riconducibile<br />

alla crescente quota di label nell'assortimento per cui la produzione, e anche i prodotti<br />

smerciati, sono rincarati. Per la carne di suino, invece, l'evoluzione è stata complessivamente<br />

negativa. Nel periodo tra il 2000/02 e il 2012/14 i tagli dei singoli pezzi di carne sono diminuiti<br />

di oltre il 10 per cento (spezzatino, spalla), per quelli più pregiati la differenza era minore (p.es.<br />

1,2 per cento per la fettina). Occorre comunque ricordare che, oltre alla tendenza al consumo<br />

di carne povera di grassi, anche il rapporto tra offerta e domanda ha una notevole influenza sul<br />

prezzo della carne di suino (il che si ripercuote sul ciclo di produzione del maiale).<br />

I prezzi al consumo delle uova sono evoluti in maniera differenziata. Mentre dal 2002/04 i<br />

prezzi delle uova importate e delle uova crude da allevamento al suolo sono diminuiti (fino al<br />

16 per cento per le uova da allevamento al suolo importate, sode), le uova sode svizzere sono<br />

rincarate (+9,3 % per le uova da allevamento all'aperto, sode).<br />

I prezzi di farina e pane dal 2012 sono rimasti piuttosto costanti.<br />

Per le patate, i prezzi sono fortemente influenzati dall'offerta e dalla domanda. Mentre i prezzi<br />

nel 2013 sono rincarati in seguito allo scarso raccolto, nel 2014 sono notevolmente diminuiti.<br />

Comparando il periodo tra il 2005 e il 2012/14, ad eccezione delle patate novelle da tavola, si<br />

è constatata un'evoluzione dei prezzi al ribasso. Ciò è dovuto, tra le altre cose, alla crescente<br />

domanda di prodotti convenience e alla conseguente riduzione di prezzo come reazione del<br />

commercio al dettaglio per contrastare la diminuzione di consumo di patate fresche.<br />

Lo zucchero cristallizzato nel periodo tra il 2000/02 e il 2012/14 è diventato nettamente più<br />

conveniente (-16,8 %; 1.18 fr./kg nel 2014). Tale sviluppo si è quindi allineato all'evoluzione<br />

dei prezzi alla produzione.<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

87


Il mio Rapporto agricolo 16 / 93<br />

MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />

Per la frutta prodotta in modo convenzionale, i prezzi dei singoli prodotti sono evoluti in maniera<br />

differente. Nel 2014 i prezzi al dettaglio di mele (Golden Delicious), albicocche e fragole<br />

sono aumentati rispetto all'anno precedente. Pere (Conférence), ciliegie e prugne, invece,<br />

sono state offerte a prezzi inferiori. L’osservazione sul lungo periodo indica un ribasso dei<br />

prezzi delle mele Golden Delicious e delle pere Conférence tra il 2000/02 e il 2012/14 (-6,7 %;<br />

-0,7 %). Nello stesso periodo albicocche, fragole, ciliegie e prugne hanno registrato un rincaro<br />

fino al 35 per cento (+35,7 %, +24,1 %, +20,9 %; +19,5 %).<br />

Come per la frutta, anche i prezzi della verdura prodotta convenzionalmente sono evoluti in<br />

maniera differente. Nel periodo compreso tra il 2000/02 e il 2012/14 sono aumentati i prezzi<br />

delle verdure destinate all'immagazzinamento, ossia sedano rapa (+27,2 %, 2014: 4.94 fr./<br />

kg), carote (+16,3 %, 2014: 2.49 fr./kg) e cipolle (+5,6 %, 2014: 2.42 fr./kg) nonché pomodori<br />

(tondi) (+6,2 %, 2014: 3.79 fr./kg) e lattuga cappuccio (+3,1 %, 2014: 1.72 fr./pz.). Nello<br />

stesso periodo hanno registrato una diminuzione di prezzo cetrioli (-7,9 %, 2014: 1.42 fr./pz.)<br />

e cavolfiori (-1,2 %, 2014: 3.89 fr./kg).<br />

» A31<br />

Prezzi dei prodotti biologici<br />

Nel commercio al dettaglio sono aumentate sia l'offerta sia la domanda nel mercato del biologico.<br />

Poiché i prezzi di alcuni prodotti biologici vengono osservati soltanto dal 2010-2011,<br />

non è sempre possibile effettuare un confronto decennale. Laddove possibile, è stata osservata<br />

un'evoluzione al rialzo dei prezzi nel commercio al dettaglio, con singole eccezioni.<br />

I prezzi dei latticini prodotti secondo metodi biologici sono evoluti in maniera differenziata<br />

(fino a +5 % per il latte intero standardizzato UHT, 2014: 1.81 fr./l). Dal 2010 i prezzi del latte<br />

da bere sono aumentati. I prodotti molto elaborati come ad esempio lo yogurt, il formaggio e<br />

il burro, invece, hanno segnato un calo del prezzo, benché nel 2014 per la maggior parte dei<br />

prodotti è stato constatato tendenzialmente un lieve incremento di prezzo rispetto all'anno<br />

precedente.<br />

Per la carne biologica dal 2011 i prezzi sono aumentati notevolmente (eccezione: pollo e singoli<br />

prodotti carnei); per i bovini (carne di manzo e di vitello) sono stati registrati maggiori<br />

rincari rispetto alla carne suina.<br />

Per le uova biologiche i prezzi sono rimasti relativamente costanti nel periodo tra il 2002/04 e<br />

il 2012/2014. L'incremento di prezzo per le uova crude si è attestato allo 0,7 per cento (2014:<br />

82.1 ct./uovo) e per le uova sode allo 0,3 per cento (2014: 93.69 ct./uovo), anche a causa<br />

dell'integrazione verticale nella produzione e nella trasformazione.<br />

Anche per le patate biologiche i prezzi sono complessivamente aumentati nel confronto decennale<br />

(eccezione patate da raclette). Nel 2014, rispetto al 2013, i prezzi sono nuovamente<br />

diminuiti, a causa della scarsa offerta registrata nel 2013, il che ha determinato maggiori rincari.<br />

Anche i prezzi della frutta biologica sono aumentati nel confronto decennale tra gli anni<br />

2002/04 e 2012/14 (eccezione fragole). Per le prugne l'incremento è stato di oltre il 40 per<br />

cento.<br />

Per la verdura biologica non si sono osservate evoluzioni di prezzo uniformi. Mentre le verdure<br />

destinate all'immagazzinamento, ossia sedano rapa, cipolle, carote nonché lattuga cappuccio<br />

biologici nel periodo 2012/14 hanno registrato rincari nel commercio al dettaglio rispetto al<br />

periodo 2002/04, i prezzi dei pomodori (tondi) e dei centrioli sono diminuiti.<br />

88<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 17 / 93<br />

MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />

Confronto tra il paniere delle merci biologico e quello non biologico<br />

» A32<br />

» A33<br />

Il paniere delle merci corrisponde al consumo mensile di alimenti selezionati (una volta prodotti<br />

biologici incl. e una volta escl.) di una famiglia di quattro persone (due adulti, due bambini).<br />

Esso non considera il consumo totale, bensì determinati prodotti, significativi dal profilo<br />

dell’agricoltura.<br />

Rispetto all'anno precedente le spese per il paniere delle merci convenzionali sono rimaste<br />

pressoché costanti (-0,2 %) e si sono attestate a 132.12 franchi. Ma sul piano del paniere delle<br />

merci parziale si evince che le spese per prodotti di origine animale (latticini, carne e uova)<br />

sono diminuite. In particolare prodotti con carne di suino (p.es. scaloppine e wienerli) sono<br />

diventati più convenienti. Per il paniere delle merci parziale dei prodotti di origine vegetale le<br />

spese, invece, sono in media aumentate, a livello di prodotto a volte di oltre il 10 per cento<br />

(zucchine).<br />

Anche le spese per il paniere delle merci biologico sono leggermente diminuite attestandosi a<br />

190.16 franchi (-0,3 %). Al contrario, il paniere delle merci senza i prodotti biologici ha segnato<br />

un calo delle spese per il paniere delle merci parziale con prodotti di origine vegetale (eccezione:<br />

farina bianca, +4,1 %). Soltanto il paniere delle merci parziale della carne ha segnato<br />

un lieve rincaro (+0,8 %), a causa soprattutto dell'aumento dei prezzi della carne di manzo e<br />

di pollo.<br />

Il confronto tra i due panieri delle merci mostra che rispetto al 2014 i prezzi dei panieri delle<br />

merci parziali sono evoluti in maniera diversa, in particolare per quanto riguarda carne, patate,<br />

frutta e verdura. Il rapporto tra le spese dei due panieri delle merci è rimasto invece costante.<br />

Il supplemento bio (differenza percentuale tra le spese dei panieri delle merci bio e non bio)<br />

ammonta, come l'anno precedente, a 43,9 per cento.<br />

Cornel Herrmann, UFAG, Settore Osservazione del mercato, cornel.herrmann@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

89


Il mio Rapporto agricolo 25 / 93<br />

MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />

Competitività del settore lattiero<br />

L'aumento della competitività del settore agroalimentare svizzero è un aspetto fondamentale<br />

della politica agricola. Con la valutazione del franco nel 2015, alla luce della crescente risonanza<br />

del turismo degli acquisti e degli sviluppi internazionali sul piano dei negoziati per accordi<br />

di libero scambio, la valenza della competitività internazionale sta aumentando. Alcuni<br />

mercati parziali, ad esempio quello caseario, sono stati già liberalizzati nei confronti dell'UE,<br />

è ora quindi il caso di interrogarsi su quanto sia competitiva la filiera agroalimentare svizzera<br />

rispetto alla concorrenza internazionale.<br />

Per competitività s'intende come il settore è in grado di ottenere e difendere in modo sostenibile<br />

la quota di mercato sui mercati indigeni ed esteri (cfr. Weindlmeier 1998). Per poter osservare<br />

la competitività dei vari settori a lungo termine il PF di Zurigo, su incarico dell'UFAG, ha<br />

elaborato un sistema di monitoraggio (cfr. Aepli e Kuhlgatz 2015).<br />

Di seguito tale sistema di monitoraggio viene applicato al settore lattiero svizzero. Nel concreto<br />

si analizza la competitività del settore lattiero e della trasformazione del latte. Inoltre sono<br />

esaminati nel dettaglio prodotti quali formaggio fresco e formaggio a pasta dura.<br />

Analisi della struttura della categoria<br />

La competitività dei singoli livelli della catena del valore è analizzata mediante indicatori per<br />

la struttura aziendale. Sono utilizzati i seguenti indicatori.<br />

• Produttività del lavoro: la produttività del lavoro è un fattore determinante della competitività<br />

poiché influenza i prezzi attraverso i costi del lavoro.<br />

• Dimensione dell’azienda, produttività del capitale, produttività delle superfici: questi indicatori<br />

mostrano in quale misura sono presenti eventuali vantaggi mediante la dimensione<br />

dell’azienda (economie di scala).<br />

• Valore aggiunto: il valore aggiunto lordo indica la redditività del settore. È calcolato a partire<br />

dal valore di produzione lordo del settore considerato meno i costi dei consumi intermedi.<br />

Per la produzione agricola si utilizza il cash flow del ramo aziendale in questione.<br />

Il calcolo degli indicatori è illustrato nel glossario alla fine del presente contributo.<br />

Competitività del settore lattiero<br />

Per stabilire la competitività del settore lattiero a livello internazionale, vengono analizzati<br />

dati delle aziende specializzate nella detenzione di lattifere in Svizzera e nei Paesi limitrofi.<br />

I dati provengono dall'International Farm Comparison Network (IFCN) a cui, per la Svizzera,<br />

partecipa Agroscope. Le aziende comparate sono diffuse in tutti i Paesi, si tratta di aziende<br />

tipiche che tuttavia non sono rappresentative a livello nazionale. Per la Svizzera nel confronto<br />

è utilizzata una tipica azienda nella zona collinare con 23 vacche nel 2014. Per la dimensione è<br />

paragonabile con le aziende dell’Austria (16 vacche) e della Germania del sud (30 vacche). Le<br />

aziende in Francia (66 vacche), Germania del nord (126 vacche) e della Pianura Padana in Italia<br />

(154 vacche) sono nettamente più grandi. Il confronto può spiegare in quale misura diverse<br />

strutture aziendali influenzano la competitività a livello internazionale.<br />

Nella seguente figura, nella parte superiore, si illustra come la produttività e il reddito delle<br />

aziende svizzere sono evoluti tra il 2012 e il 2014.<br />

90<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 26 / 93<br />

MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />

Nel periodo sotto osservazione la produttività del lavoro è leggermente aumentata: nel 2014<br />

in un'ora di lavoro si è ottenuto circa 1,3 kg di latte in più rispetto al 2012. Anche la produttività<br />

della superficie è aumentata costantemente nel periodo 2012-2014. La produttività del<br />

capitale, invece, non ha registrato alcun incremento. Il cash flow della produzione lattiera tra<br />

il 2012 e il 2014 ha subito nette oscillazioni e non ha mostrato una tendenza uniforme.<br />

Nella parte inferiore della figura è illustrato come interpretare i valori nel contesto internazionale<br />

nel 2014. Ad ogni lato del grafico radar si trova uno degli indicatori della competitività<br />

citati. Quanto più un Paese è indicato all'esterno, tanto più è competitivo per quanto<br />

riguarda l'indicatore considerato. Per tenere conto del diverso contesto dei costi delle aziende<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

91


Il mio Rapporto agricolo 27 / 93<br />

MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />

confrontate, l'indicatore cash flow è stato considerato a parità di potere d'acquisto. La linea<br />

nera indica il valore medio dei Paesi confrontati. L’azienda svizzera è contrassegnata con una<br />

linea blu. Per ogni indicatore si trova al di sotto della linea nera e, rispetto alle altre aziende,<br />

presenta una competitività inferiore alla media. La produzione lattiera svizzera, ad alta intensità<br />

di capitale e caratterizzata da piccole strutture, è analoga alle aziende dell’Austria e<br />

della Germania del sud e realizza un reddito comparabile. Tuttavia rispetto alle aziende della<br />

Francia, Germania del nord e Italia del nord, la competitività è debole. Oltre alla dimensione<br />

dell'azienda, anche il sistema di produzione influisce sulla produttività. Un'elevata quota di<br />

foraggio grezzo nella razione, com’è consuetudine in Svizzera, incide sulla produttività del lavoro,<br />

riducendola.<br />

Gli indicatori sono influenzati dalle misure di politica agricola in ciascuno dei Paesi confrontati.<br />

In Svizzera i pagamenti diretti, la protezione doganale per latte e latticini e i supplementi per il<br />

latte trasformato in formaggio hanno un effetto positivo sui ricavi mentre ad esempio la protezione<br />

doganale per i foraggi determina costi più elevati nella produzione lattiera. Con l'influsso<br />

delle misure statali sui ricavi e sui costi sono influenzate anche le decisioni degli agricoltori in<br />

materia di produzione. Nel presente contributo è presa in considerazione la competitività alle<br />

condizioni quadro politiche date (Traill e Pitts 1998).<br />

Competitività nella trasformazione del latte<br />

La competitività degli addetti alla trasformazione del latte è misurata mediante dati delle statistiche<br />

aziendali strutturali di Eurostat e dell'UST. In base alla diversa disponibilità di dati,<br />

si calcola la competitività per gli anni 2011-2013 a questo livello della catena del valore e la<br />

si misura sulla scorta della produttività del lavoro dal profilo quantitativo, della dimensione<br />

aziendale e del valore aggiunto lordo. L'evoluzione della competitività nel periodo 2011-13 è<br />

raffigurata nella parte superiore della seguente figura.<br />

92<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 28 / 93<br />

MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />

Secondo i tre indicatori, la competitività della trasformazione svizzera del latte tra il 2011 e il<br />

2013 è aumentata costantemente. La produttività del lavoro nel 2013 era superiore a quella<br />

del 2011 di circa il 22 per cento. In questo periodo in numero di impiegati nel settore della<br />

trasformazione del latte è aumentato leggermente (+2 %). La dimensione aziendale tra il 2011<br />

e il 2013 è incrementata del 29 per cento, ma il numero delle aziende addette alla trasformazione<br />

del latte ha subito una flessione (-4 %). Anche il valore aggiunto nel 2013 era superiore<br />

(+28 %) rispetto a due anni prima. Va notato che il numero di impiegati e il numero di aziende<br />

sono stati rilevati soltanto all'interno del Paese mentre gli indicatori della cifra d'affari ricavata<br />

all'estero comprendono il valore di produzione e il valore aggiunto. Di conseguenza investimenti<br />

redditizi all'estero, effettuati da aziende del settore della trasformazione del latte<br />

nel periodo 2011-13, hanno un effetto positivo su tutti gli indicatori. La crescita inoltre può<br />

ad esempio essere dovuta a una nuova gamma di prodotti, misure che aumentano l'efficienza<br />

o adeguamenti nell'orientamento strategico dell'azienda.<br />

Rispetto all'estero si evince tuttavia che gli addetti alla trasformazione svizzeri sono competitivi<br />

in modo differente (cfr. grafico in basso). I tre indicatori sono a parità di potere d'acquisto<br />

per tener conto del diverso livello dei costi nei vari Paesi. Il valore aggiunto della trasformazione<br />

del latte in Svizzera è maggiore rispetto all'Austria, tuttavia è nettamente inferiore a<br />

quello di grandi Paesi quali Italia, Germania e Francia. Per quanto riguarda la produttività del<br />

lavoro la Svizzera è chiaramente dietro i Paesi presi a confronto. La trasformazione del latte in<br />

Svizzera presenta strutture più piccole rispetto alla maggior parte dei Paesi ed è praticamente<br />

sullo stesso livello dell'Italia per la dimensione aziendale media. Non possono essere pertanto<br />

utilizzati a pieno eventuali effetti dell’economia di scala nella trasformazione del latte.<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

93


Il mio Rapporto agricolo 29 / 93<br />

MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />

Analisi a livello del prodotto<br />

La trasformazione del latte comprende un'ampia gamma di prodotti e metodi di produzione<br />

considerati e interessati in modo diverso dalle misure politiche. Poiché ciò ha ripercussioni<br />

sulla competitività di singoli prodotti del settore, in seguito è analizzata la competitività di<br />

singoli gruppi di prodotti. La competitività è misurata con l'ausilio di indicatori di produzione<br />

calcolati sulla base di dati relativi ai prezzi e al commercio estero (cfr. glossario). Gli indicatori<br />

sono:<br />

• Quota d'esportazione: indica il valore delle esportazioni di un Paese rispetto alle esportazioni<br />

mondiali. Tale indicatore fornisce informazioni su come un Paese può garantire per<br />

il prodotto osservato la quota di mercato a livello internazionale. Nell'interpretazione va<br />

considerato che la Svizzera è un Paese relativamente piccolo.<br />

• Specializzazione del commercio: fornisce informazioni su come un Paese si è specializzato<br />

nel commercio di un bene (Scott e Vollrath 1992, Banca mondiale 2010). Si calcola a partire<br />

dai dati sull'importazione e sull'esportazione e segnala, con valori positivi, il grado di specializzazione<br />

del Paese superiore alla media nelle esportazioni del prodotto in questione e<br />

importazioni inferiori alla media.<br />

• Relazione prezzo-commercio estero: l'indicatore confronta il prezzo medio delle esportazioni<br />

e quello delle importazioni. Se l'indicatore è maggiore a uno, le esportazioni del prodotto<br />

in questione hanno avuto in media un prezzo maggiore rispetto alle importazioni.<br />

Elevati prezzi di esportazione possono indicare che sono esportate merci con valore elevato<br />

e nessuna merce standard intercambiabile (Weindlmeier 1998).<br />

• Rapporto prezzo estero/Svizzera: indica il rapporto tra il prezzo estero per un determinato<br />

prodotto e quello indigeno, in seguito alla conversione nella stessa valuta. Il prezzo estero<br />

è calcolato come valore medio ponderato dei prezzi dei Paesi limitrofi, anche se la quota<br />

del Paese vicino è utilizzata come peso nelle esportazioni. Se questo rapporto di prezzo<br />

è maggiore a uno, indica un'elevata competitività poiché un acquirente con un bilancio<br />

fisso può comprare una quantità maggiore del prodotto in questione all'interno del Paese<br />

rispetto all'estero. Tale indicatore misura sia l'evoluzione dei prezzi sia del cambio di corso.<br />

Competitività del formaggio fresco<br />

Gli indicatori di competitività del formaggio fresco sono rappresentati nella seguente figura.<br />

94<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 30 / 93<br />

MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />

La quota d'esportazione nel 2015 si è attestata a 0,48 per cento ed ha segnato un lieve calo rispetto<br />

alla media del periodo 2011-14. Inoltre la specializzazione del commercio con 1,18 punti,<br />

è decisamente negativa. Ciò è dovuto al fatto che la Svizzera ha una quota d'esportazione inferiore<br />

alla media e allo stesso tempo importa molto formaggio fresco superando i livelli medi.<br />

La Svizzera nella relazione prezzo-commercio estero ha un valore prossimo a 1. Quindi i prezzi<br />

medi delle esportazioni e importazioni di formaggio fresco sono relativamente simili. Il rapporto<br />

prezzo estero/Svizzera è stato calcolato con i prezzi al dettaglio della mozzarella e mostra<br />

che la Svizzera presenta prezzi più cari rispetto agli altri Paesi oggetto del confronto. Nel 2015<br />

gli effetti del franco forte sono stati inferiori per la mozzarella rispetto a ciò che è stato il caso<br />

per altri prodotti osservati, perché i prezzi della mozzarella sono aumentati anche all'estero.<br />

Nel confronto internazionale della competitività la Svizzera per quanto riguarda il formaggio<br />

fresco si posiziona al di sotto della media. Soprattutto il basso rapporto di prezzo estero/ Svizzera<br />

indica una situazione di competitività sfavorevole. La Svizzera ha un valore simile all'Italia<br />

per quanto riguarda la specializzazione del commercio, tuttavia la situazione è diversa. L'Italia<br />

presenta la maggiore quota d'esportazione di formaggio fresco tra tutti i Paesi oggetto del confronto<br />

ma allo stesso tempo una quota d'importazione ancora più elevata. L'indicatore della<br />

specializzazione del commercio considera tale commercio di transito e presenta un valore basso<br />

per l'Italia. Nella relazione prezzo-commercio estero l'Italia ha invece il valore maggiore. Si<br />

evince che per il formaggio fresco il prezzo d'esportazione è nettamente maggiore rispetto a<br />

quello d'importazione.<br />

Competitività del formaggio a pasta dura<br />

La seguente figura mostra la situazione della competitività per il formaggio a pasta dura.<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

95


Il mio Rapporto agricolo 31 / 93<br />

MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />

Contrariamente al formaggio fresco, il formaggio a pasta dura svizzero registra un andamento<br />

positivo per la maggior parte degli indicatori. La Svizzera, con il 3,48 per cento, ha una quota<br />

d'esportazione comparativamente elevata che inoltre è aumentata rispetto alla media degli<br />

anni 2011-14. Di conseguenza anche la specializzazione del commercio ha segnato un andamento<br />

positivo: il valore 1,05 è nettamente superiore allo zero e quindi mostra che la Svizzera<br />

presenta una specializzazione del commercio nel formaggio a pasta dura. La relazione<br />

prezzo-commercio estero con un valore superiore a 1 indica che le esportazioni di formaggio<br />

a pasta dura in media presentano un prezzo maggiore rispetto alle importazioni. La Svizzera<br />

importa quindi formaggio a pasta dura a un prezzo comparativamente basso ed esporta tendenzialmente<br />

specialità che spuntano sul mercato mondiale un prezzo più elevato. Il rapporto<br />

prezzo-commercio estero è stato calcolato con i prezzi al dettaglio dell'Emmentaler e, contrariamente<br />

agli indicatori precedenti, denota un andamento negativo. A causa del corso di cambio<br />

96<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 32 / 93<br />

MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />

e dell'andamento dei prezzi in Svizzera e all'estero, l'Emmentaler svizzero nel 2015 ha registrato<br />

un ulteriore rincaro rispetto agli anni 2011-14.<br />

Rispetto agli altri Paesi vicini, la Svizzera presenta una specializzazione del commercio nel<br />

formaggio a pasta dura superiore alla media. Nel commercio internazionale è più specializzata<br />

nel formaggio a pasta dura rispetto alla maggior parte degli altri Paesi (eccezione: Francia). Al<br />

contrario la Germania presenta una specializzazione del commercio negativa nonostante una<br />

quota d'esportazione comparativamente elevata (12,9 %), poiché importa anche molto formaggio<br />

a pasta dura. Il basso valore dell'indicatore nel rapporto di prezzo estero/Svizzera indica<br />

una situazione di competitività sfavorevole per il formaggio svizzero a pasta dura.<br />

Conclusioni<br />

L'economia lattiera, dopo la liberalizzazione del mercato caseario con l'UE, è esposta a una<br />

certa pressione concorrenziale. L'analisi della competitività con l'ausilio degli indicatori presentati<br />

mostra che la categoria, nel confronto internazionale, in molti aspetti presenta ancora<br />

una competitività al di sotto della media. A causa della limitata disponibilità di dati, soprattutto<br />

per gli indicatori strutturali, al momento è impossibile esprimersi in merito all'evoluzione<br />

a lungo termine.<br />

Gli indicatori presentati forniscono informazioni sugli aspetti parziali della competitività e dovrebbero<br />

essere interpretati con cautela. Anche le misure statali influenzano la competitività<br />

osservata (Frohberg e Hartmann 1997). Per una stima adeguata della competitività internazionale<br />

è utile avvalersi di quanti più indicatori di competitività possibili.<br />

Bibliografia<br />

Aepli, M. e C. Kuhlgatz (2015). Entwicklung eines Monitorings zur Analyse der Wettbewerbsfähigkeit der Schweizer<br />

Agrarwertschöpfungskette. Gruppo Agroeconomia, Institut für Umweltentscheidungen, PF Zurigo, Zurigo.<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

97


Il mio Rapporto agricolo 33 / 93<br />

MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />

Frohberg, K. e M. Hartmann (1997), Comparing measures of competitiveness. Institute of Agricultural Development<br />

in Central and Eastern Europe (IAMO), Halle.<br />

Hemme, T. (editore) (2013). IFCN Dairy Report 2013, IFCN, Kiel.<br />

Hemme, T. (editore) (2014). IFCN Dairy Report 2014, IFCN, Kiel.<br />

Hemme, T. (editore) (2015). IFCN Dairy Report 2015, IFCN, Kiel.<br />

OCSE (2015): OECD Review of Agricultural Policies: Switzerland 2015, OECD Publishing, Parigi. http://<br />

dx.doi.org/10.1787/9789264168039-en<br />

Scott, L. e T. Vollrath (1992). Global Competitive Advantages and Overall Bilateral Complementarity in Agriculture: A<br />

Statistical Review. Economic Research Service, U.S. Department of Agriculture, Washington.<br />

Traill, W. B. e Pitts, E. (1998). Competitiveness in the Food Industry. Blackie Academic & Professional, Londra.<br />

Weindlmeier, H. (1999). Die Wettbewerbsfähigkeit der deutschen Ernährungswirtschaft: Methodische Ansatzpunkte<br />

zur Messung und empirische Analyse, relazione al quarantesimo convegno annuale della Gesellschaft für Wirtschaftsund<br />

Sozialwissenschaften, Kiel.<br />

Weltbank (2010). World Integrated Trade Solution (WITS). 2005, Washington DC.<br />

Christian Kuhlgatz, UFAG, Settore Osservazione del mercato, christian.kuhlgatz@blw.admin.ch<br />

98<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 34 / 93<br />

MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE VEGETALE<br />

Cereali<br />

Nel 2015 la superficie messa a cereali è stata di circa 144 000 ettari, registrando un esiguo<br />

incremento rispetto all'anno precedente. Per i cereali panificabili si è rilevata una marginale<br />

diminuzione delle superfici mentre per i cereali da foraggio si è riscontrato un lieve incremento.<br />

Le rese, però, sono state buone: circa 890 000 tonnellate di cereali.<br />

» A34<br />

» A35<br />

Superficie agricola utile secondo le forme di utilizzo<br />

Produzione<br />

Qualità dei cereali<br />

Il tempo secco nella fase di maturazione e di raccolto del frumento ha determinato che soltanto<br />

una quantità straordinariamente bassa di frumento panificabile (circa 1000 t) non adempiva<br />

le esigenze di molitura e ha pertanto dovuto venire utilizzata per l'alimentazione animale.<br />

Nell'anno precedente è stato necessario destinare a tale uso circa 100 000 tonnellate. Secondo<br />

le stime dell’associazione di categoria swiss granum, le tonnellate di cereali panificabili indigeni<br />

adatti alla molitura erano circa 465 000; di queste la Federazione svizzera dei produttori<br />

di cereali ne ha destinate 53 000 all’alimentazione animale al fine di sostenere il prezzo dei<br />

cereali panificabili. Nonostante il declassamento di lotti con scarsa qualità, nel confronto pluriennale<br />

complessivamente è risultato un tenore inferiore di proteine e una minore qualità del<br />

glutine umido.<br />

Gestione alla frontiera dei cereali panificabili<br />

Per le importazioni di cereali panificabili nel quadro del contingente doganale di 70 000 tonnellate<br />

si applica un prezzo di riferimento e si valuta trimestralmente la protezione variabile<br />

alla frontiera. Considerato che sui mercati internazionali i prezzi del frumento panificabile<br />

sono a un livello basso da ottobre 2013, da allora nel quadro del contingente doganale dei cereali<br />

panificabili si applica solo il tributo doganale massimo (aliquota di dazio e contributo al<br />

fondo di garanzia) di 23 franchi il quintale. In seguito al raccolto di cattiva qualità del 2014,<br />

l'organizzazione di categoria swiss granum nell'anno oggetto del rapporto ha richiesto un incremento<br />

temporaneo del contingente doganale dei cereali panificabili di 20 000 tonnellate.<br />

Nel quadro del pacchetto di ordinanze di primavera concernente la politica agricola, il Con-<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

99


Il mio Rapporto agricolo 35 / 93<br />

MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE VEGETALE<br />

siglio federale ha dato seguito a tale richiesta incrementando il contingente doganale dei cereali<br />

panificabili a 90 000 tonnellate per il 2015. I quantitativi liberati a gennaio e aprile 2015<br />

sono stati portati entrambi da 20 000 a 30 000 tonnellate, quello di luglio da 15 000 a 20 000<br />

tonnellate. Il quantitativo parziale del contingente doganale liberato a ottobre 2015 è stato<br />

invece ridotto da 15 000 a 10 000 tonnellate.<br />

» A36<br />

Commercio estero<br />

Foraggi concentrati<br />

A causa delle minori rese del mais da granella e del ridimensionamento della superficie coltiva<br />

dettato da un maggior fabbisogno di mais da insilamento e verde, nel 2015 la produzione di cereali<br />

da foraggio è diminuita. Tenendo conto del quantitativo di cereali panificabili declassato<br />

dalla Federazione svizzera dei produttori di cereali pari a 53 000 tonnellate, per l'alimentazione<br />

degli animali da reddito erano a disposizione circa 455 000 tonnellate di cereali. A integrazione<br />

dei sottoprodotti dell'industria alimentare sono stati importati cereali da foraggio e prodotti<br />

campicoli proteici.<br />

» swiss granum<br />

Hans-Ulrich Tagmann, UFAG, Settore Prodotti vegetali, hans-ulrich.tagmann@blw.admin.ch<br />

100<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 39 / 93<br />

MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE VEGETALE<br />

Semi oleosi<br />

Produzione e rese<br />

La produzione svizzera di semi oleosi si basa su contratti quadro stipulati tra la produzione<br />

e la trasformazione (oleifici), gestiti dal «pool di produzione semi oleosi» della Federazione<br />

svizzera dei produttori di cereali (FSPC), il quale è finanziato per due terzi dai produttori e un<br />

terzo dagli oleifici.<br />

Produzione di semi e olio - 2015<br />

Contratti quadro<br />

(semi)<br />

Produzione di semi Produzione di olio Grado di autoapprovvigionamento<br />

t t t %<br />

Colza 82 000 87 004 32 191 83<br />

Girasole 18 000 9782 3325 6<br />

Soia 3500 1 4054 527 27<br />

¹ 2000 tonnellate nel settore foraggero<br />

Fonti: swiss granum/SwissOlio<br />

La produzione di girasole normalmente raggiunge solo la metà della quantità contrattuale. A<br />

tal proposito il 2015 non fa eccezione. Diverso è il caso della colza: dopo il raccolto eccezionale<br />

del 2014, quello del 2015 è stato ancora molto elevato. Anche se gli addetti alla trasformazione<br />

hanno accettato di trasformare una quantità superiore a quella inizialmente prevista, sono rimaste<br />

circa 6 500 tonnellate da immagazzinare. Le attribuzioni del 2015 sono state effettuate<br />

nella primavera 2014, ovvero prima del raccolto eccezionale dell'anno in questione, pertanto<br />

non era possibile agire immediatamente a livello della produzione. Di conseguenza, per riassorbire<br />

le scorte immagazzinate nel 2014 e ripristinare un certo equilibrio, si prevede che le<br />

attribuzioni per il 2016 siano corrette fortemente al ribasso.<br />

» A34<br />

» A35<br />

Superficie agricola utile secondo le forme di utilizzo<br />

Produzione<br />

Quote di mercato e importazioni<br />

Con una quota di mercato del 34,3 per cento il consumo di olio di girasole è diminuito rispetto al<br />

2014 (-3,4 %) ma resta tuttavia l'olio alimentare più consumato in Svizzera. Si tratta di un olio<br />

prevalentemente importato. Anno dopo anno, l'incremento della quota di mercato dell'olio di<br />

colza è proseguito fino a raggiungere quota 27,3 per cento nel 2015 (+7 % rispetto al 2014).<br />

Con una quota di mercato inferiore all’1 per cento, la valenza dell’olio di soia resta irrilevante.<br />

Per quanto concerne gli oli importati, quelli di palma e d’oliva registrano quote di mercato<br />

elevate, rispettivamente del 15,2 e del 9,4 per cento. Da notare che se la quota di mercato<br />

dell'olio d’oliva è lievemente evoluta negli ultimi 10 anni, quella dell'olio di palma è diminuita<br />

dal 2011, passando dal 18,7 al 15,2 per cento.<br />

Fonte: SwissOlio<br />

» A36<br />

Commercio estero<br />

Arnaud de Loriol, UFAG, Settore Prodotti vegetali, arnaud.deloriol@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

101


Il mio Rapporto agricolo 43 / 93<br />

MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE VEGETALE<br />

Patate<br />

Quantità e qualità<br />

La canicola dell'estate 2015 ha avuto un impatto negativo sul raccolto. Questo è stato di 389<br />

000 tonnellate, ovvero 115 000 tonnellate in meno rispetto al 2014. Per le due categorie principali<br />

di patate (da tavola e per l’industria) i quantitativi prodotti sono diminuiti del 27 per<br />

cento rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Le rese sono calate di circa 205 kg/ara raggiungendo<br />

quota 357 kg/ara; anche le superfici hanno registrato una flessione segnatamente del<br />

4 per cento e si sono attestate a 10 891 ettari. Il numero di produttori è diminuito del 5 per<br />

cento. Oltre alla flessione delle rese si è registrata una scarsa qualità, con una grande quantità<br />

di piccoli tuberi e praticamente l'assenza di alcune specialità (baked potato).<br />

Nel 2015 le superfici destinate alla coltivazione biologica ammontavano a 584 ettari, ovvero<br />

31 ettari in più rispetto al 2014, per un raccolto totale di 11 190 tonnellate (2014: 13 007 t).<br />

È interessante notare che dal 2000 al 2014 il numero di aziende che producono patate biologiche<br />

si è ridotto del 30 per cento, mentre la superficie riservata a questo tipo di produzione<br />

è aumentata del 22 per cento.<br />

Fonte: Bioaktuell/swisspatat<br />

Raccolto 2015<br />

Patate da tavola<br />

Patate destinate alla trasformazione<br />

Patate da semina<br />

Foraggiamento con finanziamenti privati<br />

Foraggiamento normale<br />

Esportazioni<br />

156 300 t<br />

141 000 t<br />

20 100 t<br />

9800 t<br />

51 600 t<br />

10 300 t<br />

Fonte: swisspatat<br />

Dal 2012, solo i produttori titolari di un contratto di ritiro possono usufruire del fondo di valorizzazione<br />

delle eccedenze dell’organizzazione di categoria.<br />

Gestione delle importazioni<br />

Gli accordi dell’OMC prescrivono un accesso al mercato di 22 250 tonnellate di equivalenti di<br />

patate. Questo quantitativo si suddivide tra il contingente doganale parziale n. 14.1 (patate,<br />

incluse patate da semina), con 18 250 tonnellate, e il contingente doganale parziale n. 14.2<br />

(prodotti di patate), con 4000 tonnellate. Nel 2015 il contingente doganale parziale n. 14.1 è<br />

stato temporaneamente aumentato di 18 500 tonnellate.<br />

Ripartizione del contingente parziale n. 14.1<br />

Categoria merceologica Contingente di base Aumento temporaneo del con-tingente<br />

doganale parziale<br />

Patate da semina<br />

Il mio Rapporto agricolo<br />

2500 t 1500 t<br />

44 / 93<br />

Il mio Rapporto agricolo<br />

Patate da tavola 6500 t 2000 t<br />

44 / 93<br />

» A36<br />

Patate destinate alla trasforma-zione<br />

9250 t 15 000 t<br />

MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE VEGETALE<br />

MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE VEGETALE<br />

Totale 18 250 t 18 500 t<br />

Commercio estero<br />

Commercio estero<br />

102<br />

Arnaud de Loriol, UFAG, Settore Prodotti vegetali, arnaud.deloriol@blw.admin.ch<br />

Arnaud de Loriol, UFAG, Settore Prodotti vegetali, arnaud.deloriol@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 46 / 93<br />

MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE VEGETALE<br />

Zucchero<br />

» A34<br />

» A35<br />

Nel 2015 una minore superficie coltiva e un inizio d'estate caratterizzato da un clima freddo e<br />

umido seguito da caldo secco hanno fatto crollare la produzione di barbabietole da zucchero<br />

rispetto all'anno precedente del 30 per cento, che si è quindi attestata su 1,3 milioni di tonnellate.<br />

Pertanto si è registrato un calo della produzione di zucchero rispetto all'anno precedente<br />

che è passata da 305 000 a 23 400 tonnellate.<br />

Superficie agricola utile secondo le forme di utilizzo<br />

Produzione<br />

Evoluzione della redditività nella coltivazione di barbabietole da zucchero<br />

Nell'anno oggetto del rapporto il prezzo medio dello zucchero è rimasto stabile, nell'UE, passando<br />

da circa 414 a 427 euro, con un picco di 436 euro la tonnellata nell'estate 2016. Tale<br />

andamento, in combinazione con il corso di cambio, ha avuto ripercussioni sui prezzi dello zucchero<br />

svizzeri, attraverso la cosiddetta soluzione doppio zero, ovvero la rinuncia a misure di<br />

compensazione del prezzo per lo zucchero nei prodotti agricoli trasformati, che richiede prezzi<br />

dello zucchero comparabili tra Svizzera e UE allo scopo di ottenere pari opportunità per la filiera<br />

alimentare a valle.<br />

Considerate le perdite di redditività nella coltivazione di barbabietole da zucchero, nella primavera<br />

2016 il Consiglio federale ha deciso di incrementare il contributo per singole colture a<br />

favore delle barbabietole da zucchero da 1600 a 1800 franchi l'ettaro, con effetto retroattivo al<br />

1° gennaio 2016. L'incremento del contributo non ha inciso sul Preventivo poiché l'evoluzione<br />

delle superfici delle colture sostenute mediante i contributi per singole colture e il fabbisogno<br />

di fondi per la valorizzazione della frutta sono stati inferiori alle aspettative.<br />

» A36<br />

Commercio estero<br />

Con circa 99 000 tonnellate di zucchero allo stato puro importate e circa 114 000 esportate, per<br />

lo più in prodotti agricoli trasformati, si sono registrati flussi di merci in calo rispetto a quelli<br />

dell'anno precedente in entrambe le direzioni. Nel 2015 l'86 per cento delle importazioni di<br />

zucchero proveniva dall'Europa, il 7 per cento dal Sud America e il 4 per cento dall'Africa, il 10<br />

per cento dai Paesi in via di sviluppo, di cui lo 0,1 per cento da quelli più poveri.<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

103


Il mio Rapporto agricolo 47 / 93<br />

MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE VEGETALE<br />

» A36<br />

Commercio estero<br />

» Sucre Suisse SA<br />

Hans-Ulrich Tagmann, UFAG, Settore Prodotti vegetali, hans-ulrich.tagmann@blw.admin.ch<br />

104<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 51 / 93<br />

MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE VEGETALE<br />

Frutta<br />

Nel 2015 la superficie totale destinata alla frutticoltura, registrata dall’Ufficio federale<br />

dell’agricoltura (UFAG) nella banca dati obst.ch (frutteti giusta l’art. 22 cpv. 2 dell’ordinanza<br />

sulla terminologia agricola OTerm), è stata pari a 6297 ettari.<br />

Superfici 2015<br />

Frutteti<br />

L’anno scorso la superfice dei meleti è diminuita complessivamente di 31 ettari (-0,8 %) raggiungendo<br />

quota 3863 ettari. In particolare è calata la superficie delle varietà Golden Delicious<br />

(-15,9 ha; -3 %), Maigold (-16,2 ha; -14 %), Idared (-13,3 ha; -14,9 %) e Jonagold (-10,9 ha;<br />

-5,2 %). Per le cosiddette varietà club (Scifresh, Milwa, Cripps Pink, ecc.) continua, come negli<br />

anni scorsi, la tendenza al rialzo (+19,5 ha) e, nonostante il forte calo della superficie per la<br />

varietà La Flamboyante (Mairac®) (-12,3 ha; -16,2 %), la superficie totale ha registrato un valore<br />

del 3 per cento superiore a quello del 2014. I pereti sono diminuiti dell'1,2 per cento (-8,9<br />

ha) rispetto al 2014, attestandosi a 752 ettari nel 2015.<br />

L'ulteriore crescita della superficie delle colture di frutta a nocciolo (+13,1 ha), attestatasi a<br />

1628 ettari, è riconducibile principalmente all'aumento di 17,4 ettari (+3,1 %) della superficie<br />

coltivata a ciliegi, che ha raggiunto 579 ettari. Oltre a quest'ultima è cresciuta anche quella<br />

messa ad albicocchi (+1 ha; +0,1 %), raggiungendo un totale di 709 ettari. La superficie dei<br />

pruneti è invece scesa a 330 ettari (-3,6 ha; -1,1 %). Per pesche e pesche noci dal 2014 al<br />

2015 il calo della superficie, attestatasi a 10 ettari, è stato ancora più forte rispetto all'anno<br />

precedente (-1,7 ha; -14,4 %).<br />

Fatta eccezione per kiwi e nashi, tutti gli altri frutteti oggetto della rilevazione hanno segnato<br />

un notevole incremento: mini-kiwi +120,2 per cento (+1 ha), cotogni +21,8 per cento (+1,4<br />

ha), sambuco +12 per cento (+1,8 ha) e noci +8,2 per cento (+0,6 ha). La superficie coltivata a<br />

kiwi è diminuita del 12,2 per cento (-2,7 ha), mentre quella messa a nashi è rimasta invariata<br />

rispetto al 2014 (0,4 ha).<br />

» Frutteti e vigneti di uva da tavola in Svizzera 2015<br />

Bacche<br />

Secondo le rilevazioni dell’Associazione Svizzera Frutta (ASF), la superficie messa a bacche,<br />

pari complessivamente a 801 ettari, ha segnato un calo di 18 ettari rispetto al 2014 (819 ha).<br />

La flessione più marcata è stata registrata per i lamponi, la cui superficie è scesa da 169,8 a 158<br />

ettari. La maggior parte della superficie messa a bacche è occupata dalle colture di fragole, che<br />

nel 2015 hanno tuttavia subito un lieve calo rispetto al 2014 (-5,2 ha).<br />

Le superfici messe a mirtilli e uva spina hanno segnato un lieve aumento, al contrario di quelle<br />

messe a ribes e more. La superficie totale delle colture di bacche non comprende quella messa<br />

a sambuco che viene considerata nella superficie totale dei frutteti.<br />

» Rapport d’activité Fruit-Union Suisse 2015<br />

Raccolti 2015<br />

Frutta da tavola<br />

Nel 2015 sono state raccolte complessivamente 160 055 tonnellate di frutta da tavola (incl.<br />

bacche), ovvero il 2 per cento in meno rispetto al 2014. Rispetto alla media del quadriennio<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

105


Il mio Rapporto agricolo 52 / 93<br />

MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE VEGETALE<br />

precedente, si è registrato un incremento dell'8,6 per cento. I volumi del raccolto per tipo di<br />

frutta e su un arco di tempo più lungo sono consultabili nella tabella riportata di seguito.<br />

» A35<br />

Frutta da sidro<br />

Nel 2015 il raccolto delle mele da sidro, pari a 65 207 tonnellate, non ha raggiunto il valore<br />

stimato. Rispetto all'anno precedente, ha segnato un calo del 19 per cento. Anche il raccolto<br />

di pere da sidro, pari a 11 005 tonnellate, è stato dell'11 per cento inferiore alle stime, registrando<br />

una flessione del 9 per cento rispetto all'anno precedente. Dato che il raccolto di frutta<br />

da sidro era stato molto abbondante nel 2011, gli scarsi raccolti del 2015 di mele e pere da<br />

sidro hanno segnato rispettivamente il 32 e il 22 per cento in meno rispetto alla media del periodo<br />

2011-2014.<br />

Una sintesi sul volume di frutta da sidro trasformato negli ultimi anni negli stabilimenti di<br />

ammostatura industriali è disponibile sotto: Statistiche frutta UFAG.<br />

Commercio estero 2015<br />

Frutta fresca (frutta da sidro escl.)<br />

Nel 2015 le importazioni di frutta fresca coltivabile in Svizzera, esclusa quella da sidro, si sono<br />

attestate a quasi 47 000 tonnellate, ovvero 1000 tonnellate in più rispetto al 2014 e 4 per<br />

cento in meno rispetto alla media del quadriennio precedente. Le esportazioni, pari a circa<br />

1400 tonnellate, sono state inferiori di quasi 1000 tonnellate al livello del 2014 e del 39 per<br />

cento alla media del quadriennio precedente.<br />

Frutta da sidro<br />

Nel 2015, nel quadro del contingente doganale OMC «Frutta da sidro e per la distillazione»,<br />

sono state importate 3 tonnellate di mele da sidro e 0,7 tonnellate di pere da sidro. Al di fuori<br />

del contingente, le importazioni di mele da sidro sono state, come l'anno scorso, di 6,6 tonnellate,<br />

mentre non sono state importate pere da sidro.<br />

Consumo pro capite 2015<br />

Frutta fresca (frutta da sidro escl.)<br />

Sulla base del volume di mercato della frutta selezionata, nel 2015 (produzione indigena di<br />

frutta da tavola più importazioni di frutta fresca meno esportazioni di frutta fresca, frutta da<br />

sidro e frutta esotica escl.) il consumo pro capite annuale di frutta fresca si è attestato a 24<br />

chilogrammi, segnando un aumento del 3 per cento rispetto alla media del quadriennio precedente.<br />

Dettagli sul volume di produzione svizzero, sui dati del commercio estero nonché sul «consumo<br />

pro capite tangibile» della frutta selezionata sono disponibili nelle tabelle seguenti.<br />

» A35<br />

» A36<br />

» A37<br />

Produzione<br />

Commercio estero<br />

Consumo pro capite<br />

Prezzi 2015<br />

I prezzi alla produzione e al consumo della frutta selezionata nel 2015 e negli anni precedenti<br />

sono riportati nelle tabelle seguenti.<br />

106<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 53 / 93<br />

MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE VEGETALE<br />

Prezzi alla produzione, bio escl.<br />

Prezzi al consumo, bio escl.<br />

» A26<br />

» A30<br />

» A31<br />

Prezzi al consumo bio<br />

Nel 2015 il prezzo di costo e quello di vendita della frutta osservata sono stati inferiori ai prezzi<br />

dell'anno precedente rispettivamente di 15 ct./kg (1.69 fr./kg) e di 30 ct./kg (4.28 fr./kg). Di<br />

conseguenza, è diminuita anche la quota del prezzo di costo sul prezzo di vendita passando dal<br />

40,2 per cento (2014) al 39,5 per cento (2015). In calo anche il margine lordo che, con 2.59 fr./<br />

kg, ha segnato un valore del 3 per cento circa inferiore alla media del quadriennio precedente<br />

(2011-2014).<br />

Marianne Glodé, UFAG, Settore Prodotti vegetali, marianne.glode@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

107


Il mio Rapporto agricolo 61 / 93<br />

MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE VEGETALE<br />

Verdura<br />

La superficie orticola totale (comprese le particelle coltivate a più riprese nell’arco di un anno)<br />

rilevata dalla Centrale svizzera dell’orticoltura (CSO), composta dalla superficie destinata alla<br />

coltivazione di verdure fresche (incl. quelle destinate all’immagazzinamento) e per la trasformazione,<br />

nell'anno oggetto del rapporto ha raggiunto 15 609 ettari, segnando un incremento<br />

di 676 ettari circa rispetto alla media del quadriennio precedente.<br />

Retrospettiva sui quantitativi e sulla qualità della verdura<br />

» A35<br />

» A38<br />

Nell'anno oggetto del rapporto sono state raccolte 378 875 tonnellate di verdure fresche (incl.<br />

quelle destinate all'immagazzinamento / escl. quelle per la trasformazione). Rispetto alla<br />

media del quadriennio precedente, si segnala un incremento di resa dello 0,7 per cento.<br />

Il raccolto di verdure per la trasformazione è stato di circa 52 800 tonnellate, segnando un incremento<br />

dello 0,7 per cento rispetto alla media del quadriennio precedente. I prodotti principali<br />

sono fagioli da conserva, piselli da trebbiare, carote parigine e baby nonché spinaci in<br />

foglia e tritati. Tra le altre verdure per la trasformazione si annoverano il cavolo e le rape per<br />

crauti e i cetrioli per conserva, ma anche i consueti tipi di verdura fresca destinata alla trasformazione.<br />

Nel 2015 i quantitativi sono cresciuti rispetto al quadriennio precedente, pur rimanendo al di<br />

sotto dei valori del 2014, a causa dell'estate torrida.<br />

Copertura del mercato e importazioni integrative / (esportazioni)<br />

Nell'anno oggetto del rapporto il volume di mercato dei tipi di verdura fresca coltivata in Svizzera<br />

(incl. quella fresca per la trasformazione, ma escl. le classiche verdure per la trasformazione)<br />

si è attestato a 623 000 tonnellate. Questo valore è dato dalla somma di produzione<br />

indigena e volume delle importazioni meno il volume delle esportazioni (quantitativi netti)<br />

secondo la statistica del commercio estero svizzero. Il 64 per cento di questo volume è stato<br />

prodotto in Svizzera (incl. zona franca e zona di confine estera). Negli ultimi anni, tale quota<br />

è aumentata in maniera lieve, ma costante.<br />

» A36<br />

» A26<br />

» A27<br />

» A28<br />

» A29<br />

» A30<br />

» A31<br />

Nella seguente tabella è possibile consultare i dettagli sui dati del commercio estero di tipi di<br />

verdura scelti.<br />

Prezzi<br />

I prezzi delle verdure fresche ai diversi livelli commerciali (franco grossista / fornitura e acquisto<br />

all’ingrosso / commercio al dettaglio = prezzi al consumo) per alcuni prodotti principali<br />

sono disponibili nelle tabelle seguenti:<br />

Prezzi alla produzione, bio escl.<br />

Prezzi alla produzione Bio<br />

Prezzi nella fornitura e acquisto all'ingrosso, bio escl.<br />

Prezzi nella fornitura e acquisto all'ingrosso bio<br />

Prezzi al consumo, bio escl.<br />

Prezzi al consumo bio<br />

Nel 2015 i prezzi di costo e di vendita delle verdure osservate sono diminuiti rispetto al 2014,<br />

scendendo rispettivamente da 1.29 a 1.26 fr./kg e da 3.11 a 2.96 fr./kg. In calo anche il mar-<br />

108<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 62 / 93<br />

MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE VEGETALE<br />

gine lordo che, con un valore di 1.70 fr./kg, si è attestato al livello del 2012. Nel 2015 la quota<br />

del prezzo di costo su quello di vendita ammontava al 42,6 per cento.<br />

Consumo<br />

Nel 2015 il consumo pro capite di verdura fresca è stato di 73 chilogrammi. Si tratta del cosiddetto<br />

consumo pro capite tangibile, dato dalla somma di produzione indigena di verdure<br />

fresche (incl. quelle destinate all’immagazzinamento) e volume delle importazioni meno il volume<br />

delle esportazioni secondo la statistica del commercio estero svizzero. Tale valore è leggermente<br />

inferiore alla media del quadriennio precedente.<br />

» A37<br />

Nella tabella seguente sono indicati i dati dei prodotti principali.<br />

» Centrale svizzera dell’orticoltura e delle colture speciali (CSO)<br />

Peter Schwegler, UFAG, Settore Prodotti vegetali, peter.schwegler@blw.admin.ch<br />

Christian Kuhlgatz, UFAG, Settore Osservazione del mercato<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

109


Il mio Rapporto agricolo 73 / 93<br />

MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE VEGETALE<br />

Vino<br />

Il rapporto sul vino si fonda sulla statistica federale vitivinicola pubblicata a cadenza annuale<br />

(cfr. L'anno viticolo 2015). L'edizione attuale di tale statistica comprende le cifre sulla viticoltura<br />

in Svizzera relativamente al 2015 (vigneti e raccolti d'uva). Fornisce inoltre informazioni<br />

sulle scorte di vino al 31 dicembre 2015, sul volume di produzione, sul consumo, sulle importazioni<br />

e sulle esportazioni nel 2015.<br />

La vitivinicoltura in Svizzera - 2015<br />

Nel 2015 in Svizzera i vigneti hanno coperto complessivamente 14 793 ettari, registrando, rispetto<br />

all'anno precedente, un calo di 42 ettari. Le due varietà di vite più diffuse sono tuttora<br />

Pinot Noir (Blauburgunder) e Chasselas (Gutedel), benché anche nel 2015 per questi vitigni<br />

tradizionali si è protratta la tendenza in atto da anni al ridimensionamento della superficie<br />

coltiva. Complessivamente 8517 ettari sono stati coltivati con varietà rosse, 6275 ettari con<br />

quelle bianche.<br />

» A34<br />

Superficie agricola utile secondo le forme di utilizzo<br />

» A35<br />

La vendemmia 2015, rispetto all'anno precedente, ha registrato un calo di circa 8 milioni di<br />

litri. Con 85 milioni di litri, è stato uno degli anni con i valori più bassi. I motivi principali<br />

sono stati, da un lato, l'estate estremamente calda e scarse precipitazioni, e dall'altro, puntuali<br />

perdite di raccolto a causa del prodotto fitosanitario «Moon Privilege». Le temperature<br />

calde e il buon soleggiamento hanno consentito di raggiungere un elevato tenore di zucchero<br />

al momento del raccolto. Il volume medio di mosto è in parte nettamente superiore alla media<br />

pluriennale.<br />

Produzione<br />

Produzione, importazione, esportazione e consumo - 2015<br />

Nel 2015 complessivamente in Svizzera sono stati prodotti 40 milioni di litri di vino bianco e<br />

45 milioni di litri di rosso. A fronte di questa produzione si rileva un consumo di 49 milioni di<br />

litri di vino bianco e di 50 milioni di litri di vino rosso svizzeri. Le scorte di vino bianco indigeno<br />

si sono pertanto ridotte a circa 61 milioni di litri, mentre quelle di vino rosso indigeno a 79<br />

milioni di litri.<br />

Nel 2015 in Svizzera sono stati consumati complessivamente 262 milioni di litri di vino e poco<br />

più di 1 milione di litri di vino circa è stato esportato o esportato nuovamente. Si è riproposta la<br />

tendenza negativa degli anni precedenti; il consumo complessivo è infatti diminuito di 3 milioni<br />

di litri, soprattutto a causa del calo del consumo di vini esteri. Nell'anno oggetto del rapporto<br />

quest’ultimo è diminuito di 3,6 milioni di litri attestandosi a 165 milioni di litri. Il consumo di<br />

vini indigeni, invece, è aumentato di 0,5 milioni di litri, raggiungendo quota 99 milioni di litri.<br />

» A37<br />

Consumo pro capite<br />

Per i vini bianchi sono state maggiori le importazioni di vino in fusto rispetto a quello in bottiglia;<br />

il volume totale di importazione è aumentato di 1,2 milioni di litri, attestandosi a 40 milioni<br />

di litri. Per il vino rosso, invece, è stato esattamente il contrario (maggiori importazioni di<br />

vino in bottiglia rispetto a quello in fusto) e il volume d’importazione è diminuito di 1,8 milioni<br />

di litri attestandosi a 126 milioni di litri. A fronte di queste importazioni si rileva un consumo<br />

di 39 milioni di litri di vino bianco estero e di 126 milioni di litri di vino rosso estero. Le scorte<br />

di vini rossi esteri sono aumentate leggermente attestandosi a fine anno a circa 44 milioni di<br />

110<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 74 / 93<br />

MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE VEGETALE<br />

litri. Anche le scorte di vini bianchi esteri sono aumentate, segnatamente di 1,2 milioni di litri<br />

segnando quota 12 milioni di litri. Nel 2015 complessivamente sono stati importati 188 milioni<br />

di litri di vino, vino dolce, specialità, mistelle, spumante e mosto d’uva, di cui 160 milioni di<br />

litri di vino naturale rosso e bianco, fermo, all'interno del contingente doganale (170 milioni<br />

di litri), che quindi, come negli anni precedenti, non è stato esaurito.<br />

» A36<br />

Commercio estero<br />

Bibliografia<br />

L'anno viticolo 2015 - statistica federale vitivinicola (pubblicata dall'Ufficio federale dell'agricoltura)<br />

David Raemy, UFAG, Settore Prodotti vegetali, david.raemy@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

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Il mio Rapporto agricolo 79 / 93<br />

MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE<br />

Latte e latticini<br />

Produzione<br />

Nel 2015 la produzione totale di latte ha toccato quota 4 milioni di tonnellate. Le forniture<br />

di latte, incluso quello della zona franca attorno a Ginevra e del Principato del Liechtenstein,<br />

pari a 3,49 milioni di tonnellate, hanno segnato una flessione dell'1,54 per cento. L'economia<br />

lattiera ha conseguito una quota di circa il 20 per cento della produzione dell'intero settore<br />

economico agricolo. Nel 2015 in Svizzera si sono contati circa 21 850 produttori lattieri di cui<br />

10 270 nella regione di montagna e 11 580 in quella di pianura.<br />

Secondo l'Interprofessione Latte (IP Latte, 2015) la quota del quantitativo di latte commercializzato<br />

nel segmento A si attesta a 84,9 per cento, quelle nel segmento B al 13,1 per cento<br />

e nel segmento C al 2 per cento. Il segmento A comprende il latte che confluisce nei mercati<br />

protetti o sostenuti con supplementi e ricava il maggior valore aggiunto.<br />

L'anno oggetto del rapporto si è caratterizzato per un crollo dei prezzi alla produzione del latte.<br />

A causa dei bassi prezzi sono diminuiti anche gli effettivi di bestiame da latte. Secondo il Settore<br />

Osservazione del mercato dell'UFAG, nel 2015 il prezzo alla produzione del latte è diminuito<br />

rispetto all'anno precedente sia in Svizzera (–11 %) sia in UE (–28 %). Tale calo di prezzo è<br />

riconducibile all'abolizione delle quote latte nell'UE a partire del 1° aprile 2015, alla disparità<br />

tra offerta e domanda sul mercato mondiale e ai bassi prezzi dei latticini nonché alla debolezza<br />

dell'euro e al turismo degli acquisti.<br />

Valorizzazione<br />

Nella fabbricazione dei vari latticini si utilizzano percentuali diverse delle componenti del latte.<br />

Nella caseificazione, ad esempio, a seconda della categoria di grasso del formaggio prodotto si<br />

aggiunge o si toglie grasso del latte. Per tale motivo, la valorizzazione del latte commercializzato<br />

è espressa in equivalente del latte (EL) in base alle sue componenti. Un EL corrisponde a<br />

73 grammi di proteine e grasso, ovvero a un chilogrammo di latte di qualità media contenente<br />

33 grammi di proteine e 40 grammi di grasso. L’EL funge da unità di misura per il calcolo della<br />

quantità di latte trasformato in latticini.<br />

Circa il 43 per cento degli EL di latte commercializzato è tuttora destinato alla produzione di<br />

formaggio e ricotta (quark), che resta pertanto il tipo di valorizzazione preminente. Nel 2015<br />

si è osservato l'aumento, superiore alla media, della trasformazione di latte in quark rispetto<br />

all'anno precedente (+38,6 %). L'utilizzo come latte di consumo ha segnato un calo del 3,3<br />

per cento.<br />

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Il mio Rapporto agricolo 80 / 93<br />

MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE<br />

» A39<br />

La produzione di formaggio nel 2015 rispetto all'anno precedente è aumentata dell'1,9 per<br />

cento attestandosi a 188 806 tonnellate. Il formaggio a pasta dura rappresenta tuttora, con<br />

un totale di 64 034 tonnellate, la varietà con la quota maggioritaria, anche se registra una diminuzione<br />

del 4,6 per cento rispetto all'anno precedente. Oltre all'Emmentaler DOP, con un<br />

calo della produzione del 7 per cento, anche gli altri formaggi a pasta dura segnano una diminuzione,<br />

tuttavia minore, compresa tra il 3 e il 5 per cento.<br />

Da diversi anni si rileva un incremento costante della produzione di formaggio a pasta semidura<br />

che nel 2015 si è attestato all'1 per cento (+632 t) rispetto al 2014 e a oltre il 33 per cento<br />

rispetto agli anni 2000/02. La crescita nel 2015 ha riguardato tuttavia soltanto il formaggio da<br />

raclette (+931 t), le altre varietà hanno registrato un calo o sono restate invariate.<br />

Per il formaggio fresco è stato possibile aumentare la produzione di 5528 tonnellate rispetto<br />

all'anno precedente, mentre per il formaggio a pasta molle essa è diminuita leggermente.<br />

» A40<br />

Nonostante un calo nel 2015, in testa alla graduatoria delle varietà di formaggio con i volumi<br />

di produzione maggiori vi è il Gruyère DOP (28 552 t; -3,0 %), al secondo posto la mozzarella<br />

(23 551 t; +3,8 %) e al terzo posto l’Emmentaler DOP (18 843 t; -7,0 %).<br />

Commercio estero<br />

In termini di quantitativi, nell’anno oggetto del rapporto in Svizzera la bilancia commerciale<br />

per il latte e i latticini è stata leggermente negativa (esportazione 86 656 t; importazione 91<br />

754 t). Le esportazioni sono state superiori alle importazioni solo nel caso del formaggio e del<br />

latte in polvere. In termini di valore, le esportazioni sono state pari a 668,2 milioni di franchi<br />

mentre le importazioni a 423,6 milioni di franchi, il che equivale a un'eccedenza delle esportazioni<br />

di 244,5 milioni di franchi (Statistica svizzera sul latte, 2015).<br />

Nell'anno oggetto del rapporto le esportazioni di formaggio sono aumentate di 554 tonnellate<br />

raggiungendo quota 64 231 tonnellate. Le importazioni di formaggio si sono attestate a 55 432<br />

tonnellate con un incremento di 1587 tonnellate. In termini di valore nel 2015 le esportazioni<br />

sono state pari a 573 milioni di franchi (608 nel 2014) e le importazioni a 346 milioni di franchi<br />

(393 nel 2014).<br />

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Il mio Rapporto agricolo 81 / 93<br />

MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE<br />

La Svizzera, con 51 979 tonnellate, ha esportato lo 0,9 per cento in meno di formaggio nei Paesi<br />

dell’UE rispetto al 2014. I maggiori acquirenti sono stati la Germania con 29 546 tonnellate e<br />

l’Italia con 10 814 tonnellate. Va tuttavia tenuto in considerazione il fatto che il formaggio,<br />

dopo l’esportazione in determinati Paesi dell’UE, viene spesso rivenduto in altri Paesi europei<br />

e le statistiche doganali non consentono di stabilire in quale Paese alla fine è stato consumato<br />

il formaggio svizzero.<br />

Come era già stato il caso negli anni precedenti, la quota maggiore è rappresentata dal formaggio<br />

a pasta dura con esportazioni pari a 33 762 tonnellate. I consumatori stranieri hanno<br />

prediletto l’Emmentaler DOP del quale ne sono state esportate complessivamente 12 663 tonnellate<br />

(13 994 t nel 2014). Al secondo posto nella classifica di gradimento segue il Gruyère<br />

DOP con 11 956 tonnellate (12 376 t nel 2014).<br />

Nel 2015 le importazioni di formaggio pari complessivamente a 55 432 tonnellate provenivano<br />

praticamente tutte dall'UE, segnatamente, nell'ordine, dall'Italia (19 806 t), dalla Francia (14<br />

053 t) e dalla Germania (12 768 t). Le quote d’importazione più cospicue hanno interessato il<br />

formaggio fresco, con 20 970 tonnellate (20 320 t nel 2014) e il formaggio a pasta molle con<br />

9 965 tonnellate (9 427 t nel 2014).<br />

» A36<br />

Consumo<br />

Con 21,5 chilogrammi pro capite, nel 2015 il consumo di formaggio ha segnato una crescita<br />

dello 0,5 per cento rispetto all’anno precedente. Anche il consumo pro capite di bevande a<br />

base di latte è aumentato, segnatamente di 0,5 chilogrammi, attestandosi a 9,9 chilogrammi,<br />

mentre per il latte di consumo e il latte da bere è stato registrato un valore inferiore, ovvero<br />

59,1 chilogrammi pro capite (-5,1 %).<br />

» A37<br />

Da diversi anni nel consumo pro capite di latte e latticini si segnalano soltanto variazioni di<br />

lieve entità. Da un confronto con il periodo 2000/02 si rileva, invece, una flessione di oltre un<br />

quarto del consumo pro capite di latte di consumo, mentre il consumo di bevande a base di<br />

latte triplica. Nello stesso periodo è sceso il consumo pro capite di burro e panna (risp. -9 % e<br />

-10 %), mentre quello di formaggio è aumentato di un buon 9 per cento.<br />

Prezzi al consumo nel confronto con l'UE<br />

Considerati gli elevati prezzi di produzione del latte, in Svizzera, rispetto a Germania, Francia e<br />

Austria, anche i prezzi al consumo di latte e latticini sono più alti. Nei Paesi confinanti i prezzi<br />

registrano un valore pari al 35-83 per cento del livello svizzero. La principale differenza di<br />

prezzo si osserva per il burro (nel 2015: CH = 14.97 fr./kg, DE = 3.79 fr./kg). Il latte intero<br />

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Il mio Rapporto agricolo 82 / 93<br />

MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE<br />

pastorizzato meno costoso si rileva in Germania, con un prezzo di 0.68 franchi il litro (CH =<br />

1.46 fr./l).<br />

Hans Ulrich Leuenberger, UFAG, Settore Prodotti animali e allevamento, hansulrich.leuenberger@blw.admin.ch<br />

» A41<br />

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Il mio Rapporto agricolo 88 / 93<br />

MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE<br />

Carne e uova<br />

Nell'anno oggetto del rapporto la produzione totale di carne è ammontata a 478 968 tonnellate,<br />

segnando un lieve calo pari allo 0,1 per cento rispetto all'anno precedente.<br />

Secondo l'UST (2015), il valore della produzione di carne si è attestato su 2,6 miliardi di franchi<br />

rappresentando più di un quarto del valore totale della produzione agricola.<br />

Nonostante il calo dei consumi in atto da diversi anni, la carne di suino ha fatto registrare una<br />

quota del 44 per cento rispetto al consumo di carne totale.<br />

Il consumo di carne annuo della popolazione svizzera, nel 2015, è leggermente sceso rispetto<br />

all'anno precedente attestandosi a 51,35 chilogrammi pro capite, pari a un consumo totale di<br />

431 852 tonnellate di carne (pesce e crostacei esclusi).<br />

Produzione<br />

Nell'anno oggetto del rapporto i contadini hanno detenuto circa 1,55 milioni di capi di bovini<br />

(0,5 % in meno rispetto al 2014). L'effettivo di vacche (vacche da latte e madri) ha subito una<br />

flessione di 4000 capi rispetto all'anno precedente.<br />

L'effettivo di suini, composto da circa 1,5 milioni di capi, si è attestato lievemente al di sotto del<br />

valore di un anno fa, subendo un calo dello 0,2 per cento. La flessione piuttosto considerevole<br />

degli effettivi di ovini e caprini registrata nel 2015 è prevalentemente dovuta allo spostamento<br />

del giorno di riferimento da inizio maggio al 1° gennaio.<br />

Grazie alla buona congiuntura sul mercato e alla crescente domanda di uova e carne di pollame,<br />

l'effettivo totale di pollame è nuovamente aumentato, attestandosi a quota 10,75 milioni di<br />

capi; l'incremento maggiore, pari a quasi il 6 per cento, si è registrato per le galline ovaiole<br />

e da allevamento.<br />

Dopo la crescita registrata l'anno precedente, nell'anno oggetto del rapporto la produzione di<br />

tutte le varietà di carne è scesa di circa 500 tonnellate a 345 642 tonnellate di peso alla vendita.<br />

La produzione di carne di pollame (ca. +1600 t) ha segnato un nuovo aumento a differenza di<br />

quella di carne di suino e di quella di carne bovina (entrambe ca. -500 t). In calo è stata anche<br />

la produzione di carne di vitello (-4 %), di pecora (-3,3 %) e di cavallo (-6 %). In cifre assolute,<br />

tuttavia, tale flessione è esigua per la carne equina, considerato che la rispettiva quota di mercato<br />

è relativamente piccola in termini quantitativi. Nel 2015 la produzione di carne di capra<br />

ha segnato un netto aumento pari al 17,7 per cento, dopo aver seguito una tendenza al ribasso<br />

per diversi anni. In cifre assolute, tuttavia, questa crescita è esigua (soltanto 66 t di peso alla<br />

vendita) perché la quota di mercato è relativamente piccola come nel caso della carne equina.<br />

La quota indigena di carne bovina pronta alla vendita è rimasta pressoché invariata rispetto<br />

all'anno precedente segnando l'80,5 per cento. Le macellazioni di vacche hanno subito un calo<br />

attestandosi a 162 558 capi e a 48 685 tonnellate di peso alla macellazione. L'aumento dei<br />

pesi alla macellazione ha comunque permesso di compensare lo scarso approvvigionamento<br />

di carne destinata alla trasformazione. Per i buoi e i manzi si è osservato un aumento delle<br />

macellazioni e del peso alla macellazione, per i tori, invece, una flessione.<br />

Nel 2015 il mercato della carne di suino è passato da un eccesso di offerta a una situazione<br />

di equilibrio, anche se la produzione ha subito un lieve calo e la lunga e bella stagione estiva<br />

ha sgravato il mercato. Gli addetti alla trasformazione e al commercio non hanno effettuato<br />

importazioni di carne di maiale in mezzene e di conseguenza la quota indigena di carne di suino<br />

ha raggiunto il 96,4 per cento.<br />

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Il mio Rapporto agricolo 89 / 93<br />

MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE<br />

La crescita costante della domanda di carne di pollame ha determinato un ulteriore aumento<br />

del 3,1 per cento della produzione indigena, che ha superato le 55 600 tonnellate di peso alla<br />

vendita. La quota indigena è lievemente cresciuta attestandosi al 54,8 per cento.<br />

La produzione di carne di agnello è leggermente diminuita a 4780 tonnellate di peso alla macellazione,<br />

la quota indigena è scesa ulteriormente al 35 per cento.<br />

Nel 2015 la produzione di carne di vitello è crollata a 29 100 tonnellate (-1198 t). Ciò è dovuto<br />

anche al fatto che si ricorre maggiormente ad animali di razze da carne e di conseguenza<br />

cresce il numero di vitelli magri destinati all'ingrasso di bestiame grosso. Sul fronte dei consumi,<br />

inoltre, si osserva un ulteriore calo a un livello pari a 2,77 chilogrammi pro capite all'anno<br />

(-3,8 %).<br />

Nel 2015 la produzione di uova è salita a un totale di 868 milioni di pezzi (+3,7 %). Le vendite di<br />

uova indigene sono andate bene, grazie alla crescita demografica piuttosto che a un aumento<br />

del consumo pro capite (173,9 pz., 100,9 dei quali 103,3 di provenienza svizzera). La quota<br />

di uova svizzere sulle vendite di uova di consumo si attesta al 77 per cento. Se nella statistica<br />

dei consumi si considerano anche i prodotti a base di uova, le galline ovaiole indigene hanno<br />

prodotto quasi il 57 per cento delle uova e dei prodotti a base di uova consumati.<br />

Commercio estero<br />

Nell'anno oggetto del rapporto, le esportazioni di carne per l'alimentazione umana hanno registrato<br />

una flessione dell’11,4 per cento rispetto all'anno precedente, raggiungendo un totale<br />

di 7 562 tonnellate di peso alla vendita. L'unico aumento osservato ha interessato le esportazioni<br />

di carne di vitello (56,5 %), che però in termini quantitativi sono rimaste a un livello<br />

basso (56 t). Le esportazioni di carne di pollame, invece, hanno subito un crollo pari al 34,9<br />

per cento e seguono la tendenza al ribasso già osservata l'anno precedente.<br />

A differenza del 2014, nell'anno oggetto del rapporto le esportazioni di carne secca (carne<br />

di manzo) sono diminuite del 7,4 per cento raggiungendo quota 1684 tonnellate di peso alla<br />

vendita.<br />

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Il mio Rapporto agricolo 90 / 93<br />

MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE<br />

Anche le esportazioni di carne di suino hanno subito una flessione, segnatamente del 3,3 per<br />

cento toccando quota 2326 tonnellate di peso alla vendita.<br />

Esportazione di carne, sottoprodotti della macellazione e preparazioni<br />

Denominazione 2012 2013 2014 2015<br />

Carne bovina (vitello<br />

incl.)<br />

Tonnellate nette<br />

Sottoprodotti<br />

della macellazione<br />

Preparazioni a<br />

base di carne<br />

Carne 1975 1811 1936 1789<br />

2936 2403 2350 2026<br />

50 41 33 19<br />

Totale 4961 4255 4320 3834<br />

Carne suina Carne 3146 1334 1819 1832<br />

Tonnellate nette<br />

Carne di pollame<br />

Tonnellate nette<br />

Sottoprodotti<br />

della macellazione<br />

Preparazioni a<br />

base di carne<br />

Carne e sottoprodotti<br />

della macellazione<br />

Preparazioni a<br />

base di carne<br />

17996 17452 16914 16 681<br />

82 107 80 58<br />

Totale 21 224 18 894 18 813 18 571<br />

3415 3845 4255 3438<br />

54 49 81 71<br />

Totale 3468 3894 4335 3509<br />

Altro Insaccati 287 326 329 292<br />

Tonnellate nette<br />

Preparazioni con<br />

meno del 20% di<br />

carne<br />

20 153 20 384 20 751 16 169<br />

Fonti: AFD, Proviande<br />

L'importazione di carne per l'alimentazione umana è diminuita del 3,6 per cento, raggiungendo<br />

93 772 tonnellate di peso alla vendita (escl. pesce, molluschi e crostacei). Le importazioni<br />

di carne di suino hanno subito una forte battuta d'arresto, toccando quota 9174<br />

tonnellate di peso alla vendita (-33 %) perché sul mercato era disponibile un quantitativo sufficiente<br />

di carne di suino svizzera per via dei consumi in calo e della stabilità della produzione<br />

indigena.<br />

Analogamente al 2014, la produzione dei tagli di carne più apprezzati (p.es. lombata di manzo,<br />

di agnello e di cavallo nonché petto di pollo e di tacchino) non è stata in grado di coprire completamente<br />

il fabbisogno.<br />

Sono state inoltre importate 22 563 tonnellate di carne di bestiame grosso, 9174 di carne suina<br />

e 46 872 tonnellate di carne di pollame.<br />

118<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 91 / 93<br />

MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE<br />

Per la carne di manzo (9674 t/prezzo alla vendita) e di maiale (451 t) il maggior fornitore della<br />

Svizzera resta la Germania, per il pollame il Brasile, con quasi il 40 per cento delle forniture<br />

(19 962 t). La maggior parte della carne ovina (75 %) viene importata da Australia e Nuova<br />

Zelanda.<br />

Le importazioni di uova di consumo sono nuovamente diminuite (-3,8 %) raggiungendo 238,1<br />

milioni di pezzi. Una netta flessione rispetto agli anni precedenti è stata registrata anche per<br />

le uova di trasformazione spezzate in Svizzera (-11,9 %; 194,3 mio. pz.). I principali Paesi che<br />

riforniscono la Svizzera di uova continuano a essere Olanda, Germania e Francia.<br />

Consumo di carne<br />

Nell'anno oggetto del rapporto il consumo pro capite di carne pronta alla vendita è diminuito<br />

del 2 per cento rispetto al 2014 attestandosi a 51,35 kg l'anno (escl. pesce e crostacei, incl.<br />

coniglio e selvaggina). Si tratta di un'inversione di tendenza dopo un triennio al rialzo.<br />

Va osservato che nel calcolo del consumo non viene considerata la carne acquistata nei<br />

Paesi confinanti. Il turismo degli acquisti è cresciuto anche nel 2015 a causa della debolezza<br />

dell'euro. Per questo motivo il calo del consumo pro capite va relativizzato.<br />

Anche il consumo totale di carne è sceso dello 0,8 per cento toccando quota 431 852 tonnellate<br />

di carne pronta al consumo.<br />

L'aumento più marcato relativo alla carne pronta alla vendita ha interessato quella di pollame<br />

che ha guadagnato l'1,3 per cento raggiungendo quota 12,08 kg. Dal 2014 occupa il secondo<br />

posto, preceduta dalla carne di suino (22,77 kg), nella classifica delle preferenze dei consumatori.<br />

La carne di manzo, con 11,24 chilogrammi, si piazza al terzo posto.<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

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Il mio Rapporto agricolo 92 / 93<br />

MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE<br />

Dal 2000/02 è diminuita la preferenza accordata dalla popolazione svizzera alla carne di cavallo<br />

e a quella di vitello (ca. -30 %), mentre quella accordata alla carne di pollame è aumentata<br />

della stessa percentuale. Nello stesso periodo la preferenza per uova e carne suina è scesa<br />

rispettivamente del 7 e del 10 per cento. Per la carne bovina, il consumo pro capite è comunque<br />

cresciuto del 10 per cento.<br />

Se si fa un salto indietro di sessant'anni, secondo le cifre di Proviande (2015) il consumo di<br />

carne, pesce e crostacei era pari a 37 chilogrammi l'anno. Già allora si consumava soprattutto<br />

carne di suino (16 kg), mentre il consumo di carne di pollame (1,3 kg) era pressoché irrilevante.<br />

Consumo di carne a livello internazionale<br />

Dal confronto internazionale nel 2011 (dati più recenti disponibili) emerge che, con 53,5 chilogrammi<br />

il consumo pro capite di carne in Svizzera si situava nella fascia media superiore.<br />

Tali calcoli sono stati effettuati da Proviande sulla base dei dati FAO del 2011, anno in cui il<br />

consumo andava dai 2,9 chilogrammi del Bangladesh agli oltre 110 chilogrammi di Hong Kong<br />

(USA 84,2 kg/anno). Il consumo medio pro capite nei 180 Paesi oggetto di rilevazione è stato<br />

di 35,6 chilogrammi.<br />

Nel confronto tra i Paesi europei, secondo i calcoli di Agrarmarkt Informations-Gesellschaft<br />

Deutschland (AMI) e di Proviande per il 2013, la Svizzera, con un consumo pro capite di 52,0<br />

chilogrammi l'anno, si situa al penultimo posto della classifica, prima della Repubblica Ceca<br />

(49,5 kg/anno). I maggiori consumatori di carne sono Cipro (85,0 kg/anno), Danimarca (78,3<br />

kg/anno) e Spagna (77,6 kg/anno).<br />

120<br />

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Il mio Rapporto agricolo 93 / 93<br />

MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE<br />

Hans Ulrich Leuenberger, UFAG, Settore Prodotti animali e allevamento, hansulrich.leuenberger@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

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Il mio Rapporto agricolo 2 / 39<br />

AMBIENTE > INTRODUZIONE<br />

Introduzione<br />

Agricoltura e ambiente sono strettamente correlati. Da un lato l'agricoltura utilizza in maniera<br />

mirata le basi vitali naturali per produrre derrate alimentari, dall'altro con le sue attività incide<br />

sui processi naturali e influenza l'ambiente. Oltre un terzo del territorio nazionale è costituito<br />

da superfici coltivate, incluse quelle per la creazione di sottoprodotti come paesaggi curati,<br />

habitat preziosi per la biodiversità o terreni fertili. Queste prestazioni multifunzionali sono richieste<br />

dalla società e promosse attraverso la politica agricola. Tuttavia, tutte le forme di produzione<br />

rappresentano anche un carico per gli ecosistemi, che può essere ridotto accrescendo<br />

l'efficienza della produzione agricola e adeguandone l'intensità alle caratteristiche locali, ovvero<br />

innovando i sistemi di produzione come peraltro si prefigge la politica agricola.<br />

Nella rubrica «Ambiente» del Rapporto agricolo si trattano temi che interessano l'interfaccia<br />

agricoltura e ambiente (ciclo dell'azoto e del fosforo, clima, aria, energia, acqua, suolo e biodiversità).<br />

A cadenza quadriennale, ogni anno vengono approfonditi due o tre temi. Quest'anno<br />

si parla di azoto (flussi, emissioni di ammoniaca, emissioni di protossido d'azoto e nitrati) e<br />

acqua (utilizzo di prodotti fitosanitari e medicamenti per uso veterinario), tematiche già toccate<br />

nelle edizioni del Rapporto agricolo 2004, 2008 e 2012. In questa rubrica vengono inoltre<br />

pubblicati gli indicatori agroambientali del programma di monitoraggio dell'UFAG periodicamente<br />

aggiornati.<br />

122<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 3 / 39<br />

AMBIENTE > MONITORAGGIO AGRO-AMBIENTALE<br />

Indicatori agroambientali (IAA)<br />

Il monitoraggio agroambientale (MAA) dell'Ufficio federale dell'agricoltura (UFAG) fornisce<br />

un quadro sull'evoluzione dell'agricoltura svizzera dal profilo agroambientale. Nelle varie tematiche<br />

agroambientali (cicli dell'azoto e del fosforo, energia, clima, suolo, acqua e biodiversità)<br />

è finalizzato a fornire le informazioni necessarie per osservare e determinare l'influenza<br />

dell'agricoltura sulla qualità ambientale e il modo in cui l'ambiente evolve in relazione alle<br />

pratiche agricole. La base legale del monitoraggio è l'ordinanza concernente l'analisi della<br />

sostenibilità in agricoltura, che specifica che il MAA deve fondarsi su indicatori agroambientali<br />

(IAA) che siano comparabili sul piano internazionale (Eurostat e OCSE) e consentano di valutare<br />

gli effetti quantitativi e qualitativi della politica agricola a livello nazionale (statistiche<br />

e inventari nazionali), regionale e per tipo di azienda (Analisi centralizzata di indicatori agroambientali,<br />

AC-IAA).<br />

Le serie di dati sugli IAA<br />

Il presente rapporto tratta in maniera approfondita gli IAA sull'azoto (L'azoto nell'agricoltura,<br />

Emissioni di ammoniaca, Emissioni di protossido di azoto, Nitrati nell'acqua), sull'utilizzo di<br />

prodotti fitosanitari e sull'impiego di medicamenti veterinari in agricoltura. Tutti i dati del MAA<br />

sono raggruppati nelle tabelle e nei link seguenti:<br />

• livello nazionale: tabella Excel aggiornata<br />

• livello regionale e per tipo di azienda: tabella Excel aggiornata<br />

• livello internazionale: indicatori agroambientali dell'OCSE e indicatori agroambientali di<br />

Eurostat<br />

Bibliografia<br />

Ufficio federale dell'agricoltura (2014), Flyer Monitoraggio agroambientale<br />

Rapporti agricoli 2012, 2013, 2014 e 2015<br />

OCSE 2013, OECD Compendium of Agri-environmental Indicators<br />

Eurostat 2016, Agriculture, forestry and fishery statistics — ed. 2015<br />

Latsch, A., T. Anken. 2015. Landwirtschaftlicher Energieverbrauch in der Schweiz. Agroscope Transfer 56: 1-4.<br />

Latsch, A., T. Anken, F. Hasselmann. 2014. Agrarumweltindikator (AUI) "Energieverbrauch Landwirtschaft" - Methodenbeschreibung<br />

für die nationale Ebene. Schlussbericht, pp. 30.<br />

Latsch, A., T. Anken, F. Hasselmann. 2013. Energieverbrauch der Schweizer Landwirtschaft - Graue Energie schlägt<br />

zunehmend zu Buche. Agrarforschung Schweiz 4(5): 244-247.<br />

de Baan L., S. Spycher, O. Daniel. 2015. Einsatz von Pflanzenschutzmitteln in der Schweiz von 2009 bis 2012. Agrarforschung<br />

Schweiz 6 (2): 48-55.<br />

Büchi, L., A. Valsangiacomo, E. Burel, R. Charles. 2015. Integrating simulation data from a crop model in the development<br />

of an agri-environmental indicator for soil cover in Switzerland. European Journal of Agronomy<br />

Documentazione per la CA-IAA: www.agrarmonitoring.ch<br />

Jérôme Frei, UFAG, Settore Sistemi agro-ambientali e sostanze nutritive, jerome.frei@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

123


Il mio Rapporto agricolo 4 / 39<br />

AMBIENTE > AZOTO<br />

L'azoto nell'agricoltura<br />

L'intricato percorso dell'azoto<br />

Nell'ambiente, l'azoto (N) subisce diverse trasformazioni. L'agricoltura sfrutta il processo<br />

della fissazione tecnica e biologica dell'azoto per rendere reattivo e quindi disponibile per la<br />

crescita delle piante l'azoto atmosferico non reattivo (N 2 ). L'azoto minerale assorbito dalle<br />

piante viene trasformato in proteine e, assieme al carbonio, in biomassa, sostanzialmente<br />

in forma proteica. All'atto del foraggiamento e durante il processo di digestione le proteine<br />

vegetali vengono trasformate in proteine animali; entrambe hanno una notevole valenza<br />

nell'alimentazione umana. I composti azotati organici presenti nelle parti morte dei vegetali<br />

e negli escrementi animali vengono nuovamente decomposti in forme minerali di azoto.<br />

L'azoto minerale che non giunge nei prodotti agricoli e si disperde nell'ambiente può avere<br />

effetti negativi sugli ecosistemi: sotto forma di ammoniaca (NH 3 ) altera gli ecosistemi sensibili<br />

come le paludi e le foreste, sotto forma di nitrati (NO 3 ) inquina le acque sotterranee e gli ecosistemi<br />

marini e sotto forma di protossido di azoto (N 2 O) concorre al riscaldamento climatico.<br />

L'azoto può quindi compromettere l'ambiente sul piano locale, (sovra)regionale e globale. Un<br />

atomo di azoto è in grado di formare diversi composti chimici prima di trasformarsi nuovamente<br />

in azoto elementare atmosferico innocuo per l'ambiente.<br />

Influsso considerevole dell'agricoltura sui flussi di azoto<br />

Uno studio commissionato dall’UFAG per quantificare e illustrare i flussi di azoto nella filiera<br />

agroalimentare svizzera nel 2005 (Reutimann et al. 2013) evidenzia che dal profilo quanti-<br />

124<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 5 / 39<br />

AMBIENTE > AZOTO<br />

tativo i concimi minerali, gli alimenti importati per animali e l'azoto fissato biologicamente<br />

sono le tre principali fonti d’immissione di azoto nel sistema agroalimentare svizzero. Secondo<br />

l'attuale bilancio nazionale dell'azoto (cfr. grafico sull'evoluzione del bilancio e dell'efficienza<br />

dell'azoto), nel frattempo l’apporto di azoto attraverso gli alimenti per animali ha superato<br />

quello attraverso i concimi minerali. I principali flussi di azoto si rilevano tuttavia all’interno<br />

del settore primario, sotto forma di piante foraggere per l'alimentazione animale e di concimi<br />

aziendali utilizzati nella produzione vegetale. L'azoto esce dal sistema agroalimentare principalmente<br />

attraverso gli escrementi umani che finiscono nelle acque di scarico, attraverso l'aria<br />

sotto forma di ammoniaca, protossido di azoto e azoto elementare atmosferico emessi dalle<br />

aziende detentrici di animali e dal suolo, nonché attraverso il dilavamento dei suoli sotto forma<br />

di nitrati. In proporzione, i flussi di azoto di origine agricola verso l'alimentazione umana sono<br />

esigui.<br />

L'UFAM ha commissionato uno studio per calcolare le probabili variazioni dei flussi di azoto in<br />

Svizzera fino al 2020 sulla base di ipotesi sullo sviluppo demografico e sulla Politica agricola<br />

2014–2017 (Heldstab et al. 2013). I risultati mostrano che le importazioni di azoto attraverso<br />

le derrate alimentari e gli alimenti per animali aumentano considerevolmente. L’evoluzione<br />

delle importazioni di derrate alimentari è da ricondurre al maggiore fabbisogno di calorie di<br />

una popolazione in crescita. Secondo lo studio, l'incremento del fabbisogno di alimenti importati<br />

per animali è dovuto al costante aumento della produzione lattiera per animale che compensa<br />

ampiamente gli effetti della soppressione dei contributi per gli animali che consumano<br />

foraggio grezzo decisa nel quadro della Politica agricola 2014–2017. Anche gli sviluppi nel<br />

settore dell'ingrasso di pollame rivestono un ruolo importante. Stando allo studio dell'UFAM,<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

125


Il mio Rapporto agricolo 6 / 39<br />

AMBIENTE > AZOTO<br />

l'importazione di azoto attraverso i concimi minerali diminuisce ulteriormente poiché il fabbisogno<br />

di azoto delle piante può essere coperto mediante il volume supplementare di concimi<br />

aziendali risultante dalle importazioni di alimenti per animali. Le perdite gassose di azoto (ammoniaca,<br />

protossido di azoto, ossidi d'azoto, azoto elementare atmosferico) segnano tuttavia<br />

un lieve calo poiché per spandere i concimi aziendali si ricorre sempre più a tecniche a basse<br />

emissioni. Il calo potrebbe essere più consistente se venissero applicate tutte le altre misure<br />

aziendali e tecniche attualmente note (IIASA 2015, IIASA 2011). Siccome le emissioni di NO x<br />

provocate dal traffico sono destinate a diminuire ulteriormente grazie all’inasprimento delle<br />

prescrizioni sui gas di scarico, è minore anche il deposito atmosferico di azoto.<br />

Perdite di azoto e obiettivi in materia di riduzione: una sfida<br />

L'efficienza, ovvero l'output di azoto che l'agricoltura svizzera produce con una unità di input<br />

di azoto, è aumentata costantemente passando dal 22 per cento nel 1990/92 al 30 per cento nel<br />

2012/14. Il bilancio nazionale dell'azoto mostra che l'output di azoto sotto forma di prodotti<br />

vegetali e animali è aumentato del 28 per cento nonostante le immissioni di azoto sotto forma<br />

di concimi minerali, alimenti importati per animali, fissazione biologica dell'azoto e deposito<br />

atmosferico abbiano segnato un calo complessivo del 5 per cento.<br />

Benché ambizioso, l'obiettivo intermedio di un'efficienza dell'azoto pari al 33 per cento entro<br />

il 2017 (cfr. messaggio sulla Politica agricola 2014–2017) dovrebbe poter essere raggiunto.<br />

Anche le perdite di azoto che finiscono nell'ambiente (input di N meno output di N) sono diminuite<br />

passando da 132 000 tonnellate di azoto nel 1990/92 a 116 000 tonnellate di azoto<br />

nel 1999/2001 (-12 %). Da allora non si registrano praticamente più progressi. Stando ai calcoli<br />

di Agroscope, nel 2012/14 le perdite di azoto ammontavano ancora a 113 000 tonnellate.<br />

Molto probabilmente non sarà raggiunto l'obiettivo intermedio per il 2015 di al massimo 95<br />

000 tonnellate di perdite di azoto stabilito nel messaggio sulla Politica agricola 2011 e ripreso<br />

nel messaggio sulla Politica agricola 2014–2017.<br />

I dati sugli indicatori dell’azoto e su altri indicatori agroambientali a livello nazionale sono<br />

disponibili su Servizi.<br />

126<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 7 / 39<br />

AMBIENTE > AZOTO<br />

Come ridurre le perdite di azoto<br />

Di base, le perdite di azoto dipendono, da un lato, dall'intensità dell’azoto (ovvero dalla quantità<br />

di azoto utilizzata) e, dall'altro, dall'efficienza dell'azoto (ovvero da come viene impiegato).<br />

Secondo uno studio di Agroscope (cfr. riquadro in basso), nell'agricoltura svizzera la<br />

situazione è molto eterogenea per quanto riguarda l'intensità e l'efficienza dell'utilizzo di<br />

azoto sia tra i diversi tipi di azienda sia all'interno dello stesso tipo di azienda. Lo studio mostra<br />

anche che in tutti i tipi di azienda l'intensità dell'azoto ha ripercussioni positive sulla cifra<br />

d'affari per ettaro, ma non esercita praticamente alcun influsso sul profitto del lavoro per unità<br />

di lavoro annuale della famiglia. Alla luce di tale considerazione si può quindi concludere che<br />

è possibile ridurre le perdite di azoto, da un lato, attraverso il progresso tecnologico teso ad<br />

accrescere l'efficienza e, dall'altro, gestendo l'intensità.<br />

Approccio «efficienza»: per ridurre in maniera efficace le perdite di azoto provocate<br />

dall'agricoltura è opportuno intervenire all'inizio della catena delle perdite. Maggiore sarà il<br />

quantitativo di azoto utilizzato trasformato in prodotti agricoli, meglio sarà per l'agricoltura<br />

e l'ambiente. In quest’ottica sono molto promettenti la selezione di piante e animali in grado<br />

di utilizzare l'azoto in maniera più efficiente e il regime alimentare di animali e vegetali. In<br />

questo ambito è possibile accrescere l'assorbimento dell'azoto da parte di piante e animali e<br />

ridurre le perdite nell'ambiente.<br />

Approccio «intensità»: un altro approccio efficace per ridurre le perdite di azoto è<br />

l'adeguamento dell'intensità al potenziale e alla sopportabilità ecologica del luogo. Ciò implica,<br />

tra l'altro, un maggiore utilizzo delle superfici coltive direttamente per l'alimentazione<br />

umana e il pascolo degli animali su superfici inerbite non altrimenti utilizzabili. Diminuisce così<br />

il volume di prodotti animali, con conseguenze sul consumo e sulle abitudini alimentari, ma<br />

non sulla sicurezza alimentare: un'alimentazione che sostituisce sempre più le proteine animali<br />

con quelle vegetali accresce l'efficienza del sistema alimentare in generale poiché viene<br />

ridotto il passaggio attraverso l'animale che comporta perdite elevate (Schader et al. 2015).<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

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Il mio Rapporto agricolo 8 / 39<br />

AMBIENTE > AZOTO<br />

Quali fattori aziendali determinano eccedenze di azoto troppo elevate?<br />

Sulla base di una statistica descrittiva e comprendente molteplici varianti, Agroscope (Jan et<br />

al. 2013) ha analizzato i dati dell'analisi centralizzata degli indicatori agroambientali (AC-IAA)<br />

e quelli dell'analisi centralizzata dei dati contabili (AC-DC) di circa 200 aziende onde stabilire<br />

quali sono i fattori che determinano le eccedenze di azoto a livello aziendale. I risultati principali<br />

dello studio sono i seguenti:<br />

• a livello di singola azienda l'intensità e l'efficienza dell'azoto rivestono un ruolo analogo<br />

nella formazione delle eccedenze di azoto;<br />

• una maggiore intensità dell'azoto comporta, tendenzialmente, una minore efficienza<br />

dell'azoto;<br />

• nelle aziende specializzate si rilevano eccedenze di azoto inferiori rispetto a quelle non<br />

specializzate (le cosiddette «aziende combinate»). Eccedenze elevate sono frutto, in particolare,<br />

della combinazione con la trasformazione, poiché in questo tipo di aziende a fronte<br />

di un’elevata intensità dell’azoto vi è una bassa efficienza di tale elemento. Sebbene in misura<br />

minore, è il caso anche delle aziende che producono latte commerciale;<br />

• nella regione di pianura e in quella collinare le eccedenze di azoto sono pressoché uguali,<br />

mentre nella regione di montagna sono nettamente inferiori;<br />

• nelle aziende dedite all’agricoltura biologica si rilevano emissioni di azoto inferiori rispetto<br />

a quelle che forniscono la prova che le esigenze ecologiche sono rispettate (PER);<br />

• le aziende con una superficie agricola utile estesa presentano, tendenzialmente,<br />

un’intensità dell’azoto lievemente inferiore e quindi eccedenze inferiori rispetto a quelle<br />

con una superficie modesta;<br />

• l’intensità dell’azoto ha effetti positivi sulla cifra d’affari per ettaro, ma non esercita praticamente<br />

alcun influsso sul profitto del lavoro per unità di lavoro annuale della famiglia.<br />

I dati sugli indicatori dell’azoto e su altri indicatori agroambientali a livello aziendale sono<br />

disponibili su Servizi.<br />

La Germania intende ridurre le perdite di azoto che, commisurate alla superficie, sono simili<br />

a quelle rilevate in Svizzera (OCSE 2013). A tal fine ha avviato una revisione del diritto in materia<br />

di concimi i cui elementi principali in discussione sono la creazione di basi legali per<br />

l’introduzione di un bilancio franco azienda che rilevi l’input e l’output di azoto a livello aziendale,<br />

la creazione di basi legali per un confronto automatico dei dati tra le diverse autorità<br />

coinvolte, la disposizione di termini transitori fino all’introduzione dell’obbligo di applicare<br />

tecniche di spandimento a basse emissioni e l’obbligo di fornire consulenza agli agricoltori.<br />

Conclusioni<br />

L’obiettivo intermedio in relazione alle perdite massime di azoto fissato dalla politica agricola<br />

per il 2015 non sarà raggiunto.<br />

La sfida della riduzione delle perdite di azoto va affrontata a più livelli. Siccome l’azoto reattivo<br />

è molto mobile e instabile, gli approcci che prevedono di ridurre l’utilizzo di azoto – sotto forma<br />

sia di alimenti per animali sia di concimi – è particolarmente efficace ed efficiente. Nelle altre<br />

fasi del ciclo dell’azoto è molto più difficile intervenire sulle emissioni e controllare le perdite.<br />

128<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 9 / 39<br />

AMBIENTE > AZOTO<br />

È molto probabile che la Politica agricola 2014–2017 determinerà una riduzione delle perdite<br />

di azoto. Sono tuttavia necessari ulteriori sforzi sul piano dell’innovazione tecnologica e aziendale<br />

per accrescere l’efficienza onde raggiungere gli obiettivi prefissati. Laddove ciò non<br />

basti, occorre adeguare l’intensità di produzione alla sopportabilità degli ecosistemi. Per compiere<br />

ulteriori progressi nella riduzione delle perdite di azoto è fondamentale l’impegno di tutti<br />

gli attori, ovvero di agricoltori, politica, imprese private, ricerca e consulenza.<br />

Bibliografia<br />

Heldstab J, Leippert F, Biedermann R, Schwank O (2013) Stickstoffflüsse in der Schweiz 2020. Stoffflussanalyse und<br />

Entwicklungen. Ufficio federale dell’ambiente, UFAM, Berna. Umwelt-Wissen n. 1309: 107 pagg.<br />

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of the Gothenburg Protocol IIASA (2015) Scenarios for further improvements of air quality in Switzerland. FOEN,<br />

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auf gesamtbetrieblicher Ebene. Rapporto finale all'attenzione dell'Ufficio federale dell'agricoltura. Stazione di<br />

ricerca Agroscope Reckenholz-Tänikon ART, Ettenhausen<br />

Reutimann J, Heldstab J, Leippert F (2013) Stickstoff in der Land- & Ernährungswirtschaft: Stickstoffflüsse, Verluste<br />

und Reduktionspotentiale, INFRAS, Zurigo<br />

Schader C, Müller A, El-Hage Scialabba N, Hecht J, Isensee A, Erb K-H, Smith P, Makkar H P S, Klocke P, Leiber F, Schwegler<br />

P, Stolze M, Niggli U (2015) Impacts of feeding less food-competing feedstuffs to livestock on global food<br />

system sustainability. Journal of the Royal Society, Interface 12: 20150891<br />

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Nitrogen Assessment. Sources, Effects and Policy Perspectives. European Commission Joint Research Centre<br />

Christine Zundel, UFAG, Settore Sistemi agroambientali e sostanze nutritive, christine.zundel@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

129


Il mio Rapporto agricolo 10 / 39<br />

AMBIENTE > AZOTO<br />

Emissioni di ammoniaca<br />

L'ammoniaca altera gli ecosistemi sensibili<br />

L'ammoniaca è un composto azotato (NH 3 ) volatile risultante dalla decomposizione delle proteine<br />

o dell’urea contenute negli escrementi degli animali da reddito. Le emissioni di ammoniaca<br />

non sono auspicate per diversi motivi. Da un lato, all'agricoltura viene sottratto azoto<br />

che non è pertanto più disponibile per la produzione vegetale e animale; negli anni 2012/14<br />

tali perdite in Svizzera ammontavano mediamente a 45 kg N/ha per un totale di 47 500 tonnellate<br />

di azoto. D'altro lato, l'ammoniaca che si disperde nell'ambiente ha ripercussioni negative<br />

sulla salute umana. Concorre infatti alla formazione di polveri fini che possono provocare<br />

malattie delle vie respiratorie. L'impatto è negativo anche sugli ecosistemi: una piccola parte<br />

dell'ammoniaca si trasforma in protossido di azoto (N 2 O) e contribuisce pertanto al riscaldamento<br />

climatico.<br />

L'ammoniaca viene trasportata nell'aria e depositata nuovamente al suolo in forma bagnata<br />

o secca. In ecosistemi naturali sensibili, come foreste, prati magri, paludi e brughiere,<br />

le immissioni troppo elevate di azoto sono all'origine di un carico eccessivo di concimi e<br />

dell'acidificazione che alterano i processi nel suolo, il bilancio delle sostanze nutritive e le biocenosi.<br />

Generalmente, un quarto circa delle concentrazioni di ammoniaca rilevate in un luogo<br />

proviene da fonti distanti al massimo 1 chilometro, un altro quarto da fonti distanti da 1 a 4<br />

chilometri e il resto da fonti più lontane (EKL 2014).<br />

La Büsselimoos – una torbiera alta e intermedia d'importanza nazionale (Fotografia: Christine Zundel)<br />

I diversi ecosistemi reagiscono in maniera differente alle immissioni di azoto. Per valutare se<br />

sono troppo elevate, per i diversi ecosistemi sono state stabilite soglie critiche (Critical Loads<br />

a tutela degli ecosistemi secondo la Commissione Economica per l'Europa delle Nazioni unite,<br />

CEENU). Per alcuni ecosistemi la soglia critica di azoto viene raggiunta già a 5 kg N/ha all'anno,<br />

per altri a 20 kg N/ha all'anno. In Svizzera, nell'Altipiano, nel Giura, sul versante alpino set-<br />

130<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 11 / 39<br />

AMBIENTE > AZOTO<br />

tentrionale e meridionale e in Ticino talvolta le soglie critiche vengono superate di 30 kg N/ha<br />

all'anno o più (UFAM, in preparazione).<br />

Quattro livelli di emissioni di ammoniaca<br />

L'ammoniaca può formarsi a diversi livelli del processo di produzione agricolo: in stalla o al<br />

pascolo, quando gli animali urinano e defecano; negli impianti di stoccaggio del liquame e del<br />

letame; all'atto dello spandimento dei concimi aziendali e sui suoli gestiti nel quadro della<br />

produzione vegetale.<br />

Negli ultimi 23 anni le emissioni provenienti dalle stalle sono aumentate (+34 %). Tale evoluzione<br />

è riconducibile alla crescente diffusione di stalle a stabulazione libera e corti nonché<br />

al conseguente aumento delle superfici emittenti. Le emissioni correlate allo spandimento di<br />

concimi aziendali, invece, sono diminuite (-32 %) a causa, da un lato, del calo del numero di<br />

animali, di un migliore foraggiamento, dell'uscita più frequente al pascolo e delle maggiori<br />

perdite in stalla con conseguente diminuzione dell'azoto presente negli impianti di stoccaggio<br />

dei concimi aziendali e, dall'altro, di una maggiore diffusione delle tecniche di spandimento<br />

di liquame a basse emissioni, come ad esempio quella che prevede l'utilizzo di tubi flessibili a<br />

strascico (Kupper et al. 2015). Negli anni 2012/14 le emissioni correlate allo spandimento di<br />

concimi aziendali ammontavano mediamente al 46 per cento, quelle provenienti dalla stalla/<br />

corte al 34 per cento, quelle degli impianti per lo stoccaggio di concimi aziendali al 17 per cento<br />

e quelle sul pascolo al 3 per cento delle emissioni totali riconducibili alla detenzione di animali.<br />

Emissioni di ammoniaca stabili da 15 anni<br />

Secondo i calcoli effettuati con il modello Agrammon (www.agrammon.ch), dal 1990/92 a livello<br />

svizzero le emissioni di ammoniaca provenienti dall'agricoltura sono diminuite del 16 per<br />

cento. Il calo si è verificato prevalentemente tra il 1990 e il 2000 ed è coinciso con la flessione<br />

degli effettivi di animali detenuti in Svizzera. Da allora le emissioni di ammoniaca si sono stabilizzate<br />

su un livello elevato. Negli anni 2012/14 mediamente il 71 per cento delle emissioni<br />

agricole era riconducibile alla detenzione di bestiame bovino, il 13 per cento a quella di suini<br />

e il 4 per cento a quella di pollame. Il 9 per cento delle emissioni agricole di ammoniaca proveniva<br />

dalla produzione vegetale. Negli ultimi 23 anni queste percentuali non hanno subito<br />

variazioni di rilievo.<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

131


Il mio Rapporto agricolo 12 / 39<br />

AMBIENTE > AZOTO<br />

I dati sulle emissioni di ammoniaca e su altri indicatori agroambientali a livello nazionale sono<br />

disponibili su Servizi.<br />

Lacune considerevoli<br />

Per proteggere gli ecosistemi da apporti troppo elevati di azoto occorre ridurre notevolmente le<br />

emissioni di ammoniaca provenienti dall'agricoltura. L'obiettivo ambientale di al massimo 25<br />

000 tonnellate di NH 3 –N/ha l'anno, per il cui raggiungimento non è stata fissata una scadenza<br />

(UFAM/UFAG 2008), e l'obiettivo intermedio di 41 000 tonnellate di NH 3 –N/ha indicato nel<br />

messaggio sulla Politica agricola 2014/2017 potranno essere raggiunti soltanto intensificando<br />

gli sforzi per la riduzione delle emissioni.<br />

Dall'analisi dei dati rilevati in circa 200 aziende nel quadro del monitoraggio agroambientale,<br />

per il 2014 emerge che le emissioni di ammoniaca per unità di superficie variano considerevolmente<br />

a seconda del tipo di azienda. Ciò è dovuto al fatto che i quantitativi maggiori di ammoniaca<br />

sono emessi nella detenzione di animali. Ma anche tra i diversi tipi di aziende dedite<br />

all'allevamento di animali le differenze sono notevoli. Parte di esse sono riconducibili al fatto<br />

che alcune delle aziende prese in esame applicano tecnologie, sistemi e pratiche di gestione<br />

a basse emissioni, come il foraggiamento scaglionato, la tenuta al pascolo, la copertura degli<br />

impianti per lo stoccaggio del liquame, i tubi flessibili a strascico, lo spandimento di concimi<br />

aziendali nei periodi freschi dell'anno, l'incorporazione del letame nel suolo, eccetera, mentre<br />

altre no.<br />

132<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 13 / 39<br />

AMBIENTE > AZOTO<br />

I dati sulle emissioni di ammoniaca e su altri indicatori agroambientali a livello nazionale sono<br />

disponibili su Servizi.<br />

Impegno della Confederazione e dei Cantoni per la riduzione delle<br />

emissioni di ammoniaca<br />

Nell'ottica di contribuire a colmare le lacune, nel 2008 la Confederazione ha lanciato un programma<br />

volto a migliorare la sostenibilità nell'utilizzo delle risorse naturali (art. 77a LAgr). Da<br />

allora gli enti promotori possono presentare alla Confederazione progetti con questa finalità<br />

(«progetti sulle risorse»). Fino al 2014 compreso, la Confederazione ha stanziato complessivamente<br />

77,8 milioni di franchi a favore di 16 progetti sulle risorse volti a ridurre le emissioni<br />

di ammoniaca. Sono stati promossi in particolare l'utilizzo di tecniche di spandimento a basse<br />

emissioni di concimi aziendali, misure nell'ambito del foraggiamento e la copertura di impianti<br />

per lo stoccaggio del liquame. I Cantoni hanno contribuito al finanziamento dei progetti con un<br />

importo di 20,9 milioni di franchi. Dal 2014, inoltre, gli agricoltori, indipendentemente da enti<br />

promotori e progetti, possono richiedere contributi per l'efficienza delle risorse (pagamenti<br />

diretti giusta l'art. 70 LAgr) per l’utilizzo di tecniche di spandimento a basse emissioni.<br />

Gli incentivi statali per le tecniche di spandimento a basse emissioni di liquame ne hanno determinato<br />

una maggiore accettazione da parte degli agricoltori con conseguente notevole incremento<br />

nella loro applicazione. A oggi, un terzo circa delle aziende aventi diritto ai pagamenti<br />

diretti e dedite alla detenzione di animali ha partecipato a un progetto sulle risorse «ammoniaca»<br />

o percepito contributi per l'efficienza delle risorse avendo applicato tecniche di spandimento<br />

a basse emissioni dei concimi aziendali. I contributi della Confederazione sono tuttavia<br />

soltanto un incentivo temporaneo e gli effetti devono proseguire anche dopo tale finanziamento<br />

iniziale. L'applicazione di questo principio ha fatto sì che le tecniche di spandimento<br />

a basse emissioni godano attualmente del favore degli agricoltori e siano conformi allo stato<br />

della tecnica.<br />

Il risultato più positivo osservato tra le aziende campicole è riconducibile alla produzione vegetale<br />

quantitativamente più significativa (e in alcuni casi con un elevato apporto energetico<br />

come per cereali, patate, barbabietola da zucchero e colza). Al contrario, nelle aziende<br />

detentrici di vacche madri e in quelle del tipo «Altri bovini», data la trasformazione di pro-<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

133


Il mio Rapporto agricolo 14 / 39<br />

AMBIENTE > AZOTO<br />

dotti vegetali in prodotti animali (carne) viene prodotta comparativamente meno energia per<br />

l'alimentazione umana cosicché l'efficienza energetica risulta bassa nonostante una produzione<br />

a basso impatto sulle risorse.<br />

Situazione all'estero<br />

Rispetto ai Paesi limitrofi (Germania meridionale, Francia meridionale, Austria, Italia), in Svizzera<br />

l'impatto ambientale delle emissioni di ammoniaca è elevato (SRU 2015, AEA 2014). Lo è<br />

anche rispetto ad altri Paesi nel mondo; le regioni meno inquinate sono in Russia, nell'America<br />

del Nord e del Sud, in Africa e nell'Oceania (Steffen et al. 2015). Ciò è dovuto alla combinazione<br />

di effettivi elevati di animali, stalle arieggiate ed ecosistemi sensibili che caratterizzano<br />

la Svizzera.<br />

In Europa, la Svizzera, dopo i Paesi Bassi, presenta le emissioni di ammoniaca per ettaro<br />

di superficie agricola utile più elevate. La Danimarca, con una densità di animali analoga a<br />

quella svizzera, ha adottato una strategia efficace contro le elevate emissioni di ammoniaca;<br />

negli ultimi 25 anni le ha infatti ridotte da 44 a 27 kg di azoto per ettaro all'anno (ca. -40<br />

%) (OCSE 2013). Questo risultato è frutto delle seguenti misure: obbligo di copertura degli<br />

impianti di stoccaggio del liquame, divieto di utilizzo delle barre nello spandimento di liquame,<br />

obbligo di utilizzo di attrezzature per l'iniezione dei concimi nel suolo nelle regioni<br />

ecologicamente sensibili, incorporazione dei concimi aziendali nel suolo entro al massimo sei<br />

ore dallo spandimento, inasprimento delle prescrizioni in materia di aumento della capacità<br />

delle aziende d'allevamento nelle zone tampone che delimitano le regioni sensibili, campagne<br />

d'informazione per un maggiore utilizzo dell'azoto negli alimenti per animali. Le misure fina-<br />

134<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 15 / 39<br />

AMBIENTE > AZOTO<br />

lizzate in maniera specifica a ridurre le emissioni di ammoniaca rientrano in una serie di provvedimenti<br />

volti a ridimensionare le eccedenze di azoto (Dalgaard et al. 2014, Kronvang et al.<br />

2011).<br />

Conclusioni<br />

Le lacune in relazione all'obiettivo prefissato in materia di emissioni di ammoniaca sono tuttora<br />

notevoli.<br />

Le emissioni di ammoniaca equivalgono a una perdita di azoto per l'agricoltura e hanno diverse<br />

ripercussioni negative, in particolare sugli ecosistemi naturali e sulla salute umana. Onde evitare<br />

eccessive immissioni di azoto nell'ambiente sono necessari ulteriori sforzi per la riduzione<br />

delle emissioni.<br />

A tal fine è disponibile una vasta gamma di misure tecniche e aziendali dimostratesi idonee<br />

per migliorare l'efficienza aziendale nell'utilizzo dell'azoto. Si sono rivelate particolarmente<br />

efficaci quelle in relazione alla valorizzazione del foraggio da parte dell'animale. Consentono<br />

infatti di ridurre le immissioni nell'ambiente di azoto destinato a trasformarsi in ammoniaca a<br />

uno dei livelli di emissione successivi.<br />

Laddove, nonostante tali misure, si rilevano immissioni elevate in ecosistemi naturali e sensibili<br />

occorre prendere ulteriori provvedimenti. Poiché le emissioni di ammoniaca hanno effetti<br />

soprattutto sul piano locale e (sovra)regionale, l'intensità della produzione deve essere adeguata<br />

al luogo e alla sopportabilità dei rispettivi ecosistemi.<br />

Bibliografia<br />

UFAM (2016) in preparazione<br />

UFAM/UFAG (2008): Obiettivi ambientali per l'agricoltura. Umwelt-Wissen n. 0820. Ufficio federale dell'ambiente,<br />

Berna.<br />

Dalgaard T, Hansen B, Hasler B, Hertel O, Hutchings N J, Jacobsen B H, Jensen L S, Kronvang B, Olesen J E, Schjørring<br />

J K, Kristensen I S, Graversgaard M, Termansen M, Vejre H (2014) Policies for agricultural nitrogen ma-<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

135


Il mio Rapporto agricolo 16 / 39<br />

AMBIENTE > AZOTO<br />

nagement—trends, challenges and prospects for improved efficiency in Denmark. Environmental Research Letters<br />

9:115002<br />

European Environment Agency (2014) Effects of air pollution on European ecosystems. Past and future exposure of<br />

European freshwater and terrestrial habitats to acidifying and eutrophying air pollutants. Publications Office of the<br />

European Union, Lussemburgo, pag. 38<br />

Commissione federale d'igiene dell'aria (2014) Immissioni di ammoniaca e immissioni di azoto. Studio della CFIAR<br />

sulla valutazione degli eccessi. Berna. 62 pagg.<br />

Kupper T, Bonjour C, Menzi H (2015) Evolution of farm and manure management and their influence on ammonia<br />

emissions from agriculture in Switzerland between 1990 and 2010. Atmospheric Environment 103:215-221.<br />

Kronvang B, Andersen H E, Børgesen C, Dalgaard T, Larsen S E, Bøgestrand J, Blicher-Mathiasen G (2011) Effects of<br />

policy measures implemented in Denmark on nitrogen pollution of the aquatic environment. Environmental Science<br />

and Policy 11:144-152<br />

OCSE (2013) Compendium of Agri-Environmental Indicators, Pubblicazioni OCSE, Parigi. 182 pagg.<br />

Sachverständigenrat für Umweltfragen (2015) Stickstoff: Lösungsstrategien für ein drängendes Umweltproblem.<br />

Sondergutachten. Erich Schmidt Verlag GmbH, Berlino, 348 pagg.<br />

Steffen W, Richardson K, Rockström J, Cornell S E, Fetzer I, Bennett E M, Biggs R, Carpenter S R, de Vries W, de Wit C<br />

A, Folke C, Gerten D, Heinke J, Mace G M, Persson L M, Ramanathan V, Reyers B, Sörlin S (2015) Planetary Boundaries:<br />

Guiding Human Development on a Changing Planet. Science (347)6223.<br />

Christine Zundel, UFAG, Settore Sistemi agroambientali e sostanze nutritive, christine.zundel@blw.admin.ch<br />

136<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 17 / 39<br />

AMBIENTE > AZOTO<br />

Emissioni di protossido di azoto<br />

Il protossido di azoto altera il clima<br />

In ambito agricolo, il protossido di azoto (N 2 O) si forma in diversi processi biochimici a partire<br />

da composti azotati differenti. Viene sprigionato prevalentemente nella detenzione di animali<br />

e nello spandimento di concimi azotati sui terreni. È anche il prodotto indiretto delle perdite di<br />

azoto sotto forma di nitrati e ammoniaca. Il protossido di azoto permane per più di cent'anni<br />

nell'atmosfera e ha un potenziale di riscaldamento climatico circa 300 volte più elevato rispetto<br />

alla CO 2 . Rappresenta circa un terzo degli effetti sul clima provocati dai gas serra provenienti<br />

dall'agricoltura svizzera. Siccome il protossido di azoto si forma sia in campicoltura sia nella<br />

detenzione di animali interessa un gran numero di sistemi agricoli di produzione. A causa del<br />

suo impatto globale, è irrilevante, dal profilo delle scienze naturali, dove, sul piano mondiale,<br />

vengono prodotto o ridotte le emissioni.<br />

Stagnazione anziché riduzione<br />

Secondo l’Inventario nazionale dei gas serra, nel 2012/14 le emissioni di protossido di azoto<br />

sono diminuite del 12 per cento circa rispetto al 1990/92. Ciò è riconducibile al calo degli effettivi<br />

di animali e a un minore utilizzo di concimi minerali negli anni ’90. Da allora le emissioni<br />

ristagnano. La Strategia sul clima per l’agricoltura (UFAG, 2011) si prefigge l’obiettivo di<br />

ridurre le emissioni di gas serra provenienti dall’agricoltura di almeno un terzo entro il 2050.<br />

La quota maggiore di protossido di azoto è prodotta dalla concimazione (45 %); seguono le<br />

emissioni indirette dovute al trasporto di ammoniaca e nitrati (25 %), quelle dei concimi aziendali<br />

(19 %) e quelle delle deiezioni degli animali al pascolo (11 %). Dal 1990 queste percentuali<br />

sono rimaste pressoché stabili.<br />

I dati sulle emissioni di protossido di azoto e su altri indicatori agroambientali a livello nazionale<br />

e aziendale sono disponibili su Servizi.<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

137


Il mio Rapporto agricolo 18 / 39<br />

AMBIENTE > AZOTO<br />

Grandi incertezze<br />

Le cifre riportate nell’Inventario nazionale dei gas serra sono stime risultanti dall’applicazione<br />

di modelli che considerano prevalentemente il numero di animali detenuti, le superfici gestite<br />

a scopo agricolo, il volume di concimi utilizzato e fattori d’emissione più o meno specifici. Le<br />

incertezze, con una fascia di fluttuazione di +/- 80 %, sono tuttavia grandi. Quella maggiore<br />

riguarda la portata assoluta delle emissioni, mentre i dati sul calo verificatosi dal 1990/92 in<br />

seguito a una gestione meno intensiva dei concimi sono molto attendibili. All’Empa sono in<br />

corso lavori per verificare queste cosiddette stime «bottom-up» mediante metodi atmosferici<br />

«top-down» che prevedono una combinazione tra misurazioni nell’atmosfera e un modello di<br />

trasporto. Se per il gas serra metano nel frattempo sono stati ottenuti buoni risultati (Henne<br />

et al., 2016), per il protossido di azoto sono necessari ulteriori sforzi poiché finora non è disponibile<br />

un numero sufficiente di misurazioni nell’atmosfera.<br />

Sono necessarie misure idonee!<br />

I processi di formazione del protossido di azoto sono influenzati da condizioni ambientali come<br />

precipitazioni, temperatura, tenore di ossigeno, temperatura e pH del suolo nonché da misure<br />

di gestione come concimazione, lavorazione del suolo, avvicendamento delle colture e utilizzazione<br />

degli erbai. La dinamica territoriale e temporale così come la variabilità di tali processi<br />

sono molto elevate e caratterizzate da una grande incertezza (Skinner et al. 2016, Merbold et<br />

al. 2014). È quindi difficile trovare misure idonee per un’efficace riduzione delle emissioni.<br />

Agroscope punta anche su misure volte a ridurre le emissioni di protossido di azoto provenienti<br />

dal suolo. Secondo esperimenti in laboratorio e in pieno campo, l’incorporazione di carbone<br />

vegetale nel suolo potrebbe contribuire a ridurre le emissioni (Hüppi et al. 2015, Felber et al.<br />

2013). Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per capirne i meccanismi. La riduzione potrebbe<br />

essere innescata da una nuova composizione dei batteri del suolo, da specifiche proprietà<br />

elettrocatalitiche del carbone vegetale, da una maggiore aerazione del suolo e/o dall’aumento<br />

del pH del suolo.<br />

Conclusioni<br />

Onde fornire un contributo sostanziale per frenare il riscaldamento climatico e quindi per raggiungere<br />

gli obiettivi della Strategia sul clima per l’agricoltura, sono necessarie misure urgenti<br />

di riduzione delle emissioni di protossido di azoto. La grande sfida è rappresentata dai processi<br />

biochimici complessi e variabili nella formazione di questo composto. Finché non saranno stati<br />

svelati, la riduzione della quantità di azoto emessa nell’ambiente rappresenta la misura più efficace.<br />

A tal fine occorrono forme di organizzazione, pratiche di gestione e tecnologie che permettano<br />

di aumentare l’assimilazione di azoto da parte degli animali (attraverso il foraggio)<br />

e delle piante (attraverso la concimazione), rendendo quindi più efficiente la produzione agricola.<br />

Bibliografia<br />

UFAG (2011) Strategia sul clima per l’agricoltura, Protezione del clima e adattamento ai cambiamenti climatici per<br />

una filiera agroalimentare svizzera sostenibile, 46 pagg.<br />

Felber R, Leifeld J, Horák J, Neftel A (2014) N 2 O emission reduction with greenwaste biochar: comparison of laboratory<br />

and field experiment. European Journal of Soil Science 65:128-138.<br />

Henne S, Brunner D, Oney B, Leuenberger M, Eugster W, Bamberger I, Meinhardt F, Steinbacher M, Emmenegger<br />

L (2016) Validation of the Swiss methane emission inventory by atmospheric observations and inverse modelling.<br />

Atmos. Chem. Phys., 16:3683-3710.<br />

Hüppi R, Felber R, Neftel A, Six J, Leifeld J (2015) Effect of biochar and liming on soil nitrous oxide emissions from a<br />

temperate maize cropping system. Soil 1:707-717<br />

138<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 19 / 39<br />

AMBIENTE > AZOTO<br />

Merbold L, Eugster W, Stieger J, Zahniser M, Nelson D, Buchmann N (2014) Greenhouse gas budget (CO 2 , CH 4 and<br />

N 2 O) of intensively managed grassland following restoration. Global Change Biology 20:1913-1928<br />

Skinner C et al (2016) in preparazione<br />

Christine Zundel, UFAG, Settore Sistemi agroambientali e sostanze nutritive, christine.zundel@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

139


Il mio Rapporto agricolo 20 / 39<br />

AMBIENTE > AZOTO<br />

Nitrati nell’acqua<br />

Nella produzione vegetale le rese dipendono dalla disponibilità di azoto. La concimazione ha<br />

pertanto un ruolo fondamentale. A causa della complessità dei processi naturali, può capitare,<br />

specialmente nel settore della campicoltura, che nel suolo siano presenti più nitrati di quanti<br />

possano esserne assimilati dalle piante. Per effetto delle precipitazioni e del dilavamento, i<br />

nitrati possono finire nelle acque sotterranee e raggiungere la falda, ovvero la nostra principale<br />

fonte di acqua potabile. In Svizzera, oltre l’80 per cento dell’acqua potabile proviene dalle<br />

acque sotterranee. Attraverso queste ultime o per dilavamento diretto nei corsi d’acqua e nei<br />

laghi, i nitrati raggiungono il mare, alterando gli equilibri di sostanze nutritive, soprattutto<br />

nelle regioni costiere. Aumenta la formazione di alghe e le sostanze tossiche da esse rilasciate,<br />

in combinazione con l’assenza di ossigeno risultante dalla decomposizione delle alghe morte,<br />

hanno conseguenze disastrose per la fauna e la flora marine.<br />

Nei corsi d’acqua non finiscono soltanto le emissioni delle superfici gestite a scopo agricolo,<br />

bensì anche l’azoto reattivo sotto forma di nitrati o ammonio proveniente da altre superfici e<br />

da fonti puntuali come, ad esempio, gli impianti di depurazione delle acque e di regolazione<br />

del deflusso delle acque meteoriche. Le emissioni di nitrati da superfici non agricole vengono<br />

indirettamente influenzate dall’agricoltura tramite il deposito di ammoniaca.<br />

Tenori di nitrati nelle acque sotterranee stabili<br />

In natura le acque sotterranee contengono soltanto pochi milligrammi di nitrati per litro. Per i<br />

corsi d’acqua dai quali viene prelevata l’acqua potabile l’ordinanza sulla protezione delle acque<br />

prescrive un valore numerico di al massimo 25 mg di nitrati il litro. Il diritto sulle derrate alimentari,<br />

prevede un valore di 40 mg di nitrati il litro.<br />

La concentrazione di nitrati è particolarmente elevata nelle falde acquifere sottostanti i terreni<br />

coltivi; in circa la metà delle stazioni di misurazione dell’Osservazione nazionale delle acque<br />

sotterranee (NAQUA) supera il valore di 25 mg il litro.<br />

Attualmente la concentrazione di nitrati si aggira sul livello del 2002. Negli ultimi anni la situazione<br />

è notevolmente migliorata.<br />

140<br />

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Il mio Rapporto agricolo 21 / 39<br />

AMBIENTE > AZOTO<br />

Concentrazione di nitrati, valore massimo e valore medio per stazione di misurazione NAQUA. Quota di superficie coltiva<br />

aperta rispetto alla superficie comunale.<br />

Fonte: Osservazione nazionale delle acque sotterranee (NAQUA)<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

141


Il mio Rapporto agricolo 22 / 39<br />

AMBIENTE > AZOTO<br />

Evoluzione della concentrazione di nitrati nelle acque sotterranee nelle stazioni di misurazione il cui comprensorio è<br />

utilizzato prevalentemente per la campicoltura o la pastorizia e la produzione animale. Valore massimo per stazione<br />

di misurazione NAQUA. Numero di misurazioni per forma principale di utilizzazione del suolo: campicoltura: 95; pastorizia<br />

e produzione animale: 144.<br />

Fonte: Osservazione nazionale delle acque sotterranee NAQUA<br />

Se la concentrazione di nitrati nelle acque sotterranee da cui è previsto o viene effettuato il<br />

prelievo di acqua potabile supera il valore di 25 mg di nitrati il litro, i Cantoni sono tenuti a<br />

individuarne le cause e a provvedere affinché vengano prese le dovute misure conformemente<br />

alle rispettive prescrizioni. Nell’ambito dei crediti disponibili, possono beneficiare di indennizzi<br />

per le misure attuate in ambito agricolo (cfr. Contributi per la protezione delle acque). Il<br />

processo di rinnovamento delle acque sotterranee è spesso molto lento, ragion per cui passano<br />

anni e in alcuni casi addirittura decenni prima di poter percepire l’effetto delle misure prese.<br />

Il tema del tenore di nitrati nell’acqua è sempre d’attualità. A causa dell’estensione degli insediamenti,<br />

le possibilità di captare acqua potabile scarseggiano. Parallelamente, vi sono indicazioni<br />

secondo cui il cambiamento climatico potrebbe determinare un aumento del tenore di<br />

nitrati nelle acque sotterranee.<br />

Immissioni nell’acqua di nitrati provenienti dall’agricoltura<br />

Nella Convenzione Oslo-Parigi per la protezione dell’ambiente marino dell’Atlantico nordorientale<br />

(OSPAR) e in quella per la protezione del Reno la Svizzera si è impegnata a ridurre le<br />

immissioni di sostanze nutritive nelle acque, segnatamente del 50 per cento (senza scadenza)<br />

rispetto al 1985. Lo stesso obiettivo è stato fissato negli Obiettivi ambientali per l’agricoltura<br />

(UFAM/UFAG 2008) per il settore primario.<br />

Le immissioni di nitrati nei corsi d’acqua provengono da fonti puntuali (soprattutto acque di<br />

scarico degli insediamenti) e diffuse (soprattutto agricole). Il modello MODIFUSS permette di<br />

stimare le immissioni diffuse di nitrati nei corsi d’acqua.<br />

142<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 23 / 39<br />

AMBIENTE > AZOTO<br />

Stima delle immissioni diffuse di nitrati nei corsi d’acqua<br />

Fonte d’immissione kg N / ha t N %<br />

Superficie coltiva aperta 47.8 19 449 38<br />

Prati permanenti 11.8 4044 8<br />

Pascoli propri 21.8 3664 7<br />

Superficie utile alpestre 7.7 3964 8<br />

Superficie frutticola, orticola<br />

e viticola<br />

21.3 1087 2<br />

Foresta 5.7 7356 14<br />

Detriti, sabbia, roccia,<br />

ghiacciai<br />

6.9 3983 8<br />

Vegetazione improduttiva 4.1 1221 2<br />

Corsi d’acqua 15.2 2653 5<br />

Insediamenti 21.3 4072 8<br />

Totale 12.5 51 493 100<br />

Fonte: Prasuhn et al., 2016<br />

Secondo i calcoli per il bacino imbrifero del Reno al di sotto dei laghi, in Svizzera le immissioni<br />

di azoto da fonti diffuse sono diminuite del 18 per cento tra il 1985 e il 2001. Su tutto il territorio<br />

elvetico, nel periodo dal 2000 al 2010 vi è stato un ulteriore calo del 3,5 per cento.<br />

Il primario concorre alle immissioni diffuse di azoto tramite le emissioni provenienti dalle superfici<br />

utilizzate a scopo agricolo cui si aggiunge una parte di quelle dalle foreste e dalle superfici<br />

improduttive che aumentano a causa del deposito di ammoniaca emessa dall’agricoltura.<br />

Sul piano nazionale, il carico proveniente dall’agricoltura ammontava a 49 000 tonnellate<br />

di azoto nel 1985 e a 36 500 tonnellate nel 2010. È stata quindi ottenuta una riduzione di<br />

12 500 tonnellate di azoto, ovvero del 26 per cento. Tuttavia, si è ancora nettamente al di sotto<br />

dell’obiettivo ambientale del 50 per cento di riduzione (Prasuhn, 2016).<br />

Come possono essere ridotte le immissioni di azoto nei corsi d’acqua?<br />

Vi sono diverse possibilità di ridurre ulteriormente le immissioni di azoto provenienti<br />

dall’agricoltura. Si potrebbe, ad esempio, convertire la superficie coltiva in superficie inerbita,<br />

considerato che le immissioni di azoto nel sottosuolo dei terreni coltivi sono circa il quadruplo<br />

di quelle riscontrate sotto i prati permanenti. Tuttavia, se vengono tenuti più animali aumentano<br />

anche le emissioni di ammoniaca. Per ridurre le immissioni di azoto nelle acque è possibile<br />

estensivare la campicoltura e la foraggicoltura, limitare le colture dalle quali il dilavamento<br />

dei nitrati è particolarmente elevato, optare per una lavorazione del suolo rispettosa delle sue<br />

caratteristiche, concimare in maniera più mirata, inerbire e preservare la copertura del suolo.<br />

Anche la riduzione delle emissioni di ammoniaca consente di ridurre considerevolmente le immissioni<br />

di azoto nelle acque, poiché una parte rilevante di questo azoto finisce direttamente<br />

nei corsi d’acqua o viene dilavato dopo essersi depositato sulle superfici.<br />

In Svizzera il dimezzamento, rispetto al 1985, delle immissioni di azoto provenienti<br />

dall’agricoltura nell’acqua senza limitare massicciamente la produzione è una grande sfida.<br />

Per poter colmare meglio le lacune sono necessari miglioramenti considerevoli sul piano<br />

dell’efficienza. Le migliorie tecniche ed organizzative che hanno dimostrato di essere efficaci<br />

vanno applicate su tutto il territorio nazionale. Occorre inoltre investire nella ricerca e nella<br />

sperimentazione di altre innovazioni. Gli interventi devono riguardare l’intera catena di pro-<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

143


Il mio Rapporto agricolo 24 / 39<br />

AMBIENTE > AZOTO<br />

duzione, ovvero la selezione, lo sviluppo di nuovi sistemi di produzione chiusi o l’applicazione<br />

dell’agricoltura di precisione. Se l’incremento dell’efficienza non dovesse bastare per raggiungere<br />

gli obiettivi prefissati, si dovrà adeguare l’intensità della produzione animale e vegetale,<br />

riducendola.<br />

Per quanto riguarda il tenore di nitrati nelle acque sotterranee, la necessità d’intervento varia<br />

a seconda del luogo. Se e come il primario debba intervenire dipende dalle condizioni naturali<br />

e dalle esigenze della società. Occorre tuttavia adeguare in maniera ottimale i sistemi di produzione<br />

ai diversi luoghi.<br />

Bibliografia<br />

UFAM, UFAG, 2008: Obiettivi ambientali per l’agricoltura<br />

Prasuhn V., Sieber U., 2005: Changes in diffuse phosphorous and nitrogen inputs into surface waters in the Rhine<br />

watershed in Switzerland. Acquatic Sciences 67: 363-371<br />

Prasuhn V., Kupferschmied P., Spiess E., Hürdler J., 2016: Szenario-Berechnungen für das Projekt zur Verminderung<br />

diffuser Nährstoffeinträge in die Gewässer der Schweiz mit MODIFFUS. Agroscope<br />

Prasuhn V., 2016: Abklärungen zum Umweltziel Landwirtschaft: Reduktion der landwirtschaftsbedingten Stickstoffeinträge<br />

in die Gewässer um 50% gegenüber 1985. Agroscope<br />

Ruth Badertscher, UFAG, Settore Sistemi agroambientali e sostanze nutritive, ruth.badertscher@blw.admin.ch<br />

144<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 25 / 39<br />

AMBIENTE > ACQUA<br />

Acqua e agricoltura<br />

L'agricoltura incide sulla quantità e sulla qualità dell'acqua. Esiste altresì una connessione tra<br />

la gestione delle superfici e la struttura dei corsi d'acqua.<br />

Impatto dell'agricoltura sulla qualità dell'acqua<br />

Il monitoraggio agroambientale comprende indicatori sulla qualità dell'acqua e fattori che incidono<br />

su di essa. Nel Rapporto agricolo 2016 si tocca il tema dell'azoto, soffermandosi sulle<br />

emissioni di nitrati nelle acque e sul tenore di nitrati nelle acque sotterranee, sull' e sull'. Il<br />

tema del fosforo, compreso il rispettivo tenore nei laghi, era stato trattato nel Rapporto agricolo<br />

2014 .<br />

Agricoltura e quantità d'acqua<br />

Per quanto riguarda la quantità d'acqua, a svolgere un ruolo determinante sono il drenaggio<br />

delle superfici con forte accumulo idrico e l'irrigazione.<br />

Il drenaggio ha consentito di coltivare superfici a scopo agricolo o ha migliorato le possibilità<br />

di produrre derrate alimentari. La rete di drenaggi della Svizzera è stata in gran parte realizzata<br />

prima della fine degli anni '80. Un quinto circa delle superfici agricole utili è drenato. Il 70<br />

per cento di esse è rappresentato da superfici per l'avvicendamento delle colture, qualitativamente<br />

più adatte alla campicoltura e basilari per la sicurezza dell'approvvigionamento. Le sfide<br />

che si pongono dal profilo ambientale sono la preservazione e il ripristino di biotopi umidi,<br />

le immissioni di sostanze nutritive e di prodotti fitosanitari attraverso il drenaggio nonché la<br />

protezione dei suoli paludosi.<br />

In Svizzera oggi è irrigata soltanto una piccola percentuale della superficie agricola utile. Con<br />

il cambiamento climatico il fabbisogno irriguo è destinato ad aumentare. Nel Rapporto agricolo<br />

2015 sono stati illustrati gli effetti del cambiamento climatico sulle risorse idriche e sui corsi<br />

d'acqua, entrando anche nel merito della questione di come affrontare la rarefazione delle<br />

risorse.<br />

Agricoltura e spazio per i corsi d'acqua<br />

Oggigiorno i processi dinamici dei corsi d'acqua naturali sono limitati su lunghi tratti dalle<br />

opere edili. Le conoscenze in merito ai danni potenziali delle piene, i costi di realizzazione e la<br />

maggiore valenza attribuita alla biodiversità hanno fatto sì che la protezione contro le piene<br />

non debba necessariamente essere garantita soltanto attraverso opere edili. I Cantoni devono<br />

anche delimitare un spazio lungo i principali corsi d'acqua che sia sufficiente per diverse funzioni<br />

(gestione delle piene, contributo all'immagine del paesaggio, habitat naturale per organismi<br />

acquatici, importanti elementi di interconnessione per la biodiversità anche dal profilo<br />

territoriale, ecc.), da gestire soltanto in modo estensivo.<br />

Bibliografia<br />

BÉGUIN, J., SMOLA, S. (2010): Stato dei drenaggi in Svizzera, Bilancio del sondaggio 2008. Ufficio federale<br />

dell'agricoltura, Settore Migliorie fondiarie.<br />

UST, 2012. Censimento delle aziende agricole: rilevazione complementare 2010. Comunicato stampa. Ufficio federale<br />

di statistica, Neuchâtel.<br />

Ruth Badertscher, UFAG, Settore Sistemi agroambientali e sostanze nutritive, ruth.badertscher@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

145


Il mio Rapporto agricolo 26 / 39<br />

AMBIENTE > ACQUA<br />

Utilizzo di prodotti fitosanitari<br />

I prodotti fitosanitari sono utilizzati per proteggere le colture da organismi nocivi, malattie<br />

o piante concorrenti, allo scopo di assicurare il raccolto e la qualità delle derrate alimentari<br />

e degli alimenti per animali. Oltre agli effetti previsti sugli organismi bersaglio («organismi<br />

nocivi») possono tuttavia avere anche effetti collaterali indesiderati su uomo e ambiente (sui<br />

cosiddetti organismi non bersaglio).<br />

In Svizzera ogni anno sono vendute circa 2200 tonnellate di principi attivi di prodotti fitosanitari.<br />

Nel periodo 2007–2014 il volume di smercio è rimasto relativamente costante. I fungicidi,<br />

impiegati nella lotta alle malattie fungine, e gli erbicidi, utilizzati nella lotta alle malerbe, costituiscono<br />

la quota più alta in termini quantitativi, pari rispettivamente al 40 per cento circa.<br />

Il 16 per cento circa del volume di smercio è rappresentato dagli insetticidi impiegati nella lotta<br />

agli insetti nocivi.<br />

Questi dati relativi allo smercio consentono di fare alcune considerazioni sull'evoluzione generale<br />

dell'utilizzo di determinati gruppi di principi attivi in Svizzera. Al fine di valutare la rilevanza<br />

ambientale e mettere a punto eventuali misure atte a ridurre l'utilizzo e gli eventuali<br />

rischi, è tuttavia fondamentale sapere dove, come e quando vengono impiegati questi principi<br />

attivi. I dati relativi allo smercio contemplano prodotti fitosanitari per diversi campi di applicazione<br />

in agricoltura, come ad esempio campicoltura, frutticoltura, vitivinicoltura, orticoltura,<br />

ma anche per altre applicazioni non agricole in silvicoltura, giardini e orti domestici e lungo<br />

le vie di comunicazione.<br />

Nel quadro del monitoraggio agroambientale, dal 2009 vengono pertanto rilevati e valutati<br />

dati dettagliati sull'utilizzo in agricoltura, calcolando l'indicatore «Impiego di prodotti fitosanitari».<br />

Quest'ultimo fornisce informazioni rilevanti dal profilo agronomico sull'evoluzione<br />

dell'utilizzo di prodotti fitosanitari per singola coltura. Tuttavia ciò non consente di trarre conclusioni<br />

sugli effetti ecologici. Per questa ragione si sta mettendo a punto l'indicatore «Rischi<br />

acquatici», in base a cui saranno valutati i rischi potenziali per gli organismi acquatici.<br />

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Il mio Rapporto agricolo 27 / 39<br />

AMBIENTE > ACQUA<br />

Indicatore «Impiego di prodotti fitosanitari»<br />

Dai dati sull'impiego di prodotti fitosanitari si calcolano due indicatori: la quantità di principi<br />

attivi utilizzata per ettaro, per coltura e per gruppo di principi attivi nonché il numero di interventi<br />

(trattamenti fitosanitari, metodologia: cfr. de Baan et al. 2015). Tra i singoli gruppi<br />

di principi attivi si delineano differenze notevoli relative alla quantità utilizzata per ettaro.<br />

Questo indicatore si addice pertanto al confronto con i dati nazionali sullo smercio. Il numero<br />

di interventi è l’indicatore più attendibile per quanto riguarda la frequenza dei trattamenti. Dal<br />

profilo agronomico sono interessanti i dati relativi alla distibuzione perché danno un'idea del<br />

modo in cui viene attuata la protezione fitosanitaria di una determinata coltura e del potenziale<br />

per misure di riduzione (cfr. UFAG 2012).<br />

Su frutta a granelli e vite è stata applicata la maggior quantità di prodotti fitosanitari per unità<br />

di superficie e nella maggior parte dei casi si è trattato di fungicidi. Anche le patate e la frutta<br />

a nocciolo sono state trattate principalmente con principi attivi del gruppo dei fungicidi. Nelle<br />

altre principali colture si è ricorso soprattutto agli erbicidi, in particolare per la barbabietola da<br />

zucchero. Per la frutta a granelli, le patate e la frutta a nocciolo sono stati impiegati in quantitativi<br />

considerevoli anche altri principi attivi come l'olio di paraffina ad azione insetticida.<br />

Le quantità di insetticida più elevate sono risultate quelle applicate su patate, frutta a granelli<br />

e a nocciolo.<br />

Se si moltiplica il volume di principio attivo applicato per ettaro di coltura per la superficie di<br />

coltivazione della coltura in Svizzera, si ottiene una stima approssimativa del volume di principio<br />

attivo applicato complessivamente su queste colture a livello nazionale. Da ciò si evince<br />

che in termini di utilizzo dei prodotti fitosanirari rivestono una maggiore importanza determinate<br />

colture che presentano una quantità di prodotto fitosanitario per superficie relativamente<br />

bassa ma che vengono coltivate su una quota estesa rispetto alla superficie totale, come ad esempio<br />

il mais o il frumento autunnale. Altre colture, come la frutta a nocciolo, in questa stima<br />

a livello nazionale hanno segnato una quota piuttosto bassa rispetto all'impiego di prodotti<br />

fitosanitari in Svizzera. Vite, frutta a granelli e patate sono risultate anche in questo frangente<br />

le colture su cui è stato impiegato il maggior quantitativo di prodotti fitosanitari.<br />

Il volume estrapolato dalle applicazioni di prodotti fitosanitari nel monitoraggio agroambientale<br />

coincide abbastanza con i dati sullo smercio se si considerano i principi attivi utilizzati<br />

soltanto in campicoltura, frutticoltura o vitivinicoltura e il cui volume di smercio supera la tonnellata,<br />

sempreché in ogni gruppo di coltura sia stato rilevato un sufficiente numero di applicazioni<br />

di principio attivo. Le differenze osservabili, invece, sono dovute a diversi fattori, come<br />

ad esempio applicazioni non registrate (orticoltura intensiva, ortoflorovivaismo, impiego da<br />

parte di privati, ecc.), tipi di applicazione non registrati (concia delle sementi, trattamenti post<br />

raccolto) e differenze tra le aziende AC-IAA e la media svizzera (Spycher e Daniel, 2013).<br />

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Il mio Rapporto agricolo 28 / 39<br />

AMBIENTE > ACQUA<br />

Sin.: Media annuale (2009–2014) della quantità di principio attivo applicata (in kg/ha) per coltura e gruppo di<br />

principio attivo. Le colture contrassegnate con * non prevedono la produzione estensiva. Ds.: Stima dei volumi di<br />

principio attivo impiegati annualmente in Svizzera (in t) per coltura (media annuale 2009–2014). Le colture contrassegnate<br />

con + includono il totale del principio attivo nella produzione estensiva e non. In entrambi i grafici ci si<br />

riferisce soltanto alla produzione non biologica essendo il numero di aziende bio nel campione troppo basso per rappresentarle<br />

separatamente.<br />

Se si osserva il numero di interventi per coltura, ovvero la frequenza di applicazione, si ha un<br />

quadro relativamente simile a quello del volume di applicazione. Frutta, vite, patate e barbabietola<br />

da zucchero sono risultate le colture trattate con maggior frequenza. Fungicidi ed erbicidi<br />

si sono rivelati i gruppi di principi attivi più spesso utilizzati in molte colture. Su frutta a<br />

granelli, frutta a nocciolo e colza i più impiegati sono risultati gli insetticidi. Visto, però, che<br />

generalmente si tratta di sostanze altamente efficaci già a basso dosaggio, la quantità impiegata<br />

appare comparativamente esigua.<br />

Negli anni 2009–2014 nella maggior parte delle colture non si sono registrate variazioni significative<br />

circa l'impiego medio di prodotti fitosanitari. Analogamente ai dati sullo smercio, in<br />

questo periodo non si è delineata alcuna tendenza generale all'aumento o al calo dell'impiego.<br />

Per singole colture si sono osservate grandi variazioni tra un anno e l'altro, riconducibili con<br />

tutta probabilità alle condizioni meteorologiche. Per quanto riguarda la frutta e la vite, però,<br />

tali variazioni possono essere dovute al fatto che le basi di dati sono piuttosto scarse e non<br />

necessariamente rappresentano le oscillazioni effettive nell'utilizzo di prodotti fitosanitari.<br />

Nel caso delle grandi colture campicole si può osservare una relativa uniformità nel numero di<br />

interventi effettuati dalle aziende partecipanti al monitoraggio agroambientale a differenza di<br />

quanto emerge tra le aziende dedite alla coltivazione di frutta a nocciolo e a granelli, patate<br />

e vite.<br />

148<br />

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Il mio Rapporto agricolo 29 / 39<br />

AMBIENTE > ACQUA<br />

Ai fini della rappresentazione sono state escluse le aziende bio e le colture con produzione estensiva. Un intervento<br />

equivale a un passaggio. L'applicazione contemporanea di prodotti appartenenti a diversi gruppi di principi attivi in<br />

miscela estemporanea (p.es. erbicida e fungicida) è stata considerata come un intervento per ciascun gruppo.<br />

Il monitoraggio agroambientale fornisce dati preziosi che permettono, da un lato, di conoscere<br />

gli sviluppi a lungo termine nell'utilizzo di prodotti fitosanitari e, dall'altro, di capire dove e<br />

quando vengono impiegati i prodotti smerciati. Consente di valutare per ogni coltura quale<br />

sarebbe l'effetto sull'impiego di prodotti fitosanitari di determinate misure, ad esempio un<br />

divieto o una nuova autorizzazione di sostanze.<br />

Siccome vi sono notevoli differenze tra le singole colture, è fondamentale che i dati nel monitoraggio<br />

agroambientale coprano adeguatamente tutte le principali colture. Nel caso delle<br />

colture speciali (ortofrutticoltura e vitivinicoltura), che richiedono un intenso intervento fitosanitario,<br />

è fondamentale riuscire in futuro ad ampliare i dati così da avere un quadro attendibile<br />

degli sviluppi a lungo termine. I dati attualmente disponibili per l'orticoltura sono troppo<br />

pochi per effettuare valutazioni realistiche. Per questa ragione questo gruppo di colture non è<br />

rappresentato. Per le colture in pieno campo si dispone, invece, di dati fondati che consentono<br />

di illustrare bene gli sviluppi a lungo termine nell'utilizzo di prodotti fitosanitari.<br />

Indicatore «Rischi acquatici»<br />

L’indicatore «Rischi acquatici» è giunto alla fase finale di elaborazione. Impiega i dati<br />

sull'utilizzo di prodotti fitosanitari per valutare il potenziale rischio ambientale in relazione<br />

alle acque superficiali. Servendosi di modelli si stima la quota dei principi attivi utilizzati che<br />

può infiltrarsi nelle acque superficiali, tenendo in debita considerazione il periodo di applicazione<br />

e le proprietà chimiche quali solubilità e degradabilità. Viene inoltre osservata la portata<br />

dei danni potenziali agli organismi non bersaglio, sulla base delle proprietà ecotossicologiche<br />

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Il mio Rapporto agricolo 30 / 39<br />

AMBIENTE > ACQUA<br />

dei principi attivi utilizzati. Infine, sulla scorta del potenziale di danno e d’infiltrazione viene<br />

calcolato il rischio acquatico.<br />

L'indicatore «Rischi acquatici» fornisce informazioni importanti sullo sviluppo a lungo termine<br />

degli effetti collaterali indesiderati sulle acque superficiali correlati all'utilizzo di prodotti fitosanitari<br />

nell'agricoltura svizzera. Si valuta la rilevanza dal profilo ambientale dell'utilizzo di<br />

prodotti fitosanitari per gli organismi acquatici, osservando le variazioni a livello di principi<br />

attivi impiegati, quantitativi, frequenza degli interventi e di determinate misure volte a ridurre<br />

i rischi. Questo indicatore, perciò, integra in maniera efficace i dati nazionali sullo smercio<br />

di prodotti fitosanitari e l'indicatore «Impiego di prodotti fitosanitari» nell'agricoltura. A sua<br />

volta è integrato da reti di misurazione della qualità delle acque (concentrazioni effettive di<br />

prodotti fitosanitari nelle acque, Braun et al. 2015) e dello stato ecologico dei piccoli corsi<br />

d'acqua (Leib 2015).<br />

Attualmente è in fase di elaborazione un piano d'azione nazionale volto a ridurre i rischi correlati<br />

all'utilizzo di prodotti fitosanitari in Svizzera, ovvero gli effetti collaterali indesiderati,<br />

attraverso una serie di misure. A tal fine, l'indicatore «Rischi acquatici» potrebbe essere particolarmente<br />

importante per valutare i rischi acquatici attuali nelle acque superficiali e la loro<br />

evoluzione a lungo termine.<br />

Bibliografia<br />

de Baan et al., 2015: Einsatz von Pflanzenschutzmitteln in der Schweiz von 2009 bis 2012. Agrarforschung Schweiz<br />

6 (2), 48-45<br />

UFAG, 2012, Rapporto agricolo 108-110<br />

Braun et al. 2015: Mikroverunreinigungen in Fliessgewässern aus diffusen Einträgen. Situationsanalyse. Ufficio federale<br />

dell'ambiente, Berna. Umwelt-Zustand n. 1514: 78 pag.<br />

Leib 2015. Makrozoobenthos in kleinen Fliessgewässern, Makrozoobenthos-Untersuchungen:<br />

Schweizweite Auswertung. Aqua&Gas 4: 66-75.<br />

Spycher S., Daniel O. 2013: Agrarumweltindikator Einsatz von Pflanzenschutzmitteln. Stime dei dati dell'analisi centralizzata<br />

degli indicatori agroambientali (AC-IAA) 2009-2010.<br />

Laura de Baan, Agroscope IPB e Ruth Badertscher, UFAG, Settore Sistemi agroambientali e sostanze nutritive,<br />

ruth.badertscher@blw.admin.ch<br />

150<br />

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Il mio Rapporto agricolo 31 / 39<br />

AMBIENTE > ACQUA<br />

Impiego di medicamenti veterinari<br />

I medicamenti veterinari di norma sono somministrati per il trattamento di malattie e, con<br />

minor frequenza, a scopo di prevenzione analogamente ai vaccini. La promozione della salute<br />

e del benessere degli animali mira a ridurne l'impiego.<br />

Effetti dei medicamenti veterinari su ambiente e salute<br />

Diversi medicamenti possono giungere nell’ambiente attraverso i concimi aziendali, le acque<br />

di scarico e le polveri e danneggiarlo. In una valutazione del rischio ambientale correlato<br />

all'impiego di medicamenti veterinari in Europa [1], gli antibiotici e gli antiparassitari sono<br />

risultati le sostanze più critiche.<br />

Gli antibiotici sono problematici innanzitutto perché favoriscono la propagazione di batteri<br />

resistenti sia nell'animale sia nell'ambiente e rappresentano dunque un rischio per la salute<br />

umana.<br />

Una parte considerevole degli antibiotici somministrati, infatti, è eliminata dall'animale da<br />

reddito attraverso urina e feci [2]. Attraverso il liquame determinati principi attivi antimicrobici<br />

e i prodotti risultanti dalla loro decomposizione o trasformazione possono infiltrarsi nella<br />

superficie agricola utile. Il suolo è uno degli habitat più estesi ed eterogenei per i batteri. Gli<br />

antibiotici possono influenzare queste comunità batteriche e quindi pregiudicare funzioni del<br />

suolo quali la fornitura di sostanze nutritive [3]. Ciò però non avviene se si considerano gli<br />

usuali carichi di antibiotici, infatti i principi attivi si degradano e si legano alle particelle del<br />

suolo oppure i microrganismi si adeguano. Tenuto conto del consumo e delle loro proprietà, i<br />

sulfamidici sono probabilmente gli antibiotici più critici dal punto di vista dell'inquinamento<br />

idrico. Da misurazioni effettuate nei corsi d'acqua e da dettagliati studi in campo è emerso<br />

che nei piccoli corsi d'acqua in regioni dove l'impiego di antibiotici è elevato, queste sostanze<br />

possono essere rilevate in concentrazioni preoccupanti dal profilo ecotossicologico [4].<br />

I batteri resistenti della flora intestinale degli animali trattati possono giungere anche direttamente<br />

nel suolo e creare o accrescere il serbatoio di geni di resistenza [5]. Questi ultimi potrebbero<br />

eventualmente essere trasmessi a germi patogeni.<br />

Gli antiparassitari vengono utilizzati per proteggere gli animali da parassiti quali vermi e pappataci.<br />

La loro pericolosità per l’ambiente è data dal fatto che agiscono non soltanto sui parassiti<br />

bensì anche su numerosi insetti utili e animali selvatici. A titolo di esempio si citi<br />

l'antibiotico Ivermectin che già a piccolissime dosi può danneggiare insetti e crostacei. Tuttavia,<br />

il fatto che si leghi fortemente alle sostanze solide, fa sì che sia pressoché impossibile<br />

che giunga in acqua [7].<br />

Gli ormoni nell'ambiente possono pregiudicare la capacità di riprodursi dei pesci e causare mutazioni<br />

dell'identità sessuale nella generazione successiva [8]. In Svizzera vengono impiegati<br />

a dosi relativamente basse. Pertanto si può affermare che gli ormoni prodotti naturalmente in<br />

primo luogo dalle vacche sono più rilevanti per l'ambiente di quelli utilizzati in veterinaria [7].<br />

Consumo di antibiotici in ambito veterinario in calo<br />

Dal 2006, in Svizzera viene rilevata e pubblicata annualmente la quantità di antibiotici smerciati<br />

in ambito veterinario (ARCH-Vet). In base a queste informazioni è possibile fare un quadro<br />

del volume di smercio e dello sviluppo dei singoli principi attivi e delle rispettive classi per gli<br />

animali da reddito e da compagnia. Il volume totale dei principi attivi antibiotici negli ultimi<br />

anni ha segnato un calo costante. Tra il 2008 e il 2014 la quantità di principi attivi ha subito<br />

un calo del 32 per cento raggiungendo quota 40 250 chilogrammi [9]. Benché sia un segnale<br />

positivo per quel che riguarda il consumo di antibiotici, sul piano internazionale, la Svizzera<br />

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Il mio Rapporto agricolo 32 / 39<br />

AMBIENTE > ACQUA<br />

si colloca ancora al centro della classifica [10]. In singoli settori, come la quantità di prodotti<br />

endomammari impiegati, la Svizzera si trova addirittura ai primi posti della classifica europea.<br />

Al momento non si dispone di dati comparabili relativi all'impiego di antibiotici nella medicina<br />

umana. Da uno studio sull'impiego di antibiotici nel settore ambulatoriale [11] è emerso che il<br />

consumo pro capite in Svizzera è relativamente basso rispetto ad altri Paesi europei. Il consumo<br />

di antibiotici negli ospedali elvetici, invece, è nella media europea [12].<br />

Rilevazione dei dati sui trattamenti con antibiotici in azienda<br />

I dati sullo smercio consentono soltanto in pochi casi di risalire alle effettive intensità di trattamento,<br />

ossia al numero di animali trattati in riferimento a una determinata popolazione ed<br />

epoca. In Svizzera l'AC-IAA è l'unico rilevamento costante dell'impiego di medicamenti veterinari<br />

a livello aziendale a cura dell'ente pubblico. Anche diverse federazioni di allevamento<br />

rilevano l'impiego di antibiotici da parte dei loro membri.<br />

In molti Paesi europei, come Danimarca, Paesi Bassi o Norvegia, gli agricoltori, i veterinari<br />

e i farmacisti sono tenuti non soltanto a registrare, bensì anche a notificare ogni impiego di<br />

antibiotici. A medio termine ciò è previsto anche in Svizzera con l'attuazione della Strategia<br />

contro le resistenze agli antibiotici STAR [13]. Uno degli obiettivi STAR è sviluppare un sistema<br />

di vigilanza intersettoriale con metodi standardizzati per l'uomo, gli animali, l'agricoltura<br />

e l'ambiente (approccio o principio one health), che fornisca informazioni sullo smercio e<br />

sull'impiego di antibiotici nonché sulla formazione e la diffusione di resistenze. Questi dati servono<br />

da base per misure finalizzate a un impiego più mirato e ridotto degli antibiotici nell'uomo<br />

e negli animali.<br />

Database sull'impiego di medicamenti veterinari nell'AC-IAA<br />

Dal 2009 le aziende coinvolte nell'analisi centralizzata degli indicatori agroambientali (AC-<br />

IAA) registrano i medicamenti veterinari che usano.<br />

La maggior parte di esse detiene bovini, soprattutto vacche da latte. Ogni anno le aziende detentrici<br />

di vacche da latte registrano i dati relativi a circa 4000 capi, che corrisponde allo 0,7<br />

per cento delle vacche presenti in Svizzera. In media un'azienda detiene 23,8 vacche da latte,<br />

quasi l'equivalente della media svizzera di 23,9. L'esiguo numero di aziende detentrici di altre<br />

specie animali quali suini e pollame non permette di fare stime attendibili.<br />

152<br />

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Il mio Rapporto agricolo 33 / 39<br />

AMBIENTE > ACQUA<br />

Numero di aziende AC-IAA con una determinata categoria animale<br />

2010 2011 2012 2013<br />

Aziende 237 235 222 209<br />

Tutti bovini 233 224 214 203<br />

Vacche da latte 188 180 173 169<br />

Vacche madri 38 37 41 35<br />

Altri bovini 26 23 17 24<br />

Suini 35 31 27 34<br />

Ovini 4 5 5 5<br />

Caprini 4 5 3 3<br />

Alpaca 1 1 0 1<br />

Equini 4 6 4 3<br />

Bufali 0 1 1 1<br />

Pollame 5 5 4 2<br />

Conigli 1 0 1 0<br />

Fonti: Agroscope e Istituto VPH<br />

Le aziende sono geograficamente distribuite in maniera uniforme tra le regioni dove<br />

l'allevamento è particolarmente diffuso. Nei prossimi anni si punterà ad aumentare il numero<br />

di aziende partecipanti all'AC-IAA.<br />

Miglioramento della qualità dei dati<br />

Nei primi anni di rilevazione si è reso necessario apportare diversi miglioramenti al software<br />

nonché sensibilizzare e informare meglio gli agricoltori partecipanti su come procedere alla<br />

registrazione. Nel corso degli anni è aumentato, così, il numero dei trattamenti registrati. La<br />

percentuale di trattamenti registrati in maniera incompleta è scesa dal 15 per cento nel 2010<br />

all'8 per cento nel 2013. Per le vacche da latte questa percentuale nel 2013 è scesa al 3 per<br />

cento. Ulteriori miglioramenti si impongono nella registrazione dei trattamenti di gruppo per<br />

i suini e i vitelli.<br />

Classi di antibiotici utilizzate<br />

Nelle aziende partecipanti all'AC-IAA i tre quarti dei trattamenti sono a base di penicillina,<br />

tetracicline o amminoglicosidi. In termini quantitativi secondo la statistica sullo smercio [9] gli<br />

antibiotici più impiegati sono i sulfamidici. Questi sono venduti generalmente come premiscele<br />

a uso veterinario e dunque somministrati a dosi maggiori per singolo trattamento su suini e<br />

vitelli, che sono categorie animali sottorappresentate nel presente campione.<br />

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Il mio Rapporto agricolo 34 / 39<br />

AMBIENTE > ACQUA<br />

Antibiotici impiegati in quasi la metà dei trattamenti sulle vacche da<br />

latte<br />

I seguenti risultati del monitoraggio si riferiscono principalmente alle vacche da latte e nello<br />

specifico al trattamento di malattie della mammella che offrono basi di dati ottimali.<br />

Nelle aziende detentrici di vacche da latte sono stati somministrati antibiotici in quasi la metà<br />

dei trattamenti, eccezion fatta per il 2010, anno in cui la quota è stata particolarmente alta,<br />

superando il 10 per cento, per via del vaccino obbligatorio contro il virus della lingua blu. Nelle<br />

aziende detentrici di suini la quota di vaccinazioni, che si aggira attorno al 20 per cento di tutti i<br />

trattamenti, è generalmente superiore rispetto ai bovini. In queste aziende gli antibiotici sono<br />

impiegati nel 35 per cento circa dei trattamenti.<br />

154<br />

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Il mio Rapporto agricolo 35 / 39<br />

AMBIENTE > ACQUA<br />

Numero di registrazioni: 2010: 15458, 2011: 13413; 2012: 12146; 2013: 13202<br />

In Svizzera esigenze elevate relative alla qualità del latte e alla somministrazione<br />

di antibiotici per trattamenti della mammella<br />

La salute delle mammelle è un aspetto fondamentale nella detenzione di bestiame da latte. In<br />

Svizzera le esigenze relative alla qualità del latte sono molto severe anche perché per produrre<br />

le principali varietà di formaggio si impiega latte crudo. Un criterio è quello del numero di<br />

cellule, che in Svizzera è basso rispetto all’estero (90 000-135 000 cellule/ml/mese) [14; 15].<br />

Parallelamente nel nostro Paese l’impiego di antibiotici per il trattamento della mammella è<br />

più frequente.<br />

Nel 68 per cento dei trattamenti registrati gli antibiotici vengono somministrati per curare malattie<br />

della mammella. Il 90 per cento delle aziende considerate e detentrici di bestiame da latte<br />

usa almeno una volta gli antibiotici per questo scopo. Una vacca su 5 è sottoposta a un trattamento<br />

antibiotico per la messa in asciutta. Negli anni la frequenza di questi trattamenti è<br />

rimasta costante.<br />

I dati sui trattamenti alle mammelle dell’AC-IAA sono facilmente comparabili con quelli sullo<br />

smercio di antibiotici. Ne emerge che le classi di antibiotici utilizzate dalle aziende considerate<br />

per trattare le malattie della mammella rispecchiano abbastanza bene i dati sullo smercio.<br />

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Il mio Rapporto agricolo 36 / 39<br />

AMBIENTE > ACQUA<br />

Le aziende partecipanti all’AC-IAA, comunque, effettuano un numero minore di trattamenti<br />

sul bestiame in lattazione rispetto a quanto emerge dai dati nazionali sullo smercio, infatti la<br />

frequenza degli interventi risulta quasi la metà. Anche l’impiego di prodotti per la messa in<br />

asciutta è meno frequente di quanto facciano pensare i dati sullo smercio, anche se in questo<br />

caso la differenza è meno marcata.<br />

Queste discrepanze possono essere spiegate dal fatto che non tutti gli antibiotici venduti vengono<br />

anche utilizzati. Potrebbe anche darsi che la salute delle mammelle nelle aziende partecipanti<br />

è superiore alla media svizzera o che una parte dei trattamenti non è stata registrata.<br />

Bassa frequenza di trattamenti ormonali sul bestiame svizzero<br />

In alcuni Paesi extraeuropei gli ormoni sono utilizzati per aumentare le prestazioni, pratica che<br />

in Svizzera è vietata. Per le vacche da latte negli anni 2010-2013, in totale, sono stati registrati<br />

soltanto 479 trattamenti ormonali. A questi se ne aggiungono 89 sulle scrofe da allevamento.<br />

Il tipo di sostanze utilizzate per le vacche da latte è riportato nel grafico seguente. Quelle somministrate<br />

più di frequente sono i corticosteroidi, antinfiammatori che spesso vengono somministrati<br />

parallelamente a un trattamento antibiotico in caso di infezione acuta.<br />

Gestageno e progesterone sono utilizzati essenzialmente per la sincronizzazione dell’estro<br />

e l’induzione dell’ovulazione. Le prostaglandine vengono impiegate per sincronizzare<br />

l’ovulazione, per trattare i problemi di fertilità e le infiammazioni uterine, nonché per indurre<br />

il parto. L’ossitocina provoca le contrazioni durante il parto e nella fase successiva fa sì che<br />

l’utero ritorni alle sue dimensioni originali. Questo ormone femminile viene impiegato anche<br />

per le vacche da latte prima della mungitura allo scopo di indurre l’eiezione del latte, per favorire<br />

le contrazioni e dopo i parti difficili o cesarei per aiutare l’utero a ritornare alle sue dimensioni<br />

originali.<br />

156<br />

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Il mio Rapporto agricolo 37 / 39<br />

AMBIENTE > ACQUA<br />

Antiparassitari<br />

Gli antiparassitari agiscono contro parassiti interni, quali protozoi unicellulari e vermi (elminti),<br />

ed esterni, quali pidocchi, pulci, acari o mosche. Sono impiegati in oltre il 10 per cento<br />

dei trattamenti effettuati. La maggior parte di essi viene impiegata per i bovini (84 %, di cui<br />

71 % bestiame da latte). Il gruppo di principi attivi più utilizzato è quello dei lattoni macrociclici<br />

(LM) che agiscono principalmente contro la trichinella spiralis e i parassiti esterni. Analogamente<br />

agli antibiotici, anche in questo caso esiste un problema legato alla formazione di<br />

resistenze, soprattutto nel caso della trichinella nei bovini. Al secondo posto della classifica<br />

degli antiparassitari più utilizzati si trovano quelli a base di benzimidazolo (BI) (61 % bovini,<br />

22 % suini), attivi contro trichinella spiralis, trematidi e alcuni vermi piatti. Anche in questo<br />

caso si formano resistenze, soprattutto nei ruminanti di piccola taglia [16]. Gli imidazotiazoli<br />

(IT) sono vermifughi ad ampio spettro, utilizzati soprattutto contro la trichinella spiralis. In<br />

veterinaria la sostanza più diffusa è il Levamisol. In molti Paesi sono stati già documentati molti<br />

casi di parassiti resistenti al Levamisol [17].<br />

I piretroidi (PY) sono sostanze simili alle piretrine naturali che possono essere ricavate da diversi<br />

tipi di crisantemi. Sono uno degli insetticidi più potenti in assoluto e vengono utilizzati<br />

contro pulci, zecche, mosche e altri ectoparassiti. Elevate concentrazioni provocano la paralisi<br />

dei parassiti, ma anche di altri insetti utili come le api mellifere.<br />

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Il mio Rapporto agricolo 38 / 39<br />

AMBIENTE > ACQUA<br />

Conclusioni<br />

Un monitoraggio dell’impiego di medicamenti veterinari nell’agricoltura svizzera è importante<br />

perché le sostanze somministrate agli animali, attraverso il liquame e il letame, giungono<br />

nell’ambiente dove possono avere effetti nocivi diretti, come nel caso di ormoni e alcuni antiparassitari,<br />

oppure indiretti, come nel caso di antibiotici e antiparassitari. Queste sostanze<br />

inducono la formazione di resistenze nei batteri e nei vermi e di conseguenza diventa più difficile<br />

lottare con efficacia contro le malattie provocate da questi agenti patogeni. Ciò si ripercuote<br />

non soltanto sul trattamento degli animali malati, bensì anche sul trattamenti di pazienti<br />

umani regolarmente a contatto con gli animali. Negli ultimi anni si è registrato un calo complessivo<br />

delle quantità di antibiotici impiegati per gli animali, tuttavia il numero dei trattamenti<br />

in caso di infiammazione della mammella è rimasto costantemente alto.<br />

Bibliografia<br />

1. Kools, S. A. E. et al., 2008: A Ranking of European Veterinary Medicines Based on Environmental Risks. Integrated<br />

Environmental Assessment and Management. 4, Bde. 4, 399–408<br />

2. Halling-Sorensen B., Nielsen SN, Lanzky PF, et al., 1998: Occurence, fate and effects of pharmaceuticals<br />

substance in the environment - A review. Chemosphere. 1998;36: 357–393. doi:http://dx.doi.org/10.1016/<br />

S0045-6535(97)00354-8<br />

3. Ding C, He J.. 2010: Effect of antibiotics in the environment on microbial populations. Appl Microbiol Biotechnol.<br />

2010; 87: 925–41. doi:10.1007/s00253-010-2649-5<br />

4. Stoob K., Singer H., Müller S., Schwarzenbach R.P., Stamm C., 2007: Dissipation and transport of veterinary sulfonamide<br />

antibiotics after manure application to grassland in a small catchment. Environ Sci Technol 41 (21):7349–<br />

7355.<br />

5. Knapp CW, Dolfing J, Ehlert P a I, Graham DW. 2010: Evidence of increasing antibiotic resistance gene abundances<br />

in archived soils since 1940. Environ Sci Technol. 2010;44: 580–587. doi:10.1021/es901221x<br />

6. Whitman WB, Oxides N, Cook a M, Alexander M, Tyson GW, Delong EF, et al., 2012: The Shared Antibiotic Resistome<br />

of. 2012;337: 1107–1111. doi:10.1126/science.1220761<br />

7. Götz, C., 2012: Mikroverunreinigungen aus Nutztierhaltung. Aqua & Gas 11<br />

8. Zeilinger J, Steger-Hartmann T, Maser E, Goller S, Vonk R, Länge R. Effects of synthetic gestagens on fish reproduction.<br />

Environ Toxicol Chem. 2009;28: 2663–2670. doi:10.1897/08-485.1<br />

9. Swissmedic / Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria USAV. 2015: ARCH-Vet Rapporto sulla vendita<br />

di antibiotici in medicina veterianaria e sul monitoraggio della resistenza agli antibiotici negli animali da reddito<br />

in Svizzera 2014.<br />

158<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 39 / 39<br />

AMBIENTE > ACQUA<br />

10. European Medicines Agency, European Surveillance of Veterinary Antimicrobial Consumption, 2015: Sales of veterinary<br />

antimicrobial agents in 26 EU/EEA countries in 2013. (EMA/387934/2015).<br />

11. Filippini M, Masiero G, Moschetti K., 2006: Socioeconomic determinants of regional differences in outpatient antibiotic<br />

consumption : evidence from Switzerland. Health Policy. 2006; 78(1) :77-92.<br />

12. Plüss-Suard, Pannatier A, Kronenberg A, Mühlemann K, Zanetti G., 2011: Hospital antibiotic consumption in<br />

Switzerland: comparison of a multicultural country with Europe. J Hosp Infect. 2011 Oct;79(2):166-71<br />

13. Consiglio federale, 2015: Strategia nazionale contro le resistenze agli antibiotici<br />

14. TSM Treuhand GmbH., 2011 Allegato alla statistica annuale sul mercato lattiero 2010 confronto pluriennale dal<br />

2000.<br />

15. Sundrum, A., (2010): Eutergesundheitsstatus auf der Betriebsebene – Stand und Perspektiven aus systemischer<br />

Sicht. Berichte über Landwirtschaft 88, 299–321.<br />

16. H. Rose, L. Rinaldi, A. Bosco, F. Mavrot, T. de Waal, P. Skuce, J. Charlier, P. R. Torgerson, H. Hertzberg, G. Hendrickx,<br />

J. Vercruysse, E. R. Morgan. 2015: Widespread anthelmintic resistance in European farmed ruminants: a systematic<br />

review. Veterinary Record 2015 176: 546<br />

17. Lumaret J-P, Errouissi F, Floate K, Römbke J, Wardhaugh K. A, 2012: Review on the Toxicity and Non-Target Effects<br />

of Macrocyclic Lactones in Terrestrial and Aquatic Envi-ronments. Curr Pharm Biotechnol. 2012;13: 1004–1060.<br />

doi:10.2174/138920112800399257<br />

Ioannis Magouras, Veterinary Public Health Institute VPHI e Ruth Badertscher, UFAG, Settore Sistemi agroambientali<br />

e sostanze nutritive, ruth.badertscher@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

159


Il mio Rapporto agricolo 2 / 222<br />

POLITICA > INTRODUZIONE<br />

Introduzione<br />

L’Ufficio federale dell’agricoltura (UFAG) è il centro di competenze della Confederazione per il<br />

settore agricolo, incaricato di eseguire le misure della legge del 29 aprile 1998 sull'agricoltura.<br />

Dette misure sono sancite nel rispettivo articolo della Costituzione federale del 1996 (art. 104<br />

Cost.), in base al quale la Confederazione provvede affinché l’agricoltura, tramite una produzione<br />

ecologicamente sostenibile e orientata verso il mercato, contribuisca efficacemente:<br />

• all’approvvigionamento della popolazione;<br />

• alla salvaguardia delle basi vitali naturali;<br />

• alla cura del paesaggio rurale;<br />

• all'occupazione decentrata del territorio;<br />

• al benessere degli animali.<br />

I fondi della Confederazione a favore dell'agricoltura sono suddivisi nei tre limiti di spesa «Produzione<br />

e smercio», «Pagamenti diretti» e «Miglioramento delle basi di produzione e misure<br />

sociali».<br />

Produzione e smercio<br />

Gli strumenti di politica agricola in questo settore creano le condizioni quadro che consentono<br />

all'agricoltura svizzera di realizzare, mediante una produzione sostenibile e di qualità, un elevato<br />

valore aggiunto sui mercati nazionale e internazionali.<br />

Pagamenti diretti<br />

Il profitto di mercato non consente di indennizzare, o lo fa solo in parte, le prestazioni<br />

pubbliche fornite nell’interesse della collettività, come la cura del paesaggio, la salvaguardia<br />

delle basi vitali naturali e il contributo per l’occupazione decentrata del territorio, nonché le<br />

prestazioni ecologiche particolari. Con i pagamenti diretti la Confederazione garantisce che<br />

l'agricoltura fornisca tali prestazioni a favore della comunità.<br />

Miglioramento delle basi di produzione e misure sociali<br />

Gli strumenti a disposizione in questo settore mirano soprattutto a ridurre i costi e a migliorare<br />

la competitività. Sostengono indirettamente la produzione agricola e le connesse prestazioni<br />

pubbliche fornite dal settore primario. Nello specifico, si tratta di misure per il miglioramento<br />

strutturale, misure sociali collaterali e di promozione della consulenza nonché di provvedimenti<br />

nell'ambito dell'allevamento e della coltivazione così come delle risorse genetiche.<br />

160<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 3 / 222<br />

POLITICA > INTRODUZIONE<br />

Nel 2015 la Confederazione ha stanziato 3667 milioni di franchi a favore dell'agricoltura e<br />

dell'alimentazione. Ciò corrisponde a una quota del 5,6 per cento sulle sue uscite totali. La<br />

voce «agricoltura e alimentazione» figura al sesto posto dopo l’assistenza sociale (21 987 mio.<br />

fr.), le finanze e le imposte (9533 mio. fr.), i trasporti (8322 mio. fr.), la ricerca e la formazione<br />

(7046 mio. fr.) e la difesa nazionale (4466 mio. fr.).<br />

Uscite della Confederazione per agricoltura e alimentazione divise per settore<br />

Ambito di spesa 2012 2013 2014 2015<br />

Mio. fr. Mio. fr. Mio. fr. Mio. fr.<br />

Produzione e smercio 440 450 431 431<br />

Pagamenti diretti 2809 2799 2815 2795<br />

Miglioramento delle<br />

basi di produzione e<br />

misure sociali<br />

192 189 184 160<br />

Ulteriori uscite 270 268 263 282<br />

Totale agricoltura e<br />

alimentazione<br />

3711 3706 3693 3667<br />

» A42<br />

Fonti: Conto dello Stato, UFAG<br />

Adeguamenti del sistema delle unità standard di manodopera (USM)<br />

Nel quadro del Pacchetto di ordinanze agricole Autunno 2015 sono stati decretati diversi cambiamenti<br />

nel sistema delle unità standard di manodopera (USM). L'USM è stata ridefinita come<br />

unità per la misurazione della dimensione dell’azienda che si basa su coefficienti standardizzati.<br />

Con la revisione i coefficienti sono stati adeguati allo sviluppo tecnico e il normale orario<br />

di lavoro considerato per il calcolo dei coefficienti USM è stato ridotto da 2800 a 2600 ora<br />

all'anno. In tal modo il normale orario di lavoro dell'agricoltura è stato uniformato all'orario<br />

di lavoro usuale negli altri settori, anche per i lavoratori indipendenti. Da tali modifiche risultano<br />

per lo più coefficienti USM inferiori rispetto al passato. Poiché mediante i pagamenti diretti<br />

non deve essere condotta alcuna politica strutturale, la dimensione minima dell'azienda<br />

di 0,25 USM, richiesta per poter beneficiare dei pagamenti diretti, è stata ridotta a 0,2 USM. Il<br />

numero delle aziende aventi diritto ai pagamenti diretti resta pertanto pressoché stabile.<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

161


Il mio Rapporto agricolo 4 / 222<br />

POLITICA > INTRODUZIONE<br />

Nei settori del diritto fondiario rurale e dei miglioramenti strutturali sono stati introdotti supplementi<br />

per attività paragricole, concessi basandosi sulla prestazione lorda ottenuta da tali<br />

attività; tuttavia è necessaria una dimensione minima dell'azienda per attività agricole in senso<br />

stretto e il supplemento è limitato.<br />

In analogia alle attività paragricole, sono concessi supplementi USM per le tre attività agricole<br />

in senso stretto preparazione, stoccaggio e vendita di prodotti agricoli ottenuti nella propria<br />

azienda di produzione anche in base alla prestazione lorda ottenuta (finora autodichiarazione<br />

del tempo di lavoro impiegato).<br />

L'UFAG ha redatto una guida al fine di illustrare le norme concernenti i supplementi per le<br />

attività agricole in senso stretto e paragricole. La guida definisce come calcolare i supplementi<br />

USM in base alla prestazione lorda e come distinguere tra di loro e gestire la lavorazione, lo<br />

stoccaggio e la vendita di prodotti agricoli di produzione propria ed estranei all’esercizio. In<br />

tal modo si crea una base per un’esecuzione uniforme nei Cantoni (cfr. Guida).<br />

Semplificazioni amministrative<br />

L’amministrazione (ovvero l’atto di amministratore) sussiste ad ogni scambio di beni o informazioni.<br />

Oltre alle attività amministrative da svolgere in un'azienda agricola in relazione alla<br />

produzione di beni di mercato, si crea dispendio amministrativo per il capoazienda anche per<br />

le prestazioni d'interesse generale. Lo Stato o la società che sostiene la fornitura di tali prestazioni<br />

mediante i pagamenti diretti necessitano di sapere se i requisiti per il versamento dei<br />

pagamenti diretti sono realmente adempiuti. Ne scaturisce un ulteriore dispendio amministrativo.<br />

Con le riforme della politica agricola e con la crescente importanza attribuita alle prestazioni<br />

ambientali e al rispetto dell'ambiente, questo dispendio è costantemente aumentato. Inoltre<br />

la società è sempre più sensibile a tematiche che potrebbero pregiudicare una vita sana. In tale<br />

contesto è aumentata la necessità di regolamentazione e di informazione in settori quali sicurezza<br />

delle derrate alimentari e degli alimenti per animali, protezione delle acque o epizoozie.<br />

Poiché l'ulteriore dispendio amministrativo andato di pari passo con la riforma della Politica<br />

agricola 2014-2017 è stato percepito come forte carico da parte di alcuni agricoltori, l'UFAG,<br />

nel quadro del progetto Semplificazione amministrativa svoltosi tra febbraio 2015 e febbraio<br />

2016, ha portato avanti un ampio processo. Sono state raccolte ed esaminate proposte di semplificazione<br />

di agricoltori, organizzazioni della categoria, Cantoni e di collaboratori dell'UFAG.<br />

Il progetto ha avuto lo scopo di semplificare l’attuale sistema agro-politico senza incidere sugli<br />

obiettivi o sul loro raggiungimento.<br />

Come primo risultato del progetto sono stati identificati interventi di semplificazione amministrativa<br />

di rapida attuazione.<br />

• Con il pacchetto di ordinanze 2015 sono state attuate/realizzate 24 proposte.<br />

• Con il pacchetto di ordinanze 2016 o in guide e istruzioni sono state attuate/realizzate 18<br />

proposte.<br />

• L'attuazione di altre proposte è in fase di preparazione per il pacchetto di ordinanze 2017.<br />

Inoltre sono stati identificati i seguenti cinque ambiti tematici concernenti le modalità di ulteriore<br />

sgravio dell'agricoltura dal profilo amministrativo in vista della PA 22+.<br />

• Registrazione e flussi di dati tra agricoltore e autorità;<br />

• Registrazioni e controlli;<br />

162<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 5 / 222<br />

POLITICA > INTRODUZIONE<br />

• Prescrizioni sull'ambiente;<br />

• Prestazioni ambientali;<br />

• Informazione e comunicazione.<br />

I risultati del progetto sono stati pubblicati in un rapporto dell'UFAG (cfr. Rapporto di progetto<br />

«Semplificazione amministrativa in agricoltura»).<br />

Thomas Meier, UFAG, Settore Politica agricola, thomas.meier@blw.admin.ch<br />

Susanne Menzel, UFAG, Settore Economia agricola, spazio rurale e strutture<br />

Anton Stöckli, UFAG, Settore Ricerca e consulenza<br />

Doris Werder, UFAG, Unità di direzione Pagamenti diretti e sviluppo rurale<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

163


Il mio Rapporto agricolo 7 / 222<br />

POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />

Panoramica<br />

All’articolo 7 LAgr sono definiti i principi in base ai quali la Confederazione fissa le condizioni<br />

quadro per la produzione e lo smercio di prodotti agricoli. L’agricoltura è tenuta a produrre<br />

in modo sostenibile e vantaggioso, mentre gli agricoltori devono ottenere un profitto possibilmente<br />

elevato dalla vendita dei loro prodotti. L'orientamento al mercato e la gestione sostenibile<br />

si rifanno pertanto al principio sancito nell'articolo costituzionale.<br />

La Confederazione dispone di diversi strumenti orientati a tali principi, atti a sostenere<br />

l'agricoltura svizzera. Si tratta di provvedimenti nei settori delle misure di solidarietà volti<br />

a promuovere la qualità e lo smercio nonché nel settore della caratterizzazione e delle importazioni<br />

di prodotti agricoli. Tali provvedimenti possono essere applicati a tutti i settori di<br />

produzione. Inoltre, la Confederazione sostiene l'agricoltura con strumenti specifici per la produzione<br />

lattiera e animale, la vitivinicoltura e la produzione vegetale.<br />

Mezzi finanziari – 2015<br />

Nel 2015 sono stati stanziati 431 milioni di franchi, ovvero lo stesso importo dell'anno precedente,<br />

per misure a favore della produzione e dello smercio.<br />

Economia lattiera: nel 2015 sono stati impiegati 295,5 milioni di franchi, ovvero 0,5 milioni<br />

di franchi in meno rispetto all'anno precedente. I mezzi finanziari sono erogati sotto forma di<br />

un supplemento per il latte trasformato in formaggio e di un supplemento per il foraggiamento<br />

senza insilati. Il lieve calo delle uscite del 2015 è riconducibile alla diminuzione dei costi dei<br />

mezzi informatici e per la gestione dei dati. Rispetto al 2014 i fondi per i supplementi nel settore<br />

lattiero sono rimasti stabili.<br />

Produzione animale: le uscite nell'ambito del limite di spesa per produzione e smercio hanno<br />

segnato un valore di 12 milioni di franchi nel 2015, restando praticamente invariate rispetto<br />

al 2013.<br />

Produzione vegetale, vitivinicoltura inclusa: nel 2015 le uscite sono ammontate a 62,3 milioni<br />

di franchi, segnando una diminuzione di 1,3 milioni di franchi rispetto all'anno precedente<br />

riconducibile alla flessione dei pagamenti destinati alla campicoltura nonché al calo di<br />

0,7 milioni di contributi per la fabbricazione di prodotti a base di bacche, di frutta a granella<br />

e a nocciolo.<br />

Il 96 per cento dei fondi impiegati per la produzione vegetale nel 2015 è stato destinato alla<br />

promozione di singole colture (contributi per singole colture), il 3 per cento alla trasformazione<br />

e alla valorizzazione della frutta, l'1 per cento a provvedimenti a favore della vitivinicoltura.<br />

Promozione della qualità e delle vendite: nel 2015 sono stati spesi 61,1 milioni di franchi,<br />

ovvero 1,4 milioni di franchi in più rispetto all’anno precedente. Il 2015 è stato caratterizzato<br />

dal cosiddetto shock del franco che ha avuto ripercussioni anche sui progetti di promozione<br />

dello smercio. Nel corso dell’anno, nel quadro del credito dei fondi speciali, sono stati messi a<br />

disposizione a favore di ulteriori misure per formaggio e latte/burro rispettivamente 900 000<br />

franchi e per la campagna “Sei WOW” di Agro-Marketing Suisse 250 000 franchi.<br />

Tuttavia, il credito per la promozione della qualità e delle vendite, di 4,5 milioni di franchi in<br />

più rispetto al Preventivo 2014, non è stato esaurito poiché nel 2015 le domande pervenute<br />

in relazione al settore qualità e sostenibilità sono state ancora al di sotto delle aspettative.<br />

Pertanto il Parlamento ha potuto destinare 3 milioni di franchi all’incremento del credito per i<br />

contributi all’esportazione di prodotti agricoli trasformati.<br />

164<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 8 / 222<br />

POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />

Uscite per produzione e smercio<br />

Voce di spesa 2014 2015¹ 2015 2016¹<br />

mio. fr. mio. fr. mio. fr. mio. fr.<br />

Economia lattiera 296 296 296 296<br />

Produzione animale 12 13 12 13<br />

Produzione vegetale<br />

(vitivinicoltura incl.)<br />

64 67 62 68<br />

Promozione della<br />

qualità e delle vendite<br />

60 64.5 61 67.5<br />

Totale 431 440.5 431 444.5<br />

¹ Preventivo<br />

Fonti: Preventivo, Conto dello Stato 2016<br />

Prospettive per il 2016<br />

» A43<br />

» A44<br />

» A45<br />

» A46<br />

» A47<br />

I fondi a disposizione per la produzione e lo smercio restano, nel complesso, stabili. L'unica<br />

variazione di rilievo nel preventivo rispetto all’anno precedente interessa il lieve aumento dei<br />

fondi per la promozione della qualità e delle vendite.<br />

Samantha Rosenke, UFAG, Unità di direzione Mercati e creazione di valore, samantha.rosenke@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

165


Il mio Rapporto agricolo 14 / 222<br />

POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />

Economia lattiera<br />

Nell'anno oggetto del rapporto il quantitativo di latte commercializzato è sceso a 3,49 milioni<br />

di tonnellate, subendo un calo dell’1,5 per cento. Di queste, 29 000 tonnellate circa (0,8 %)<br />

provenivano dal Principato del Liechtenstein e dalle zone franche attorno a Ginevra. La quota<br />

di latte biologico rispetto al quantitativo di latte commercializzato totale ammontava al 6,4<br />

per cento, quella ottenuta con foraggiamento senza insilati al 32,3 per cento. Circa 94 000<br />

tonnellate (2,7 %) del latte commercializzato sono state prodotte in aziende d’estivazione.<br />

Mezzi finanziari e dati statistici – 2015<br />

Anche nel 2015 la Confederazione ha concesso un supplemento per il latte trasformato in formaggio<br />

di 15 centesimi il chilogrammo e un supplemento per il foraggiamento senza insilati di 3<br />

centesimi il chilogrammo. Per entrambi i supplementi sono stati impiegati complessivamente<br />

293 milioni di franchi come l’anno precedente. Per l’amministrazione dei dati sul latte e per i<br />

mezzi informatici in ambito lattiero la Confederazione ha impiegato 2,5 milioni di franchi circa.<br />

L'Ufficio federale dell'agricoltura (UFAG) ha concluso con la TSM Fiduciaria Sagl (TSM) un accordo<br />

di prestazione, che scade a fine 2017, in base al quale quest'ultima è incaricata di registrare<br />

e verificare i dati della produzione e della valorizzazione del latte. I valorizzatori del latte<br />

sono tenuti a notificare tali dati a cadenza mensile e la TSM è responsabile dell’ottemperanza<br />

dell’obbligo di notifica. In caso di irregolarità, alle ditte e alle aziende interessate vengono irrogate<br />

sanzioni. Avvalendosi dei dati sulla valorizzazione del latte trasmessile, la TSM elabora i<br />

dati per il versamento dei supplementi. Questi sono trasmessi due volte alla settimana all’UFAG<br />

il quale provvede al versamento dei supplementi ai valorizzatori di latte che successivamente<br />

li erogheranno ai produttori.<br />

Conformemente all'ordinanza sul sostegno del prezzo del latte (OSL; RS 916.350.2), i valorizzatori<br />

sono tenuti a versare i supplementi entro il termine di un mese ai produttori dai quali<br />

hanno acquistato il latte trasformato in formaggio. Nel conteggio concernente l'acquisto di<br />

latte, i supplementi vanno indicati separatamente per produttore. Anche i valorizzatori del<br />

latte sono tenuti a indicare nella loro contabilità i supplementi ricevuti e pagati. Il grafico seguente<br />

mostra, per l'anno civile 2015, da un lato il numero di valorizzatori di latte che hanno<br />

ricevuto supplementi, dall'altro i supplementi per il latte erogati dai valorizzatori, in base alle<br />

classi di dimensioni dei supplementi ricevuti.<br />

166<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 15 / 222<br />

POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />

Nell’anno oggetto del rapporto hanno beneficiato di supplementi per il latte 2339 valorizzatori,<br />

per un totale di 293 milioni di franchi; l’importo corrisposto mediamente a ciascun valorizzatore<br />

ammontava a 125 000 franchi. Dalla ripartizione emerge che i supplementi sono<br />

concentrati su poche grandi aziende di trasformazione del latte: il 21 per cento dei valorizzatori<br />

ha, infatti, ricevuto il 94 per cento circa dei supplementi per il latte, 1406 aziende di trasformazione<br />

(60 %) hanno invece ricevuto al massimo 10 000 franchi. In questi casi si trattava<br />

prevalentemente di aziende d’estivazione con produzione in proprio di formaggio. Per questa<br />

classe di dimensioni i supplementi erogati per il latte trasformato in formaggio ammontavano<br />

a 4,9 milioni di franchi.<br />

L'Ispettorato dell'UFAG effettua controlli basati sul rischio presso i valorizzatori che notificano<br />

i dati sul latte e richiedono supplementi. Nell’anno oggetto del rapporto sono state controllate<br />

circa 250 aziende. Per circa un terzo, l’Ispettorato ha sollevato contestazioni. La maggior parte<br />

di queste ha comportato un’ammonizione a causa, ad esempio, di lievi errori di registrazione o<br />

lacune riscontrate per la prima volta. I valorizzatori che hanno ricevuto supplementi in eccesso<br />

sulla scorta di notifiche scorrette dei dati sulla valorizzazione del latte sono tenuti a restituirli.<br />

» A44<br />

Uscite nel settore dell'economia lattiera<br />

Nell’anno oggetto del rapporto in Svizzera le aziende produttrici di latte erano 11 581 nella<br />

regione di pianura (incl. zona collinare) e 10 270 nella regione di montagna. Rispetto al 2014,<br />

il loro numero è sceso del 3,3 per cento, ossia di 746 unità. Praticamente, ogni giorno più di<br />

due aziende hanno abbandonato la produzione lattiera. Inoltre, nel periodo dell’alpeggio, le<br />

aziende d’estivazione dedite alla produzione di latte sono state 2541, per un quantitativo di<br />

latte commercializzato pari mediamente a circa 37 125 chilogrammi per azienda.<br />

Nel 2015 la quantità di latte commercializzata ammontava mediamente a 196 992 chilogrammi<br />

per azienda di pianura e a 105 503 chilogrammi per azienda di montagna. Nella regione di<br />

pianura sono stati forniti soltanto 15 064 chilogrammi in più rispetto al 2014 contro i circa<br />

4319 chilogrammi in più nella regione di montagna. Negli ultimi dieci anni si sono registrati<br />

incrementi delle forniture del 60,1 per cento per le aziende di pianura e del 41,7 per cento<br />

per quelle di montagna. La diversa evoluzione palesa le migliori opportunità di crescita nella<br />

regione di pianura. Anche nel 2015 l'aumento in percentuale del quantitativo medio di latte<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

167


Il mio Rapporto agricolo 16 / 222<br />

POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />

paragonato all'anno precedente è stato superiore nella regione di pianura rispetto alla regione<br />

di montagna.<br />

Rispetto all’anno lattiero 2000/01 la quantità di latte commercializzata è aumentata quasi del<br />

24,5 per cento per vacca e del 40,5 per cento per ettaro di superficie agricola utile, toccando<br />

nel 2015 rispettivamente 6216 chilogrammi per vacca e 6012 chilogrammi per ettaro.<br />

Il calo rispetto all’anno precedente ammonta a 108 chilogrammi per vacca (-1,7 %) e a 24<br />

chilogrammi per ettaro (-0,4 %).<br />

Nel 2015 le aziende produttrici di latte gestite tutto l’anno hanno commercializzato 3,36 milioni<br />

di tonnellate di latte, quelle d’estivazione circa 94 000 tonnellate. Il 40,8 per cento dei<br />

produttori di latte ne ha commercializzato meno di 100 000 chilogrammi all’anno. La loro quota<br />

rispetto alla produzione totale è stata soltanto del 15,5 per cento. Le aziende produttrici di<br />

latte con un quantitativo annuo superiore a 350 000 chilogrammi hanno raggiunto una quota<br />

del 24,6 per cento del quantitativo totale di latte commercializzato. Nell’anno oggetto del rapporto<br />

585 aziende hanno commercializzato più di 500 000 chilogrammi di latte rispetto alle<br />

558 dell'anno precedente.<br />

168<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 17 / 222<br />

POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />

Organizzazione di categoria Interprofessione Latte<br />

L’Interprofessione Latte (IP Latte) è la piattaforma dell'economia lattiera svizzera. Con la decisione<br />

dell’11 dicembre 2015 il Consiglio federale ha dichiarato vincolanti fino al 31 dicembre<br />

2017 anche per i non membri le disposizioni del contratto standard dell'IP Latte e del regolamento<br />

sulla segmentazione del mercato lattiero. Per i non membri, dunque, vige l'obbligo di<br />

concludere contratti scritti per tutte le vendite e gli acquisti di latte con una durata minima<br />

di un anno. Nei contratti di acquisto, inoltre, il quantitativo di latte deve essere classificato<br />

nei segmenti A, B e C in base al relativo scopo di utilizzo. Nei conteggi dei pagamenti del latte<br />

occorre indicare separatamente i quantitativi e i prezzi per segmento.<br />

Classificazione del latte nei vari segmenti, secondo lo scopo di utilizzo<br />

Segmento A<br />

Prodotti a elevato valore aggiunto con protezione doganale<br />

o sostegno (supplementi per latte trasformato<br />

in formaggio, compensazione del prezzo della materia<br />

prima).<br />

Per il latte del segmento A viene pagato un prezzo superiore<br />

rispetto a quello dei segmenti B e C.<br />

Segmento B<br />

Segmento C<br />

Prodotti con limitato valore aggiunto senza protezione<br />

doganale o sostegno per il mercato interno e per<br />

l’esportazione.<br />

Prodotti a basso valore aggiunto per il mercato mondiale.<br />

Per il latte del segmento C viene corrisposto il prezzo più<br />

basso.<br />

I valorizzatori sono tenuti a notificare alla TSM a cadenza mensile i quantitativi di latte venduti<br />

e acquistati per segmento nonché i latticini prodotti ed esportati con latte dei segmenti B e C.<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

169


Il mio Rapporto agricolo 18 / 222<br />

POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />

Nel 2015, secondo la valutazione del primo acquisto di latte, l'85,0 per cento di latte è stato<br />

commercializzato nel segmento A, il 13,1 per cento in quello B e l'1,9 per cento nel segmento<br />

C. Le quote restano quindi praticamente invariate rispetto all’anno precedente.<br />

A fine anno, la TSM verifica se i quantitativi di latte acquistati nei segmenti B e C coincidono<br />

con i quantitativi venduti o con i latticini prodotti ed esportati in questi stessi segmenti. Nel<br />

caso di differenze superiori al 5 per cento per segmento nell'arco di un anno l'IP Latte può<br />

irrogare sanzioni. Nell’anno oggetto del rapporto la TSM ha verificato presso 21 valorizzatori<br />

del latte se nel 2014 avevano utilizzato latte dei segmenti B e C soltanto per la fabbricazione<br />

dei prodotti consentiti. Due casi, in cui la TSM ha riscontrato lacune, sono stati inoltrati per<br />

verifica alla Segreteria dell’IP Latte che non ha individuato alcun abuso per quanto riguarda<br />

la segmentazione.<br />

Hans Ulrich Leuenberger, UFAG, Prodotti animali e allevamento, hansulrich.leuenberger@blw.admin.ch<br />

Rudolf Büschlen, UFAG, Prodotti animali e allevamento<br />

Monika Meister, UFAG, Prodotti animali e allevamento<br />

170<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 20 / 222<br />

POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />

Produzione animale<br />

Mezzi finanziari 2015<br />

Per i provvedimenti nel settore della produzione animale (promozione dell’allevamento e contributi<br />

per i costi di eliminazione dei sottoprodotti di origine animale incl.) nell’anno oggetto<br />

del rapporto sono stati erogati, in totale, 94,5 milioni di franchi.<br />

» A45<br />

Uscite nel settore della produzione animale<br />

Provvedimenti sul mercato del bestiame da macello e della carne<br />

Sulla base di un accordo di prestazione, l’UFAG ha delegato alla cooperativa Proviande compiti<br />

esecutivi nel settore del mercato del bestiame da macello e della carne.<br />

Classificazione neutrale della qualità<br />

In virtù dell'ordinanza sul bestiame da macello, Proviande provvede alla classificazione della<br />

qualità delle carcasse nei macelli di grandi dimensioni (27 aziende alla fine dell'anno oggetto<br />

del rapporto), ovvero in quelle aziende in cui vengono macellati mediamente più di 120 suini<br />

o circa 23 capi di bestiame grosso a settimana. Per gli animali delle specie bovina, ovina, caprina<br />

ed equina la muscolatura e il grado di ingrasso vengono determinati otticamente, applicando<br />

la cosiddetta CH-TAX. Per gli animali della specie suina, invece, la muscolatura (la<br />

quota di carne magra) viene stabilita utilizzando apparecchi appositi. I risultati della classificazione<br />

neutrale della qualità sono registrati in maniera centralizzata in un server di Identitas<br />

AG. Salvo poche eccezioni, la qualità degli animali macellati va determinata anche in tutti gli<br />

altri macelli; in questi casi, tuttavia, la classificazione viene effettuata dagli impiegati di tali<br />

strutture. La classificazione neutrale della qualità contribuisce ad aumentare la trasparenza,<br />

a migliorare la qualità delle carcasse, a finalità statistiche e a conteggiare correttamente gli<br />

animali da macello.<br />

I fornitori e gli acquirenti possono contestare il risultato della classificazione neutrale della<br />

qualità. La contestazione deve avvenire per animali della specie suina al massimo sei ore dopo,<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

171


Il mio Rapporto agricolo 21 / 222<br />

POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />

per le altre razze al massimo 24 ore dopo la macellazione. Nell’anno oggetto del rapporto sono<br />

stati classificati secondo la CH-TAX 686 413 animali delle specie bovina e ovina. Di questi sono<br />

state contestate le classificazioni di 16 547 animali (2,41 % di tutti gli animali classificati rispetto<br />

al 2,02 % nello stesso periodo dell’anno precedente). Le contestazioni sono avvenute<br />

per l’88 per cento dei casi su richiesta dei fornitori e per il 12 per cento su richiesta degli acquirenti.<br />

Nel complesso nell’anno oggetto del rapporto è stato riclassificato il 95,5 per cento<br />

degli animali contestati.<br />

Nell’anno oggetto del rapporto, il risultato della riclassificazione per quanto riguarda la muscolatura<br />

è rimasto invariato per il 31,1 per cento degli animali. Con la riclassificazione il 45,0<br />

per cento degli animali ha guadagnato mezza classe e il 17,1 per cento ne ha persa metà. Il 4,6<br />

per cento delle carcasse ha guadagnato una classe piena e il 2,1 per cento ne ha persa una.<br />

Per la copertura di grasso, nella riclassificazione i dati restano invariati per il 63,2 per cento<br />

degli animali. Con la riclassificazione il 21,2 per cento degli animali ha guadagnato mezza<br />

classe e il 15,5 per cento ne ha persa metà. Lo 0,1 per cento degli animali ha perso una classe<br />

piena nella riclassificazione.<br />

Negli ultimi anni si è osservato un aumento della muscolatura degli animali macellati riconducibile<br />

al maggior livello di conoscenza degli allevatori: nel 2015 sono stati classificati come<br />

bene in carne e molto bene in carne quasi il 66 per cento dei torelli, il 30 per cento dei vitelli e<br />

il 64 per cento degli agnelli. Nel 2005 erano stati rispettivamente, il 43, il 17 e il 43 per cento.<br />

Per le vacche, invece, nello stesso periodo la muscolatura è rimasta la stessa: negli ultimi anni<br />

è rientrata nelle classi scarnate e molto scarnate una percentuale compresa tra il 40 e il 47 per<br />

cento delle vacche macellate. Questa evoluzione è riconducibile alla grande quantità di vacche<br />

da latte e alla detenzione di speciali razze da latte.<br />

Sorveglianza dei mercati pubblici e organizzazione dei provvedimenti<br />

di sgravio del mercato<br />

Prima dell’inizio dell’anno civile Proviande, in collaborazione con i Cantoni e le organizzazioni<br />

contadine, allestisce un programma annuale nel quale sono definiti i mercati pubblici per bes-<br />

172<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 22 / 222<br />

POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />

tiame da macello e ovini. Tale programma indica il luogo e la data dei singoli mercati, nonché<br />

le categorie di animali che possono esservi presentate.<br />

Nonostante il calo degli effettivi di bestiame e un esiguo numero di mercati per bestiame grosso<br />

(-26 mercati per bestiame grosso), nell’anno oggetto del rapporto sono stati acquistati all’asta<br />

1014 animali in più (+1,8 %) rispetto all’anno precedente. Il numero di pecore acquistate<br />

all'asta, invece, è sceso rispetto al 2014 segnatamente di 5103 animali (-7,0 %). Nell’anno<br />

oggetto del rapporto il numero di mercati per ovini è diminuito a 320 (-5 mercato ovini).<br />

Nei periodi di eccedenze stagionali, o comunque temporanee, sui mercati gli animali non vendibili<br />

sono assegnati ai titolari di quote di contingenti che sottostanno all’obbligo di ritiro. Nel<br />

quadro di tale sgombero del mercato, Proviande ha assegnato 433 capi della specie ovina e 114<br />

della specie bovina a commercianti titolari di una quota di contingente doganale, che, per tali<br />

assegnazioni, devono pagarle il prezzo settimanale stabilito.<br />

Cifre inerenti ai mercati pubblici sorvegliati – 2015<br />

Caratteristica Unità Bestiame grosso Ovini<br />

Mercati pubblici sorvegliati Numero 683 320<br />

Animali acquistati all'asta Numero 56 735 68 280<br />

Numero medio di animali<br />

per mercato<br />

Quota degli animali presentati<br />

rispetto alle macellazioni<br />

totali<br />

Animali assegnati (sgombero<br />

del mercato)<br />

Numero 83 213<br />

% 14 32<br />

Numero 114 433<br />

Fonte: Proviande<br />

Come di consueto, anche nella primavera ed estate 2015 l’offerta di vitelli da macello ha superato<br />

la domanda. A sostegno dei prezzi, 60 macelli hanno immagazzinato 523 tonnellate di<br />

carne di vitello, che sono poi state smaltite in autunno. L’UFAG ha contribuito, stanziando 2,7<br />

milioni di franchi (ca. 5 fr. il kg), a ridurre i costi di stoccaggio e la perdita di valore causata<br />

dal congelamento.<br />

Provvedimenti sul mercato delle uova<br />

La domanda di uova cala considerevolmente soprattutto dopo Pasqua. Onde attutire le ripercussioni<br />

delle fluttuazioni di mercato stagionali, dopo aver sentito le cerchie interessate,<br />

nell’ambito dei crediti stanziati nel 2015, sono stati messi a disposizione 1,8 milioni di franchi<br />

circa per il finanziamento di misure di valorizzazione. Nel quadro della cosiddetta "azione di<br />

spezzatura" i fabbricanti di prodotti a base di uova nell’anno oggetto del rapporto hanno valorizzato<br />

nell’industria alimentare svizzera gli albumi e i tuorli di più di 15,9 milioni di uova di<br />

consumo indigene, sgravando quindi il mercato delle uova di consumo in guscio. Sul fronte del<br />

commercio al dettaglio è stato ridotto il prezzo di 8 milioni di uova di consumo a beneficio dei<br />

consumatori. La Confederazione ha versato un contributo di 9 centesimi per ogni uovo spezzato<br />

e di 5 centesimi per ogni uovo ribassato; la categoria ha contribuito allo sgravio del mercato<br />

con circa lo stesso importo. In totale, alle azioni di spezzatura e di riduzione del prezzo hanno<br />

partecipato rispettivamente 11 e 8 aziende.<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

173


Il mio Rapporto agricolo 23 / 222<br />

POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />

Provvedimenti per la valorizzazione della lana di pecora indigena<br />

In virtù dell'ordinanza concernente la valorizzazione della lana di pecora indigena, nel 2015<br />

l'UFAG ha sostenuto progetti innovativi di valorizzazione della lana di pecora, dando priorità<br />

alle organizzazioni di solidarietà che, al fine di valorizzarla, hanno perlomeno il compito di<br />

cernire, lavare e vendere per la trasformazione in prodotti finiti la lana indigena raccolta. Eccezionalmente,<br />

il lavaggio può essere effettuato all’estero. In tale contesto l'UFAG nel 2015 ha<br />

sostenuto 8 progetti innovativi stanziando un importo totale di ben 0,4 milioni di franchi.<br />

6 organizzazioni di solidarietà hanno raccolto, cernito, lavato e venduto per la trasformazione<br />

in prodotti finiti all’interno del Paese 216 057 tonnellate di lana di pecora. Il contributo della<br />

Confederazione per chilogrammo di lana lavata è stato di 2 franchi, per un importo totale di<br />

ben 0,4 milioni di franchi.<br />

Promozione dell’allevamento<br />

Secondo l’articolo 144 LAgr, i contributi federali per la promozione dell’allevamento possono<br />

essere versati solo a organizzazioni di allevamento riconosciute. Queste sono pubblicate sul<br />

sito Internet dell’UFAG (organizzazioni di allevamento). Le disposizioni d’esecuzione sono<br />

sancite nell’ordinanza sull’allevamento del bestiame (OAlle; RS 916.310). Quest'ultima stabilisce<br />

le condizioni che deve adempiere un'organizzazione di allevamento di animali delle specie<br />

bovina, suina, ovina e caprina, nonché di equidi, conigli, pollame, api mellifere e camelidi del<br />

nuovo mondo per ottenere dall'UFAG un riconoscimento della durata di al massimo dieci anni.<br />

Con l’entrata in vigore, il 1° gennaio 2013, del testo rivisto dell’OAlle, i contributi per animale<br />

iscritto nel libro genealogico possono essere assegnati soltanto per animali: a) i cui genitori<br />

e nonni sono iscritti o menzionati in un libro genealogico della medesima razza e b) la cui percentuale<br />

di sangue della relativa razza è di almeno l’87,5 per cento. Inoltre, le misure zootecniche<br />

possono essere computate soltanto per gli animali il cui proprietario è domiciliato in<br />

Svizzera o nel Principato del Liechtenstein e, durante l’anno di contribuzione, è membro attivo<br />

di un’organizzazione di allevamento riconosciuta. Una misura zootecnica dà diritto a un unico<br />

contributo per animale e per anno.<br />

» A46<br />

Nel 2015 sono stati erogati contributi a 24 organizzazioni di allevamento per un importo complessivo<br />

di circa 34,2 milioni di franchi in favore della tenuta del libro genealogico, della conduzione<br />

di esami funzionali e della conservazione delle razze svizzere. In quest’ultimo ambito<br />

si conducono, nella maggior parte dei casi, progetti pluriennali. Non sono stati erogati versamenti<br />

a organizzazioni di allevamento il cui contributo totale risultava inferiore a 50 000<br />

franchi. Fanno eccezione i contributi alle organizzazioni di allevamento di razze svizzere.<br />

Uscite nel settore dell'allevamento di animali<br />

Ripartizione dei fondi - 2015<br />

Il settore dell’allevamento di bovini ha beneficiato di circa 24,5 milioni di franchi, ovvero<br />

del 72 per cento dei fondi a disposizione per l’allevamento, due terzi dei quali stanziati per<br />

l’esecuzione di esami funzionali del latte. I contributi federali per l’allevamento consentono<br />

di ridurre i costi delle prestazioni zootecniche delle organizzazioni. Gli allevatori ne traggono<br />

beneficio, ad esempio, pagando tariffe inferiori per gli esami funzionali del latte.<br />

174<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 24 / 222<br />

POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />

Verifica delle organizzazioni di allevamento<br />

Onde controllare l’impiego dei fondi per la promozione dell’allevamento di animali si effettuano<br />

verifiche presso le organizzazioni di allevamento riconosciute svolgendo in tutte almeno<br />

un controllo in loco nell’arco di cinque anni. Nel 2015 sono state condotte ispezioni presso<br />

5 organizzazioni riconosciute, stilando i rispettivi rapporti, nei quali sono state menzionate<br />

eventuali lacune e fornite indicazioni per colmarle.<br />

Conservazione delle razze svizzere minacciate<br />

Le risorse zoogenetiche sono di fondamentale importanza per l’alimentazione e l’agricoltura e<br />

possiedono ulteriori importanti valori di natura economica e sociale. Inoltre hanno un elevato<br />

valore di opzione. Per poter reagire, in futuro, a nuove condizioni quadro come cambiamenti<br />

climatici, nuove malattie, aspettative della società o mutevoli esigenze per particolari prodotti,<br />

le antiche razze acquisiranno maggiore importanza. Sono elevati anche il loro valore di lascito<br />

di cui potrebbero beneficiare le generazioni future e il loro valore di sostentamento che forniscono<br />

in genere. Per questo motivo l’UFAG sostiene diversi provvedimenti per la conservazione<br />

e la promozione delle razze svizzere a rischio di estinzione. Il sostegno di tipo finanziario, logistico<br />

e scientifico concesso finora dalla Confederazione si ripercuote positivamente sugli effettivi.<br />

Al momento vi sono 23 razze di diverse specie animali (bovini, equini, ovini, caprini, suini,<br />

api, conigli e polli) a rischio di estinzione a causa delle dimensioni ridotte degli effettivi, di<br />

un grado di consanguineità troppo elevato o di motivi tradizionali. Organizzazioni di allevamento<br />

riconosciute, ONG e istituti di ricerca possono inoltrare progetti per la conservazione<br />

e la promozione di razze minacciate. Tali progetti comprendono misure di salvaguardia specifiche,<br />

provvedimenti coordinati con prodotti particolari di specie minacciate orientati al mercato<br />

o progetti di ricerca volti a rilevare e a migliorare la varietà genetica. In collaborazione con<br />

l’Associazione svizzera per la produzione animale, l'UFAG organizza un workshop annuale sulle<br />

risorse zoogenetiche che comprende una parte zootecnica e una pratica. Insieme ai diretti interessati,<br />

si continua a sviluppare il pool genetico nazionale per bovini, suini, equini e caprini<br />

(provvedimento ex-situ). L’UFAG si impegna molto anche a livello internazionale nel settore<br />

delle risorse zoogenetiche. Ad esempio collabora attivamente con la European Regional Focal<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

175


Il mio Rapporto agricolo 25 / 222<br />

POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />

Point, un’associazione di oltre 45 Stati europei, e in diverse commissioni e gruppi di lavoro<br />

della FAO.<br />

Contributo d'eliminazione<br />

Con la Politica agricola 2014-2017 (PA 14-17) i contributi per i costi di eliminazione dei sottoprodotti<br />

di origine animale (cosiddetti contributi d'eliminazione) sono stati estesi agli animali<br />

macellati delle specie equina e pollame (art. 45a cpv. 2 legge sulle epizoozie, LFE; RS 916.40).<br />

Per l'attuazione di tale provvedimento, in analogia al vigente sistema per bovini, suini, ovini<br />

e caprini è stata introdotta la BDTA. Il contributo di 25 franchi per animale della specie equina<br />

macellato con notifica alla BDTA ha un effetto positivo sulla disciplina di notifica dei macelli.<br />

Per il pollame è stato introdotto un nuovo sistema. Su domanda, sono versati 12 franchi la tonnellata<br />

di peso vivo al macello come contributo d'eliminazione.<br />

Nell’anno oggetto del rapporto 15 strutture dedite alla macellazione di pollame (nessuna variazione<br />

rispetto all’anno precedente) hanno inoltrato alla BDTA una richiesta di contributi<br />

d’eliminazione per 125 600 tonnellate di peso vivo. Complessivamente hanno percepito 1,5<br />

milioni di franchi di contributi d'eliminazione. L’incremento di circa il 25 per cento rispetto<br />

all’anno precedente è riconducibile in primo luogo all’inoltro più sistematico delle richieste.<br />

Le 5 maggiori aziende hanno ricevuto il 99.6 per cento dei contributi, di cui oltre il 42 per cento<br />

è stato erogato a un'azienda.<br />

Banca dati sul traffico di animali<br />

La banca dati sul traffico di animali (BDTA) costituisce la base per la tracciabilità delle epizoozie<br />

e per la sicurezza alimentare. È stata istituita nel 1999 in occasione della problematica della<br />

BSE (encefalopatia spongiforme bovina, la cosiddetta malattia della "mucca pazza") e da allora<br />

costantemente ampliata per l’esecuzione e altre esigenze agricole.<br />

Nell’anno oggetto del rapporto la principale modifica nella BDTA consiste nell’adeguamento<br />

riguardante gli equidi. Dal 1° gennaio 2015 i servizi preposti al rilascio del passaporto devono<br />

richiedere al gestore della BDTA un cosiddetto passaporto di base. Il modello di passaporto<br />

è integrato con i seguenti dati della BDTA: nome e indirizzo del proprietario di equidi, UELN<br />

176<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 26 / 222<br />

POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />

(Universal Equiden Life Number), nome, data e luogo di nascita, sesso, categoria e numero di<br />

microchip dell’equide.<br />

Contemporaneamente per gli animali non iscritti nel libro genealogico si rinuncia alla<br />

segnalazione. Il proprietario dell’equide può concedere un’autorizzazione al servizio preposto<br />

al rilascio affinché questi, prima dell’ordine del passaporto di base, possa modificare, nella<br />

BDTA, i dati precedentemente indicati nonché il colore. Dopo l’ordine del passaporto di base<br />

non possono più essere apportate modifiche. Il passaporto di base può essere ordinato come<br />

PDF o in versione cartacea; la maggior parte degli ordini è consegnata in versione cartacea.<br />

I movimenti pendolari nel traffico di animali dei bovini sono ormai abbinati alle permanenze,<br />

migliorando la leggibilità della storia dell’animale.<br />

Sono scomparse le oscillazioni stagionali osservate per anni in relazione ai bovini riguardo al<br />

numero delle storie dell’animale corrette.<br />

La qualità della tracciabilità per le estivazioni e i mercati dei bovini è buona.<br />

Inoltre, nel 2015, per la prima volta sono stati rilevati i dati per una parte dei contingenti<br />

d’importazione della carne sulla base delle macellazioni di un intero anno e sono stati trasmessi<br />

alle persone interessate.<br />

La modalità di calcolo del calcolatore UBG per i detentori di animali è ormai identica ai calcolatori<br />

dei valori UBG dei bovini che sono forniti ai Cantoni.<br />

Sebbene nel 2015 in media siano pervenute alla BDTA 50 prime registrazioni di equidi alla settimana,<br />

non sono ancora stati registrati tutti gli equidi. Tuttavia a causa delle correzioni delle<br />

registrazioni multiple in corso, gli effettivi di equidi non aumentano nella stessa misure delle<br />

prime registrazioni. Una serie di adeguamenti funzionali ha ulteriormente potenziato la facilità<br />

di accesso per l’utente della BDTA.<br />

Il primo trimestre, con l’allestimento degli elenchi UBG, i rilevamenti dei dati cantonali, la<br />

chiusura dell’anno dei concimi aziendali e le correzioni dei dati sugli animali, ha comportato<br />

un elevato numero di richieste da parte dei clienti presso l’help desk. Tuttavia il numero di<br />

richieste nel corso dell’anno resta inferiore a quello<br />

dell’anno precedente.<br />

Effettivi massimi<br />

In virtù dell’articolo 46 LAgr, il Consiglio federale stabilisce gli effettivi massimi di ogni azienda<br />

per l'allevamento e l'ingrasso dei suini, la detenzione di ovaiole, l'ingrasso di polli, tacchini<br />

e vitelli. In tal modo si mira a tutelare le aziende familiari vincolate al suolo. In caso di<br />

superamento delle soglie stabilite, l’azienda deve pagare una tassa su ogni animale in eccesso.<br />

L'ammontare delle tasse è fissato in modo che la detenzione di animali in eccesso non risulti<br />

economicamente vantaggiosa. Nell’anno oggetto del rapporto sono stati svolti diversi controlli<br />

a questo proposito, irrogando le rispettive sanzioni.<br />

L'UFAG può autorizzare, su domanda, effettivi più elevati. Possono inoltrare una richiesta di<br />

autorizzazione di effettivi più elevati le seguenti aziende:<br />

• le aziende che forniscono la prova che le esigenze ecologiche sono rispettate (PER) senza<br />

cedere concime aziendale a terzi;<br />

• le aziende di allevamento di suini che valorizzano sottoprodotti della trasformazione del<br />

latte e di derrate alimentari nell'interesse pubblico che coprono almeno il 25 per cento del<br />

fabbisogno energetico dei suini con sottoprodotti ottenuti dalla trasformazione del latte o<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

177


Il mio Rapporto agricolo 27 / 222<br />

POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />

almeno il 40 per cento del fabbisogno energetico con sottoprodotti di derrate alimentari<br />

non provenienti dalla trasformazione del latte;<br />

• le aziende sperimentali nonché le stazioni di ricerca della Confederazione.<br />

Nel 2015 hanno usufruito di una simile autorizzazione 22 aziende che foraggiavano gli animali<br />

con sottoprodotti della trasformazione del latte e di derrate alimentari. Inoltre hanno potuto<br />

mantenere un elevato effettivo 10 aziende che adempivano la PER e spandevano i concimi aziendali<br />

sulle proprie superfici. Anche 2 aziende per attività sperimentali e di ricerca hanno usufruito<br />

di un’autorizzazione.<br />

Hans Ulrich Leuenberger, UFAG, Prodotti animali e allevamento, hansulrich.leuenberger@blw.admin.ch<br />

Hanspeter Lüthi, UFAG, Settore Prodotti animali e allevamento<br />

Corinne Boss, UFAG, Settore Prodotti animali e allevamento<br />

Marcel Zingg, UFAG, Settore Prodotti animali e allevamento<br />

Catherine Marguerat, UFAG, Settore Prodotti animali e allevamento<br />

Yves Schleppi, UFAG, Settore Prodotti animali e allevamento<br />

Colette Schmid, UFAG, Settore Prodotti animali e allevamento<br />

Fabian Zwahlen, UFAG, Settore Prodotti animali e allevamento<br />

178<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 30 / 222<br />

POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />

Produzione vegetale<br />

Con 4,0 miliardi di franchi, la quota della produzione vegetale sulla produzione agricola totale<br />

svizzera (8,9 mia. fr.) è leggermente inferiore a quella animale (4,9 mia. fr.). In questo settore,<br />

l’ortofloricoltura è il ramo più importante, seguita dalla foraggicoltura. La Confederazione promuove<br />

la produzione vegetale oltre che mediante la protezione doganale con contributi specifici<br />

per singole colture in campicoltura e contributi per la trasformazione della frutta svizzera.<br />

Mezzi finanziari 2015<br />

Rispetto all'anno precedente, nel 2015 i mezzi finanziari erogati nel settore della produzione<br />

vegetale sono diminuiti leggermente, passando 63,6 a 62,3 milioni di franchi. Il 96 per cento<br />

dei fondi impiegati è stato destinato alla promozione di singole colture, il 3 per cento alla trasformazione<br />

e alla valorizzazione della frutta, l'1 per cento a provvedimenti a favore della vitivinicoltura.<br />

» A47<br />

Uscite nel settore della produzione vegetale<br />

La diminuzione delle uscite è riconducibile al lieve calo dei fondi stanziati per le colture campicole<br />

e alla riduzione, pari a 0,7 milioni di franchi, dei contributi per la fabbricazione di prodotti<br />

di bacche, nonché di frutta a granella e a nocciolo.<br />

Contributi per singole colture in campicoltura<br />

In virtù dell'articolo 54 della legge sull'agricoltura (LAgr), sono versati contributi per singole<br />

colture a favore di semi oleosi, leguminose a granelli, barbabietola da zucchero, sementi<br />

di patate, mais e graminacee da foraggio. Con l'attuazione della Politica agricola<br />

2014-2017 (PA 14-17) i contributi per singole colture (OCSC) hanno sostituito i contributi<br />

alla campicoltura (OCCamp). Questi contributi incentivano determinate colture importanti per<br />

l'approvvigionamento della popolazione, che altrimenti non sarebbero coltivate in quantità<br />

sufficiente data la loro scarsa redditività. Vengono pertanto versati solo se le colture vengono<br />

raccolte quando sono mature. Per ragioni pratiche (stessi processi), l'esecuzione della misura<br />

avviene insieme ai pagamenti diretti.<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

179


Il mio Rapporto agricolo 31 / 222<br />

POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />

Contributi principali (OCSC) - 2015<br />

Coltura Superficie 1 Contributo Totale<br />

ha fr./ha in 1000 fr.<br />

Barbabietola da zucchero 19 134 1600 30 482<br />

Colza 22 793 700 15 955<br />

Girasoli 4421 700 3094<br />

Soia 1652 1000 1652<br />

Favette 526 1000 526<br />

Piselli proteici 4259 1000 4259<br />

Lupini 105 1000 105<br />

Totale 55 073<br />

¹ Stima<br />

Fonte: UFAG<br />

Prospettiva sui contributi per singole colture per la barbabietola da<br />

zucchero<br />

I prezzi persistentemente bassi dello zucchero in Europa incidono sul prezzo dello zucchero<br />

svizzero. La Svizzera ha concordato con l'UE di non attuare più, nel quadro della protezione<br />

doganale, misure di compensazione dei prezzi per lo zucchero nei prodotti agricoli trasformati.<br />

Dato il calo dei ricavi dallo zucchero, Schweizer Zucher AG ha ridotto i prezzi pagati per le barbabietole.<br />

Già nel 2015, vista la notevole perdita di redditività della coltivazione di barbabietola<br />

da zucchero, il Consiglio federale ha aumentato il rispettivo contributo per singole colture a<br />

1600 franchi l'ettaro. In vista della soppressione delle quote zucchero decretata dall’UE per<br />

fine settembre 2017 e considerato l'atteso andamento dei prezzi, il Consiglio federale ha aumentato<br />

il contributo per singole colture per la barbabietola da zucchero anche per il 2016,<br />

portandolo a 1800 franchi l’ettaro. La priorità è garantire la competitività del settore zuccheriero<br />

svizzero, incrementando l’efficienza a tutti i livelli. Il Consiglio federale ritiene che a titolo<br />

sussidiario il contributo per singole colture sia uno strumento di sostegno adeguato, poiché<br />

non incide sul prezzo dello zucchero e assicura pertanto la competitività dell’industria alimentare<br />

svizzera a valle sui mercati svizzero e dell'UE.<br />

Misure nel quadro della protezione doganale per i cereali panificabili<br />

In seguito agli scarsi raccolti di cereali panificabili nel 2014, nel quadro del contingente doganale<br />

ordinario di 70 000 tonnellate l'UFAG ha aumentato i quantitativi liberati nel primo<br />

semestre di 20 000 tonnellate detraendole da quelli liberati nel secondo semestre. In una seconda<br />

fase il Consiglio federale, su richiesta della categoria, ha temporaneamente aumentato il<br />

contingente doganale per il 2015 di 20 000 tonnellate. Come richiesto della categoria, l'UFAG<br />

ha liberato un quantitativo di 20 000 tonnellate per inizio luglio e uno di 10 000 tonnellate<br />

per inizio ottobre. Per il 2016 i quantitativi da liberare nei quattro trimestri sono stati riportati<br />

rispettivamente a 20 000, 20 000, 15 000 e 15 000 tonnellate.<br />

180<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 32 / 222<br />

POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />

Misure nel quadro della protezione doganale per i cereali grezzi destinati<br />

all'alimentazione umana<br />

Nell’ottica della semplificazione amministrativa, l'ordinanza sulle importazioni agricole è stata<br />

modificata snellendo i requisiti per l'importazione di orzo, avena e mais nel quadro del contingente<br />

doganale. Dal 2016 non è più soltanto chi dispone di impianti di trasformazione ad avere<br />

diritto a importare all'aliquota di dazio del contingente. Se, però, non si rispettano le rese minime<br />

stabilite o gli obblighi di utilizzo, ai quantitativi in eccesso continua a essere applicata<br />

l'aliquota di dazio fuori contingente.<br />

Provvedimenti per la valorizzazione della frutta<br />

Conformemente all'articolo 58 capoverso 1 LAgr, la Confederazione stanzia contributi a favore<br />

dei provvedimenti per la valorizzazione della frutta.<br />

L’ordinanza del 23 ottobre 2013 concernente provvedimenti per la valorizzazione della frutta<br />

(ordinanza sulla frutta; RS 916.131.11) disciplina l’esecuzione dei due provvedimenti attualmente<br />

sostenuti mediante contributi.<br />

• Immagazzinamento della riserva di mercato per il concentrato di succo di mela e di pera<br />

La riserva di mercato a livello d'azienda delle fabbriche di sidro serve a compensare le fluttuazioni<br />

del raccolto dovute all’alternanza dei meli e dei peri. L'immagazzinamento del<br />

concentrato di succo di mela e di pera negli anni in cui il raccolto è abbondante permette<br />

di mantenere il volume di produzione nelle annate più scarse. I contributi costituiscono<br />

un indennizzo dei costi per le scorte e gli interessi del capitale. Vengono stanziati per una<br />

parte del concentrato che la fabbrica di sidro immagazzina oltre alle consuete scorte necessarie<br />

(max. 40 per cento dell'approvvigionamento normale della fabbrica). L'importo<br />

dei contributi è verificato e fissato di anno in anno dall'UFAG. Hanno diritto ai contributi<br />

le fabbriche di sidro industriali. Nel 2015 è stato immagazzinato come riserva di mercato<br />

e sovvenzionato un quantitativo pari a 2794 tonnellate di concentrato di succo di mela e a<br />

484 tonnellate di concentrato di succo di pera. Nel 2015 i contributi alla riserva di mercato<br />

sono ammontati a 0,8 milioni di franchi contro 0,7 milioni di franchi dell'anno precedente.<br />

• Fabbricazione di prodotti di bacche, nonché di frutta a granella e a nocciolo<br />

A seconda del prodotto e dello scopo di utilizzo vigono diversi livelli di protezione doganale.<br />

I contributi della Confederazione per la fabbricazione di prodotti di frutta sono tesi<br />

a compensare parzialmente tali differenze. Parallelamente promuovono lo smercio della<br />

frutta svizzera destinata alla trasformazione creando i presupposti per spuntare prezzi alla<br />

produzione migliori. Vengono stanziati per la fabbricazione di prodotti che non sono gravati<br />

dall’imposta sull’alcool e la cui aliquota di dazio corrisponde al massimo al 10 per cento<br />

del loro prezzo franco dogana svizzera. L'importo dei contributi compensa parzialmente<br />

(50 %) la differenza fra il prezzo alla produzione della materia prima all’estero e quello in<br />

Svizzera. Hanno diritto ai contributi le aziende di trasformazione del primo livello di trasformazione.<br />

Vengono versati contributi per la fabbricazione di prodotti di<br />

- bacche: fragole, lamponi, more e ribes;<br />

- frutta a granella: mele e pere;<br />

- frutta a nocciolo: albicocche, ciliegie e prugne.<br />

Nel 2015, nel complesso, sono stati versati contributi per la fabbricazione di prodotti da<br />

3905 tonnellate di frutta: 2856 tonnellate di frutta a granella (compreso il concentrato<br />

usato per la fabbricazione di aceto, convertito in frutta fresca), 852 tonnellate di frutta a<br />

nocciolo e 198 tonnellate di bacche. I contributi per la fabbricazione di prodotti di bacche,<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

181


Il mio Rapporto agricolo 33 / 222<br />

POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />

nonché di frutta a granella e a nocciolo nel 2015 sono ammontati a 1 milione di franchi<br />

con un calo di 0,9 milioni rispetto all'anno precedente. Siccome i contributi per la valorizzazione<br />

della frutta possono essere richiesti e versati per i raccolti dei due anni precedenti,<br />

a seconda del periodo in cui vengono inoltrate le domande, si possono verificare notevoli<br />

fluttuazioni rispetto ai quantitativi e ai contributi totali, indipendentemente dai rispettivi<br />

raccolti.<br />

Contributi per il controllo della vendemmia<br />

Nel settore della vitivinicoltura, in virtù dell'articolo 64 capoverso 3 LAgr, la Confederazione<br />

partecipa al controllo della vendemmia eseguito dai Cantoni, che segue l'uva dal vigneto<br />

all'azienda di vinificazione e vigila sul rispetto delle disposizioni di produzione (rese massime,<br />

tenore minimo in zucchero). Il contributo consta di un contributo di base di 1000 franchi e<br />

di un contributo di 55 franchi l'ettaro vincolato alle dimensioni della superficie viticola cantonale.<br />

Nel 2015 per il controllo della vendemmia sono stati erogati complessivamente 833 000<br />

franchi.<br />

Link al sito Internet dell'UFAG:<br />

Produzione e smercio: Prodotti campicoli<br />

Produzione e smercio: Frutta<br />

Produzione e smercio: Verdura<br />

Produzione e smercio: Vini e distillati<br />

Peter Schwegler, UFAG, Settore Prodotti vegetali, peter.schwegler@blw.admin.ch<br />

David Raemy, UFAG, Settore Prodotti vegetali<br />

Arnaud de Loriol, UFAG, Settore Prodotti vegetali<br />

Marianne Glodé, UFAG, Settore Prodotti vegetali<br />

182<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 35 / 222<br />

POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />

Promozione dello smercio<br />

Ripartizione dei fondi - 2015<br />

La Confederazione può sostenere misure di comunicazione e di marketing per lo smercio dei<br />

prodotti agricoli svizzeri partecipando al massimo al 50 per cento dei costi computabili. Almeno<br />

la metà dei costi deve essere finanziata con fondi propri delle organizzazioni interessate o delle<br />

associazioni di categoria. La determinazione degli obiettivi in materia di comunicazione, dei<br />

gruppi target e dell’impegno concernente i fondi propri nonché il controllo dell’efficacia competono<br />

prevalentemente ai rispettivi attori di categoria. Il sostegno della Confederazione ha<br />

carattere sussidiario.<br />

I fondi federali disponibili sono ripartiti una volta l'anno tra i diversi prodotti e gruppi di<br />

prodotti in funzione di un'analisi del portafoglio. In tal modo si tiene conto, da un lato,<br />

dell'attrattiva d’investimento dei diversi settori di produzione agricoli per quanto concerne le<br />

misure di marketing e, dall'altro, dei fondi propri investiti dalle rispettive categorie.<br />

Il 2015 è stato caratterizzato dal cosiddetto shock del franco che ha avuto ripercussioni anche<br />

sui progetti di promozione dello smercio. Nel corso dell’anno, nel quadro del credito dei fondi<br />

speciali, sono stati messi a disposizione a favore di ulteriori misure per formaggio e latte/<br />

burro rispettivamente 900’000 franchi e per la campagna “Sei WOW” di Agro-Marketing Suisse<br />

250’000 franchi.<br />

Iniziative legate all'esportazione<br />

Le conoscenze acquisite nell'ambito dei “Progetti pilota per la creazione di nuovi sbocchi”<br />

sono confluite nella Politica agricola 2014-2017 e quindi nell'ordinanza sulla promozione<br />

dello smercio (OPSAgr). Dal 2014 le iniziative legate all'esportazione vengono cofinanziate<br />

nell'ambito dell’ordinanza concernente il sostegno alla promozione dello smercio di prodotti<br />

agricoli. Per cinque anni al massimo è possibile cofinanziare provvedimenti di comunicazione<br />

e di analisi di mercato per lo smercio di prodotti svizzeri all'estero fino al 50 per cento dei costi<br />

computabili.<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

183


Il mio Rapporto agricolo 36 / 222<br />

POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />

Nel 2015 sono state inoltrate e autorizzate cinque iniziative legate all'esportazione provenienti<br />

dai settori formaggio, carne, prodotti biologici, allevamento bovino e piante ornamentali.<br />

Il nuovo strumento è molto apprezzato e utilizzato in quanto fornisce alle categorie e alla Confederazione<br />

importanti conoscenze sull’accesso a nuovi mercati. Le esperienze dei primi due<br />

anni mostrano il potenziale e le sfide della prospezione di nuovi mercati.<br />

» A43<br />

Uscite promozione della qualità e delle vendite<br />

Martin Weber, UFAG, Settore Promozione della qualità e delle vendite, martin.weber2@blw.admin.ch<br />

184<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 38 / 222<br />

POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />

Promozione della qualità e della sostenibilità<br />

Per migliorare la competitività dell’agricoltura e della filiera alimentare svizzere ci sono diverse<br />

possibilità. Particolarmente importante per la competitività sono i costi quanto più possibile<br />

bassi per i mezzi di produzione agricoli. Anche la qualità convincente e il posizionamento dei<br />

prodotti agricoli sul mercato sono decisivi. Non si tratta di semplici nozioni poiché a causa<br />

dell’attuale situazione economica sono diventate molto attuali e la loro realizzazione è più impellente<br />

che mai. C’è bisogno di innovazione per sfruttare i potenziali che migliorano la competitività.<br />

L’innovazione continua a essere il fattore chiave del successo economico. Affinché<br />

possa fiorire, devono esserci condizioni quadro statali idonee. Da un lato vanno creati dei margini<br />

di manovra, dall’altro, laddove possibile e utile, deve essere offerto sostegno. Quest’ultimo<br />

è fornito dalla Politica agricola della Confederazione (PA 14-17) con l'articolo 11 LAgr, e lo<br />

strumento relativamente nuovo dell'ordinanza sulla promozione della qualità e della sostenibilità<br />

nell’agricoltura e nella filiera alimentare (OQuSo).<br />

In virtù dell’OQuSo è possibile sostenere attraverso aiuti finanziari programmi e progetti innovativi<br />

in grado di ripercuotersi positivamente sulla sostenibilità o sulla qualità dei prodotti<br />

agricoli e di accrescere il valore aggiunto dell’agricoltura. L’OQuSo assicura un finanziamento<br />

iniziale a condizione che al massimo il 50 per cento dei costi computabili siano cofinanziati<br />

sull’arco di 4 anni. Sono sostenuti gli accertamenti preliminari, la fase iniziale e i costi dei<br />

produttori per la partecipazione a un progetto. Un ulteriore obiettivo dell’OQuSo è il potenziamento<br />

della collaborazione nella catena di valore. I progetti giusta l’OQuSo devono pertanto<br />

essere supportati da almeno due livelli della catena di valore, ossia l'ente promotore deve essere<br />

costituito da un'unione degli agricoltori con addetti alla trasformazione, commercianti o<br />

consumatori.<br />

Progetti promossi - 2014/15<br />

» A43<br />

Nei primi due anni sono state inoltrate 68 domande di aiuto finanziario. Dei progetti presentati,<br />

34 adempiono le condizioni dell’ordinanza e possono beneficiare di un finanziamento iniziale.<br />

Si tratta di 17 progetti che contribuiscono ad accrescere il valore aggiunto dell’agricoltura<br />

grazie all’innovazione nel settore della qualità o della sostenibilità. In 14 provvedimenti sono<br />

contemplati standard di produzione che fissano esigenze severe per i processi di produzione e<br />

i prodotti. 3 progetti sono stati sostenuti ancora nel quadro della disposizione transitoria secondo<br />

l’articolo 13 capoverso 1. Mediante l’OQuSo vengono promossi i progetti più svariati, riguardanti<br />

la produzione animale, quella vegetale o le prestazioni di servizio. In comune hanno<br />

soltanto lo stretto legame con l’agricoltura.<br />

Uscite promozione della qualità e delle vendite<br />

Priska Dittrich, UFAG, Settore Promozione della qualità e delle vendite,priska.dittrich@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

185


Il mio Rapporto agricolo 40 / 222<br />

POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />

Caratterizzazione dei prodotti agricoli<br />

L’accertamento e il perseguimento delle frodi in relazione alle denominazioni protette dei<br />

prodotti agricoli e dei prodotti agricoli trasformati (bio, DOP/IGP, Montagna e Alpe, caratterizzazione<br />

di carne di pollame, vino) acquisiscono sempre più importanza in un contesto<br />

di maggior apertura del mercato. Da un lato i produttori esigono misure efficienti che impediscano<br />

un’insostenibile distorsione della concorrenza da parte di aziende che violano le prescrizioni,<br />

traendone, generalmente, vantaggi finanziari. Dall’altro i consumatori, soprattutto<br />

in seguito a diversi scandali alimentari, rivendicano un’elevata protezione ed efficaci strumenti<br />

per la lotta alle infrazioni in relazione alla designazione, all’importazione ed esportazione, al<br />

transito e alla caratterizzazione di prodotti agricoli.<br />

Migliore protezione di consumatori e produttori contro le frodi<br />

Il Rapporto, varato dal Consiglio federale il 4 marzo 2016 in risposta al postulato 13.3837<br />

(CS Savary) «Tutela dei consumatori e dei produttori. Qual è la situazione riguardo alle denominazioni<br />

protette dei prodotti agricoli?», illustra le pertinenti basi legali in materia di<br />

disciplinamento ed esecuzione. Inoltre fornisce una panoramica sul coordinamento tra le diverse<br />

autorità interessate e tra i singoli Cantoni nonché sull’attività di vigilanza delle autorità<br />

federali sugli organi di controllo coinvolti. Sulla base di tale analisi, nel rapporto sono<br />

valutate e proposte misure concrete per migliorare l’attuale sistema di lotta alle infrazioni per<br />

quanto riguarda le designazioni dei prodotti agricoli e dei prodotti agricoli trasformati. Attraverso<br />

le misure proposte nel rapporto (obbligo di notifica di irregolarità constatate, informazioni<br />

sui risultati dei controlli nel settore della caratterizzazione di prodotti agricoli nonché<br />

sull’applicazione delle disposizioni penali) s’intende colmare le lacune nel sistema di controllo<br />

e di esecuzione. Il rapporto è disponibile sulla pagina Internet dell'UFAG.<br />

Perseguimento delle infrazioni<br />

Nel 2015 un gruppo di lavoro interno alla Confederazione (UFAG, USAV, AFD e IPI) è stato incaricato<br />

di elaborare possibili varianti per l’attuazione dell’articolo 182 LAgr, il quale esige il<br />

coordinamento con la legislazione sulle derrate alimentari e con la legge sulle dogane e prescrive<br />

l’istituzione, da parte del Consiglio federale, di un ente centrale per l’accertamento di<br />

infrazioni. Dal varo dell’articolo 182 LAgr sono state adottate diverse misure a livello legislativo<br />

e organizzativo che promuovono la sicurezza alimentare e potenziano la protezione contro<br />

un utilizzo fraudolento o fuorviante di denominazioni protette o altre caratterizzazioni delle<br />

derrate alimentari. Il rapporto presenta, tra le altre cose, le possibilità giuridiche connesse<br />

all’articolo 182 LAgr. Poiché i temi in questione sottostanno a diverse normative e l’esecuzione<br />

è di competenza di varie autorità federali e cantonali, in una prima fase si propone una piattaforma<br />

comune sulla quale siano disponibili informazioni e risultati dei controlli.<br />

Stato attuale del Registro DOP/IGP<br />

Nel 2015 sono state inserite tre nuove denominazioni nel registro federale delle DOP e delle<br />

IGP, segnatamente Zuger Kirschtorte e i prodotti Jambon cru du Valais e Lard sec du Valais come<br />

indicazioni geografiche protette.<br />

» A48<br />

Negli ultimi mesi sono state inoltrate all’UFAG altre domande di registrazione: dalla Svizzera<br />

orientale per il St. Galler Alpkäse (come DOP) e le tre specialità appenzellesi Appenzeller Mostbröckli,<br />

Appenzeller Siedwurst e Appenzeller Pantli (come IGP) e dal Canton Friburgo per la Cuchaule<br />

(come DOP).<br />

Registro DOP / IGP al 31 dicembre 2015<br />

Il registro svizzero contiene 34 registrazioni: 21 denominazioni di origine protetta (DOP) e 13<br />

indicazioni geografiche protette (IGP), tra cui Café de Colombia (IGP), che è la prima denominazione<br />

estera. La documentazione è disponibile sulla pagina Internet dell'UFAG.<br />

186<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 41 / 222<br />

POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />

Commissione federale delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche<br />

La Commissione delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche consiglia<br />

l'UFAG nell'esecuzione dell'ordinanza del 28 maggio 1997 sulla protezione delle denominazioni<br />

di origine e delle indicazioni geografiche dei prodotti agricoli e dei prodotti agricoli trasformati<br />

(ordinanza DOP/IGP; RS 910.12). Maggiori informazioni sono disponibili sulla pagina<br />

Internet dell'UFAG.<br />

Nel 2015 la Commissione si è espressa in merito alle due domande di registrazione Jambon<br />

cru du Valais e Lard sec du Valais (IGP) e alle modifiche dell’elenco degli obblighi di Formaggio<br />

d’alpe ticinese (DOP), Gruyère (DOP), Raclette du Valais (DOP), Emmentaler (DOP) e Sbrinz (DOP).<br />

Inoltre si è espressa in merito al ricorso concernente la modifica dell’elenco degli obblighi Emmentaler<br />

(DOP).<br />

La Commissione ha trattato anche la tematica dei requisiti minimi per la registrazione di una<br />

DOP o IGP. Nella guida dell’UFAG per il deposito di una domanda di registrazione o di una domanda<br />

di modifica dell'elenco degli obblighi è stato inserito un elenco di criteri per formaggi<br />

e prodotti carnei che stabilisce in quale misura può esserci un influsso naturale sulla qualità<br />

e sulle proprietà di un prodotto DOP. Oltre a un’analisi dettagliata dei criteri, la Commissione<br />

ha discusso sui requisiti relativi alla provenienza delle materie prime per le indicazioni geografiche<br />

protette. Nel 2016 dovrebbe varare le sue raccomandazioni all’attenzione dell’UFAG che,<br />

successivamente, rivedrà ed eventualmente integrerà la guida.<br />

Paolo Degiorgi, UFAG, Settore Promozione della qualità e delle vendite, paolo.degiorgi@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

187


Il mio Rapporto agricolo 43 / 222<br />

POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />

Disposizioni sulle norme d’importazione ed esecuzione<br />

Le norme d’importazione costituiscono uno strumento importante per l’agricoltura elvetica<br />

nell’ambito del commercio estero. Le principali disposizioni in materia, come, ad esempio,<br />

quelle sui permessi generali d’importazione, sulla determinazione delle aliquote di dazio o<br />

sulla ripartizione dei contingenti doganali, sono contenute nell'ordinanza sulle importazioni<br />

agricole (OIAgr). Molti importatori e consumatori ritengono opinabili le numerose norme<br />

d'importazione, considerato che esistono sempre più accordi di libero scambio. Pertanto,<br />

l'Ufficio federale dell'agricoltura (UFAG) s'impegna, laddove possibile, per semplificarle e per<br />

ridurre il dispendio amministrativo. Nel 2015 il Consiglio federale, su proposta dell'UFAG,<br />

ha preso una decisione importante a tal riguardo, abrogando le disposizioni concernenti<br />

l'importazione prima del pagamento del prezzo di aggiudicazione nell'ambito della vendita<br />

all'asta di quote di contingente doganale.<br />

La disposizione in base alla quale, nella vendita all'asta di quote di contingente, la merce poteva<br />

essere importata all'aliquota di dazio (ADC) soltanto ad avvenuto pagamento dell'intero<br />

prezzo di aggiudicazione aveva lo scopo di evitare che le quote di contingente vendute all'asta<br />

fossero esaurite prima del pagamento del prezzo di aggiudicazione. Nel frattempo, i termini<br />

di pagamento ordinari di 30-150 giorni, a seconda del tipo di quote di contingente doganale<br />

e della durata dell'assegnazione, sono stati in parte considerevolmente ridotti. Fino a<br />

quel momento, se la merce veniva importata nel quadro del contingente doganale prima di<br />

aver pagato il prezzo di aggiudicazione, l'Amministrazione federale delle dogane (AFD) fatturava<br />

all'importatore la differenza tra l'ADC e l'aliquota di dazio fuori contingente. In pratica<br />

la merce veniva trattata come se fosse stata importata al di fuori del contingente doganale.<br />

Gli importatori potevano essere esonerati dall'obbligo di pagare il prezzo di aggiudicazione<br />

prima di effettuare l'importazione fornendo una garanzia (garanzia bancaria o fideiussione).<br />

Nella sua sentenza del 24 gennaio 2014, il Tribunale federale ha ritenuto sproporzionata la<br />

richiesta di versare la differenza tra le aliquote di dazio in caso di mancato pagamento del<br />

prezzo di aggiudicazione prima dell'importazione. Di conseguenza si è dovuto procedere alla<br />

modifica delle pertinenti disposizioni. Nell’ottica di sgravare gli importatori, quelle contenute<br />

nell'OIAgr sono state abrogate con effetto al 1° gennaio 2016. Le disposizioni relative al pagamento<br />

del prezzo di aggiudicazione, ai termini e ai solleciti non sono invece state modificate.<br />

Un'altra semplificazione amministrativa decisa dal Consiglio federale riguarda l'importazione<br />

di orzo, avena e mais nel quadro del contingente doganale n. 28 (Cereali grezzi destinati<br />

all'alimentazione umana). Fino a quel momento, i cereali in questione potevano essere importati<br />

soltanto da chi disponeva di adeguati impianti di trasformazione, trasformava nella propria<br />

azienda le merci importate, garantiva, con rese minime stabilite, la fabbricazione di prodotti<br />

idonei all'alimentazione umana e si impegnava a pagare posticipatamente la differenza di<br />

dazio qualora i valori di resa stabiliti non fossero stati raggiunti. Il contrasto con un disciplinamento<br />

del mercato liberale ed efficiente dal profilo amministrativo era palese e pertanto le<br />

disposizioni sono state snellite. Dal 2016 chi intende importare cereali grezzi nel quadro del<br />

contingente doganale deve soltanto confermare all'AFD che si impegnerà a utilizzare la merce<br />

per l'alimentazione umana e che nella trasformazione sarà raggiunta una resa minima. In tal<br />

modo il controllo è garantito e ci si assicura che non venga destinata all'alimentazione degli<br />

animali una quota troppo grande di cereali grezzi.<br />

Nel 2015 è stato nuovamente necessario aumentare temporaneamente alcuni contingenti doganali<br />

e contingenti doganali parziali per coprire il fabbisogno nazionale. Tutti e tre i contingenti<br />

doganali parziali di patate (da semina, da tavola e destinate alla trasformazione) sono<br />

stati temporaneamente aumentati una volta. Nell'anno oggetto del rapporto sono, inoltre,<br />

state prese decisioni per un sufficiente approvvigionamento del mercato di patate nel 2016. I<br />

raccolti scarsi e la presenza di un numero superiore alla media di tuberi di piccole dimensioni,<br />

hanno determinato un maggior fabbisogno d’importazione, soprattutto da parte dell'industria<br />

di trasformazione. Per far fronte alle maggiorazioni di contingenti doganali, effettuate a più ri-<br />

188<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 44 / 222<br />

POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />

prese negli ultimi anni, l'UFAG ha chiesto al Consiglio federale di aumentare permanentemente<br />

da 2500 a 4000 tonnellate, a partire dal 2017, per lo meno il contingente doganale parziale<br />

delle patate da semina.<br />

L'UFAG è responsabile anche dell'adeguamento periodico dei tributi doganali su zucchero,<br />

cereali, alimenti per animali e semi oleosi. Il Consiglio federale ha delegato all'UFAG questo<br />

compito fissando norme severe. I tributi doganali contemplano i dazi e i contributi al fondo di<br />

garanzia. Per i cereali panificabili i tributi non hanno subito variazioni nel 2015. Quelli per lo<br />

zucchero sono stati modificati con effetto al 1° febbraio 2015, quelli per gli alimenti per animali<br />

e i semi oleosi, come di consueto, mensilmente, poiché nell'ampia gamma di prodotti si<br />

è sempre reso necessario adeguarne qualcuno.<br />

Una sintesi dettagliata di queste modifiche è contenuta nel rapporto del Consiglio federale<br />

concernente le misure tariffali prese nel 2015 nel quale sono pubblicati anche l’attribuzione<br />

e l'utilizzo delle quote dei contingenti doganali. Informazioni in proposito e su altri temi concernenti<br />

le importazioni agricole sono disponibili sul sito Internet dell’UFAG sotto Temi > Importazione<br />

di prodotti agricoli o direttamente sotto www.import.ufag.admin.ch.<br />

Ripartizione dei contingenti doganali per la carne rossa in base al numero<br />

di macellazioni<br />

Il 2015 è stato il primo anno in cui il 40 per cento delle quote di contingente doganale di carne<br />

bovina, ovina, caprina ed equina è stato ripartito in base al nuovo metodo del numero di animali<br />

macellati. Le quote sono state calcolate sulla scorta delle domande inoltrate dai cosiddetti<br />

beneficiari della cessione alla banca dati sul traffico di animali (BDTA) entro il 31 agosto 2014.<br />

Il beneficiario della cessione è la persona autorizzata dal macello nell'ambito della notifica di<br />

macellazione e mediante registrazione del rispettivo numero BDTA a presentare domanda per<br />

ottenere quote di contingente. Naturalmente anche il macello stesso può essere il beneficiario<br />

della cessione. Persino il modulo elettronico è impostato in maniera tale che nella maschera<br />

per la registrazione della notifica di macellazione nel campo “beneficiario della cessione” la<br />

prima indicazione che compare è il numero BDTA del macello. Le domande di quote di contingente<br />

del 2016 erano basate sul periodo di calcolo (periodo di macellazione) dal 1° luglio 2014<br />

al 30 giugno 2015. A differenza del periodo di calcolo per le quote di contingente del 2015, che<br />

andava soltanto dal 1° gennaio al 30 giugno 2014, nell'anno oggetto del rapporto, ai fini del<br />

calcolo delle quote per l’anno seguente ci si è basati per la prima volta sul numero delle macellazioni<br />

di un anno intero. Di conseguenza le cifre utilizzate per il calcolo nel caso di ovini ed<br />

equini sono più che raddoppiate. Per i bovini e soprattutto per i caprini, macellati prevalentemente<br />

in primavera, l'aumento non è stato così marcato, ed ammontava rispettivamente all’80<br />

e al 46 per cento. Si constata che le quote di macellazioni fatte valere sono alte, commisurate<br />

al numero di animali effettivamente macellati. Per tutte e quattro le specie animali, in media,<br />

sono ammontate al 97,7 per cento, il che equivale a una crescita di quasi il 7 per cento rispetto<br />

al primo periodo di calcolo, riconducibile soprattutto al forte incremento delle macellazioni di<br />

bovini; infatti, per l'assegnazione di quote di contingente è stato fatto valere il 98,4 per cento<br />

delle 640 872 macellazioni. Nella tabella seguente sono riportati altri valori e cifre.<br />

La tabella contiene anche dati relativi alla concentrazione delle quote correlata al nuovo metodo<br />

di ripartizione. Le ripartizioni sono molto ampie per tutti e quattro i tipi di carne. Nel<br />

complesso, 279 persone (2014: 244) hanno ricevuto quote sulla scorta della macellazione di<br />

almeno una specie animale. Le ripartizioni sono tuttavia anche molto unilaterali. Il totale delle<br />

5 maggiori quote per tutte le specie animali è aumentato attestandosi su una percentuale compresa<br />

tra il 52 e il 64 per cento. Parallelamente è cresciuto il numero dei titolari di quote inferiori<br />

all'1 per cento, eccezion fatta per i bovini dove il numero è rimasto invariato a 210.<br />

L’incremento del numero dei titolari di piccole quote potrebbe indurre a pensare che il totale di<br />

quelle inferiori all'1 per cento sia aumentato. Tuttavia ciò si è verificato soltanto per i caprini<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

189


Il mio Rapporto agricolo 45 / 222<br />

POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />

dove si è registrato un massiccio aumento, pari al 5 per cento. Per bovini ed equini il totale è<br />

rimasto invariato, mentre per gli ovini è diminuito addirittura di quasi il 3 per cento.<br />

Risultati delle vendite all’asta per il periodo di contingentamento<br />

2015<br />

La ripartizione dei contingenti doganali rappresenta una parte considerevole dell’esecuzione<br />

delle norme d’importazione. Per quelli che non possono essere assegnati tramite la procedura<br />

più semplice, ovvero in base all’ordine di entrata delle dichiarazioni doganali («procedura<br />

progressiva»), si effettua spesso la vendita all’asta. Per il periodo di contingentamento 2015<br />

l’UFAG ha indetto 95 bandi per assegnare diversi contingenti doganali parziali. Il numero delle<br />

vendite all'asta è sceso leggermente al di sotto di 100 perché nel settore della carne sono stati<br />

venduti all'asta soltanto 84 contingenti doganali parziali, tra cui nessuno per la carne suina.<br />

Anche i quantitativi messi all'asta sono diminuiti. Ciò è riconducibile in primo luogo al nuovo<br />

sistema di ripartizione dei contingenti doganali per l'importazione di carne. Per la liberazione<br />

di carne bovina, ovina, caprina ed equina, dal 2015 il 40 per cento delle quote di contingente<br />

doganale è ripartito in base al numero di animali macellati. Ciò ha determinato un calo del 18<br />

per cento circa, rispetto al 2014, dei quantitativi di contingenti doganali messi all'asta che<br />

sono passati da 87 553 a 71 919 tonnellate. Il ricavo nel settore della carne è calato del 14,9<br />

per cento (-35,3 mio. fr.) attestandosi a 201,1 milioni di franchi. Il calo percentuale segnato<br />

dai quantitativi è stato maggiore rispetto a quello del ricavo e ciò indica che i prezzi d'asta per i<br />

contingenti doganali di carne sono generalmente aumentati. Per quanto riguarda le categorie<br />

di carne ripartite in base al nuovo sistema, si è registrato un calo di oltre il 40 per cento sia del<br />

quantitativo (-51 %; 15 358 t) sia del ricavo (-41,3 %; 38,5 mio. fr.). Il prezzo d'aggiudicazione<br />

medio è tuttavia aumentato di 10 centesimi attestandosi a 2.80 fr./kg per tutte le categorie<br />

di carne. Per quelle assegnate nella misura del 40 per cento in base al nuovo metodo di ripartizione<br />

si è osservato addirittura un rincaro di 60 centesimi a 3.56 fr./kg.<br />

Gli offerenti usufruiscono praticamente per tutti i bandi della possibilità di presentare le<br />

offerte mediante l’applicazione Internet Vendita all’asta elettronica. Più dell'80 per cento<br />

delle oltre 8000 offerte è stato inoltrato in questa maniera. La percentuale è rimasta praticamente<br />

invariata anche se avrebbe potuto essere maggiore se l'unico problema degno di nota<br />

nell'applicazione web non si fosse verificato proprio alcune ore prima della scadenza del termine<br />

di presentazione delle offerte per una liberazione semestrale di contingenti doganali per<br />

l'importazione di carne.<br />

Nella tabella seguente sono riportati i risultati dettagliati delle vendite all’asta di contingenti<br />

del 2015.<br />

» A49<br />

Risultati delle vendite all'asta per il periodo di contingentamento 2015<br />

Emanuel Golder, UFAG, Settore Importazioni ed esportazioni, emanuel.golder@blw.admin.ch<br />

190<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 47 / 222<br />

POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />

Legge sul cioccolato<br />

La legge federale sull'importazione e l'esportazione dei prodotti agricoli trasformati (cosiddetta<br />

«legge sul cioccolato») crea un sistema di compensazione del prezzo alla frontiera svizzera<br />

per i prodotti agricoli trasformati: all'atto dell'importazione il prezzo delle materie prime<br />

in essi contenute viene innalzato al livello di quello applicato in Svizzera mediante dazi (elementi<br />

parziali mobili); al momento dell'esportazione la Confederazione può concedere contributi<br />

all'esportazione per determinate materie prime in modo da ridurre il loro prezzo al<br />

livello di quello estero. Tale sistema mira a compensare il divario di prezzo delle materie prime<br />

dell'industria agroalimentare svizzera riconducibile alla politica agricola.<br />

Contributi all’esportazione nell'anno di contribuzione 2015<br />

Nell'anno di contribuzione 2015 (dicembre 2014-novembre 2015) nell'ambito della legge sul<br />

cioccolato erano a disposizione per i contributi all'esportazione 95,6 milioni di franchi. Di<br />

questi, 79,471 milioni di franchi sono stati impiegati per i latticini di base e 16,128 milioni per<br />

i cereali di base.<br />

Nonostante le riduzioni, neanche nell'anno di contribuzione 2015 si sono potute soddisfare<br />

tutte le richieste di contributi all’esportazione. Il disavanzo ammonta a 6,821 milioni di<br />

franchi, tenendo conto che per il burro non compensato alle aziende interessate sono stati attribuiti<br />

diritti d’importazione del controvalore di 0,778 milioni di franchi.<br />

Nel 2015 la quota di materie prime agricole esportate attraverso la legge sul cioccolato è stata,<br />

rispetto alla produzione totale, del 6 per cento circa per il latte e dell'11 per cento circa per<br />

il frumento.<br />

Tim Kränzlein, UFAG, Settore Politica commerciale internazionale, tim.kraenzlein@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

191


Il mio Rapporto agricolo 48 / 222<br />

POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />

Sistema dei pagamenti diretti<br />

Il 23 ottobre 2013, il Consiglio federale ha varato le disposizioni d'esecuzione sulla Politica<br />

agricola 2014-2017 (PA 14-17). Dal 1° gennaio 2014 esistono sette tipi di contributi nel quadro<br />

dei pagamenti diretti, i cui indirizzi di fondo si rispecchiano nella loro denominazione.<br />

• Contributi per il paesaggio rurale<br />

• Contributi per la sicurezza dell'approvvigionamento<br />

• Contributi per la biodiversità<br />

• Contributo per la qualità del paesaggio<br />

• Contributi per i sistemi di produzione<br />

• Contributi per l'efficienza delle risorse<br />

• Contributo di transizione<br />

I mezzi finanziari vengono impiegati a favore di prestazioni dell'agricoltura non remunerate<br />

dal mercato:<br />

• preservazione di un paesaggio rurale variato e attrattivo per la popolazione;<br />

• preservazione di un approvvigionamento sicuro della popolazione in derrate alimentari;<br />

• promozione e preservazione della biodiversità nell'ambito del primario;<br />

192<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 49 / 222<br />

POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />

• promozione di metodi di produzione particolarmente in sintonia con la natura e rispettosi<br />

delle risorse e del benessere degli animali preservando la produttività.<br />

Mezzi finanziari<br />

Fino al 2013 veniva fatta una distinzione essenzialmente tra pagamenti diretti generali ed ecologici,<br />

mentre dal 2014 vi sono 7 tipi di contributi.<br />

Uscite per i pagamenti diretti<br />

Ambito di spesa 2012 2013 2014 2015 2016¹<br />

mio. fr. mio. fr. mio. fr. mio. fr.<br />

Pagamenti diretti<br />

generali<br />

Pagamenti diretti<br />

ecologici<br />

2 163 2 146<br />

641 667<br />

Contributi per il<br />

paesaggio rurale<br />

Contributi per<br />

la sicurezza<br />

dell'approvvigionamento<br />

Contributi per la<br />

biodiversità<br />

Contributi per la<br />

qualità del paesaggio<br />

Contributi per i<br />

sistemi di produzione<br />

Contributi per<br />

l’efficienza delle<br />

risorse<br />

Contributi per<br />

programmi sulla<br />

protezione delle<br />

acque<br />

e sulle risorse<br />

(LPAc e LAgr art.<br />

77a/b)<br />

Contributo/i di<br />

transizione<br />

Riduzioni / acconti<br />

e pagamenti<br />

suppletivi<br />

ecc.<br />

496 504 505<br />

1 096 1 094 1 095<br />

364 387 400<br />

70 125 130<br />

439 450 455<br />

6 17 45<br />

31 26<br />

308 178 179<br />

13 15 6 2<br />

Totale 2 791 2 798 2 804 2 784 2 809<br />

N.B.: Non è possibile effettuare un paragone diretto con i dati del Conto dello Stato. I valori si riferiscono all’intero<br />

anno di contribuzione, mentre il Conto dello Stato riporta le spese sostenute durante un anno civile.<br />

¹ Preventivo 2016 secondo il Decreto del Consiglio federale del 09.12.2015<br />

Fonte: UFAG<br />

Ripartizione dei mezzi finanziari<br />

Le aziende agricole si sono rapidamente adeguate al nuovo sistema dei pagamenti diretti e<br />

notificano le prestazioni che forniscono per la società. Per questo motivo, nel 2015 le uscite per<br />

i programmi dei pagamenti diretti (biodiversità, qualità del paesaggio, sistemi di produzione,<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

193


Il mio Rapporto agricolo 50 / 222<br />

POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />

efficienza delle risorse) sono state superiori rispetto all'anno precedente. Di conseguenza, i<br />

mezzi finanziari disponibili per il contributo di transizione sono passati da 308 a 178 milioni<br />

di franchi.<br />

Panoramica sui tipi di contributi<br />

» A50<br />

» A51<br />

» A52<br />

Per maggiori indicazioni sui singoli tipi di contributi e sugli importi versati nel 2015 si rimanda<br />

alla seguente tabella.<br />

Pagamenti diretti a livello aziendale per classe di dimensioni<br />

(zona di pianura e collinare)<br />

» A53<br />

Pagamenti diretti a livello aziendale per classe di dimensioni<br />

(zona di montagna I e II)<br />

» A54<br />

Pagamenti diretti a livello aziendale per classe di dimensioni (zona di<br />

montagna III e IV)<br />

» A55<br />

Pagamenti diretti a livello aziendale per regione (pianura, collinare,<br />

montagna)<br />

Doris Werder, UFAG, Unità di direzione Pagamenti diretti e sviluppo rurale, doris.werder@blw.admin.ch<br />

194<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 57 / 222<br />

POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />

Condizioni per il versamento di pagamenti diretti<br />

Per poter ricevere pagamenti diretti i gestori devono rispettare numerose condizioni, tra cui<br />

ne rientrano alcune di natura generale quali forma giuridica, formazione e domicilio di diritto<br />

civile, ma anche criteri strutturali e sociali determinanti come ad esempio volume di lavoro minimo<br />

o età del gestore. A ciò si aggiungono condizioni specifiche di carattere ecologico in base<br />

al concetto della prova che le esigenze ecologiche sono rispettate (PER). Gli oneri della PER<br />

comprendono: un bilancio di concimazione equilibrato, una quota adeguata di superfici per la<br />

promozione della biodiversità, una gestione di superfici in inventari d'importanza nazionale<br />

conforme alle prescrizioni, un avvicendamento disciplinato delle colture, una protezione adeguata<br />

del suolo, un'utilizzazione mirata dei prodotti fitosanitari e una detenzione degli animali<br />

da reddito agricoli rispettosa delle loro esigenze. La PER è finalizzata a promuovere una produzione<br />

agricola rispettosa dell'ambiente, sostenibile e conforme alla protezione degli animali. È<br />

sancita nella Costituzione federale quale presupposto per l'ottenimento di pagamenti diretti.<br />

Lacune in relazione alle prescrizioni determinanti ne comportano riduzioni o il diniego.<br />

I pagamenti diretti sono riservati ai gestori delle aziende contadine che coltivano il suolo.<br />

Fanno eccezione i contributi per la biodiversità e quello per la qualità del paesaggio, visto che<br />

entrambi questi tipi di pagamenti diretti possono essere concessi anche a persone giuridiche<br />

con sede in Svizzera, a Cantoni e Comuni. In tal modo è possibile evitare aree scoperte nei progetti<br />

di interconnessione e per la qualità del paesaggio.<br />

Il limite d'età resta invariato. I pagamenti diretti sono versati per l'ultima volta nell'anno in<br />

cui il gestore compie 65 anni. Il diritto al contributo decade nell'anno in cui ne compie 66. Il<br />

limite d'età mira a contrastare il rinvio ad oltranza della cessione della fattoria e a promuovere<br />

il mutamento strutturale e il ricambio generazionale. A maggior ragione, perché le prestazioni<br />

dell'AVS e di altre eventuali casse di previdenza vanno a sostituire il reddito da attività lucrativa<br />

indipendente nel primario.<br />

Le esigenze relative alla formazione vengono mantenute anche nella PA 14-17. L'unica modifica<br />

è costituita dal fatto che, al momento dell'inoltro della domanda, la formazione continua<br />

deve essere terminata. Tale disposizione consente di evitare problemi nel rimborso in caso di<br />

interruzione della formazione continua o di mancato conseguimento del rispettivo diploma.<br />

Affinché le prestazioni possano essere fornite in modo efficiente e sostenibile e sia garantita<br />

la buona pratica agricola, sono necessarie solide conoscenze.<br />

Le esigenze relative alla formazione non vanno adempiute se il gestore cede l'azienda al coniuge<br />

essendo prossimo il raggiungimento del limite d'età. In tal caso è posta la condizione<br />

di una collaborazione almeno decennale. Ciò consente di evitare casi di rigore se, ad esempio,<br />

non vi è alcun successore.<br />

Nel caso di società di persone i contributi sono ridotti proporzionalmente per ogni persona che<br />

ha superato il limite d'età. Considerato un importo dei pagamenti diretti di 60 000 franchi, in<br />

una società con tre soci i contributi sono ridotti di un terzo, cioè a 40 000 franchi, se un socio<br />

raggiunge il limite di età.<br />

Fino al 2015 i pagamenti diretti venivano erogati soltanto se l'azienda disponeva di almeno<br />

0,25 unità standard di manodopera (USM). In seguito all'adeguamento dei coefficienti USM<br />

con effetto al 1° gennaio 2016, la dimensione minima dell'azienda è stata ridotta da 0,25 a<br />

0,2 USM. Questo limite minimo consente di escludere aziende di esigue dimensioni e quindi di<br />

ridurre il dispendio amministrativo poiché si evitano sovvenzioni irrisorie.<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

195


Il mio Rapporto agricolo 58 / 222<br />

POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />

Per USM dell'azienda vengono versati 70 000 franchi al massimo. Questa disposizione fa da<br />

deterrente a estendere eccessivamente le superfici per la promozione della biodiversità (SPB)<br />

in singole aziende, soprattutto nella regione di pianura. L'incremento delle SPB generalmente<br />

comporta una riduzione degli effettivi di animali. Anche le USM dell'azienda, dunque, diminuiscono<br />

e pertanto può essere efficace porre un limite. Da questa limitazione sono esclusi i<br />

contributi per l'interconnessione, per la qualità del paesaggio, per l'efficienza delle risorse e di<br />

transizione. A causa del cofinanziamento da parte dei Cantoni dei contributi per la qualità del<br />

paesaggio e per l'interconnessione, l'esecuzione sarebbe sproporzionatamente più difficile se<br />

per questi contributi si applicasse il limite USM. Anche i contributi per l'efficienza delle risorse,<br />

ad esempio per l'acquisto di attrezzature fitosanitarie, non sono soggetti al limite USM, così<br />

come il contributo di transizione per non comprometterne l'effetto ammortizzante nella transizione<br />

al nuovo sistema.<br />

Efficacia delle limitazioni dei pagamenti diretti per USM<br />

Limitazione per unità<br />

standard di manodopera<br />

(USM)<br />

Aziende interessate Riduzioni Quota rispetto al<br />

contributo delle aziende<br />

interessate<br />

Quota rispetto<br />

all'importo totale dei<br />

PD<br />

Numero fr. % %<br />

2014 30 173 622 8,13 0,01<br />

2015 35 190 718 6,20 0,01<br />

Fonte: UFAG<br />

Inoltre, almeno il 50 per cento dei lavori necessari alla gestione dell'azienda deve essere svolto<br />

con manodopera propria dell'azienda. Le aziende gestite con manodopera prevalentemente<br />

esterna non ricevono pagamenti diretti.<br />

Delle 51 939 (2014: 52 838) aziende attive tutto l'anno, al di sopra del limite di rilevazione<br />

federale e registrate in AGIS nel 2015, 46 811 (2014: 47 600) hanno ricevuto pagamenti diretti.<br />

Le considerazioni precedenti di riferiscono alle condizioni poste alle aziende attive tutto<br />

l'anno. Per ottenere pagamenti diretti nella regione d'estivazione il gestore deve gestire<br />

l'azienda d'estivazione per proprio conto e a proprio rischio e pericolo e avere domicilio<br />

in Svizzera (cfr. art. 10 OPD). Devono altresì essere adempiute le esigenze in materia di<br />

gestione dell'azienda (cfr. art. 26-34 OPD e la sezione del presente rapporto sulle aziende<br />

d'estivazione).<br />

Daniel Meyer, UFAG, Settore Pagamenti diretti Basi, daniel.meyer@blw.admin.ch<br />

196<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 59 / 222<br />

POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />

Esecuzione<br />

Controlli<br />

La pianificazione, l'esecuzione e la documentazione dei controlli nelle aziende agricole sono<br />

di competenza dei Cantoni (cfr. art. 104 OPD). Essi possono delegare determinati controlli a<br />

organizzazioni di diritto privato a condizione che le verifichino per campionatura.<br />

Conformemente all'ordinanza sul coordinamento dei controlli delle aziende agricole (OCoC),<br />

ogni azienda va controllata a cadenza almeno quadriennale, onde appurare se osserva le prescrizioni<br />

per beneficiare dei pagamenti diretti. Una parte considerevole di tali prescrizioni è<br />

rappresentata dalla prova che le esigenze ecologiche sono rispettate (PER). In deroga a tale<br />

principio, per i programmi «Qualità del paesaggio» e «Biodiversità, livello qualitativo II» si applica<br />

una frequenza di 8 anni. Anche nelle aziende d'estivazione e in quelle con pascoli comunitari<br />

vanno eseguiti controlli ogni 8 anni, al fine di appurare se sono adempiute le prescrizioni<br />

in materia di gestione. Oltre a queste frequenze minime per i cosiddetti controlli di base, vanno<br />

effettuati controlli supplementari in funzione dei rischi presenti nelle singole aziende nonché<br />

controlli aleatori su campione. A tal fine sono stati definiti punti di controllo standardizzati che<br />

si fondano sulle esigenze delle pertinenti ordinanze. Anche le riduzioni dei pagamenti diretti<br />

sono disciplinate, segnatamente nell'OPD. Le aziende vengono quindi controllate su tutto il<br />

territorio nazionale applicando gli stessi principi e in caso di lacune vengono irrogate sanzioni,<br />

applicando riduzioni dei pagamenti diretti uguali per tutte.<br />

In virtù dell'OCoC, I Cantoni sono tenuti a coordinare i controlli in ambito veterinario e in quello<br />

della protezione delle acque con i controlli prescritti nel settore agricolo. L'obiettivo è che ogni<br />

azienda non venga sottoposta a più di un controllo di base l'anno. Le aziende in cui sono state<br />

riscontrate lacune, invece, presentano un rischio più elevato e di conseguenza possono venir<br />

controllate con maggiore frequenza.<br />

In caso di mancato adempimento delle prescrizioni determinanti per i pagamenti diretti, i Cantoni<br />

riducono i contributi come stabilito nell'OPD. Nel 2015, complessivamente 46 800 aziende<br />

agricole hanno ricevuto pagamenti diretti. Nell'11 per cento di esse i servizi di controllo hanno<br />

riscontrato lacune, che hanno comportato riduzioni dei pagamenti diretti per un importo totale<br />

di 6,2 milioni di franchi circa.<br />

Autorizzazioni speciali nel settore della protezione fitosanitaria<br />

Nell'ambito della PER l'impiego di prodotti fitosanitari è sottoposto a determinate restrizioni.<br />

In circostanze particolari e in casi motivati, gli agricoltori possono richiedere<br />

un'autorizzazione speciale ai sensi del numero 6.4 dell'allegato OPD presso il servizio fitosanitario<br />

cantonale per poter trattare le colture con prodotti fitosanitari supplementari. Nel 2015<br />

ne sono state rilasciate 2570 per circa 9 184 ettari di superficie agricola utile, registrando un<br />

aumento relativamente sensibile. Ciò è riconducibile da un lato alle condizioni meteorologiche<br />

(lungo periodo caldo in autunno) che in alcune situazioni ha reso indispensabile una lotta tardiva<br />

alle malerbe. Dall’altro sono stati autorizzati nuovi prodotti (p.es. contro gli elateridi nella<br />

coltivazione di patate) e altri sono stati ritirati (p.es. la concia delle sementi, in parte sostituita<br />

da applicazioni tramite irroratrici). I prodotti previsti a tal scopo possono tuttavia essere<br />

utilizzati soltanto previa autorizzazione speciale e questo spiega in parte il numero elevato di<br />

rilasci nel 2015.<br />

In frutticoltura e in viticoltura è stato in parte necessario proteggere i raccolti anche contro il<br />

parassita drosofila del ciliegio (Drosophila suzukii). La forte infestazione è stata anche causata<br />

da condizioni meteorologiche particolari. Nelle regioni colpite sono state rilasciate autorizzazioni<br />

speciali regionali.<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

197


Il mio Rapporto agricolo 60 / 222<br />

POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />

Autorizzazioni speciali rilasciate nel settore fitosanitario 2015<br />

Totale Autorizzazioni Superficie<br />

Categoria Numero di aziende % delle aziende con<br />

autorizzazioni speciali<br />

ha<br />

% della superficie interessata<br />

Applicazione di prodotti<br />

fitosanitari<br />

durante il periodo<br />

di divieto di trattamento<br />

vigente<br />

d'inverno<br />

Impiego di granulati<br />

insetticidi e nematocidi<br />

Cereali: lotta contro<br />

la criocera del frumento<br />

Patate: lotta contro<br />

la dorifora<br />

Leguminose, girasole,<br />

tabacco: lotta<br />

contro gli afidi<br />

Lotta contro altri<br />

organismi nocivi in<br />

campicoltura<br />

Terreni permanentemente<br />

inerbiti:<br />

trattamento delle superfici<br />

Applicazione di erbicidi<br />

totali<br />

261 10,16 1 085,15 11,82<br />

335 13,04 1 302,82 14,19<br />

113 4,40 556,34 6,06<br />

168 6,54 815,49 8,88<br />

33 1,28 114,91 1,25<br />

1 263 49,14 4 484,7 48,83<br />

62 2,41 252,72 2,75<br />

247 9,61 456,36 4,97<br />

Orticoltura 0 0,00 0 0,0<br />

Frutticoltura 68 2,65 99,41 1,08<br />

Vitivinicoltura 20 0,78 16,06 0,17<br />

Totale 2 570 100,00 9 183,96 100,00<br />

Peter Zbinden, UFAG, Settore Pagamenti diretti Programmi, peter.zbinden@blw.admin.ch<br />

Laurent Nyffenegger, UFAG, Settore Pagamenti diretti Programmi<br />

laurent.nyffenegger@blw.admin.ch<br />

198<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 61 / 222<br />

POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />

Contributi per il paesaggio rurale<br />

Mediante i contributi per il paesaggio rurale viene promossa la preservazione dell’apertura di<br />

tale paesaggio. Sono finalizzati a garantire una gestione globale delle superfici agricole e alpestri<br />

onde impedire l’avanzamento del bosco, segnatamente in regioni e zone caratterizzate<br />

da difficoltà climatiche o topografiche. Un paesaggio rurale aperto funge da base per la fornitura<br />

delle altre prestazioni d’interesse generale.<br />

I contributi per il paesaggio rurale si compongono di sei contributi parziali:<br />

• contributo per la preservazione dell'apertura del paesaggio,<br />

• contributo di declività,<br />

• contributo per le zone in forte pendenza,<br />

• contributo di declività per i vigneti,<br />

• contributo di alpeggio,<br />

• contributo d’estivazione.<br />

Il 76 per cento dei contributi per il paesaggio rurale è versato ad aziende attive tutto l'anno,<br />

sotto forma di contributo per la preservazione dell'apertura del paesaggio, contributo di declività,<br />

contributo per le zone in forte pendenza, contributo di declività per i vigneti e contributo<br />

di alpeggio. Il restante 24 per cento dei contributi per il paesaggio rurale è versato ad aziende<br />

d'estivazione sotto forma di contributo d'estivazione.<br />

Contributo per la preservazione dell'apertura del paesaggio<br />

Il contributo per la preservazione dell'apertura del paesaggio è graduato secondo la zona al<br />

fine di tenere adeguatamente conto delle difficoltà di gestione nelle zone ad altitudine più elevata.<br />

Per difficoltà di gestione si intendono, in particolare, il periodo di vegetazione più breve a<br />

causa delle condizioni climatiche, le vie di comunicazione e l'accesso (dal villaggio o dal centro<br />

più vicino) nonché la conformazione del terreno. Poiché nella regione di pianura l'apertura<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

199


Il mio Rapporto agricolo 62 / 222<br />

POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />

del paesaggio è garantita senza contributi, non viene versato alcun contributo specifico. Nella<br />

regione di montagna e in quella collinare viene corrisposto un contributo per ettaro crescente<br />

in funzione delle zone.<br />

Aliquote del contributo per la preservazione dell'apertura del paesaggio 2015<br />

Zona<br />

fr./ha<br />

Zona di pianura 0<br />

Zona collinare 100<br />

Zona di montagna I 230<br />

Zona di montagna II 320<br />

Zona di montagna III 380<br />

Zona di montagna IV 390<br />

Contributo per la preservazione dell'apertura del paesaggio 2015<br />

Caratteristica Unità Regione di pianurtagna<br />

Regione collinare Regione di mon-<br />

Totale<br />

Superficie ha 22 517 237 311 282 584 542 412<br />

Azienda Numero 4 272 12 836 14 052 31 160<br />

Superficie per<br />

azienda<br />

Contributo per<br />

azienda<br />

ha 5,27 18,49 20,11 17,41<br />

fr. 808 3 106 6 938 4 519<br />

Totale contributi 1 000 fr. 3 453 39 863 97 499 140 815<br />

Fonte: UFAG<br />

Anche le aziende nella regione di pianura ricevono un contributo per la preservazione<br />

dell'apertura del paesaggio se gestiscono superfici nella regione collinare o in quella di montagna.<br />

Visto che la porzione principale delle loro superfici è situata nella regione di pianura,<br />

queste aziende ricevono comunque un contributo più basso rispetto alle aziende che gestiscono<br />

superfici situate prevalentemente nella regione di montagna.<br />

Contributi di declività<br />

Mediante i contributi di declività vengono compensate le difficoltà connesse alla gestione delle<br />

superfici nelle zone declive delle regioni di collina e di montagna. Tali contributi sono versati<br />

soltanto per prati, terreni da strame, superfici coltive e colture perenni. I prati devono essere<br />

falciati almeno una volta l’anno mentre i terreni da strame a intervalli da uno a tre anni. Le<br />

zone declive sono suddivise in due categorie.<br />

Dal 2017 i contributi di declività saranno stanziati anche nella zona di pianura e verrà introdotto<br />

un terzo livello di declività per le superfici in forte pendenza con una declività superiore<br />

al 50 per cento, in funzione del quale saranno erogati contributi più alti. Il nuovo livello di declività<br />

consentirà di preservare l'apertura di queste superfici particolarmente minacciate sostenendone<br />

meglio la gestione.<br />

200<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 63 / 222<br />

POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />

Aliquote del contributo di declività 2015<br />

Terreno declivo<br />

fr./ha<br />

Declività 18-35 % 410<br />

Declività > 35 % 700<br />

Contributo di declività 2015<br />

Caratteristica Unità Regione di pianura<br />

Superfici aventi<br />

diritto al contributo<br />

con:<br />

- declività<br />

18-35% (in ha)<br />

- declività >35%<br />

(in ha)<br />

Regione collinare<br />

Regione di montagna<br />

Totale<br />

ha 5 107 58 970 69 171 133 247<br />

ha 1 584 16 590 58 230 76 404<br />

Totale ha 6 690 75 560 127 401 209 652<br />

Numero di aziende<br />

Contributo per<br />

azienda (in fr.)<br />

Numero 2 337 11 662 13 325 27 324<br />

fr. 1 370 3 069 5 187 3 957<br />

Totale contributi 1 000 fr. 3 202 35 791 69 121 108 114<br />

Fonte: UFAG<br />

Dei 210 000 ettari di SAU di superfici declive, quasi 2/3 rientrano nella categoria con declività<br />

del 18-35 per cento. L’estensione delle superfici notificate è anche dovuta alle condizioni meteorologiche<br />

che incidono sul tipo di gestione (più o meno pascoli o prati da sfalcio).<br />

Contributo per le zone in forte pendenza<br />

Il contributo per le zone in forte pendenza è erogato alle aziende con una quota elevata di<br />

superfici scoscese. Tiene conto del dispendio aggiuntivo per le aziende, risultante dalla gestione<br />

di prati da sfalcio in forte pendenza (spandimento del concime aziendale, sfalcio più frequente).<br />

Aumenta linearmente in funzione della quota di zone in forte pendenza rispetto alla<br />

superficie aziendale. La soglia minima per beneficiare dei contributi è una quota del 30 per<br />

cento di superfici declive.<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

201


Il mio Rapporto agricolo 64 / 222<br />

POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />

Aliquote del contributo per le superfici in forte pendenza* 2015<br />

Quota di superficie con contributo di declività con declività<br />

>35 % rispetto alla SAU<br />

avente diritto al contributo<br />

fr./ha<br />

30 % 100<br />

40 % 229<br />

50 % 357<br />

60 % 486<br />

70 % 614<br />

80 % 743<br />

90 % 871<br />

100 % 1 000<br />

* Le aliquote sono indicate per quote crescenti di volta in volta del 10 per cento. Comunque aumentano costantemente<br />

in funzione della quota delle superfici con declività >35 per cento.<br />

Contributo per le zone in forte pendenza 2015<br />

Caratteristica Unità Regione di pianura<br />

Superfici aventi<br />

diritto a contributi<br />

(declività<br />

>35%)<br />

Numero di aziende<br />

Superficie per<br />

azienda<br />

Contributo per<br />

azienda (in fr.)<br />

Regione collinare<br />

Regione di montagna<br />

Totale<br />

ha 45 3 313 35 091 38 448<br />

Numero 10 706 4 769 5 485<br />

ha 4,47 4,69 7,36 7,01<br />

fr. 623 1 286 2 630 2 453<br />

Totale contributi 1 000 fr. 6 908 12 540 13 454<br />

Fonte: UFAG<br />

I fondi dei contributi per le zone in forte pendenza vanno a beneficio soprattutto della regione<br />

di montagna. Il 65 per cento va ad aziende con superfici inferiori a 20 ettari.<br />

Contributo di declività per i vigneti<br />

Mediante questi contributi s’intende conservare i vigneti situati nelle zone in forte pendenza<br />

e terrazzate. Per tenere conto delle condizioni dei vigneti degni di essere sostenuti finanziariamente,<br />

si distingue tra vigneti in pendenza e in forte pendenza da un lato e vigneti terrazzati<br />

sorretti da muri di sostegno dall’altro. I contributi per i vigneti in zone in forte pendenza e<br />

terrazzate vengono concessi soltanto a favore delle superfici con una declività di almeno il 30<br />

per cento. Le aliquote di contribuzione non sono stabilite in base alle zone.<br />

202<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 65 / 222<br />

POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />

Aliquote del contributo di declività per i vigneti 2015<br />

Terreno declivo<br />

fr./ha<br />

Declività 30-50% 1 500<br />

Declività > 50% 3 000<br />

Zone terrazzate declività > 30% 5 000<br />

Contributi di declività per i vigneti 2015<br />

Unità<br />

Totale delle superfici aventi diritti a<br />

contributi<br />

Zone in forte pendenza declività<br />

30-50 %<br />

Zone in forte pendenza declività > 50<br />

%<br />

ha 3 920<br />

ha 1 969<br />

ha 381<br />

Zone terrazzate ha 1 569<br />

Numero di aziende numero 2 375<br />

Superficie per azienda ha 1,65<br />

Contributo per azienda fr. 5 029<br />

Totale contributi 1 000 fr. 11 945<br />

Fonte: UFAG<br />

La quota di vigneti in zone in forte pendenza e terrazzate aventi diritto ai contributi corrisponde<br />

al 30 per cento circa della superficie vitata totale. Meno del 10 per cento di queste superfici è in<br />

zone in forte pendenza con declività superiore al 50 per cento, mentre il 40 per cento si trova<br />

in zone terrazzate, per un totale di 1 569 ettari.<br />

Contributo d'alpeggio<br />

Per la gestione e la cura dei pascoli d'estivazione, le aziende d'estivazione devono poter contare<br />

su un numero sufficiente di animali. Il contributo d'alpeggio incentiva le aziende annuali<br />

a estivare i propri animali e viene loro versato direttamente per carico normale (CN) estivato.<br />

Il contributo d'alpeggio, introdotto nel 2014, mira in maniera più diretta all'obiettivo di un<br />

carico adeguato della regione d'estivazione rispetto alla promozione indiretta con i contributi<br />

riferiti agli animali (supplemento d'estivazione).<br />

Aliquote del contributo d'alpeggio 2015<br />

fr./CN<br />

Contributo d'alpeggio 370<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

203


Il mio Rapporto agricolo 66 / 222<br />

POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />

Contributo d'alpeggio 2015<br />

Unità<br />

Regione di<br />

pianura<br />

Regione<br />

collinare<br />

Regione di<br />

montagna<br />

Totale<br />

Carico normale CN 51 455 65 276 174 427 291 158<br />

Numero di aziende<br />

Numero 5 060 5 834 10 595 21 489<br />

CN per azienda CN 10,17 11,19 16,46 13,55<br />

Contributo per<br />

azienda<br />

fr. 3 762 4 140 6 091 5 013<br />

Totale contributi 1 000 fr. 19 038 24 152 64 538 107 728<br />

Fonte: UFAG<br />

I CN destinati all’estivazione provenienti dalla regione di montagna sono quasi il quadruplo<br />

di quelli originari della regione di pianura. Le aziende nella regione di montagna estivano il<br />

maggior numero di animali per azienda, pari a 16,46 CN.<br />

» A56<br />

La tabella seguente riporta i contributi versati per zona agricola e Cantone.<br />

Contributo d'estivazione<br />

Mediante il contributo d’estivazione s’intende garantire la gestione e la cura dei vasti pascoli<br />

d’estivazione nelle Alpi, nelle Prealpi e nel Giura. La regione d’estivazione viene gestita e curata<br />

con circa 300 000 CN. Il carico di bestiame viene definito secondo i principi di una gestione<br />

sostenibile ed è indicato come carico usuale. Sulla base del carico usuale sono versati i contributi<br />

per CN. Per CN s’intende l’estivazione di un’unità di bestiame grosso (UBG) durante 100<br />

giorni (cfr. capitolo sulle aziende d'estivazione nel presente Rapporto agricolo).<br />

Aliquote del contributo d’estivazione 2015<br />

Categoria di animali<br />

Vacche munte, pecore lattifere e capre lattifere con una<br />

durata tradizionale d'estivazione<br />

di 56-100 giorni, per UBG<br />

fr.<br />

400<br />

Ovini, senza le pecore lattifere, per CN<br />

per gregge permanentemente sorvegliato o pascoli da<br />

rotazione con provvedimenti<br />

di protezione del gregge<br />

400<br />

per pascoli da rotazione 320<br />

per altri pascoli 120<br />

Altri animali da reddito che consumano foraggio grezzo,<br />

per CN<br />

400<br />

204<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 67 / 222<br />

POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />

Contributo d’estivazione 2015<br />

Categoria di animali Parametro Contributi Aziende UBG o CN<br />

Unità 1 000 fr. Numero Numero<br />

Vacche munte, pecore<br />

lattifere e capre<br />

lattifere con una durata<br />

tradizionale<br />

d'estivazione di<br />

56-100 giorni, UBG<br />

Ovini, senza le pecore<br />

lattifere, CN<br />

Altri animali da reddito<br />

che consumano<br />

foraggio grezzo, CN<br />

12 844 900 32 277<br />

6 486 774 20 874<br />

102 979 6 276 258 255<br />

Totale 122 309 6 745<br />

Fonte: UFAG<br />

Le incoerenze tra la presente tabella e quella seguente sono dovute al fatto che per 4 aziende sono stati forniti dati<br />

errati.<br />

Contributo d'estivazione per l'estivazione di ovini secondo il sistema di pascolo 2015<br />

Sistema di pascolo Parametro Azienda Animali con contributi<br />

Contributi<br />

Unità Numero CN 1 000 fr.<br />

Sorveglianza permanente<br />

163 11 720 4 674<br />

Pascoli da rotazione 189 3 495 1 119<br />

Altri pascoli 428 5 660 677<br />

Totale 772 20 876 6 470<br />

Fonte: UFAG<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

205


Il mio Rapporto agricolo 68 / 222<br />

POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />

Evoluzione dell'estivazione 2013–2015<br />

Categoria di animali Anno 2013 Anno 2014 Anno 2015<br />

Vacche da latte Azienda 3 873 4 735 4 741<br />

CN 97 964 107 205 109 640<br />

Vacche madri e nutrici<br />

e altre vacche<br />

Azienda 2 578 3 322 3 104<br />

CN 35 608 42 064 43 381<br />

Altri bovini Azienda 6 061 6 175 6 167<br />

CN 112 340 118 533 119 567<br />

Animali della specie<br />

equina<br />

Azienda 923 917 873<br />

CN 4 393 4 396 4 273<br />

Ovini Azienda 926 904 902<br />

CN 23 378 23 191 24 095<br />

Caprini Azienda 1 347 1 331 1 331<br />

CN 5 971 5 856 5 969<br />

Altri animali estivati Azienda 228 346 437<br />

CN 533 750 1 140<br />

Fonte: UFAG<br />

» A57<br />

» A58<br />

» A59<br />

Contributi d’estivazione per Cantone e categoria di animali<br />

Statistica sull’estivazione: aziende e carichi normali per Cantone<br />

Pagamenti diretti alle aziende d’estivazione per Cantone<br />

Jonas Plattner, UFAG, Settore Pagamenti diretti Basi, jonas.plattner@blw.admin.ch<br />

Denis Morand, UFAG, Settore Pagamenti diretti Basi, denis.morand@blw.admin.ch<br />

206<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 73 / 222<br />

POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />

Contributi per la sicurezza dell'approvvigionamento<br />

Mediante i contributi per la sicurezza dell’approvvigionamento s’intende mantenere la capacità<br />

produttiva per far fronte a crisi di approvvigionamento. Ciò è fondamentale per riuscire a<br />

garantire l'approvvigionamento della popolazione in caso di crisi a medio e lungo termine. La<br />

capacità produttiva (suolo, know-how, capitale) può essere salvaguardata mediante una produzione<br />

nell’ordine di grandezza attuale e utilizzando in modo possibilmente ottimale le risorse<br />

naturali. Come sancito dalla Costituzione, la produzione deve innanzitutto adeguarsi alle<br />

esigenze del mercato ed essere pilotata il meno possibile.<br />

Vanno promosse la produzione sulla superficie coltiva aperta e le colture perenni così come la<br />

produzione sulla superficie inerbita, considerato che oltre il 60 per cento della superficie agricola<br />

utile (SAU) della Svizzera non può essere utilizzato per la campicoltura, bensì soltanto per<br />

la produzione di foraggio grezzo. I foraggi prodotti su queste superfici vengono trasformati<br />

in derrate per l’alimentazione umana mediante la detenzione di animali da reddito che consumano<br />

foraggio grezzo. Per il versamento di contributi per la sicurezza dell'approvvigionamento<br />

a favore della superficie inerbita è richiesta una densità minima di animali da reddito che consumano<br />

foraggio grezzo (UBGFG).<br />

I contributi per la sicurezza dell'approvvigionamento si compongono di tre contributi parziali:<br />

• contributo di base,<br />

• contributo per le difficoltà di produzione,<br />

• contributo per le superfici coltive aperte e le colture perenni.<br />

La maggior parte dei contributi per la sicurezza dell'approvvigionamento viene versata attraverso<br />

il contributo di base (75 %). Il resto è ripartito tra il contributo per le difficoltà di produzione<br />

(15 %) e quello per le superfici coltive aperte e le colture perenni (10 %).<br />

Contributo di base<br />

Il contributo di base induce a ottimizzare l’intensità della produzione nella zona di pianura<br />

e a mantenere quindi la capacità produttiva. L'importo è uguale in tutte le zone. Non vi è al-<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

207


Il mio Rapporto agricolo 74 / 222<br />

POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />

cuna differenziazione tra superficie inerbita e superficie coltiva. Dato che le superfici inerbite<br />

estensive e poco intensive presentano un rendimento inferiore e che anche la densità minima<br />

di animali richiesta è più bassa, il contributo di base erogato a loro favore ammonta alla metà<br />

di quello versato per le superfici produttive.<br />

Aliquote del contributo di base 2015<br />

fr./ha<br />

Superfici permanentemente inerbite gestite come superfici<br />

per la promozione della biodiversità<br />

450<br />

Altra superficie che dà diritto ai contributi 900<br />

Contributo di base 2015<br />

Unità<br />

Regione di<br />

pianura<br />

Regione<br />

collinare<br />

Regione di<br />

montagna<br />

Totale<br />

Superficie ha 466 223 251 022 282 551 999 797<br />

- di cui SPB ha 46 878 28 299 67 102 142 279<br />

Numero di aziende<br />

Superficie per<br />

azienda<br />

Contributo per<br />

azienda<br />

Numero 19 681 12 782 14 019 46 482<br />

ha 24 20 20 22<br />

fr. 19 705 16 463 15 873 17 658<br />

Totale contributi 1 000 fr. 387 823 210 428 222 521 820 772<br />

Fonte: UFAG<br />

La quota di superfici per la promozione della biodiversità (SPB), a favore delle quali vengono<br />

stanziati contributi per la sicurezza dell'approvvigionamento più bassi, è più alta nella regione<br />

collinare e in quella di montagna rispetto alla regione di pianura. Inoltre, le aziende nella regione<br />

di pianura sono in media le più grandi (24 ha), quelle nella regione collinare le più piccole<br />

(20 ha), anche se la differenza rispetto a quelle di montagna (in media 20 ha) è minima.<br />

Per questi motivi (quota SPB e superficie per azienda), il contributo medio per azienda registra<br />

il valore più alto, ovvero 19 705 franchi, nella regione di pianura e quello più basso, ovvero 15<br />

873, nella regione di montagna. Il contributo versato nella regione collinare si situa a metà tra<br />

questi due valori ed è pari a 16 463 franchi.<br />

Il contributo di base per le aziende con una superficie superiore a 60 ettari viene graduato,<br />

ovvero per la quota di aziende con superfici superiori a 60 ettari e inferiori a 140 ettari il contributo<br />

viene ridotto. Se la superficie supera 140 ettari, il contributo di base decade. Nel caso<br />

delle comunità aziendali, i limiti per la graduazione sono moltiplicati per il numero di aziende<br />

associate.<br />

208<br />

Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG


Il mio Rapporto agricolo 75 / 222<br />

POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />

Riduzioni applicate a causa delle graduazioni del contributo di base per le aziende più<br />

grandi 2015<br />

Superficie Aziende Riduzioni Riduzione per azienda<br />

Unità Numero fr. fr.<br />

Oltre 60–80 ha 686 837 595 1 221<br />

Oltre 80–100 ha 147 854 497 5 813<br />

Oltre 100–120 ha 46 614 470 13 358<br />

Oltre 120–140 ha 28 454 007 16 215<br />

Oltre 140 ha 21 1 001 456 47 688<br />

Totale 928 3 762 025 4 054<br />

Fonte: UFAG<br />

Le riduzioni del contributo di base interessano 928 aziende e ammontano complessivamente<br />

a 3 762 025 franchi. In 21 aziende con contributi per la sicurezza dell'approvvigionamento la<br />

superficie era superiore a 140 ettari. Solo in queste aziende le riduzioni del contributo di base<br />

sono state pari a 1 milione di franchi.<br />

Contributo per le difficoltà di produzione<br />

Visto che neanche la metà della SAU è ubicata nella zona di pianura, per garantire la sicurezza<br />

dell’approvvigionamento anche la regione di montagna e quella collinare devono fornire un<br />

contributo sostanziale. Gran parte della SAU di tali zone può essere gestita soltanto come superficie<br />

inerbita e ciò limita considerevolmente le possibilità di scelta delle aziende. Occorre<br />

pertanto tener adeguatamente conto delle difficoltà di produzione nelle zone ad altitudine più<br />

elevata. Il contributo per le difficoltà di produzione è graduato in base alla zona. L’importo<br />

dei contributi tiene conto delle difficoltà di gestione e del minore rendimento riscontrabili nel<br />

quadro di un’utilizzazione adeguata al luogo rispetto alla zona di pianura.<br />

Aliquote del contributo per le difficoltà di produzione 2015<br />

Zona<br />

fr./ha<br />

Zona di pianura 0<br />

Zona collinare 240<br />

Zona di montagna I 300<br />

Zona di montagna II 320<br />

Zona di montagna III 340<br />

Zona di montagna IV 360<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

209


Il mio Rapporto agricolo 76 / 222<br />

POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />

Contributo per le difficoltà di produzione 2015<br />

Unità<br />

Regione di<br />

pianura<br />

Regione<br />

collinare<br />

Regione di<br />

montagna<br />

Totale<br />

Superficie ha 22 149 234 988 278 299 535 435<br />

Numero di aziende<br />

Superficie per<br />

azienda<br />

Contributo per<br />

azienda<br />

Numero 4 139 12 776 14 013 30 928<br />

ha 5,35 18,39 19,86 17,31<br />

fr. 1 372 4 918 6 564 5 189<br />

Totale contributi 1 000 fr. 5 677 62 829 91 979 160 485<br />

Fonte: UFAG<br />

Anche le aziende nella regione di pianura ricevono un contributo per le difficoltà di produzione<br />

se gestiscono superfici nella regione collinare o in quella di montagna. L'importo del contributo<br />

per le difficoltà di produzione per azienda sale con l'aumentare delle difficoltà; nella regione<br />

di pianura ammonta a 1372 franchi, in quella collinare a 4918 e in quella di montagna<br />

a 6564 franchi.<br />

Contributo per le superfici coltive aperte e le colture perenni<br />

Sulle superfici coltive aperte la produzione di calorie è più elevata rispetto a quella sulle superfici<br />

inerbite. Per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento è quindi fondamentale mantenere<br />

pressoché sul livello attuale il volume di produzione nei settori della campicoltura e delle<br />

colture perenni. Il contributo alle superfici coltive aperte e alle colture perenni è identico in<br />

tutte le zone (400 fr./ha) e viene versato anche per le superfici situate nel territorio estero<br />

della zona di confine coltivate per tradizione familiare (cfr. art. 35 cpv. 5 OPD). Si applicano le<br />

medesime condizioni valide per il contributo di base, ma l’esigenza relativa alla densità minima<br />

di animali è superflua.<br />

Aliquote del contributo per le superfici coltive aperte e le colture perenni 2015<br />

fr./ha<br />

Contributo per le superfici coltive aperte e le colture perenni<br />

400<br />

Contributo per le superfici coltive aperte e le colture perenni 2015<br />

Unità<br />

Regione di<br />

pianura<br />

Regione<br />

collinare<br />

Regione di<br />

montagna<br />

Totale<br />

Superficie ha 234 492 41 718 4 475 280 685<br />

Numero di aziende<br />

Superficie per<br />

azienda<br />

Contributo per<br />

azienda<br />

Numero 17 941 7 730 2 363 28 034<br />

ha 13,07 5,40 1,89 10,01<br />

fr. 5 228 2 159 758 4 005<br />

Totale contributi 1 000 fr. 93 797 16 687 1 790 112 274<br />

Fonte: UFAG<br />

Le superfici coltive e le colture perenni si trovano soprattutto nella regione di pianura e in<br />

quella collinare e ciò si rispecchia anche nella superficie per azienda. Perciò, in queste regioni,<br />

210<br />

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Il mio Rapporto agricolo 77 / 222<br />

POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />

e soprattutto in quella di pianura, si registra l'importo più elevato del contributo, pari a 5228<br />

franchi per azienda.<br />

» A60<br />

La seguente tabella riporta nel dettaglio i dati sui contributi per la sicurezza<br />

dell'approvvigionamento versati, secondo i tre tipi di contributi, suddivisi per Cantone e zona<br />

agricola.<br />

Jonas Plattner, UFAG, Settore Pagamenti diretti Basi, jonas.plattner@blw.admin.ch<br />

Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />

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Il mio Rapporto agricolo 79 / 222<br />

POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />

Contributi per la qualità del paesaggio<br />

Obiettivo della misura<br />

La cura del paesaggio rurale finora è stata promossa tramite il versamento di pagamenti diretti<br />

soltanto con l'obiettivo di preservare l'apertura del paesaggio (contributi di declività, contributi<br />

d'estivazione) o la diversità degli spazi vitali (contributi per l'interconnessione). Non è<br />

stato quindi possibile prendere in considerazione gli interessi regionali e i valori culturali del<br />

paesaggio, come ad esempio il mantenimento dei pascoli boschivi, la cura di selve castanili o la<br />

promozione della campicoltura di montagna. Queste lacune sono colmate dai contributi per la<br />

qualità del paesaggio introdotti con la Politica agricola 2014-2017 (PA 14-17). Questo nuovo<br />

strumento consente la promozione mirata della varietà del paesaggio in Svizzera. I contributi<br />

per la qualità del paesaggio (CQP) sono assegnati sulla base di progetti. In tal modo, i Cantoni<br />

mantengono un margine di manovra che consente loro di tener conto delle esigenze regionali.<br />

Le varie regioni della Svizzera racchiudono paesaggi rurali tradizionali che ne riflettono<br />

l'immagine caratteristica. I tradizionali pascoli delle Prealpi, ad esempio, si presentano in<br />

modo tutt’altro che uniforme nonostante le condizioni naturali lo siano. Dal Pays d’Enhaut<br />

all’Appenzellerland il paesaggio è forgiato dalle forme tradizionali di gestione.<br />

I paesaggi rurali attrattivi si distinguono per la loro varietà, che per la società riveste<br />

un'enorme valenza in quanto, oltre alle funzioni ecologiche, ne svolge molte altre dal profilo<br />

socioeconomico. Nelle regioni a vocazione turistica e negli agglomerati, l'agricoltura contribuisce<br />

in modo considerevole alla cura del paesaggio rurale. In queste regioni i paesaggi rurali<br />

curati sono spazi ricreativi che rappresentano un importante fattore per la competitività di una<br />

località. La popolazione che vive negli agglomerati usa questi spazi rurali vicini per numerose<br />

attività, ad esempio per passeggiate a piedi, in bicicletta o a cavallo. I paesaggi rurali curati<br />

nelle regioni montane e alpine sono un capitale determinante per il turismo svizzero, danno<br />

un'identità a una regione e forniscono un importante contributo nella commercializzazione<br />

di prodotti regionali. Nel pubblicizzare i prodotti regionali, ad esempio, si fa molto spesso un<br />

riferimento diretto al paesaggio in cui essi sono ottenuti.<br />

Il cambiamento strutturale nel settore agricolo, però, genera uno sviluppo bipolare del paesaggio:<br />

nelle regioni più favorite la gestione viene intensivata, mentre le superfici declive, discoste<br />

e difficilmente gestibili vengono abbandonate. Questa evoluzione ha un impatto negativo<br />

sulla varietà del paesaggio, che diminuisce sia in caso di abbandono della gestione (avanzamento<br />

delle sterpaglie e del bosco), sia in caso di intensivazione (taglio di singoli alberi, ingrandimento<br />

dei campi). La varietà del paesaggio è un bene pubblico, che viene promosso<br />

attraverso i pagamenti diretti segnatamente con i CQP volti a salvaguardare, promuovere e sviluppare<br />

paesaggi rurali variati con le loro peculiarità regionali specifiche. Per questo il contributo<br />

dell'agricoltura a favore della cura del paesaggio si orienta verso esigenze regionali.<br />

Gli obiettivi paesaggistici e il contributo dell'agricoltura per raggiungere l'obiettivo vengono<br />

fissati a livello locale e non prestabiliti dalla Confederazione, la quale, però, ha il compito di<br />

controllarli. Le risposte a domande come «Quali sono le qualità del nostro paesaggio?», «Che<br />

cosa è caratteristico e meritevole di essere tutelato nella nostra regione?», «Cosa è scomparso<br />

e vogliamo promuovere?» devono essere trovate a livello regionale. Alla preservazione e alla<br />

cura di elementi esistenti nonché alla creazione di nuovi elementi paesaggistici è garantito un<br />

sostegno sotto forma di contributo annuale o singolo.<br />

Dall'elaborazione alla realizzazione di progetti per la qualità del paesaggio<br />

I CQP sono pagamenti diretti regionali e vincolati a progetti. Un promotore regionale o il<br />

Cantone elabora un progetto per la qualità del paesaggio che interessa un determinato comprensorio<br />

(vallata, parco naturale, distretto, ecc.) coinvolgendo gli agricoltori. Innanzitutto<br />

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Il mio Rapporto agricolo 80 / 222<br />

POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />

si fissano gli obiettivi paesaggistici per il comprensorio del progetto. A tal fine si possono utilizzare<br />

le molte basi a disposizione (p.es. piani di sviluppo del paesaggio, fascicoli relativi ai<br />

parchi nazionali regionali). Successivamente si stabiliscono le misure finalizzate agli obiettivi<br />

paesaggistici regionali che chiamano in causa il primario. I Cantoni propongono aliquote di<br />

contribuzione, che tengono conto del dispendio generato dalle misure e che possono prevedere<br />

anche un bonus quale incentivo per la fornitura delle prestazioni. Anche la realizzazione<br />

dei progetti QP rientra nella sfera di competenze dei Cantoni. Questi finanziano il 10 per cento<br />

dei contributi e concludono con le aziende accordi di gestione della durata di otto anni. La Confederazione<br />

autorizza i progetti. Ne appura la coerenza, elimina potenziali conflitti di obiettivi<br />

e respinge le misure che non hanno un legame diretto con la produzione agricola.<br />

Per ogni progetto il Cantone ha a disposizione al massimo 360 franchi per ettaro di superficie<br />

agricola utile (SAU) o 240 franchi per carico normale (CN) dell'azienda con accordi di gestione.<br />

In base all’impostazione del contratto (numero di provvedimenti, spese), variano i contributi<br />

per la qualità del paesaggio erogati per azienda. Per i mezzi finanziari della Confederazione che<br />

sono stati ripartiti tra i Cantoni è stato fissato un limite massimo in funzione della SAU (120 fr./<br />

ha) e del carico usuale (80 fr./CN) fino al 2017, onde limitare le risorse necessarie per i progetti<br />

QP alle uscite presentate nel messaggio del Consiglio federale sulla PA 14-17 e per garantire ai<br />

Cantoni condizioni quadro stabili per lo sviluppo di progetti QP.<br />

Nel settimo e ultimo anno del contratto si valuta la realizzazione. Se non si riscontrano lacune,<br />

il progetto può entrare nel periodo di realizzazione seguente e gli accordi possono essere<br />

prorogati.<br />

Elaborazione di progetti QP: informazioni utili sul sito Internet dell'UFAG.<br />

Esempi di progetti<br />

A titolo di esempio dei 111 progetti QP attuati dal 2014, di seguito ne vengono presentati due<br />

che sono stati realizzati in contesti diversi dal profilo paesaggistico. Tutti i rapporti dei progetti<br />

QP autorizzati dall'UFAG sono pubblicati sul suo sito Internet.<br />

Valle di Binn<br />

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Il mio Rapporto agricolo 81 / 222<br />

POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />

La coltivazione o il mantenimento di colture campicole e speciali (p.es. erbe montane come nella foto) percepiscono<br />

contributi QP nelle regioni in cui le colture stanno scomparendo a causa della loro valenza marginale. (© UFAG)<br />

Sugli alpi, i diversi settori di pascoli presentano una notevole eterogeneità per quanto concerne strutture, topografia<br />

o qualità del foraggio. È quindi opportuno detenere diverse specie o categorie di animali il cui comportamento<br />

al pascolo è differente. Questa filosofia è sostenuta mediante i CQP. (© UFAG)<br />

214<br />

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Il mio Rapporto agricolo 82 / 222<br />

POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />

Nel progetto QP della Valle di Binn, ogni anno si procede a uno sfalcio di pulizia dei pascoli onde evitare<br />

l'avanzamento del bosco. La cura differenziata contribuisce alla formazione di un mosaico di paesaggi. (© UFAG)<br />

Comprensorio 181 km 2<br />

Agricoltura<br />

Ente promotore<br />

51 aziende, 4190 ha SAU<br />

964 CN<br />

Parco paesaggistico della Valle di Binn<br />

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Il mio Rapporto agricolo 83 / 222<br />

POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />

La Carta del parco paesaggistico della Valle di Binn è stata una valida base per l’elaborazione<br />

del progetto QP Binntal. Elaborata nel quadro di un processo partecipativo, essa comprende<br />

un’accurata descrizione degli spazi paesaggistici e della visione del paesaggio 2025, dalle quali<br />

sono scaturiti gli obiettivi del progetto QP.<br />

Il punto di forza del comprensorio è la varietà dei suoi paesaggi naturali e rurali, che gli conferisce<br />

un elevato valore ricreativo: dagli alberi da frutto ai campi, passando per le superfici<br />

inerbite ricche di strutture, sono numerosi gli elementi paesaggistici che si possono incontrare<br />

nella Valle di Binn. La regione d'estivazione è relativamente incontaminata, senza infrastrutture<br />

fisse per il turismo invernale (sci). Un tempo il tratto caratteristico del paesaggio erano i<br />

campi di cereali, oggi quasi scomparsi. Sui versanti meridionali della Valle di Binn viene ancora<br />

praticata la campicoltura di montagna.<br />

Il carico di lavoro delle aziende rimaste è elevatissimo e le superfici nelle zone periferiche<br />

nonché i terreni declivi, difficili da gestire, rischiano di essere abbandonati. Dall’altro lato,<br />

nelle località gestibili in maniera facile e intensiva le strutture paesaggistiche tipiche vengono<br />

rimosse o trascurate.<br />

Il Progetto QP Binntal mira alla conservazione del carattere paesaggistico aperto e ricco di<br />

strutture e del piccolo, variegato mosaico di utilizzazione. La preservazione dell’apertura del<br />

paesaggio è un obiettivo importante. Laddove necessario, vi è una promozione puntuale di elementi<br />

strutturali come campi e recinzioni in legno.<br />

Nel parco naturale regionale della Valle di Binn la protezione di preziosi habitat e di paesaggi<br />

particolarmente belli è legata allo sviluppo economico. Quest’obiettivo si sposa perfettamente<br />

con quelli del progetto QP: il turismo a basso impatto e l’artigianato della Valle di Binn approfittano<br />

dell’impegno profuso dagli agricoltori nella cura del paesaggio.<br />

Rapperswil-Jona / Eschenbach<br />

Un tempo le recinzioni vive erano utilizzate come strutture di demarcazione tra le singole particelle gestite a scopo<br />

agricolo oppure per garantirne la circoscrizione. Oggi sono elementi paesaggistici caratteristici e per questo motivo<br />

vengono promosse e preservate. (© UFAG)<br />

216<br />

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Il mio Rapporto agricolo 84 / 222<br />

POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />

Nel progetto QP Rapperswil-Jona / Eschenbach è stata delimitata una fascia larga 50 metri lungo il comprensorio urbano.<br />

Le misure messe in atto in queste regioni, che rientrano tra le aree di svago più belle, vengono così sostenute<br />

mediante un contributo supplementare. (© UFAG)<br />

Gli alberi indigeni contribuiscono alla struttura delle superfici inerbite e campicole e fungono da punti di riferimento<br />

nel paesaggio. Per questo motivo la piantagione e la cura di queste essenze sono sostenute mediante contributi QP.<br />

(© UFAG)<br />

Comprensorio<br />

Agricoltura<br />

Ente promotore<br />

86 km 2 , 2 Comuni<br />

251 aziende, 3675 ha SAU<br />

Città di Rapperswil-Jona e Comune di Eschenbach<br />

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Il mio Rapporto agricolo 85 / 222<br />

POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />

Il paesaggio e l’agricoltura del comprensorio del progetto sono influenzati dalle caratteristiche<br />

geomorfologiche del territorio. Tra i laghi si intravvedono campi coltivati e vigneti. Prati, pascoli,<br />

boschi e piccole conche paludose conferiscono al paesaggio il suo tipico aspetto. Piccole<br />

superfici inerbite che penetrano nel bosco e la regione d’estivazione si stagliano sul paesaggio<br />

molassico prealpino.<br />

Le peculiarità paesaggistiche del comprensorio sono le recinzioni vive e quelle di noccioli.<br />

Queste ultime, che crescono rapidamente, in altri tempi venivano piantate ai confini territoriali<br />

dei diversi proprietari e sfruttate per la legna, mentre le recinzioni vive, soprattutto di biancospino,<br />

servivano a delimitare i pascoli. Con il progetto QP si mira a restituire maggiore valenza<br />

e a conservare questi elementi storico-culturali.<br />

Un altro elemento caratteristico del paesaggio del comprensorio sono i margini boschivi,<br />

che si estendono per 535 chilometri, creando una tipica struttura compenetrante bosco-pascolo-prato.<br />

Il progetto QP Rapperswil-Jona / Eschenbach vuole conservare le tipiche strutture di piccole<br />

dimensioni mediante modalità e intensità di utilizzo adeguate. Gli elementi della varietà strutturale<br />

margini boschivi, superfici campicole, vigneti, pascoli, prati, corsi d’acqua, superfici<br />

palustri da strame, alpi e periferie degli agglomerati sono una parte importante dello spazio<br />

ricreativo multifunzionale.<br />

Nel progetto si affronta la tematica delle periferie degli agglomerati, mal integrate nel paesaggio,<br />

cercando di creare, mediante un sistema di bonus, incentivi mirati affinché in queste<br />

zone vengano mantenuti o inseriti nuovi elementi paesaggistici ben definiti.<br />

L’ente promotore prevede di promuovere mediante azioni annuali provvedimenti mirati durante<br />

la fase di attuazione. Nel 2016 ci si concentrerà, ad esempio, sulle recinzioni vive e sulle<br />

siepi. Si prevede una giornata durante la quale si spiegherà come piantare e curare le recinzioni<br />

vive. Parallelamente si svolgerà un’attività di pubbliche relazioni.<br />

Mezzi finanziari e dati statistici 2015<br />

Nel 2015 l'UFAG ha autorizzato 40 nuovi progetti QP, che, con quelli autorizzati nel 2014,<br />

portano il numero di progetti QP in corso a 111, per un totale di 125 milioni di franchi. Dal 2015<br />

in ogni Cantone si riscontra almeno un progetto QP cui possono partecipare le aziende.<br />

218<br />

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Il mio Rapporto agricolo 86 / 222<br />

POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />

» A61<br />

» A62 – 63<br />

La seguente tabella funge da legenda alla tabella che figura sopra.<br />

Il seguente link rimanda a una tabella riassuntiva su tutti i dati relativi ai progetti per la qualità<br />

del paesaggio menzionati di seguito.<br />

Contributi per la qualità del paesaggio, per regione 2015<br />

Dal 2014, 31 083 aziende annuali e 3 953 aziende d'estivazione hanno concluso un accordo<br />

per provvedimenti QP. Si tratta rispettivamente del 66 e del 57 per cento delle aziende. Per le<br />

misure attuate, alle aziende partecipanti la Confederazione ha stanziato un importo medio di<br />

3 723 franchi per azienda e 149 franchi per ettaro di SAU. I contributi per ettaro di SAU sono<br />

leggermente più alti nella regione di montagna che in quelle di pianura e collinare. Per quanto<br />

riguarda alcuni progetti, i provvedimenti nella regione d'estivazione vengono attuati soltanto<br />

in un secondo momento.<br />

Contributi per la qualità del paesaggio, per regione 2015<br />

Unità<br />

Regione di<br />

pianura<br />

Regione collinare<br />

Regione di<br />

montagna<br />

Regione<br />

d'estivazione<br />

Totale<br />

Azienda/e Numero 11 731 8 841 10 523 3 941 35 036<br />

Contributo per<br />

ha¹<br />

Contributo per<br />

azienda<br />

Totale contributi<br />

Numero 136 145 172 149<br />

fr. 3 846 3 289 3 974 2 471 3 581<br />

1 000 fr. 45 122 29 080 41 534 9 740 125 476<br />

¹ Soltanto aziende gestite tutto l'anno<br />

Fonte: UFAG<br />

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Il mio Rapporto agricolo 87 / 222<br />

POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />

Contributi per la qualità del paesaggio, per Cantone 2015<br />

» A64<br />

In media, l'importo versato a ciascun Cantone per CQP è stato pari a 5 milioni di franchi. Visto<br />

che nel 2014 non tutti i Cantoni hanno realizzato lo stesso numero di progetti, i contributi variano<br />

notevolmente da un Cantone all'altro. Gli importi più elevati sono stati versati nei Cantoni<br />

Berna (28 mio. fr.) e Vaud (16 mio. fr.). Nel Canton Vaud è stato erogato l'importo più alto<br />

a favore della regione d’estivazione. Entrambi i Cantoni già nel primo anno hanno realizzato<br />

progetti QP su vasta scala. Nei Cantoni meno estesi, come Appenzello Interno, e in quelli che<br />

fino al 2015 avevano realizzato soltanto pochi progetti QP, come Argovia o Ticino, i CQP versati<br />

hanno raggiunto un valore decisamente inferiore.<br />

La Confederazione ha erogato un importo medio di 1 milione di franchi circa per progetto sotto<br />

forma di CQP. L'importo totale più elevato è stato stanziato per i progetti Emmental (BE) e Altipiano<br />

bernese (BE), quello più basso, invece, per i progetti Parco nazionale del Locarnese (TI)<br />

e Mendrisiotto (TI). L'ammontare dei contributi da stanziare per progetto dipende fortemente<br />