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Editore<br />
Ufficio federale dell’agricoltura UFAG<br />
CH-3003 Berna<br />
Telefono: 058 462 25 11<br />
Telefax: 058 462 26 34<br />
Internet: www.rapportoagricolo.ch<br />
Copyright: UFAG, Berna 2016<br />
Veste grafica<br />
Panache AG, Berna<br />
Distribuzione<br />
UFCL, Vendita di pubblicazioni federali, CH-3003 Berna<br />
www.pubblicazionifederali.admin.ch<br />
2<br />
Ufficio federale dell’agricoltura UFAG
L’UOMO<br />
8 Introduzione<br />
Famiglie contadine<br />
9 Le donne e la loro sicurezza<br />
11 Assicurazioni sociali<br />
15 Condizioni di lavoro e di vita (RIFOS)<br />
21 Condizioni di vita (SILC)<br />
27 Soddisfazione sul lavoro in Svizzera e nella Germania nord orientale<br />
Società<br />
29 «Notfallhilfe» – La piattaforma per le emergenze<br />
32 Protezione delle terre coltive<br />
34 Studio sulla vitalità e l‘attrattiva delle aree rurali<br />
AZIENDA<br />
36 Introduzione<br />
Strutture<br />
37 Aziende<br />
41 Aziende d’estivazione<br />
46 Lavoratori<br />
48 Superficie agricola utile<br />
50 Animali<br />
Situazione economica<br />
52 Conto economico<br />
54 Singole aziende<br />
PRODUZIONE<br />
60 Introduzione<br />
Mezzi di produzione<br />
61 OGM negli alimenti per animali<br />
62 Piano d’azione sui prodotti fitosanitari<br />
Produzione vegetale<br />
63 Utilizzazione della superficie<br />
65 Strategia Selezione vegetale Svizzera 2050<br />
Produzione animale<br />
66 Allevatori e effettivi di animali da reddito<br />
68 Produzione lattiera<br />
69 Produzione di carne e uova<br />
Sicurezza della produzione primaria<br />
70 Strategia contro le resistenze agli antibiotici<br />
72 Strategia per la sicurezza della catena alimentare<br />
3
MERCATO<br />
76 Introduzione<br />
Evoluzione dei mercati<br />
78 Valore aggiunto lordo<br />
79 Commercio estero<br />
82 Grado di autoapprovvigionamento<br />
83 Evoluzione degli indici dei prezzi<br />
84 Prezzi ai diversi livelli commerciali<br />
90 Competitività del settore lattiero<br />
Prodotti di origine vegetale<br />
99 Cereali<br />
101 Semi oleosi<br />
102 Patate<br />
103 Zucchero<br />
105 Frutta<br />
108 Verdura<br />
110 Vino<br />
Prodotti di origine animale<br />
112 Latte e latticini<br />
116 Carne e uova<br />
AMBIENTE<br />
122 Introduzione<br />
Monitoraggio agro-ambientale<br />
123 Indicatori agroambientali (IAA)<br />
Azoto<br />
124 L‘azoto nell‘agricoltura<br />
130 Emissioni di ammoniaca<br />
137 Emissioni di protossido di azoto<br />
140 Nitrati nell’acqua<br />
Acqua<br />
145 Acqua e agricoltura<br />
146 Utilizzo di prodotti fitosanitari<br />
151 Impiego di medicamenti veterinari<br />
4<br />
Ufficio federale dell’agricoltura UFAG
POLITICA<br />
160 Introduzione<br />
Produzione e smercio<br />
164 Panoramica<br />
166 Economia lattiera<br />
171 Produzione animale<br />
179 Produzione vegetale<br />
183 Promozione dello smercio<br />
185 Promozione della qualità e della sostenibilità<br />
186 Caratterizzazione dei prodotti agricoli<br />
188 Disposizioni sulle norme d’importazione ed esecuzione<br />
191 Legge sul cioccolato<br />
Pagamenti diretti<br />
192 Sistema dei pagamenti diretti<br />
195 Condizioni per il versamento di pagamenti diretti<br />
197 Esecuzione<br />
199 Contributi per il paesaggio rurale<br />
207 Contributi per la sicurezza dell‘approvvigionamento<br />
212 Contributi per la qualità del paesaggio<br />
223 Contributi per la biodiversità<br />
239 Contributi per i sistemi di produzione<br />
245 Contributi per l‘efficienza delle risorse<br />
249 Contributo di transizione<br />
251 Variazioni dei pagamenti diretti a livello aziendale e regionale<br />
Miglioramenti strutturali e misure sociali collaterali<br />
257 Miglioramenti strutturali<br />
260 Misure sociali collaterali<br />
261 Ricostruzione della funivia sull‘Alpe Sigel<br />
266 Manutenzione delle strade agricole<br />
271 Intervento ecologico minimo nella costruzione di strade<br />
276 Irrigazione nella regione Seeland-Broye<br />
280 PSR «Genussregion»<br />
Ricerca, consulenza, formazione professionale<br />
286 Piano direttore della ricerca per l‘agricoltura e la filiera alimentare<br />
288 Agricoltura biologica e agricoltura sostenibile<br />
289 Consulenza agricola<br />
292 Formazione professionale<br />
Gestione dei dati<br />
295 Gestione dei dati lungo la filiera alimentare<br />
298 HODUFLU<br />
Programmi regionali e settoriali<br />
304 Contributi per la protezione delle acque<br />
305 Contributi per i programmi sulle risorse<br />
5
INTERNAZIONALE<br />
308 Introduzione<br />
Dimensione commerciale<br />
310 FAO<br />
312 OCSE<br />
318 OMC<br />
320 CIC/CAA<br />
321 UE<br />
Sostenibilità<br />
324 2030 Agenda per lo sviluppo sostenibile<br />
326 10YFP Programma per sistemi alimentari sostenibili<br />
328 Agrobiodiversità / Risorse genetiche<br />
331 Sicurezza alimentare e resilienza<br />
333 Investimenti responsabili nell’agricoltura e nei sistemi alimentari<br />
Accordo di libero scambio<br />
334 Accordo di libero scambio<br />
Statistiche e modellizzazione<br />
336 Sviluppi dei mercati agricoli<br />
339 Statistiche agricole di alcuni partner commerciali<br />
343 Confronto internazionale<br />
344 Analisi quantitative<br />
A<br />
TABELLE<br />
6<br />
Ufficio federale dell’agricoltura UFAG
7
Il mio Rapporto agricolo 2 / 29<br />
L’UOMO > INTRODUZIONE<br />
Introduzione<br />
Cosa sarebbe l'agricoltura senza il lavoro delle singole famiglie contadine? Esse hanno compiti<br />
vari e distinti tra loro, ma sono accomunate dalla particolare forma di vita: il legame tra vita<br />
professionale e privata, l'indipendenza, il lavoro a contatto con la natura e gli animali. Le famiglie<br />
contadine plasmano l'agricoltura. La loro situazione è pertanto un importante aspetto<br />
del presente rapporto. Essa viene trattata sviluppando le seguenti tematiche.<br />
• Sicurezza sociale delle famiglie contadine sulla base di una valutazione speciale delle<br />
statistiche AVS e sugli assegni familiari, entrambe dell'Ufficio federale delle assicurazioni<br />
sociali (UFAS), nonché della statistica dell'aiuto sociale dell'Ufficio federale di statistica<br />
(UST)<br />
• Donne e sicurezza sociale in adempimento della mozione «Donne<br />
nell'agricoltura» (12.3990) della Commissione dell'economia e dei tributi del Consiglio<br />
degli Stati<br />
• Condizioni di lavoro e di vita (RIFOS) della popolazione agricola rispetto alla restante<br />
popolazione, sulla base di una valutazione speciale della rilevazione sulle forze di lavoro<br />
in Svizzera dell'UST<br />
• Condizioni di vita (SILC) delle famiglie contadine rispetto ad altre economie domestiche<br />
rurali, sulla base di una valutazione speciale delle statistiche sul reddito e sulle condizioni<br />
di vita dell'UST<br />
• Reddito e consumo sulla base dell'indagine sul budget delle economie domestiche (segue<br />
a fine 2016)<br />
La società rivolge numerose richieste di diverso tipo al settore agroalimentare. Tra queste si<br />
annoverano, ad esempio, le derrate alimentari di qualità, la diversità paesaggistica, l’elevato<br />
benessere degli animali o la riduzione dell'inquinamento ambientale. Nel presente rapporto<br />
è pertanto rilevante anche la visione che la società ha del settore. Essa viene analizzata sulla<br />
scorta delle seguenti tematiche.<br />
• Protezione del paesaggio rurale, valenza e misure per la protezione del paesaggio rurale,<br />
in particolare delle superfici per l'avvicendamento delle colture<br />
• Studio sulla vitalità e sull'attrattiva delle aree rurali di Ecoplan e della Scuola superiore<br />
di scienze agrarie, forestali e alimentari (SSAFA)<br />
• «Notfallhilfe» – La piattaforma per le emergenze con offerte particolari e sportelli per le<br />
famiglie contadine confrontate con sfide sul piano sociale e/o con difficoltà finanziarie<br />
8<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 3 / 29<br />
L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />
Le donne e la loro sicurezza<br />
L’importanza delle donne nell’agricoltura è enorme. Hanno infatti un ruolo fondamentale<br />
nell’economia domestica e nell’educazione dei figli, lavorano spesso anche in azienda o si<br />
prendono cura dei genitori/suoceri. Molte hanno altresì un’attività professionale al di fuori<br />
dell’azienda e impegni vari nel campo del volontariato.<br />
Il ruolo delle donne in azienda è molto eterogeneo. Alcune sono a capo dell’azienda e se ne<br />
assumono la piena responsabilità, altre se la spartiscono con un socio, altre ancora aiutano<br />
solo sporadicamente in fattoria mentre alcune se ne disinteressano totalmente.<br />
In adempimento della mozione «Donne nell'agricoltura» (12.3990) della Commissione<br />
dell'economia e dei tributi del Consiglio degli Stati è stato stilato un rapporto incentrato<br />
sulla sicurezza economica, giuridica e sociale delle donne. Tale rapporto ha preso spunto dallo<br />
studio condotto a livello nazionale nel 2012 sul tema Donne nell’agricoltura a cura di UFAG<br />
e Agroscope, nonché dalla Giornata nazionale delle donne nell’agricoltura svizzera lanciata<br />
nell’autunno 2012. Di seguito sono riassunti e suddivisi per temi i risultati più importanti.<br />
Sicurezza economica<br />
La sicurezza economica delle donne nell’agricoltura è basata sull’attività remunerata, dipendente<br />
o indipendente, all’interno dell’azienda, su un’attività lucrativa extraziendale o su mandati<br />
remunerati. A ciò si sommano altre forme diffuse nel settore agricolo quali usufrutto o<br />
diritto d’abitazione.<br />
La sicurezza economica delle donne nell’agricoltura sostanzialmente non si differenzia da<br />
quella di altre donne che lavorano (collaborano) nell’azienda di famiglia, gestiscono indipendentemente<br />
l’intera azienda (un ramo aziendale) o esercitano un’attività lucrativa extraziendale.<br />
Nel caso delle aziende agricole, rette dal diritto fondiario rurale, la sicurezza economica<br />
è disciplinata anche da questo diritto.<br />
Nel caso delle aziende agricole ai sensi del diritto fondiario rurale, il coniuge non proprietario,<br />
generalmente la donna, dovrebbe tutelarsi in caso di partecipazione finanziaria. È importante<br />
che le quote acquisite e gli investimenti in beni propri fatti dalle donne possano essere comprovati.<br />
Per tutti i coniugi è bene tener presente che in caso di decesso del titolare del conto decade<br />
qualsiasi procura sul conto in questione. Per questo motivo anche la gestione del patrimonio<br />
personale assume una particolare importanza.<br />
Sicurezza giuridica<br />
L’ordinamento giuridico svizzero adempie pienamente il principio di parità tra donna e uomo.<br />
Come per gli uomini, lo status giuridico delle contadine e delle donne nell'agricoltura dipende<br />
da:<br />
• status personale, nonché regime dei beni e responsabilità,<br />
• status in base al diritto delle assicurazioni sociali (status AVS) o al diritto del lavoro,<br />
• status in base al diritto aziendale e<br />
• rapporti di proprietà.<br />
La sicurezza giuridica delle donne nell’agricoltura sostanzialmente non si differenzia da quella<br />
di altre donne che lavorano (collaborano) nell’azienda di famiglia, gestiscono indipendentemente<br />
l’intera azienda (un ramo aziendale) o esercitano un’attività lucrativa extraziendale.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
9
Il mio Rapporto agricolo 4 / 29<br />
L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />
Il diritto fondiario rurale si basa su un’immagine tradizionale dell’agricoltura con il modello<br />
classico di famiglia. Dal profilo del diritto successorio le donne coniugate nel contesto agricolo<br />
sono ampiamente tutelate.<br />
A livello di codice civile e di diritto fondiario rurale, in alcuni casi sono necessarie informazioni<br />
e precisazioni sul caso di divorzio: occorre pertanto elaborare supporti informativi per<br />
la consulenza agricola, vagliare possibilità di adeguamento degli atti normativi e integrare i<br />
commenti degli atti normativi con spiegazioni. In caso di divorzio, il coniuge non proprietario,<br />
generalmente la moglie, è tendenzialmente svantaggiato dal principio del valore di reddito e<br />
dalla richiesta di prova inconfutabile dei beni propri o dei compensi: investimenti in beni propri<br />
e quote acquisite fatti dalle donne devono poter essere comprovati. A seguito di un divorzio è<br />
altresì necessario appurare la copertura assicurativa.<br />
Sicurezza sociale<br />
La sicurezza sociale delle donne nell'agricoltura è garantita, come per il resto della popolazione,<br />
da una fitta rete di assicurazioni sociali, che offre un’ampia protezione contro i rischi le<br />
cui conseguenze economiche non si possono affrontare da soli.<br />
La sicurezza sociale delle donne nell'agricoltura non si differenzia da quella di altre donne<br />
che lavorano (collaborano) nell'azienda di famiglia, gestiscono indipendentemente l'intera<br />
azienda (un ramo aziendale) o esercitano un'attività lucrativa extraziendale. Nel primario i<br />
membri della famiglia che collaborano in azienda generalmente non sono soggetti all’obbligo<br />
contributivo per l’assicurazione contro la disoccupazione e dunque non sono assicurati.<br />
La sicurezza sociale delle donne dipende concretamente dal loro status in base al diritto delle<br />
assicurazioni sociali (p.es. come persone senza attività lucrativa in caso di collaborazione<br />
non remunerata in azienda), dall’importo del loro reddito e dalle assicurazioni individuali che<br />
hanno stipulato: se le donne collaborano nell’azienda di famiglia con o senza salario, è necessario<br />
chiarire caso per caso la loro assicurazione non obbligatoria, come ad esempio quella di<br />
un’indennità giornaliera.<br />
Nell’ambito della previdenza per la vecchiaia, le donne nell’agricoltura che divorziano possono<br />
ritrovarsi in una situazione difficile. Generalmente i risparmi vengono investiti nell’azienda,<br />
che nella liquidazione dei rapporti patrimoniali tra i coniugi viene stimata al valore di reddito,<br />
e viene a mancare anche la possibilità di avere un alloggio economico per la vecchiaia con diritto<br />
d’abitazione. S’impone una previdenza sociale indipendente per le donne nell’agricoltura<br />
attraverso un’attività lucrativa aziendale o extraziendale.<br />
» Rapporto del Consiglio federale «Donne nell’agricoltura» in adempimento della mozione<br />
della CET-S del 14 novembre 2012 (12.3990)<br />
Letteratura<br />
Rapporto del Consiglio federale «Donne nell’agricoltura» in adempimento della mozione della CET-S del 14 novembre<br />
2012 (12.3990)<br />
Esther Grossenbacher, UFAG, Settore Ricerca, consulenza e valutazione, esther.grossenbacher@blw.admin.ch<br />
10<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 5 / 29<br />
L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />
Assicurazioni sociali<br />
Le opere sociali dello Stato, le assicurazioni di persone e quelle di cose nonché le istituzioni<br />
private costituiscono parte della rete di sicurezza formale per la popolazione contadina e non.<br />
Le diverse assicurazioni sociali come l'AVS/AI o l'assicurazione malattia e infortuni offrono alle<br />
persone un'ampia protezione contro i rischi di cui non possono fronteggiare da soli le conseguenze<br />
finanziarie.<br />
» Assicurazioni sociali<br />
Per la maggior parte delle assicurazioni sociali è impossibile effettuare una valutazione in base<br />
alla categoria professionale. Per tale motivo, l'analisi di seguito riportata si limita ad AVS, assegni<br />
familiari nell'agricoltura e aiuto sociale.<br />
Assicurazione per la vecchiaia e i superstiti<br />
L'assicurazione per la vecchiaia e i superstiti (AVS) è il pilastro principale su cui poggia il sistema<br />
svizzero di previdenza per la vecchiaia e i superstiti. Essa copre il fabbisogno vitale in<br />
caso di perdita del reddito da attività lucrativa in seguito al raggiungimento dell'età AVS o al<br />
decesso della persona che manteneva la famiglia. Introdotta nel 1948, la rendita AVS dipende<br />
dal reddito assoggettato ai contributi nel periodo attivo e da eventuali accrediti per compiti<br />
educativi e assistenziali.<br />
» AVS<br />
La statistica dei redditi AVS comprende tutti i redditi di un anno di contribuzione soggetti<br />
all'obbligo contributivo AVS, a prescindere dalla durata dell'attività lucrativa. Nel 2012 i contribuenti<br />
AVS (persone attive e non attive) sono stati circa 5,4 milioni. Di questi, 4,9 milioni<br />
erano assicurati professionalmente attivi, di età compresa tra i 18 e i 63/64 anni.<br />
La statistica dei redditi AVS più recente disponibile è quella del 2012. Da questa emerge che su<br />
un totale di 4,908 milioni di contribuenti attivi [persone con esclusivamente reddito sostitutivo<br />
(indennità giornaliera IPG, indennità giornaliera AI, indennità giornaliera dell’assicurazione<br />
militare) del tipo di contributo 1 nei conti individuali dell’AVS (=lavoratori dipendenti) ma<br />
senza altri redditi dell’attività lucrativa assoggettati ai contributi AVS non sono considerate nel<br />
totale delle persone attive)] nella fascia d'età 18-63/64, 53 200 erano agricoltori o contadine<br />
indipendenti. Per 35 600 agricoltori e 4600 contadine il reddito AVS proveniente dall'attività<br />
agricola rappresentava la parte maggiore del loro reddito AVS totale. Circa la metà dei contribuenti<br />
con attività indipendente nel settore primario aveva un'attività extraaziendale.<br />
Redditi AVS di lavoratori indipendenti nell'agricoltura¹ (Persone nella fascia d'età<br />
18-63/64 anni)²<br />
Reddito AVS<br />
2012<br />
Numero<br />
Totale reddito<br />
AVS medio<br />
Di cui<br />
dall'agricoltura<br />
Di cui da altra attività<br />
lucrativa³<br />
Età media<br />
Fr. Fr. Fr. Anni<br />
Uomini 47 100 67 400 48 400 19 000 48,2<br />
Donne 6000 37 600 26 000 11 600 47,9<br />
Totale o valore<br />
medio<br />
53 200 64 000 45 900 18 100 48,1<br />
1<br />
Analisi speciale<br />
2<br />
Le persone attive nell'anno del raggiungimento dell'età AVS (64 o 65 anni) e quelle che l’hanno superata (>65 o<br />
>66 anni) non sono considerate.<br />
3<br />
Persone senza un’altra attività lucrativa: nel calcolo del valore medio si inserisce l'importo 0 franchi.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
11
Il mio Rapporto agricolo 6 / 29<br />
L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />
Fonti: conti individuali AVS, Ufficio centrale di compensazione (UCC) - Ufficio federale delle assicurazioni sociali<br />
(UFAS); stato marzo 2016<br />
Ogni anno le casse di compensazione inoltrano i dati sul reddito dei conti individuali AVS<br />
all'Ufficio centrale di compensazione (UCC) suddivisi per tipo di contributo. I lavoratori indipendenti<br />
attivi nell'agricoltura sono notificati con un tipo di contributo separato (tipo di contributo<br />
9). Nel conto individuale dei lavoratori indipendenti che versano solo l'importo minimo<br />
di contribuzione AVS viene inserito un reddito (2012: 9094 fr.). Nel settore primario ciò interessa<br />
il 17 per cento della popolazione con attività indipendente, segnatamente 7350 uomini<br />
e 1880 donne.<br />
Assegni familiari<br />
Gli assegni familiari sono, assieme alle agevolazioni fiscali, la principale misura di compensazione<br />
degli oneri familiari. Contrariamente alle prestazioni delle altre assicurazioni sociali, essi<br />
costituiscono un reddito complementare e non sostitutivo.<br />
» Assegni familiari nell’agricoltura<br />
Nell'agricoltura gli assegni familiari vengono versati solo agli agricoltori e alpigiani indipendenti,<br />
ai pescatori professionisti e ai lavoratori agricoli dipendenti. Sono finanziati principalmente<br />
con fondi pubblici, segnatamente per due terzi dalla Confederazione e un terzo dai<br />
Cantoni.<br />
Importo degli assegni familiari nell’agricoltura<br />
Tipo di assegno familiare<br />
Importo (in fr.)<br />
Assegno per i figli¹ (figli fino a 16 anni) 200<br />
Assegno di formazione¹ (figli da 16 a 25 anni) 250<br />
Assegno per l'economia domestica 100<br />
¹ Regioni di montagna: importo maggiorato di 20 franchi<br />
Fonte: Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS)<br />
L'importo degli assegni per i figli e di formazione nell'agricoltura corrisponde a quello minimo<br />
secondo la legge federale sugli assegni familiari (LAFam). Nelle regioni di montagna l'importo<br />
è maggiorato di 20 franchi. I lavoratori agricoli dipendenti ricevono inoltre, ogni mese, un<br />
assegno per l'economia domestica del valore di 100 franchi. Singoli Cantoni versano anche<br />
altri assegni.<br />
12<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 7 / 29<br />
L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />
Percepimento degli assegni familiari nell'agricoltura 2015<br />
Beneficiari<br />
Numero<br />
Assegni<br />
Mio. fr.<br />
Lavoratori agricoli dipendenti 7884<br />
Assegni per i figli 8651 15,599<br />
Assegni di formazione 2365 4,731<br />
Assegni per l'economia domestica 7591 7,478<br />
Agricoltori 13 982<br />
Assegni per i figli 24 336 55,559<br />
Assegni di formazione 10 852 25,490<br />
Totale 21 866 108,857<br />
Senza alpigiani e pescatori<br />
Fonte: UFAS<br />
Negli ultimi anni sono diminuiti notevolmente i fondi versati nell'agricoltura sotto forma di<br />
assegni familiari a causa del calo dei beneficiari o del numero di figli e perché in seguito a<br />
una modifica della legislazione le famiglie contadine dal 2013 possono contare anche sulla<br />
legge federale sugli assegni familiari invece che sulla legge federale sugli assegni familiari<br />
nell'agricoltura. Nel 2015 gli assegni versati ammontavano a un totale di 109 milioni di franchi.<br />
Fino a fine 2007 gli assegni familiari venivano versati solo ai piccoli contadini (limite di reddito:<br />
30 000 fr.). Tale limite è stato soppresso nel 2008, anno dal quale hanno diritto agli assegni familiari<br />
tutti gli agricoltori indipendenti e sono pertanto disponibili dati comparabili. Nel 2009<br />
gli assegni familiari versati nell'agricoltura ammontavano a un totale di 150 milioni di franchi.<br />
Aiuto sociale<br />
La Costituzione federale garantisce il diritto all'aiuto in situazioni di bisogno a ogni persona<br />
soggiornante in Svizzera. Nel quadro dell'aiuto sociale pubblico, i Cantoni garantiscono prestazioni<br />
a persone che non riescono a far fronte ai propri bisogni o a quelli della famiglia.<br />
L’organizzazione e l’applicazione concreta sono disciplinate in maniera diversa a seconda del<br />
Cantone o del Comune.<br />
» Aiuto sociale<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
13
Il mio Rapporto agricolo 8 / 29<br />
L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />
Lavoratori nell'agricoltura beneficiari di aiuto sociale nel 2014¹<br />
Casi<br />
Persone in unità assistenziali<br />
(adulti e<br />
bambini)<br />
Somma dei contributi<br />
versati<br />
Importo versato per<br />
singolo caso<br />
Numero Numero Mio. fr. Fr.<br />
Lavoratore indipendente<br />
Lavoratore impiegato<br />
regolarmente<br />
Altri lavoratori<br />
in economie domestiche<br />
Lavoratori in strutture<br />
stazionarie /<br />
forme abitative particolari<br />
45 91 0,798 17 700<br />
163 360 2,324 14 300<br />
267 487 4,124 15 400<br />
24 24 0,400 16 700<br />
Totale lavoratori 499 962 7,646 15 300<br />
1<br />
Analisi speciale settore agricoltura: casi di aiuto sociale e valore medio degli importi versati in base alla situazione<br />
lavorativa.<br />
Campione: persone in casi (unità assistenziali) in cui il lavoratore richiedente è attivo nell'agricoltura (incl. silvicoltura,<br />
piscicoltura) e ha tra 15 e 64 anni.<br />
Fonte: Ufficio federale di statistica (UST)<br />
Nel 2014, per un totale di 499 casi nel settore agricolo, sono stati erogati 7,6 milioni di franchi<br />
di aiuto sociale, corrispondenti a 15 300 franchi per singolo caso; indipendentemente dal settore,<br />
la media svizzera è di 15 500 franchi per caso.<br />
Chiunque intenda ottenere prestazioni sociali deve dimostrare che ne ha bisogno. Deve pertanto<br />
presentare documenti relativi alla situazione finanziaria dell’economia domestica e<br />
dell’azienda e mettere le autorità al corrente di questioni fino a quel momento private. Per<br />
le famiglie contadine la richiesta di aiuto sociale non è conciliabile con valori diffusi quali autonomia,<br />
libertà e indipendenza. Inoltre, considerata la stretta correlazione tra azienda ed<br />
economia domestica privata, nell'agricoltura vi è anche elevata flessibilità nell'impiego di lavoro<br />
e denaro. Anche per questo motivo, le contadine e gli agricoltori fanno raramente ricorso<br />
all'aiuto sociale: in tempi difficili stringono ulteriormente la cinghia e attingono alla «sostanza».<br />
Per quanto riguarda l’aiuto sociale c’è un notevole divario fra le zone urbane e quelle rurali.<br />
Quanto più grande è il Comune o la città tanto maggiore è la percentuale di aiuti sociali. Altrettanto<br />
elevata resta la paura di essere «bollati» come beneficiari dell'aiuto sociale soprattutto<br />
nelle aree rurali.<br />
Esther Grossenbacher, UFAG, Settore Ricerca, consulenza e valutazione, esther.grossenbacher@blw.admin.ch<br />
14<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 9 / 29<br />
L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />
Condizioni di lavoro e di vita (RIFOS)<br />
Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera<br />
» Scheda della rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera<br />
(RIFOS)<br />
I risultati più importanti della valutazione speciale della rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera<br />
(RIFOS) sono riportati nelle sezioni «Età e dimensioni dell'economia domestica» e «Formazione<br />
professionale e situazione lavorativa». Le cifre corrispondono ai dati annuali della RIFOS<br />
2015, che confronta la situazione delle cinque seguenti categorie professionali di lavoratori:<br />
• agricoltori/contadine (550 uomini e 352 donne);<br />
• lavoratori indipendenti nell’artigianato/industria (1288 uomini e 191 donne);<br />
• altri lavoratori indipendenti (2000 uomini e 2233 donne);<br />
• lavoratori dipendenti nell’agricoltura (113 uomini e 65 donne);<br />
• altri lavoratori dipendenti (17 082 uomini e 17 459 donne).<br />
Nella categoria «agricoltori/contadine» rientrano agricoltori e contadine indipendenti nonché<br />
membri della famiglia che collaborano nell'azienda. I campioni di lavoratori dipendenti del<br />
primario sono molto esigui e pertanto i dati per questa categoria sono solo parzialmente affidabili<br />
dal profilo statistico. Di conseguenza, i confronti con le altre categorie vanno interpretati<br />
con cautela.<br />
Età e dimensioni dell'economia domestica<br />
In questa sezione vengono illustrati i dati relativi agli indicatori «Età delle persone occupate»<br />
e «Numero di persone nell'economia domestica».<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
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Il mio Rapporto agricolo 10 / 29<br />
L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />
L'età media degli agricoltori e delle contadine interpellati è di 51 anni, ovvero simile a quella<br />
di altri lavoratori indipendenti. I lavoratori dipendenti sono invece mediamente nove anni più<br />
giovani.<br />
Le economie domestiche contadine, con una media di 3,1 componenti, continuano a costituire<br />
nuclei più numerosi rispetto alle altre economie domestiche interpellate: in più di un quinto<br />
dei casi sono composte da 5 o più persone. Vive invece in un'economia domestica formata da<br />
una singola persona il 10 per cento dei contadini.<br />
Formazione professionale e situazione lavorativa<br />
Di seguito vengono illustrati i dati relativi a «Titolo di studi», «Frequenza di corsi di perfezionamento»,<br />
«Ore di lavoro settimanali», «Lavoro nel fine settimana» e «Giorni di ferie».<br />
16<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 11 / 29<br />
L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />
In tutti i gruppi interpellati, ma soprattutto nel settore agricolo, le donne possiedono titoli di<br />
studio inferiori rispetto agli uomini: il 30 per cento non ha un diploma professionale, mentre<br />
alcune hanno frequentato una scuola per contadine. La formazione più elevata conseguita si<br />
rileva tra gli uomini del gruppo «Altri lavoratori indipendenti», nel quale il 56 per cento ha una<br />
formazione professionale superiore.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
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Il mio Rapporto agricolo 12 / 29<br />
L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />
Per «Corsi di perfezionamento» s’intendono esclusivamente le varie forme di perfezionamento<br />
professionale. Tra i lavoratori dipendenti (uomini e donne), almeno il 17 per cento ha seguito<br />
un corso di questo tipo, mentre tra gli indipendenti la percentuale si attesta tra il 5 e il 14 per<br />
cento.<br />
Per quanto riguarda le ore di lavoro settimanali, vengono considerate esclusivamente le ore dedicate<br />
all’attività lucrativa principale (nel caso in cui si svolgano più attività lucrative); i lavori<br />
domestici non sono tenuti in considerazione. Circa il 70 per cento degli agricoltori interpellati<br />
lavora 50 o più ore alla settimana. Il tempo di lavoro medio degli agricoltori e delle contadine<br />
è di rispettivamente 54 e 32 ore settimanali.<br />
18<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 13 / 29<br />
L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />
Nel gruppo «Agricoltori/contadine», nel 2015, si sono astenuti dal lavoro nel fine settimana<br />
l'8 per cento degli uomini e il 13 per cento delle donne. Molto probabilmente si tratta di persone<br />
non dedite alla detenzione di animali da reddito. Oltre il 60 per cento dei contadini lavora<br />
regolarmente nel fine settimana.<br />
Mediamente, nel 2015, agricoltori e contadine sono andati in ferie rispettivamente 10 e 8<br />
giorni. Contrariamente agli altri lavoratori indipendenti, per le famiglie contadine, in particolare<br />
quelle che possiedono bestiame da reddito, è complicato allontanarsi temporaneamente<br />
dall’azienda.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
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Il mio Rapporto agricolo 14 / 29<br />
L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />
Rapporto agricolo 2011, 1.2.1.2 Formazione e lavoro, pag. 50<br />
Rapporto agricolo 2015 L'uomo/Famiglie contadine/Condizioni di lavoro e di vita<br />
Esther Grossenbacher, UFAG, Settore Ricerca, consulenza e valutazione, esther.grossenbacher@blw.admin.ch<br />
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Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 15 / 29<br />
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Condizioni di vita (SILC)<br />
Sulla base dei risultati di una valutazione speciale dell'indagine «Statistics on Income and Living<br />
Conditions» (SILC), le condizioni di vita delle famiglie contadine sono state analizzate e<br />
messe a confronto con quelle di altre economie domestiche.<br />
SILC<br />
Nell'ambito della SILC, nel 2014 sono state intervistate 262 persone di estrazione contadina.<br />
Per economia domestica contadina si intende un nucleo familiare comprendente almeno una<br />
persona che lavora come agricoltore indipendente. Per consentire il confronto tra le economie<br />
domestiche contadine e quelle non agricole, le prime sono state classificate nel gruppo «Economie<br />
domestiche in regioni scarsamente popolate», dove la persona di riferimento esercita<br />
un’attività lucrativa (gruppo di controllo: 2033 persone).<br />
Tutte le stime effettuate sulla base di un campione - analogamente alla SILC - hanno un certo<br />
margine di incertezza, perché per valutare una caratteristica di tutta la popolazione ne viene<br />
interpellata solo una parte. Questa incertezza può essere quantificata calcolando un cosiddetto<br />
intervallo di confidenza: minore è la sua ampiezza, maggiore è la precisione dei risultati. Con<br />
l'intervallo di confidenza si indica che il valore effettivo di una caratteristica nella popolazione<br />
intera rientra con grande probabilità (95 %) nell'intervallo. Grazie all'intervallo di confidenza<br />
si può inoltre stabilire se le differenze sono significative in termini statistici. Il campione delle<br />
economie domestiche contadine è piccolo; gli intervalli di incertezza e di confidenza, di conseguenza,<br />
sono ampi.<br />
Di seguito vengono illustrati i risultati principali relativi a soddisfazione, situazione finanziaria,<br />
contesto e ambiente abitativo nonché fiducia nello Stato/nella politica.<br />
Soddisfazione<br />
Nel valutare la soddisfazione in diversi ambiti, quali vita, rapporti personali o stato di salute,<br />
emerge un quadro eterogeneo. In entrambi i gruppi la soddisfazione per la propria situazione<br />
finanziaria raggiunge un valore pressoché analogo, per il reddito dall'attività a titolo<br />
principale, invece, vi sono differenze notevoli. Il 44 per cento degli interpellati di economie<br />
domestiche contadine dice di essere molto soddisfatto, nelle economie domestiche rurali la<br />
percentuale sale addirittura al 56 per cento. I membri di economie domestiche contadine che si<br />
dichiarano molto soddisfatti delle condizioni lavorative sono meno rispetto al gruppo di controllo,<br />
mentre per il clima lavorativo la situazione si ribalta. Anche i risultati relativi al tempo<br />
libero sono eterogenei. La soddisfazione per le attività nel tempo libero è la stessa sia per i<br />
membri delle famiglie contadine sia per il gruppo di controllo, ma i contadini si dicono un po’<br />
meno soddisfatti per quel che riguarda la disponibilità di tempo libero. Le altre differenze di<br />
minore portata non sono significative. Nel complesso (media dei 12 valori mediani) le persone<br />
interpellate appartenenti a economie domestiche contadine sono tanto soddisfatte quanto<br />
quelle del gruppo di controllo.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
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Il mio Rapporto agricolo 3 / 7<br />
L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />
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Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
Ufficio federale dell’agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 17 / 29<br />
L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />
Situazione finanziaria<br />
I contadini interpellati che hanno affermato di essere molto soddisfatti della situazione finanziaria<br />
sono meno rispetto al gruppo di controllo. In termini percentuali il numero di persone<br />
che affermano di avere difficoltà finanziarie è analogo nelle economie domestiche contadine e<br />
in quelle non contadine in regioni scarsamente popolate (ca. 10 %).<br />
La percentuale delle economie domestiche contadine che dichiarano di avere difficoltà nel sostenere<br />
spese inattese è minore rispetto alle economie domestiche del gruppo di controllo, ma<br />
un numero sensibilmente più alto di economie domestiche contadine (7 %) ha problemi a riscaldare<br />
sufficientemente l'abitazione. La quota di economie domestiche che non possono andare<br />
in ferie per ragioni economiche è simile in entrambi i gruppi (contadino e rurale) e si<br />
attesta attorno all'8 per cento.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
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Il mio Rapporto agricolo 18 / 29<br />
L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />
Contesto e ambiente abitativo<br />
La popolazione contadina vive significativamente più spesso (17 %) in abitazioni troppo buie<br />
rispetto al gruppo di controllo (7 %). Anche la percentuale di contadini che vivono in abitazioni<br />
troppo umide è alta ma la differenza rispetto al gruppo di controllo, in questo caso, non<br />
è significativa.<br />
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Il mio Rapporto agricolo 19 / 29<br />
L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />
Per quel che riguarda il contesto abitativo, dai risultati emerge che i membri di economie domestiche<br />
contadine sono meno infastiditi dai rumori rispetto al gruppo di controllo.<br />
Fiducia nello Stato/nella politica<br />
Le valutazioni relative alle domande sulla fiducia nel sistema legislativo sono andate tutte più<br />
o meno nella stessa direzione (punteggio di 6,6-7 su 10), ma le differenze tra le economie domestiche<br />
contadine e le altre economie domestiche rurali sono significative in termini statistici.<br />
I contadini ripongono una fiducia minore nel sistema legislativo svizzero. La fiducia nel<br />
sistema politico è la stessa per tutti e due i gruppi (ca. 6,5).<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
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Il mio Rapporto agricolo 20 / 29<br />
L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />
Esther Grossenbacher, UFAG, Settore Ricerca, consulenza e valutazione, esther.grossenbacher@blw.admin.ch<br />
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Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 21 / 29<br />
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Soddisfazione sul lavoro in Svizzera e nella Germania nord<br />
orientale<br />
Ogni anno vi sono aziende che abbandonano l’agricoltura. Mentre da un lato diminuiscono le<br />
piccole aziende, dall’altro aumentano quelle grandi. A partire da tale scenario, uno studio di<br />
Agroscope ha analizzato le differenze tra l’agricoltura svizzera, caratterizzata da piccole strutture,<br />
praticata quasi esclusivamente da aziende familiari, e l’agricoltura della Germania nord<br />
orientale, piuttosto industriale, nella quale sono le aziende non familiari, come ad esempio le<br />
cooperative, che dominano la produzione. L’azienda media nel Meclemburgo-Pomerania Anteriore<br />
ha, ad esempio, una dimensione di 286 ettari mentre mediamente l’azienda svizzera<br />
gestisce 19 ettari. Nello studio, tra le altre cose, è stata confrontata la soddisfazione sul lavoro<br />
dei contadini.<br />
Per poter paragonare aspetti differenti tra i due diversi sistemi agricoli è stato creato un questionario<br />
che è stato inviato a 3000 contadini svizzeri e a 2000 contadini della Germania nord<br />
orientale tra dicembre 2013 e marzo 2014. Complessivamente 1687 partecipanti hanno rispedito<br />
il questionario e di questi 1 158 intervistati (833 svizzeri e 325 tedeschi dell’area nord orientale)<br />
hanno valutato la soddisfazione in merito alla loro attività agricola con una scala da 0<br />
(“assolutamente insoddisfatto”) a 10 (“assolutamente soddisfatto”). Inoltre sono stati rilevati<br />
dati sulla struttura aziendale e sulla situazione finanziaria.<br />
Gli autori hanno condotto due analisi statistiche per spiegare la soddisfazione sul lavoro dei<br />
contadini; una comprendeva la dimensione aziendale e l’altra la situazione finanziaria stimata<br />
soggettivamente. Sono stati analizzati altri fattori come ad esempio la presenza nell’azienda di<br />
attività affini all’agricoltura (p.es. vendita diretta, agriturismo o attività nel settore ricettivo),<br />
il grado di occupazione al di fuori dell’agricoltura, il metodo di produzione (biologico / non<br />
biologico), ma anche l’età o il livello di formazione degli intervistati.<br />
Risultati del sondaggio<br />
Senza considerare la dimensione dell’azienda e la situazione finanziaria, nel periodo oggetto<br />
dell’analisi in generale non c’è stata alcuna differenza nel grado medio di soddisfazione sul<br />
lavoro tra gli agricoltori svizzeri e quelli della Germania nord orientale. Tuttavia prendendo in<br />
considerazione la struttura e la situazione finanziaria delle aziende si evincono significative<br />
differenze tra le regioni. I contadini svizzeri in generale erano più soddisfatti del loro lavoro<br />
rispetto a quelli della Germania nord orientale.<br />
Di seguito maggiori dettagli. Mentre nella Germania nord orientale i capoazienda di grandi aziende<br />
erano più soddisfatti del loro lavoro rispetto a quelli delle piccole aziende, in Svizzera<br />
la dimensione non è rilevante. Anche la situazione finanziaria stimata soggettivamente ha influenzato<br />
in misura differente il grado di soddisfazione sul lavoro nelle regioni. Certamente<br />
per entrambe è risultato vero che il grado di soddisfazione sul lavoro è stato tanto maggiore<br />
quanto migliore era la situazione finanziaria dell’azienda ma per i contadini svizzeri questa<br />
correlazione era meno rilevante.<br />
Per i capoazienda di entrambe le regioni, inoltre, il grado di soddisfazione sul lavoro in ambito<br />
agricolo diminuiva quanto maggiore era il loro grado di occupazione al di fuori dell’agricoltura.<br />
Inoltre i contadini in generale erano più soddisfatti del proprio lavoro se il loro reddito era<br />
generato da attività extraagricole ma con riferimento all’azienda. Da un lato ciò determina sicuramente<br />
un’alternanza nella quotidianità lavorativa e dall’altro offre una maggiore garanzia<br />
dal profilo finanziario per l’azienda, il che, a sua volta, può influenzare in modo positivo la<br />
soddisfazione.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
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Il mio Rapporto agricolo 22 / 29<br />
L’UOMO > FAMIGLIE CONTADINE<br />
Un’ulteriore analisi ha mostrato l’effetto positivo di una gamma variata di rami di produzione<br />
(come latte, ingrasso, campicoltura) sulla soddisfazione sul lavoro dei contadini svizzeri. I capoazienda<br />
che avevano più rami di produzione agricola hanno mostrato una maggiore soddisfazione<br />
nel loro lavoro rispetto a quelli attivi in aziende più specializzate. Nella Germania nord<br />
orientale la varietà dei rami aziendali non svolge alcun ruolo poiché gli aspetti finanziari sembrano<br />
essere fondamentali e questa strategia di specializzazione fa sperare in un maggior successo.<br />
Conclusioni<br />
Lo studio evidenzia che la struttura delle singole aziende, ma anche quella dell’intera agricoltura,<br />
influenza la soddisfazione sul lavoro dei contadini. Particolarmente interessante è<br />
l’effetto positivo delle varie modalità di diversificazione aziendale sulla soddisfazione dei contadini<br />
per quanto riguarda il loro lavoro. Ciò dimostra che una tale strategia della gestione<br />
aziendale, oltre agli effetti positivi nel garantire una determinata situazione dal profilo del<br />
reddito, è positiva anche per la percezione del lavoro nell’agricoltura. Ciò vale in particolare per<br />
i contadini svizzeri per i quali gli aspetti finanziari sembrano svolgere un ruolo secondario per<br />
la loro soddisfazione rispetto ai colleghi della Germania nord orientale. Nel complesso, nelle<br />
aziende svizzere tali fattori qualitativi hanno una maggiore influenza sulla soddisfazione sul<br />
lavoro rispetto agli aspetti economici.<br />
Which farm characteristics influence work satisfaction?<br />
Bibliografia<br />
T. Besser, S. Mann (2015): Which farm characteristics influence work satisfaction? An analysis of two agricultural<br />
systems, Agricultural Systems 141, 107-112.<br />
S. Mann, T. Besser (in esame): Diversification and work satisfaction - testing a claim by Marx and Engels for farmers.<br />
Rural Sociology.<br />
Tim Besser, Agroscope<br />
Contato: Esther Grossenbacher, UFAG, Settore Ricerca, consulenza e valutazione,<br />
esther.grossenbacher@blw.admin.ch<br />
28<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 23 / 29<br />
L’UOMO > SOCIETÀ<br />
«Notfallhilfe» - La piattaforma per le emergenze<br />
Per le famiglie contadine la forte interazione tra azienda e famiglia o tra vita professionale<br />
e privata può comportare situazioni in alcuni casi molto complesse. Raramente, infatti, i problemi<br />
in un ambito o nell'altro possono essere affrontati o risolti in maniera isolata.<br />
Per affrontare queste particolari sfide esistono, nella maggior parte dei casi già da diversi anni,<br />
offerte particolari per le famiglie contadine con difficoltà sociali e/o finanziarie. Dalla primavera<br />
2015, rappresentanti di sportelli di questo tipo della Svizzera tedesca si incontrano, sotto<br />
la direzione di AGRIDEA, nel quadro della piattaforma «Notfallhilfe», con la quale è stato compiuto<br />
un primo passo verso lo scambio di informazioni e di esperienze. L'obiettivo è imparare<br />
gli uni dagli altri e sviluppare ulteriormente le offerte dal profilo sia contenutistico sia istituzionale.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
29
Il mio Rapporto agricolo 3 / 4<br />
L’UOMO > SOCIETÀ<br />
Sportelli per famiglie contadine in situazioni difficili<br />
Nome<br />
Contatto<br />
CH Bäuerliches Sorgentelefon 041 820 02 15 (lun 8.15-12 e gio<br />
18-22),<br />
info@baeuerlichessorgentelefon.ch<br />
AG<br />
AR<br />
BE<br />
BE<br />
FR<br />
Unterstützung im Rahmen der betriebswirtschaftlichen<br />
Beratung<br />
Weitblick – Bauernfamilien orientieren<br />
sich im Zeitwandel<br />
Inforama Aufwind: für Bauernfamilien<br />
in Bedrängnis<br />
Anlaufstelle Überlastung Landwirtschaft<br />
Unterstützung für Landwirtschaftsbetriebe<br />
in Schwierigkeiten<br />
Landwirtschaftliches Zentrum Liebegg<br />
5772 Gränichen<br />
062 855 86 24,<br />
christoph.beyeler@ag.ch<br />
Betriebs- und bäuerlich hauswirtschaftliche<br />
Beratung<br />
9102 Herisau<br />
071 353 67 56,<br />
irene.muehlebach@ar.ch;<br />
071 353 67 51,<br />
jeannette.stadelmann@ar.ch<br />
Rütti, Zollikofen, 031 910 51 11<br />
inforama.ruetti@vol.be.ch;<br />
Berner Oberland, Hondrich,<br />
033 650 84 00<br />
inforama.oberland@vol.be.ch;<br />
Emmental Bäregg, Bärau,<br />
034 409 37 11<br />
inforama.emmental@vol.be.ch;<br />
Seeland, Ins, 032 312 91 11<br />
inforama.seeland@vol.be.ch;<br />
Waldhof, Langenthal, 062 916 01 01<br />
inforama.waldhof@vol.be.ch<br />
Oekonomische und Gemeinnützige<br />
Gesellschaft (OGG) des Kantons Bern<br />
Erlachstrasse 5, 3001 Berna<br />
079 200 00 44,<br />
hildegard.wyss@ogg.ch,<br />
Landwirtschaftliches Institut des<br />
Kantons Freiburg<br />
Route de Grangeneuve 31, 1725 Posieux<br />
026 305 58 00<br />
LU Offeni Türe i de Not Luzerner Bäuerinnen- und Bauern<br />
Schellenrain 5, 6210 Sursee<br />
041 939 20 39,<br />
offeni.tuer@bluewin.ch<br />
SG<br />
TG<br />
UR<br />
ZH<br />
Offni Tür – Unterstützung von Bäuerinnen<br />
und Bauern in schwierigen Situationen<br />
e<br />
Ostschweizer Gruppe für getrenntlebende<br />
oder geschiedene Bäuerinnen<br />
Wegweiser für Thurgauer Bauernfamilien<br />
Zentralschweizer Erfahrungsgruppe<br />
für Bäuerinnen nach Trennung oder<br />
Scheidung<br />
Offeni Tür – für Bäuerinnen und<br />
Bauern zur Beratung in sozialen und<br />
finanziellen Notlagen<br />
Landwirtschaftliches Zentrum SG,<br />
9456 Salez<br />
058 228 24 07 und 058 228 08<br />
(lun 16-18 e gio 10-12),<br />
silvia.hohl@lzsg.ch<br />
Verband Thurgauer Landwirtschaft<br />
Bildungs- und Beratungszentrum<br />
Arenenberg<br />
8268 Salenstein<br />
071 663 33 70,<br />
christian.eggenberger@tg.ch<br />
Agnes Schneider-Wermelinger<br />
Lochland, 6017 Ruswil<br />
041 495 13 63,<br />
agnes.schneider@pop.agri.ch<br />
044 869 21 68 (lun-ven 13-14, gio<br />
19-20)<br />
30<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 4 / 4<br />
L’UOMO > SOCIETÀ<br />
Fonte: Bäuerliches Sorgentelefon<br />
Anche nella Svizzera romanda esistono sportelli speciali per le famiglie contadine in difficoltà,<br />
in genere d'iniziativa privata come «Solidarité Paysans Romandie» e il nuovo «Aumônier dans<br />
le monde agricole» (Pierre-André Schütz). Dal 1997 al 2012, nel Cantone Vaud era attiva «Cellule<br />
de crises», un'offerta specifica di Prométerre per famiglie contadine con difficoltà finanziarie,<br />
che oggi rientra nell'ordinaria attività di consulenza dell'associazione.<br />
Il sostegno alle famiglie in situazioni difficili deve essere ulteriormente migliorato. Alcuni studi<br />
scientifici hanno individuato delle possibilità in questo senso: oltre a potenziare la collaborazione<br />
e l'utilizzo di sinergie delle offerte esistenti è necessario creare, dapprima nel quadro di<br />
un progetto pilota, un servizio di coordinamento tra la consulenza agricola e quella sociale in<br />
un Cantone o in una regione. Inoltre, bisogna puntare a moduli di perfezionamento professionale<br />
specifici per la consulenza riguardo a sfide sociali come sovraccarico/burn out. Per il riconoscimento<br />
precoce di famiglie contadine in situazioni difficili è altresì importante analizzare<br />
più a fondo il ruolo di prestatori di servizi che entrano regolarmente in contatto con loro, come<br />
i fiduciari o i controllori del latte, nell'obiettivo di coinvolgerli maggiormente.<br />
Bäuerliches Sorgentelefon<br />
Rapporto agricolo 2004, pag. 68<br />
Esther Grossenbacher, UFAG, Settore Ricerca, consulenza e valutazione, esther.grossenbacher@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
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Il mio Rapporto agricolo 26 / 29<br />
L’UOMO > SOCIETÀ<br />
Protezione delle terre coltive<br />
Sviluppi generali della sicurezza delle terre coltive<br />
Una sfida centrale della politica agricola svizzera consiste nella preservazione della qualità e<br />
della quantità dei suoli agricoli. Recentemente in Svizzera nella politica e tra la popolazione si<br />
riscontra una maggiore sensibilità nei confronti della tematica del suolo e del massiccio sfruttamento<br />
delle terre coltive. In vari Cantoni e a livello nazionale iniziative sulla protezione delle<br />
terre coltive sono in corso o sono state già discusse nei Parlamenti.<br />
Benché nel 1992, vista la perdita costante e rapida di terre coltive, il Consiglio federale abbia<br />
decretato, mediante un piano settoriale, una superficie minima per le superfici di avvicendamento<br />
delle colture (SAC) e i Cantoni siano tenuti a garantire una quota di questa superficie<br />
minima, perdura la pressione sulle restanti terre coltive, tanto che ogni anno ne vanno persi<br />
circa 3400 ettari. Pertanto si pone la questione se le attuali condizioni poste dal diritto federale<br />
in materia di protezione delle terre coltive siano opportune e in quale misura potrebbero essere<br />
migliorate onde arrestare la perdita di terre coltive.<br />
In tale contesto le Commissioni della gestione delle Camere federali (CdG) hanno conferito<br />
al Controllo parlamentare dell'amministrazione l'incarico di effettuare una valutazione delle<br />
misure volte a garantire le terre coltive con particolare attenzione alla protezione delle SAC. La<br />
valutazione ha interessato soltanto il ruolo della Confederazione relativamente alla protezione<br />
delle terre coltive poiché il loro utilizzo nei Cantoni non rientra nell'ambito di vigilanza delle<br />
CdG. Dal rapporto valutativo sono emerse diverse raccomandazioni per migliorare la protezione<br />
delle terre coltive.<br />
Maggiore protezione delle superfici per l’avvicendamento delle colture<br />
Per i terreni agricoli prioritari in Svizzera vigono particolari disposizioni di protezione. Il piano<br />
settoriale delle SAC mira a preservare almeno 438 460 ettari dei migliori suoli e ogni Cantone<br />
deve garantire un contingente. La forte estensione degli insediamenti urbani ha determinato<br />
una maggiore pressione per le SAC.<br />
Al momento è in corso la prima fase di revisione della legge sulla pianificazione del territorio<br />
(LPT), nel quadro della quale sono state stabilite diverse misure volte ad arginare la crescita<br />
degli insediamenti e quindi indirettamente a consentire una maggiore protezione delle terre<br />
coltive. È stata potenziata in particolare la protezione delle SAC; in futuro potranno essere<br />
azzonate SAC soltanto se:<br />
• senza sfruttare tali zone, non è ragionevolmente possibile raggiungere un obiettivo importante<br />
anche dal punto di vista del Cantone; e<br />
• viene garantito che le superfici sfruttate sono impiegate in modo ottimale secondo lo stato<br />
attuale delle conoscenze.<br />
Il Tribunale federale conferisce particolare importanza a una reale ponderazione degli interessi,<br />
come prescrive da tempo l’articolo 3 dell’ordinanza sulla pianificazione del territorio<br />
(OPT).<br />
Nell’ambito della seconda fase di revisione della LPT vi sarebbero anche un potenziamento della<br />
protezione delle terre coltive e l’attuazione del Piano settoriale SAC. Mediante questa revisione<br />
dovrebbero essere elaborate le modalità per la compensazione delle SAC. In base ai pareri inoltrati<br />
il 4 dicembre 2015, il Consiglio federale ha deciso di limitare la seconda fase di revisione<br />
a pochi temi fondamentali per la pianificazione territoriale. Sulla scorta di tale decisione, i<br />
temi della protezione delle terre coltive e SAC sono stati eliminati dal progetto di revisione.<br />
L'attenzione va posta sull'elaborazione e il potenziamento del piano direttore delle SAC e sulle<br />
32<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 27 / 29<br />
L’UOMO > SOCIETÀ<br />
condizioni quadro necessarie a tal fine. I lavori sono condotti sotto la co-direzione degli Uffici<br />
federali dello sviluppo territoriale e dell'agricoltura. Approssimativamente sono previste tre<br />
fasi di lavoro che richiederanno diversi anni.<br />
• Nella prima fase dell'elaborazione è stato istituito un gruppo di esperti le cui conoscenze<br />
tecniche sono ampiamente riconosciute, consentendo una visione completa dello stato<br />
delle cose.<br />
• Nella seconda fase saranno elaborati elementi concreti di un piano settoriale delle SAC al<br />
passo con i tempi.<br />
• Durante la terza fase (2017/18), sarà avviata una consultazione tra i Cantoni e le cerchie<br />
interessate giusta l'articolo 19 OPT.<br />
Il varo da parte del Consiglio federale è previsto per il 2018. Ad oggi non è possibile affermare<br />
se in questa fase siano necessarie modifiche a livello di legge o di ordinanza (in particolare LPT<br />
e OPT) e come sarà l'attuazione della versione rivista del piano settoriale nei Cantoni. Le CdG<br />
inoltre hanno espresso ulteriori raccomandazioni per il Consiglio federale.<br />
Maggior ancoraggio normativo della protezione delle terre coltive<br />
Il Consiglio federale dovrebbe esaminare un maggior ancoraggio delle prescrizioni del diritto<br />
federale in materia di protezione delle terre coltive e indicare quali vantaggi e svantaggi comporterebbe<br />
l'introduzione di un obbligo di compensazione sancito dal diritto federale in caso<br />
di utilizzo di SAC nonché come valutare l’inserimento di tale obbligo a livello federale.<br />
Vigilanza della Confederazione sull’esecuzione nei Cantoni<br />
Il Consiglio federale deve tutelare in maniera attiva e completa la sua funzione di vigilanza nel<br />
settore della protezione delle terre coltive e di conseguenza sfruttare il margine di manovra<br />
esistente.<br />
Considerazione della protezione delle terre coltive nei progetti della<br />
Confederazione<br />
Nei progetti della Confederazione il Consiglio federale deve proporre misure determinanti una<br />
maggiore protezione delle terre coltive. Verifica in particolare se le modifiche nella procedura<br />
di pianificazione sono adeguate a coinvolgere tempestivamente i servizi specializzati<br />
competenti. Inoltre provvede affinché sia adeguatamente considerata la protezione delle SAC<br />
nell'approntamento dei piani settoriali della Confederazione, segnatamente nel piano settoriale<br />
dei trasporti.<br />
Anton Stübi, UFAG, Settore Migliorie fondiarie, anton.stuebi@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
33
Il mio Rapporto agricolo 28 / 29<br />
L’UOMO > SOCIETÀ<br />
Studio sulla vitalità e l'attrattiva delle aree rurali<br />
Le aree rurali e le regioni di montagna in Svizzera forniscono prestazioni importanti per l'intero<br />
Paese. Non sono soltanto lo spazio in cui vive e risiede la popolazione, bensì svolgono funzioni<br />
rilevanti come spazio economico, ricreativo e d'identificazione nonché ad elevato valore naturalistico<br />
e paesaggistico.<br />
Nel 2015 il Consiglio federale ha varato, per la prima volta, una politica per le aree rurali e<br />
le regioni montane che coinvolge più Uffici federali, sottolineando la valenza di queste aree<br />
nell'ottica di uno sviluppo sostenibile. Lo sviluppo decentrato del territorio può essere garantito<br />
a lungo termine soltanto se le aree rurali possiedono vitalità e attrattiva come spazio<br />
abitativo, di lavoro e naturale. La preservazione dell'occupazione decentrata è un'importante<br />
prestazione dell'agricoltura nell'interesse della collettività, alla stessa stregua della preservazione<br />
dell'apertura del paesaggio o della conservazione delle basi vitali naturali. Queste prestazioni<br />
hanno un'elevata valenza anche per altri rami economici, come il turismo ad esempio.<br />
La promozione di aree rurali vitali e attrattive è quindi anche un interesse fondamentale della<br />
politica agricola e costituisce uno dei quattro obiettivi strategici del Consiglio federale per la<br />
PA 14-17.<br />
Per quanto riguarda le misure di politica agricola volte a promuovere la vitalità e l'attrattiva<br />
delle aree rurali la questione è definire quando le aree rurali sono attrattive, quali proprietà<br />
hanno le aree rurali vitali e come può la politica agricola potenziare in maniera mirata<br />
l'attrattiva e la vitalità delle aree rurali svizzere. Per trovare una risposta a queste domande<br />
l'UFAG ha commissionato uno studio sul «Contributo dell'agricoltura all'attrattiva e alla vitalità<br />
delle aree rurali», allo scopo di definire le proprietà delle aree rurali attrattive e vitali e<br />
sviluppare indicatori per misurarle. L'obiettivo era, inoltre, analizzare le correlazioni tra agricoltura<br />
e politica agricola da un lato e attrattiva e vitalità delle aree rurali dall'altro.<br />
Indicatori per misurare la vitalità e l'attrattiva delle aree rurali<br />
Nello studio sono stati sviluppati attributi e parametri (indicatori) per descrivere e misurare la<br />
vitalità e l'attrattiva delle aree rurali a livello comunale. Sono stati così visionati i dati disponibili<br />
nei Comuni per appurare se si addicevano alla misurazione della vitalità e dell'attrattiva<br />
delle aree rurali.<br />
» A1<br />
» A2<br />
Per stabilire la vitalità dei Comuni sono stati utilizzati 13 indicatori che descrivono la vitalità di<br />
un'area nelle tre dimensioni della sostenibilità: società (popolazione vitale, società civile viva<br />
e coesistenza intatta, salute e situazione sociale della popolazione), economia (competitività)<br />
ed ecologia (ecosistema intatto e resiliente).<br />
L'attrattiva dei Comuni delle aree rurali svizzere è stata definita sulla base di 10 indicatori scelti<br />
secondo tre ottiche distinte in cui il Comune è considerato come luogo di residenza (servizio<br />
pubblico e assetto di base, possibilità di lavoro e formazione, varietà naturale e del paesaggio<br />
rurale, situazione del reddito e carico fiscale), come piazza economica (disponibilità di manodopera<br />
qualificata, infrastrutture economiche e relative alle risorse) e come spazio ricreativo<br />
per il tempo libero (raggiungibilità dal profilo tecnico dei trasporti, infrastruttura e offerta turistiche).<br />
Grazie a questi indicatori la vitalità e l'attrattiva delle aree rurali è stata misurata per la prima<br />
volta a livello comunale su tutto il territorio nazionale. I risultati dello studio indicano che<br />
i Comuni a elevata vitalità ecologica e quelli a elevata attrattiva economica non coincidono.<br />
La vitalità e l'attrattiva sono strettamente correlate ad attributi geografici quali topografia e<br />
raggiungibilità. I Comuni economicamente attrattivi sono spesso ubicati nelle aree periurbane<br />
mentre quelli valutati vitali dal profilo ecologico si collocano piuttosto nelle aree rurali periferiche.<br />
Queste ultime sono maggiormente forgiate dall’agricoltura rispetto a quelle periurbane.<br />
34<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 29 / 29<br />
L’UOMO > SOCIETÀ<br />
Ruolo della politica agricola nelle aree rurali<br />
Il contributo dell'agricoltura e della politica agricola alla vitalità e all'attrattiva delle aree<br />
rurali è complesso. Quello della politica agricola non ha potuto essere valutato in maniera definitiva<br />
nel quadro dello studio a causa della mancanza di dati, soprattutto sui «soft factors»<br />
come bellezza del luogo o impegno nella vita pubblica, e delle notevoli differenze strutturali<br />
tra i Comuni delle aree rurali svizzere.<br />
Tuttavia, i dati analizzati indicano una stretta correlazione tra agricoltura e vitalità dal profilo<br />
ecologico dei Comuni. Gli impulsi di sviluppo a livello economico che scaturiscono dal primario,<br />
invece, sono relativamente deboli nell'insieme delle aree rurali. Ciononostante le aree rurali<br />
periferiche continuano a essere fortemente forgiate dall'agricoltura e dall'attuazione delle misure<br />
della politica agricola.<br />
Sintesi<br />
I risultati dello studio suggeriscono che la promozione della vitalità e dell'attrattiva delle aree<br />
rurali va considerata sempre più come un compito condiviso, cui la politica agricola può contribuire<br />
in modo sostanziale grazie ai suoi strumenti. Nell'ottica della politica per le aree rurali<br />
e le regioni di montagna, in futuro, gli strumenti della politica agricola finalizzati allo sviluppo<br />
delle aree rurali dovranno essere impiegati laddove possano avere il massimo impatto in vista<br />
di uno sviluppo sostenibile.<br />
Bibliografia<br />
Consiglio federale svizzero (2015): Politica della Confederazione per le aree rurali e le regioni montane; Rapporto in<br />
adempimento della mozione 11.3927 Maissen del 29 settembre 2011. Per uno sviluppo territoriale coerente in Svizzera.<br />
Rapporto del 18 febbraio 2015. Berna<br />
Ecoplan e Scuola superiore di scienze agrarie, forestali e alimentari SSAFA (2016): Beitrag der Landwirtschaft<br />
und der Agrarpolitik zur Vitalität und Attraktivität des ländlichen Raums. Studio su mandato dell’Ufficio federale<br />
dell’agricoltura (UFAG). Berna<br />
Susanne Menzel, UFAG, Settore Economia agricola, spazio rurale e strutture, susanne.menzel@blw.admin.ch<br />
Daniel Baumgartner, UFAG, Settore Economia agricola, spazio rurale e strutture,<br />
daniel.baumgartner@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
35
Il mio Rapporto agricolo 2 / 31<br />
AZIENDA > INTRODUZIONE<br />
Introduzione<br />
Nella rubrica Azienda vengono trattati gli sviluppi strutturali e la situazione economica<br />
dell'agricoltura. Il rapporto si focalizza in particolare sul numero di aziende e le rispettive dimensioni,<br />
nonché su numero di lavoratori, superficie agricola utile ed effettivo di animali. Presenta<br />
inoltre la situazione economica dell'intero settore e delle aziende individuali.<br />
36<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 3 / 31<br />
AZIENDA > STRUTTURE<br />
Aziende<br />
» A3<br />
In Svizzera, nel 2015 si sono registrate 53 232 aziende agricole, con un calo dell’1,5 per cento<br />
rispetto all’anno precedente.<br />
» Rilevazione sulle strutture agricole 2015<br />
Evoluzione del numero di aziende per classe di dimensioni<br />
Classe di dimensioni<br />
Numero di aziende<br />
Numero di aziende<br />
Numero di aziende<br />
Variazione per<br />
anno in %<br />
Variazione per<br />
anno in %<br />
2000 2014 2015 2000-2015 2014-2015<br />
0–3 ha 8 371 5 615 5 582 -2,7 -0,6<br />
3-10 ha 18 542 10 481 10148 -3,7 -3,2<br />
10-20 ha 24 984 16 731 16209 -2,8 -3,1<br />
20-30 ha 11 674 11 121 11007 -0,4 -1,0<br />
30-50 ha 5 759 7 651 7 734 2,0 1,1<br />
> 50 ha 1 207 2 447 2 552 5,1 4,3<br />
Totale 70 537 54 046 53 232 -1,9 -1,5<br />
Fonte: UST<br />
Dal 2000 al 2015 il numero di aziende agricole è diminuito complessivamente di 17 305 unità,<br />
ossia dell'1,9 per cento all'anno. In tale periodo il calo assoluto maggiore si è registrato per le<br />
aziende della classe di dimensioni 3-10 ettari. Il numero di aziende è, invece, aumentato per<br />
le classi di dimensioni oltre i 30 ettari.<br />
Evoluzione del numero di aziende con capoazienda donna per classe di dimensioni<br />
Classe di dimensioni<br />
Numero di aziende<br />
con capoazienda<br />
donna<br />
Numero di aziende<br />
con capoazienda<br />
donna<br />
Numero di aziende<br />
con capoazienda<br />
donna<br />
Variazione per<br />
anno in %<br />
Variazione per<br />
anno in %<br />
2000 2014 2015 2000-2015 2014-2015<br />
0–3 ha 654 555 562 -1,0 1,3<br />
3-10 ha 1 116 1 007 1 008 -0,7 0,1<br />
10-20 ha 418 756 762 4,1 0,8<br />
20-30 ha 95 298 320 8,4 7,4<br />
30-50 ha 52 154 169 8,2 9,7<br />
> 50 ha 11 31 28 6,4 -9,7<br />
Totale 2 346 2 801 2 849 1,3 1,7<br />
Fonte: UST<br />
Nell'anno oggetto del rapporto, 2 849 aziende, ovvero il 5,4 per cento di tutte le aziende, erano<br />
gestite da donne. Tra il 2000 e il 2015 il numero delle aziende agricole gestite da un capoazienda<br />
di sesso femminile è aumentato di 503 unità all’anno, ossia dell’1,3 per cento.<br />
Rispetto alla totalità delle aziende, quelle gestite da donne sono la maggioranza nelle classi di<br />
dimensioni fino a 10 ettari, mentre la situazione si inverte nelle classi di dimensioni oltre 10<br />
ettari. Ciò significa che le aziende gestite da donne sono mediamente più piccole rispetto alla<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
37
Il mio Rapporto agricolo 4 / 31<br />
AZIENDA > STRUTTURE<br />
totalità delle aziende. Anche tra le aziende con un capoazienda donna si osserva, tuttavia, una<br />
tendenza verso classi di dimensioni più grandi.<br />
Evoluzione del numero di aziende per regione<br />
Regione<br />
Regione di pianura<br />
Numero di aziende<br />
Numero di aziende<br />
Numero di aziende<br />
Variazione per<br />
anno in %<br />
Variazione per<br />
anno in %<br />
2000 2014 2015 2000-2015 2014-2015<br />
31 612 24 016 23 644 -1,9 -1,5<br />
Regione collinare 18 957 14 994 14 770 -1,7 -1,5<br />
Regione di montagna<br />
19 968 15 036 14 818 -2,0 -1,4<br />
Totale 70 537 54 046 53 232 -1,9 -1,5<br />
Fonte: UST<br />
Tra il 2000 e il 2015, per quanto riguarda le singole regioni, il tasso di flessione annuo con<br />
il valore massimo si è registrato nella regione di montagna (-2 %). Nell’anno oggetto del rapporto<br />
in tutte e tre le regioni tale tasso è rimasto pressoché invariato.<br />
Evoluzione del numero di aziende con capoazienda donna per regione<br />
Regione<br />
Regione di pianura<br />
Numero di aziende<br />
Numero di aziende<br />
Numero di aziende<br />
Variazione per<br />
anno in %<br />
Variazione per<br />
anno in %<br />
2000 2014 2015 2000-2015 2014-2015<br />
924 1 125 1 146 1,4 1,9<br />
Regione collinare 580 729 724 1,5 -0,7<br />
Regione di montagna<br />
842 947 979 1,0 3,4<br />
Totale 2 346 2 801 2 849 1,3 1,7<br />
Fonte: UST<br />
Nel 2015 la ripartizione delle aziende gestite da donne per regione corrispondeva ampiamente<br />
a quella di tutte le aziende. Nella regione di pianura la quota, pari al 41 per cento, è leggermente<br />
inferiore a quella relativa al totale delle aziende (44 %); lo stesso vale per la regione<br />
collinare (25 % contro 28 %); in quella di montagna, invece, la quota è leggermente superiore<br />
in quanto ammonta al 34 per cento contro il 28 per cento.<br />
38<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 5 / 31<br />
AZIENDA > STRUTTURE<br />
Evoluzione del numero di aziende gestite a titolo principale o a titolo accessorio per regione<br />
Caratteristiche<br />
Numero di aziende<br />
Numero di aziende<br />
Numero di aziende<br />
Variazione<br />
annua in %<br />
Variazione<br />
annua in %<br />
2000 2014 2015 2000-2015 2014-2015<br />
Aziende a titolo<br />
principale<br />
Regione di pianura<br />
23 536 17 996 17 689 -1,9 -1,7<br />
Regione collinare 13 793 10 719 10 464 -1,8 -2,4<br />
Regione di<br />
montagna<br />
11 910 10 122 9 879 -1,2 -2,4<br />
Totale 49 239 38 837 38 032 -1,7 -2,1<br />
Aziende a titolo<br />
accessorio<br />
Regione di pianura<br />
8 076 6 020 5 955 -2,0 -1,1<br />
Regione collinare 5 164 4 275 4 306 -1,2 0,7<br />
Regione di<br />
montagna<br />
8 058 4 914 4 939 -3,2 0,5<br />
Totale 21 298 15 209 15 200 -2,2 -0,1<br />
Fonte: UST<br />
Tra il 2000 e il 2015, il tasso di flessione delle aziende a titolo principale, pari all’1,7 per cento<br />
l’anno, è risultato lievemente inferiore a quello delle aziende a titolo accessorio pari al 2,2<br />
per cento l’anno. Si riscontrano notevoli differenze tra le regioni. Per le aziende a titolo principale,<br />
nella regione di pianura e in quella collinare si è registrata una flessione rispettivamente<br />
dell’1,9 e dell’1,8 per cento, mentre il tasso rilevato nella regione di montagna è dell'1,2 per<br />
cento. La situazione è diversa per le aziende a titolo accessorio. La flessione più elevata ha interessato<br />
la regione di montagna, con il 3,2 per cento, seguita da quella di pianura e da quella<br />
collinare, rispettivamente con il 2,0 e l'1,2 per cento. Nell’anno oggetto del rapporto i tassi di<br />
flessione per le aziende a titolo principale complessivamente risultano decisamente superiori<br />
rispetto agli anni scorsi a causa di un forte calo nella regione collinare e in quella di montagna.<br />
Per le aziende a titolo accessorio, invece, il numero resta praticamente invariato; si è registrato<br />
persino un aumento per le aziende nella regione collinare e in quella di montagna.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
39
Il mio Rapporto agricolo 6 / 31<br />
AZIENDA > STRUTTURE<br />
Evoluzione del numero di aziende gestite da una donna a titolo principale o a titolo accessorio<br />
per regione<br />
Caratteristiche<br />
Numero di aziende<br />
Numero di aziende<br />
Numero di aziende<br />
Variazione<br />
annua in %<br />
Variazione<br />
annua in %<br />
2000 2014 2015 2000-2015 2014-2015<br />
Aziende a titolo<br />
principale<br />
Regione di pianura<br />
331 624 613 4,2 -1,8<br />
Regione collinare 175 352 338 4,5 -4,0<br />
Regione di<br />
montagna<br />
211 426 432 4,9 1,4<br />
Totale 717 1 402 1 383 4,5 1,4<br />
Aziende a titolo<br />
accessorio<br />
Regione di pianura<br />
593 501 533 -0,7 6,4<br />
Regione collinare 405 377 386 -0,3 2,4<br />
Regione di<br />
montagna<br />
631 521 547 -0,9 5,0<br />
Totale 1 629 1 399 1 466 -0,7 4,8<br />
Fonte: UST<br />
La ripartizione delle aziende a titolo principale / accessorio gestite da donne non rispecchia<br />
la situazione che si osserva per la totalità delle aziende. Prendendo in esame queste ultime, si<br />
nota che per oltre il 70 per cento sono gestite a titolo principale, mentre tra le aziende gestite<br />
da donne, lo sono solo per la metà. Tra il 2000 e il 2015, questa relazione ha tuttavia subito<br />
variazioni a favore delle aziende a titolo principale.<br />
Martina De Paola, UFAG, Settore Ricerca, consulenza e valutazione, martina.depaola@blw.admin.ch<br />
40<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 8 / 31<br />
AZIENDA > STRUTTURE<br />
Aziende d’estivazione<br />
L'esteso paesaggio alpestre svizzero è stato forgiato dagli animali al pascolo. Soltanto mediante<br />
l'utilizzazione e la cura il paesaggio rurale può essere preservato. L'utilizzazione sotto<br />
forma di pascolo è inoltre necessaria affinché la regione d'estivazione continui a svolgere il suo<br />
importante ruolo per la sicurezza alimentare, per l'ecologia e per la società. Con l'abbandono<br />
dell'utilizzazione, i pascoli alpestri si trasformano in bosco.<br />
Caratterizzazione delle aziende d’estivazione<br />
Le aziende d’estivazione sono gestite durante la stagione alpestre e sono destinate all'alpeggio<br />
di ruminanti. La loro gestione stagionale è la differenza principale rispetto alle aziende annuali.<br />
Un’altra caratteristica delle aziende d’estivazione è la loro specializzazione nei pascoli,<br />
costituiti soltanto da terreni inerbiti che vanno utilizzati in maniera adeguata al luogo<br />
e con intensità variabili. La regione d’estivazione comprende la superficie tradizionalmente<br />
utilizzata per l’economia alpestre. Normalmente i pascoli alpestri si trovano ad altitudini elevate,<br />
ma possono anche trovarsi a quote comparativamente basse, in quanto è determinante<br />
l'utilizzazione tradizionale. La regione d'estivazione è delimitata verso il basso (rispetto alla<br />
superficie agricola utile), ma non verso l'alto rispetto alle superfici improduttive (pietre,<br />
ghiacci, rocce, ecc.).<br />
Preservazione dell'apertura del paesaggio<br />
Preservare l'apertura del paesaggio dei pascoli alpestri è uno degli obiettivi principali della<br />
Politica agricola 2014-2017. Ciò è possibile soltanto alpeggiando animali che consumano foraggio<br />
grezzo. Per garantire la gestione e la cura di queste preziose superfici, nel 2014 è stato<br />
incrementato il contributo d'estivazione. Contemporaneamente è stato introdotto un contributo<br />
di alpeggio come incentivo per le aziende principali a estivare il loro bestiame. La combinazione<br />
di queste due misure garantisce un effettivo di bestiame sufficiente affinché cespugli<br />
e alberi non compromettano a lungo termine i pascoli alpestri.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
41
Il mio Rapporto agricolo 9 / 31<br />
AZIENDA > STRUTTURE<br />
Utilizzazione sostenibile nella regione d'estivazione<br />
I pascoli alpestri devono essere gestiti in modo sostenibile; tale principio è concretizzato come<br />
segue.<br />
• Le aziende d'estivazione devono essere gestite in modo razionale e rispettoso<br />
dell’ambiente, evitando un'utilizzazione troppo intensiva o troppo estensiva. Le superfici<br />
che rientrano nella protezione della natura devono essere gestite secondo le prescrizioni.<br />
• La concimazione dei pascoli avviene in linea di principio con i prodotti sull’alpe (letame,<br />
liquame). L'impiego di concimi minerali azotati e di concimi liquidi non prodotti sull’alpe è<br />
vietato. Per l’apporto di altri concimi (p.es. fosforo o calce) è necessaria un’autorizzazione.<br />
• Gli animali sono foraggiati con erba dell'alpe. Per il superamento di situazioni eccezionali<br />
e per il bestiame da latte è possibile un limitato apporto di foraggio.<br />
• I pascoli devono essere protetti dall’incespugliamento e dall’abbandono. Occorre lottare<br />
contro le piante problematiche. Sulla pagina Internet di Agridea è disponibile una Guida<br />
per la valutazione delle superfici.<br />
Evoluzione delle aziende d'estivazione<br />
La dimensione di un'azienda d'estivazione è misurata in carichi normali. Per carico normale<br />
si intende l’estivazione di un’unità di bestiame grosso che consuma foraggio grezzo durante<br />
100 giorni e corrisponde alla quantità di erba necessaria a foraggiare una vacca per 100 giorni.<br />
Il rapporto tra la crescita dell'erba e il fabbisogno di foraggio degli animali su un alpe deve<br />
essere il più possibile equilibrato; a tal fine è stato stabilito per ogni azienda d'estivazione un<br />
carico usuale.<br />
Tra il 2003 e il 2013 il numero di aziende d'estivazione si è ridotto da 7472 a 7058; nello stesso<br />
periodo il carico usuale complessivo è rimasto stabile. Le aziende d'estivazione sono diventate<br />
tendenzialmente più grandi poiché le aziende esistenti si sono fuse o sono state rilevate da<br />
aziende confinanti.<br />
42<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 10 / 31<br />
AZIENDA > STRUTTURE<br />
Rapporti di gestione<br />
I gestori delle aziende d'estivazione sono per lo più persone fisiche e società semplici (società<br />
di fratelli o formate da diverse generazioni, ecc.); queste forme giuridiche sono usuali anche<br />
per le aziende annuali. Tuttavia nell'estivazione vi sono anche altre forme giuridiche, come le<br />
cooperative o le corporazioni di diritto pubblico, che affondano le loro radici da un lato nella<br />
tradizione, dall'altro anche nella redditività poiché la gestione collettiva presenta, soprattutto<br />
nell'utilizzazione estensiva, chiari vantaggi economici.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
43
Il mio Rapporto agricolo 11 / 31<br />
AZIENDA > STRUTTURE<br />
Sviluppo dell'effettivo di animali nella regione d'estivazione<br />
Complessivamente negli ultimi anni l'effettivo di animali sugli alpi svizzeri è leggermente diminuito,<br />
con fluttuazioni annue in base alle condizioni atmosferiche. Le vacche da latte e i<br />
bovini (categoria «altri bovini») con gli anni diminuiscono tendenzialmente, le vacche madri,<br />
invece, aumentano costantemente.<br />
Evoluzione dell'estivazione degli ovini<br />
Dal 2003 vengono stanziati contributi d’estivazione per ovini (pecore lattifere escluse) in<br />
maniera differenziata a seconda del sistema di pascolo. Con contributi più elevati per pas-<br />
44<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 12 / 31<br />
AZIENDA > STRUTTURE<br />
coli da rotazione e sorveglianza permanente da un lato si considerano i costi maggiori e,<br />
dall’altro si incentiva un’estivazione sostenibile del bestiame ovino. Per sorveglianza permanente<br />
s’intende la conduzione del gregge effettuata giornalmente da un pastore con cani, in<br />
luoghi di pascolo stabiliti dal pastore stesso. Per pascolo da rotazione s’intende un pascolo effettuato<br />
alternativamente per tutta la durata dell’estivazione, in parchi cintati o chiaramente<br />
delimitati da elementi naturali.<br />
Con la presenza di grandi predatori aumenta l'incentivo a un’estivazione sostenibile. Negli ultimi<br />
anni questo ha influenzato notevolmente l'estivazione degli ovini. Il numero di ovini sugli<br />
altri pascoli negli ultimi anni è diminuito nettamente; nello stesso periodo il numero di quelli<br />
sotto sorveglianza permanente è aumentato. Tale tendenza è perdurata anche nel 2015.<br />
E in futuro?<br />
In futuro la preservazione dell'apertura dei pascoli alpestri resta una sfida, in particolare sulle<br />
superfici con difficili rapporti di gestione.<br />
Denis Morand, UFAG, Settore Pagamenti diretti Basi, denis.morand@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
45
Il mio Rapporto agricolo 13 / 31<br />
AZIENDA > STRUTTURE<br />
Lavoratori<br />
Nel 2015 nell'agricoltura sono stati impiegati 155 184 lavoratori, registrando un calo del 2,3<br />
per cento rispetto all'anno precedente.<br />
Evoluzione del numero di lavoratori<br />
Caratteristica<br />
Manodopera<br />
familiare<br />
Numero di lavoratori<br />
Numero di lavoratori<br />
Numero di lavoratori<br />
Variazione per<br />
anno in %<br />
Variazione per<br />
anno in %<br />
2000 2014 2015 2000-2015 2014-2015<br />
Uomini 101 685 78 234 76 828 -1,9 -1,8<br />
Donne 64 292 47 824 46 766 -2,1 -2,2<br />
Totale 165 977 126 058 123 594 -1,9 -2,0<br />
di cui:<br />
Capoazienda Uomini 74 724 51 245 50 383 -2,6 -1,7<br />
Donne 2 346 2 801 2 849 1,3 1,7<br />
Totale 77 070 54 046 53 232 -2,4 -1,5<br />
Manodopera<br />
extra-familiare<br />
Uomini 27 476 22 539 21 864 -1,6 -3,0<br />
Donne 10 340 10 165 9726 -0,4 -4,3<br />
Totale 37 816 32 704 31 590 -1,3 -3,4<br />
Lavoratori Totale 203 793 158 762 155 184 -1,8 -2,3<br />
Fonte: UST<br />
» A4<br />
Tra il 2000 e il 2015 il numero dei lavoratori è diminuito, nel complesso, di circa 48 600 unità,<br />
segnando una flessione annua dell’1,8 per cento, ovvero praticamente uguale a quella delle<br />
aziende. Il calo percentuale è stato superiore per la manodopera familiare rispetto a quella<br />
extra-familiare, mentre in cifre assolute la manodopera familiare ha subito una flessione di<br />
circa 42 400 unità, quella extra-familiare di 6200 unità. Dal 2000 è aumentato il numero delle<br />
donne a capo di un’azienda nel quadro della manodopera familiare.<br />
46<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 14 / 31<br />
AZIENDA > STRUTTURE<br />
Evoluzione del numero di lavoratori in base ai lavoratori a tempo pieno e a tempo parziale<br />
Caratteristica<br />
Numero di lavoratori<br />
Numero di lavoratori<br />
Numero di lavoratori<br />
Variazione per<br />
anno in %<br />
Variazione per<br />
anno in %<br />
2000 2014 2015 2000-2015 2014-2015<br />
Lavoratori a<br />
tempo pieno<br />
Uomini 76 985 58 886 57 430 -1,9 -2,5<br />
Donne 19 010 12 688 12 221 -2,9 -3,7<br />
Totale 95 995 71 574 69 651 -2,1 -2,7<br />
Lavoratori a<br />
tempo parziale<br />
Uomini 52 176 41 887 41 262 -1,6 -1,5<br />
Donne 55 622 45 301 44 271 -1,5 -2,3<br />
Totale 107 798 87 188 85 533 -1,5 -1,9<br />
Fonte: UST<br />
Negli ultimi 15 anni il numero di lavoratori a tempo pieno e a tempo parziale è diminuito rispettivamente<br />
del 2,1 e dell'1,5 per cento all'anno. In cifre assolute il numero dei lavoratori<br />
a tempo pieno, con 26 300 unità, è diminuito maggiormente rispetto a quello dei lavoratori a<br />
tempo parziale (22 300). Mentre per i lavoratori a tempo parziale non vi è quasi differenza tra i<br />
sessi, il calo in percentuale dei lavoratori a tempo pieno per le donne è leggermente maggiore<br />
rispetto agli uomini.<br />
Evoluzione del numero di lavoratori per regione<br />
Regione<br />
Numero di lavoratori<br />
Numero di lavoratori<br />
Numero di lavoratori<br />
Variazione<br />
annua in %<br />
Variazione<br />
annua in %<br />
2000 2014 2015 2000-2015 2014-2015<br />
Regione di pianura<br />
102 950 80 147 78 211 -1,8 -2,4<br />
Regione collinare 51 108 40 454 39 679 -1,7 -1,9<br />
Regione di montagna<br />
49 735 38 161 37 294 -1,9 -2,3<br />
Totale 203 793 158 762 155 184 -1,8 -2,3<br />
Fonte: UST<br />
Il calo del numero di lavoratori in atto dal 2000 è praticamente identico in tutte le regioni.<br />
Invece la variazione rispetto all’anno precedente evidenzia che nella regione di pianura e in<br />
quella di montagna si registra un calo maggiore (risp. -2,4 e -2,3 %) rispetto alla regione collinare<br />
(-1,9 %).<br />
Martina De Paola, UFAG, Settore Ricerca, consulenza e valutazione, martina.depaola@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
47
Il mio Rapporto agricolo 16 / 31<br />
AZIENDA > STRUTTURE<br />
Superficie agricola utile<br />
Nel 2015 la superficie agricola utile (SAU), rispetto al 2014, è aumentata di 1 705 ettari, attestandosi<br />
a 1,049 milioni di ettari.<br />
Evoluzione della superficie agricola utile (SAU) per classe di dimensioni<br />
Classe di dimensioni<br />
SAU in ha SAU in ha SAU in ha Variazione<br />
per anno in %<br />
Variazione<br />
per anno in %<br />
2000 2014 2015 2000–2015 2014-2015<br />
0–3ha 10 196 6 882 6 818 -2,6 -0,9<br />
3-10 ha 120 404 69 217 66 883 -3,8 -3,4<br />
10-20 ha 365 673 248 716 241 275 -2,7 -3,0<br />
20-30 ha 282 316 272 540 269 843 -0,3 -1,0<br />
30-50 ha 212 766 286 308 289 659 2,1 1,2<br />
> 50 ha 81 136 167 520 175 000 5,3 4,5<br />
Totale 1 072 492 1 051 183 1 049 478 -0,1 -0,2<br />
Fonte: UST<br />
» A5<br />
Dal 2000 la superficie agricola utile è diminuita di circa 23 000 ettari (-0,1 % all'anno). In tale<br />
periodo nelle aziende con più di 30 ettari si è registrato un incremento della superficie gestita<br />
di 171 000 ettari (+58 %). Queste aziende, con una quota del 19,3 per cento rispetto a tutte<br />
le aziende, nel 2015 hanno gestito circa 465 000 ettari, ovvero il 44,3 per cento dell'intera<br />
superficie agricola utile.<br />
Evoluzione della superficie agricola utile (SAU) per regione<br />
Regione SAU in ha SAU in ha SAU in ha Variazione<br />
annua in %<br />
Variazione<br />
annua in %<br />
2000 2014 2015 2000–2015 2014-2015<br />
Regione di pianura<br />
510 392 494 158 493 158 -0,2 -0,2<br />
Regione collinare 277 214 272 042 271 424 -0,1 -0,2<br />
Regione di montagna<br />
284 886 284 983 284 896 0,0 0,0<br />
Totale 1 072 492 1 051 183 1 049 478 -0,1 -0,2<br />
Fonte: UST<br />
Il lieve calo della superficie agricola utile registrato tra il 2000 e il 2015 si è concentrato nella<br />
regione di pianura e in quella collinare, con punte nella regione di pianura sia in valori assoluti<br />
sia in punti percentuali.<br />
48<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 17 / 31<br />
AZIENDA > STRUTTURE<br />
Evoluzione della superficie agricola utile (SAU) per tipo di utilizzo<br />
Tipo di utilizzo SAU in ha SAU in ha SAU in ha Variazione<br />
annua in %<br />
Variazione<br />
annua in %<br />
2000 2014 2015 2000–2015 2014-2015<br />
Superficie coltiva<br />
aperta<br />
292 548 271 474 272 816 -0,5 0,5<br />
Prati artificiali 115 490 127 953 125 537 0,6 -1,9<br />
Prati naturali 629 416 613 155 612 901 -0,2 0,0<br />
Colture perenni 23 750 23 747 23 795 0,0 0,2<br />
Restante SAU 11 287 14 853 14 429 1,7 -2,9<br />
Totale 1 072 492 1 051 183 1 049 478 -0,1 -0,2<br />
Fonte: UST<br />
La superficie agricola utile è composta, per la maggior parte, da superfici inerbite (70 %) e<br />
colture cerealicole (14 %). Dal 2000 questa ripartizione è rimasta pressoché invariata. Tra il<br />
2000 e il 2015 la superficie coltiva aperta e i prati naturali sono diminuiti, complessivamente,<br />
di circa 36 000 ettari. Un incremento di circa 10 000 ettari si è registrato, invece, per i prati<br />
artificiali. Le superfici inerbite in questo periodo sono diminuite solo in misura lieve, segnatamente<br />
di circa 6500 ettari.<br />
Martina De Paola, UFAG, Settore Ricerca, consulenza e valutazione, martina.depaola@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
49
Il mio Rapporto agricolo 19 / 31<br />
AZIENDA > STRUTTURE<br />
Animali<br />
Nel 2015 l’effettivo di animali si è attestato a 1,32 milioni di unità di bestiame grosso (UBG),<br />
segnando un incremento dell’1,0 per cento rispetto al 2014.<br />
Evoluzione delle unità di bestiame grosso (UBG) per classe di dimensioni<br />
Classe di dimensioni<br />
Numero<br />
di UBG<br />
Numero<br />
di UBG<br />
Numero<br />
di UBG<br />
Variazione<br />
annua in %<br />
Variazione<br />
annua in %<br />
2000 2014 2015 2000–2015 2014-2015<br />
0–3ha 75 827 64 126 66 375 -0,9 3,5<br />
3-0 ha 159 508 86 268 84 951 -4,1 -1,5<br />
10-20 ha 492 432 331 517 324 977 -2,7 -2,0<br />
20-30 ha 332 084 342 690 343 410 0,2 0,2<br />
30-50 ha 210 956 321 078 329 928 3,0 2,8<br />
>50 ha 65 911 162 193 170 764 6,6 5,3<br />
Totale 1 336 719 1 307 872 1 320 406 -0,1 1,0<br />
Fonte: UST<br />
» A6<br />
Il numero di unità di bestiame grosso negli ultimi 15 anni è diminuito di 16 313 unità (-1,2 %).<br />
Come per la superficie, gli animali si concentrano sempre più nelle grandi aziende. Le aziende<br />
con più di 30 ettari (19,3 % delle aziende) detengono il 38 per cento delle unità di bestiame<br />
grosso.<br />
Il numero di unità di bestiame grosso tra il 2014 e il 2015 è aumentato leggermente (+1,0 %).<br />
Evoluzione delle unità di bestiame grosso (UBG) per regione<br />
Regione<br />
Regione di pianura<br />
Numero<br />
di UBG<br />
Numero<br />
di UBG<br />
Numero<br />
di UBG<br />
Variazione<br />
annua in %<br />
Variazione<br />
annua in %<br />
2000 2014 2015 2000–2015 2014-2015<br />
620 098 609 693 614 422 -0,1 0,8<br />
Regione collinare 397 984 395 996 400 493 0,0 1,1<br />
Regione di montagna<br />
318 636 302 184 305 491 -0,3 1,1<br />
Totale 1 336 719 1 307 872 1 320 406 -0,1 1,0<br />
Fonte: UST<br />
Il lieve calo degli effettivi di animali in atto dal 2000 si è registrato prevalentemente nella<br />
regione di pianura e in quella di montagna. In termini assoluti (-13 145 UBG) e soprattutto<br />
relativi (-4,1 %) le unità di bestiame grosso nella regione di montagna sono diminuite in misura<br />
maggiore rispetto alla regione di pianura (risp. -5 676 UBG e -0,9 %).<br />
50<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 20 / 31<br />
AZIENDA > STRUTTURE<br />
Evoluzione delle unità di bestiame grosso per categoria di animali<br />
Categoria di animali<br />
Numero<br />
di UBG<br />
Numero<br />
di UBG<br />
Numero<br />
di UBG<br />
Variazione<br />
annua in %<br />
Variazione<br />
annua in %<br />
2000 2014 2015 2000–2015 2014-2015<br />
Bovini 1 013 585 956 828 967 336 -0,3 1,1<br />
Suini 194 417 190 924 193 061 0,0 1,1<br />
Pollame 42 649 59 667 60 917 2,4 2,1<br />
Ovini 40 427 41 083 40 142 0,0 -2,3<br />
Caprini 8298 11 741 11 370 2,1 -3,2<br />
Equini 35 667 44 062 43 922 1,4 -0,3<br />
Altri animali da<br />
reddito che<br />
consumano foraggio<br />
grezzo<br />
919 2 389 2 513 6,9 5,2<br />
Altri animali 757 1 178 1 146 2,8 -2,7<br />
Totale 1 336 719 1 307 872 1 320 406 -0,1 1,0<br />
Fonte: UST<br />
Il calo degli effettivi di animali tra il 2000 e il 2015 è riconducibile quasi esclusivamente alla<br />
categoria bovini. L’effettivo di suini e di ovini resta invariato. Tutte le altre categorie hanno<br />
registrato incrementi, tra cui, degni di nota, quelli di pollame, caprini ed equini.<br />
Martina De Paola, UFAG, Settore Ricerca, consulenza e valutazione, martina.depaola@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
51
Il mio Rapporto agricolo 22 / 31<br />
AZIENDA > SITUAZIONE ECONOMICA<br />
Conto economico<br />
Conformemente all’articolo 5 LAgr, i provvedimenti di politica agricola hanno lo scopo di permettere<br />
alle aziende gestite in maniera sostenibile e redditizia di conseguire in media su vari<br />
anni redditi comparabili a quelli della rimanente popolazione attiva della stessa regione.<br />
La valutazione è disciplinata nell’ordinanza concernente l’analisi della sostenibilità in agricoltura<br />
(art. 3–7) e viene effettuata avvalendosi di due sistemi di indicatori. La valutazione settoriale<br />
si basa sul conto economico dell’agricoltura (CEA) allestito dall’UST in collaborazione<br />
con il Segretariato dell’USC.<br />
» Conto economico dell’agricoltura<br />
Risultati del conto economico dell’agricoltura in Svizzera Indicazioni ai prezzi correnti, in<br />
mio. fr.<br />
2000/02 2012 2013 2014 1 2015 2 2016 3<br />
Produzione<br />
del settore<br />
primario<br />
- Consumi intermedi<br />
Valore aggiunto<br />
lordo<br />
ai prezzi di<br />
fabbricazione<br />
- Ammortamenti<br />
Valore aggiunto<br />
netto<br />
ai prezzi di<br />
fabbricazione<br />
- Imposte<br />
sulla produzione<br />
+ Sovvenzioni<br />
(non vincolate<br />
alla produzione)<br />
Reddito dei<br />
fattori<br />
- Costo della<br />
manodopera<br />
10 694 10 084 10 312 10 691 10 086 10 176<br />
6174 6308 6310 6458 6241 6219<br />
4520 3776 4002 4233 3845 3958<br />
1983 2073 2075 2075 2024 1983<br />
2537 1703 1927 2158 1821 1975<br />
99 152 147 143 149 141<br />
2407 2926 2923 2944 2932 2939<br />
4845 4477 4703 4958 4604 4774<br />
1134 1257 1242 1276 1271 1261<br />
Eccedenza aziendale<br />
netta/<br />
Reddito indipendente<br />
3711 3220 3461 3683 3333 3513<br />
- (Canoni<br />
d’affitto e interessi<br />
-interessi riscossi)<br />
504 469 461 457 448 451<br />
Reddito da impresa<br />
3206 2750 2999 3226 2884 3062<br />
4<br />
netto<br />
1<br />
Dati semidefinitivi, stato 08.09.2016<br />
52<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 23 / 31<br />
AZIENDA > SITUAZIONE ECONOMICA<br />
2<br />
Dati provvisori, stato 08.09.2016<br />
3<br />
Stima, stato 08.09.2016<br />
4<br />
Nella bibliografia e nel metodo Eurostat viene indicato come utile aziendale netto<br />
Le cifre sono arrotondate per eccesso o per difetto, per cui la somma delle componenti può differire dal totale o dai<br />
saldi.<br />
Fonte: UST<br />
Nel 2015 il reddito da impresa netto ammontava a 2,884 miliardi di franchi, segnando un calo<br />
di 342 milioni di franchi rispetto al 2014. Sia per i prodotti di origine vegetale (-253 mio. fr.)<br />
sia per quelli di origine animale (-370 mio. fr.), i ricavi sul mercato sono diminuiti rispetto<br />
all'anno precedente. I costi invece sono diminuiti di 276 milioni di franchi. In particolare i costi<br />
per i consumi intermedi hanno segnato un calo netto di 217 milioni di franchi. Le entrate sono<br />
rimaste stabili per le prestazioni di servizio nell’agricoltura mentre per le attività extragricole<br />
hanno segnato un incremento di 17 milioni.<br />
Nel 2016 la stima del valore della produzione, con 10,176 miliardi di franchi, sarà inferiore<br />
dell'1,8 per cento rispetto alla media triennale 2013/15, ma superiore di 90 milioni di franchi<br />
rispetto all'anno precedente. Ciò è riconducibile in particolare ai migliori risultati rispetto<br />
all'anno precedente nel settore del bestiame da macello.<br />
Nel 2016 la produzione vegetale (4,005 mia. fr.; incl. ortoflorovivaismo esercitato a titolo professionale),<br />
rispetto alla media dei tre anni precedenti, secondo le stime sarà inferiore del 2,5<br />
per cento. Rispetto all'anno precedente, invece, sarà leggermente superiore. Si prevedono valori<br />
più bassi per i cereali e più elevati per piante foraggere e vino.<br />
» A7<br />
Produzione del settore primario ai prezzi alla produzione correnti<br />
» A8<br />
Conto economico dell'agricoltura ai prezzi correnti<br />
Nel 2016 la produzione animale, con 5,001 miliardi di franchi, rispetto alla media dei tre anni<br />
precedenti, segnerà una flessione del 2,3 per cento, che rispetto all'anno precedente, invece,<br />
corrisponde a un incremento di 72 milioni di franchi, ovvero dell'1,5 per cento. Ai migliori<br />
risultati contribuirà la buona congiuntura del settore del bestiame da macello, all’interno del<br />
quale la situazione dovrebbe nettamente migliorare rispetto al 2015 in particolare per i suini.<br />
Per il latte, invece, si attende un ulteriore peggioramento.<br />
Stando alle stime, nel 2016 la produzione di prestazioni di servizio nell'agricoltura segnerà un<br />
aumento dell'1,4 per cento (709 mio. fr.) rispetto alla media del triennio precedente. Il valore<br />
delle attività accessorie non agricole non separabili (462 mio. fr.) dovrebbe aumentare del 5,4<br />
per cento rispetto alla media triennale 2013/15. Si stima che la trasformazione dei prodotti<br />
agricoli, quali frutta da sidro, carne o latte, sia destinata ad aumentare rispetto all'anno precedente.<br />
Nel 2016 le uscite per i consumi intermedi dovrebbero ammontare a 6,219 miliardi di franchi,<br />
segnando un calo dell'1,9 per cento rispetto alla media triennale 2013/15. Il reddito da impresa<br />
netto si attesterebbe a 3,062 miliardi di franchi, segnando un incremento di 26 milioni<br />
di franchi, ovvero 0,9 per cento in più rispetto alla media triennale 2013/15. Rispetto all'anno<br />
precedente la stima del reddito settoriale, invece, registra un aumento di 178 milioni di franchi,<br />
ovvero del 6,2 per cento.<br />
Mauro Ryser, UFAG, Settore Politica agricola, mauro.ryser@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
53
Il mio Rapporto agricolo 26 / 31<br />
AZIENDA > SITUAZIONE ECONOMICA<br />
Singole aziende<br />
La valutazione della situazione economica delle aziende si fonda sui risultati dell’Analisi centralizzata<br />
dell’Istituto delle scienze della sostenibilità (ISS) di Agroscope. A fornire importanti<br />
informazioni in merito non sono soltanto i diversi dati concernenti il reddito, bensì anche indicatori<br />
come, ad esempio, quello sulla stabilità finanziaria.<br />
» Analisi centralizzata dei dati contabili<br />
Cambiamento nell’analisi centralizzata dei dati contabili<br />
Dal 2015 Agroscope effettua una nuova stima del reddito che si basa su un campione aleatorio<br />
in cui possono essere presentati i risultati degli anni 2014 e 2015. Ad eccezione di aziende<br />
molto piccole, è ora possibile selezionare aziende delle più importanti forme aziendali e giuridiche<br />
(temporaneamente escl. persone giuridiche) per mettere a disposizione i dati contabili<br />
per la valutazione, su base volontaria e in forma anonima. Tale procedura, rispetto alla precedente<br />
selezione non casuale delle aziende, determina un netto miglioramento della rappresentatività<br />
del campione. I risultati del nuovo campione nel 2014 sono serviti come base di<br />
paragone per stimare la variazione del reddito dell'anno contabile 2015.<br />
Il campione nell'anno contabile 2014 non ha ancora raggiunto l'entità prevista e la composizione<br />
ottimale. Pertanto per l'anno 2015 sono state intraprese modifiche nel piano di selezione<br />
e contattate molte nuove aziende. Questo considerevole cambiamento del campione ha<br />
reso difficile la comparabilità dei risultati dei due anni di rilevazione e ha influenzato la stima<br />
delle variazioni tra i valori medi del 2014 e del 2015. Pertanto la variazione percentuale delle<br />
cifre analizzate è stata calcolata sulla base delle aziende che hanno fornito i dati in entrambi<br />
gli anni. I valori medi pubblicati per l'anno contabile 2015 sono stati stimati sulla base di tutto<br />
il campione.<br />
Reddito<br />
Nel 2015 il reddito agricolo è diminuito del 6,1 per cento rispetto all'anno precedente, attestandosi<br />
in media a 61 400 franchi per azienda. Il calo è dovuto soprattutto ai bassi prezzi del<br />
latte e della carne di suino nonché alla scarsità dei raccolti in campicoltura, foraggicoltura e<br />
frutticoltura a causa delle avverse condizioni meteo. Il reddito extragricolo è aumentato del<br />
3,4 per cento. Il reddito totale ha segnato dunque una diminuzione del 2,9 per cento.<br />
54<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 27 / 31<br />
AZIENDA > SITUAZIONE ECONOMICA<br />
Reddito agricolo per regioni (in fr., incl. aziende comunitarie, campione intero)<br />
Reddito per regione 2015 Variazione 2014–2015 in %<br />
Svizzera 61 402 -6,1<br />
Regione di pianura 74 764 -6,9<br />
Regione collinare 53 645 -8,9<br />
Regione di montagna 49 775 -1,1<br />
Nella regione di pianura si è registrata una diminuzione del 6,9 per cento e il reddito agricolo<br />
si è attestato a quota 74 800 franchi. In quella collinare il calo è stato più massiccio, ovvero<br />
dell'8,9 per cento con un valore di 53 600 franchi. Ciò è riconducibile al fatto che, a fronte del<br />
calo dei ricavi le spese per materiale, beni e servizi sono diminuite in maniera meno marcata<br />
rispetto alle altre regione. Nella regione di montagna il reddito agricolo è rimasto quasi sul<br />
livello dell'anno precedente (-1,1 % rispetto al 2014) ammontando a 49 800 franchi. Data la<br />
quota elevata di pagamenti diretti rispetto ai ricavi totali delle aziende nella regione di montagna,<br />
qui il reddito agricolo generalmente risente in maniera meno sensibile delle fluttuazioni<br />
dei ricavi dovute alle condizioni meteo o al mercato. Inoltre, in questa regione i pagamenti<br />
diretti per azienda sono leggermente aumentati (+1,4 %).<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
55
Il mio Rapporto agricolo 28 / 31<br />
AZIENDA > SITUAZIONE ECONOMICA<br />
Reddito delle aziende agricole, per regioni (in fr., escl. aziende comunitarie)<br />
Reddito per regione 2015 Variazione 2014–2015 in %<br />
Svizzera<br />
Reddito agricolo 58 468 -5,8<br />
Reddito extragricolo 29 874 3,4<br />
Reddito totale 88 342 -2,9<br />
Regione di pianura<br />
Reddito agricolo 70 562 -6,3<br />
Reddito extragricolo 30 331 3,5<br />
Reddito totale 100 892 -3,5<br />
Regione collinare<br />
Reddito agricolo 51 627 -8,2<br />
Reddito extragricolo 33 045 13,0<br />
Reddito totale 84 672 -1,2<br />
Regione di montagna<br />
Reddito agricolo 47 980 -5,3<br />
Reddito extragricolo 26 397 -2,4<br />
Reddito totale 74 377 -3,4<br />
Fonte: Agroscope ISS, Analisi centralizzata<br />
» A9<br />
» A10<br />
» A11<br />
» A12<br />
Il reddito totale di un'economia domestica agricola è composto dal reddito agricolo e da quello<br />
extragricolo ed è a disposizione delle famiglie contadine per il consumo privato e per la costituzione<br />
di capitale proprio. Il reddito extragricolo non viene rilevato per le comunità aziendali.<br />
Di conseguenza è possibile calcolare il reddito totale soltanto per le singole imprese, comunità<br />
aziendali escluse. Nel 2015 il reddito extragricolo in media è ammontato a 29 900 franchi per<br />
azienda superando del 3,4 per cento il livello del 2014. Questa crescita è riuscita a compensare<br />
parzialmente il calo del reddito agricolo. Il reddito totale, pari in media a 88 300 franchi per<br />
azienda, ha segnato un calo del 2,9 per cento rispetto al 2014.<br />
Risultati d'esercizio: tutte le regioni<br />
Risultati d'esercizio: regione di pianura<br />
Risultati d'esercizio: regione collinare<br />
Risultati d'esercizio: regione di montagna<br />
Reddito del lavoro<br />
Il reddito del lavoro corrisponde al reddito agricolo al netto dei costi calcolatori del capitale<br />
proprio dell'azienda, detti anche interessi per il capitale proprio. Il reddito del lavoro per manodopera<br />
familiare in equivalenti tempo pieno corrisponde all'importo dell'indennizzo della<br />
manodopera familiare che lavora in azienda.<br />
56<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 29 / 31<br />
AZIENDA > SITUAZIONE ECONOMICA<br />
Reddito del lavoro delle aziende agricole – 2014/15: per regioni e suddiviso in quattro<br />
classi<br />
Regione Valori medi Valori medi Valori medi Valori medi<br />
I quartile<br />
(0–25 %)<br />
II quartile<br />
(25–50 %)<br />
III quartile<br />
(50–75 %)<br />
IV quartile<br />
(75–100 %)<br />
Regione di pianura 17 688 40 293 62 305 106 035<br />
Regione collinare 11 944 30 215 43 665 74 669<br />
Regione di montagna 12 850 27 258 37 797 67 170<br />
Totale 13 874 32 344 48 575 88 723<br />
Fonte: Agroscope ISS, Analisi centralizzata<br />
L’interesse negativo applicato sulle obbligazioni decennali della Confederazione ha comportato,<br />
per la prima volta, interessi pari a zero. Il conseguente calo degli interessi rispetto al<br />
2014, associato a una lieve diminuzione del numero di unità di manodopera familiare (-1,5<br />
%), ha determinato una leggera crescita dello 0,9 per cento del reddito del lavoro per unità di<br />
manodopera in equivalenti tempo pieno che si è attestato a 44 600 franchi. Con 54 700 franchi<br />
per unità di manodopera familiare, il reddito del lavoro nella regione di pianura è superiore del<br />
38 per cento rispetto alla regione collinare (39 700 fr.) e del 55 per cento rispetto alla regione<br />
di montagna (35 200 fr.).<br />
Salario comparabile 2014/15, per regioni<br />
Regione Reddito del lavoro per ULAF 1 Salario comparabile 2<br />
Fr. per anno<br />
Fr. per anno<br />
Regione di pianura 49 618 74 000<br />
Regione collinare 36 261 69 000<br />
Regione di montagna 32 052 66 200<br />
1 ULAF: unità di lavoro della famiglia, valore mediano<br />
2 Valore mediano dei salari lordi annui di tutte le persone impiegate nel secondario e nel terziario<br />
Fonti: UST, Agroscope ISS, Analisi centralizzata<br />
Il reddito del lavoro medio per unità di manodopera familiare nell’agricoltura in generale è<br />
diminuito rispetto a quello dei salari dei lavoratori nel secondario e nel terziario. Nel 2015<br />
il valore mediano del reddito del lavoro per unità di manodopera familiare nella regione di<br />
pianura, collinare e di montagna si è attestato rispettivamente al 67, 53 e 48 per cento del<br />
salario comparabile. Va tuttavia tenuto in considerazione il fatto che a causa della situazione<br />
relativa ai dati può essere considerato soltanto un anno. La media degli ultimi tre anni sarebbe<br />
risultata maggiore in base ai dati positivi del 2013 e del 2014. Il reddito del lavoro per azienda<br />
nel 2015 corrisponde al reddito agricolo poiché non sono stati inclusi interessi applicati sul<br />
capitale proprio.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
57
Il mio Rapporto agricolo 30 / 31<br />
AZIENDA > SITUAZIONE ECONOMICA<br />
Reddito delle aziende agricole secondo i tipi di azienda – 2015 (escl. aziende comunitarie)<br />
Tipo di azienda<br />
Superficie agricola<br />
utile<br />
Manodopera familiare<br />
Reddito agricolo<br />
(reddito del lavoro)<br />
Reddito globale<br />
ha ULAF Fr. Fr. Fr.<br />
Campicoltura 32,69 1,09 64 880 38 004 102 884<br />
Colture speciali 16,47 1,29 79 021 28 919 107 940<br />
Vacche da latte 22,17 1,36 51 038 28 368 79 406<br />
Vacche madri 28,63 1,33 48 906 32 936 81 842<br />
Bovini misti 24,44 1,36 47 257 27 235 74 492<br />
Reddito extragricolo<br />
Equini/ovini/caprini<br />
20,91 1,38 48 206 24 871 73 077<br />
Trasformazione 16,22 1,30 77 518 28 353 105 871<br />
Aziende combinate,<br />
vacche da<br />
latte/campicoltura<br />
Aziende combinate,<br />
vacche<br />
madri<br />
Aziende combinate,<br />
tra-sformazione<br />
Aziende combinate,<br />
altre<br />
30,70 1,38 65 496 24 875 90 372<br />
30,43 1,24 53 368 44 453 97 821<br />
23,39 1,33 69 079 29 080 98 159<br />
27,60 1,33 59 899 33 712 93 611<br />
Fonte: Agroscope ISS, Analisi centralizzata<br />
L'ammontare del reddito del lavoro per unità di manodopera familiare è strettamente correlato<br />
al tipo di azienda. Tre degli undici tipi di azienda sono caratterizzati da un reddito del lavoro<br />
superiore alla media svizzera del 30-40 per cento. Rientrano in questi tipi di azienda le colture<br />
speciali, la campicoltura e la trasformazione (suini/allevamento di pollame) con redditi del lavoro<br />
medi di 60 000 franchi. Un reddito del lavoro prossimo al valore mediano svizzero è registrato<br />
da tutti i tipi di aziende combinate. Redditi del lavoro nettamente più bassi, nell'ordine di<br />
grandezza di 37 000 franchi, si sono segnati per i tipi di aziende vacche da latte, vacche madri,<br />
bovini misti (bovini con una quota bassa di vacche da latte) ed equini/ovini/caprini. I redditi<br />
del lavoro realizzati da questo tipo di aziende sono risultati in media inferiori del 15-20 per<br />
cento rispetto alla media nazionale.<br />
» A13<br />
» A14<br />
Risultati d'esercizio: campicoltura<br />
Risultati d'esercizio: colture speciali<br />
» A15<br />
» A16<br />
» A17<br />
Risultati d'esercizio: vacche da latte<br />
Risultati d'esercizio: vacche madri<br />
Risultati d'esercizio: bovini misti<br />
58<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 31 / 31<br />
AZIENDA > SITUAZIONE ECONOMICA<br />
Risultati d'esercizio: equini/ovini/caprini<br />
» A18<br />
» A19<br />
» A20<br />
» A21<br />
» A22<br />
Risultati d'esercizio: trasformazione<br />
Risultati d'esercizio: aziende combinate, vacche da latte/campicoltura<br />
Risultati d'esercizio: aziende combinate, vacche da latte<br />
Risultati d'esercizio: aziende combinate, trasformazione<br />
» A23<br />
Risultati d'esercizio: aziende combinate, altre<br />
Mauro Ryser, UFAG, Settore Politica agricola, mauro.ryser@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
59
Il mio Rapporto agricolo 2 / 18<br />
PRODUZIONE > INTRODUZIONE<br />
Introduzione<br />
Mezzi di produzione<br />
Nella produzione agricola vengono impiegati concimi, alimenti per animali, sementi e materiale<br />
vegetale nonché prodotti fitosanitari.<br />
• I concimi servono al nutrimento delle piante, ne promuovono la crescita, ne aumentano la<br />
resa o ne migliorano la qualità.<br />
• Gli alimenti per animali vengono somministrati agli animali da reddito e da compagnia in<br />
modo da assicurare la produttività degli animali da reddito agricoli e la qualità dei prodotti<br />
animali.<br />
• I prodotti fitosanitari, con principi attivi chimici o biologici, vengono impiegati allo scopo<br />
di proteggere le piante coltivate dagli organismi nocivi e in modo da assicurare un cospicuo<br />
raccolto.<br />
• Il materiale di moltiplicazione vegetale di elevata qualità come sementi, tuberi-seme,<br />
marze per innesto, portainnesti e piante giovani di varietà di frutta e vite contribuisce sostanzialmente<br />
alla produzione sostenibile in Svizzera.<br />
I mezzi di produzione consentono al settore agricolo di incrementare notevolmente rese e<br />
qualità, ma nascondono anche un potenziale di effetti collaterali indesiderati sulla salute<br />
dell'uomo e degli animali, nonché sull'ambiente. Per tale motivo, è necessario regolamentarne<br />
l'immissione sul mercato e l'impiego. A tale scopo vengono applicate diverse disposizioni<br />
di legge che disciplinano l'omologazione, i requisiti dei prodotti e della produzione,<br />
l'etichettatura, le modalità di utilizzo, gli obblighi di notifica, l'inserimento di piante agricole<br />
nel catalogo delle varietà e la certificazione delle sementi.<br />
Produzione di origine animale e vegetale<br />
Le piante coltivate e gli animali da reddito agricoli sono la base per la produzione di materie<br />
prime e derrate alimentari. Le rispettive coltivazione e detenzione dipendono notevolmente<br />
dal suolo, come luogo di produzione, e dalla sua fertilità, nonché dall'acqua. La Confederazione<br />
promuove la sostenibilità dell'utilizzo di questi fattori di produzione nonché la salvaguardia<br />
della loro salute e diversità genetica.<br />
Sicurezza della produzione primaria<br />
La produzione primaria, anello iniziale della filiera alimentare «dalla forca alla forchetta», è<br />
confrontata con numerose sfide. I sistemi di produzione moderni, molto mirati, legati agli sviluppi<br />
del contesto economico, climatico e sociale, richiedono un'ottima conoscenza dei rischi<br />
connessi alla produzione di derrate alimentari. L'Ufficio federale dell'agricoltura (UFAG) ha<br />
riunito in un settore la gestione dei rischi connessi alla produzione primaria e il coordinamento<br />
dei controlli effettuati in quest’ambito. Esso lavora in stretta collaborazione con l'Ufficio federale<br />
della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV), incaricato della sicurezza delle derrate<br />
alimentari fino alla loro immissione sul mercato. L'Unità federale per la filiera alimentare<br />
(UFAL), guidata congiuntamente da UFAG e USAV, è un partner essenziale considerato che ha il<br />
compito di elaborare il piano di controllo nazionale nella filiera alimentare e il rispettivo rapporto<br />
annuale, nonché di monitorare i controlli effettuati dai Cantoni sulla base delle disposizioni<br />
dei due Uffici.<br />
60<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 3 / 18<br />
PRODUZIONE > MEZZI DI PRODUZIONE<br />
OGM negli alimenti per animali<br />
Nel 2015 non sono stati importati alimenti per animali geneticamente modificati in Svizzera.<br />
Su 400 campioni di mercato controllati solo uno ha dovuto essere contestato.<br />
Alimenti per animali contenenti OGM notificati alla dogana all’importazione<br />
Anno Quantitativo totale Alimenti per animali<br />
contenenti OGM<br />
Alimenti per animali<br />
contenenti OGM<br />
In t In t In %<br />
2011 491 419 0 0<br />
2012 436 099 0 0<br />
2013 445 381 13 0,003<br />
2014 477 813 0 0<br />
2015 493 491 0 0<br />
Fonti: UFAG, Amministrazione federale delle dogane<br />
Analisi sulla presenza di componenti OGM negli alimenti per animali da reddito a cura della<br />
dogana all'importazione o di Agroscope sul mercato<br />
Anno Campioni dogana Indicazione di<br />
dati errati<br />
Campioni mercato<br />
Indicazione di<br />
dati errati<br />
Numero Numero Numero Numero<br />
2011 59 0 239 4<br />
2012 41 0 284 1<br />
2013 62 0 311 1<br />
2014 64 0 327 0<br />
2014 60 0 400 1<br />
Analisi sulla presenza di componenti OGM negli alimenti per animali da compagnia a cura<br />
di Agroscope<br />
Anno<br />
Alimenti per animali da<br />
compagnia controllati<br />
Numero<br />
Indicazione di dati errati<br />
Numero<br />
2011 106 2<br />
2012 14 1<br />
2013 0 0<br />
2014 9 0<br />
2015 0 0<br />
Fonte: Agroscope<br />
Markus Hardegger, UFAG, Settore Risorse genetiche e tecnologie, markus.hardegger@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
61
Il mio Rapporto agricolo 4 / 18<br />
PRODUZIONE > MEZZI DI PRODUZIONE<br />
Piano d’azione sui prodotti fitosanitari<br />
Il Consiglio federale ha incaricato il Dipartimento federale dell'economia, della formazione<br />
e della ricerca (DEFR) di elaborare un Piano d'azione per la riduzione del rischio e l'utilizzo<br />
sostenibile dei prodotti fitosanitari in collaborazione con il Dipartimento federale dell'interno<br />
(DFI) e con il Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni<br />
(DATEC). Mediante il piano d'azione s'intende definire obiettivi e misure per una riduzione<br />
del rischio e l'utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari. Un progetto di piano d'azione<br />
è stato inviato in consultazione presso le cerchie interessate fino al 31 ottobre 2016.<br />
I prodotti fitosanitari vengono utilizzati in ambito agricolo e non per difendere le colture da<br />
malattie e parassiti nonché dalla concorrenza esercitata dalle malerbe. Questi prodotti forniscono<br />
un notevole contributo alla garanzia delle rese e alla qualità dei raccolti. Tuttavia, le sostanze<br />
biologicamente attive in essi contenute possono avere effetti indesiderati sull'uomo e<br />
sugli organismi non bersaglio che devono essere limitati.<br />
Il progetto di piano d’azione inviato in consultazione descrive i rischi comprovati e/o possibili<br />
dei prodotti fitosanitari per gli utilizzatori, i consumatori e l'ambiente. Definisce obiettivi per<br />
la riduzione dei rischi e illustra quali misure vanno adottate per raggiungerli.<br />
Con l'attuazione del piano d'azione i rischi dei prodotti fitosanitari saranno dimezzati e il loro<br />
utilizzo diventerà più sostenibile.<br />
Vi sono quattro ambiti di intervento:<br />
1. ridurre in maniera mirata i rischi attuali;<br />
2. sfruttare, indipendentemente dal rischio, il potenziale di riduzione delle applicazioni e delle<br />
emissioni di prodotti fitosanitari;<br />
3. sviluppare nuove possibilità per ridurre le applicazioni e le emissioni di prodotti fitosanitari;<br />
4. migliorare le conoscenze sugli effetti indesiderati dei prodotti fitosanitari.<br />
Il piano d'azione definisce obiettivi da raggiungere a lungo termine realizzabili mediante obiettivi<br />
intermedi che, secondo le stime attuali, sono raggiungibili con le misure proposte.<br />
Il successo del piano d'azione dipende da fattori come la disponibilità dei contribuenti a indennizzare<br />
le maggiori spese cui dovrà far fronte l'agricoltura attraverso i prezzi o i pagamenti<br />
diretti, la disponibilità dei commercianti a fissare requisiti meno esigenti per quanto riguarda<br />
la qualità oppure la disponibilità degli agricoltori ad applicare misure di difesa preventive e<br />
alternative. Anche le risorse finanziarie di Confederazione e Cantoni sono fattori decisivi per il<br />
successo nell’attuazione del piano d’azione.<br />
Il piano d'azione, oltre a ridurre i rischi per l’uomo e l’ambiente, è un'opportunità per<br />
l'agricoltura svizzera che, applicandolo, potrà avvicinarsi ai consumatori particolarmente sensibili<br />
alle questioni ecologiche con prodotti ottenuti nel rispetto di elevati standard ambientali.<br />
Viene così rafforzata anche la fiducia della popolazione nel lavoro dell'agricoltura elvetica.<br />
Olivier Félix, UFAG, Settore protezione sostenibile dei vegetali, olivier.felix@blw.admin.ch<br />
62<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 5 / 18<br />
PRODUZIONE > PRODUZIONE VEGETALE<br />
Utilizzazione della superficie<br />
» A34<br />
La superficie agricola utile è composta dalle colture campicole e perenni, da prati naturali e<br />
pascoli nonché da superfici destinate ad altre utilizzazioni, compresi i terreni da strame e per<br />
l’estrazione di torba. Nell'anno oggetto del rapporto ha segnato un calo dello 0,16 per cento<br />
rispetto al 2014, diminuendo di circa 1700 ettari.<br />
Colture campicole<br />
La superficie coltiva aperta nell'anno oggetto del rapporto, rispetto all'anno precedente, ha<br />
registrato un lieve incremento (+0,5 %) ma le superfici coltive totali hanno subito una leggera<br />
flessione (-0,5 %). Ciò è dovuto al calo dei prati artificiali diminuiti di 3000 ettari circa. Come<br />
negli anni precedenti, continua la tendenza al rialzo della coltivazione di leguminose e semi<br />
oleosi. Il calo costante della coltivazione di cereali foraggeri sembra essersi attenuato (+1,3<br />
% rispetto all'anno precedente). La coltivazione di sarchiate, rispetto all'anno precedente, è<br />
diminuita (-5,4 %).<br />
Colture perenni<br />
Nel 2015 la superficie totale destinata alla frutticoltura, registrata dall’Ufficio federale<br />
dell’agricoltura (UFAG) nella banca dati obst.ch (frutteti giusta l’art. 22 cpv. 2 dell’ordinanza<br />
sulla terminologia agricola; OTerm) ammontava a 6297 ettari, con una flessione di 22 ettari<br />
rispetto all'anno precedente, riconducibile soprattutto al calo della coltivazione della frutta a<br />
granella (-0,8 %). Persiste la crescita della coltivazione di frutta a nocciolo (+0,8 %) che tuttavia<br />
ha minore rilevanza per quanto riguarda le superfici.<br />
Nell'anno oggetto del rapporto la superficie delle bacche pluriennali è ammontata a 293 ettari,<br />
registrando un calo rispetto al 2014 di 23 ettari (-7,3 %).<br />
Nel 2015 in Svizzera i vigneti ammontavano a 14 793 ettari, segnando una lieve flessione rispetto<br />
al 2014 (-42 ha). La distribuzione delle varietà è rimasta stabile con quote del 42 per<br />
cento per le uve bianche e del 58 per cento per le rosse.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
63
Il mio Rapporto agricolo 6 / 18<br />
PRODUZIONE > PRODUZIONE VEGETALE<br />
Sotto «altre colture perenni» rientrano, ad esempio, piante da vivaio, piante ornamentali, alberi<br />
di Natale, colture orticole perenni, materie prime rinnovabili, come miscanto, e piante<br />
aromatiche e medicinali pluriennali.<br />
Link al sito Internet UFAG:<br />
Produzione sostenibile: Frutta - Statistiche frutta<br />
Produzione sostenibile : Vini e distillati – Statistiche vitivinicole<br />
Peter Schwegler, UFAG, Settore Prodotti vegetali, peter.schwegler@blw.admin.ch<br />
64<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 8 / 18<br />
PRODUZIONE > PRODUZIONE VEGETALE<br />
Strategia Selezione vegetale Svizzera 2050<br />
La disciplina della selezione vegetale è all'inizio della catena del valore nella produzione di<br />
derrate alimentari. La maggior parte di ciò che consumiamo ogni giorno proviene da varietà vegetali<br />
selezionate. L'intera filiera agroalimentare poggia sulle prestazioni preliminari basilari<br />
della selezione, che incide, direttamente e indirettamente, sulle abitudini alimentari di oggi e<br />
di domani. Sono numerosi gli attori coinvolti in questo settore che contribuiscono a sviluppare<br />
prodotti di successo (varietà vegetali) richiesti anche sul mercato. Ciò implica un approccio<br />
caratterizzato da una cooperazione stretta e proficua tra discipline assai diverse tra di loro,<br />
come ad esempio entomologia, patologia, fitofisiologia, biologia molecolare o bioinformatica.<br />
La selezione vegetale contribuisce in maniera fondamentale alla sostenibilità dell'agricoltura<br />
perché le novità varietali rispettano le risorse naturali e offrono rese sicure. I tempi di pianificazione<br />
nella selezione vegetale sono dilatati perché solitamente ci vogliono oltre 15 anni<br />
prima che una varietà nuova riesca a posizionarsi sul mercato. Anche in questo settore è decisivo<br />
essere in grado di concepire per tempo la strategia giusta e valutarla periodicamente.<br />
Considerata la valenza strategica della selezione vegetale per l'intero primario, negli ultimi tre<br />
anni l'UFAG ha elaborato la Strategia Selezione vegetale Svizzera, che volutamente copre un<br />
arco di tempo lungo (fino al 2050) e che per questo motivo ha una valenza generale. Si basa su<br />
una visione che riconosce il significato della selezione vegetale in Svizzera considerate le sfide<br />
dei prossimi decenni ed è rivolta a un'agricoltura sostenibile e multifunzionale.<br />
Visione 2050 per la Selezione vegetale Svizzera<br />
La Selezione vegetale Svizzera, con le sue varietà e competenze eccezionali, è una colonna<br />
portante di una filiera agroalimentare innovativa e sostenibile.<br />
La strategia è stata sviluppata coinvolgendo diversi gruppi d’interesse e tenendo conto dei<br />
pareri delle cerchie consultate. Crea i presupposti per i punti strategici che la Confederazione<br />
fissa per la selezione di nuove varietà vegetali, nonché le basi per i responsabili chiamati a decidere<br />
in merito all'impiego dei fondi pubblici in questo ambito. Definisce le condizioni essenziali<br />
per un maggior coordinamento in seno alla comunità della selezione vegetale in Svizzera,<br />
suggella l'importanza fondamentale della cooperazione internazionale per una selezione vegetale<br />
di successo e crea i presupposti necessari per un impiego efficiente delle risorse pubbliche.<br />
Gli attori del settore possono utilizzarla come riferimento per mettere a punto le loro<br />
strategie.<br />
Il documento sulla strategia serve da base per lo sviluppo di un piano d'azione concreto che<br />
sarà elaborato negli anni 2016 e 2017, sempre coinvolgendo le cerchie interessate, sotto la<br />
guida dell'UFAG.<br />
Hans Dreyer, UFAG, Settore Salute delle piante e varietà<br />
Contatto: Gabriele Schachermayr, UFAG, Settore Salute delle piante e varietà,<br />
gabriele.schachermayr@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
65
Il mio Rapporto agricolo 9 / 18<br />
PRODUZIONE > PRODUZIONE ANIMALE<br />
Allevatori e effettivi di animali da reddito<br />
Nel 2015 si sono registrati 36 700 detentori di animali della specie bovina, con un calo del 2,7<br />
per cento circa rispetto all'anno precedente. Una diminuzione percentuale analoga si rileva per<br />
il numero dei detentori di ovini e suini. Anche il numero dei detentori di animali della specie<br />
equina è sceso, seppur in misura lieve e meno massiccia rispetto agli anni precedenti. Soltanto<br />
per gli allevatori di pollame si è registrato un leggero incremento.<br />
Evoluzione del numero di allevatori<br />
2000/02 2013 2014 2015 2000/02–<br />
2013/15<br />
Capi Capi Capi Capi %<br />
Detentori di animali<br />
Detentori di bovini<br />
Detentori di<br />
equini<br />
58 602 46 621 45 711 44 789 -22,0<br />
49 598 38 546 37 742 36 738 -24,0<br />
10 564 8671 8528 8483 -19,0<br />
Detentori di suini 14 656 7277 7045 6865 -51,8<br />
Detentori di ovini 12 158 8903 8700 8414 -28,7<br />
Detentori di caprini<br />
Detentori di<br />
pollame da reddito<br />
6977 6466 6333 6313 -8,7<br />
19 943 11 982 11 953 12 065 -39,8<br />
Fonte: UST, dati sui bovini a partire dal 2009 provenienti dalla Banca dati sul traffico di animali<br />
2015: giorno di riferimento spostato da inizio maggio al 1° gennaio<br />
Paragonando il numero di detentori di animali dell'anno oggetto del rapporto con gli anni<br />
2000/02, spiccano i dati dei detentori di suini e di pollame da reddito. Questi sono infatti diminuiti<br />
rispettivamente del 50 e del 40 per cento circa. Ma anche il numero di detentori di bovini e<br />
ovini in questo lasso di tempo è sceso rispettivamente del 24 e del 29 per cento. Mentre nel 2015<br />
il numero di animali per tutte le specie non ha subito praticamente riduzioni rispetto al periodo<br />
2000/02, per il pollame si è registrato addirittura un aumento di oltre il 50 per cento. Tale situazione<br />
palesa il cambiamento strutturale e la concentrazione su effettivi medi più grandi.<br />
Nell'anno oggetto del rapporto i contadini hanno detenuto circa 1,55 milioni di capi di bovini<br />
(0,5 % in meno rispetto al 2014). L'effettivo di vacche (vacche da latte e madri) ha subito una<br />
flessione di 4000 capi rispetto all'anno precedente.<br />
66<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 10 / 18<br />
PRODUZIONE > PRODUZIONE ANIMALE<br />
L'effettivo di suini, composto da circa 1,5 milioni di capi, si è attestato lievemente al di sotto<br />
del valore dell’anno precedente, subendo un calo dello 0,2 per cento. La flessione piuttosto<br />
considerevole degli effettivi di ovini e caprini registrata nel 2015 è prevalentemente dovuta<br />
allo spostamento del giorno di riferimento da inizio maggio al 1° gennaio.<br />
» A24<br />
Grazie alla buona congiuntura per uova e carne di pollame, l'effettivo totale di pollame è nuovamente<br />
aumentato, attestandosi, nell'anno oggetto del rapporto, a quota 10,75 milioni di<br />
capi; l'incremento maggiore, pari al 6 per cento circa, si è registrato per le galline ovaiole e<br />
da allevamento.<br />
Hans Ulrich Leuenberger, UFAG, Settore Prodotti animali e allevamento, hansulrich.leuenberger@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
67
Il mio Rapporto agricolo 12 / 18<br />
PRODUZIONE > PRODUZIONE ANIMALE<br />
Produzione lattiera<br />
L'economia lattiera è la filiera principale dell'agricoltura svizzera con una quota del 20 per<br />
cento circa rispetto alla produzione dell'intero settore primario. Nel 2015, in Svizzera sono<br />
stati censiti 21 850 produttori di latte circa, di cui 10 270 nella regione di montagna e 11 580 in<br />
quella di pianura. Nell'anno oggetto del rapporto sono stati commercializzati circa 3,49 milioni<br />
di tonnellate di latte, di cui quasi un terzo di produzione biologica, senza somministrazione<br />
di insilati agli animali. Il latte prodotto da animali cui non vengono somministrati insilati è il<br />
presupposto per fabbricare i tipici formaggi svizzeri a base di latte crudo come, ad esempio,<br />
Emmentaler DOP, Gruyère DOP, Sbrinz DOP o Tête de Moine DOP. La quota principale del latte<br />
commercializzato in Svizzera è trasformata in formaggio (41 %), seguono burro (16 %), latte<br />
di consumo (11 %), latticini a lunga conservazione, come latte scremato e intero in polvere,<br />
(10 %), panna di consumo (8 %), yogurt (3 %) e altri.<br />
Nel 2015 il quantitativo di latte commercializzato ammontava mediamente a 196 992 chilogrammi<br />
per azienda di pianura e a 105 503 chilogrammi per azienda di montagna. Rispetto<br />
all'anno lattiero 2014, nella regione di pianura sono stati forniti mediamente 15 064 chilogrammi<br />
in più, in quella di montagna circa 4319 chilogrammi in più. Negli ultimi dieci anni<br />
si sono registrati incrementi delle forniture del 60,1 per cento per le aziende di pianura e del<br />
41,7 per cento per quelle di montagna. Tale mancanza di uniformità nell’evoluzione palesa le<br />
migliori possibilità di crescita nella regione di pianura. Anche nel 2015 l'aumento in percentuale<br />
del quantitativo medio di latte paragonato all'anno precedente è stato superiore nella<br />
regione di pianura rispetto alla regione di montagna.<br />
Nell'anno oggetto del rapporto, il quantitativo di latte commercializzato è stato pari a 3,49<br />
milioni di tonnellate, registrando un calo dell'1,5 per cento circa rispetto al 2014. L'effettivo<br />
di vacche ha subito soltanto una lieve flessione (-0,5 %).<br />
» Latte e latticini<br />
Hans Ulrich Leuenberger, UFAG, Settore Prodotti animali e allevamento, hansulrich.leuenberger@blw.admin.ch<br />
68<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 13 / 18<br />
PRODUZIONE > PRODUZIONE ANIMALE<br />
Produzione di carne e uova<br />
Nell'anno oggetto del rapporto il valore della produzione della carne (tutti i tipi di carne) è<br />
stato di circa 2,6 miliardi di franchi. Tale importo corrisponde a un quarto circa del valore della<br />
produzione dell'intero settore primario.<br />
La quota indigena della carne bovina ha raggiunto l'80,6 per cento; rispetto al 2014 si segnala<br />
un incremento dello 0,7 per cento della produzione di carne da banco e un calo del 2,3 per cento<br />
nell'approvvigionamento in animali da salumeria. A causa della domanda persistentemente<br />
alta di animali da salumeria si sono rese necessarie continue importazioni.<br />
Nel 2015 la produzione di carne di vitello ha subito una flessione del 4 per cento, riconducibile<br />
in primo luogo all'utilizzo di razze da carne con caratteristiche genetiche particolari laddove i<br />
vitelli magri sono destinati prevalentemente all'ingrasso di bestiame grosso.<br />
Anche la produzione di carne di maiale è lievemente diminuita, attestandosi a 241 322 tonnellate.<br />
Le condizioni climatiche hanno prolungato la stagione delle grigliate, contribuendo a<br />
sgravare il mercato del bestiame suino, ma eccedenze di produzione sporadiche hanno determinato<br />
un calo dei prezzi dei suini da macello.<br />
Come era già stato il caso negli anni scorsi, la produzione indigena di carne di pollame è nuovamente<br />
aumentata, segnatamente del 3,1 per cento.<br />
Nel 2015, sono stati prodotti 868 milioni di uova, ovvero il 3,7 per cento in più rispetto a un<br />
anno prima.<br />
» Carne e uova<br />
Hans Ulrich Leuenberger, UFAG, Settore Prodotti animali e allevamento, hansulrich.leuenberger@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
69
Il mio Rapporto agricolo 14 / 18<br />
PRODUZIONE > SICUREZZA DELLA PRODUZIONE PRIMARIA<br />
Strategia contro le resistenze agli antibiotici<br />
Obiettivi<br />
L'efficacia degli antibiotici va garantita a lungo termine e occorre arginare la formazione della<br />
resistenza. Con tale obiettivo il Consiglio federale alla fine del 2015 ha varano una strategia<br />
nazionale di ampio consenso contro le resistenze agli antibiotici. L'impiego eccessivo e inopportuno<br />
di antibiotici accelera lo sviluppo di germi resistenti che possono creare problemi per<br />
l'uomo e gli animali. Gli sforzi intrapresi finora per la lotta contro le resistenze agli antibiotici<br />
non sono sufficienti. In futuro gli antibiotici devono essere impiegati in modo più scrupoloso<br />
e ne va ridotto l'uso.<br />
Strategia «One-Health»<br />
La strategia nazionale contro le resistenze agli antibiotici (StAR) evidenzia dove in Svizzera<br />
sussiste necessità d'intervento, quali obiettivi vanno raggiunti e quali misure sono necessarie<br />
a tal fine. L'approccio di «One-Health» è vasto; il problema riguarda la medicina umana e quella<br />
veterinaria, l'agricoltura e l'ambiente.<br />
Comprendere la situazione<br />
La strategia è stata elaborata da quattro uffici federali in collaborazione con importanti stakeholder<br />
nell’arco di due anni e mezzo. Questa cooperazione e le notizie fornite dai mezzi di<br />
comunicazione hanno sensibilizzato i relativi gruppi professionali e la popolazione. Anche se<br />
nel settore veterinario i quantitativi totali di antibiotici venduti all'anno segnano un calo, va<br />
potenziata la coerente sorveglianza dell'utilizzo di antibiotici nella medicina umana e veterinaria<br />
nonché sviluppata la rilevazione di dati più precisi. I dati sui medicamenti veterinari rilevati<br />
nel quadro degli indicatori agro-ambientali (IAA) consentono di pubblicare dati garantiti<br />
dal profilo statistico riguardanti solo le aziende specializzate nella detenzione di lattifere. La<br />
rilevazione del singolo utilizzo di antibiotici consentirà di adottare misure mirate ad esempio<br />
in quegli ospedali e studi medici, studi veterinari o aziende agricole che impiegano antibiotici<br />
in misura maggiore rispetto alla media.<br />
70<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 15 / 18<br />
PRODUZIONE > SICUREZZA DELLA PRODUZIONE PRIMARIA<br />
Potenziare la prevenzione e un utilizzo consono<br />
Per preservare a lungo termine l'efficacia degli antibiotici è necessaria una maggiore prevenzione:<br />
ad ogni infezione evitata si riduce l'utilizzo di antibiotici. Ad esempio va migliorata<br />
l'igiene negli ospedali e nelle cure nonché ottimizzata la detenzione degli animali.<br />
Direttive uniformi valide a livello nazionale promuovono inoltre un utilizzo consono di antibiotici.<br />
Le direttive definiranno a quali condizioni vanno utilizzati gli antibiotici nella medicina<br />
umana e veterinaria e conterranno informazioni sulla scelta dell'antibiotico adatto, sulla posologia<br />
e sulla durata della terapia.<br />
Markus Hardegger, UFAG, Settore Risorse genetiche e tecnologie, markus.hardegger@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
71
Il mio Rapporto agricolo 16 / 18<br />
PRODUZIONE > SICUREZZA DELLA PRODUZIONE PRIMARIA<br />
Strategia per la sicurezza della catena alimentare<br />
Contesto<br />
Molti attori operano lungo la catena alimentare per garantirne la sicurezza. I Cantoni controllano<br />
le derrate alimentari e gli oggetti d'uso, effettuano controlli veterinari nonché quelli<br />
della produzione primaria e dei mezzi di produzione per l'agricoltura. La Confederazione, mediante<br />
Agroscope, garantisce un controllo centralizzato degli alimenti per animali commercializzati.<br />
La crescente complessità della catena alimentare e delle aspettative dei consumatori nonché<br />
la penuria delle risorse obbligano a strutturare e a coordinare sempre più tali controlli per preservare<br />
un livello di sicurezza elevato per i consumatori.<br />
Il Piano di controllo nazionale pluriennale (PCN) illustra le basi legali, gli attori coinvolti nei<br />
controlli e le attività effettuate lungo la catena alimentare. Nel 2015 è stata definita una strategia<br />
globale in collaborazione con tutti gli organi coinvolti. Questa tiene conto di tale evoluzione<br />
e mira a strutturare e a coordinare tali attività per migliorarne l'efficacia.<br />
Obiettivi comuni in una strategia<br />
In Svizzera sono affidati compiti esecutivi e controlli ufficiali a tutela della sicurezza alimentare<br />
a oltre 70 servizi nella Confederazione e nei Cantoni. L’organizzazione settoriale del sistema di<br />
controllo e la struttura federalista consentono un’attuazione ottimale delle direttive uniformi<br />
e presuppongono un elevato coordinamento e cooperazione.<br />
Ogni anno l'Unità federale per la filiera alimentare (UFAL) organizza una giornata PCN. Riunisce<br />
tutti gli attori della catena alimentare, chimici, veterinari e i servizi di agricoltura cantonali,<br />
l'Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV), l'Ufficio federale<br />
dell'agricoltura (UFAG) e l'Amministrazione federale delle dogane (AFD). Dalle discussioni nei<br />
gruppi di lavoro creati in occasione di questa giornata è scaturito il bisogno di lavorare su obiettivi<br />
comuni.<br />
72<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 17 / 18<br />
PRODUZIONE > SICUREZZA DELLA PRODUZIONE PRIMARIA<br />
Un gruppo di lavoro misto (GL), composto da rappresentanti della Confederazione e dei Cantoni,<br />
è stato incaricato di elaborare obiettivi strategici lungo la catena alimentare. Obiettivo<br />
di portata superiore è garantire la sicurezza lungo la catena alimentare nel modo più efficace<br />
possibile.<br />
La missione del gruppo di lavoro prevede due fasi.<br />
• Formulazione di obiettivi strategici e operativi lungo la catena alimentare, definendo le<br />
competenze e i compiti degli attori.<br />
• Attuazione della strategia nel Piano di controllo nazionale (PCN).<br />
La strategia comprende quattro obiettivi strategici.<br />
1. Le derrate alimentari sul mercato sono sicure e conformi.<br />
La sicurezza delle derrate alimentari e degli oggetti d’uso è mantenuta alta lungo la catena<br />
alimentare per proteggere i consumatori dai pericoli per la salute e rispondere alle loro aspettative<br />
nei confronti delle derrate alimentari.<br />
2. Il sistema continua a evolversi e promuove la collaborazione.<br />
Il sistema di esecuzione e di controllo lungo la catena alimentare diventa più efficiente attraverso<br />
una migliore collaborazione e un flusso di dati più trasparente. I responsabili della politica<br />
sono connessi e si persegue un continuo miglioramento delle sinergie nell'organizzazione.<br />
Si presta attenzione allo sgravio amministrativo.<br />
3. Il sistema previene le crisi in maniera attiva e le supera con successo.<br />
La collaborazione nelle diverse sfere di competenza nell'ambito dell'organizzazione è impostata<br />
in modo che si prevengano le crisi e sia possibile gestirle. Il manuale delle crisi è aggiornato<br />
e sostiene l'organizzazione.<br />
4. Sono create condizioni ottimali per l'accesso al mercato.<br />
La collaborazione degli attori lungo la catena alimentare è organizzata in modo che le derrate<br />
alimentari, i prodotti semilavorati e le materie prime, che rientrano nella nostra sfera di competenza,<br />
siano idonei alla commercializzazione, con o senza condizioni, in Svizzera, nell'Unione<br />
europea e negli altri Paesi selezionati (Stati con i quali la Svizzera ha concluso o aspira a concludere<br />
accordi commerciali).<br />
Dopo la consultazione delle cerchie interessate questa strategia ha ottenuto l'avallo di tutte<br />
le parti in questione.<br />
La strategia globale costituisce una prima tappa. Include già alcuni obiettivi strategici e misure<br />
possibili per la sua realizzazione. Un nuovo gruppo di lavoro per l'attuazione della strategia<br />
globale, costituito da rappresentanti del comparto operativo delle diverse organizzazioni,<br />
studia in dettaglio queste proposte, le completa in funzione della loro esperienza e stabilisce<br />
delle priorità.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
73
Il mio Rapporto agricolo 18 / 18<br />
PRODUZIONE > SICUREZZA DELLA PRODUZIONE PRIMARIA<br />
Proposte di obiettivi operativi e di misure possibili per la realizzazione del primo obiettivo<br />
strategico<br />
Obiettivo strategico<br />
Punti chiave Obiettivi parziali operativi Misure<br />
Le derrate alimentari sul mercato<br />
sono sicure e conformi<br />
Comprensione globale del rischio<br />
lungo la catena alimentare.<br />
Possibilità di misurare la sicurezza<br />
alimentare: esiste un indice della sicurezza<br />
alimentare per quantificarla<br />
con l'obiettivo di migliorarla.<br />
Elaborazione di un catalogo consolidato<br />
di possibili rischi e rispettiva<br />
priorità come base per la pianificazione.<br />
Aggiornamento costante<br />
della legislazione a sostegno di<br />
un'esecuzione efficace.<br />
Definizione, da parte del GL Analisi<br />
dei dati, di indicatori e rispettiva<br />
ponderazione considerando le<br />
soluzioni già esistenti in Svizzera e<br />
all'estero.<br />
Avvio dei lavori per l'elaborazione,<br />
l'attuazione e il controlling<br />
dell'indice della sicurezza alimentare.<br />
Riduzione dei casi di campilobatteriosi:<br />
inversione a medio termine<br />
della tendenza epidemiologica.<br />
Entro la fine del 2019 il tasso di campilobatteriosi<br />
nell’uomo raggiunge<br />
quello degli anni 2005/2006 (incidenza<br />
inferiore a 70 casi ogni 100<br />
000 persone e anno).<br />
Presentazione di una Strategia nazionale<br />
contro le resistenze agli antibiotici<br />
(StAR).<br />
Disponibilità, per tutti gli attori, dei<br />
dati e delle informazioni necessari al<br />
loro lavoro.<br />
Allestimento e attuazione di un<br />
piano di riduzione «Campy minus»<br />
nonché monitoraggio del suo sviluppo<br />
con il coinvolgimento di tutti<br />
gli interessati.<br />
Allestimento di un piano di attuazione<br />
della Strategia nazionale<br />
contro le resistenze agli antibiotici<br />
(StAR).<br />
Esecuzione di un'analisi dello stato<br />
attuale/auspicato volta a stabilire<br />
dove sono presenti dati e informazioni<br />
nonché la rispettiva qualità e<br />
di quali dati necessitano i singoli attori<br />
per l’adempimento ottimale del<br />
mandato di esecuzione.<br />
Louis Tamborini, UFAG, Settore Sicurezza della produzione e alimentazione animale, louis.tamborini@blw.admin.ch<br />
74<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
75
Il mio Rapporto agricolo 2 / 93<br />
MERCATO > INTRODUZIONE<br />
Introduzione<br />
Nel 2015 la temperatura annuale in Svizzera è stata mediamente superiore di 2 gradi a quella<br />
di riferimento dal profilo climatico registrata nel periodo 1961-1990 su tutto il territorio nazionale.<br />
Il 2015 è stato quindi l’anno più caldo mai registrato in Svizzera. L'estate 2015, dopo<br />
quella del 2003, è stata la seconda più calda dall'inizio delle rilevazioni sistematiche nel 1864.<br />
In tutto il periodo estivo in Svizzera si sono registrarti 3,5 gradi in più rispetto alla media pluriennale.<br />
Nella maggior parte delle località l'estate 2015 è stata troppo secca. Soprattutto a<br />
inizio luglio il suolo è diventato estremamente arido a causa di canicola, vento e 14 giorni di<br />
sole quasi ininterrotto. Soltanto a partire dalla seconda metà del mese di agosto sono cadute<br />
grandi quantità di piogge. Nella maggior parte delle località è stato possibile solo in parte compensare<br />
la carenza di precipitazioni.<br />
Già a inizio 2015 gennaio ha registrato temperature oltre la media; in alcuni giorni la colonnina<br />
ha toccato 20 gradi e non si sono praticamente rilevate gelate. Dopo un inizio invernale, marzo<br />
è stato molto soleggiato e secco. Soltanto a fine aprile sono arrivate le tanto attese precipitazioni.<br />
I mesi di maggio e giugno sono stati umidi e freschi. In particolare giugno è stato caratterizzato<br />
da forti oscillazioni di temperature. Alla fine di giugno è iniziata l'ondata di caldo<br />
estiva. In autunno e fino a dicembre le temperature si sono nuovamente attestate su valori<br />
oltre la media. Complessivamente, ad eccezione di ottobre, è stato un autunno troppo secco.<br />
Prodotti di origine vegetale<br />
Nella produzione vegetale le condizioni climatiche del 2015 hanno avuto impatti diversi a seconda<br />
delle colture. Suoli secchi e caldi hanno consentito semina e piantagione primaverili precoci<br />
di verdura, barbabietole da zucchero, cereali, semi oleosi e patate. All'inizio della stagione<br />
estiva freddo e umidità hanno però rallentato la crescita delle colture e determinato in parte<br />
perdite di resa nell'orticoltura. La canicola e la siccità in piena estate hanno causato un gran<br />
dispendio per l'irrigazione e nelle regioni più secche dell'Altopiano e della Svizzera settentrionale<br />
hanno determinato rese inferiori alla media sulle superfici inerbite, nella coltivazione<br />
di mais e per le verdura da stoccaggio e destinate alla trasformazione (escl. carote). Nell'anno<br />
precedente soltanto l'80 per cento del frumento panificabile raccolto è stato destinato alla panificazione,<br />
mentre nel 2015, grazie al clima secco nella fase di maturazione e di raccolto quasi<br />
il 100 per cento del frumento ha raggiunto lo standard per la panificazione. Dopo le rese record<br />
dell'anno precedente, è stato possibile ottenere anche nel 2015 ottime rese di colza. Le patate<br />
e le barbabietole da zucchero hanno sofferto ristagni idrici all'inizio dell'estate e successivamente<br />
la siccità estiva.<br />
Tutto sommato si può trarre un bilancio positivo per l'annata vitivinicola e frutticola. I frutti<br />
sono giunti a maturazione in buone condizioni determinando qualità elevata nelle uve e nella<br />
frutta. Tuttavia la vendemmia, a causa della siccità, è stata una delle più esigue degli ultimi<br />
anni. Grazie alle possibilità di irrigazione nella frutticoltura, in generale è stato possibile ricavare<br />
rese nella media. In particolare le bacche hanno sofferto la canicola estiva. La drosofila<br />
del ciliegio è stata sempre presente, ma nella frutticoltura ha causato meno danni rispetto a<br />
quanto temuto e nella viticoltura non ha provocato alcun problema.<br />
Prodotti di origine animale<br />
La tendenza al ribasso per gli effettivi di bovini in atto ormai da anni ha avuto ripercussioni<br />
sull'approvvigionamento indigeno. Mentre la produzione di carne da banco nel 2015 è aumentata,<br />
è diminuito l'approvvigionamento di mezzene da salumeria. La quota indigena sul consumo<br />
per il bestiame grosso si è attestata all'80,6 per cento. La produzione di carne di vitello<br />
nell'anno oggetto del rapporto è diminuita del 4 per cento rispetto all'anno precedente e si<br />
è attestata a circa 29 100 tonnellate di peso alla macellazione. La produzione e il consumo<br />
pro capite di carne di suino sono diminuiti leggermente rispetto all'anno precedente. È inceve<br />
76<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 3 / 93<br />
MERCATO > INTRODUZIONE<br />
aumentato il consumo di carne ovina. La popolazione continua ad apprezzare uova e carne di<br />
pollame svizzere che si sono potute affermare sul mercato nonostante le enormi differenze di<br />
prezzo rispetto ai prodotti d'importazione. Il prezzo alla produzione del latte ha subito pressioni<br />
a causa soprattutto delle difficoltà sul mercato internazionale del latte. La bilancia commerciale<br />
del formaggio Svizzera-UE è stata nuovamente positiva in termini di valore, mentre<br />
dal profilo dei quantitativi le importazioni sono state, come già l'anno scorso, superiori alle<br />
esportazioni.<br />
Evoluzione dei mercati<br />
Nel 2015 il valore aggiunto lordo del settore primario ha seguito un andamento negativo; lo<br />
stesso dicasi per il commercio di prodotti agricoli. Sia l'indice dei prezzi alla produzione dei<br />
prodotti agricoli sia quello dei prezzi al consumo delle derrate alimentari e delle bevande analcoliche,<br />
invece, hanno segnato una tendenza leggermente positiva. Come si sono invece sviluppati<br />
i prezzi ai diversi livelli commerciali? Come evolve la competitività nel settore lattiero?<br />
La risposta a queste domande è contenuta nell'articolo della sottorubrica «Evoluzione dei mercati».<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
77
Il mio Rapporto agricolo 4 / 93<br />
MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />
Valore aggiunto lordo<br />
Nel 2015 l'economia svizzera ha realizzato un valore aggiunto lordo di 625 miliardi di franchi,<br />
ovvero di circa 3 miliardi superiore a quello dell'anno precedente. La quota del settore primario<br />
si attesta sullo 0,7 per cento.<br />
Evoluzione del valore aggiunto lordo dei tre settori dell’economia<br />
Settore 2000 2014 1 2015 1 Quota 2015<br />
mio. fr. mio. fr. mio. fr. %<br />
Primario 5300 4680 4256 0,7<br />
Secondario 115 366 159 866 159 462 25,5<br />
Terziario 317 079 458 202 461 162 73,8<br />
Totale 437 745 622 748 624 880 100,0<br />
Avvertenza: in seguito alla revisione totale del conto economico del 2014 (adeguamento al Sistema europeo dei<br />
conti nazionali e regionali 2010), sono state modificate tutte le sequenze di dati degli aggregati.<br />
¹ Dati provvisori<br />
Fonte: UST<br />
Alessandro Rossi, UFAG, Settore Comunicazione e servizi linguistici, alessandro.rossi@blw.admin.ch<br />
78<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 5 / 93<br />
MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />
Commercio estero<br />
Nel 2015, dopo anni di crescita moderata, il commercio svizzero estero ha registrato un calo:<br />
le importazioni e le esportazioni, con rispettivamente 166,3 e 202,9 miliardi di franchi, sono<br />
risultate inferiori del 6,9 % e del 2,6 % rispetto al 2014. Il saldo della bilancia commerciale nel<br />
2015 ha dato un'eccedenza d'esportazione di 36,6 miliardi di franchi, vale a dire 6,6 miliardi<br />
di franchi in più rispetto al 2014.<br />
Nell’anno oggetto del rapporto il commercio di prodotti agricoli ha avuto, nel complesso, un<br />
andamento negativo. Rispetto al 2014 il valore delle importazioni è sceso di 0,6 raggiungendo<br />
11,5 miliardi di franchi, quello delle esportazioni ha segnato un calo di 0,3 miliardi di franchi<br />
attestandosi a 8,5 miliardi di franchi. Nel 2015 la bilancia commerciale per i prodotti agricoli<br />
si è chiusa con un’eccedenza d’importazione di 3,0 miliardi di franchi, vale a dire 0,3 miliardi<br />
di franchi in meno rispetto al 2014. Tuttavia, nel complesso, tra il 2000 e il 2015 l’eccedenza<br />
d’importazione ha subito una flessione di 2 miliardi di franchi.<br />
Nell’anno oggetto del rapporto il 71,7 per cento circa delle importazioni agricole proveniva<br />
dall’UE. Il 57,3 per cento dei prodotti esportati dalla Svizzera era destinato all’area europea.<br />
Rispetto al 2014 le importazioni dall'UE sono diminuite di 0,5 miliardi di franchi, fissandosi<br />
a 8,3 miliardi di franchi, mentre le esportazioni verso l'UE sono diminuite di 0,4 miliardi di<br />
franchi segnando un livello di 4,9 miliardi di franchi. Nel 2015 la bilancia commerciale con l'UE<br />
per i prodotti agricoli ha chiuso con un’eccedenza d’importazione di 3,4 miliardi di franchi.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
79
Il mio Rapporto agricolo 6 / 93<br />
MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />
In termini di valore, i prodotti agricoli importati in Svizzera provenivano soprattutto dalla Germania,<br />
seguita da Italia e Francia. Poco più del 60 per cento dell’insieme delle importazioni<br />
dall’UE proveniva da questi tre Paesi. A Germania, Francia e Italia è stato destinato circa il 56<br />
per cento del valore delle esportazioni nell’UE del 2015.<br />
La bilancia commerciale con i Paesi UE confinanti nonché con la Spagna e i Paesi Bassi ha registrato<br />
eccedenze d’importazione nell’anno oggetto del rapporto. La Svizzera ha registrato il<br />
peggior bilancio con l’Italia. È risultato invece più equilibrato il bilancio con l’Austria. Nel commercio<br />
con i restanti Paesi membri dell’UE la Svizzera ha registrato, nel 2015, un’eccedenza<br />
d’esportazione di 88 milioni di franchi.<br />
80<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 7 / 93<br />
MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />
Nell’anno oggetto del rapporto le importazioni hanno interessato essenzialmente bevande,<br />
prodotti animali (compreso il pesce), generi voluttuari (caffè, tè e spezie) e preparati alimentari.<br />
In termini di valore le importazioni di bevande si compongono per un buon 60 per cento<br />
di vini, per il 19 per cento di acque minerali e per il 14 per cento circa di liquori. L’importazione<br />
totale di prodotti della voce «prodotti di origine animale, pesce» si compone di oltre il 40 per<br />
cento di carne, del 30 per cento circa di pesce e, per il resto, di preparati e conserve di carne.<br />
Com’era già stato il caso negli anni precedenti, nel 2015 si sono esportati soprattutto generi<br />
voluttuari e bevande, seguiti da preparati alimentari, cereali, preparazioni e latticini. I generi<br />
voluttuari esportati sono prevalentemente caffè con 1 943 milioni di franchi (2014: 2 025 mio.<br />
fr.) nonché cioccolata e generi alimentari contenenti cacao con 786 milioni di franchi (2014:<br />
796 mio. fr.). I preparati alimentari, gli estratti di caffè, le zuppe e le salse rappresentano la<br />
quota principale delle esportazioni totali di derrate alimentari.<br />
La bilancia commerciale secondo la categoria di prodotti registra un’eccedenza d’importazione<br />
soprattutto per i prodotti animali, compreso il pesce (–1 561 mio. fr.) e la frutta (–1 213 mio.<br />
fr.). Nel 2015 sono state realizzate eccedenze d’esportazione per generi voluttuari, tabacchi e<br />
diversi, latticini nonché bevande.<br />
Alessandro Rossi, UFAG, Settore Comunicazione e servizi linguistici, alessandro.rossi@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
81
Il mio Rapporto agricolo 8 / 93<br />
MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />
Grado di autoapprovvigionamento<br />
Il grado di autoapprovvigionamento è la quota della produzione indigena rispetto al consumo<br />
all'interno del Paese. Esso si distingue tra lordo e netto. In quello netto si tiene in considerazione<br />
il fatto che una parte della produzione indigena si ottiene utilizzando alimenti importati<br />
per animali. Nel calcolo del grado di autoapprovvigionamento netto, dalla produzione animale<br />
indigena è dedotta la quota ottenuta con alimenti importati per animali.<br />
» A25<br />
La produzione di punta dell’agricoltura svizzera è quella animale, il che spiega anche il grado di<br />
autoapprovvigionamento relativamente elevato in questo settore. Nel 2014 la quota indigena<br />
di prodotti animali ha fatto segnare, con il 100 per cento, quasi tre punti in più rispetto al 2013<br />
(97 %). La causa principale è stata l'elevata produzione di latte, carne di maiale, uova e carne<br />
di pollame. La quota di prodotti di origine vegetale nel 2014 è aumentata di 5 punti rispetto al<br />
2013, attestandosi al 46 per cento a causa soprattutto di un maggior raccolto di barbabietole<br />
da zucchero. Nel complesso, il grado di autoapprovvigionamento lordo nel 2014, pari al 63 per<br />
cento, ha registrato un incremento di 5 punti rispetto al 2013 (58 %); quello netto ha raggiunto<br />
quota 55 per cento, superando del 5 per cento il livello del 2013.<br />
Alessandro Rossi, UFAG, Settore Comunicazione e servizi linguistici, alessandro.rossi@blw.admin.ch<br />
82<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 10 / 93<br />
MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />
Evoluzione degli indici dei prezzi<br />
Tra il 2000/02 e il 2007 l’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti agricoli ha fatto registrare<br />
un lieve calo. Dopo un aumento di breve durata nel 2008 a quota 105,3 per cento, l’indice<br />
ha subito un nuovo drastico calo perdurato fino al 2012. Dopo un'ulteriore ripresa nel 2013 e<br />
nel 2014 segnando un livello poco più del 98 per cento, nell'anno oggetto del rapporto l'indice<br />
è diminuito di nuovo di quasi 6 punti percentuali attestandosi a 92,2 per cento. Al momento<br />
l'indice segna un livello simile a quello del 2010.<br />
Contrariamente all’indice dei prezzi alla produzione, nel 2015 gli altri indici sono risultati superiori<br />
a quelli del 2000/02. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per il sottogruppo «derrate<br />
alimentari e bevande analcoliche» è aumentato del 7 per cento tra il 2000/02 e il 2008,<br />
per poi ridiscendere al 101,2 per cento nel 2012. Dopo un lieve aumento nel 2013 (102,4 %) e<br />
nel 2014 (103,4 %), l'indice ha segnato nuovamente un calo attestandosi a 102,6 per cento.<br />
L’indice dei prezzi dei mezzi di produzione agricoli ha segnato un rialzo fino al 2008, toccando<br />
quota 110,6 per cento. Dopo una lieve flessione al 108,0 per cento (2010), tra il 2011 e il 2013<br />
l’indice è risultato pressoché stabile sul 108,5 per cento. Nel 2014 e nell'anno oggetto del<br />
rapporto è diminuito ancora una volta, attestandosi nel 2015 a 105,5 per cento. L’indice può<br />
essere Il mio Rapporto suddiviso agricolo in mezzi di produzione di origine agricola (sementi, alimenti per animali) e 11 / 93<br />
altri mezzi di produzione. Il primo nel 2015 è aumentato di 2,1 punti percentuali, il secondo<br />
del 2,3 per cento.<br />
MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />
Fino al 2008 l'indice dei prezzi all’importazione per le derrate alimentari e le bevande è salito<br />
al 114,5 per cento e in seguito fino al 2012 è diminuito attestandosi a 107,1 per cento. Dopo<br />
un incremento nel 2013 (107,4 %) e nel 2014 (108,7 %), nell'anno oggetto del rapporto ha<br />
subito un calo di 4,7 punti percentuali segnando quota 104,0 per cento.<br />
Alessandro Rossi, UFAG, Settore Comunicazione e servizi linguistici, alessandro.rossi@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
83
Il mio Rapporto agricolo 12 / 93<br />
MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />
Prezzi ai diversi livelli commerciali<br />
Introduzione<br />
Nel messaggio concernente l'evoluzione della politica agricola negli anni 2014-2017 si mette<br />
in risalto l'importanza della garanzia di un'adeguata trasparenza da parte di un osservatorio<br />
indipendente nei mercati delle derrate alimentari sempre più liberalizzati e volatili. L’UFAG<br />
monitora da anni i mercati agricoli più importanti ai vari livelli commerciali. L'Osservazione<br />
del mercato, in quanto servizio esecutivo, si fonda sulla base legale stabilita nell'articolo 27<br />
capoverso 1 LAgr. In particolare si concentra sulle evoluzioni di prezzo nei settori carne, latte,<br />
uova, prodotti della campicoltura, frutta e verdura che costituiscono oggetto di analisi approfondita<br />
del presente contributo.<br />
Nelle sezioni seguenti sono descritte le evoluzioni di prezzo dei prodotti biologici e non, ai<br />
livelli commerciali «Produzione», «Commercio all'ingrosso per il canale della ristorazione»<br />
nonché «Commercio al dettaglio» e «Consumo». Occorre tener presente che i confronti del livello<br />
e dell’andamento dei prezzi tra i diversi gruppi di prodotti e livelli commerciali sono resi<br />
difficili dall'eterogenea definizione di prezzo ai diversi livelli (p.es. diversa combinazione di<br />
label o diverso grado di trasformazione).<br />
Prezzi alla produzione<br />
Negli ultimi anni i prezzi alla produzione in Svizzera si sono sviluppati in maniera molto diversa.<br />
Nel 2015 importanti fattori che hanno influito sull'evoluzione dei prezzi sono stati l'abolizione<br />
della soglia minima per il cambio EURO-CHF e il conseguente turismo degli acquisti verso i Paesi<br />
limitrofi.<br />
» A26<br />
Prezzi, biologico escluso<br />
Nella produzione lattiera il 2015 è stato caratterizzato da un netto calo dei prezzi. In media<br />
il prezzo del latte rispetto all'anno precedente ha subito una flessione del 9,3 per cento attestandosi<br />
a 61.9 centesimi al chilogrammo e ha seguito l'evoluzione dei prezzi esteri. Rispetto<br />
al 2000 sia il prezzo del latte in generale sia quello del latte di caseificio sono nettamente diminuiti<br />
(-17,3 % nel periodo 2013/15). L'apertura del mercato caseario nel 2007, l'abolizione<br />
del contingentamento lattiero nel 2009, l'aumento delle riserve di burro a causa della sovraproduzione<br />
nonché gli sviluppi internazionali nel mercato lattiero hanno avuto nette ripercussioni<br />
sui prezzi.<br />
Nel 2015 sul mercato del bestiame da macello per i bovini si sono registrati prevalentemente<br />
rincari. Rispetto al 2014 le vacche da macello sono state commercializzate a prezzi maggiori<br />
a causa della scarsa offerta e della domanda elevata di carne macinata e di insaccati. Dal confronto<br />
tra i periodi 2000/02 e 2013/2015 si evince che i prezzi alla produzione nel mercato<br />
della carne (eccezione agnello e suino) sono aumentati. Negli anni la carne suina, a causa del<br />
ciclo della produzione del maiale, ha subito sensibili oscillazioni di prezzo, tuttavia nel periodo<br />
2000/02, rispetto al 2013/15, i prezzi alla produzione erano maggiori a causa dell'esigua offerta.<br />
Negli ultimi anni i prezzi delle uova sono restati relativamente costanti e prevedibili grazie alla<br />
pianificazione della produzione e alla gestione dei quantitativi nel quadro dell'integrazione<br />
verticale predominante in questo mercato. Rispetto al periodo 2013/15, negli anni 2002/04 i<br />
prezzi erano nel complesso leggermente maggiori.<br />
Nel 2015 rispetto al 2014 per i cereali indigeni sono stati osservati prezzi leggermente più<br />
bassi. Nel 2015 circa 53 000 tonnellate di raccolto all'interno del Paese sono state declassate<br />
84<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 13 / 93<br />
MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />
dalla Federazione svizzera dei produttori di cereali (FSPC) a causa di un’eccedenza di produzione.<br />
In tal modo è stato possibile evitare una situazione di eccedenza e quindi un crollo dei<br />
prezzi. Il calo di prezzo tra il 2000/02 e il 2013/15 è in parte riconducibile alle mutate condizioni<br />
quadro, come la riduzione dei prezzi soglia.<br />
Per quanto riguarda le sarchiate le condizioni meteorologiche hanno avuto una grande influenza<br />
sui prezzi alla produzione. Nel 2015 i prezzi alla produzione delle patate sono stati nettamente<br />
superiori rispetto all'anno precedente, in primo luogo a causa delle perdite di raccolto<br />
dovute all'estate calda. Tra il 2000/02 e il 2013/15 i prezzi delle sarchiate in media sono aumentati<br />
(eccezione barbabietola da zucchero con -38,6% a causa dei bassi prezzi dello zucchero).<br />
Dal 2000 i prezzi della frutta osservata hanno avuto uno sviluppo per lo più positivo. Tra il<br />
2000/03 e il 2012/15 i prezzi sono aumentati fino al 60 per cento (ciliegie da tavola 2015: 6,02<br />
fr./kg; 2000/03: 3,86 fr./kg). Per le ciliegie da tavola va notato che l'evoluzione dei prezzi<br />
negli ultimi anni è stata correlata anche agli adeguamenti del calibro e alla coltivazione di<br />
nuove varietà (frutti più grandi rispetto al passato). Tra la frutta a nocciolo, le albicocche sono<br />
rincarate di circa l'1,4 per cento, mentre per le prugne da tavola è stato registrato un aumento<br />
del 5,1 per cento. Per le mele si è osservato sia un incremento pari al 6,1 per cento (Golden<br />
Delicious 2015: 1.06 fr./kg) sia un calo pari all’8,4 per cento (Maigold/Braeburn 2015: 1.01<br />
fr./kg).<br />
Come per la frutta, anche per la verdura sono aumentati i prezzi indicativi franco grossista per<br />
tutte le categorie di prodotti osservate (eccezione: cipolle, con un calo del prezzo del 30 %).<br />
Ad esempio i prezzi delle carote sono aumentati del 10,7 per cento tra il 2000/02 e il 2013/15.<br />
I pomodori sono rincarati di oltre l'8,3 per cento, sedano rapa, lattuga cappuccio, cetrioli e<br />
cavolfiore hanno registrato aumenti compresi tra il 14 e il 38 per cento.<br />
» A27<br />
Prezzi dei prodotti biologici<br />
Nel commercio al dettaglio sono aumentate sia l'offerta sia la domanda nel segmento del biologico.<br />
Poiché i prezzi di alcuni prodotti biologici vengono osservati soltanto dal 2010-2011,<br />
non è sempre possibile effettuare un confronto pluriennale. Laddove possibile, è stata osservata<br />
un'evoluzione al rialzo dei prezzi nel commercio al dettaglio, con singole eccezioni.<br />
Nel 2015 i prezzi dei latticini prodotti secondo metodi biologici sono evoluti in maniera differenziata.<br />
Dal 2010 i prezzi del latte da bere sono aumentati, per poi ristagnare e diminuire<br />
leggermente nell'ultimo anno (analogamente all'evoluzione dei prezzi nella produzione).<br />
Per la carne biologica nel 2015 i prezzi sono per lo più aumentati (eccezione: carne di suino<br />
e singoli prodotti carnei); in particolare per la carne bovina (di manzo e di vitello) tutti i tagli<br />
pregiati hanno subito rincari.<br />
Per le uova biologiche tra il 2002/04 e il 2013/15 i prezzi sono rimasti relativamente costanti.<br />
L'incremento di prezzo per le uova crude si attesta all'1,2 per cento (2015: 81.1 ct./uovo) e<br />
per quelle sode al 2,1 % (2014: 95.93 ct./uovo).<br />
Anche per le patate biologiche i prezzi sono complessivamente aumentati nel confronto pluriennale<br />
(eccezione: patate da raclette). Nel 2015, rispetto all'anno precedente, i prezzi sono<br />
diminuiti, a causa della scarsa offerta registrata nel 2014, il che ha determinato forti rincari.<br />
Anche i prezzi della frutta biologica tra il periodo 2002/05 e 2012/15 sono aumentati (eccezione:<br />
fragole negli anni 2002/04 - 2013/15). Per le prugne l'incremento è stato di oltre il 40<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
85
Il mio Rapporto agricolo 14 / 93<br />
MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />
per cento. Rispetto al 2014, nel 2015 fragole e mele (Golden Delicious) hanno segnato un calo<br />
di prezzo.<br />
Per la verdura biologica non si sono osservate evoluzioni di prezzo uniformi. Mentre le verdure<br />
destinate all'immagazzinamento, ossia sedano rapa, cipolle, carote nonché lattuga cappuccio<br />
biologici nel periodo 2013/15 hanno registrato rincari nel commercio al dettaglio rispetto al<br />
periodo 2002/04, i prezzi dei pomodori (tondi) e dei cetrioli sono diminuiti. Rispetto al 2014,<br />
nel 2015 la verdura biologica osservata, tranne i cetrioli, è rincarata.<br />
» A28<br />
Prezzi nella fornitura e nell’acquisto all’ingrosso<br />
Gli addetti alla ristorazione e i consumatori privati possono avere accesso a un ampio assortimento<br />
di alimenti in confezioni di dimensioni più grandi, mediante una carta di acquisto, grazie<br />
alla fornitura e all’acquisto all’ingrosso. Dal 2013 pertanto vengono osservati anche i prezzi a<br />
livello di fornitura e acquisto all’ingrosso.<br />
Prezzi, biologico escluso<br />
Per quanto riguarda i latticini sono stati smerciati prevalentemente latte intero standardizzato<br />
UHT (1.23 fr./l), panna intera (5.88 fr./l), yogurt (3.65 fr./l), mozzarella (8.28 fr./kg) e burro<br />
(12.75 fr./kg). Rispetto all'anno precedente i prezzi dei prodotti osservati nel 2015 sono per<br />
lo più diminuiti, ad eccezione del formaggio (Gruyère) e del latte scremato oggetto di offerte<br />
promozionali.<br />
Nel segmento della carne fresca è stata venduta prevalentemente carne di manzo (31,0 %)<br />
e di suino (36,9 %). La quota d'importazione ammonta, in tutto il segmento, a circa il 15 per<br />
cento. I tagli preferiti sono entrecôte di manzo (35.37 fr./kg), carne macinata bovina (11.77<br />
fr./kg), costolette di maiale (11.38 fr./kg) e petto di pollo (18.93 fr./kg). Mentre la carne di<br />
manzo, in particolare quella macinata, tendenzialmente è rincarata, per la carne di suino si<br />
sono osservate vendite promozionali su vasta scala.<br />
Per le uova la quota d'importazione nel commercio all’ingrosso è aumentata nettamente rispetto<br />
a quella nel commercio al dettaglio. Le uova di allevamento al suolo importate, crude e<br />
sode, costituiscono circa il 54 per cento dell'intera offerta di uova in guscio. Il motivo risiede<br />
principalmente nel prezzo; le uova crude, contrariamente a quelle provenienti da allevamento<br />
al suolo indigene (41.3 ct./uovo), sono più economiche di oltre il 25 per cento (29 ct./uovo).<br />
Per le patate le varietà più vendute sono quelle resistenti alla cottura nonché quelle della categoria<br />
«patate da tavola per alte temperature», particolarmente adatte per essere arrostite<br />
e fritte. Rispetto al 2014 i prezzi in generale sono aumentati (eccezione: patate da tavola per<br />
alte temperature).<br />
Tra la verdura osservata le carote e i pomodori hanno registrato le vendite maggiori. Nel 2015<br />
i prezzi si sono attestati tra 1.62 fr./kg e 2.80 fr./kg. In generale i prezzi dei prodotti osservati<br />
hanno subito un incremento (eccezione: carote).<br />
» A29<br />
Prezzi dei prodotti biologici<br />
Lo smercio di prodotti biologici nel commercio all'ingrosso è ancora esiguo. Contrariamente al<br />
commercio al dettaglio, il biologico nella ristorazione non riveste ancora una grande importanza.<br />
Nell'ultimo anno gli acquisti di latticini biologici non sono stati degni di nota.<br />
Anche per la carne fresca nel 2014 sono stati smerciati soltanto scarsi quantitativi di prodotti<br />
biologici. La quota di mercato, sia per la carne di manzo sia per quella di vitello e di suino, è<br />
86<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 15 / 93<br />
MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />
inferiore allo 0,1 per cento. Il livello di prezzo, rispetto ai prodotti convenzionali, si attesta tra<br />
il 20 (per la carne di vitello) e il 90 per cento (per la carne suina).<br />
Le uova biologiche nel commercio all’ingrosso detengono una quota di mercato di circa l'1,2<br />
per cento. Nel 2014 il prezzo delle uova biologiche crude, con 59.9 ct./uovo, supera il prezzo<br />
di un uovo crudo da allevamento al suolo di circa il 30 per cento.<br />
Anche le patate biologiche sono relativamente poco vendute nel commercio all'ingrosso; la<br />
loro quota di mercato nel 2014 è stata inferiore allo 0,1 per cento. I prezzi superano quelli dei<br />
prodotti convenzionali, con oscillazioni che vanno dal 40 al 90 per cento. Si osserva lo stesso<br />
scenario per i prodotti a base di verdura selezionati, come carote e pomodori.<br />
Prezzi al consumo<br />
Negli ultimi anni i prezzi al consumo in Svizzera si sono sviluppati in maniera molto diversa.<br />
Nel 2015 importanti fattori che hanno influito sull'evoluzione dei prezzi sono stati l'abolizione<br />
della soglia minima per il cambio EURO-CHF e il conseguente turismo degli acquisti verso i Paesi<br />
limitrofi.<br />
» A30<br />
Prezzi, biologico escluso<br />
I prezzi dei latticini hanno segnato una diminuzione netta, salve poche eccezioni. Alcuni formaggi,<br />
come la mozzarella (-36,5 % nel confronto degli anni 2000/02-2012/14), sono diventati<br />
complessivamente più convenienti grazie al libero scambio e anche i prezzi dei prodotti della<br />
linea bianca, come il latte intero standardizzato UTH 35 g (-17,7 %), sono nettamente diminuiti.<br />
Tale sviluppo si è quindi allineato all'evoluzione dei prezzi alla produzione.<br />
Per la carne l'evoluzione è specifica per specie animale. Per la carne di manzo, vitello e agnello i<br />
prezzi sono aumentati sia rispetto agli anni 2000/02-2012/14 sia rispetto al 2014. Ciò è riconducibile<br />
alla crescente quota di label nell'assortimento per cui la produzione, e anche i prodotti<br />
smerciati, sono rincarati. Per la carne di suino, invece, l'evoluzione è stata complessivamente<br />
negativa. Nel periodo tra il 2000/02 e il 2012/14 i tagli dei singoli pezzi di carne sono diminuiti<br />
di oltre il 10 per cento (spezzatino, spalla), per quelli più pregiati la differenza era minore (p.es.<br />
1,2 per cento per la fettina). Occorre comunque ricordare che, oltre alla tendenza al consumo<br />
di carne povera di grassi, anche il rapporto tra offerta e domanda ha una notevole influenza sul<br />
prezzo della carne di suino (il che si ripercuote sul ciclo di produzione del maiale).<br />
I prezzi al consumo delle uova sono evoluti in maniera differenziata. Mentre dal 2002/04 i<br />
prezzi delle uova importate e delle uova crude da allevamento al suolo sono diminuiti (fino al<br />
16 per cento per le uova da allevamento al suolo importate, sode), le uova sode svizzere sono<br />
rincarate (+9,3 % per le uova da allevamento all'aperto, sode).<br />
I prezzi di farina e pane dal 2012 sono rimasti piuttosto costanti.<br />
Per le patate, i prezzi sono fortemente influenzati dall'offerta e dalla domanda. Mentre i prezzi<br />
nel 2013 sono rincarati in seguito allo scarso raccolto, nel 2014 sono notevolmente diminuiti.<br />
Comparando il periodo tra il 2005 e il 2012/14, ad eccezione delle patate novelle da tavola, si<br />
è constatata un'evoluzione dei prezzi al ribasso. Ciò è dovuto, tra le altre cose, alla crescente<br />
domanda di prodotti convenience e alla conseguente riduzione di prezzo come reazione del<br />
commercio al dettaglio per contrastare la diminuzione di consumo di patate fresche.<br />
Lo zucchero cristallizzato nel periodo tra il 2000/02 e il 2012/14 è diventato nettamente più<br />
conveniente (-16,8 %; 1.18 fr./kg nel 2014). Tale sviluppo si è quindi allineato all'evoluzione<br />
dei prezzi alla produzione.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
87
Il mio Rapporto agricolo 16 / 93<br />
MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />
Per la frutta prodotta in modo convenzionale, i prezzi dei singoli prodotti sono evoluti in maniera<br />
differente. Nel 2014 i prezzi al dettaglio di mele (Golden Delicious), albicocche e fragole<br />
sono aumentati rispetto all'anno precedente. Pere (Conférence), ciliegie e prugne, invece,<br />
sono state offerte a prezzi inferiori. L’osservazione sul lungo periodo indica un ribasso dei<br />
prezzi delle mele Golden Delicious e delle pere Conférence tra il 2000/02 e il 2012/14 (-6,7 %;<br />
-0,7 %). Nello stesso periodo albicocche, fragole, ciliegie e prugne hanno registrato un rincaro<br />
fino al 35 per cento (+35,7 %, +24,1 %, +20,9 %; +19,5 %).<br />
Come per la frutta, anche i prezzi della verdura prodotta convenzionalmente sono evoluti in<br />
maniera differente. Nel periodo compreso tra il 2000/02 e il 2012/14 sono aumentati i prezzi<br />
delle verdure destinate all'immagazzinamento, ossia sedano rapa (+27,2 %, 2014: 4.94 fr./<br />
kg), carote (+16,3 %, 2014: 2.49 fr./kg) e cipolle (+5,6 %, 2014: 2.42 fr./kg) nonché pomodori<br />
(tondi) (+6,2 %, 2014: 3.79 fr./kg) e lattuga cappuccio (+3,1 %, 2014: 1.72 fr./pz.). Nello<br />
stesso periodo hanno registrato una diminuzione di prezzo cetrioli (-7,9 %, 2014: 1.42 fr./pz.)<br />
e cavolfiori (-1,2 %, 2014: 3.89 fr./kg).<br />
» A31<br />
Prezzi dei prodotti biologici<br />
Nel commercio al dettaglio sono aumentate sia l'offerta sia la domanda nel mercato del biologico.<br />
Poiché i prezzi di alcuni prodotti biologici vengono osservati soltanto dal 2010-2011,<br />
non è sempre possibile effettuare un confronto decennale. Laddove possibile, è stata osservata<br />
un'evoluzione al rialzo dei prezzi nel commercio al dettaglio, con singole eccezioni.<br />
I prezzi dei latticini prodotti secondo metodi biologici sono evoluti in maniera differenziata<br />
(fino a +5 % per il latte intero standardizzato UHT, 2014: 1.81 fr./l). Dal 2010 i prezzi del latte<br />
da bere sono aumentati. I prodotti molto elaborati come ad esempio lo yogurt, il formaggio e<br />
il burro, invece, hanno segnato un calo del prezzo, benché nel 2014 per la maggior parte dei<br />
prodotti è stato constatato tendenzialmente un lieve incremento di prezzo rispetto all'anno<br />
precedente.<br />
Per la carne biologica dal 2011 i prezzi sono aumentati notevolmente (eccezione: pollo e singoli<br />
prodotti carnei); per i bovini (carne di manzo e di vitello) sono stati registrati maggiori<br />
rincari rispetto alla carne suina.<br />
Per le uova biologiche i prezzi sono rimasti relativamente costanti nel periodo tra il 2002/04 e<br />
il 2012/2014. L'incremento di prezzo per le uova crude si è attestato allo 0,7 per cento (2014:<br />
82.1 ct./uovo) e per le uova sode allo 0,3 per cento (2014: 93.69 ct./uovo), anche a causa<br />
dell'integrazione verticale nella produzione e nella trasformazione.<br />
Anche per le patate biologiche i prezzi sono complessivamente aumentati nel confronto decennale<br />
(eccezione patate da raclette). Nel 2014, rispetto al 2013, i prezzi sono nuovamente<br />
diminuiti, a causa della scarsa offerta registrata nel 2013, il che ha determinato maggiori rincari.<br />
Anche i prezzi della frutta biologica sono aumentati nel confronto decennale tra gli anni<br />
2002/04 e 2012/14 (eccezione fragole). Per le prugne l'incremento è stato di oltre il 40 per<br />
cento.<br />
Per la verdura biologica non si sono osservate evoluzioni di prezzo uniformi. Mentre le verdure<br />
destinate all'immagazzinamento, ossia sedano rapa, cipolle, carote nonché lattuga cappuccio<br />
biologici nel periodo 2012/14 hanno registrato rincari nel commercio al dettaglio rispetto al<br />
periodo 2002/04, i prezzi dei pomodori (tondi) e dei centrioli sono diminuiti.<br />
88<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 17 / 93<br />
MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />
Confronto tra il paniere delle merci biologico e quello non biologico<br />
» A32<br />
» A33<br />
Il paniere delle merci corrisponde al consumo mensile di alimenti selezionati (una volta prodotti<br />
biologici incl. e una volta escl.) di una famiglia di quattro persone (due adulti, due bambini).<br />
Esso non considera il consumo totale, bensì determinati prodotti, significativi dal profilo<br />
dell’agricoltura.<br />
Rispetto all'anno precedente le spese per il paniere delle merci convenzionali sono rimaste<br />
pressoché costanti (-0,2 %) e si sono attestate a 132.12 franchi. Ma sul piano del paniere delle<br />
merci parziale si evince che le spese per prodotti di origine animale (latticini, carne e uova)<br />
sono diminuite. In particolare prodotti con carne di suino (p.es. scaloppine e wienerli) sono<br />
diventati più convenienti. Per il paniere delle merci parziale dei prodotti di origine vegetale le<br />
spese, invece, sono in media aumentate, a livello di prodotto a volte di oltre il 10 per cento<br />
(zucchine).<br />
Anche le spese per il paniere delle merci biologico sono leggermente diminuite attestandosi a<br />
190.16 franchi (-0,3 %). Al contrario, il paniere delle merci senza i prodotti biologici ha segnato<br />
un calo delle spese per il paniere delle merci parziale con prodotti di origine vegetale (eccezione:<br />
farina bianca, +4,1 %). Soltanto il paniere delle merci parziale della carne ha segnato<br />
un lieve rincaro (+0,8 %), a causa soprattutto dell'aumento dei prezzi della carne di manzo e<br />
di pollo.<br />
Il confronto tra i due panieri delle merci mostra che rispetto al 2014 i prezzi dei panieri delle<br />
merci parziali sono evoluti in maniera diversa, in particolare per quanto riguarda carne, patate,<br />
frutta e verdura. Il rapporto tra le spese dei due panieri delle merci è rimasto invece costante.<br />
Il supplemento bio (differenza percentuale tra le spese dei panieri delle merci bio e non bio)<br />
ammonta, come l'anno precedente, a 43,9 per cento.<br />
Cornel Herrmann, UFAG, Settore Osservazione del mercato, cornel.herrmann@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
89
Il mio Rapporto agricolo 25 / 93<br />
MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />
Competitività del settore lattiero<br />
L'aumento della competitività del settore agroalimentare svizzero è un aspetto fondamentale<br />
della politica agricola. Con la valutazione del franco nel 2015, alla luce della crescente risonanza<br />
del turismo degli acquisti e degli sviluppi internazionali sul piano dei negoziati per accordi<br />
di libero scambio, la valenza della competitività internazionale sta aumentando. Alcuni<br />
mercati parziali, ad esempio quello caseario, sono stati già liberalizzati nei confronti dell'UE,<br />
è ora quindi il caso di interrogarsi su quanto sia competitiva la filiera agroalimentare svizzera<br />
rispetto alla concorrenza internazionale.<br />
Per competitività s'intende come il settore è in grado di ottenere e difendere in modo sostenibile<br />
la quota di mercato sui mercati indigeni ed esteri (cfr. Weindlmeier 1998). Per poter osservare<br />
la competitività dei vari settori a lungo termine il PF di Zurigo, su incarico dell'UFAG, ha<br />
elaborato un sistema di monitoraggio (cfr. Aepli e Kuhlgatz 2015).<br />
Di seguito tale sistema di monitoraggio viene applicato al settore lattiero svizzero. Nel concreto<br />
si analizza la competitività del settore lattiero e della trasformazione del latte. Inoltre sono<br />
esaminati nel dettaglio prodotti quali formaggio fresco e formaggio a pasta dura.<br />
Analisi della struttura della categoria<br />
La competitività dei singoli livelli della catena del valore è analizzata mediante indicatori per<br />
la struttura aziendale. Sono utilizzati i seguenti indicatori.<br />
• Produttività del lavoro: la produttività del lavoro è un fattore determinante della competitività<br />
poiché influenza i prezzi attraverso i costi del lavoro.<br />
• Dimensione dell’azienda, produttività del capitale, produttività delle superfici: questi indicatori<br />
mostrano in quale misura sono presenti eventuali vantaggi mediante la dimensione<br />
dell’azienda (economie di scala).<br />
• Valore aggiunto: il valore aggiunto lordo indica la redditività del settore. È calcolato a partire<br />
dal valore di produzione lordo del settore considerato meno i costi dei consumi intermedi.<br />
Per la produzione agricola si utilizza il cash flow del ramo aziendale in questione.<br />
Il calcolo degli indicatori è illustrato nel glossario alla fine del presente contributo.<br />
Competitività del settore lattiero<br />
Per stabilire la competitività del settore lattiero a livello internazionale, vengono analizzati<br />
dati delle aziende specializzate nella detenzione di lattifere in Svizzera e nei Paesi limitrofi.<br />
I dati provengono dall'International Farm Comparison Network (IFCN) a cui, per la Svizzera,<br />
partecipa Agroscope. Le aziende comparate sono diffuse in tutti i Paesi, si tratta di aziende<br />
tipiche che tuttavia non sono rappresentative a livello nazionale. Per la Svizzera nel confronto<br />
è utilizzata una tipica azienda nella zona collinare con 23 vacche nel 2014. Per la dimensione è<br />
paragonabile con le aziende dell’Austria (16 vacche) e della Germania del sud (30 vacche). Le<br />
aziende in Francia (66 vacche), Germania del nord (126 vacche) e della Pianura Padana in Italia<br />
(154 vacche) sono nettamente più grandi. Il confronto può spiegare in quale misura diverse<br />
strutture aziendali influenzano la competitività a livello internazionale.<br />
Nella seguente figura, nella parte superiore, si illustra come la produttività e il reddito delle<br />
aziende svizzere sono evoluti tra il 2012 e il 2014.<br />
90<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 26 / 93<br />
MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />
Nel periodo sotto osservazione la produttività del lavoro è leggermente aumentata: nel 2014<br />
in un'ora di lavoro si è ottenuto circa 1,3 kg di latte in più rispetto al 2012. Anche la produttività<br />
della superficie è aumentata costantemente nel periodo 2012-2014. La produttività del<br />
capitale, invece, non ha registrato alcun incremento. Il cash flow della produzione lattiera tra<br />
il 2012 e il 2014 ha subito nette oscillazioni e non ha mostrato una tendenza uniforme.<br />
Nella parte inferiore della figura è illustrato come interpretare i valori nel contesto internazionale<br />
nel 2014. Ad ogni lato del grafico radar si trova uno degli indicatori della competitività<br />
citati. Quanto più un Paese è indicato all'esterno, tanto più è competitivo per quanto<br />
riguarda l'indicatore considerato. Per tenere conto del diverso contesto dei costi delle aziende<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
91
Il mio Rapporto agricolo 27 / 93<br />
MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />
confrontate, l'indicatore cash flow è stato considerato a parità di potere d'acquisto. La linea<br />
nera indica il valore medio dei Paesi confrontati. L’azienda svizzera è contrassegnata con una<br />
linea blu. Per ogni indicatore si trova al di sotto della linea nera e, rispetto alle altre aziende,<br />
presenta una competitività inferiore alla media. La produzione lattiera svizzera, ad alta intensità<br />
di capitale e caratterizzata da piccole strutture, è analoga alle aziende dell’Austria e<br />
della Germania del sud e realizza un reddito comparabile. Tuttavia rispetto alle aziende della<br />
Francia, Germania del nord e Italia del nord, la competitività è debole. Oltre alla dimensione<br />
dell'azienda, anche il sistema di produzione influisce sulla produttività. Un'elevata quota di<br />
foraggio grezzo nella razione, com’è consuetudine in Svizzera, incide sulla produttività del lavoro,<br />
riducendola.<br />
Gli indicatori sono influenzati dalle misure di politica agricola in ciascuno dei Paesi confrontati.<br />
In Svizzera i pagamenti diretti, la protezione doganale per latte e latticini e i supplementi per il<br />
latte trasformato in formaggio hanno un effetto positivo sui ricavi mentre ad esempio la protezione<br />
doganale per i foraggi determina costi più elevati nella produzione lattiera. Con l'influsso<br />
delle misure statali sui ricavi e sui costi sono influenzate anche le decisioni degli agricoltori in<br />
materia di produzione. Nel presente contributo è presa in considerazione la competitività alle<br />
condizioni quadro politiche date (Traill e Pitts 1998).<br />
Competitività nella trasformazione del latte<br />
La competitività degli addetti alla trasformazione del latte è misurata mediante dati delle statistiche<br />
aziendali strutturali di Eurostat e dell'UST. In base alla diversa disponibilità di dati,<br />
si calcola la competitività per gli anni 2011-2013 a questo livello della catena del valore e la<br />
si misura sulla scorta della produttività del lavoro dal profilo quantitativo, della dimensione<br />
aziendale e del valore aggiunto lordo. L'evoluzione della competitività nel periodo 2011-13 è<br />
raffigurata nella parte superiore della seguente figura.<br />
92<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 28 / 93<br />
MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />
Secondo i tre indicatori, la competitività della trasformazione svizzera del latte tra il 2011 e il<br />
2013 è aumentata costantemente. La produttività del lavoro nel 2013 era superiore a quella<br />
del 2011 di circa il 22 per cento. In questo periodo in numero di impiegati nel settore della<br />
trasformazione del latte è aumentato leggermente (+2 %). La dimensione aziendale tra il 2011<br />
e il 2013 è incrementata del 29 per cento, ma il numero delle aziende addette alla trasformazione<br />
del latte ha subito una flessione (-4 %). Anche il valore aggiunto nel 2013 era superiore<br />
(+28 %) rispetto a due anni prima. Va notato che il numero di impiegati e il numero di aziende<br />
sono stati rilevati soltanto all'interno del Paese mentre gli indicatori della cifra d'affari ricavata<br />
all'estero comprendono il valore di produzione e il valore aggiunto. Di conseguenza investimenti<br />
redditizi all'estero, effettuati da aziende del settore della trasformazione del latte<br />
nel periodo 2011-13, hanno un effetto positivo su tutti gli indicatori. La crescita inoltre può<br />
ad esempio essere dovuta a una nuova gamma di prodotti, misure che aumentano l'efficienza<br />
o adeguamenti nell'orientamento strategico dell'azienda.<br />
Rispetto all'estero si evince tuttavia che gli addetti alla trasformazione svizzeri sono competitivi<br />
in modo differente (cfr. grafico in basso). I tre indicatori sono a parità di potere d'acquisto<br />
per tener conto del diverso livello dei costi nei vari Paesi. Il valore aggiunto della trasformazione<br />
del latte in Svizzera è maggiore rispetto all'Austria, tuttavia è nettamente inferiore a<br />
quello di grandi Paesi quali Italia, Germania e Francia. Per quanto riguarda la produttività del<br />
lavoro la Svizzera è chiaramente dietro i Paesi presi a confronto. La trasformazione del latte in<br />
Svizzera presenta strutture più piccole rispetto alla maggior parte dei Paesi ed è praticamente<br />
sullo stesso livello dell'Italia per la dimensione aziendale media. Non possono essere pertanto<br />
utilizzati a pieno eventuali effetti dell’economia di scala nella trasformazione del latte.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
93
Il mio Rapporto agricolo 29 / 93<br />
MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />
Analisi a livello del prodotto<br />
La trasformazione del latte comprende un'ampia gamma di prodotti e metodi di produzione<br />
considerati e interessati in modo diverso dalle misure politiche. Poiché ciò ha ripercussioni<br />
sulla competitività di singoli prodotti del settore, in seguito è analizzata la competitività di<br />
singoli gruppi di prodotti. La competitività è misurata con l'ausilio di indicatori di produzione<br />
calcolati sulla base di dati relativi ai prezzi e al commercio estero (cfr. glossario). Gli indicatori<br />
sono:<br />
• Quota d'esportazione: indica il valore delle esportazioni di un Paese rispetto alle esportazioni<br />
mondiali. Tale indicatore fornisce informazioni su come un Paese può garantire per<br />
il prodotto osservato la quota di mercato a livello internazionale. Nell'interpretazione va<br />
considerato che la Svizzera è un Paese relativamente piccolo.<br />
• Specializzazione del commercio: fornisce informazioni su come un Paese si è specializzato<br />
nel commercio di un bene (Scott e Vollrath 1992, Banca mondiale 2010). Si calcola a partire<br />
dai dati sull'importazione e sull'esportazione e segnala, con valori positivi, il grado di specializzazione<br />
del Paese superiore alla media nelle esportazioni del prodotto in questione e<br />
importazioni inferiori alla media.<br />
• Relazione prezzo-commercio estero: l'indicatore confronta il prezzo medio delle esportazioni<br />
e quello delle importazioni. Se l'indicatore è maggiore a uno, le esportazioni del prodotto<br />
in questione hanno avuto in media un prezzo maggiore rispetto alle importazioni.<br />
Elevati prezzi di esportazione possono indicare che sono esportate merci con valore elevato<br />
e nessuna merce standard intercambiabile (Weindlmeier 1998).<br />
• Rapporto prezzo estero/Svizzera: indica il rapporto tra il prezzo estero per un determinato<br />
prodotto e quello indigeno, in seguito alla conversione nella stessa valuta. Il prezzo estero<br />
è calcolato come valore medio ponderato dei prezzi dei Paesi limitrofi, anche se la quota<br />
del Paese vicino è utilizzata come peso nelle esportazioni. Se questo rapporto di prezzo<br />
è maggiore a uno, indica un'elevata competitività poiché un acquirente con un bilancio<br />
fisso può comprare una quantità maggiore del prodotto in questione all'interno del Paese<br />
rispetto all'estero. Tale indicatore misura sia l'evoluzione dei prezzi sia del cambio di corso.<br />
Competitività del formaggio fresco<br />
Gli indicatori di competitività del formaggio fresco sono rappresentati nella seguente figura.<br />
94<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 30 / 93<br />
MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />
La quota d'esportazione nel 2015 si è attestata a 0,48 per cento ed ha segnato un lieve calo rispetto<br />
alla media del periodo 2011-14. Inoltre la specializzazione del commercio con 1,18 punti,<br />
è decisamente negativa. Ciò è dovuto al fatto che la Svizzera ha una quota d'esportazione inferiore<br />
alla media e allo stesso tempo importa molto formaggio fresco superando i livelli medi.<br />
La Svizzera nella relazione prezzo-commercio estero ha un valore prossimo a 1. Quindi i prezzi<br />
medi delle esportazioni e importazioni di formaggio fresco sono relativamente simili. Il rapporto<br />
prezzo estero/Svizzera è stato calcolato con i prezzi al dettaglio della mozzarella e mostra<br />
che la Svizzera presenta prezzi più cari rispetto agli altri Paesi oggetto del confronto. Nel 2015<br />
gli effetti del franco forte sono stati inferiori per la mozzarella rispetto a ciò che è stato il caso<br />
per altri prodotti osservati, perché i prezzi della mozzarella sono aumentati anche all'estero.<br />
Nel confronto internazionale della competitività la Svizzera per quanto riguarda il formaggio<br />
fresco si posiziona al di sotto della media. Soprattutto il basso rapporto di prezzo estero/ Svizzera<br />
indica una situazione di competitività sfavorevole. La Svizzera ha un valore simile all'Italia<br />
per quanto riguarda la specializzazione del commercio, tuttavia la situazione è diversa. L'Italia<br />
presenta la maggiore quota d'esportazione di formaggio fresco tra tutti i Paesi oggetto del confronto<br />
ma allo stesso tempo una quota d'importazione ancora più elevata. L'indicatore della<br />
specializzazione del commercio considera tale commercio di transito e presenta un valore basso<br />
per l'Italia. Nella relazione prezzo-commercio estero l'Italia ha invece il valore maggiore. Si<br />
evince che per il formaggio fresco il prezzo d'esportazione è nettamente maggiore rispetto a<br />
quello d'importazione.<br />
Competitività del formaggio a pasta dura<br />
La seguente figura mostra la situazione della competitività per il formaggio a pasta dura.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
95
Il mio Rapporto agricolo 31 / 93<br />
MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />
Contrariamente al formaggio fresco, il formaggio a pasta dura svizzero registra un andamento<br />
positivo per la maggior parte degli indicatori. La Svizzera, con il 3,48 per cento, ha una quota<br />
d'esportazione comparativamente elevata che inoltre è aumentata rispetto alla media degli<br />
anni 2011-14. Di conseguenza anche la specializzazione del commercio ha segnato un andamento<br />
positivo: il valore 1,05 è nettamente superiore allo zero e quindi mostra che la Svizzera<br />
presenta una specializzazione del commercio nel formaggio a pasta dura. La relazione<br />
prezzo-commercio estero con un valore superiore a 1 indica che le esportazioni di formaggio<br />
a pasta dura in media presentano un prezzo maggiore rispetto alle importazioni. La Svizzera<br />
importa quindi formaggio a pasta dura a un prezzo comparativamente basso ed esporta tendenzialmente<br />
specialità che spuntano sul mercato mondiale un prezzo più elevato. Il rapporto<br />
prezzo-commercio estero è stato calcolato con i prezzi al dettaglio dell'Emmentaler e, contrariamente<br />
agli indicatori precedenti, denota un andamento negativo. A causa del corso di cambio<br />
96<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 32 / 93<br />
MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />
e dell'andamento dei prezzi in Svizzera e all'estero, l'Emmentaler svizzero nel 2015 ha registrato<br />
un ulteriore rincaro rispetto agli anni 2011-14.<br />
Rispetto agli altri Paesi vicini, la Svizzera presenta una specializzazione del commercio nel<br />
formaggio a pasta dura superiore alla media. Nel commercio internazionale è più specializzata<br />
nel formaggio a pasta dura rispetto alla maggior parte degli altri Paesi (eccezione: Francia). Al<br />
contrario la Germania presenta una specializzazione del commercio negativa nonostante una<br />
quota d'esportazione comparativamente elevata (12,9 %), poiché importa anche molto formaggio<br />
a pasta dura. Il basso valore dell'indicatore nel rapporto di prezzo estero/Svizzera indica<br />
una situazione di competitività sfavorevole per il formaggio svizzero a pasta dura.<br />
Conclusioni<br />
L'economia lattiera, dopo la liberalizzazione del mercato caseario con l'UE, è esposta a una<br />
certa pressione concorrenziale. L'analisi della competitività con l'ausilio degli indicatori presentati<br />
mostra che la categoria, nel confronto internazionale, in molti aspetti presenta ancora<br />
una competitività al di sotto della media. A causa della limitata disponibilità di dati, soprattutto<br />
per gli indicatori strutturali, al momento è impossibile esprimersi in merito all'evoluzione<br />
a lungo termine.<br />
Gli indicatori presentati forniscono informazioni sugli aspetti parziali della competitività e dovrebbero<br />
essere interpretati con cautela. Anche le misure statali influenzano la competitività<br />
osservata (Frohberg e Hartmann 1997). Per una stima adeguata della competitività internazionale<br />
è utile avvalersi di quanti più indicatori di competitività possibili.<br />
Bibliografia<br />
Aepli, M. e C. Kuhlgatz (2015). Entwicklung eines Monitorings zur Analyse der Wettbewerbsfähigkeit der Schweizer<br />
Agrarwertschöpfungskette. Gruppo Agroeconomia, Institut für Umweltentscheidungen, PF Zurigo, Zurigo.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
97
Il mio Rapporto agricolo 33 / 93<br />
MERCATO > EVOLUZIONE DEI MERCATI<br />
Frohberg, K. e M. Hartmann (1997), Comparing measures of competitiveness. Institute of Agricultural Development<br />
in Central and Eastern Europe (IAMO), Halle.<br />
Hemme, T. (editore) (2013). IFCN Dairy Report 2013, IFCN, Kiel.<br />
Hemme, T. (editore) (2014). IFCN Dairy Report 2014, IFCN, Kiel.<br />
Hemme, T. (editore) (2015). IFCN Dairy Report 2015, IFCN, Kiel.<br />
OCSE (2015): OECD Review of Agricultural Policies: Switzerland 2015, OECD Publishing, Parigi. http://<br />
dx.doi.org/10.1787/9789264168039-en<br />
Scott, L. e T. Vollrath (1992). Global Competitive Advantages and Overall Bilateral Complementarity in Agriculture: A<br />
Statistical Review. Economic Research Service, U.S. Department of Agriculture, Washington.<br />
Traill, W. B. e Pitts, E. (1998). Competitiveness in the Food Industry. Blackie Academic & Professional, Londra.<br />
Weindlmeier, H. (1999). Die Wettbewerbsfähigkeit der deutschen Ernährungswirtschaft: Methodische Ansatzpunkte<br />
zur Messung und empirische Analyse, relazione al quarantesimo convegno annuale della Gesellschaft für Wirtschaftsund<br />
Sozialwissenschaften, Kiel.<br />
Weltbank (2010). World Integrated Trade Solution (WITS). 2005, Washington DC.<br />
Christian Kuhlgatz, UFAG, Settore Osservazione del mercato, christian.kuhlgatz@blw.admin.ch<br />
98<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 34 / 93<br />
MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE VEGETALE<br />
Cereali<br />
Nel 2015 la superficie messa a cereali è stata di circa 144 000 ettari, registrando un esiguo<br />
incremento rispetto all'anno precedente. Per i cereali panificabili si è rilevata una marginale<br />
diminuzione delle superfici mentre per i cereali da foraggio si è riscontrato un lieve incremento.<br />
Le rese, però, sono state buone: circa 890 000 tonnellate di cereali.<br />
» A34<br />
» A35<br />
Superficie agricola utile secondo le forme di utilizzo<br />
Produzione<br />
Qualità dei cereali<br />
Il tempo secco nella fase di maturazione e di raccolto del frumento ha determinato che soltanto<br />
una quantità straordinariamente bassa di frumento panificabile (circa 1000 t) non adempiva<br />
le esigenze di molitura e ha pertanto dovuto venire utilizzata per l'alimentazione animale.<br />
Nell'anno precedente è stato necessario destinare a tale uso circa 100 000 tonnellate. Secondo<br />
le stime dell’associazione di categoria swiss granum, le tonnellate di cereali panificabili indigeni<br />
adatti alla molitura erano circa 465 000; di queste la Federazione svizzera dei produttori<br />
di cereali ne ha destinate 53 000 all’alimentazione animale al fine di sostenere il prezzo dei<br />
cereali panificabili. Nonostante il declassamento di lotti con scarsa qualità, nel confronto pluriennale<br />
complessivamente è risultato un tenore inferiore di proteine e una minore qualità del<br />
glutine umido.<br />
Gestione alla frontiera dei cereali panificabili<br />
Per le importazioni di cereali panificabili nel quadro del contingente doganale di 70 000 tonnellate<br />
si applica un prezzo di riferimento e si valuta trimestralmente la protezione variabile<br />
alla frontiera. Considerato che sui mercati internazionali i prezzi del frumento panificabile<br />
sono a un livello basso da ottobre 2013, da allora nel quadro del contingente doganale dei cereali<br />
panificabili si applica solo il tributo doganale massimo (aliquota di dazio e contributo al<br />
fondo di garanzia) di 23 franchi il quintale. In seguito al raccolto di cattiva qualità del 2014,<br />
l'organizzazione di categoria swiss granum nell'anno oggetto del rapporto ha richiesto un incremento<br />
temporaneo del contingente doganale dei cereali panificabili di 20 000 tonnellate.<br />
Nel quadro del pacchetto di ordinanze di primavera concernente la politica agricola, il Con-<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
99
Il mio Rapporto agricolo 35 / 93<br />
MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE VEGETALE<br />
siglio federale ha dato seguito a tale richiesta incrementando il contingente doganale dei cereali<br />
panificabili a 90 000 tonnellate per il 2015. I quantitativi liberati a gennaio e aprile 2015<br />
sono stati portati entrambi da 20 000 a 30 000 tonnellate, quello di luglio da 15 000 a 20 000<br />
tonnellate. Il quantitativo parziale del contingente doganale liberato a ottobre 2015 è stato<br />
invece ridotto da 15 000 a 10 000 tonnellate.<br />
» A36<br />
Commercio estero<br />
Foraggi concentrati<br />
A causa delle minori rese del mais da granella e del ridimensionamento della superficie coltiva<br />
dettato da un maggior fabbisogno di mais da insilamento e verde, nel 2015 la produzione di cereali<br />
da foraggio è diminuita. Tenendo conto del quantitativo di cereali panificabili declassato<br />
dalla Federazione svizzera dei produttori di cereali pari a 53 000 tonnellate, per l'alimentazione<br />
degli animali da reddito erano a disposizione circa 455 000 tonnellate di cereali. A integrazione<br />
dei sottoprodotti dell'industria alimentare sono stati importati cereali da foraggio e prodotti<br />
campicoli proteici.<br />
» swiss granum<br />
Hans-Ulrich Tagmann, UFAG, Settore Prodotti vegetali, hans-ulrich.tagmann@blw.admin.ch<br />
100<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 39 / 93<br />
MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE VEGETALE<br />
Semi oleosi<br />
Produzione e rese<br />
La produzione svizzera di semi oleosi si basa su contratti quadro stipulati tra la produzione<br />
e la trasformazione (oleifici), gestiti dal «pool di produzione semi oleosi» della Federazione<br />
svizzera dei produttori di cereali (FSPC), il quale è finanziato per due terzi dai produttori e un<br />
terzo dagli oleifici.<br />
Produzione di semi e olio - 2015<br />
Contratti quadro<br />
(semi)<br />
Produzione di semi Produzione di olio Grado di autoapprovvigionamento<br />
t t t %<br />
Colza 82 000 87 004 32 191 83<br />
Girasole 18 000 9782 3325 6<br />
Soia 3500 1 4054 527 27<br />
¹ 2000 tonnellate nel settore foraggero<br />
Fonti: swiss granum/SwissOlio<br />
La produzione di girasole normalmente raggiunge solo la metà della quantità contrattuale. A<br />
tal proposito il 2015 non fa eccezione. Diverso è il caso della colza: dopo il raccolto eccezionale<br />
del 2014, quello del 2015 è stato ancora molto elevato. Anche se gli addetti alla trasformazione<br />
hanno accettato di trasformare una quantità superiore a quella inizialmente prevista, sono rimaste<br />
circa 6 500 tonnellate da immagazzinare. Le attribuzioni del 2015 sono state effettuate<br />
nella primavera 2014, ovvero prima del raccolto eccezionale dell'anno in questione, pertanto<br />
non era possibile agire immediatamente a livello della produzione. Di conseguenza, per riassorbire<br />
le scorte immagazzinate nel 2014 e ripristinare un certo equilibrio, si prevede che le<br />
attribuzioni per il 2016 siano corrette fortemente al ribasso.<br />
» A34<br />
» A35<br />
Superficie agricola utile secondo le forme di utilizzo<br />
Produzione<br />
Quote di mercato e importazioni<br />
Con una quota di mercato del 34,3 per cento il consumo di olio di girasole è diminuito rispetto al<br />
2014 (-3,4 %) ma resta tuttavia l'olio alimentare più consumato in Svizzera. Si tratta di un olio<br />
prevalentemente importato. Anno dopo anno, l'incremento della quota di mercato dell'olio di<br />
colza è proseguito fino a raggiungere quota 27,3 per cento nel 2015 (+7 % rispetto al 2014).<br />
Con una quota di mercato inferiore all’1 per cento, la valenza dell’olio di soia resta irrilevante.<br />
Per quanto concerne gli oli importati, quelli di palma e d’oliva registrano quote di mercato<br />
elevate, rispettivamente del 15,2 e del 9,4 per cento. Da notare che se la quota di mercato<br />
dell'olio d’oliva è lievemente evoluta negli ultimi 10 anni, quella dell'olio di palma è diminuita<br />
dal 2011, passando dal 18,7 al 15,2 per cento.<br />
Fonte: SwissOlio<br />
» A36<br />
Commercio estero<br />
Arnaud de Loriol, UFAG, Settore Prodotti vegetali, arnaud.deloriol@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
101
Il mio Rapporto agricolo 43 / 93<br />
MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE VEGETALE<br />
Patate<br />
Quantità e qualità<br />
La canicola dell'estate 2015 ha avuto un impatto negativo sul raccolto. Questo è stato di 389<br />
000 tonnellate, ovvero 115 000 tonnellate in meno rispetto al 2014. Per le due categorie principali<br />
di patate (da tavola e per l’industria) i quantitativi prodotti sono diminuiti del 27 per<br />
cento rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Le rese sono calate di circa 205 kg/ara raggiungendo<br />
quota 357 kg/ara; anche le superfici hanno registrato una flessione segnatamente del<br />
4 per cento e si sono attestate a 10 891 ettari. Il numero di produttori è diminuito del 5 per<br />
cento. Oltre alla flessione delle rese si è registrata una scarsa qualità, con una grande quantità<br />
di piccoli tuberi e praticamente l'assenza di alcune specialità (baked potato).<br />
Nel 2015 le superfici destinate alla coltivazione biologica ammontavano a 584 ettari, ovvero<br />
31 ettari in più rispetto al 2014, per un raccolto totale di 11 190 tonnellate (2014: 13 007 t).<br />
È interessante notare che dal 2000 al 2014 il numero di aziende che producono patate biologiche<br />
si è ridotto del 30 per cento, mentre la superficie riservata a questo tipo di produzione<br />
è aumentata del 22 per cento.<br />
Fonte: Bioaktuell/swisspatat<br />
Raccolto 2015<br />
Patate da tavola<br />
Patate destinate alla trasformazione<br />
Patate da semina<br />
Foraggiamento con finanziamenti privati<br />
Foraggiamento normale<br />
Esportazioni<br />
156 300 t<br />
141 000 t<br />
20 100 t<br />
9800 t<br />
51 600 t<br />
10 300 t<br />
Fonte: swisspatat<br />
Dal 2012, solo i produttori titolari di un contratto di ritiro possono usufruire del fondo di valorizzazione<br />
delle eccedenze dell’organizzazione di categoria.<br />
Gestione delle importazioni<br />
Gli accordi dell’OMC prescrivono un accesso al mercato di 22 250 tonnellate di equivalenti di<br />
patate. Questo quantitativo si suddivide tra il contingente doganale parziale n. 14.1 (patate,<br />
incluse patate da semina), con 18 250 tonnellate, e il contingente doganale parziale n. 14.2<br />
(prodotti di patate), con 4000 tonnellate. Nel 2015 il contingente doganale parziale n. 14.1 è<br />
stato temporaneamente aumentato di 18 500 tonnellate.<br />
Ripartizione del contingente parziale n. 14.1<br />
Categoria merceologica Contingente di base Aumento temporaneo del con-tingente<br />
doganale parziale<br />
Patate da semina<br />
Il mio Rapporto agricolo<br />
2500 t 1500 t<br />
44 / 93<br />
Il mio Rapporto agricolo<br />
Patate da tavola 6500 t 2000 t<br />
44 / 93<br />
» A36<br />
Patate destinate alla trasforma-zione<br />
9250 t 15 000 t<br />
MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE VEGETALE<br />
MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE VEGETALE<br />
Totale 18 250 t 18 500 t<br />
Commercio estero<br />
Commercio estero<br />
102<br />
Arnaud de Loriol, UFAG, Settore Prodotti vegetali, arnaud.deloriol@blw.admin.ch<br />
Arnaud de Loriol, UFAG, Settore Prodotti vegetali, arnaud.deloriol@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 46 / 93<br />
MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE VEGETALE<br />
Zucchero<br />
» A34<br />
» A35<br />
Nel 2015 una minore superficie coltiva e un inizio d'estate caratterizzato da un clima freddo e<br />
umido seguito da caldo secco hanno fatto crollare la produzione di barbabietole da zucchero<br />
rispetto all'anno precedente del 30 per cento, che si è quindi attestata su 1,3 milioni di tonnellate.<br />
Pertanto si è registrato un calo della produzione di zucchero rispetto all'anno precedente<br />
che è passata da 305 000 a 23 400 tonnellate.<br />
Superficie agricola utile secondo le forme di utilizzo<br />
Produzione<br />
Evoluzione della redditività nella coltivazione di barbabietole da zucchero<br />
Nell'anno oggetto del rapporto il prezzo medio dello zucchero è rimasto stabile, nell'UE, passando<br />
da circa 414 a 427 euro, con un picco di 436 euro la tonnellata nell'estate 2016. Tale<br />
andamento, in combinazione con il corso di cambio, ha avuto ripercussioni sui prezzi dello zucchero<br />
svizzeri, attraverso la cosiddetta soluzione doppio zero, ovvero la rinuncia a misure di<br />
compensazione del prezzo per lo zucchero nei prodotti agricoli trasformati, che richiede prezzi<br />
dello zucchero comparabili tra Svizzera e UE allo scopo di ottenere pari opportunità per la filiera<br />
alimentare a valle.<br />
Considerate le perdite di redditività nella coltivazione di barbabietole da zucchero, nella primavera<br />
2016 il Consiglio federale ha deciso di incrementare il contributo per singole colture a<br />
favore delle barbabietole da zucchero da 1600 a 1800 franchi l'ettaro, con effetto retroattivo al<br />
1° gennaio 2016. L'incremento del contributo non ha inciso sul Preventivo poiché l'evoluzione<br />
delle superfici delle colture sostenute mediante i contributi per singole colture e il fabbisogno<br />
di fondi per la valorizzazione della frutta sono stati inferiori alle aspettative.<br />
» A36<br />
Commercio estero<br />
Con circa 99 000 tonnellate di zucchero allo stato puro importate e circa 114 000 esportate, per<br />
lo più in prodotti agricoli trasformati, si sono registrati flussi di merci in calo rispetto a quelli<br />
dell'anno precedente in entrambe le direzioni. Nel 2015 l'86 per cento delle importazioni di<br />
zucchero proveniva dall'Europa, il 7 per cento dal Sud America e il 4 per cento dall'Africa, il 10<br />
per cento dai Paesi in via di sviluppo, di cui lo 0,1 per cento da quelli più poveri.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
103
Il mio Rapporto agricolo 47 / 93<br />
MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE VEGETALE<br />
» A36<br />
Commercio estero<br />
» Sucre Suisse SA<br />
Hans-Ulrich Tagmann, UFAG, Settore Prodotti vegetali, hans-ulrich.tagmann@blw.admin.ch<br />
104<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 51 / 93<br />
MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE VEGETALE<br />
Frutta<br />
Nel 2015 la superficie totale destinata alla frutticoltura, registrata dall’Ufficio federale<br />
dell’agricoltura (UFAG) nella banca dati obst.ch (frutteti giusta l’art. 22 cpv. 2 dell’ordinanza<br />
sulla terminologia agricola OTerm), è stata pari a 6297 ettari.<br />
Superfici 2015<br />
Frutteti<br />
L’anno scorso la superfice dei meleti è diminuita complessivamente di 31 ettari (-0,8 %) raggiungendo<br />
quota 3863 ettari. In particolare è calata la superficie delle varietà Golden Delicious<br />
(-15,9 ha; -3 %), Maigold (-16,2 ha; -14 %), Idared (-13,3 ha; -14,9 %) e Jonagold (-10,9 ha;<br />
-5,2 %). Per le cosiddette varietà club (Scifresh, Milwa, Cripps Pink, ecc.) continua, come negli<br />
anni scorsi, la tendenza al rialzo (+19,5 ha) e, nonostante il forte calo della superficie per la<br />
varietà La Flamboyante (Mairac®) (-12,3 ha; -16,2 %), la superficie totale ha registrato un valore<br />
del 3 per cento superiore a quello del 2014. I pereti sono diminuiti dell'1,2 per cento (-8,9<br />
ha) rispetto al 2014, attestandosi a 752 ettari nel 2015.<br />
L'ulteriore crescita della superficie delle colture di frutta a nocciolo (+13,1 ha), attestatasi a<br />
1628 ettari, è riconducibile principalmente all'aumento di 17,4 ettari (+3,1 %) della superficie<br />
coltivata a ciliegi, che ha raggiunto 579 ettari. Oltre a quest'ultima è cresciuta anche quella<br />
messa ad albicocchi (+1 ha; +0,1 %), raggiungendo un totale di 709 ettari. La superficie dei<br />
pruneti è invece scesa a 330 ettari (-3,6 ha; -1,1 %). Per pesche e pesche noci dal 2014 al<br />
2015 il calo della superficie, attestatasi a 10 ettari, è stato ancora più forte rispetto all'anno<br />
precedente (-1,7 ha; -14,4 %).<br />
Fatta eccezione per kiwi e nashi, tutti gli altri frutteti oggetto della rilevazione hanno segnato<br />
un notevole incremento: mini-kiwi +120,2 per cento (+1 ha), cotogni +21,8 per cento (+1,4<br />
ha), sambuco +12 per cento (+1,8 ha) e noci +8,2 per cento (+0,6 ha). La superficie coltivata a<br />
kiwi è diminuita del 12,2 per cento (-2,7 ha), mentre quella messa a nashi è rimasta invariata<br />
rispetto al 2014 (0,4 ha).<br />
» Frutteti e vigneti di uva da tavola in Svizzera 2015<br />
Bacche<br />
Secondo le rilevazioni dell’Associazione Svizzera Frutta (ASF), la superficie messa a bacche,<br />
pari complessivamente a 801 ettari, ha segnato un calo di 18 ettari rispetto al 2014 (819 ha).<br />
La flessione più marcata è stata registrata per i lamponi, la cui superficie è scesa da 169,8 a 158<br />
ettari. La maggior parte della superficie messa a bacche è occupata dalle colture di fragole, che<br />
nel 2015 hanno tuttavia subito un lieve calo rispetto al 2014 (-5,2 ha).<br />
Le superfici messe a mirtilli e uva spina hanno segnato un lieve aumento, al contrario di quelle<br />
messe a ribes e more. La superficie totale delle colture di bacche non comprende quella messa<br />
a sambuco che viene considerata nella superficie totale dei frutteti.<br />
» Rapport d’activité Fruit-Union Suisse 2015<br />
Raccolti 2015<br />
Frutta da tavola<br />
Nel 2015 sono state raccolte complessivamente 160 055 tonnellate di frutta da tavola (incl.<br />
bacche), ovvero il 2 per cento in meno rispetto al 2014. Rispetto alla media del quadriennio<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
105
Il mio Rapporto agricolo 52 / 93<br />
MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE VEGETALE<br />
precedente, si è registrato un incremento dell'8,6 per cento. I volumi del raccolto per tipo di<br />
frutta e su un arco di tempo più lungo sono consultabili nella tabella riportata di seguito.<br />
» A35<br />
Frutta da sidro<br />
Nel 2015 il raccolto delle mele da sidro, pari a 65 207 tonnellate, non ha raggiunto il valore<br />
stimato. Rispetto all'anno precedente, ha segnato un calo del 19 per cento. Anche il raccolto<br />
di pere da sidro, pari a 11 005 tonnellate, è stato dell'11 per cento inferiore alle stime, registrando<br />
una flessione del 9 per cento rispetto all'anno precedente. Dato che il raccolto di frutta<br />
da sidro era stato molto abbondante nel 2011, gli scarsi raccolti del 2015 di mele e pere da<br />
sidro hanno segnato rispettivamente il 32 e il 22 per cento in meno rispetto alla media del periodo<br />
2011-2014.<br />
Una sintesi sul volume di frutta da sidro trasformato negli ultimi anni negli stabilimenti di<br />
ammostatura industriali è disponibile sotto: Statistiche frutta UFAG.<br />
Commercio estero 2015<br />
Frutta fresca (frutta da sidro escl.)<br />
Nel 2015 le importazioni di frutta fresca coltivabile in Svizzera, esclusa quella da sidro, si sono<br />
attestate a quasi 47 000 tonnellate, ovvero 1000 tonnellate in più rispetto al 2014 e 4 per<br />
cento in meno rispetto alla media del quadriennio precedente. Le esportazioni, pari a circa<br />
1400 tonnellate, sono state inferiori di quasi 1000 tonnellate al livello del 2014 e del 39 per<br />
cento alla media del quadriennio precedente.<br />
Frutta da sidro<br />
Nel 2015, nel quadro del contingente doganale OMC «Frutta da sidro e per la distillazione»,<br />
sono state importate 3 tonnellate di mele da sidro e 0,7 tonnellate di pere da sidro. Al di fuori<br />
del contingente, le importazioni di mele da sidro sono state, come l'anno scorso, di 6,6 tonnellate,<br />
mentre non sono state importate pere da sidro.<br />
Consumo pro capite 2015<br />
Frutta fresca (frutta da sidro escl.)<br />
Sulla base del volume di mercato della frutta selezionata, nel 2015 (produzione indigena di<br />
frutta da tavola più importazioni di frutta fresca meno esportazioni di frutta fresca, frutta da<br />
sidro e frutta esotica escl.) il consumo pro capite annuale di frutta fresca si è attestato a 24<br />
chilogrammi, segnando un aumento del 3 per cento rispetto alla media del quadriennio precedente.<br />
Dettagli sul volume di produzione svizzero, sui dati del commercio estero nonché sul «consumo<br />
pro capite tangibile» della frutta selezionata sono disponibili nelle tabelle seguenti.<br />
» A35<br />
» A36<br />
» A37<br />
Produzione<br />
Commercio estero<br />
Consumo pro capite<br />
Prezzi 2015<br />
I prezzi alla produzione e al consumo della frutta selezionata nel 2015 e negli anni precedenti<br />
sono riportati nelle tabelle seguenti.<br />
106<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 53 / 93<br />
MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE VEGETALE<br />
Prezzi alla produzione, bio escl.<br />
Prezzi al consumo, bio escl.<br />
» A26<br />
» A30<br />
» A31<br />
Prezzi al consumo bio<br />
Nel 2015 il prezzo di costo e quello di vendita della frutta osservata sono stati inferiori ai prezzi<br />
dell'anno precedente rispettivamente di 15 ct./kg (1.69 fr./kg) e di 30 ct./kg (4.28 fr./kg). Di<br />
conseguenza, è diminuita anche la quota del prezzo di costo sul prezzo di vendita passando dal<br />
40,2 per cento (2014) al 39,5 per cento (2015). In calo anche il margine lordo che, con 2.59 fr./<br />
kg, ha segnato un valore del 3 per cento circa inferiore alla media del quadriennio precedente<br />
(2011-2014).<br />
Marianne Glodé, UFAG, Settore Prodotti vegetali, marianne.glode@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
107
Il mio Rapporto agricolo 61 / 93<br />
MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE VEGETALE<br />
Verdura<br />
La superficie orticola totale (comprese le particelle coltivate a più riprese nell’arco di un anno)<br />
rilevata dalla Centrale svizzera dell’orticoltura (CSO), composta dalla superficie destinata alla<br />
coltivazione di verdure fresche (incl. quelle destinate all’immagazzinamento) e per la trasformazione,<br />
nell'anno oggetto del rapporto ha raggiunto 15 609 ettari, segnando un incremento<br />
di 676 ettari circa rispetto alla media del quadriennio precedente.<br />
Retrospettiva sui quantitativi e sulla qualità della verdura<br />
» A35<br />
» A38<br />
Nell'anno oggetto del rapporto sono state raccolte 378 875 tonnellate di verdure fresche (incl.<br />
quelle destinate all'immagazzinamento / escl. quelle per la trasformazione). Rispetto alla<br />
media del quadriennio precedente, si segnala un incremento di resa dello 0,7 per cento.<br />
Il raccolto di verdure per la trasformazione è stato di circa 52 800 tonnellate, segnando un incremento<br />
dello 0,7 per cento rispetto alla media del quadriennio precedente. I prodotti principali<br />
sono fagioli da conserva, piselli da trebbiare, carote parigine e baby nonché spinaci in<br />
foglia e tritati. Tra le altre verdure per la trasformazione si annoverano il cavolo e le rape per<br />
crauti e i cetrioli per conserva, ma anche i consueti tipi di verdura fresca destinata alla trasformazione.<br />
Nel 2015 i quantitativi sono cresciuti rispetto al quadriennio precedente, pur rimanendo al di<br />
sotto dei valori del 2014, a causa dell'estate torrida.<br />
Copertura del mercato e importazioni integrative / (esportazioni)<br />
Nell'anno oggetto del rapporto il volume di mercato dei tipi di verdura fresca coltivata in Svizzera<br />
(incl. quella fresca per la trasformazione, ma escl. le classiche verdure per la trasformazione)<br />
si è attestato a 623 000 tonnellate. Questo valore è dato dalla somma di produzione<br />
indigena e volume delle importazioni meno il volume delle esportazioni (quantitativi netti)<br />
secondo la statistica del commercio estero svizzero. Il 64 per cento di questo volume è stato<br />
prodotto in Svizzera (incl. zona franca e zona di confine estera). Negli ultimi anni, tale quota<br />
è aumentata in maniera lieve, ma costante.<br />
» A36<br />
» A26<br />
» A27<br />
» A28<br />
» A29<br />
» A30<br />
» A31<br />
Nella seguente tabella è possibile consultare i dettagli sui dati del commercio estero di tipi di<br />
verdura scelti.<br />
Prezzi<br />
I prezzi delle verdure fresche ai diversi livelli commerciali (franco grossista / fornitura e acquisto<br />
all’ingrosso / commercio al dettaglio = prezzi al consumo) per alcuni prodotti principali<br />
sono disponibili nelle tabelle seguenti:<br />
Prezzi alla produzione, bio escl.<br />
Prezzi alla produzione Bio<br />
Prezzi nella fornitura e acquisto all'ingrosso, bio escl.<br />
Prezzi nella fornitura e acquisto all'ingrosso bio<br />
Prezzi al consumo, bio escl.<br />
Prezzi al consumo bio<br />
Nel 2015 i prezzi di costo e di vendita delle verdure osservate sono diminuiti rispetto al 2014,<br />
scendendo rispettivamente da 1.29 a 1.26 fr./kg e da 3.11 a 2.96 fr./kg. In calo anche il mar-<br />
108<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 62 / 93<br />
MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE VEGETALE<br />
gine lordo che, con un valore di 1.70 fr./kg, si è attestato al livello del 2012. Nel 2015 la quota<br />
del prezzo di costo su quello di vendita ammontava al 42,6 per cento.<br />
Consumo<br />
Nel 2015 il consumo pro capite di verdura fresca è stato di 73 chilogrammi. Si tratta del cosiddetto<br />
consumo pro capite tangibile, dato dalla somma di produzione indigena di verdure<br />
fresche (incl. quelle destinate all’immagazzinamento) e volume delle importazioni meno il volume<br />
delle esportazioni secondo la statistica del commercio estero svizzero. Tale valore è leggermente<br />
inferiore alla media del quadriennio precedente.<br />
» A37<br />
Nella tabella seguente sono indicati i dati dei prodotti principali.<br />
» Centrale svizzera dell’orticoltura e delle colture speciali (CSO)<br />
Peter Schwegler, UFAG, Settore Prodotti vegetali, peter.schwegler@blw.admin.ch<br />
Christian Kuhlgatz, UFAG, Settore Osservazione del mercato<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
109
Il mio Rapporto agricolo 73 / 93<br />
MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE VEGETALE<br />
Vino<br />
Il rapporto sul vino si fonda sulla statistica federale vitivinicola pubblicata a cadenza annuale<br />
(cfr. L'anno viticolo 2015). L'edizione attuale di tale statistica comprende le cifre sulla viticoltura<br />
in Svizzera relativamente al 2015 (vigneti e raccolti d'uva). Fornisce inoltre informazioni<br />
sulle scorte di vino al 31 dicembre 2015, sul volume di produzione, sul consumo, sulle importazioni<br />
e sulle esportazioni nel 2015.<br />
La vitivinicoltura in Svizzera - 2015<br />
Nel 2015 in Svizzera i vigneti hanno coperto complessivamente 14 793 ettari, registrando, rispetto<br />
all'anno precedente, un calo di 42 ettari. Le due varietà di vite più diffuse sono tuttora<br />
Pinot Noir (Blauburgunder) e Chasselas (Gutedel), benché anche nel 2015 per questi vitigni<br />
tradizionali si è protratta la tendenza in atto da anni al ridimensionamento della superficie<br />
coltiva. Complessivamente 8517 ettari sono stati coltivati con varietà rosse, 6275 ettari con<br />
quelle bianche.<br />
» A34<br />
Superficie agricola utile secondo le forme di utilizzo<br />
» A35<br />
La vendemmia 2015, rispetto all'anno precedente, ha registrato un calo di circa 8 milioni di<br />
litri. Con 85 milioni di litri, è stato uno degli anni con i valori più bassi. I motivi principali<br />
sono stati, da un lato, l'estate estremamente calda e scarse precipitazioni, e dall'altro, puntuali<br />
perdite di raccolto a causa del prodotto fitosanitario «Moon Privilege». Le temperature<br />
calde e il buon soleggiamento hanno consentito di raggiungere un elevato tenore di zucchero<br />
al momento del raccolto. Il volume medio di mosto è in parte nettamente superiore alla media<br />
pluriennale.<br />
Produzione<br />
Produzione, importazione, esportazione e consumo - 2015<br />
Nel 2015 complessivamente in Svizzera sono stati prodotti 40 milioni di litri di vino bianco e<br />
45 milioni di litri di rosso. A fronte di questa produzione si rileva un consumo di 49 milioni di<br />
litri di vino bianco e di 50 milioni di litri di vino rosso svizzeri. Le scorte di vino bianco indigeno<br />
si sono pertanto ridotte a circa 61 milioni di litri, mentre quelle di vino rosso indigeno a 79<br />
milioni di litri.<br />
Nel 2015 in Svizzera sono stati consumati complessivamente 262 milioni di litri di vino e poco<br />
più di 1 milione di litri di vino circa è stato esportato o esportato nuovamente. Si è riproposta la<br />
tendenza negativa degli anni precedenti; il consumo complessivo è infatti diminuito di 3 milioni<br />
di litri, soprattutto a causa del calo del consumo di vini esteri. Nell'anno oggetto del rapporto<br />
quest’ultimo è diminuito di 3,6 milioni di litri attestandosi a 165 milioni di litri. Il consumo di<br />
vini indigeni, invece, è aumentato di 0,5 milioni di litri, raggiungendo quota 99 milioni di litri.<br />
» A37<br />
Consumo pro capite<br />
Per i vini bianchi sono state maggiori le importazioni di vino in fusto rispetto a quello in bottiglia;<br />
il volume totale di importazione è aumentato di 1,2 milioni di litri, attestandosi a 40 milioni<br />
di litri. Per il vino rosso, invece, è stato esattamente il contrario (maggiori importazioni di<br />
vino in bottiglia rispetto a quello in fusto) e il volume d’importazione è diminuito di 1,8 milioni<br />
di litri attestandosi a 126 milioni di litri. A fronte di queste importazioni si rileva un consumo<br />
di 39 milioni di litri di vino bianco estero e di 126 milioni di litri di vino rosso estero. Le scorte<br />
di vini rossi esteri sono aumentate leggermente attestandosi a fine anno a circa 44 milioni di<br />
110<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 74 / 93<br />
MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE VEGETALE<br />
litri. Anche le scorte di vini bianchi esteri sono aumentate, segnatamente di 1,2 milioni di litri<br />
segnando quota 12 milioni di litri. Nel 2015 complessivamente sono stati importati 188 milioni<br />
di litri di vino, vino dolce, specialità, mistelle, spumante e mosto d’uva, di cui 160 milioni di<br />
litri di vino naturale rosso e bianco, fermo, all'interno del contingente doganale (170 milioni<br />
di litri), che quindi, come negli anni precedenti, non è stato esaurito.<br />
» A36<br />
Commercio estero<br />
Bibliografia<br />
L'anno viticolo 2015 - statistica federale vitivinicola (pubblicata dall'Ufficio federale dell'agricoltura)<br />
David Raemy, UFAG, Settore Prodotti vegetali, david.raemy@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
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Il mio Rapporto agricolo 79 / 93<br />
MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE<br />
Latte e latticini<br />
Produzione<br />
Nel 2015 la produzione totale di latte ha toccato quota 4 milioni di tonnellate. Le forniture<br />
di latte, incluso quello della zona franca attorno a Ginevra e del Principato del Liechtenstein,<br />
pari a 3,49 milioni di tonnellate, hanno segnato una flessione dell'1,54 per cento. L'economia<br />
lattiera ha conseguito una quota di circa il 20 per cento della produzione dell'intero settore<br />
economico agricolo. Nel 2015 in Svizzera si sono contati circa 21 850 produttori lattieri di cui<br />
10 270 nella regione di montagna e 11 580 in quella di pianura.<br />
Secondo l'Interprofessione Latte (IP Latte, 2015) la quota del quantitativo di latte commercializzato<br />
nel segmento A si attesta a 84,9 per cento, quelle nel segmento B al 13,1 per cento<br />
e nel segmento C al 2 per cento. Il segmento A comprende il latte che confluisce nei mercati<br />
protetti o sostenuti con supplementi e ricava il maggior valore aggiunto.<br />
L'anno oggetto del rapporto si è caratterizzato per un crollo dei prezzi alla produzione del latte.<br />
A causa dei bassi prezzi sono diminuiti anche gli effettivi di bestiame da latte. Secondo il Settore<br />
Osservazione del mercato dell'UFAG, nel 2015 il prezzo alla produzione del latte è diminuito<br />
rispetto all'anno precedente sia in Svizzera (–11 %) sia in UE (–28 %). Tale calo di prezzo è<br />
riconducibile all'abolizione delle quote latte nell'UE a partire del 1° aprile 2015, alla disparità<br />
tra offerta e domanda sul mercato mondiale e ai bassi prezzi dei latticini nonché alla debolezza<br />
dell'euro e al turismo degli acquisti.<br />
Valorizzazione<br />
Nella fabbricazione dei vari latticini si utilizzano percentuali diverse delle componenti del latte.<br />
Nella caseificazione, ad esempio, a seconda della categoria di grasso del formaggio prodotto si<br />
aggiunge o si toglie grasso del latte. Per tale motivo, la valorizzazione del latte commercializzato<br />
è espressa in equivalente del latte (EL) in base alle sue componenti. Un EL corrisponde a<br />
73 grammi di proteine e grasso, ovvero a un chilogrammo di latte di qualità media contenente<br />
33 grammi di proteine e 40 grammi di grasso. L’EL funge da unità di misura per il calcolo della<br />
quantità di latte trasformato in latticini.<br />
Circa il 43 per cento degli EL di latte commercializzato è tuttora destinato alla produzione di<br />
formaggio e ricotta (quark), che resta pertanto il tipo di valorizzazione preminente. Nel 2015<br />
si è osservato l'aumento, superiore alla media, della trasformazione di latte in quark rispetto<br />
all'anno precedente (+38,6 %). L'utilizzo come latte di consumo ha segnato un calo del 3,3<br />
per cento.<br />
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Il mio Rapporto agricolo 80 / 93<br />
MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE<br />
» A39<br />
La produzione di formaggio nel 2015 rispetto all'anno precedente è aumentata dell'1,9 per<br />
cento attestandosi a 188 806 tonnellate. Il formaggio a pasta dura rappresenta tuttora, con<br />
un totale di 64 034 tonnellate, la varietà con la quota maggioritaria, anche se registra una diminuzione<br />
del 4,6 per cento rispetto all'anno precedente. Oltre all'Emmentaler DOP, con un<br />
calo della produzione del 7 per cento, anche gli altri formaggi a pasta dura segnano una diminuzione,<br />
tuttavia minore, compresa tra il 3 e il 5 per cento.<br />
Da diversi anni si rileva un incremento costante della produzione di formaggio a pasta semidura<br />
che nel 2015 si è attestato all'1 per cento (+632 t) rispetto al 2014 e a oltre il 33 per cento<br />
rispetto agli anni 2000/02. La crescita nel 2015 ha riguardato tuttavia soltanto il formaggio da<br />
raclette (+931 t), le altre varietà hanno registrato un calo o sono restate invariate.<br />
Per il formaggio fresco è stato possibile aumentare la produzione di 5528 tonnellate rispetto<br />
all'anno precedente, mentre per il formaggio a pasta molle essa è diminuita leggermente.<br />
» A40<br />
Nonostante un calo nel 2015, in testa alla graduatoria delle varietà di formaggio con i volumi<br />
di produzione maggiori vi è il Gruyère DOP (28 552 t; -3,0 %), al secondo posto la mozzarella<br />
(23 551 t; +3,8 %) e al terzo posto l’Emmentaler DOP (18 843 t; -7,0 %).<br />
Commercio estero<br />
In termini di quantitativi, nell’anno oggetto del rapporto in Svizzera la bilancia commerciale<br />
per il latte e i latticini è stata leggermente negativa (esportazione 86 656 t; importazione 91<br />
754 t). Le esportazioni sono state superiori alle importazioni solo nel caso del formaggio e del<br />
latte in polvere. In termini di valore, le esportazioni sono state pari a 668,2 milioni di franchi<br />
mentre le importazioni a 423,6 milioni di franchi, il che equivale a un'eccedenza delle esportazioni<br />
di 244,5 milioni di franchi (Statistica svizzera sul latte, 2015).<br />
Nell'anno oggetto del rapporto le esportazioni di formaggio sono aumentate di 554 tonnellate<br />
raggiungendo quota 64 231 tonnellate. Le importazioni di formaggio si sono attestate a 55 432<br />
tonnellate con un incremento di 1587 tonnellate. In termini di valore nel 2015 le esportazioni<br />
sono state pari a 573 milioni di franchi (608 nel 2014) e le importazioni a 346 milioni di franchi<br />
(393 nel 2014).<br />
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Il mio Rapporto agricolo 81 / 93<br />
MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE<br />
La Svizzera, con 51 979 tonnellate, ha esportato lo 0,9 per cento in meno di formaggio nei Paesi<br />
dell’UE rispetto al 2014. I maggiori acquirenti sono stati la Germania con 29 546 tonnellate e<br />
l’Italia con 10 814 tonnellate. Va tuttavia tenuto in considerazione il fatto che il formaggio,<br />
dopo l’esportazione in determinati Paesi dell’UE, viene spesso rivenduto in altri Paesi europei<br />
e le statistiche doganali non consentono di stabilire in quale Paese alla fine è stato consumato<br />
il formaggio svizzero.<br />
Come era già stato il caso negli anni precedenti, la quota maggiore è rappresentata dal formaggio<br />
a pasta dura con esportazioni pari a 33 762 tonnellate. I consumatori stranieri hanno<br />
prediletto l’Emmentaler DOP del quale ne sono state esportate complessivamente 12 663 tonnellate<br />
(13 994 t nel 2014). Al secondo posto nella classifica di gradimento segue il Gruyère<br />
DOP con 11 956 tonnellate (12 376 t nel 2014).<br />
Nel 2015 le importazioni di formaggio pari complessivamente a 55 432 tonnellate provenivano<br />
praticamente tutte dall'UE, segnatamente, nell'ordine, dall'Italia (19 806 t), dalla Francia (14<br />
053 t) e dalla Germania (12 768 t). Le quote d’importazione più cospicue hanno interessato il<br />
formaggio fresco, con 20 970 tonnellate (20 320 t nel 2014) e il formaggio a pasta molle con<br />
9 965 tonnellate (9 427 t nel 2014).<br />
» A36<br />
Consumo<br />
Con 21,5 chilogrammi pro capite, nel 2015 il consumo di formaggio ha segnato una crescita<br />
dello 0,5 per cento rispetto all’anno precedente. Anche il consumo pro capite di bevande a<br />
base di latte è aumentato, segnatamente di 0,5 chilogrammi, attestandosi a 9,9 chilogrammi,<br />
mentre per il latte di consumo e il latte da bere è stato registrato un valore inferiore, ovvero<br />
59,1 chilogrammi pro capite (-5,1 %).<br />
» A37<br />
Da diversi anni nel consumo pro capite di latte e latticini si segnalano soltanto variazioni di<br />
lieve entità. Da un confronto con il periodo 2000/02 si rileva, invece, una flessione di oltre un<br />
quarto del consumo pro capite di latte di consumo, mentre il consumo di bevande a base di<br />
latte triplica. Nello stesso periodo è sceso il consumo pro capite di burro e panna (risp. -9 % e<br />
-10 %), mentre quello di formaggio è aumentato di un buon 9 per cento.<br />
Prezzi al consumo nel confronto con l'UE<br />
Considerati gli elevati prezzi di produzione del latte, in Svizzera, rispetto a Germania, Francia e<br />
Austria, anche i prezzi al consumo di latte e latticini sono più alti. Nei Paesi confinanti i prezzi<br />
registrano un valore pari al 35-83 per cento del livello svizzero. La principale differenza di<br />
prezzo si osserva per il burro (nel 2015: CH = 14.97 fr./kg, DE = 3.79 fr./kg). Il latte intero<br />
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Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 82 / 93<br />
MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE<br />
pastorizzato meno costoso si rileva in Germania, con un prezzo di 0.68 franchi il litro (CH =<br />
1.46 fr./l).<br />
Hans Ulrich Leuenberger, UFAG, Settore Prodotti animali e allevamento, hansulrich.leuenberger@blw.admin.ch<br />
» A41<br />
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Il mio Rapporto agricolo 88 / 93<br />
MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE<br />
Carne e uova<br />
Nell'anno oggetto del rapporto la produzione totale di carne è ammontata a 478 968 tonnellate,<br />
segnando un lieve calo pari allo 0,1 per cento rispetto all'anno precedente.<br />
Secondo l'UST (2015), il valore della produzione di carne si è attestato su 2,6 miliardi di franchi<br />
rappresentando più di un quarto del valore totale della produzione agricola.<br />
Nonostante il calo dei consumi in atto da diversi anni, la carne di suino ha fatto registrare una<br />
quota del 44 per cento rispetto al consumo di carne totale.<br />
Il consumo di carne annuo della popolazione svizzera, nel 2015, è leggermente sceso rispetto<br />
all'anno precedente attestandosi a 51,35 chilogrammi pro capite, pari a un consumo totale di<br />
431 852 tonnellate di carne (pesce e crostacei esclusi).<br />
Produzione<br />
Nell'anno oggetto del rapporto i contadini hanno detenuto circa 1,55 milioni di capi di bovini<br />
(0,5 % in meno rispetto al 2014). L'effettivo di vacche (vacche da latte e madri) ha subito una<br />
flessione di 4000 capi rispetto all'anno precedente.<br />
L'effettivo di suini, composto da circa 1,5 milioni di capi, si è attestato lievemente al di sotto del<br />
valore di un anno fa, subendo un calo dello 0,2 per cento. La flessione piuttosto considerevole<br />
degli effettivi di ovini e caprini registrata nel 2015 è prevalentemente dovuta allo spostamento<br />
del giorno di riferimento da inizio maggio al 1° gennaio.<br />
Grazie alla buona congiuntura sul mercato e alla crescente domanda di uova e carne di pollame,<br />
l'effettivo totale di pollame è nuovamente aumentato, attestandosi a quota 10,75 milioni di<br />
capi; l'incremento maggiore, pari a quasi il 6 per cento, si è registrato per le galline ovaiole<br />
e da allevamento.<br />
Dopo la crescita registrata l'anno precedente, nell'anno oggetto del rapporto la produzione di<br />
tutte le varietà di carne è scesa di circa 500 tonnellate a 345 642 tonnellate di peso alla vendita.<br />
La produzione di carne di pollame (ca. +1600 t) ha segnato un nuovo aumento a differenza di<br />
quella di carne di suino e di quella di carne bovina (entrambe ca. -500 t). In calo è stata anche<br />
la produzione di carne di vitello (-4 %), di pecora (-3,3 %) e di cavallo (-6 %). In cifre assolute,<br />
tuttavia, tale flessione è esigua per la carne equina, considerato che la rispettiva quota di mercato<br />
è relativamente piccola in termini quantitativi. Nel 2015 la produzione di carne di capra<br />
ha segnato un netto aumento pari al 17,7 per cento, dopo aver seguito una tendenza al ribasso<br />
per diversi anni. In cifre assolute, tuttavia, questa crescita è esigua (soltanto 66 t di peso alla<br />
vendita) perché la quota di mercato è relativamente piccola come nel caso della carne equina.<br />
La quota indigena di carne bovina pronta alla vendita è rimasta pressoché invariata rispetto<br />
all'anno precedente segnando l'80,5 per cento. Le macellazioni di vacche hanno subito un calo<br />
attestandosi a 162 558 capi e a 48 685 tonnellate di peso alla macellazione. L'aumento dei<br />
pesi alla macellazione ha comunque permesso di compensare lo scarso approvvigionamento<br />
di carne destinata alla trasformazione. Per i buoi e i manzi si è osservato un aumento delle<br />
macellazioni e del peso alla macellazione, per i tori, invece, una flessione.<br />
Nel 2015 il mercato della carne di suino è passato da un eccesso di offerta a una situazione<br />
di equilibrio, anche se la produzione ha subito un lieve calo e la lunga e bella stagione estiva<br />
ha sgravato il mercato. Gli addetti alla trasformazione e al commercio non hanno effettuato<br />
importazioni di carne di maiale in mezzene e di conseguenza la quota indigena di carne di suino<br />
ha raggiunto il 96,4 per cento.<br />
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Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 89 / 93<br />
MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE<br />
La crescita costante della domanda di carne di pollame ha determinato un ulteriore aumento<br />
del 3,1 per cento della produzione indigena, che ha superato le 55 600 tonnellate di peso alla<br />
vendita. La quota indigena è lievemente cresciuta attestandosi al 54,8 per cento.<br />
La produzione di carne di agnello è leggermente diminuita a 4780 tonnellate di peso alla macellazione,<br />
la quota indigena è scesa ulteriormente al 35 per cento.<br />
Nel 2015 la produzione di carne di vitello è crollata a 29 100 tonnellate (-1198 t). Ciò è dovuto<br />
anche al fatto che si ricorre maggiormente ad animali di razze da carne e di conseguenza<br />
cresce il numero di vitelli magri destinati all'ingrasso di bestiame grosso. Sul fronte dei consumi,<br />
inoltre, si osserva un ulteriore calo a un livello pari a 2,77 chilogrammi pro capite all'anno<br />
(-3,8 %).<br />
Nel 2015 la produzione di uova è salita a un totale di 868 milioni di pezzi (+3,7 %). Le vendite di<br />
uova indigene sono andate bene, grazie alla crescita demografica piuttosto che a un aumento<br />
del consumo pro capite (173,9 pz., 100,9 dei quali 103,3 di provenienza svizzera). La quota<br />
di uova svizzere sulle vendite di uova di consumo si attesta al 77 per cento. Se nella statistica<br />
dei consumi si considerano anche i prodotti a base di uova, le galline ovaiole indigene hanno<br />
prodotto quasi il 57 per cento delle uova e dei prodotti a base di uova consumati.<br />
Commercio estero<br />
Nell'anno oggetto del rapporto, le esportazioni di carne per l'alimentazione umana hanno registrato<br />
una flessione dell’11,4 per cento rispetto all'anno precedente, raggiungendo un totale<br />
di 7 562 tonnellate di peso alla vendita. L'unico aumento osservato ha interessato le esportazioni<br />
di carne di vitello (56,5 %), che però in termini quantitativi sono rimaste a un livello<br />
basso (56 t). Le esportazioni di carne di pollame, invece, hanno subito un crollo pari al 34,9<br />
per cento e seguono la tendenza al ribasso già osservata l'anno precedente.<br />
A differenza del 2014, nell'anno oggetto del rapporto le esportazioni di carne secca (carne<br />
di manzo) sono diminuite del 7,4 per cento raggiungendo quota 1684 tonnellate di peso alla<br />
vendita.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
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Il mio Rapporto agricolo 90 / 93<br />
MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE<br />
Anche le esportazioni di carne di suino hanno subito una flessione, segnatamente del 3,3 per<br />
cento toccando quota 2326 tonnellate di peso alla vendita.<br />
Esportazione di carne, sottoprodotti della macellazione e preparazioni<br />
Denominazione 2012 2013 2014 2015<br />
Carne bovina (vitello<br />
incl.)<br />
Tonnellate nette<br />
Sottoprodotti<br />
della macellazione<br />
Preparazioni a<br />
base di carne<br />
Carne 1975 1811 1936 1789<br />
2936 2403 2350 2026<br />
50 41 33 19<br />
Totale 4961 4255 4320 3834<br />
Carne suina Carne 3146 1334 1819 1832<br />
Tonnellate nette<br />
Carne di pollame<br />
Tonnellate nette<br />
Sottoprodotti<br />
della macellazione<br />
Preparazioni a<br />
base di carne<br />
Carne e sottoprodotti<br />
della macellazione<br />
Preparazioni a<br />
base di carne<br />
17996 17452 16914 16 681<br />
82 107 80 58<br />
Totale 21 224 18 894 18 813 18 571<br />
3415 3845 4255 3438<br />
54 49 81 71<br />
Totale 3468 3894 4335 3509<br />
Altro Insaccati 287 326 329 292<br />
Tonnellate nette<br />
Preparazioni con<br />
meno del 20% di<br />
carne<br />
20 153 20 384 20 751 16 169<br />
Fonti: AFD, Proviande<br />
L'importazione di carne per l'alimentazione umana è diminuita del 3,6 per cento, raggiungendo<br />
93 772 tonnellate di peso alla vendita (escl. pesce, molluschi e crostacei). Le importazioni<br />
di carne di suino hanno subito una forte battuta d'arresto, toccando quota 9174<br />
tonnellate di peso alla vendita (-33 %) perché sul mercato era disponibile un quantitativo sufficiente<br />
di carne di suino svizzera per via dei consumi in calo e della stabilità della produzione<br />
indigena.<br />
Analogamente al 2014, la produzione dei tagli di carne più apprezzati (p.es. lombata di manzo,<br />
di agnello e di cavallo nonché petto di pollo e di tacchino) non è stata in grado di coprire completamente<br />
il fabbisogno.<br />
Sono state inoltre importate 22 563 tonnellate di carne di bestiame grosso, 9174 di carne suina<br />
e 46 872 tonnellate di carne di pollame.<br />
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Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 91 / 93<br />
MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE<br />
Per la carne di manzo (9674 t/prezzo alla vendita) e di maiale (451 t) il maggior fornitore della<br />
Svizzera resta la Germania, per il pollame il Brasile, con quasi il 40 per cento delle forniture<br />
(19 962 t). La maggior parte della carne ovina (75 %) viene importata da Australia e Nuova<br />
Zelanda.<br />
Le importazioni di uova di consumo sono nuovamente diminuite (-3,8 %) raggiungendo 238,1<br />
milioni di pezzi. Una netta flessione rispetto agli anni precedenti è stata registrata anche per<br />
le uova di trasformazione spezzate in Svizzera (-11,9 %; 194,3 mio. pz.). I principali Paesi che<br />
riforniscono la Svizzera di uova continuano a essere Olanda, Germania e Francia.<br />
Consumo di carne<br />
Nell'anno oggetto del rapporto il consumo pro capite di carne pronta alla vendita è diminuito<br />
del 2 per cento rispetto al 2014 attestandosi a 51,35 kg l'anno (escl. pesce e crostacei, incl.<br />
coniglio e selvaggina). Si tratta di un'inversione di tendenza dopo un triennio al rialzo.<br />
Va osservato che nel calcolo del consumo non viene considerata la carne acquistata nei<br />
Paesi confinanti. Il turismo degli acquisti è cresciuto anche nel 2015 a causa della debolezza<br />
dell'euro. Per questo motivo il calo del consumo pro capite va relativizzato.<br />
Anche il consumo totale di carne è sceso dello 0,8 per cento toccando quota 431 852 tonnellate<br />
di carne pronta al consumo.<br />
L'aumento più marcato relativo alla carne pronta alla vendita ha interessato quella di pollame<br />
che ha guadagnato l'1,3 per cento raggiungendo quota 12,08 kg. Dal 2014 occupa il secondo<br />
posto, preceduta dalla carne di suino (22,77 kg), nella classifica delle preferenze dei consumatori.<br />
La carne di manzo, con 11,24 chilogrammi, si piazza al terzo posto.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
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Il mio Rapporto agricolo 92 / 93<br />
MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE<br />
Dal 2000/02 è diminuita la preferenza accordata dalla popolazione svizzera alla carne di cavallo<br />
e a quella di vitello (ca. -30 %), mentre quella accordata alla carne di pollame è aumentata<br />
della stessa percentuale. Nello stesso periodo la preferenza per uova e carne suina è scesa<br />
rispettivamente del 7 e del 10 per cento. Per la carne bovina, il consumo pro capite è comunque<br />
cresciuto del 10 per cento.<br />
Se si fa un salto indietro di sessant'anni, secondo le cifre di Proviande (2015) il consumo di<br />
carne, pesce e crostacei era pari a 37 chilogrammi l'anno. Già allora si consumava soprattutto<br />
carne di suino (16 kg), mentre il consumo di carne di pollame (1,3 kg) era pressoché irrilevante.<br />
Consumo di carne a livello internazionale<br />
Dal confronto internazionale nel 2011 (dati più recenti disponibili) emerge che, con 53,5 chilogrammi<br />
il consumo pro capite di carne in Svizzera si situava nella fascia media superiore.<br />
Tali calcoli sono stati effettuati da Proviande sulla base dei dati FAO del 2011, anno in cui il<br />
consumo andava dai 2,9 chilogrammi del Bangladesh agli oltre 110 chilogrammi di Hong Kong<br />
(USA 84,2 kg/anno). Il consumo medio pro capite nei 180 Paesi oggetto di rilevazione è stato<br />
di 35,6 chilogrammi.<br />
Nel confronto tra i Paesi europei, secondo i calcoli di Agrarmarkt Informations-Gesellschaft<br />
Deutschland (AMI) e di Proviande per il 2013, la Svizzera, con un consumo pro capite di 52,0<br />
chilogrammi l'anno, si situa al penultimo posto della classifica, prima della Repubblica Ceca<br />
(49,5 kg/anno). I maggiori consumatori di carne sono Cipro (85,0 kg/anno), Danimarca (78,3<br />
kg/anno) e Spagna (77,6 kg/anno).<br />
120<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 93 / 93<br />
MERCATO > PRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE<br />
Hans Ulrich Leuenberger, UFAG, Settore Prodotti animali e allevamento, hansulrich.leuenberger@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
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Il mio Rapporto agricolo 2 / 39<br />
AMBIENTE > INTRODUZIONE<br />
Introduzione<br />
Agricoltura e ambiente sono strettamente correlati. Da un lato l'agricoltura utilizza in maniera<br />
mirata le basi vitali naturali per produrre derrate alimentari, dall'altro con le sue attività incide<br />
sui processi naturali e influenza l'ambiente. Oltre un terzo del territorio nazionale è costituito<br />
da superfici coltivate, incluse quelle per la creazione di sottoprodotti come paesaggi curati,<br />
habitat preziosi per la biodiversità o terreni fertili. Queste prestazioni multifunzionali sono richieste<br />
dalla società e promosse attraverso la politica agricola. Tuttavia, tutte le forme di produzione<br />
rappresentano anche un carico per gli ecosistemi, che può essere ridotto accrescendo<br />
l'efficienza della produzione agricola e adeguandone l'intensità alle caratteristiche locali, ovvero<br />
innovando i sistemi di produzione come peraltro si prefigge la politica agricola.<br />
Nella rubrica «Ambiente» del Rapporto agricolo si trattano temi che interessano l'interfaccia<br />
agricoltura e ambiente (ciclo dell'azoto e del fosforo, clima, aria, energia, acqua, suolo e biodiversità).<br />
A cadenza quadriennale, ogni anno vengono approfonditi due o tre temi. Quest'anno<br />
si parla di azoto (flussi, emissioni di ammoniaca, emissioni di protossido d'azoto e nitrati) e<br />
acqua (utilizzo di prodotti fitosanitari e medicamenti per uso veterinario), tematiche già toccate<br />
nelle edizioni del Rapporto agricolo 2004, 2008 e 2012. In questa rubrica vengono inoltre<br />
pubblicati gli indicatori agroambientali del programma di monitoraggio dell'UFAG periodicamente<br />
aggiornati.<br />
122<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 3 / 39<br />
AMBIENTE > MONITORAGGIO AGRO-AMBIENTALE<br />
Indicatori agroambientali (IAA)<br />
Il monitoraggio agroambientale (MAA) dell'Ufficio federale dell'agricoltura (UFAG) fornisce<br />
un quadro sull'evoluzione dell'agricoltura svizzera dal profilo agroambientale. Nelle varie tematiche<br />
agroambientali (cicli dell'azoto e del fosforo, energia, clima, suolo, acqua e biodiversità)<br />
è finalizzato a fornire le informazioni necessarie per osservare e determinare l'influenza<br />
dell'agricoltura sulla qualità ambientale e il modo in cui l'ambiente evolve in relazione alle<br />
pratiche agricole. La base legale del monitoraggio è l'ordinanza concernente l'analisi della<br />
sostenibilità in agricoltura, che specifica che il MAA deve fondarsi su indicatori agroambientali<br />
(IAA) che siano comparabili sul piano internazionale (Eurostat e OCSE) e consentano di valutare<br />
gli effetti quantitativi e qualitativi della politica agricola a livello nazionale (statistiche<br />
e inventari nazionali), regionale e per tipo di azienda (Analisi centralizzata di indicatori agroambientali,<br />
AC-IAA).<br />
Le serie di dati sugli IAA<br />
Il presente rapporto tratta in maniera approfondita gli IAA sull'azoto (L'azoto nell'agricoltura,<br />
Emissioni di ammoniaca, Emissioni di protossido di azoto, Nitrati nell'acqua), sull'utilizzo di<br />
prodotti fitosanitari e sull'impiego di medicamenti veterinari in agricoltura. Tutti i dati del MAA<br />
sono raggruppati nelle tabelle e nei link seguenti:<br />
• livello nazionale: tabella Excel aggiornata<br />
• livello regionale e per tipo di azienda: tabella Excel aggiornata<br />
• livello internazionale: indicatori agroambientali dell'OCSE e indicatori agroambientali di<br />
Eurostat<br />
Bibliografia<br />
Ufficio federale dell'agricoltura (2014), Flyer Monitoraggio agroambientale<br />
Rapporti agricoli 2012, 2013, 2014 e 2015<br />
OCSE 2013, OECD Compendium of Agri-environmental Indicators<br />
Eurostat 2016, Agriculture, forestry and fishery statistics — ed. 2015<br />
Latsch, A., T. Anken. 2015. Landwirtschaftlicher Energieverbrauch in der Schweiz. Agroscope Transfer 56: 1-4.<br />
Latsch, A., T. Anken, F. Hasselmann. 2014. Agrarumweltindikator (AUI) "Energieverbrauch Landwirtschaft" - Methodenbeschreibung<br />
für die nationale Ebene. Schlussbericht, pp. 30.<br />
Latsch, A., T. Anken, F. Hasselmann. 2013. Energieverbrauch der Schweizer Landwirtschaft - Graue Energie schlägt<br />
zunehmend zu Buche. Agrarforschung Schweiz 4(5): 244-247.<br />
de Baan L., S. Spycher, O. Daniel. 2015. Einsatz von Pflanzenschutzmitteln in der Schweiz von 2009 bis 2012. Agrarforschung<br />
Schweiz 6 (2): 48-55.<br />
Büchi, L., A. Valsangiacomo, E. Burel, R. Charles. 2015. Integrating simulation data from a crop model in the development<br />
of an agri-environmental indicator for soil cover in Switzerland. European Journal of Agronomy<br />
Documentazione per la CA-IAA: www.agrarmonitoring.ch<br />
Jérôme Frei, UFAG, Settore Sistemi agro-ambientali e sostanze nutritive, jerome.frei@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
123
Il mio Rapporto agricolo 4 / 39<br />
AMBIENTE > AZOTO<br />
L'azoto nell'agricoltura<br />
L'intricato percorso dell'azoto<br />
Nell'ambiente, l'azoto (N) subisce diverse trasformazioni. L'agricoltura sfrutta il processo<br />
della fissazione tecnica e biologica dell'azoto per rendere reattivo e quindi disponibile per la<br />
crescita delle piante l'azoto atmosferico non reattivo (N 2 ). L'azoto minerale assorbito dalle<br />
piante viene trasformato in proteine e, assieme al carbonio, in biomassa, sostanzialmente<br />
in forma proteica. All'atto del foraggiamento e durante il processo di digestione le proteine<br />
vegetali vengono trasformate in proteine animali; entrambe hanno una notevole valenza<br />
nell'alimentazione umana. I composti azotati organici presenti nelle parti morte dei vegetali<br />
e negli escrementi animali vengono nuovamente decomposti in forme minerali di azoto.<br />
L'azoto minerale che non giunge nei prodotti agricoli e si disperde nell'ambiente può avere<br />
effetti negativi sugli ecosistemi: sotto forma di ammoniaca (NH 3 ) altera gli ecosistemi sensibili<br />
come le paludi e le foreste, sotto forma di nitrati (NO 3 ) inquina le acque sotterranee e gli ecosistemi<br />
marini e sotto forma di protossido di azoto (N 2 O) concorre al riscaldamento climatico.<br />
L'azoto può quindi compromettere l'ambiente sul piano locale, (sovra)regionale e globale. Un<br />
atomo di azoto è in grado di formare diversi composti chimici prima di trasformarsi nuovamente<br />
in azoto elementare atmosferico innocuo per l'ambiente.<br />
Influsso considerevole dell'agricoltura sui flussi di azoto<br />
Uno studio commissionato dall’UFAG per quantificare e illustrare i flussi di azoto nella filiera<br />
agroalimentare svizzera nel 2005 (Reutimann et al. 2013) evidenzia che dal profilo quanti-<br />
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Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 5 / 39<br />
AMBIENTE > AZOTO<br />
tativo i concimi minerali, gli alimenti importati per animali e l'azoto fissato biologicamente<br />
sono le tre principali fonti d’immissione di azoto nel sistema agroalimentare svizzero. Secondo<br />
l'attuale bilancio nazionale dell'azoto (cfr. grafico sull'evoluzione del bilancio e dell'efficienza<br />
dell'azoto), nel frattempo l’apporto di azoto attraverso gli alimenti per animali ha superato<br />
quello attraverso i concimi minerali. I principali flussi di azoto si rilevano tuttavia all’interno<br />
del settore primario, sotto forma di piante foraggere per l'alimentazione animale e di concimi<br />
aziendali utilizzati nella produzione vegetale. L'azoto esce dal sistema agroalimentare principalmente<br />
attraverso gli escrementi umani che finiscono nelle acque di scarico, attraverso l'aria<br />
sotto forma di ammoniaca, protossido di azoto e azoto elementare atmosferico emessi dalle<br />
aziende detentrici di animali e dal suolo, nonché attraverso il dilavamento dei suoli sotto forma<br />
di nitrati. In proporzione, i flussi di azoto di origine agricola verso l'alimentazione umana sono<br />
esigui.<br />
L'UFAM ha commissionato uno studio per calcolare le probabili variazioni dei flussi di azoto in<br />
Svizzera fino al 2020 sulla base di ipotesi sullo sviluppo demografico e sulla Politica agricola<br />
2014–2017 (Heldstab et al. 2013). I risultati mostrano che le importazioni di azoto attraverso<br />
le derrate alimentari e gli alimenti per animali aumentano considerevolmente. L’evoluzione<br />
delle importazioni di derrate alimentari è da ricondurre al maggiore fabbisogno di calorie di<br />
una popolazione in crescita. Secondo lo studio, l'incremento del fabbisogno di alimenti importati<br />
per animali è dovuto al costante aumento della produzione lattiera per animale che compensa<br />
ampiamente gli effetti della soppressione dei contributi per gli animali che consumano<br />
foraggio grezzo decisa nel quadro della Politica agricola 2014–2017. Anche gli sviluppi nel<br />
settore dell'ingrasso di pollame rivestono un ruolo importante. Stando allo studio dell'UFAM,<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
125
Il mio Rapporto agricolo 6 / 39<br />
AMBIENTE > AZOTO<br />
l'importazione di azoto attraverso i concimi minerali diminuisce ulteriormente poiché il fabbisogno<br />
di azoto delle piante può essere coperto mediante il volume supplementare di concimi<br />
aziendali risultante dalle importazioni di alimenti per animali. Le perdite gassose di azoto (ammoniaca,<br />
protossido di azoto, ossidi d'azoto, azoto elementare atmosferico) segnano tuttavia<br />
un lieve calo poiché per spandere i concimi aziendali si ricorre sempre più a tecniche a basse<br />
emissioni. Il calo potrebbe essere più consistente se venissero applicate tutte le altre misure<br />
aziendali e tecniche attualmente note (IIASA 2015, IIASA 2011). Siccome le emissioni di NO x<br />
provocate dal traffico sono destinate a diminuire ulteriormente grazie all’inasprimento delle<br />
prescrizioni sui gas di scarico, è minore anche il deposito atmosferico di azoto.<br />
Perdite di azoto e obiettivi in materia di riduzione: una sfida<br />
L'efficienza, ovvero l'output di azoto che l'agricoltura svizzera produce con una unità di input<br />
di azoto, è aumentata costantemente passando dal 22 per cento nel 1990/92 al 30 per cento nel<br />
2012/14. Il bilancio nazionale dell'azoto mostra che l'output di azoto sotto forma di prodotti<br />
vegetali e animali è aumentato del 28 per cento nonostante le immissioni di azoto sotto forma<br />
di concimi minerali, alimenti importati per animali, fissazione biologica dell'azoto e deposito<br />
atmosferico abbiano segnato un calo complessivo del 5 per cento.<br />
Benché ambizioso, l'obiettivo intermedio di un'efficienza dell'azoto pari al 33 per cento entro<br />
il 2017 (cfr. messaggio sulla Politica agricola 2014–2017) dovrebbe poter essere raggiunto.<br />
Anche le perdite di azoto che finiscono nell'ambiente (input di N meno output di N) sono diminuite<br />
passando da 132 000 tonnellate di azoto nel 1990/92 a 116 000 tonnellate di azoto<br />
nel 1999/2001 (-12 %). Da allora non si registrano praticamente più progressi. Stando ai calcoli<br />
di Agroscope, nel 2012/14 le perdite di azoto ammontavano ancora a 113 000 tonnellate.<br />
Molto probabilmente non sarà raggiunto l'obiettivo intermedio per il 2015 di al massimo 95<br />
000 tonnellate di perdite di azoto stabilito nel messaggio sulla Politica agricola 2011 e ripreso<br />
nel messaggio sulla Politica agricola 2014–2017.<br />
I dati sugli indicatori dell’azoto e su altri indicatori agroambientali a livello nazionale sono<br />
disponibili su Servizi.<br />
126<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 7 / 39<br />
AMBIENTE > AZOTO<br />
Come ridurre le perdite di azoto<br />
Di base, le perdite di azoto dipendono, da un lato, dall'intensità dell’azoto (ovvero dalla quantità<br />
di azoto utilizzata) e, dall'altro, dall'efficienza dell'azoto (ovvero da come viene impiegato).<br />
Secondo uno studio di Agroscope (cfr. riquadro in basso), nell'agricoltura svizzera la<br />
situazione è molto eterogenea per quanto riguarda l'intensità e l'efficienza dell'utilizzo di<br />
azoto sia tra i diversi tipi di azienda sia all'interno dello stesso tipo di azienda. Lo studio mostra<br />
anche che in tutti i tipi di azienda l'intensità dell'azoto ha ripercussioni positive sulla cifra<br />
d'affari per ettaro, ma non esercita praticamente alcun influsso sul profitto del lavoro per unità<br />
di lavoro annuale della famiglia. Alla luce di tale considerazione si può quindi concludere che<br />
è possibile ridurre le perdite di azoto, da un lato, attraverso il progresso tecnologico teso ad<br />
accrescere l'efficienza e, dall'altro, gestendo l'intensità.<br />
Approccio «efficienza»: per ridurre in maniera efficace le perdite di azoto provocate<br />
dall'agricoltura è opportuno intervenire all'inizio della catena delle perdite. Maggiore sarà il<br />
quantitativo di azoto utilizzato trasformato in prodotti agricoli, meglio sarà per l'agricoltura<br />
e l'ambiente. In quest’ottica sono molto promettenti la selezione di piante e animali in grado<br />
di utilizzare l'azoto in maniera più efficiente e il regime alimentare di animali e vegetali. In<br />
questo ambito è possibile accrescere l'assorbimento dell'azoto da parte di piante e animali e<br />
ridurre le perdite nell'ambiente.<br />
Approccio «intensità»: un altro approccio efficace per ridurre le perdite di azoto è<br />
l'adeguamento dell'intensità al potenziale e alla sopportabilità ecologica del luogo. Ciò implica,<br />
tra l'altro, un maggiore utilizzo delle superfici coltive direttamente per l'alimentazione<br />
umana e il pascolo degli animali su superfici inerbite non altrimenti utilizzabili. Diminuisce così<br />
il volume di prodotti animali, con conseguenze sul consumo e sulle abitudini alimentari, ma<br />
non sulla sicurezza alimentare: un'alimentazione che sostituisce sempre più le proteine animali<br />
con quelle vegetali accresce l'efficienza del sistema alimentare in generale poiché viene<br />
ridotto il passaggio attraverso l'animale che comporta perdite elevate (Schader et al. 2015).<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
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Il mio Rapporto agricolo 8 / 39<br />
AMBIENTE > AZOTO<br />
Quali fattori aziendali determinano eccedenze di azoto troppo elevate?<br />
Sulla base di una statistica descrittiva e comprendente molteplici varianti, Agroscope (Jan et<br />
al. 2013) ha analizzato i dati dell'analisi centralizzata degli indicatori agroambientali (AC-IAA)<br />
e quelli dell'analisi centralizzata dei dati contabili (AC-DC) di circa 200 aziende onde stabilire<br />
quali sono i fattori che determinano le eccedenze di azoto a livello aziendale. I risultati principali<br />
dello studio sono i seguenti:<br />
• a livello di singola azienda l'intensità e l'efficienza dell'azoto rivestono un ruolo analogo<br />
nella formazione delle eccedenze di azoto;<br />
• una maggiore intensità dell'azoto comporta, tendenzialmente, una minore efficienza<br />
dell'azoto;<br />
• nelle aziende specializzate si rilevano eccedenze di azoto inferiori rispetto a quelle non<br />
specializzate (le cosiddette «aziende combinate»). Eccedenze elevate sono frutto, in particolare,<br />
della combinazione con la trasformazione, poiché in questo tipo di aziende a fronte<br />
di un’elevata intensità dell’azoto vi è una bassa efficienza di tale elemento. Sebbene in misura<br />
minore, è il caso anche delle aziende che producono latte commerciale;<br />
• nella regione di pianura e in quella collinare le eccedenze di azoto sono pressoché uguali,<br />
mentre nella regione di montagna sono nettamente inferiori;<br />
• nelle aziende dedite all’agricoltura biologica si rilevano emissioni di azoto inferiori rispetto<br />
a quelle che forniscono la prova che le esigenze ecologiche sono rispettate (PER);<br />
• le aziende con una superficie agricola utile estesa presentano, tendenzialmente,<br />
un’intensità dell’azoto lievemente inferiore e quindi eccedenze inferiori rispetto a quelle<br />
con una superficie modesta;<br />
• l’intensità dell’azoto ha effetti positivi sulla cifra d’affari per ettaro, ma non esercita praticamente<br />
alcun influsso sul profitto del lavoro per unità di lavoro annuale della famiglia.<br />
I dati sugli indicatori dell’azoto e su altri indicatori agroambientali a livello aziendale sono<br />
disponibili su Servizi.<br />
La Germania intende ridurre le perdite di azoto che, commisurate alla superficie, sono simili<br />
a quelle rilevate in Svizzera (OCSE 2013). A tal fine ha avviato una revisione del diritto in materia<br />
di concimi i cui elementi principali in discussione sono la creazione di basi legali per<br />
l’introduzione di un bilancio franco azienda che rilevi l’input e l’output di azoto a livello aziendale,<br />
la creazione di basi legali per un confronto automatico dei dati tra le diverse autorità<br />
coinvolte, la disposizione di termini transitori fino all’introduzione dell’obbligo di applicare<br />
tecniche di spandimento a basse emissioni e l’obbligo di fornire consulenza agli agricoltori.<br />
Conclusioni<br />
L’obiettivo intermedio in relazione alle perdite massime di azoto fissato dalla politica agricola<br />
per il 2015 non sarà raggiunto.<br />
La sfida della riduzione delle perdite di azoto va affrontata a più livelli. Siccome l’azoto reattivo<br />
è molto mobile e instabile, gli approcci che prevedono di ridurre l’utilizzo di azoto – sotto forma<br />
sia di alimenti per animali sia di concimi – è particolarmente efficace ed efficiente. Nelle altre<br />
fasi del ciclo dell’azoto è molto più difficile intervenire sulle emissioni e controllare le perdite.<br />
128<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 9 / 39<br />
AMBIENTE > AZOTO<br />
È molto probabile che la Politica agricola 2014–2017 determinerà una riduzione delle perdite<br />
di azoto. Sono tuttavia necessari ulteriori sforzi sul piano dell’innovazione tecnologica e aziendale<br />
per accrescere l’efficienza onde raggiungere gli obiettivi prefissati. Laddove ciò non<br />
basti, occorre adeguare l’intensità di produzione alla sopportabilità degli ecosistemi. Per compiere<br />
ulteriori progressi nella riduzione delle perdite di azoto è fondamentale l’impegno di tutti<br />
gli attori, ovvero di agricoltori, politica, imprese private, ricerca e consulenza.<br />
Bibliografia<br />
Heldstab J, Leippert F, Biedermann R, Schwank O (2013) Stickstoffflüsse in der Schweiz 2020. Stoffflussanalyse und<br />
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auf gesamtbetrieblicher Ebene. Rapporto finale all'attenzione dell'Ufficio federale dell'agricoltura. Stazione di<br />
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Nitrogen Assessment. Sources, Effects and Policy Perspectives. European Commission Joint Research Centre<br />
Christine Zundel, UFAG, Settore Sistemi agroambientali e sostanze nutritive, christine.zundel@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
129
Il mio Rapporto agricolo 10 / 39<br />
AMBIENTE > AZOTO<br />
Emissioni di ammoniaca<br />
L'ammoniaca altera gli ecosistemi sensibili<br />
L'ammoniaca è un composto azotato (NH 3 ) volatile risultante dalla decomposizione delle proteine<br />
o dell’urea contenute negli escrementi degli animali da reddito. Le emissioni di ammoniaca<br />
non sono auspicate per diversi motivi. Da un lato, all'agricoltura viene sottratto azoto<br />
che non è pertanto più disponibile per la produzione vegetale e animale; negli anni 2012/14<br />
tali perdite in Svizzera ammontavano mediamente a 45 kg N/ha per un totale di 47 500 tonnellate<br />
di azoto. D'altro lato, l'ammoniaca che si disperde nell'ambiente ha ripercussioni negative<br />
sulla salute umana. Concorre infatti alla formazione di polveri fini che possono provocare<br />
malattie delle vie respiratorie. L'impatto è negativo anche sugli ecosistemi: una piccola parte<br />
dell'ammoniaca si trasforma in protossido di azoto (N 2 O) e contribuisce pertanto al riscaldamento<br />
climatico.<br />
L'ammoniaca viene trasportata nell'aria e depositata nuovamente al suolo in forma bagnata<br />
o secca. In ecosistemi naturali sensibili, come foreste, prati magri, paludi e brughiere,<br />
le immissioni troppo elevate di azoto sono all'origine di un carico eccessivo di concimi e<br />
dell'acidificazione che alterano i processi nel suolo, il bilancio delle sostanze nutritive e le biocenosi.<br />
Generalmente, un quarto circa delle concentrazioni di ammoniaca rilevate in un luogo<br />
proviene da fonti distanti al massimo 1 chilometro, un altro quarto da fonti distanti da 1 a 4<br />
chilometri e il resto da fonti più lontane (EKL 2014).<br />
La Büsselimoos – una torbiera alta e intermedia d'importanza nazionale (Fotografia: Christine Zundel)<br />
I diversi ecosistemi reagiscono in maniera differente alle immissioni di azoto. Per valutare se<br />
sono troppo elevate, per i diversi ecosistemi sono state stabilite soglie critiche (Critical Loads<br />
a tutela degli ecosistemi secondo la Commissione Economica per l'Europa delle Nazioni unite,<br />
CEENU). Per alcuni ecosistemi la soglia critica di azoto viene raggiunta già a 5 kg N/ha all'anno,<br />
per altri a 20 kg N/ha all'anno. In Svizzera, nell'Altipiano, nel Giura, sul versante alpino set-<br />
130<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 11 / 39<br />
AMBIENTE > AZOTO<br />
tentrionale e meridionale e in Ticino talvolta le soglie critiche vengono superate di 30 kg N/ha<br />
all'anno o più (UFAM, in preparazione).<br />
Quattro livelli di emissioni di ammoniaca<br />
L'ammoniaca può formarsi a diversi livelli del processo di produzione agricolo: in stalla o al<br />
pascolo, quando gli animali urinano e defecano; negli impianti di stoccaggio del liquame e del<br />
letame; all'atto dello spandimento dei concimi aziendali e sui suoli gestiti nel quadro della<br />
produzione vegetale.<br />
Negli ultimi 23 anni le emissioni provenienti dalle stalle sono aumentate (+34 %). Tale evoluzione<br />
è riconducibile alla crescente diffusione di stalle a stabulazione libera e corti nonché<br />
al conseguente aumento delle superfici emittenti. Le emissioni correlate allo spandimento di<br />
concimi aziendali, invece, sono diminuite (-32 %) a causa, da un lato, del calo del numero di<br />
animali, di un migliore foraggiamento, dell'uscita più frequente al pascolo e delle maggiori<br />
perdite in stalla con conseguente diminuzione dell'azoto presente negli impianti di stoccaggio<br />
dei concimi aziendali e, dall'altro, di una maggiore diffusione delle tecniche di spandimento<br />
di liquame a basse emissioni, come ad esempio quella che prevede l'utilizzo di tubi flessibili a<br />
strascico (Kupper et al. 2015). Negli anni 2012/14 le emissioni correlate allo spandimento di<br />
concimi aziendali ammontavano mediamente al 46 per cento, quelle provenienti dalla stalla/<br />
corte al 34 per cento, quelle degli impianti per lo stoccaggio di concimi aziendali al 17 per cento<br />
e quelle sul pascolo al 3 per cento delle emissioni totali riconducibili alla detenzione di animali.<br />
Emissioni di ammoniaca stabili da 15 anni<br />
Secondo i calcoli effettuati con il modello Agrammon (www.agrammon.ch), dal 1990/92 a livello<br />
svizzero le emissioni di ammoniaca provenienti dall'agricoltura sono diminuite del 16 per<br />
cento. Il calo si è verificato prevalentemente tra il 1990 e il 2000 ed è coinciso con la flessione<br />
degli effettivi di animali detenuti in Svizzera. Da allora le emissioni di ammoniaca si sono stabilizzate<br />
su un livello elevato. Negli anni 2012/14 mediamente il 71 per cento delle emissioni<br />
agricole era riconducibile alla detenzione di bestiame bovino, il 13 per cento a quella di suini<br />
e il 4 per cento a quella di pollame. Il 9 per cento delle emissioni agricole di ammoniaca proveniva<br />
dalla produzione vegetale. Negli ultimi 23 anni queste percentuali non hanno subito<br />
variazioni di rilievo.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
131
Il mio Rapporto agricolo 12 / 39<br />
AMBIENTE > AZOTO<br />
I dati sulle emissioni di ammoniaca e su altri indicatori agroambientali a livello nazionale sono<br />
disponibili su Servizi.<br />
Lacune considerevoli<br />
Per proteggere gli ecosistemi da apporti troppo elevati di azoto occorre ridurre notevolmente le<br />
emissioni di ammoniaca provenienti dall'agricoltura. L'obiettivo ambientale di al massimo 25<br />
000 tonnellate di NH 3 –N/ha l'anno, per il cui raggiungimento non è stata fissata una scadenza<br />
(UFAM/UFAG 2008), e l'obiettivo intermedio di 41 000 tonnellate di NH 3 –N/ha indicato nel<br />
messaggio sulla Politica agricola 2014/2017 potranno essere raggiunti soltanto intensificando<br />
gli sforzi per la riduzione delle emissioni.<br />
Dall'analisi dei dati rilevati in circa 200 aziende nel quadro del monitoraggio agroambientale,<br />
per il 2014 emerge che le emissioni di ammoniaca per unità di superficie variano considerevolmente<br />
a seconda del tipo di azienda. Ciò è dovuto al fatto che i quantitativi maggiori di ammoniaca<br />
sono emessi nella detenzione di animali. Ma anche tra i diversi tipi di aziende dedite<br />
all'allevamento di animali le differenze sono notevoli. Parte di esse sono riconducibili al fatto<br />
che alcune delle aziende prese in esame applicano tecnologie, sistemi e pratiche di gestione<br />
a basse emissioni, come il foraggiamento scaglionato, la tenuta al pascolo, la copertura degli<br />
impianti per lo stoccaggio del liquame, i tubi flessibili a strascico, lo spandimento di concimi<br />
aziendali nei periodi freschi dell'anno, l'incorporazione del letame nel suolo, eccetera, mentre<br />
altre no.<br />
132<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 13 / 39<br />
AMBIENTE > AZOTO<br />
I dati sulle emissioni di ammoniaca e su altri indicatori agroambientali a livello nazionale sono<br />
disponibili su Servizi.<br />
Impegno della Confederazione e dei Cantoni per la riduzione delle<br />
emissioni di ammoniaca<br />
Nell'ottica di contribuire a colmare le lacune, nel 2008 la Confederazione ha lanciato un programma<br />
volto a migliorare la sostenibilità nell'utilizzo delle risorse naturali (art. 77a LAgr). Da<br />
allora gli enti promotori possono presentare alla Confederazione progetti con questa finalità<br />
(«progetti sulle risorse»). Fino al 2014 compreso, la Confederazione ha stanziato complessivamente<br />
77,8 milioni di franchi a favore di 16 progetti sulle risorse volti a ridurre le emissioni<br />
di ammoniaca. Sono stati promossi in particolare l'utilizzo di tecniche di spandimento a basse<br />
emissioni di concimi aziendali, misure nell'ambito del foraggiamento e la copertura di impianti<br />
per lo stoccaggio del liquame. I Cantoni hanno contribuito al finanziamento dei progetti con un<br />
importo di 20,9 milioni di franchi. Dal 2014, inoltre, gli agricoltori, indipendentemente da enti<br />
promotori e progetti, possono richiedere contributi per l'efficienza delle risorse (pagamenti<br />
diretti giusta l'art. 70 LAgr) per l’utilizzo di tecniche di spandimento a basse emissioni.<br />
Gli incentivi statali per le tecniche di spandimento a basse emissioni di liquame ne hanno determinato<br />
una maggiore accettazione da parte degli agricoltori con conseguente notevole incremento<br />
nella loro applicazione. A oggi, un terzo circa delle aziende aventi diritto ai pagamenti<br />
diretti e dedite alla detenzione di animali ha partecipato a un progetto sulle risorse «ammoniaca»<br />
o percepito contributi per l'efficienza delle risorse avendo applicato tecniche di spandimento<br />
a basse emissioni dei concimi aziendali. I contributi della Confederazione sono tuttavia<br />
soltanto un incentivo temporaneo e gli effetti devono proseguire anche dopo tale finanziamento<br />
iniziale. L'applicazione di questo principio ha fatto sì che le tecniche di spandimento<br />
a basse emissioni godano attualmente del favore degli agricoltori e siano conformi allo stato<br />
della tecnica.<br />
Il risultato più positivo osservato tra le aziende campicole è riconducibile alla produzione vegetale<br />
quantitativamente più significativa (e in alcuni casi con un elevato apporto energetico<br />
come per cereali, patate, barbabietola da zucchero e colza). Al contrario, nelle aziende<br />
detentrici di vacche madri e in quelle del tipo «Altri bovini», data la trasformazione di pro-<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
133
Il mio Rapporto agricolo 14 / 39<br />
AMBIENTE > AZOTO<br />
dotti vegetali in prodotti animali (carne) viene prodotta comparativamente meno energia per<br />
l'alimentazione umana cosicché l'efficienza energetica risulta bassa nonostante una produzione<br />
a basso impatto sulle risorse.<br />
Situazione all'estero<br />
Rispetto ai Paesi limitrofi (Germania meridionale, Francia meridionale, Austria, Italia), in Svizzera<br />
l'impatto ambientale delle emissioni di ammoniaca è elevato (SRU 2015, AEA 2014). Lo è<br />
anche rispetto ad altri Paesi nel mondo; le regioni meno inquinate sono in Russia, nell'America<br />
del Nord e del Sud, in Africa e nell'Oceania (Steffen et al. 2015). Ciò è dovuto alla combinazione<br />
di effettivi elevati di animali, stalle arieggiate ed ecosistemi sensibili che caratterizzano<br />
la Svizzera.<br />
In Europa, la Svizzera, dopo i Paesi Bassi, presenta le emissioni di ammoniaca per ettaro<br />
di superficie agricola utile più elevate. La Danimarca, con una densità di animali analoga a<br />
quella svizzera, ha adottato una strategia efficace contro le elevate emissioni di ammoniaca;<br />
negli ultimi 25 anni le ha infatti ridotte da 44 a 27 kg di azoto per ettaro all'anno (ca. -40<br />
%) (OCSE 2013). Questo risultato è frutto delle seguenti misure: obbligo di copertura degli<br />
impianti di stoccaggio del liquame, divieto di utilizzo delle barre nello spandimento di liquame,<br />
obbligo di utilizzo di attrezzature per l'iniezione dei concimi nel suolo nelle regioni<br />
ecologicamente sensibili, incorporazione dei concimi aziendali nel suolo entro al massimo sei<br />
ore dallo spandimento, inasprimento delle prescrizioni in materia di aumento della capacità<br />
delle aziende d'allevamento nelle zone tampone che delimitano le regioni sensibili, campagne<br />
d'informazione per un maggiore utilizzo dell'azoto negli alimenti per animali. Le misure fina-<br />
134<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 15 / 39<br />
AMBIENTE > AZOTO<br />
lizzate in maniera specifica a ridurre le emissioni di ammoniaca rientrano in una serie di provvedimenti<br />
volti a ridimensionare le eccedenze di azoto (Dalgaard et al. 2014, Kronvang et al.<br />
2011).<br />
Conclusioni<br />
Le lacune in relazione all'obiettivo prefissato in materia di emissioni di ammoniaca sono tuttora<br />
notevoli.<br />
Le emissioni di ammoniaca equivalgono a una perdita di azoto per l'agricoltura e hanno diverse<br />
ripercussioni negative, in particolare sugli ecosistemi naturali e sulla salute umana. Onde evitare<br />
eccessive immissioni di azoto nell'ambiente sono necessari ulteriori sforzi per la riduzione<br />
delle emissioni.<br />
A tal fine è disponibile una vasta gamma di misure tecniche e aziendali dimostratesi idonee<br />
per migliorare l'efficienza aziendale nell'utilizzo dell'azoto. Si sono rivelate particolarmente<br />
efficaci quelle in relazione alla valorizzazione del foraggio da parte dell'animale. Consentono<br />
infatti di ridurre le immissioni nell'ambiente di azoto destinato a trasformarsi in ammoniaca a<br />
uno dei livelli di emissione successivi.<br />
Laddove, nonostante tali misure, si rilevano immissioni elevate in ecosistemi naturali e sensibili<br />
occorre prendere ulteriori provvedimenti. Poiché le emissioni di ammoniaca hanno effetti<br />
soprattutto sul piano locale e (sovra)regionale, l'intensità della produzione deve essere adeguata<br />
al luogo e alla sopportabilità dei rispettivi ecosistemi.<br />
Bibliografia<br />
UFAM (2016) in preparazione<br />
UFAM/UFAG (2008): Obiettivi ambientali per l'agricoltura. Umwelt-Wissen n. 0820. Ufficio federale dell'ambiente,<br />
Berna.<br />
Dalgaard T, Hansen B, Hasler B, Hertel O, Hutchings N J, Jacobsen B H, Jensen L S, Kronvang B, Olesen J E, Schjørring<br />
J K, Kristensen I S, Graversgaard M, Termansen M, Vejre H (2014) Policies for agricultural nitrogen ma-<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
135
Il mio Rapporto agricolo 16 / 39<br />
AMBIENTE > AZOTO<br />
nagement—trends, challenges and prospects for improved efficiency in Denmark. Environmental Research Letters<br />
9:115002<br />
European Environment Agency (2014) Effects of air pollution on European ecosystems. Past and future exposure of<br />
European freshwater and terrestrial habitats to acidifying and eutrophying air pollutants. Publications Office of the<br />
European Union, Lussemburgo, pag. 38<br />
Commissione federale d'igiene dell'aria (2014) Immissioni di ammoniaca e immissioni di azoto. Studio della CFIAR<br />
sulla valutazione degli eccessi. Berna. 62 pagg.<br />
Kupper T, Bonjour C, Menzi H (2015) Evolution of farm and manure management and their influence on ammonia<br />
emissions from agriculture in Switzerland between 1990 and 2010. Atmospheric Environment 103:215-221.<br />
Kronvang B, Andersen H E, Børgesen C, Dalgaard T, Larsen S E, Bøgestrand J, Blicher-Mathiasen G (2011) Effects of<br />
policy measures implemented in Denmark on nitrogen pollution of the aquatic environment. Environmental Science<br />
and Policy 11:144-152<br />
OCSE (2013) Compendium of Agri-Environmental Indicators, Pubblicazioni OCSE, Parigi. 182 pagg.<br />
Sachverständigenrat für Umweltfragen (2015) Stickstoff: Lösungsstrategien für ein drängendes Umweltproblem.<br />
Sondergutachten. Erich Schmidt Verlag GmbH, Berlino, 348 pagg.<br />
Steffen W, Richardson K, Rockström J, Cornell S E, Fetzer I, Bennett E M, Biggs R, Carpenter S R, de Vries W, de Wit C<br />
A, Folke C, Gerten D, Heinke J, Mace G M, Persson L M, Ramanathan V, Reyers B, Sörlin S (2015) Planetary Boundaries:<br />
Guiding Human Development on a Changing Planet. Science (347)6223.<br />
Christine Zundel, UFAG, Settore Sistemi agroambientali e sostanze nutritive, christine.zundel@blw.admin.ch<br />
136<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 17 / 39<br />
AMBIENTE > AZOTO<br />
Emissioni di protossido di azoto<br />
Il protossido di azoto altera il clima<br />
In ambito agricolo, il protossido di azoto (N 2 O) si forma in diversi processi biochimici a partire<br />
da composti azotati differenti. Viene sprigionato prevalentemente nella detenzione di animali<br />
e nello spandimento di concimi azotati sui terreni. È anche il prodotto indiretto delle perdite di<br />
azoto sotto forma di nitrati e ammoniaca. Il protossido di azoto permane per più di cent'anni<br />
nell'atmosfera e ha un potenziale di riscaldamento climatico circa 300 volte più elevato rispetto<br />
alla CO 2 . Rappresenta circa un terzo degli effetti sul clima provocati dai gas serra provenienti<br />
dall'agricoltura svizzera. Siccome il protossido di azoto si forma sia in campicoltura sia nella<br />
detenzione di animali interessa un gran numero di sistemi agricoli di produzione. A causa del<br />
suo impatto globale, è irrilevante, dal profilo delle scienze naturali, dove, sul piano mondiale,<br />
vengono prodotto o ridotte le emissioni.<br />
Stagnazione anziché riduzione<br />
Secondo l’Inventario nazionale dei gas serra, nel 2012/14 le emissioni di protossido di azoto<br />
sono diminuite del 12 per cento circa rispetto al 1990/92. Ciò è riconducibile al calo degli effettivi<br />
di animali e a un minore utilizzo di concimi minerali negli anni ’90. Da allora le emissioni<br />
ristagnano. La Strategia sul clima per l’agricoltura (UFAG, 2011) si prefigge l’obiettivo di<br />
ridurre le emissioni di gas serra provenienti dall’agricoltura di almeno un terzo entro il 2050.<br />
La quota maggiore di protossido di azoto è prodotta dalla concimazione (45 %); seguono le<br />
emissioni indirette dovute al trasporto di ammoniaca e nitrati (25 %), quelle dei concimi aziendali<br />
(19 %) e quelle delle deiezioni degli animali al pascolo (11 %). Dal 1990 queste percentuali<br />
sono rimaste pressoché stabili.<br />
I dati sulle emissioni di protossido di azoto e su altri indicatori agroambientali a livello nazionale<br />
e aziendale sono disponibili su Servizi.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
137
Il mio Rapporto agricolo 18 / 39<br />
AMBIENTE > AZOTO<br />
Grandi incertezze<br />
Le cifre riportate nell’Inventario nazionale dei gas serra sono stime risultanti dall’applicazione<br />
di modelli che considerano prevalentemente il numero di animali detenuti, le superfici gestite<br />
a scopo agricolo, il volume di concimi utilizzato e fattori d’emissione più o meno specifici. Le<br />
incertezze, con una fascia di fluttuazione di +/- 80 %, sono tuttavia grandi. Quella maggiore<br />
riguarda la portata assoluta delle emissioni, mentre i dati sul calo verificatosi dal 1990/92 in<br />
seguito a una gestione meno intensiva dei concimi sono molto attendibili. All’Empa sono in<br />
corso lavori per verificare queste cosiddette stime «bottom-up» mediante metodi atmosferici<br />
«top-down» che prevedono una combinazione tra misurazioni nell’atmosfera e un modello di<br />
trasporto. Se per il gas serra metano nel frattempo sono stati ottenuti buoni risultati (Henne<br />
et al., 2016), per il protossido di azoto sono necessari ulteriori sforzi poiché finora non è disponibile<br />
un numero sufficiente di misurazioni nell’atmosfera.<br />
Sono necessarie misure idonee!<br />
I processi di formazione del protossido di azoto sono influenzati da condizioni ambientali come<br />
precipitazioni, temperatura, tenore di ossigeno, temperatura e pH del suolo nonché da misure<br />
di gestione come concimazione, lavorazione del suolo, avvicendamento delle colture e utilizzazione<br />
degli erbai. La dinamica territoriale e temporale così come la variabilità di tali processi<br />
sono molto elevate e caratterizzate da una grande incertezza (Skinner et al. 2016, Merbold et<br />
al. 2014). È quindi difficile trovare misure idonee per un’efficace riduzione delle emissioni.<br />
Agroscope punta anche su misure volte a ridurre le emissioni di protossido di azoto provenienti<br />
dal suolo. Secondo esperimenti in laboratorio e in pieno campo, l’incorporazione di carbone<br />
vegetale nel suolo potrebbe contribuire a ridurre le emissioni (Hüppi et al. 2015, Felber et al.<br />
2013). Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per capirne i meccanismi. La riduzione potrebbe<br />
essere innescata da una nuova composizione dei batteri del suolo, da specifiche proprietà<br />
elettrocatalitiche del carbone vegetale, da una maggiore aerazione del suolo e/o dall’aumento<br />
del pH del suolo.<br />
Conclusioni<br />
Onde fornire un contributo sostanziale per frenare il riscaldamento climatico e quindi per raggiungere<br />
gli obiettivi della Strategia sul clima per l’agricoltura, sono necessarie misure urgenti<br />
di riduzione delle emissioni di protossido di azoto. La grande sfida è rappresentata dai processi<br />
biochimici complessi e variabili nella formazione di questo composto. Finché non saranno stati<br />
svelati, la riduzione della quantità di azoto emessa nell’ambiente rappresenta la misura più efficace.<br />
A tal fine occorrono forme di organizzazione, pratiche di gestione e tecnologie che permettano<br />
di aumentare l’assimilazione di azoto da parte degli animali (attraverso il foraggio)<br />
e delle piante (attraverso la concimazione), rendendo quindi più efficiente la produzione agricola.<br />
Bibliografia<br />
UFAG (2011) Strategia sul clima per l’agricoltura, Protezione del clima e adattamento ai cambiamenti climatici per<br />
una filiera agroalimentare svizzera sostenibile, 46 pagg.<br />
Felber R, Leifeld J, Horák J, Neftel A (2014) N 2 O emission reduction with greenwaste biochar: comparison of laboratory<br />
and field experiment. European Journal of Soil Science 65:128-138.<br />
Henne S, Brunner D, Oney B, Leuenberger M, Eugster W, Bamberger I, Meinhardt F, Steinbacher M, Emmenegger<br />
L (2016) Validation of the Swiss methane emission inventory by atmospheric observations and inverse modelling.<br />
Atmos. Chem. Phys., 16:3683-3710.<br />
Hüppi R, Felber R, Neftel A, Six J, Leifeld J (2015) Effect of biochar and liming on soil nitrous oxide emissions from a<br />
temperate maize cropping system. Soil 1:707-717<br />
138<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 19 / 39<br />
AMBIENTE > AZOTO<br />
Merbold L, Eugster W, Stieger J, Zahniser M, Nelson D, Buchmann N (2014) Greenhouse gas budget (CO 2 , CH 4 and<br />
N 2 O) of intensively managed grassland following restoration. Global Change Biology 20:1913-1928<br />
Skinner C et al (2016) in preparazione<br />
Christine Zundel, UFAG, Settore Sistemi agroambientali e sostanze nutritive, christine.zundel@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
139
Il mio Rapporto agricolo 20 / 39<br />
AMBIENTE > AZOTO<br />
Nitrati nell’acqua<br />
Nella produzione vegetale le rese dipendono dalla disponibilità di azoto. La concimazione ha<br />
pertanto un ruolo fondamentale. A causa della complessità dei processi naturali, può capitare,<br />
specialmente nel settore della campicoltura, che nel suolo siano presenti più nitrati di quanti<br />
possano esserne assimilati dalle piante. Per effetto delle precipitazioni e del dilavamento, i<br />
nitrati possono finire nelle acque sotterranee e raggiungere la falda, ovvero la nostra principale<br />
fonte di acqua potabile. In Svizzera, oltre l’80 per cento dell’acqua potabile proviene dalle<br />
acque sotterranee. Attraverso queste ultime o per dilavamento diretto nei corsi d’acqua e nei<br />
laghi, i nitrati raggiungono il mare, alterando gli equilibri di sostanze nutritive, soprattutto<br />
nelle regioni costiere. Aumenta la formazione di alghe e le sostanze tossiche da esse rilasciate,<br />
in combinazione con l’assenza di ossigeno risultante dalla decomposizione delle alghe morte,<br />
hanno conseguenze disastrose per la fauna e la flora marine.<br />
Nei corsi d’acqua non finiscono soltanto le emissioni delle superfici gestite a scopo agricolo,<br />
bensì anche l’azoto reattivo sotto forma di nitrati o ammonio proveniente da altre superfici e<br />
da fonti puntuali come, ad esempio, gli impianti di depurazione delle acque e di regolazione<br />
del deflusso delle acque meteoriche. Le emissioni di nitrati da superfici non agricole vengono<br />
indirettamente influenzate dall’agricoltura tramite il deposito di ammoniaca.<br />
Tenori di nitrati nelle acque sotterranee stabili<br />
In natura le acque sotterranee contengono soltanto pochi milligrammi di nitrati per litro. Per i<br />
corsi d’acqua dai quali viene prelevata l’acqua potabile l’ordinanza sulla protezione delle acque<br />
prescrive un valore numerico di al massimo 25 mg di nitrati il litro. Il diritto sulle derrate alimentari,<br />
prevede un valore di 40 mg di nitrati il litro.<br />
La concentrazione di nitrati è particolarmente elevata nelle falde acquifere sottostanti i terreni<br />
coltivi; in circa la metà delle stazioni di misurazione dell’Osservazione nazionale delle acque<br />
sotterranee (NAQUA) supera il valore di 25 mg il litro.<br />
Attualmente la concentrazione di nitrati si aggira sul livello del 2002. Negli ultimi anni la situazione<br />
è notevolmente migliorata.<br />
140<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 21 / 39<br />
AMBIENTE > AZOTO<br />
Concentrazione di nitrati, valore massimo e valore medio per stazione di misurazione NAQUA. Quota di superficie coltiva<br />
aperta rispetto alla superficie comunale.<br />
Fonte: Osservazione nazionale delle acque sotterranee (NAQUA)<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
141
Il mio Rapporto agricolo 22 / 39<br />
AMBIENTE > AZOTO<br />
Evoluzione della concentrazione di nitrati nelle acque sotterranee nelle stazioni di misurazione il cui comprensorio è<br />
utilizzato prevalentemente per la campicoltura o la pastorizia e la produzione animale. Valore massimo per stazione<br />
di misurazione NAQUA. Numero di misurazioni per forma principale di utilizzazione del suolo: campicoltura: 95; pastorizia<br />
e produzione animale: 144.<br />
Fonte: Osservazione nazionale delle acque sotterranee NAQUA<br />
Se la concentrazione di nitrati nelle acque sotterranee da cui è previsto o viene effettuato il<br />
prelievo di acqua potabile supera il valore di 25 mg di nitrati il litro, i Cantoni sono tenuti a<br />
individuarne le cause e a provvedere affinché vengano prese le dovute misure conformemente<br />
alle rispettive prescrizioni. Nell’ambito dei crediti disponibili, possono beneficiare di indennizzi<br />
per le misure attuate in ambito agricolo (cfr. Contributi per la protezione delle acque). Il<br />
processo di rinnovamento delle acque sotterranee è spesso molto lento, ragion per cui passano<br />
anni e in alcuni casi addirittura decenni prima di poter percepire l’effetto delle misure prese.<br />
Il tema del tenore di nitrati nell’acqua è sempre d’attualità. A causa dell’estensione degli insediamenti,<br />
le possibilità di captare acqua potabile scarseggiano. Parallelamente, vi sono indicazioni<br />
secondo cui il cambiamento climatico potrebbe determinare un aumento del tenore di<br />
nitrati nelle acque sotterranee.<br />
Immissioni nell’acqua di nitrati provenienti dall’agricoltura<br />
Nella Convenzione Oslo-Parigi per la protezione dell’ambiente marino dell’Atlantico nordorientale<br />
(OSPAR) e in quella per la protezione del Reno la Svizzera si è impegnata a ridurre le<br />
immissioni di sostanze nutritive nelle acque, segnatamente del 50 per cento (senza scadenza)<br />
rispetto al 1985. Lo stesso obiettivo è stato fissato negli Obiettivi ambientali per l’agricoltura<br />
(UFAM/UFAG 2008) per il settore primario.<br />
Le immissioni di nitrati nei corsi d’acqua provengono da fonti puntuali (soprattutto acque di<br />
scarico degli insediamenti) e diffuse (soprattutto agricole). Il modello MODIFUSS permette di<br />
stimare le immissioni diffuse di nitrati nei corsi d’acqua.<br />
142<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 23 / 39<br />
AMBIENTE > AZOTO<br />
Stima delle immissioni diffuse di nitrati nei corsi d’acqua<br />
Fonte d’immissione kg N / ha t N %<br />
Superficie coltiva aperta 47.8 19 449 38<br />
Prati permanenti 11.8 4044 8<br />
Pascoli propri 21.8 3664 7<br />
Superficie utile alpestre 7.7 3964 8<br />
Superficie frutticola, orticola<br />
e viticola<br />
21.3 1087 2<br />
Foresta 5.7 7356 14<br />
Detriti, sabbia, roccia,<br />
ghiacciai<br />
6.9 3983 8<br />
Vegetazione improduttiva 4.1 1221 2<br />
Corsi d’acqua 15.2 2653 5<br />
Insediamenti 21.3 4072 8<br />
Totale 12.5 51 493 100<br />
Fonte: Prasuhn et al., 2016<br />
Secondo i calcoli per il bacino imbrifero del Reno al di sotto dei laghi, in Svizzera le immissioni<br />
di azoto da fonti diffuse sono diminuite del 18 per cento tra il 1985 e il 2001. Su tutto il territorio<br />
elvetico, nel periodo dal 2000 al 2010 vi è stato un ulteriore calo del 3,5 per cento.<br />
Il primario concorre alle immissioni diffuse di azoto tramite le emissioni provenienti dalle superfici<br />
utilizzate a scopo agricolo cui si aggiunge una parte di quelle dalle foreste e dalle superfici<br />
improduttive che aumentano a causa del deposito di ammoniaca emessa dall’agricoltura.<br />
Sul piano nazionale, il carico proveniente dall’agricoltura ammontava a 49 000 tonnellate<br />
di azoto nel 1985 e a 36 500 tonnellate nel 2010. È stata quindi ottenuta una riduzione di<br />
12 500 tonnellate di azoto, ovvero del 26 per cento. Tuttavia, si è ancora nettamente al di sotto<br />
dell’obiettivo ambientale del 50 per cento di riduzione (Prasuhn, 2016).<br />
Come possono essere ridotte le immissioni di azoto nei corsi d’acqua?<br />
Vi sono diverse possibilità di ridurre ulteriormente le immissioni di azoto provenienti<br />
dall’agricoltura. Si potrebbe, ad esempio, convertire la superficie coltiva in superficie inerbita,<br />
considerato che le immissioni di azoto nel sottosuolo dei terreni coltivi sono circa il quadruplo<br />
di quelle riscontrate sotto i prati permanenti. Tuttavia, se vengono tenuti più animali aumentano<br />
anche le emissioni di ammoniaca. Per ridurre le immissioni di azoto nelle acque è possibile<br />
estensivare la campicoltura e la foraggicoltura, limitare le colture dalle quali il dilavamento<br />
dei nitrati è particolarmente elevato, optare per una lavorazione del suolo rispettosa delle sue<br />
caratteristiche, concimare in maniera più mirata, inerbire e preservare la copertura del suolo.<br />
Anche la riduzione delle emissioni di ammoniaca consente di ridurre considerevolmente le immissioni<br />
di azoto nelle acque, poiché una parte rilevante di questo azoto finisce direttamente<br />
nei corsi d’acqua o viene dilavato dopo essersi depositato sulle superfici.<br />
In Svizzera il dimezzamento, rispetto al 1985, delle immissioni di azoto provenienti<br />
dall’agricoltura nell’acqua senza limitare massicciamente la produzione è una grande sfida.<br />
Per poter colmare meglio le lacune sono necessari miglioramenti considerevoli sul piano<br />
dell’efficienza. Le migliorie tecniche ed organizzative che hanno dimostrato di essere efficaci<br />
vanno applicate su tutto il territorio nazionale. Occorre inoltre investire nella ricerca e nella<br />
sperimentazione di altre innovazioni. Gli interventi devono riguardare l’intera catena di pro-<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
143
Il mio Rapporto agricolo 24 / 39<br />
AMBIENTE > AZOTO<br />
duzione, ovvero la selezione, lo sviluppo di nuovi sistemi di produzione chiusi o l’applicazione<br />
dell’agricoltura di precisione. Se l’incremento dell’efficienza non dovesse bastare per raggiungere<br />
gli obiettivi prefissati, si dovrà adeguare l’intensità della produzione animale e vegetale,<br />
riducendola.<br />
Per quanto riguarda il tenore di nitrati nelle acque sotterranee, la necessità d’intervento varia<br />
a seconda del luogo. Se e come il primario debba intervenire dipende dalle condizioni naturali<br />
e dalle esigenze della società. Occorre tuttavia adeguare in maniera ottimale i sistemi di produzione<br />
ai diversi luoghi.<br />
Bibliografia<br />
UFAM, UFAG, 2008: Obiettivi ambientali per l’agricoltura<br />
Prasuhn V., Sieber U., 2005: Changes in diffuse phosphorous and nitrogen inputs into surface waters in the Rhine<br />
watershed in Switzerland. Acquatic Sciences 67: 363-371<br />
Prasuhn V., Kupferschmied P., Spiess E., Hürdler J., 2016: Szenario-Berechnungen für das Projekt zur Verminderung<br />
diffuser Nährstoffeinträge in die Gewässer der Schweiz mit MODIFFUS. Agroscope<br />
Prasuhn V., 2016: Abklärungen zum Umweltziel Landwirtschaft: Reduktion der landwirtschaftsbedingten Stickstoffeinträge<br />
in die Gewässer um 50% gegenüber 1985. Agroscope<br />
Ruth Badertscher, UFAG, Settore Sistemi agroambientali e sostanze nutritive, ruth.badertscher@blw.admin.ch<br />
144<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 25 / 39<br />
AMBIENTE > ACQUA<br />
Acqua e agricoltura<br />
L'agricoltura incide sulla quantità e sulla qualità dell'acqua. Esiste altresì una connessione tra<br />
la gestione delle superfici e la struttura dei corsi d'acqua.<br />
Impatto dell'agricoltura sulla qualità dell'acqua<br />
Il monitoraggio agroambientale comprende indicatori sulla qualità dell'acqua e fattori che incidono<br />
su di essa. Nel Rapporto agricolo 2016 si tocca il tema dell'azoto, soffermandosi sulle<br />
emissioni di nitrati nelle acque e sul tenore di nitrati nelle acque sotterranee, sull' e sull'. Il<br />
tema del fosforo, compreso il rispettivo tenore nei laghi, era stato trattato nel Rapporto agricolo<br />
2014 .<br />
Agricoltura e quantità d'acqua<br />
Per quanto riguarda la quantità d'acqua, a svolgere un ruolo determinante sono il drenaggio<br />
delle superfici con forte accumulo idrico e l'irrigazione.<br />
Il drenaggio ha consentito di coltivare superfici a scopo agricolo o ha migliorato le possibilità<br />
di produrre derrate alimentari. La rete di drenaggi della Svizzera è stata in gran parte realizzata<br />
prima della fine degli anni '80. Un quinto circa delle superfici agricole utili è drenato. Il 70<br />
per cento di esse è rappresentato da superfici per l'avvicendamento delle colture, qualitativamente<br />
più adatte alla campicoltura e basilari per la sicurezza dell'approvvigionamento. Le sfide<br />
che si pongono dal profilo ambientale sono la preservazione e il ripristino di biotopi umidi,<br />
le immissioni di sostanze nutritive e di prodotti fitosanitari attraverso il drenaggio nonché la<br />
protezione dei suoli paludosi.<br />
In Svizzera oggi è irrigata soltanto una piccola percentuale della superficie agricola utile. Con<br />
il cambiamento climatico il fabbisogno irriguo è destinato ad aumentare. Nel Rapporto agricolo<br />
2015 sono stati illustrati gli effetti del cambiamento climatico sulle risorse idriche e sui corsi<br />
d'acqua, entrando anche nel merito della questione di come affrontare la rarefazione delle<br />
risorse.<br />
Agricoltura e spazio per i corsi d'acqua<br />
Oggigiorno i processi dinamici dei corsi d'acqua naturali sono limitati su lunghi tratti dalle<br />
opere edili. Le conoscenze in merito ai danni potenziali delle piene, i costi di realizzazione e la<br />
maggiore valenza attribuita alla biodiversità hanno fatto sì che la protezione contro le piene<br />
non debba necessariamente essere garantita soltanto attraverso opere edili. I Cantoni devono<br />
anche delimitare un spazio lungo i principali corsi d'acqua che sia sufficiente per diverse funzioni<br />
(gestione delle piene, contributo all'immagine del paesaggio, habitat naturale per organismi<br />
acquatici, importanti elementi di interconnessione per la biodiversità anche dal profilo<br />
territoriale, ecc.), da gestire soltanto in modo estensivo.<br />
Bibliografia<br />
BÉGUIN, J., SMOLA, S. (2010): Stato dei drenaggi in Svizzera, Bilancio del sondaggio 2008. Ufficio federale<br />
dell'agricoltura, Settore Migliorie fondiarie.<br />
UST, 2012. Censimento delle aziende agricole: rilevazione complementare 2010. Comunicato stampa. Ufficio federale<br />
di statistica, Neuchâtel.<br />
Ruth Badertscher, UFAG, Settore Sistemi agroambientali e sostanze nutritive, ruth.badertscher@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
145
Il mio Rapporto agricolo 26 / 39<br />
AMBIENTE > ACQUA<br />
Utilizzo di prodotti fitosanitari<br />
I prodotti fitosanitari sono utilizzati per proteggere le colture da organismi nocivi, malattie<br />
o piante concorrenti, allo scopo di assicurare il raccolto e la qualità delle derrate alimentari<br />
e degli alimenti per animali. Oltre agli effetti previsti sugli organismi bersaglio («organismi<br />
nocivi») possono tuttavia avere anche effetti collaterali indesiderati su uomo e ambiente (sui<br />
cosiddetti organismi non bersaglio).<br />
In Svizzera ogni anno sono vendute circa 2200 tonnellate di principi attivi di prodotti fitosanitari.<br />
Nel periodo 2007–2014 il volume di smercio è rimasto relativamente costante. I fungicidi,<br />
impiegati nella lotta alle malattie fungine, e gli erbicidi, utilizzati nella lotta alle malerbe, costituiscono<br />
la quota più alta in termini quantitativi, pari rispettivamente al 40 per cento circa.<br />
Il 16 per cento circa del volume di smercio è rappresentato dagli insetticidi impiegati nella lotta<br />
agli insetti nocivi.<br />
Questi dati relativi allo smercio consentono di fare alcune considerazioni sull'evoluzione generale<br />
dell'utilizzo di determinati gruppi di principi attivi in Svizzera. Al fine di valutare la rilevanza<br />
ambientale e mettere a punto eventuali misure atte a ridurre l'utilizzo e gli eventuali<br />
rischi, è tuttavia fondamentale sapere dove, come e quando vengono impiegati questi principi<br />
attivi. I dati relativi allo smercio contemplano prodotti fitosanitari per diversi campi di applicazione<br />
in agricoltura, come ad esempio campicoltura, frutticoltura, vitivinicoltura, orticoltura,<br />
ma anche per altre applicazioni non agricole in silvicoltura, giardini e orti domestici e lungo<br />
le vie di comunicazione.<br />
Nel quadro del monitoraggio agroambientale, dal 2009 vengono pertanto rilevati e valutati<br />
dati dettagliati sull'utilizzo in agricoltura, calcolando l'indicatore «Impiego di prodotti fitosanitari».<br />
Quest'ultimo fornisce informazioni rilevanti dal profilo agronomico sull'evoluzione<br />
dell'utilizzo di prodotti fitosanitari per singola coltura. Tuttavia ciò non consente di trarre conclusioni<br />
sugli effetti ecologici. Per questa ragione si sta mettendo a punto l'indicatore «Rischi<br />
acquatici», in base a cui saranno valutati i rischi potenziali per gli organismi acquatici.<br />
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Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 27 / 39<br />
AMBIENTE > ACQUA<br />
Indicatore «Impiego di prodotti fitosanitari»<br />
Dai dati sull'impiego di prodotti fitosanitari si calcolano due indicatori: la quantità di principi<br />
attivi utilizzata per ettaro, per coltura e per gruppo di principi attivi nonché il numero di interventi<br />
(trattamenti fitosanitari, metodologia: cfr. de Baan et al. 2015). Tra i singoli gruppi<br />
di principi attivi si delineano differenze notevoli relative alla quantità utilizzata per ettaro.<br />
Questo indicatore si addice pertanto al confronto con i dati nazionali sullo smercio. Il numero<br />
di interventi è l’indicatore più attendibile per quanto riguarda la frequenza dei trattamenti. Dal<br />
profilo agronomico sono interessanti i dati relativi alla distibuzione perché danno un'idea del<br />
modo in cui viene attuata la protezione fitosanitaria di una determinata coltura e del potenziale<br />
per misure di riduzione (cfr. UFAG 2012).<br />
Su frutta a granelli e vite è stata applicata la maggior quantità di prodotti fitosanitari per unità<br />
di superficie e nella maggior parte dei casi si è trattato di fungicidi. Anche le patate e la frutta<br />
a nocciolo sono state trattate principalmente con principi attivi del gruppo dei fungicidi. Nelle<br />
altre principali colture si è ricorso soprattutto agli erbicidi, in particolare per la barbabietola da<br />
zucchero. Per la frutta a granelli, le patate e la frutta a nocciolo sono stati impiegati in quantitativi<br />
considerevoli anche altri principi attivi come l'olio di paraffina ad azione insetticida.<br />
Le quantità di insetticida più elevate sono risultate quelle applicate su patate, frutta a granelli<br />
e a nocciolo.<br />
Se si moltiplica il volume di principio attivo applicato per ettaro di coltura per la superficie di<br />
coltivazione della coltura in Svizzera, si ottiene una stima approssimativa del volume di principio<br />
attivo applicato complessivamente su queste colture a livello nazionale. Da ciò si evince<br />
che in termini di utilizzo dei prodotti fitosanirari rivestono una maggiore importanza determinate<br />
colture che presentano una quantità di prodotto fitosanitario per superficie relativamente<br />
bassa ma che vengono coltivate su una quota estesa rispetto alla superficie totale, come ad esempio<br />
il mais o il frumento autunnale. Altre colture, come la frutta a nocciolo, in questa stima<br />
a livello nazionale hanno segnato una quota piuttosto bassa rispetto all'impiego di prodotti<br />
fitosanitari in Svizzera. Vite, frutta a granelli e patate sono risultate anche in questo frangente<br />
le colture su cui è stato impiegato il maggior quantitativo di prodotti fitosanitari.<br />
Il volume estrapolato dalle applicazioni di prodotti fitosanitari nel monitoraggio agroambientale<br />
coincide abbastanza con i dati sullo smercio se si considerano i principi attivi utilizzati<br />
soltanto in campicoltura, frutticoltura o vitivinicoltura e il cui volume di smercio supera la tonnellata,<br />
sempreché in ogni gruppo di coltura sia stato rilevato un sufficiente numero di applicazioni<br />
di principio attivo. Le differenze osservabili, invece, sono dovute a diversi fattori, come<br />
ad esempio applicazioni non registrate (orticoltura intensiva, ortoflorovivaismo, impiego da<br />
parte di privati, ecc.), tipi di applicazione non registrati (concia delle sementi, trattamenti post<br />
raccolto) e differenze tra le aziende AC-IAA e la media svizzera (Spycher e Daniel, 2013).<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
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Il mio Rapporto agricolo 28 / 39<br />
AMBIENTE > ACQUA<br />
Sin.: Media annuale (2009–2014) della quantità di principio attivo applicata (in kg/ha) per coltura e gruppo di<br />
principio attivo. Le colture contrassegnate con * non prevedono la produzione estensiva. Ds.: Stima dei volumi di<br />
principio attivo impiegati annualmente in Svizzera (in t) per coltura (media annuale 2009–2014). Le colture contrassegnate<br />
con + includono il totale del principio attivo nella produzione estensiva e non. In entrambi i grafici ci si<br />
riferisce soltanto alla produzione non biologica essendo il numero di aziende bio nel campione troppo basso per rappresentarle<br />
separatamente.<br />
Se si osserva il numero di interventi per coltura, ovvero la frequenza di applicazione, si ha un<br />
quadro relativamente simile a quello del volume di applicazione. Frutta, vite, patate e barbabietola<br />
da zucchero sono risultate le colture trattate con maggior frequenza. Fungicidi ed erbicidi<br />
si sono rivelati i gruppi di principi attivi più spesso utilizzati in molte colture. Su frutta a<br />
granelli, frutta a nocciolo e colza i più impiegati sono risultati gli insetticidi. Visto, però, che<br />
generalmente si tratta di sostanze altamente efficaci già a basso dosaggio, la quantità impiegata<br />
appare comparativamente esigua.<br />
Negli anni 2009–2014 nella maggior parte delle colture non si sono registrate variazioni significative<br />
circa l'impiego medio di prodotti fitosanitari. Analogamente ai dati sullo smercio, in<br />
questo periodo non si è delineata alcuna tendenza generale all'aumento o al calo dell'impiego.<br />
Per singole colture si sono osservate grandi variazioni tra un anno e l'altro, riconducibili con<br />
tutta probabilità alle condizioni meteorologiche. Per quanto riguarda la frutta e la vite, però,<br />
tali variazioni possono essere dovute al fatto che le basi di dati sono piuttosto scarse e non<br />
necessariamente rappresentano le oscillazioni effettive nell'utilizzo di prodotti fitosanitari.<br />
Nel caso delle grandi colture campicole si può osservare una relativa uniformità nel numero di<br />
interventi effettuati dalle aziende partecipanti al monitoraggio agroambientale a differenza di<br />
quanto emerge tra le aziende dedite alla coltivazione di frutta a nocciolo e a granelli, patate<br />
e vite.<br />
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Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 29 / 39<br />
AMBIENTE > ACQUA<br />
Ai fini della rappresentazione sono state escluse le aziende bio e le colture con produzione estensiva. Un intervento<br />
equivale a un passaggio. L'applicazione contemporanea di prodotti appartenenti a diversi gruppi di principi attivi in<br />
miscela estemporanea (p.es. erbicida e fungicida) è stata considerata come un intervento per ciascun gruppo.<br />
Il monitoraggio agroambientale fornisce dati preziosi che permettono, da un lato, di conoscere<br />
gli sviluppi a lungo termine nell'utilizzo di prodotti fitosanitari e, dall'altro, di capire dove e<br />
quando vengono impiegati i prodotti smerciati. Consente di valutare per ogni coltura quale<br />
sarebbe l'effetto sull'impiego di prodotti fitosanitari di determinate misure, ad esempio un<br />
divieto o una nuova autorizzazione di sostanze.<br />
Siccome vi sono notevoli differenze tra le singole colture, è fondamentale che i dati nel monitoraggio<br />
agroambientale coprano adeguatamente tutte le principali colture. Nel caso delle<br />
colture speciali (ortofrutticoltura e vitivinicoltura), che richiedono un intenso intervento fitosanitario,<br />
è fondamentale riuscire in futuro ad ampliare i dati così da avere un quadro attendibile<br />
degli sviluppi a lungo termine. I dati attualmente disponibili per l'orticoltura sono troppo<br />
pochi per effettuare valutazioni realistiche. Per questa ragione questo gruppo di colture non è<br />
rappresentato. Per le colture in pieno campo si dispone, invece, di dati fondati che consentono<br />
di illustrare bene gli sviluppi a lungo termine nell'utilizzo di prodotti fitosanitari.<br />
Indicatore «Rischi acquatici»<br />
L’indicatore «Rischi acquatici» è giunto alla fase finale di elaborazione. Impiega i dati<br />
sull'utilizzo di prodotti fitosanitari per valutare il potenziale rischio ambientale in relazione<br />
alle acque superficiali. Servendosi di modelli si stima la quota dei principi attivi utilizzati che<br />
può infiltrarsi nelle acque superficiali, tenendo in debita considerazione il periodo di applicazione<br />
e le proprietà chimiche quali solubilità e degradabilità. Viene inoltre osservata la portata<br />
dei danni potenziali agli organismi non bersaglio, sulla base delle proprietà ecotossicologiche<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
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Il mio Rapporto agricolo 30 / 39<br />
AMBIENTE > ACQUA<br />
dei principi attivi utilizzati. Infine, sulla scorta del potenziale di danno e d’infiltrazione viene<br />
calcolato il rischio acquatico.<br />
L'indicatore «Rischi acquatici» fornisce informazioni importanti sullo sviluppo a lungo termine<br />
degli effetti collaterali indesiderati sulle acque superficiali correlati all'utilizzo di prodotti fitosanitari<br />
nell'agricoltura svizzera. Si valuta la rilevanza dal profilo ambientale dell'utilizzo di<br />
prodotti fitosanitari per gli organismi acquatici, osservando le variazioni a livello di principi<br />
attivi impiegati, quantitativi, frequenza degli interventi e di determinate misure volte a ridurre<br />
i rischi. Questo indicatore, perciò, integra in maniera efficace i dati nazionali sullo smercio<br />
di prodotti fitosanitari e l'indicatore «Impiego di prodotti fitosanitari» nell'agricoltura. A sua<br />
volta è integrato da reti di misurazione della qualità delle acque (concentrazioni effettive di<br />
prodotti fitosanitari nelle acque, Braun et al. 2015) e dello stato ecologico dei piccoli corsi<br />
d'acqua (Leib 2015).<br />
Attualmente è in fase di elaborazione un piano d'azione nazionale volto a ridurre i rischi correlati<br />
all'utilizzo di prodotti fitosanitari in Svizzera, ovvero gli effetti collaterali indesiderati,<br />
attraverso una serie di misure. A tal fine, l'indicatore «Rischi acquatici» potrebbe essere particolarmente<br />
importante per valutare i rischi acquatici attuali nelle acque superficiali e la loro<br />
evoluzione a lungo termine.<br />
Bibliografia<br />
de Baan et al., 2015: Einsatz von Pflanzenschutzmitteln in der Schweiz von 2009 bis 2012. Agrarforschung Schweiz<br />
6 (2), 48-45<br />
UFAG, 2012, Rapporto agricolo 108-110<br />
Braun et al. 2015: Mikroverunreinigungen in Fliessgewässern aus diffusen Einträgen. Situationsanalyse. Ufficio federale<br />
dell'ambiente, Berna. Umwelt-Zustand n. 1514: 78 pag.<br />
Leib 2015. Makrozoobenthos in kleinen Fliessgewässern, Makrozoobenthos-Untersuchungen:<br />
Schweizweite Auswertung. Aqua&Gas 4: 66-75.<br />
Spycher S., Daniel O. 2013: Agrarumweltindikator Einsatz von Pflanzenschutzmitteln. Stime dei dati dell'analisi centralizzata<br />
degli indicatori agroambientali (AC-IAA) 2009-2010.<br />
Laura de Baan, Agroscope IPB e Ruth Badertscher, UFAG, Settore Sistemi agroambientali e sostanze nutritive,<br />
ruth.badertscher@blw.admin.ch<br />
150<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 31 / 39<br />
AMBIENTE > ACQUA<br />
Impiego di medicamenti veterinari<br />
I medicamenti veterinari di norma sono somministrati per il trattamento di malattie e, con<br />
minor frequenza, a scopo di prevenzione analogamente ai vaccini. La promozione della salute<br />
e del benessere degli animali mira a ridurne l'impiego.<br />
Effetti dei medicamenti veterinari su ambiente e salute<br />
Diversi medicamenti possono giungere nell’ambiente attraverso i concimi aziendali, le acque<br />
di scarico e le polveri e danneggiarlo. In una valutazione del rischio ambientale correlato<br />
all'impiego di medicamenti veterinari in Europa [1], gli antibiotici e gli antiparassitari sono<br />
risultati le sostanze più critiche.<br />
Gli antibiotici sono problematici innanzitutto perché favoriscono la propagazione di batteri<br />
resistenti sia nell'animale sia nell'ambiente e rappresentano dunque un rischio per la salute<br />
umana.<br />
Una parte considerevole degli antibiotici somministrati, infatti, è eliminata dall'animale da<br />
reddito attraverso urina e feci [2]. Attraverso il liquame determinati principi attivi antimicrobici<br />
e i prodotti risultanti dalla loro decomposizione o trasformazione possono infiltrarsi nella<br />
superficie agricola utile. Il suolo è uno degli habitat più estesi ed eterogenei per i batteri. Gli<br />
antibiotici possono influenzare queste comunità batteriche e quindi pregiudicare funzioni del<br />
suolo quali la fornitura di sostanze nutritive [3]. Ciò però non avviene se si considerano gli<br />
usuali carichi di antibiotici, infatti i principi attivi si degradano e si legano alle particelle del<br />
suolo oppure i microrganismi si adeguano. Tenuto conto del consumo e delle loro proprietà, i<br />
sulfamidici sono probabilmente gli antibiotici più critici dal punto di vista dell'inquinamento<br />
idrico. Da misurazioni effettuate nei corsi d'acqua e da dettagliati studi in campo è emerso<br />
che nei piccoli corsi d'acqua in regioni dove l'impiego di antibiotici è elevato, queste sostanze<br />
possono essere rilevate in concentrazioni preoccupanti dal profilo ecotossicologico [4].<br />
I batteri resistenti della flora intestinale degli animali trattati possono giungere anche direttamente<br />
nel suolo e creare o accrescere il serbatoio di geni di resistenza [5]. Questi ultimi potrebbero<br />
eventualmente essere trasmessi a germi patogeni.<br />
Gli antiparassitari vengono utilizzati per proteggere gli animali da parassiti quali vermi e pappataci.<br />
La loro pericolosità per l’ambiente è data dal fatto che agiscono non soltanto sui parassiti<br />
bensì anche su numerosi insetti utili e animali selvatici. A titolo di esempio si citi<br />
l'antibiotico Ivermectin che già a piccolissime dosi può danneggiare insetti e crostacei. Tuttavia,<br />
il fatto che si leghi fortemente alle sostanze solide, fa sì che sia pressoché impossibile<br />
che giunga in acqua [7].<br />
Gli ormoni nell'ambiente possono pregiudicare la capacità di riprodursi dei pesci e causare mutazioni<br />
dell'identità sessuale nella generazione successiva [8]. In Svizzera vengono impiegati<br />
a dosi relativamente basse. Pertanto si può affermare che gli ormoni prodotti naturalmente in<br />
primo luogo dalle vacche sono più rilevanti per l'ambiente di quelli utilizzati in veterinaria [7].<br />
Consumo di antibiotici in ambito veterinario in calo<br />
Dal 2006, in Svizzera viene rilevata e pubblicata annualmente la quantità di antibiotici smerciati<br />
in ambito veterinario (ARCH-Vet). In base a queste informazioni è possibile fare un quadro<br />
del volume di smercio e dello sviluppo dei singoli principi attivi e delle rispettive classi per gli<br />
animali da reddito e da compagnia. Il volume totale dei principi attivi antibiotici negli ultimi<br />
anni ha segnato un calo costante. Tra il 2008 e il 2014 la quantità di principi attivi ha subito<br />
un calo del 32 per cento raggiungendo quota 40 250 chilogrammi [9]. Benché sia un segnale<br />
positivo per quel che riguarda il consumo di antibiotici, sul piano internazionale, la Svizzera<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
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Il mio Rapporto agricolo 32 / 39<br />
AMBIENTE > ACQUA<br />
si colloca ancora al centro della classifica [10]. In singoli settori, come la quantità di prodotti<br />
endomammari impiegati, la Svizzera si trova addirittura ai primi posti della classifica europea.<br />
Al momento non si dispone di dati comparabili relativi all'impiego di antibiotici nella medicina<br />
umana. Da uno studio sull'impiego di antibiotici nel settore ambulatoriale [11] è emerso che il<br />
consumo pro capite in Svizzera è relativamente basso rispetto ad altri Paesi europei. Il consumo<br />
di antibiotici negli ospedali elvetici, invece, è nella media europea [12].<br />
Rilevazione dei dati sui trattamenti con antibiotici in azienda<br />
I dati sullo smercio consentono soltanto in pochi casi di risalire alle effettive intensità di trattamento,<br />
ossia al numero di animali trattati in riferimento a una determinata popolazione ed<br />
epoca. In Svizzera l'AC-IAA è l'unico rilevamento costante dell'impiego di medicamenti veterinari<br />
a livello aziendale a cura dell'ente pubblico. Anche diverse federazioni di allevamento<br />
rilevano l'impiego di antibiotici da parte dei loro membri.<br />
In molti Paesi europei, come Danimarca, Paesi Bassi o Norvegia, gli agricoltori, i veterinari<br />
e i farmacisti sono tenuti non soltanto a registrare, bensì anche a notificare ogni impiego di<br />
antibiotici. A medio termine ciò è previsto anche in Svizzera con l'attuazione della Strategia<br />
contro le resistenze agli antibiotici STAR [13]. Uno degli obiettivi STAR è sviluppare un sistema<br />
di vigilanza intersettoriale con metodi standardizzati per l'uomo, gli animali, l'agricoltura<br />
e l'ambiente (approccio o principio one health), che fornisca informazioni sullo smercio e<br />
sull'impiego di antibiotici nonché sulla formazione e la diffusione di resistenze. Questi dati servono<br />
da base per misure finalizzate a un impiego più mirato e ridotto degli antibiotici nell'uomo<br />
e negli animali.<br />
Database sull'impiego di medicamenti veterinari nell'AC-IAA<br />
Dal 2009 le aziende coinvolte nell'analisi centralizzata degli indicatori agroambientali (AC-<br />
IAA) registrano i medicamenti veterinari che usano.<br />
La maggior parte di esse detiene bovini, soprattutto vacche da latte. Ogni anno le aziende detentrici<br />
di vacche da latte registrano i dati relativi a circa 4000 capi, che corrisponde allo 0,7<br />
per cento delle vacche presenti in Svizzera. In media un'azienda detiene 23,8 vacche da latte,<br />
quasi l'equivalente della media svizzera di 23,9. L'esiguo numero di aziende detentrici di altre<br />
specie animali quali suini e pollame non permette di fare stime attendibili.<br />
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Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 33 / 39<br />
AMBIENTE > ACQUA<br />
Numero di aziende AC-IAA con una determinata categoria animale<br />
2010 2011 2012 2013<br />
Aziende 237 235 222 209<br />
Tutti bovini 233 224 214 203<br />
Vacche da latte 188 180 173 169<br />
Vacche madri 38 37 41 35<br />
Altri bovini 26 23 17 24<br />
Suini 35 31 27 34<br />
Ovini 4 5 5 5<br />
Caprini 4 5 3 3<br />
Alpaca 1 1 0 1<br />
Equini 4 6 4 3<br />
Bufali 0 1 1 1<br />
Pollame 5 5 4 2<br />
Conigli 1 0 1 0<br />
Fonti: Agroscope e Istituto VPH<br />
Le aziende sono geograficamente distribuite in maniera uniforme tra le regioni dove<br />
l'allevamento è particolarmente diffuso. Nei prossimi anni si punterà ad aumentare il numero<br />
di aziende partecipanti all'AC-IAA.<br />
Miglioramento della qualità dei dati<br />
Nei primi anni di rilevazione si è reso necessario apportare diversi miglioramenti al software<br />
nonché sensibilizzare e informare meglio gli agricoltori partecipanti su come procedere alla<br />
registrazione. Nel corso degli anni è aumentato, così, il numero dei trattamenti registrati. La<br />
percentuale di trattamenti registrati in maniera incompleta è scesa dal 15 per cento nel 2010<br />
all'8 per cento nel 2013. Per le vacche da latte questa percentuale nel 2013 è scesa al 3 per<br />
cento. Ulteriori miglioramenti si impongono nella registrazione dei trattamenti di gruppo per<br />
i suini e i vitelli.<br />
Classi di antibiotici utilizzate<br />
Nelle aziende partecipanti all'AC-IAA i tre quarti dei trattamenti sono a base di penicillina,<br />
tetracicline o amminoglicosidi. In termini quantitativi secondo la statistica sullo smercio [9] gli<br />
antibiotici più impiegati sono i sulfamidici. Questi sono venduti generalmente come premiscele<br />
a uso veterinario e dunque somministrati a dosi maggiori per singolo trattamento su suini e<br />
vitelli, che sono categorie animali sottorappresentate nel presente campione.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
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Il mio Rapporto agricolo 34 / 39<br />
AMBIENTE > ACQUA<br />
Antibiotici impiegati in quasi la metà dei trattamenti sulle vacche da<br />
latte<br />
I seguenti risultati del monitoraggio si riferiscono principalmente alle vacche da latte e nello<br />
specifico al trattamento di malattie della mammella che offrono basi di dati ottimali.<br />
Nelle aziende detentrici di vacche da latte sono stati somministrati antibiotici in quasi la metà<br />
dei trattamenti, eccezion fatta per il 2010, anno in cui la quota è stata particolarmente alta,<br />
superando il 10 per cento, per via del vaccino obbligatorio contro il virus della lingua blu. Nelle<br />
aziende detentrici di suini la quota di vaccinazioni, che si aggira attorno al 20 per cento di tutti i<br />
trattamenti, è generalmente superiore rispetto ai bovini. In queste aziende gli antibiotici sono<br />
impiegati nel 35 per cento circa dei trattamenti.<br />
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Il mio Rapporto agricolo 35 / 39<br />
AMBIENTE > ACQUA<br />
Numero di registrazioni: 2010: 15458, 2011: 13413; 2012: 12146; 2013: 13202<br />
In Svizzera esigenze elevate relative alla qualità del latte e alla somministrazione<br />
di antibiotici per trattamenti della mammella<br />
La salute delle mammelle è un aspetto fondamentale nella detenzione di bestiame da latte. In<br />
Svizzera le esigenze relative alla qualità del latte sono molto severe anche perché per produrre<br />
le principali varietà di formaggio si impiega latte crudo. Un criterio è quello del numero di<br />
cellule, che in Svizzera è basso rispetto all’estero (90 000-135 000 cellule/ml/mese) [14; 15].<br />
Parallelamente nel nostro Paese l’impiego di antibiotici per il trattamento della mammella è<br />
più frequente.<br />
Nel 68 per cento dei trattamenti registrati gli antibiotici vengono somministrati per curare malattie<br />
della mammella. Il 90 per cento delle aziende considerate e detentrici di bestiame da latte<br />
usa almeno una volta gli antibiotici per questo scopo. Una vacca su 5 è sottoposta a un trattamento<br />
antibiotico per la messa in asciutta. Negli anni la frequenza di questi trattamenti è<br />
rimasta costante.<br />
I dati sui trattamenti alle mammelle dell’AC-IAA sono facilmente comparabili con quelli sullo<br />
smercio di antibiotici. Ne emerge che le classi di antibiotici utilizzate dalle aziende considerate<br />
per trattare le malattie della mammella rispecchiano abbastanza bene i dati sullo smercio.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
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Il mio Rapporto agricolo 36 / 39<br />
AMBIENTE > ACQUA<br />
Le aziende partecipanti all’AC-IAA, comunque, effettuano un numero minore di trattamenti<br />
sul bestiame in lattazione rispetto a quanto emerge dai dati nazionali sullo smercio, infatti la<br />
frequenza degli interventi risulta quasi la metà. Anche l’impiego di prodotti per la messa in<br />
asciutta è meno frequente di quanto facciano pensare i dati sullo smercio, anche se in questo<br />
caso la differenza è meno marcata.<br />
Queste discrepanze possono essere spiegate dal fatto che non tutti gli antibiotici venduti vengono<br />
anche utilizzati. Potrebbe anche darsi che la salute delle mammelle nelle aziende partecipanti<br />
è superiore alla media svizzera o che una parte dei trattamenti non è stata registrata.<br />
Bassa frequenza di trattamenti ormonali sul bestiame svizzero<br />
In alcuni Paesi extraeuropei gli ormoni sono utilizzati per aumentare le prestazioni, pratica che<br />
in Svizzera è vietata. Per le vacche da latte negli anni 2010-2013, in totale, sono stati registrati<br />
soltanto 479 trattamenti ormonali. A questi se ne aggiungono 89 sulle scrofe da allevamento.<br />
Il tipo di sostanze utilizzate per le vacche da latte è riportato nel grafico seguente. Quelle somministrate<br />
più di frequente sono i corticosteroidi, antinfiammatori che spesso vengono somministrati<br />
parallelamente a un trattamento antibiotico in caso di infezione acuta.<br />
Gestageno e progesterone sono utilizzati essenzialmente per la sincronizzazione dell’estro<br />
e l’induzione dell’ovulazione. Le prostaglandine vengono impiegate per sincronizzare<br />
l’ovulazione, per trattare i problemi di fertilità e le infiammazioni uterine, nonché per indurre<br />
il parto. L’ossitocina provoca le contrazioni durante il parto e nella fase successiva fa sì che<br />
l’utero ritorni alle sue dimensioni originali. Questo ormone femminile viene impiegato anche<br />
per le vacche da latte prima della mungitura allo scopo di indurre l’eiezione del latte, per favorire<br />
le contrazioni e dopo i parti difficili o cesarei per aiutare l’utero a ritornare alle sue dimensioni<br />
originali.<br />
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Il mio Rapporto agricolo 37 / 39<br />
AMBIENTE > ACQUA<br />
Antiparassitari<br />
Gli antiparassitari agiscono contro parassiti interni, quali protozoi unicellulari e vermi (elminti),<br />
ed esterni, quali pidocchi, pulci, acari o mosche. Sono impiegati in oltre il 10 per cento<br />
dei trattamenti effettuati. La maggior parte di essi viene impiegata per i bovini (84 %, di cui<br />
71 % bestiame da latte). Il gruppo di principi attivi più utilizzato è quello dei lattoni macrociclici<br />
(LM) che agiscono principalmente contro la trichinella spiralis e i parassiti esterni. Analogamente<br />
agli antibiotici, anche in questo caso esiste un problema legato alla formazione di<br />
resistenze, soprattutto nel caso della trichinella nei bovini. Al secondo posto della classifica<br />
degli antiparassitari più utilizzati si trovano quelli a base di benzimidazolo (BI) (61 % bovini,<br />
22 % suini), attivi contro trichinella spiralis, trematidi e alcuni vermi piatti. Anche in questo<br />
caso si formano resistenze, soprattutto nei ruminanti di piccola taglia [16]. Gli imidazotiazoli<br />
(IT) sono vermifughi ad ampio spettro, utilizzati soprattutto contro la trichinella spiralis. In<br />
veterinaria la sostanza più diffusa è il Levamisol. In molti Paesi sono stati già documentati molti<br />
casi di parassiti resistenti al Levamisol [17].<br />
I piretroidi (PY) sono sostanze simili alle piretrine naturali che possono essere ricavate da diversi<br />
tipi di crisantemi. Sono uno degli insetticidi più potenti in assoluto e vengono utilizzati<br />
contro pulci, zecche, mosche e altri ectoparassiti. Elevate concentrazioni provocano la paralisi<br />
dei parassiti, ma anche di altri insetti utili come le api mellifere.<br />
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Il mio Rapporto agricolo 38 / 39<br />
AMBIENTE > ACQUA<br />
Conclusioni<br />
Un monitoraggio dell’impiego di medicamenti veterinari nell’agricoltura svizzera è importante<br />
perché le sostanze somministrate agli animali, attraverso il liquame e il letame, giungono<br />
nell’ambiente dove possono avere effetti nocivi diretti, come nel caso di ormoni e alcuni antiparassitari,<br />
oppure indiretti, come nel caso di antibiotici e antiparassitari. Queste sostanze<br />
inducono la formazione di resistenze nei batteri e nei vermi e di conseguenza diventa più difficile<br />
lottare con efficacia contro le malattie provocate da questi agenti patogeni. Ciò si ripercuote<br />
non soltanto sul trattamento degli animali malati, bensì anche sul trattamenti di pazienti<br />
umani regolarmente a contatto con gli animali. Negli ultimi anni si è registrato un calo complessivo<br />
delle quantità di antibiotici impiegati per gli animali, tuttavia il numero dei trattamenti<br />
in caso di infiammazione della mammella è rimasto costantemente alto.<br />
Bibliografia<br />
1. Kools, S. A. E. et al., 2008: A Ranking of European Veterinary Medicines Based on Environmental Risks. Integrated<br />
Environmental Assessment and Management. 4, Bde. 4, 399–408<br />
2. Halling-Sorensen B., Nielsen SN, Lanzky PF, et al., 1998: Occurence, fate and effects of pharmaceuticals<br />
substance in the environment - A review. Chemosphere. 1998;36: 357–393. doi:http://dx.doi.org/10.1016/<br />
S0045-6535(97)00354-8<br />
3. Ding C, He J.. 2010: Effect of antibiotics in the environment on microbial populations. Appl Microbiol Biotechnol.<br />
2010; 87: 925–41. doi:10.1007/s00253-010-2649-5<br />
4. Stoob K., Singer H., Müller S., Schwarzenbach R.P., Stamm C., 2007: Dissipation and transport of veterinary sulfonamide<br />
antibiotics after manure application to grassland in a small catchment. Environ Sci Technol 41 (21):7349–<br />
7355.<br />
5. Knapp CW, Dolfing J, Ehlert P a I, Graham DW. 2010: Evidence of increasing antibiotic resistance gene abundances<br />
in archived soils since 1940. Environ Sci Technol. 2010;44: 580–587. doi:10.1021/es901221x<br />
6. Whitman WB, Oxides N, Cook a M, Alexander M, Tyson GW, Delong EF, et al., 2012: The Shared Antibiotic Resistome<br />
of. 2012;337: 1107–1111. doi:10.1126/science.1220761<br />
7. Götz, C., 2012: Mikroverunreinigungen aus Nutztierhaltung. Aqua & Gas 11<br />
8. Zeilinger J, Steger-Hartmann T, Maser E, Goller S, Vonk R, Länge R. Effects of synthetic gestagens on fish reproduction.<br />
Environ Toxicol Chem. 2009;28: 2663–2670. doi:10.1897/08-485.1<br />
9. Swissmedic / Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria USAV. 2015: ARCH-Vet Rapporto sulla vendita<br />
di antibiotici in medicina veterianaria e sul monitoraggio della resistenza agli antibiotici negli animali da reddito<br />
in Svizzera 2014.<br />
158<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 39 / 39<br />
AMBIENTE > ACQUA<br />
10. European Medicines Agency, European Surveillance of Veterinary Antimicrobial Consumption, 2015: Sales of veterinary<br />
antimicrobial agents in 26 EU/EEA countries in 2013. (EMA/387934/2015).<br />
11. Filippini M, Masiero G, Moschetti K., 2006: Socioeconomic determinants of regional differences in outpatient antibiotic<br />
consumption : evidence from Switzerland. Health Policy. 2006; 78(1) :77-92.<br />
12. Plüss-Suard, Pannatier A, Kronenberg A, Mühlemann K, Zanetti G., 2011: Hospital antibiotic consumption in<br />
Switzerland: comparison of a multicultural country with Europe. J Hosp Infect. 2011 Oct;79(2):166-71<br />
13. Consiglio federale, 2015: Strategia nazionale contro le resistenze agli antibiotici<br />
14. TSM Treuhand GmbH., 2011 Allegato alla statistica annuale sul mercato lattiero 2010 confronto pluriennale dal<br />
2000.<br />
15. Sundrum, A., (2010): Eutergesundheitsstatus auf der Betriebsebene – Stand und Perspektiven aus systemischer<br />
Sicht. Berichte über Landwirtschaft 88, 299–321.<br />
16. H. Rose, L. Rinaldi, A. Bosco, F. Mavrot, T. de Waal, P. Skuce, J. Charlier, P. R. Torgerson, H. Hertzberg, G. Hendrickx,<br />
J. Vercruysse, E. R. Morgan. 2015: Widespread anthelmintic resistance in European farmed ruminants: a systematic<br />
review. Veterinary Record 2015 176: 546<br />
17. Lumaret J-P, Errouissi F, Floate K, Römbke J, Wardhaugh K. A, 2012: Review on the Toxicity and Non-Target Effects<br />
of Macrocyclic Lactones in Terrestrial and Aquatic Envi-ronments. Curr Pharm Biotechnol. 2012;13: 1004–1060.<br />
doi:10.2174/138920112800399257<br />
Ioannis Magouras, Veterinary Public Health Institute VPHI e Ruth Badertscher, UFAG, Settore Sistemi agroambientali<br />
e sostanze nutritive, ruth.badertscher@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
159
Il mio Rapporto agricolo 2 / 222<br />
POLITICA > INTRODUZIONE<br />
Introduzione<br />
L’Ufficio federale dell’agricoltura (UFAG) è il centro di competenze della Confederazione per il<br />
settore agricolo, incaricato di eseguire le misure della legge del 29 aprile 1998 sull'agricoltura.<br />
Dette misure sono sancite nel rispettivo articolo della Costituzione federale del 1996 (art. 104<br />
Cost.), in base al quale la Confederazione provvede affinché l’agricoltura, tramite una produzione<br />
ecologicamente sostenibile e orientata verso il mercato, contribuisca efficacemente:<br />
• all’approvvigionamento della popolazione;<br />
• alla salvaguardia delle basi vitali naturali;<br />
• alla cura del paesaggio rurale;<br />
• all'occupazione decentrata del territorio;<br />
• al benessere degli animali.<br />
I fondi della Confederazione a favore dell'agricoltura sono suddivisi nei tre limiti di spesa «Produzione<br />
e smercio», «Pagamenti diretti» e «Miglioramento delle basi di produzione e misure<br />
sociali».<br />
Produzione e smercio<br />
Gli strumenti di politica agricola in questo settore creano le condizioni quadro che consentono<br />
all'agricoltura svizzera di realizzare, mediante una produzione sostenibile e di qualità, un elevato<br />
valore aggiunto sui mercati nazionale e internazionali.<br />
Pagamenti diretti<br />
Il profitto di mercato non consente di indennizzare, o lo fa solo in parte, le prestazioni<br />
pubbliche fornite nell’interesse della collettività, come la cura del paesaggio, la salvaguardia<br />
delle basi vitali naturali e il contributo per l’occupazione decentrata del territorio, nonché le<br />
prestazioni ecologiche particolari. Con i pagamenti diretti la Confederazione garantisce che<br />
l'agricoltura fornisca tali prestazioni a favore della comunità.<br />
Miglioramento delle basi di produzione e misure sociali<br />
Gli strumenti a disposizione in questo settore mirano soprattutto a ridurre i costi e a migliorare<br />
la competitività. Sostengono indirettamente la produzione agricola e le connesse prestazioni<br />
pubbliche fornite dal settore primario. Nello specifico, si tratta di misure per il miglioramento<br />
strutturale, misure sociali collaterali e di promozione della consulenza nonché di provvedimenti<br />
nell'ambito dell'allevamento e della coltivazione così come delle risorse genetiche.<br />
160<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 3 / 222<br />
POLITICA > INTRODUZIONE<br />
Nel 2015 la Confederazione ha stanziato 3667 milioni di franchi a favore dell'agricoltura e<br />
dell'alimentazione. Ciò corrisponde a una quota del 5,6 per cento sulle sue uscite totali. La<br />
voce «agricoltura e alimentazione» figura al sesto posto dopo l’assistenza sociale (21 987 mio.<br />
fr.), le finanze e le imposte (9533 mio. fr.), i trasporti (8322 mio. fr.), la ricerca e la formazione<br />
(7046 mio. fr.) e la difesa nazionale (4466 mio. fr.).<br />
Uscite della Confederazione per agricoltura e alimentazione divise per settore<br />
Ambito di spesa 2012 2013 2014 2015<br />
Mio. fr. Mio. fr. Mio. fr. Mio. fr.<br />
Produzione e smercio 440 450 431 431<br />
Pagamenti diretti 2809 2799 2815 2795<br />
Miglioramento delle<br />
basi di produzione e<br />
misure sociali<br />
192 189 184 160<br />
Ulteriori uscite 270 268 263 282<br />
Totale agricoltura e<br />
alimentazione<br />
3711 3706 3693 3667<br />
» A42<br />
Fonti: Conto dello Stato, UFAG<br />
Adeguamenti del sistema delle unità standard di manodopera (USM)<br />
Nel quadro del Pacchetto di ordinanze agricole Autunno 2015 sono stati decretati diversi cambiamenti<br />
nel sistema delle unità standard di manodopera (USM). L'USM è stata ridefinita come<br />
unità per la misurazione della dimensione dell’azienda che si basa su coefficienti standardizzati.<br />
Con la revisione i coefficienti sono stati adeguati allo sviluppo tecnico e il normale orario<br />
di lavoro considerato per il calcolo dei coefficienti USM è stato ridotto da 2800 a 2600 ora<br />
all'anno. In tal modo il normale orario di lavoro dell'agricoltura è stato uniformato all'orario<br />
di lavoro usuale negli altri settori, anche per i lavoratori indipendenti. Da tali modifiche risultano<br />
per lo più coefficienti USM inferiori rispetto al passato. Poiché mediante i pagamenti diretti<br />
non deve essere condotta alcuna politica strutturale, la dimensione minima dell'azienda<br />
di 0,25 USM, richiesta per poter beneficiare dei pagamenti diretti, è stata ridotta a 0,2 USM. Il<br />
numero delle aziende aventi diritto ai pagamenti diretti resta pertanto pressoché stabile.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
161
Il mio Rapporto agricolo 4 / 222<br />
POLITICA > INTRODUZIONE<br />
Nei settori del diritto fondiario rurale e dei miglioramenti strutturali sono stati introdotti supplementi<br />
per attività paragricole, concessi basandosi sulla prestazione lorda ottenuta da tali<br />
attività; tuttavia è necessaria una dimensione minima dell'azienda per attività agricole in senso<br />
stretto e il supplemento è limitato.<br />
In analogia alle attività paragricole, sono concessi supplementi USM per le tre attività agricole<br />
in senso stretto preparazione, stoccaggio e vendita di prodotti agricoli ottenuti nella propria<br />
azienda di produzione anche in base alla prestazione lorda ottenuta (finora autodichiarazione<br />
del tempo di lavoro impiegato).<br />
L'UFAG ha redatto una guida al fine di illustrare le norme concernenti i supplementi per le<br />
attività agricole in senso stretto e paragricole. La guida definisce come calcolare i supplementi<br />
USM in base alla prestazione lorda e come distinguere tra di loro e gestire la lavorazione, lo<br />
stoccaggio e la vendita di prodotti agricoli di produzione propria ed estranei all’esercizio. In<br />
tal modo si crea una base per un’esecuzione uniforme nei Cantoni (cfr. Guida).<br />
Semplificazioni amministrative<br />
L’amministrazione (ovvero l’atto di amministratore) sussiste ad ogni scambio di beni o informazioni.<br />
Oltre alle attività amministrative da svolgere in un'azienda agricola in relazione alla<br />
produzione di beni di mercato, si crea dispendio amministrativo per il capoazienda anche per<br />
le prestazioni d'interesse generale. Lo Stato o la società che sostiene la fornitura di tali prestazioni<br />
mediante i pagamenti diretti necessitano di sapere se i requisiti per il versamento dei<br />
pagamenti diretti sono realmente adempiuti. Ne scaturisce un ulteriore dispendio amministrativo.<br />
Con le riforme della politica agricola e con la crescente importanza attribuita alle prestazioni<br />
ambientali e al rispetto dell'ambiente, questo dispendio è costantemente aumentato. Inoltre<br />
la società è sempre più sensibile a tematiche che potrebbero pregiudicare una vita sana. In tale<br />
contesto è aumentata la necessità di regolamentazione e di informazione in settori quali sicurezza<br />
delle derrate alimentari e degli alimenti per animali, protezione delle acque o epizoozie.<br />
Poiché l'ulteriore dispendio amministrativo andato di pari passo con la riforma della Politica<br />
agricola 2014-2017 è stato percepito come forte carico da parte di alcuni agricoltori, l'UFAG,<br />
nel quadro del progetto Semplificazione amministrativa svoltosi tra febbraio 2015 e febbraio<br />
2016, ha portato avanti un ampio processo. Sono state raccolte ed esaminate proposte di semplificazione<br />
di agricoltori, organizzazioni della categoria, Cantoni e di collaboratori dell'UFAG.<br />
Il progetto ha avuto lo scopo di semplificare l’attuale sistema agro-politico senza incidere sugli<br />
obiettivi o sul loro raggiungimento.<br />
Come primo risultato del progetto sono stati identificati interventi di semplificazione amministrativa<br />
di rapida attuazione.<br />
• Con il pacchetto di ordinanze 2015 sono state attuate/realizzate 24 proposte.<br />
• Con il pacchetto di ordinanze 2016 o in guide e istruzioni sono state attuate/realizzate 18<br />
proposte.<br />
• L'attuazione di altre proposte è in fase di preparazione per il pacchetto di ordinanze 2017.<br />
Inoltre sono stati identificati i seguenti cinque ambiti tematici concernenti le modalità di ulteriore<br />
sgravio dell'agricoltura dal profilo amministrativo in vista della PA 22+.<br />
• Registrazione e flussi di dati tra agricoltore e autorità;<br />
• Registrazioni e controlli;<br />
162<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 5 / 222<br />
POLITICA > INTRODUZIONE<br />
• Prescrizioni sull'ambiente;<br />
• Prestazioni ambientali;<br />
• Informazione e comunicazione.<br />
I risultati del progetto sono stati pubblicati in un rapporto dell'UFAG (cfr. Rapporto di progetto<br />
«Semplificazione amministrativa in agricoltura»).<br />
Thomas Meier, UFAG, Settore Politica agricola, thomas.meier@blw.admin.ch<br />
Susanne Menzel, UFAG, Settore Economia agricola, spazio rurale e strutture<br />
Anton Stöckli, UFAG, Settore Ricerca e consulenza<br />
Doris Werder, UFAG, Unità di direzione Pagamenti diretti e sviluppo rurale<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
163
Il mio Rapporto agricolo 7 / 222<br />
POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />
Panoramica<br />
All’articolo 7 LAgr sono definiti i principi in base ai quali la Confederazione fissa le condizioni<br />
quadro per la produzione e lo smercio di prodotti agricoli. L’agricoltura è tenuta a produrre<br />
in modo sostenibile e vantaggioso, mentre gli agricoltori devono ottenere un profitto possibilmente<br />
elevato dalla vendita dei loro prodotti. L'orientamento al mercato e la gestione sostenibile<br />
si rifanno pertanto al principio sancito nell'articolo costituzionale.<br />
La Confederazione dispone di diversi strumenti orientati a tali principi, atti a sostenere<br />
l'agricoltura svizzera. Si tratta di provvedimenti nei settori delle misure di solidarietà volti<br />
a promuovere la qualità e lo smercio nonché nel settore della caratterizzazione e delle importazioni<br />
di prodotti agricoli. Tali provvedimenti possono essere applicati a tutti i settori di<br />
produzione. Inoltre, la Confederazione sostiene l'agricoltura con strumenti specifici per la produzione<br />
lattiera e animale, la vitivinicoltura e la produzione vegetale.<br />
Mezzi finanziari – 2015<br />
Nel 2015 sono stati stanziati 431 milioni di franchi, ovvero lo stesso importo dell'anno precedente,<br />
per misure a favore della produzione e dello smercio.<br />
Economia lattiera: nel 2015 sono stati impiegati 295,5 milioni di franchi, ovvero 0,5 milioni<br />
di franchi in meno rispetto all'anno precedente. I mezzi finanziari sono erogati sotto forma di<br />
un supplemento per il latte trasformato in formaggio e di un supplemento per il foraggiamento<br />
senza insilati. Il lieve calo delle uscite del 2015 è riconducibile alla diminuzione dei costi dei<br />
mezzi informatici e per la gestione dei dati. Rispetto al 2014 i fondi per i supplementi nel settore<br />
lattiero sono rimasti stabili.<br />
Produzione animale: le uscite nell'ambito del limite di spesa per produzione e smercio hanno<br />
segnato un valore di 12 milioni di franchi nel 2015, restando praticamente invariate rispetto<br />
al 2013.<br />
Produzione vegetale, vitivinicoltura inclusa: nel 2015 le uscite sono ammontate a 62,3 milioni<br />
di franchi, segnando una diminuzione di 1,3 milioni di franchi rispetto all'anno precedente<br />
riconducibile alla flessione dei pagamenti destinati alla campicoltura nonché al calo di<br />
0,7 milioni di contributi per la fabbricazione di prodotti a base di bacche, di frutta a granella<br />
e a nocciolo.<br />
Il 96 per cento dei fondi impiegati per la produzione vegetale nel 2015 è stato destinato alla<br />
promozione di singole colture (contributi per singole colture), il 3 per cento alla trasformazione<br />
e alla valorizzazione della frutta, l'1 per cento a provvedimenti a favore della vitivinicoltura.<br />
Promozione della qualità e delle vendite: nel 2015 sono stati spesi 61,1 milioni di franchi,<br />
ovvero 1,4 milioni di franchi in più rispetto all’anno precedente. Il 2015 è stato caratterizzato<br />
dal cosiddetto shock del franco che ha avuto ripercussioni anche sui progetti di promozione<br />
dello smercio. Nel corso dell’anno, nel quadro del credito dei fondi speciali, sono stati messi a<br />
disposizione a favore di ulteriori misure per formaggio e latte/burro rispettivamente 900 000<br />
franchi e per la campagna “Sei WOW” di Agro-Marketing Suisse 250 000 franchi.<br />
Tuttavia, il credito per la promozione della qualità e delle vendite, di 4,5 milioni di franchi in<br />
più rispetto al Preventivo 2014, non è stato esaurito poiché nel 2015 le domande pervenute<br />
in relazione al settore qualità e sostenibilità sono state ancora al di sotto delle aspettative.<br />
Pertanto il Parlamento ha potuto destinare 3 milioni di franchi all’incremento del credito per i<br />
contributi all’esportazione di prodotti agricoli trasformati.<br />
164<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 8 / 222<br />
POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />
Uscite per produzione e smercio<br />
Voce di spesa 2014 2015¹ 2015 2016¹<br />
mio. fr. mio. fr. mio. fr. mio. fr.<br />
Economia lattiera 296 296 296 296<br />
Produzione animale 12 13 12 13<br />
Produzione vegetale<br />
(vitivinicoltura incl.)<br />
64 67 62 68<br />
Promozione della<br />
qualità e delle vendite<br />
60 64.5 61 67.5<br />
Totale 431 440.5 431 444.5<br />
¹ Preventivo<br />
Fonti: Preventivo, Conto dello Stato 2016<br />
Prospettive per il 2016<br />
» A43<br />
» A44<br />
» A45<br />
» A46<br />
» A47<br />
I fondi a disposizione per la produzione e lo smercio restano, nel complesso, stabili. L'unica<br />
variazione di rilievo nel preventivo rispetto all’anno precedente interessa il lieve aumento dei<br />
fondi per la promozione della qualità e delle vendite.<br />
Samantha Rosenke, UFAG, Unità di direzione Mercati e creazione di valore, samantha.rosenke@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
165
Il mio Rapporto agricolo 14 / 222<br />
POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />
Economia lattiera<br />
Nell'anno oggetto del rapporto il quantitativo di latte commercializzato è sceso a 3,49 milioni<br />
di tonnellate, subendo un calo dell’1,5 per cento. Di queste, 29 000 tonnellate circa (0,8 %)<br />
provenivano dal Principato del Liechtenstein e dalle zone franche attorno a Ginevra. La quota<br />
di latte biologico rispetto al quantitativo di latte commercializzato totale ammontava al 6,4<br />
per cento, quella ottenuta con foraggiamento senza insilati al 32,3 per cento. Circa 94 000<br />
tonnellate (2,7 %) del latte commercializzato sono state prodotte in aziende d’estivazione.<br />
Mezzi finanziari e dati statistici – 2015<br />
Anche nel 2015 la Confederazione ha concesso un supplemento per il latte trasformato in formaggio<br />
di 15 centesimi il chilogrammo e un supplemento per il foraggiamento senza insilati di 3<br />
centesimi il chilogrammo. Per entrambi i supplementi sono stati impiegati complessivamente<br />
293 milioni di franchi come l’anno precedente. Per l’amministrazione dei dati sul latte e per i<br />
mezzi informatici in ambito lattiero la Confederazione ha impiegato 2,5 milioni di franchi circa.<br />
L'Ufficio federale dell'agricoltura (UFAG) ha concluso con la TSM Fiduciaria Sagl (TSM) un accordo<br />
di prestazione, che scade a fine 2017, in base al quale quest'ultima è incaricata di registrare<br />
e verificare i dati della produzione e della valorizzazione del latte. I valorizzatori del latte<br />
sono tenuti a notificare tali dati a cadenza mensile e la TSM è responsabile dell’ottemperanza<br />
dell’obbligo di notifica. In caso di irregolarità, alle ditte e alle aziende interessate vengono irrogate<br />
sanzioni. Avvalendosi dei dati sulla valorizzazione del latte trasmessile, la TSM elabora i<br />
dati per il versamento dei supplementi. Questi sono trasmessi due volte alla settimana all’UFAG<br />
il quale provvede al versamento dei supplementi ai valorizzatori di latte che successivamente<br />
li erogheranno ai produttori.<br />
Conformemente all'ordinanza sul sostegno del prezzo del latte (OSL; RS 916.350.2), i valorizzatori<br />
sono tenuti a versare i supplementi entro il termine di un mese ai produttori dai quali<br />
hanno acquistato il latte trasformato in formaggio. Nel conteggio concernente l'acquisto di<br />
latte, i supplementi vanno indicati separatamente per produttore. Anche i valorizzatori del<br />
latte sono tenuti a indicare nella loro contabilità i supplementi ricevuti e pagati. Il grafico seguente<br />
mostra, per l'anno civile 2015, da un lato il numero di valorizzatori di latte che hanno<br />
ricevuto supplementi, dall'altro i supplementi per il latte erogati dai valorizzatori, in base alle<br />
classi di dimensioni dei supplementi ricevuti.<br />
166<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 15 / 222<br />
POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />
Nell’anno oggetto del rapporto hanno beneficiato di supplementi per il latte 2339 valorizzatori,<br />
per un totale di 293 milioni di franchi; l’importo corrisposto mediamente a ciascun valorizzatore<br />
ammontava a 125 000 franchi. Dalla ripartizione emerge che i supplementi sono<br />
concentrati su poche grandi aziende di trasformazione del latte: il 21 per cento dei valorizzatori<br />
ha, infatti, ricevuto il 94 per cento circa dei supplementi per il latte, 1406 aziende di trasformazione<br />
(60 %) hanno invece ricevuto al massimo 10 000 franchi. In questi casi si trattava<br />
prevalentemente di aziende d’estivazione con produzione in proprio di formaggio. Per questa<br />
classe di dimensioni i supplementi erogati per il latte trasformato in formaggio ammontavano<br />
a 4,9 milioni di franchi.<br />
L'Ispettorato dell'UFAG effettua controlli basati sul rischio presso i valorizzatori che notificano<br />
i dati sul latte e richiedono supplementi. Nell’anno oggetto del rapporto sono state controllate<br />
circa 250 aziende. Per circa un terzo, l’Ispettorato ha sollevato contestazioni. La maggior parte<br />
di queste ha comportato un’ammonizione a causa, ad esempio, di lievi errori di registrazione o<br />
lacune riscontrate per la prima volta. I valorizzatori che hanno ricevuto supplementi in eccesso<br />
sulla scorta di notifiche scorrette dei dati sulla valorizzazione del latte sono tenuti a restituirli.<br />
» A44<br />
Uscite nel settore dell'economia lattiera<br />
Nell’anno oggetto del rapporto in Svizzera le aziende produttrici di latte erano 11 581 nella<br />
regione di pianura (incl. zona collinare) e 10 270 nella regione di montagna. Rispetto al 2014,<br />
il loro numero è sceso del 3,3 per cento, ossia di 746 unità. Praticamente, ogni giorno più di<br />
due aziende hanno abbandonato la produzione lattiera. Inoltre, nel periodo dell’alpeggio, le<br />
aziende d’estivazione dedite alla produzione di latte sono state 2541, per un quantitativo di<br />
latte commercializzato pari mediamente a circa 37 125 chilogrammi per azienda.<br />
Nel 2015 la quantità di latte commercializzata ammontava mediamente a 196 992 chilogrammi<br />
per azienda di pianura e a 105 503 chilogrammi per azienda di montagna. Nella regione di<br />
pianura sono stati forniti soltanto 15 064 chilogrammi in più rispetto al 2014 contro i circa<br />
4319 chilogrammi in più nella regione di montagna. Negli ultimi dieci anni si sono registrati<br />
incrementi delle forniture del 60,1 per cento per le aziende di pianura e del 41,7 per cento<br />
per quelle di montagna. La diversa evoluzione palesa le migliori opportunità di crescita nella<br />
regione di pianura. Anche nel 2015 l'aumento in percentuale del quantitativo medio di latte<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
167
Il mio Rapporto agricolo 16 / 222<br />
POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />
paragonato all'anno precedente è stato superiore nella regione di pianura rispetto alla regione<br />
di montagna.<br />
Rispetto all’anno lattiero 2000/01 la quantità di latte commercializzata è aumentata quasi del<br />
24,5 per cento per vacca e del 40,5 per cento per ettaro di superficie agricola utile, toccando<br />
nel 2015 rispettivamente 6216 chilogrammi per vacca e 6012 chilogrammi per ettaro.<br />
Il calo rispetto all’anno precedente ammonta a 108 chilogrammi per vacca (-1,7 %) e a 24<br />
chilogrammi per ettaro (-0,4 %).<br />
Nel 2015 le aziende produttrici di latte gestite tutto l’anno hanno commercializzato 3,36 milioni<br />
di tonnellate di latte, quelle d’estivazione circa 94 000 tonnellate. Il 40,8 per cento dei<br />
produttori di latte ne ha commercializzato meno di 100 000 chilogrammi all’anno. La loro quota<br />
rispetto alla produzione totale è stata soltanto del 15,5 per cento. Le aziende produttrici di<br />
latte con un quantitativo annuo superiore a 350 000 chilogrammi hanno raggiunto una quota<br />
del 24,6 per cento del quantitativo totale di latte commercializzato. Nell’anno oggetto del rapporto<br />
585 aziende hanno commercializzato più di 500 000 chilogrammi di latte rispetto alle<br />
558 dell'anno precedente.<br />
168<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 17 / 222<br />
POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />
Organizzazione di categoria Interprofessione Latte<br />
L’Interprofessione Latte (IP Latte) è la piattaforma dell'economia lattiera svizzera. Con la decisione<br />
dell’11 dicembre 2015 il Consiglio federale ha dichiarato vincolanti fino al 31 dicembre<br />
2017 anche per i non membri le disposizioni del contratto standard dell'IP Latte e del regolamento<br />
sulla segmentazione del mercato lattiero. Per i non membri, dunque, vige l'obbligo di<br />
concludere contratti scritti per tutte le vendite e gli acquisti di latte con una durata minima<br />
di un anno. Nei contratti di acquisto, inoltre, il quantitativo di latte deve essere classificato<br />
nei segmenti A, B e C in base al relativo scopo di utilizzo. Nei conteggi dei pagamenti del latte<br />
occorre indicare separatamente i quantitativi e i prezzi per segmento.<br />
Classificazione del latte nei vari segmenti, secondo lo scopo di utilizzo<br />
Segmento A<br />
Prodotti a elevato valore aggiunto con protezione doganale<br />
o sostegno (supplementi per latte trasformato<br />
in formaggio, compensazione del prezzo della materia<br />
prima).<br />
Per il latte del segmento A viene pagato un prezzo superiore<br />
rispetto a quello dei segmenti B e C.<br />
Segmento B<br />
Segmento C<br />
Prodotti con limitato valore aggiunto senza protezione<br />
doganale o sostegno per il mercato interno e per<br />
l’esportazione.<br />
Prodotti a basso valore aggiunto per il mercato mondiale.<br />
Per il latte del segmento C viene corrisposto il prezzo più<br />
basso.<br />
I valorizzatori sono tenuti a notificare alla TSM a cadenza mensile i quantitativi di latte venduti<br />
e acquistati per segmento nonché i latticini prodotti ed esportati con latte dei segmenti B e C.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
169
Il mio Rapporto agricolo 18 / 222<br />
POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />
Nel 2015, secondo la valutazione del primo acquisto di latte, l'85,0 per cento di latte è stato<br />
commercializzato nel segmento A, il 13,1 per cento in quello B e l'1,9 per cento nel segmento<br />
C. Le quote restano quindi praticamente invariate rispetto all’anno precedente.<br />
A fine anno, la TSM verifica se i quantitativi di latte acquistati nei segmenti B e C coincidono<br />
con i quantitativi venduti o con i latticini prodotti ed esportati in questi stessi segmenti. Nel<br />
caso di differenze superiori al 5 per cento per segmento nell'arco di un anno l'IP Latte può<br />
irrogare sanzioni. Nell’anno oggetto del rapporto la TSM ha verificato presso 21 valorizzatori<br />
del latte se nel 2014 avevano utilizzato latte dei segmenti B e C soltanto per la fabbricazione<br />
dei prodotti consentiti. Due casi, in cui la TSM ha riscontrato lacune, sono stati inoltrati per<br />
verifica alla Segreteria dell’IP Latte che non ha individuato alcun abuso per quanto riguarda<br />
la segmentazione.<br />
Hans Ulrich Leuenberger, UFAG, Prodotti animali e allevamento, hansulrich.leuenberger@blw.admin.ch<br />
Rudolf Büschlen, UFAG, Prodotti animali e allevamento<br />
Monika Meister, UFAG, Prodotti animali e allevamento<br />
170<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 20 / 222<br />
POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />
Produzione animale<br />
Mezzi finanziari 2015<br />
Per i provvedimenti nel settore della produzione animale (promozione dell’allevamento e contributi<br />
per i costi di eliminazione dei sottoprodotti di origine animale incl.) nell’anno oggetto<br />
del rapporto sono stati erogati, in totale, 94,5 milioni di franchi.<br />
» A45<br />
Uscite nel settore della produzione animale<br />
Provvedimenti sul mercato del bestiame da macello e della carne<br />
Sulla base di un accordo di prestazione, l’UFAG ha delegato alla cooperativa Proviande compiti<br />
esecutivi nel settore del mercato del bestiame da macello e della carne.<br />
Classificazione neutrale della qualità<br />
In virtù dell'ordinanza sul bestiame da macello, Proviande provvede alla classificazione della<br />
qualità delle carcasse nei macelli di grandi dimensioni (27 aziende alla fine dell'anno oggetto<br />
del rapporto), ovvero in quelle aziende in cui vengono macellati mediamente più di 120 suini<br />
o circa 23 capi di bestiame grosso a settimana. Per gli animali delle specie bovina, ovina, caprina<br />
ed equina la muscolatura e il grado di ingrasso vengono determinati otticamente, applicando<br />
la cosiddetta CH-TAX. Per gli animali della specie suina, invece, la muscolatura (la<br />
quota di carne magra) viene stabilita utilizzando apparecchi appositi. I risultati della classificazione<br />
neutrale della qualità sono registrati in maniera centralizzata in un server di Identitas<br />
AG. Salvo poche eccezioni, la qualità degli animali macellati va determinata anche in tutti gli<br />
altri macelli; in questi casi, tuttavia, la classificazione viene effettuata dagli impiegati di tali<br />
strutture. La classificazione neutrale della qualità contribuisce ad aumentare la trasparenza,<br />
a migliorare la qualità delle carcasse, a finalità statistiche e a conteggiare correttamente gli<br />
animali da macello.<br />
I fornitori e gli acquirenti possono contestare il risultato della classificazione neutrale della<br />
qualità. La contestazione deve avvenire per animali della specie suina al massimo sei ore dopo,<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
171
Il mio Rapporto agricolo 21 / 222<br />
POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />
per le altre razze al massimo 24 ore dopo la macellazione. Nell’anno oggetto del rapporto sono<br />
stati classificati secondo la CH-TAX 686 413 animali delle specie bovina e ovina. Di questi sono<br />
state contestate le classificazioni di 16 547 animali (2,41 % di tutti gli animali classificati rispetto<br />
al 2,02 % nello stesso periodo dell’anno precedente). Le contestazioni sono avvenute<br />
per l’88 per cento dei casi su richiesta dei fornitori e per il 12 per cento su richiesta degli acquirenti.<br />
Nel complesso nell’anno oggetto del rapporto è stato riclassificato il 95,5 per cento<br />
degli animali contestati.<br />
Nell’anno oggetto del rapporto, il risultato della riclassificazione per quanto riguarda la muscolatura<br />
è rimasto invariato per il 31,1 per cento degli animali. Con la riclassificazione il 45,0<br />
per cento degli animali ha guadagnato mezza classe e il 17,1 per cento ne ha persa metà. Il 4,6<br />
per cento delle carcasse ha guadagnato una classe piena e il 2,1 per cento ne ha persa una.<br />
Per la copertura di grasso, nella riclassificazione i dati restano invariati per il 63,2 per cento<br />
degli animali. Con la riclassificazione il 21,2 per cento degli animali ha guadagnato mezza<br />
classe e il 15,5 per cento ne ha persa metà. Lo 0,1 per cento degli animali ha perso una classe<br />
piena nella riclassificazione.<br />
Negli ultimi anni si è osservato un aumento della muscolatura degli animali macellati riconducibile<br />
al maggior livello di conoscenza degli allevatori: nel 2015 sono stati classificati come<br />
bene in carne e molto bene in carne quasi il 66 per cento dei torelli, il 30 per cento dei vitelli e<br />
il 64 per cento degli agnelli. Nel 2005 erano stati rispettivamente, il 43, il 17 e il 43 per cento.<br />
Per le vacche, invece, nello stesso periodo la muscolatura è rimasta la stessa: negli ultimi anni<br />
è rientrata nelle classi scarnate e molto scarnate una percentuale compresa tra il 40 e il 47 per<br />
cento delle vacche macellate. Questa evoluzione è riconducibile alla grande quantità di vacche<br />
da latte e alla detenzione di speciali razze da latte.<br />
Sorveglianza dei mercati pubblici e organizzazione dei provvedimenti<br />
di sgravio del mercato<br />
Prima dell’inizio dell’anno civile Proviande, in collaborazione con i Cantoni e le organizzazioni<br />
contadine, allestisce un programma annuale nel quale sono definiti i mercati pubblici per bes-<br />
172<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 22 / 222<br />
POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />
tiame da macello e ovini. Tale programma indica il luogo e la data dei singoli mercati, nonché<br />
le categorie di animali che possono esservi presentate.<br />
Nonostante il calo degli effettivi di bestiame e un esiguo numero di mercati per bestiame grosso<br />
(-26 mercati per bestiame grosso), nell’anno oggetto del rapporto sono stati acquistati all’asta<br />
1014 animali in più (+1,8 %) rispetto all’anno precedente. Il numero di pecore acquistate<br />
all'asta, invece, è sceso rispetto al 2014 segnatamente di 5103 animali (-7,0 %). Nell’anno<br />
oggetto del rapporto il numero di mercati per ovini è diminuito a 320 (-5 mercato ovini).<br />
Nei periodi di eccedenze stagionali, o comunque temporanee, sui mercati gli animali non vendibili<br />
sono assegnati ai titolari di quote di contingenti che sottostanno all’obbligo di ritiro. Nel<br />
quadro di tale sgombero del mercato, Proviande ha assegnato 433 capi della specie ovina e 114<br />
della specie bovina a commercianti titolari di una quota di contingente doganale, che, per tali<br />
assegnazioni, devono pagarle il prezzo settimanale stabilito.<br />
Cifre inerenti ai mercati pubblici sorvegliati – 2015<br />
Caratteristica Unità Bestiame grosso Ovini<br />
Mercati pubblici sorvegliati Numero 683 320<br />
Animali acquistati all'asta Numero 56 735 68 280<br />
Numero medio di animali<br />
per mercato<br />
Quota degli animali presentati<br />
rispetto alle macellazioni<br />
totali<br />
Animali assegnati (sgombero<br />
del mercato)<br />
Numero 83 213<br />
% 14 32<br />
Numero 114 433<br />
Fonte: Proviande<br />
Come di consueto, anche nella primavera ed estate 2015 l’offerta di vitelli da macello ha superato<br />
la domanda. A sostegno dei prezzi, 60 macelli hanno immagazzinato 523 tonnellate di<br />
carne di vitello, che sono poi state smaltite in autunno. L’UFAG ha contribuito, stanziando 2,7<br />
milioni di franchi (ca. 5 fr. il kg), a ridurre i costi di stoccaggio e la perdita di valore causata<br />
dal congelamento.<br />
Provvedimenti sul mercato delle uova<br />
La domanda di uova cala considerevolmente soprattutto dopo Pasqua. Onde attutire le ripercussioni<br />
delle fluttuazioni di mercato stagionali, dopo aver sentito le cerchie interessate,<br />
nell’ambito dei crediti stanziati nel 2015, sono stati messi a disposizione 1,8 milioni di franchi<br />
circa per il finanziamento di misure di valorizzazione. Nel quadro della cosiddetta "azione di<br />
spezzatura" i fabbricanti di prodotti a base di uova nell’anno oggetto del rapporto hanno valorizzato<br />
nell’industria alimentare svizzera gli albumi e i tuorli di più di 15,9 milioni di uova di<br />
consumo indigene, sgravando quindi il mercato delle uova di consumo in guscio. Sul fronte del<br />
commercio al dettaglio è stato ridotto il prezzo di 8 milioni di uova di consumo a beneficio dei<br />
consumatori. La Confederazione ha versato un contributo di 9 centesimi per ogni uovo spezzato<br />
e di 5 centesimi per ogni uovo ribassato; la categoria ha contribuito allo sgravio del mercato<br />
con circa lo stesso importo. In totale, alle azioni di spezzatura e di riduzione del prezzo hanno<br />
partecipato rispettivamente 11 e 8 aziende.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
173
Il mio Rapporto agricolo 23 / 222<br />
POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />
Provvedimenti per la valorizzazione della lana di pecora indigena<br />
In virtù dell'ordinanza concernente la valorizzazione della lana di pecora indigena, nel 2015<br />
l'UFAG ha sostenuto progetti innovativi di valorizzazione della lana di pecora, dando priorità<br />
alle organizzazioni di solidarietà che, al fine di valorizzarla, hanno perlomeno il compito di<br />
cernire, lavare e vendere per la trasformazione in prodotti finiti la lana indigena raccolta. Eccezionalmente,<br />
il lavaggio può essere effettuato all’estero. In tale contesto l'UFAG nel 2015 ha<br />
sostenuto 8 progetti innovativi stanziando un importo totale di ben 0,4 milioni di franchi.<br />
6 organizzazioni di solidarietà hanno raccolto, cernito, lavato e venduto per la trasformazione<br />
in prodotti finiti all’interno del Paese 216 057 tonnellate di lana di pecora. Il contributo della<br />
Confederazione per chilogrammo di lana lavata è stato di 2 franchi, per un importo totale di<br />
ben 0,4 milioni di franchi.<br />
Promozione dell’allevamento<br />
Secondo l’articolo 144 LAgr, i contributi federali per la promozione dell’allevamento possono<br />
essere versati solo a organizzazioni di allevamento riconosciute. Queste sono pubblicate sul<br />
sito Internet dell’UFAG (organizzazioni di allevamento). Le disposizioni d’esecuzione sono<br />
sancite nell’ordinanza sull’allevamento del bestiame (OAlle; RS 916.310). Quest'ultima stabilisce<br />
le condizioni che deve adempiere un'organizzazione di allevamento di animali delle specie<br />
bovina, suina, ovina e caprina, nonché di equidi, conigli, pollame, api mellifere e camelidi del<br />
nuovo mondo per ottenere dall'UFAG un riconoscimento della durata di al massimo dieci anni.<br />
Con l’entrata in vigore, il 1° gennaio 2013, del testo rivisto dell’OAlle, i contributi per animale<br />
iscritto nel libro genealogico possono essere assegnati soltanto per animali: a) i cui genitori<br />
e nonni sono iscritti o menzionati in un libro genealogico della medesima razza e b) la cui percentuale<br />
di sangue della relativa razza è di almeno l’87,5 per cento. Inoltre, le misure zootecniche<br />
possono essere computate soltanto per gli animali il cui proprietario è domiciliato in<br />
Svizzera o nel Principato del Liechtenstein e, durante l’anno di contribuzione, è membro attivo<br />
di un’organizzazione di allevamento riconosciuta. Una misura zootecnica dà diritto a un unico<br />
contributo per animale e per anno.<br />
» A46<br />
Nel 2015 sono stati erogati contributi a 24 organizzazioni di allevamento per un importo complessivo<br />
di circa 34,2 milioni di franchi in favore della tenuta del libro genealogico, della conduzione<br />
di esami funzionali e della conservazione delle razze svizzere. In quest’ultimo ambito<br />
si conducono, nella maggior parte dei casi, progetti pluriennali. Non sono stati erogati versamenti<br />
a organizzazioni di allevamento il cui contributo totale risultava inferiore a 50 000<br />
franchi. Fanno eccezione i contributi alle organizzazioni di allevamento di razze svizzere.<br />
Uscite nel settore dell'allevamento di animali<br />
Ripartizione dei fondi - 2015<br />
Il settore dell’allevamento di bovini ha beneficiato di circa 24,5 milioni di franchi, ovvero<br />
del 72 per cento dei fondi a disposizione per l’allevamento, due terzi dei quali stanziati per<br />
l’esecuzione di esami funzionali del latte. I contributi federali per l’allevamento consentono<br />
di ridurre i costi delle prestazioni zootecniche delle organizzazioni. Gli allevatori ne traggono<br />
beneficio, ad esempio, pagando tariffe inferiori per gli esami funzionali del latte.<br />
174<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 24 / 222<br />
POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />
Verifica delle organizzazioni di allevamento<br />
Onde controllare l’impiego dei fondi per la promozione dell’allevamento di animali si effettuano<br />
verifiche presso le organizzazioni di allevamento riconosciute svolgendo in tutte almeno<br />
un controllo in loco nell’arco di cinque anni. Nel 2015 sono state condotte ispezioni presso<br />
5 organizzazioni riconosciute, stilando i rispettivi rapporti, nei quali sono state menzionate<br />
eventuali lacune e fornite indicazioni per colmarle.<br />
Conservazione delle razze svizzere minacciate<br />
Le risorse zoogenetiche sono di fondamentale importanza per l’alimentazione e l’agricoltura e<br />
possiedono ulteriori importanti valori di natura economica e sociale. Inoltre hanno un elevato<br />
valore di opzione. Per poter reagire, in futuro, a nuove condizioni quadro come cambiamenti<br />
climatici, nuove malattie, aspettative della società o mutevoli esigenze per particolari prodotti,<br />
le antiche razze acquisiranno maggiore importanza. Sono elevati anche il loro valore di lascito<br />
di cui potrebbero beneficiare le generazioni future e il loro valore di sostentamento che forniscono<br />
in genere. Per questo motivo l’UFAG sostiene diversi provvedimenti per la conservazione<br />
e la promozione delle razze svizzere a rischio di estinzione. Il sostegno di tipo finanziario, logistico<br />
e scientifico concesso finora dalla Confederazione si ripercuote positivamente sugli effettivi.<br />
Al momento vi sono 23 razze di diverse specie animali (bovini, equini, ovini, caprini, suini,<br />
api, conigli e polli) a rischio di estinzione a causa delle dimensioni ridotte degli effettivi, di<br />
un grado di consanguineità troppo elevato o di motivi tradizionali. Organizzazioni di allevamento<br />
riconosciute, ONG e istituti di ricerca possono inoltrare progetti per la conservazione<br />
e la promozione di razze minacciate. Tali progetti comprendono misure di salvaguardia specifiche,<br />
provvedimenti coordinati con prodotti particolari di specie minacciate orientati al mercato<br />
o progetti di ricerca volti a rilevare e a migliorare la varietà genetica. In collaborazione con<br />
l’Associazione svizzera per la produzione animale, l'UFAG organizza un workshop annuale sulle<br />
risorse zoogenetiche che comprende una parte zootecnica e una pratica. Insieme ai diretti interessati,<br />
si continua a sviluppare il pool genetico nazionale per bovini, suini, equini e caprini<br />
(provvedimento ex-situ). L’UFAG si impegna molto anche a livello internazionale nel settore<br />
delle risorse zoogenetiche. Ad esempio collabora attivamente con la European Regional Focal<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
175
Il mio Rapporto agricolo 25 / 222<br />
POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />
Point, un’associazione di oltre 45 Stati europei, e in diverse commissioni e gruppi di lavoro<br />
della FAO.<br />
Contributo d'eliminazione<br />
Con la Politica agricola 2014-2017 (PA 14-17) i contributi per i costi di eliminazione dei sottoprodotti<br />
di origine animale (cosiddetti contributi d'eliminazione) sono stati estesi agli animali<br />
macellati delle specie equina e pollame (art. 45a cpv. 2 legge sulle epizoozie, LFE; RS 916.40).<br />
Per l'attuazione di tale provvedimento, in analogia al vigente sistema per bovini, suini, ovini<br />
e caprini è stata introdotta la BDTA. Il contributo di 25 franchi per animale della specie equina<br />
macellato con notifica alla BDTA ha un effetto positivo sulla disciplina di notifica dei macelli.<br />
Per il pollame è stato introdotto un nuovo sistema. Su domanda, sono versati 12 franchi la tonnellata<br />
di peso vivo al macello come contributo d'eliminazione.<br />
Nell’anno oggetto del rapporto 15 strutture dedite alla macellazione di pollame (nessuna variazione<br />
rispetto all’anno precedente) hanno inoltrato alla BDTA una richiesta di contributi<br />
d’eliminazione per 125 600 tonnellate di peso vivo. Complessivamente hanno percepito 1,5<br />
milioni di franchi di contributi d'eliminazione. L’incremento di circa il 25 per cento rispetto<br />
all’anno precedente è riconducibile in primo luogo all’inoltro più sistematico delle richieste.<br />
Le 5 maggiori aziende hanno ricevuto il 99.6 per cento dei contributi, di cui oltre il 42 per cento<br />
è stato erogato a un'azienda.<br />
Banca dati sul traffico di animali<br />
La banca dati sul traffico di animali (BDTA) costituisce la base per la tracciabilità delle epizoozie<br />
e per la sicurezza alimentare. È stata istituita nel 1999 in occasione della problematica della<br />
BSE (encefalopatia spongiforme bovina, la cosiddetta malattia della "mucca pazza") e da allora<br />
costantemente ampliata per l’esecuzione e altre esigenze agricole.<br />
Nell’anno oggetto del rapporto la principale modifica nella BDTA consiste nell’adeguamento<br />
riguardante gli equidi. Dal 1° gennaio 2015 i servizi preposti al rilascio del passaporto devono<br />
richiedere al gestore della BDTA un cosiddetto passaporto di base. Il modello di passaporto<br />
è integrato con i seguenti dati della BDTA: nome e indirizzo del proprietario di equidi, UELN<br />
176<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 26 / 222<br />
POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />
(Universal Equiden Life Number), nome, data e luogo di nascita, sesso, categoria e numero di<br />
microchip dell’equide.<br />
Contemporaneamente per gli animali non iscritti nel libro genealogico si rinuncia alla<br />
segnalazione. Il proprietario dell’equide può concedere un’autorizzazione al servizio preposto<br />
al rilascio affinché questi, prima dell’ordine del passaporto di base, possa modificare, nella<br />
BDTA, i dati precedentemente indicati nonché il colore. Dopo l’ordine del passaporto di base<br />
non possono più essere apportate modifiche. Il passaporto di base può essere ordinato come<br />
PDF o in versione cartacea; la maggior parte degli ordini è consegnata in versione cartacea.<br />
I movimenti pendolari nel traffico di animali dei bovini sono ormai abbinati alle permanenze,<br />
migliorando la leggibilità della storia dell’animale.<br />
Sono scomparse le oscillazioni stagionali osservate per anni in relazione ai bovini riguardo al<br />
numero delle storie dell’animale corrette.<br />
La qualità della tracciabilità per le estivazioni e i mercati dei bovini è buona.<br />
Inoltre, nel 2015, per la prima volta sono stati rilevati i dati per una parte dei contingenti<br />
d’importazione della carne sulla base delle macellazioni di un intero anno e sono stati trasmessi<br />
alle persone interessate.<br />
La modalità di calcolo del calcolatore UBG per i detentori di animali è ormai identica ai calcolatori<br />
dei valori UBG dei bovini che sono forniti ai Cantoni.<br />
Sebbene nel 2015 in media siano pervenute alla BDTA 50 prime registrazioni di equidi alla settimana,<br />
non sono ancora stati registrati tutti gli equidi. Tuttavia a causa delle correzioni delle<br />
registrazioni multiple in corso, gli effettivi di equidi non aumentano nella stessa misure delle<br />
prime registrazioni. Una serie di adeguamenti funzionali ha ulteriormente potenziato la facilità<br />
di accesso per l’utente della BDTA.<br />
Il primo trimestre, con l’allestimento degli elenchi UBG, i rilevamenti dei dati cantonali, la<br />
chiusura dell’anno dei concimi aziendali e le correzioni dei dati sugli animali, ha comportato<br />
un elevato numero di richieste da parte dei clienti presso l’help desk. Tuttavia il numero di<br />
richieste nel corso dell’anno resta inferiore a quello<br />
dell’anno precedente.<br />
Effettivi massimi<br />
In virtù dell’articolo 46 LAgr, il Consiglio federale stabilisce gli effettivi massimi di ogni azienda<br />
per l'allevamento e l'ingrasso dei suini, la detenzione di ovaiole, l'ingrasso di polli, tacchini<br />
e vitelli. In tal modo si mira a tutelare le aziende familiari vincolate al suolo. In caso di<br />
superamento delle soglie stabilite, l’azienda deve pagare una tassa su ogni animale in eccesso.<br />
L'ammontare delle tasse è fissato in modo che la detenzione di animali in eccesso non risulti<br />
economicamente vantaggiosa. Nell’anno oggetto del rapporto sono stati svolti diversi controlli<br />
a questo proposito, irrogando le rispettive sanzioni.<br />
L'UFAG può autorizzare, su domanda, effettivi più elevati. Possono inoltrare una richiesta di<br />
autorizzazione di effettivi più elevati le seguenti aziende:<br />
• le aziende che forniscono la prova che le esigenze ecologiche sono rispettate (PER) senza<br />
cedere concime aziendale a terzi;<br />
• le aziende di allevamento di suini che valorizzano sottoprodotti della trasformazione del<br />
latte e di derrate alimentari nell'interesse pubblico che coprono almeno il 25 per cento del<br />
fabbisogno energetico dei suini con sottoprodotti ottenuti dalla trasformazione del latte o<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
177
Il mio Rapporto agricolo 27 / 222<br />
POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />
almeno il 40 per cento del fabbisogno energetico con sottoprodotti di derrate alimentari<br />
non provenienti dalla trasformazione del latte;<br />
• le aziende sperimentali nonché le stazioni di ricerca della Confederazione.<br />
Nel 2015 hanno usufruito di una simile autorizzazione 22 aziende che foraggiavano gli animali<br />
con sottoprodotti della trasformazione del latte e di derrate alimentari. Inoltre hanno potuto<br />
mantenere un elevato effettivo 10 aziende che adempivano la PER e spandevano i concimi aziendali<br />
sulle proprie superfici. Anche 2 aziende per attività sperimentali e di ricerca hanno usufruito<br />
di un’autorizzazione.<br />
Hans Ulrich Leuenberger, UFAG, Prodotti animali e allevamento, hansulrich.leuenberger@blw.admin.ch<br />
Hanspeter Lüthi, UFAG, Settore Prodotti animali e allevamento<br />
Corinne Boss, UFAG, Settore Prodotti animali e allevamento<br />
Marcel Zingg, UFAG, Settore Prodotti animali e allevamento<br />
Catherine Marguerat, UFAG, Settore Prodotti animali e allevamento<br />
Yves Schleppi, UFAG, Settore Prodotti animali e allevamento<br />
Colette Schmid, UFAG, Settore Prodotti animali e allevamento<br />
Fabian Zwahlen, UFAG, Settore Prodotti animali e allevamento<br />
178<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 30 / 222<br />
POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />
Produzione vegetale<br />
Con 4,0 miliardi di franchi, la quota della produzione vegetale sulla produzione agricola totale<br />
svizzera (8,9 mia. fr.) è leggermente inferiore a quella animale (4,9 mia. fr.). In questo settore,<br />
l’ortofloricoltura è il ramo più importante, seguita dalla foraggicoltura. La Confederazione promuove<br />
la produzione vegetale oltre che mediante la protezione doganale con contributi specifici<br />
per singole colture in campicoltura e contributi per la trasformazione della frutta svizzera.<br />
Mezzi finanziari 2015<br />
Rispetto all'anno precedente, nel 2015 i mezzi finanziari erogati nel settore della produzione<br />
vegetale sono diminuiti leggermente, passando 63,6 a 62,3 milioni di franchi. Il 96 per cento<br />
dei fondi impiegati è stato destinato alla promozione di singole colture, il 3 per cento alla trasformazione<br />
e alla valorizzazione della frutta, l'1 per cento a provvedimenti a favore della vitivinicoltura.<br />
» A47<br />
Uscite nel settore della produzione vegetale<br />
La diminuzione delle uscite è riconducibile al lieve calo dei fondi stanziati per le colture campicole<br />
e alla riduzione, pari a 0,7 milioni di franchi, dei contributi per la fabbricazione di prodotti<br />
di bacche, nonché di frutta a granella e a nocciolo.<br />
Contributi per singole colture in campicoltura<br />
In virtù dell'articolo 54 della legge sull'agricoltura (LAgr), sono versati contributi per singole<br />
colture a favore di semi oleosi, leguminose a granelli, barbabietola da zucchero, sementi<br />
di patate, mais e graminacee da foraggio. Con l'attuazione della Politica agricola<br />
2014-2017 (PA 14-17) i contributi per singole colture (OCSC) hanno sostituito i contributi<br />
alla campicoltura (OCCamp). Questi contributi incentivano determinate colture importanti per<br />
l'approvvigionamento della popolazione, che altrimenti non sarebbero coltivate in quantità<br />
sufficiente data la loro scarsa redditività. Vengono pertanto versati solo se le colture vengono<br />
raccolte quando sono mature. Per ragioni pratiche (stessi processi), l'esecuzione della misura<br />
avviene insieme ai pagamenti diretti.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
179
Il mio Rapporto agricolo 31 / 222<br />
POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />
Contributi principali (OCSC) - 2015<br />
Coltura Superficie 1 Contributo Totale<br />
ha fr./ha in 1000 fr.<br />
Barbabietola da zucchero 19 134 1600 30 482<br />
Colza 22 793 700 15 955<br />
Girasoli 4421 700 3094<br />
Soia 1652 1000 1652<br />
Favette 526 1000 526<br />
Piselli proteici 4259 1000 4259<br />
Lupini 105 1000 105<br />
Totale 55 073<br />
¹ Stima<br />
Fonte: UFAG<br />
Prospettiva sui contributi per singole colture per la barbabietola da<br />
zucchero<br />
I prezzi persistentemente bassi dello zucchero in Europa incidono sul prezzo dello zucchero<br />
svizzero. La Svizzera ha concordato con l'UE di non attuare più, nel quadro della protezione<br />
doganale, misure di compensazione dei prezzi per lo zucchero nei prodotti agricoli trasformati.<br />
Dato il calo dei ricavi dallo zucchero, Schweizer Zucher AG ha ridotto i prezzi pagati per le barbabietole.<br />
Già nel 2015, vista la notevole perdita di redditività della coltivazione di barbabietola<br />
da zucchero, il Consiglio federale ha aumentato il rispettivo contributo per singole colture a<br />
1600 franchi l'ettaro. In vista della soppressione delle quote zucchero decretata dall’UE per<br />
fine settembre 2017 e considerato l'atteso andamento dei prezzi, il Consiglio federale ha aumentato<br />
il contributo per singole colture per la barbabietola da zucchero anche per il 2016,<br />
portandolo a 1800 franchi l’ettaro. La priorità è garantire la competitività del settore zuccheriero<br />
svizzero, incrementando l’efficienza a tutti i livelli. Il Consiglio federale ritiene che a titolo<br />
sussidiario il contributo per singole colture sia uno strumento di sostegno adeguato, poiché<br />
non incide sul prezzo dello zucchero e assicura pertanto la competitività dell’industria alimentare<br />
svizzera a valle sui mercati svizzero e dell'UE.<br />
Misure nel quadro della protezione doganale per i cereali panificabili<br />
In seguito agli scarsi raccolti di cereali panificabili nel 2014, nel quadro del contingente doganale<br />
ordinario di 70 000 tonnellate l'UFAG ha aumentato i quantitativi liberati nel primo<br />
semestre di 20 000 tonnellate detraendole da quelli liberati nel secondo semestre. In una seconda<br />
fase il Consiglio federale, su richiesta della categoria, ha temporaneamente aumentato il<br />
contingente doganale per il 2015 di 20 000 tonnellate. Come richiesto della categoria, l'UFAG<br />
ha liberato un quantitativo di 20 000 tonnellate per inizio luglio e uno di 10 000 tonnellate<br />
per inizio ottobre. Per il 2016 i quantitativi da liberare nei quattro trimestri sono stati riportati<br />
rispettivamente a 20 000, 20 000, 15 000 e 15 000 tonnellate.<br />
180<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 32 / 222<br />
POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />
Misure nel quadro della protezione doganale per i cereali grezzi destinati<br />
all'alimentazione umana<br />
Nell’ottica della semplificazione amministrativa, l'ordinanza sulle importazioni agricole è stata<br />
modificata snellendo i requisiti per l'importazione di orzo, avena e mais nel quadro del contingente<br />
doganale. Dal 2016 non è più soltanto chi dispone di impianti di trasformazione ad avere<br />
diritto a importare all'aliquota di dazio del contingente. Se, però, non si rispettano le rese minime<br />
stabilite o gli obblighi di utilizzo, ai quantitativi in eccesso continua a essere applicata<br />
l'aliquota di dazio fuori contingente.<br />
Provvedimenti per la valorizzazione della frutta<br />
Conformemente all'articolo 58 capoverso 1 LAgr, la Confederazione stanzia contributi a favore<br />
dei provvedimenti per la valorizzazione della frutta.<br />
L’ordinanza del 23 ottobre 2013 concernente provvedimenti per la valorizzazione della frutta<br />
(ordinanza sulla frutta; RS 916.131.11) disciplina l’esecuzione dei due provvedimenti attualmente<br />
sostenuti mediante contributi.<br />
• Immagazzinamento della riserva di mercato per il concentrato di succo di mela e di pera<br />
La riserva di mercato a livello d'azienda delle fabbriche di sidro serve a compensare le fluttuazioni<br />
del raccolto dovute all’alternanza dei meli e dei peri. L'immagazzinamento del<br />
concentrato di succo di mela e di pera negli anni in cui il raccolto è abbondante permette<br />
di mantenere il volume di produzione nelle annate più scarse. I contributi costituiscono<br />
un indennizzo dei costi per le scorte e gli interessi del capitale. Vengono stanziati per una<br />
parte del concentrato che la fabbrica di sidro immagazzina oltre alle consuete scorte necessarie<br />
(max. 40 per cento dell'approvvigionamento normale della fabbrica). L'importo<br />
dei contributi è verificato e fissato di anno in anno dall'UFAG. Hanno diritto ai contributi<br />
le fabbriche di sidro industriali. Nel 2015 è stato immagazzinato come riserva di mercato<br />
e sovvenzionato un quantitativo pari a 2794 tonnellate di concentrato di succo di mela e a<br />
484 tonnellate di concentrato di succo di pera. Nel 2015 i contributi alla riserva di mercato<br />
sono ammontati a 0,8 milioni di franchi contro 0,7 milioni di franchi dell'anno precedente.<br />
• Fabbricazione di prodotti di bacche, nonché di frutta a granella e a nocciolo<br />
A seconda del prodotto e dello scopo di utilizzo vigono diversi livelli di protezione doganale.<br />
I contributi della Confederazione per la fabbricazione di prodotti di frutta sono tesi<br />
a compensare parzialmente tali differenze. Parallelamente promuovono lo smercio della<br />
frutta svizzera destinata alla trasformazione creando i presupposti per spuntare prezzi alla<br />
produzione migliori. Vengono stanziati per la fabbricazione di prodotti che non sono gravati<br />
dall’imposta sull’alcool e la cui aliquota di dazio corrisponde al massimo al 10 per cento<br />
del loro prezzo franco dogana svizzera. L'importo dei contributi compensa parzialmente<br />
(50 %) la differenza fra il prezzo alla produzione della materia prima all’estero e quello in<br />
Svizzera. Hanno diritto ai contributi le aziende di trasformazione del primo livello di trasformazione.<br />
Vengono versati contributi per la fabbricazione di prodotti di<br />
- bacche: fragole, lamponi, more e ribes;<br />
- frutta a granella: mele e pere;<br />
- frutta a nocciolo: albicocche, ciliegie e prugne.<br />
Nel 2015, nel complesso, sono stati versati contributi per la fabbricazione di prodotti da<br />
3905 tonnellate di frutta: 2856 tonnellate di frutta a granella (compreso il concentrato<br />
usato per la fabbricazione di aceto, convertito in frutta fresca), 852 tonnellate di frutta a<br />
nocciolo e 198 tonnellate di bacche. I contributi per la fabbricazione di prodotti di bacche,<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
181
Il mio Rapporto agricolo 33 / 222<br />
POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />
nonché di frutta a granella e a nocciolo nel 2015 sono ammontati a 1 milione di franchi<br />
con un calo di 0,9 milioni rispetto all'anno precedente. Siccome i contributi per la valorizzazione<br />
della frutta possono essere richiesti e versati per i raccolti dei due anni precedenti,<br />
a seconda del periodo in cui vengono inoltrate le domande, si possono verificare notevoli<br />
fluttuazioni rispetto ai quantitativi e ai contributi totali, indipendentemente dai rispettivi<br />
raccolti.<br />
Contributi per il controllo della vendemmia<br />
Nel settore della vitivinicoltura, in virtù dell'articolo 64 capoverso 3 LAgr, la Confederazione<br />
partecipa al controllo della vendemmia eseguito dai Cantoni, che segue l'uva dal vigneto<br />
all'azienda di vinificazione e vigila sul rispetto delle disposizioni di produzione (rese massime,<br />
tenore minimo in zucchero). Il contributo consta di un contributo di base di 1000 franchi e<br />
di un contributo di 55 franchi l'ettaro vincolato alle dimensioni della superficie viticola cantonale.<br />
Nel 2015 per il controllo della vendemmia sono stati erogati complessivamente 833 000<br />
franchi.<br />
Link al sito Internet dell'UFAG:<br />
Produzione e smercio: Prodotti campicoli<br />
Produzione e smercio: Frutta<br />
Produzione e smercio: Verdura<br />
Produzione e smercio: Vini e distillati<br />
Peter Schwegler, UFAG, Settore Prodotti vegetali, peter.schwegler@blw.admin.ch<br />
David Raemy, UFAG, Settore Prodotti vegetali<br />
Arnaud de Loriol, UFAG, Settore Prodotti vegetali<br />
Marianne Glodé, UFAG, Settore Prodotti vegetali<br />
182<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 35 / 222<br />
POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />
Promozione dello smercio<br />
Ripartizione dei fondi - 2015<br />
La Confederazione può sostenere misure di comunicazione e di marketing per lo smercio dei<br />
prodotti agricoli svizzeri partecipando al massimo al 50 per cento dei costi computabili. Almeno<br />
la metà dei costi deve essere finanziata con fondi propri delle organizzazioni interessate o delle<br />
associazioni di categoria. La determinazione degli obiettivi in materia di comunicazione, dei<br />
gruppi target e dell’impegno concernente i fondi propri nonché il controllo dell’efficacia competono<br />
prevalentemente ai rispettivi attori di categoria. Il sostegno della Confederazione ha<br />
carattere sussidiario.<br />
I fondi federali disponibili sono ripartiti una volta l'anno tra i diversi prodotti e gruppi di<br />
prodotti in funzione di un'analisi del portafoglio. In tal modo si tiene conto, da un lato,<br />
dell'attrattiva d’investimento dei diversi settori di produzione agricoli per quanto concerne le<br />
misure di marketing e, dall'altro, dei fondi propri investiti dalle rispettive categorie.<br />
Il 2015 è stato caratterizzato dal cosiddetto shock del franco che ha avuto ripercussioni anche<br />
sui progetti di promozione dello smercio. Nel corso dell’anno, nel quadro del credito dei fondi<br />
speciali, sono stati messi a disposizione a favore di ulteriori misure per formaggio e latte/<br />
burro rispettivamente 900’000 franchi e per la campagna “Sei WOW” di Agro-Marketing Suisse<br />
250’000 franchi.<br />
Iniziative legate all'esportazione<br />
Le conoscenze acquisite nell'ambito dei “Progetti pilota per la creazione di nuovi sbocchi”<br />
sono confluite nella Politica agricola 2014-2017 e quindi nell'ordinanza sulla promozione<br />
dello smercio (OPSAgr). Dal 2014 le iniziative legate all'esportazione vengono cofinanziate<br />
nell'ambito dell’ordinanza concernente il sostegno alla promozione dello smercio di prodotti<br />
agricoli. Per cinque anni al massimo è possibile cofinanziare provvedimenti di comunicazione<br />
e di analisi di mercato per lo smercio di prodotti svizzeri all'estero fino al 50 per cento dei costi<br />
computabili.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
183
Il mio Rapporto agricolo 36 / 222<br />
POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />
Nel 2015 sono state inoltrate e autorizzate cinque iniziative legate all'esportazione provenienti<br />
dai settori formaggio, carne, prodotti biologici, allevamento bovino e piante ornamentali.<br />
Il nuovo strumento è molto apprezzato e utilizzato in quanto fornisce alle categorie e alla Confederazione<br />
importanti conoscenze sull’accesso a nuovi mercati. Le esperienze dei primi due<br />
anni mostrano il potenziale e le sfide della prospezione di nuovi mercati.<br />
» A43<br />
Uscite promozione della qualità e delle vendite<br />
Martin Weber, UFAG, Settore Promozione della qualità e delle vendite, martin.weber2@blw.admin.ch<br />
184<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 38 / 222<br />
POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />
Promozione della qualità e della sostenibilità<br />
Per migliorare la competitività dell’agricoltura e della filiera alimentare svizzere ci sono diverse<br />
possibilità. Particolarmente importante per la competitività sono i costi quanto più possibile<br />
bassi per i mezzi di produzione agricoli. Anche la qualità convincente e il posizionamento dei<br />
prodotti agricoli sul mercato sono decisivi. Non si tratta di semplici nozioni poiché a causa<br />
dell’attuale situazione economica sono diventate molto attuali e la loro realizzazione è più impellente<br />
che mai. C’è bisogno di innovazione per sfruttare i potenziali che migliorano la competitività.<br />
L’innovazione continua a essere il fattore chiave del successo economico. Affinché<br />
possa fiorire, devono esserci condizioni quadro statali idonee. Da un lato vanno creati dei margini<br />
di manovra, dall’altro, laddove possibile e utile, deve essere offerto sostegno. Quest’ultimo<br />
è fornito dalla Politica agricola della Confederazione (PA 14-17) con l'articolo 11 LAgr, e lo<br />
strumento relativamente nuovo dell'ordinanza sulla promozione della qualità e della sostenibilità<br />
nell’agricoltura e nella filiera alimentare (OQuSo).<br />
In virtù dell’OQuSo è possibile sostenere attraverso aiuti finanziari programmi e progetti innovativi<br />
in grado di ripercuotersi positivamente sulla sostenibilità o sulla qualità dei prodotti<br />
agricoli e di accrescere il valore aggiunto dell’agricoltura. L’OQuSo assicura un finanziamento<br />
iniziale a condizione che al massimo il 50 per cento dei costi computabili siano cofinanziati<br />
sull’arco di 4 anni. Sono sostenuti gli accertamenti preliminari, la fase iniziale e i costi dei<br />
produttori per la partecipazione a un progetto. Un ulteriore obiettivo dell’OQuSo è il potenziamento<br />
della collaborazione nella catena di valore. I progetti giusta l’OQuSo devono pertanto<br />
essere supportati da almeno due livelli della catena di valore, ossia l'ente promotore deve essere<br />
costituito da un'unione degli agricoltori con addetti alla trasformazione, commercianti o<br />
consumatori.<br />
Progetti promossi - 2014/15<br />
» A43<br />
Nei primi due anni sono state inoltrate 68 domande di aiuto finanziario. Dei progetti presentati,<br />
34 adempiono le condizioni dell’ordinanza e possono beneficiare di un finanziamento iniziale.<br />
Si tratta di 17 progetti che contribuiscono ad accrescere il valore aggiunto dell’agricoltura<br />
grazie all’innovazione nel settore della qualità o della sostenibilità. In 14 provvedimenti sono<br />
contemplati standard di produzione che fissano esigenze severe per i processi di produzione e<br />
i prodotti. 3 progetti sono stati sostenuti ancora nel quadro della disposizione transitoria secondo<br />
l’articolo 13 capoverso 1. Mediante l’OQuSo vengono promossi i progetti più svariati, riguardanti<br />
la produzione animale, quella vegetale o le prestazioni di servizio. In comune hanno<br />
soltanto lo stretto legame con l’agricoltura.<br />
Uscite promozione della qualità e delle vendite<br />
Priska Dittrich, UFAG, Settore Promozione della qualità e delle vendite,priska.dittrich@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
185
Il mio Rapporto agricolo 40 / 222<br />
POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />
Caratterizzazione dei prodotti agricoli<br />
L’accertamento e il perseguimento delle frodi in relazione alle denominazioni protette dei<br />
prodotti agricoli e dei prodotti agricoli trasformati (bio, DOP/IGP, Montagna e Alpe, caratterizzazione<br />
di carne di pollame, vino) acquisiscono sempre più importanza in un contesto<br />
di maggior apertura del mercato. Da un lato i produttori esigono misure efficienti che impediscano<br />
un’insostenibile distorsione della concorrenza da parte di aziende che violano le prescrizioni,<br />
traendone, generalmente, vantaggi finanziari. Dall’altro i consumatori, soprattutto<br />
in seguito a diversi scandali alimentari, rivendicano un’elevata protezione ed efficaci strumenti<br />
per la lotta alle infrazioni in relazione alla designazione, all’importazione ed esportazione, al<br />
transito e alla caratterizzazione di prodotti agricoli.<br />
Migliore protezione di consumatori e produttori contro le frodi<br />
Il Rapporto, varato dal Consiglio federale il 4 marzo 2016 in risposta al postulato 13.3837<br />
(CS Savary) «Tutela dei consumatori e dei produttori. Qual è la situazione riguardo alle denominazioni<br />
protette dei prodotti agricoli?», illustra le pertinenti basi legali in materia di<br />
disciplinamento ed esecuzione. Inoltre fornisce una panoramica sul coordinamento tra le diverse<br />
autorità interessate e tra i singoli Cantoni nonché sull’attività di vigilanza delle autorità<br />
federali sugli organi di controllo coinvolti. Sulla base di tale analisi, nel rapporto sono<br />
valutate e proposte misure concrete per migliorare l’attuale sistema di lotta alle infrazioni per<br />
quanto riguarda le designazioni dei prodotti agricoli e dei prodotti agricoli trasformati. Attraverso<br />
le misure proposte nel rapporto (obbligo di notifica di irregolarità constatate, informazioni<br />
sui risultati dei controlli nel settore della caratterizzazione di prodotti agricoli nonché<br />
sull’applicazione delle disposizioni penali) s’intende colmare le lacune nel sistema di controllo<br />
e di esecuzione. Il rapporto è disponibile sulla pagina Internet dell'UFAG.<br />
Perseguimento delle infrazioni<br />
Nel 2015 un gruppo di lavoro interno alla Confederazione (UFAG, USAV, AFD e IPI) è stato incaricato<br />
di elaborare possibili varianti per l’attuazione dell’articolo 182 LAgr, il quale esige il<br />
coordinamento con la legislazione sulle derrate alimentari e con la legge sulle dogane e prescrive<br />
l’istituzione, da parte del Consiglio federale, di un ente centrale per l’accertamento di<br />
infrazioni. Dal varo dell’articolo 182 LAgr sono state adottate diverse misure a livello legislativo<br />
e organizzativo che promuovono la sicurezza alimentare e potenziano la protezione contro<br />
un utilizzo fraudolento o fuorviante di denominazioni protette o altre caratterizzazioni delle<br />
derrate alimentari. Il rapporto presenta, tra le altre cose, le possibilità giuridiche connesse<br />
all’articolo 182 LAgr. Poiché i temi in questione sottostanno a diverse normative e l’esecuzione<br />
è di competenza di varie autorità federali e cantonali, in una prima fase si propone una piattaforma<br />
comune sulla quale siano disponibili informazioni e risultati dei controlli.<br />
Stato attuale del Registro DOP/IGP<br />
Nel 2015 sono state inserite tre nuove denominazioni nel registro federale delle DOP e delle<br />
IGP, segnatamente Zuger Kirschtorte e i prodotti Jambon cru du Valais e Lard sec du Valais come<br />
indicazioni geografiche protette.<br />
» A48<br />
Negli ultimi mesi sono state inoltrate all’UFAG altre domande di registrazione: dalla Svizzera<br />
orientale per il St. Galler Alpkäse (come DOP) e le tre specialità appenzellesi Appenzeller Mostbröckli,<br />
Appenzeller Siedwurst e Appenzeller Pantli (come IGP) e dal Canton Friburgo per la Cuchaule<br />
(come DOP).<br />
Registro DOP / IGP al 31 dicembre 2015<br />
Il registro svizzero contiene 34 registrazioni: 21 denominazioni di origine protetta (DOP) e 13<br />
indicazioni geografiche protette (IGP), tra cui Café de Colombia (IGP), che è la prima denominazione<br />
estera. La documentazione è disponibile sulla pagina Internet dell'UFAG.<br />
186<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 41 / 222<br />
POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />
Commissione federale delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche<br />
La Commissione delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche consiglia<br />
l'UFAG nell'esecuzione dell'ordinanza del 28 maggio 1997 sulla protezione delle denominazioni<br />
di origine e delle indicazioni geografiche dei prodotti agricoli e dei prodotti agricoli trasformati<br />
(ordinanza DOP/IGP; RS 910.12). Maggiori informazioni sono disponibili sulla pagina<br />
Internet dell'UFAG.<br />
Nel 2015 la Commissione si è espressa in merito alle due domande di registrazione Jambon<br />
cru du Valais e Lard sec du Valais (IGP) e alle modifiche dell’elenco degli obblighi di Formaggio<br />
d’alpe ticinese (DOP), Gruyère (DOP), Raclette du Valais (DOP), Emmentaler (DOP) e Sbrinz (DOP).<br />
Inoltre si è espressa in merito al ricorso concernente la modifica dell’elenco degli obblighi Emmentaler<br />
(DOP).<br />
La Commissione ha trattato anche la tematica dei requisiti minimi per la registrazione di una<br />
DOP o IGP. Nella guida dell’UFAG per il deposito di una domanda di registrazione o di una domanda<br />
di modifica dell'elenco degli obblighi è stato inserito un elenco di criteri per formaggi<br />
e prodotti carnei che stabilisce in quale misura può esserci un influsso naturale sulla qualità<br />
e sulle proprietà di un prodotto DOP. Oltre a un’analisi dettagliata dei criteri, la Commissione<br />
ha discusso sui requisiti relativi alla provenienza delle materie prime per le indicazioni geografiche<br />
protette. Nel 2016 dovrebbe varare le sue raccomandazioni all’attenzione dell’UFAG che,<br />
successivamente, rivedrà ed eventualmente integrerà la guida.<br />
Paolo Degiorgi, UFAG, Settore Promozione della qualità e delle vendite, paolo.degiorgi@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
187
Il mio Rapporto agricolo 43 / 222<br />
POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />
Disposizioni sulle norme d’importazione ed esecuzione<br />
Le norme d’importazione costituiscono uno strumento importante per l’agricoltura elvetica<br />
nell’ambito del commercio estero. Le principali disposizioni in materia, come, ad esempio,<br />
quelle sui permessi generali d’importazione, sulla determinazione delle aliquote di dazio o<br />
sulla ripartizione dei contingenti doganali, sono contenute nell'ordinanza sulle importazioni<br />
agricole (OIAgr). Molti importatori e consumatori ritengono opinabili le numerose norme<br />
d'importazione, considerato che esistono sempre più accordi di libero scambio. Pertanto,<br />
l'Ufficio federale dell'agricoltura (UFAG) s'impegna, laddove possibile, per semplificarle e per<br />
ridurre il dispendio amministrativo. Nel 2015 il Consiglio federale, su proposta dell'UFAG,<br />
ha preso una decisione importante a tal riguardo, abrogando le disposizioni concernenti<br />
l'importazione prima del pagamento del prezzo di aggiudicazione nell'ambito della vendita<br />
all'asta di quote di contingente doganale.<br />
La disposizione in base alla quale, nella vendita all'asta di quote di contingente, la merce poteva<br />
essere importata all'aliquota di dazio (ADC) soltanto ad avvenuto pagamento dell'intero<br />
prezzo di aggiudicazione aveva lo scopo di evitare che le quote di contingente vendute all'asta<br />
fossero esaurite prima del pagamento del prezzo di aggiudicazione. Nel frattempo, i termini<br />
di pagamento ordinari di 30-150 giorni, a seconda del tipo di quote di contingente doganale<br />
e della durata dell'assegnazione, sono stati in parte considerevolmente ridotti. Fino a<br />
quel momento, se la merce veniva importata nel quadro del contingente doganale prima di<br />
aver pagato il prezzo di aggiudicazione, l'Amministrazione federale delle dogane (AFD) fatturava<br />
all'importatore la differenza tra l'ADC e l'aliquota di dazio fuori contingente. In pratica<br />
la merce veniva trattata come se fosse stata importata al di fuori del contingente doganale.<br />
Gli importatori potevano essere esonerati dall'obbligo di pagare il prezzo di aggiudicazione<br />
prima di effettuare l'importazione fornendo una garanzia (garanzia bancaria o fideiussione).<br />
Nella sua sentenza del 24 gennaio 2014, il Tribunale federale ha ritenuto sproporzionata la<br />
richiesta di versare la differenza tra le aliquote di dazio in caso di mancato pagamento del<br />
prezzo di aggiudicazione prima dell'importazione. Di conseguenza si è dovuto procedere alla<br />
modifica delle pertinenti disposizioni. Nell’ottica di sgravare gli importatori, quelle contenute<br />
nell'OIAgr sono state abrogate con effetto al 1° gennaio 2016. Le disposizioni relative al pagamento<br />
del prezzo di aggiudicazione, ai termini e ai solleciti non sono invece state modificate.<br />
Un'altra semplificazione amministrativa decisa dal Consiglio federale riguarda l'importazione<br />
di orzo, avena e mais nel quadro del contingente doganale n. 28 (Cereali grezzi destinati<br />
all'alimentazione umana). Fino a quel momento, i cereali in questione potevano essere importati<br />
soltanto da chi disponeva di adeguati impianti di trasformazione, trasformava nella propria<br />
azienda le merci importate, garantiva, con rese minime stabilite, la fabbricazione di prodotti<br />
idonei all'alimentazione umana e si impegnava a pagare posticipatamente la differenza di<br />
dazio qualora i valori di resa stabiliti non fossero stati raggiunti. Il contrasto con un disciplinamento<br />
del mercato liberale ed efficiente dal profilo amministrativo era palese e pertanto le<br />
disposizioni sono state snellite. Dal 2016 chi intende importare cereali grezzi nel quadro del<br />
contingente doganale deve soltanto confermare all'AFD che si impegnerà a utilizzare la merce<br />
per l'alimentazione umana e che nella trasformazione sarà raggiunta una resa minima. In tal<br />
modo il controllo è garantito e ci si assicura che non venga destinata all'alimentazione degli<br />
animali una quota troppo grande di cereali grezzi.<br />
Nel 2015 è stato nuovamente necessario aumentare temporaneamente alcuni contingenti doganali<br />
e contingenti doganali parziali per coprire il fabbisogno nazionale. Tutti e tre i contingenti<br />
doganali parziali di patate (da semina, da tavola e destinate alla trasformazione) sono<br />
stati temporaneamente aumentati una volta. Nell'anno oggetto del rapporto sono, inoltre,<br />
state prese decisioni per un sufficiente approvvigionamento del mercato di patate nel 2016. I<br />
raccolti scarsi e la presenza di un numero superiore alla media di tuberi di piccole dimensioni,<br />
hanno determinato un maggior fabbisogno d’importazione, soprattutto da parte dell'industria<br />
di trasformazione. Per far fronte alle maggiorazioni di contingenti doganali, effettuate a più ri-<br />
188<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 44 / 222<br />
POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />
prese negli ultimi anni, l'UFAG ha chiesto al Consiglio federale di aumentare permanentemente<br />
da 2500 a 4000 tonnellate, a partire dal 2017, per lo meno il contingente doganale parziale<br />
delle patate da semina.<br />
L'UFAG è responsabile anche dell'adeguamento periodico dei tributi doganali su zucchero,<br />
cereali, alimenti per animali e semi oleosi. Il Consiglio federale ha delegato all'UFAG questo<br />
compito fissando norme severe. I tributi doganali contemplano i dazi e i contributi al fondo di<br />
garanzia. Per i cereali panificabili i tributi non hanno subito variazioni nel 2015. Quelli per lo<br />
zucchero sono stati modificati con effetto al 1° febbraio 2015, quelli per gli alimenti per animali<br />
e i semi oleosi, come di consueto, mensilmente, poiché nell'ampia gamma di prodotti si<br />
è sempre reso necessario adeguarne qualcuno.<br />
Una sintesi dettagliata di queste modifiche è contenuta nel rapporto del Consiglio federale<br />
concernente le misure tariffali prese nel 2015 nel quale sono pubblicati anche l’attribuzione<br />
e l'utilizzo delle quote dei contingenti doganali. Informazioni in proposito e su altri temi concernenti<br />
le importazioni agricole sono disponibili sul sito Internet dell’UFAG sotto Temi > Importazione<br />
di prodotti agricoli o direttamente sotto www.import.ufag.admin.ch.<br />
Ripartizione dei contingenti doganali per la carne rossa in base al numero<br />
di macellazioni<br />
Il 2015 è stato il primo anno in cui il 40 per cento delle quote di contingente doganale di carne<br />
bovina, ovina, caprina ed equina è stato ripartito in base al nuovo metodo del numero di animali<br />
macellati. Le quote sono state calcolate sulla scorta delle domande inoltrate dai cosiddetti<br />
beneficiari della cessione alla banca dati sul traffico di animali (BDTA) entro il 31 agosto 2014.<br />
Il beneficiario della cessione è la persona autorizzata dal macello nell'ambito della notifica di<br />
macellazione e mediante registrazione del rispettivo numero BDTA a presentare domanda per<br />
ottenere quote di contingente. Naturalmente anche il macello stesso può essere il beneficiario<br />
della cessione. Persino il modulo elettronico è impostato in maniera tale che nella maschera<br />
per la registrazione della notifica di macellazione nel campo “beneficiario della cessione” la<br />
prima indicazione che compare è il numero BDTA del macello. Le domande di quote di contingente<br />
del 2016 erano basate sul periodo di calcolo (periodo di macellazione) dal 1° luglio 2014<br />
al 30 giugno 2015. A differenza del periodo di calcolo per le quote di contingente del 2015, che<br />
andava soltanto dal 1° gennaio al 30 giugno 2014, nell'anno oggetto del rapporto, ai fini del<br />
calcolo delle quote per l’anno seguente ci si è basati per la prima volta sul numero delle macellazioni<br />
di un anno intero. Di conseguenza le cifre utilizzate per il calcolo nel caso di ovini ed<br />
equini sono più che raddoppiate. Per i bovini e soprattutto per i caprini, macellati prevalentemente<br />
in primavera, l'aumento non è stato così marcato, ed ammontava rispettivamente all’80<br />
e al 46 per cento. Si constata che le quote di macellazioni fatte valere sono alte, commisurate<br />
al numero di animali effettivamente macellati. Per tutte e quattro le specie animali, in media,<br />
sono ammontate al 97,7 per cento, il che equivale a una crescita di quasi il 7 per cento rispetto<br />
al primo periodo di calcolo, riconducibile soprattutto al forte incremento delle macellazioni di<br />
bovini; infatti, per l'assegnazione di quote di contingente è stato fatto valere il 98,4 per cento<br />
delle 640 872 macellazioni. Nella tabella seguente sono riportati altri valori e cifre.<br />
La tabella contiene anche dati relativi alla concentrazione delle quote correlata al nuovo metodo<br />
di ripartizione. Le ripartizioni sono molto ampie per tutti e quattro i tipi di carne. Nel<br />
complesso, 279 persone (2014: 244) hanno ricevuto quote sulla scorta della macellazione di<br />
almeno una specie animale. Le ripartizioni sono tuttavia anche molto unilaterali. Il totale delle<br />
5 maggiori quote per tutte le specie animali è aumentato attestandosi su una percentuale compresa<br />
tra il 52 e il 64 per cento. Parallelamente è cresciuto il numero dei titolari di quote inferiori<br />
all'1 per cento, eccezion fatta per i bovini dove il numero è rimasto invariato a 210.<br />
L’incremento del numero dei titolari di piccole quote potrebbe indurre a pensare che il totale di<br />
quelle inferiori all'1 per cento sia aumentato. Tuttavia ciò si è verificato soltanto per i caprini<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
189
Il mio Rapporto agricolo 45 / 222<br />
POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />
dove si è registrato un massiccio aumento, pari al 5 per cento. Per bovini ed equini il totale è<br />
rimasto invariato, mentre per gli ovini è diminuito addirittura di quasi il 3 per cento.<br />
Risultati delle vendite all’asta per il periodo di contingentamento<br />
2015<br />
La ripartizione dei contingenti doganali rappresenta una parte considerevole dell’esecuzione<br />
delle norme d’importazione. Per quelli che non possono essere assegnati tramite la procedura<br />
più semplice, ovvero in base all’ordine di entrata delle dichiarazioni doganali («procedura<br />
progressiva»), si effettua spesso la vendita all’asta. Per il periodo di contingentamento 2015<br />
l’UFAG ha indetto 95 bandi per assegnare diversi contingenti doganali parziali. Il numero delle<br />
vendite all'asta è sceso leggermente al di sotto di 100 perché nel settore della carne sono stati<br />
venduti all'asta soltanto 84 contingenti doganali parziali, tra cui nessuno per la carne suina.<br />
Anche i quantitativi messi all'asta sono diminuiti. Ciò è riconducibile in primo luogo al nuovo<br />
sistema di ripartizione dei contingenti doganali per l'importazione di carne. Per la liberazione<br />
di carne bovina, ovina, caprina ed equina, dal 2015 il 40 per cento delle quote di contingente<br />
doganale è ripartito in base al numero di animali macellati. Ciò ha determinato un calo del 18<br />
per cento circa, rispetto al 2014, dei quantitativi di contingenti doganali messi all'asta che<br />
sono passati da 87 553 a 71 919 tonnellate. Il ricavo nel settore della carne è calato del 14,9<br />
per cento (-35,3 mio. fr.) attestandosi a 201,1 milioni di franchi. Il calo percentuale segnato<br />
dai quantitativi è stato maggiore rispetto a quello del ricavo e ciò indica che i prezzi d'asta per i<br />
contingenti doganali di carne sono generalmente aumentati. Per quanto riguarda le categorie<br />
di carne ripartite in base al nuovo sistema, si è registrato un calo di oltre il 40 per cento sia del<br />
quantitativo (-51 %; 15 358 t) sia del ricavo (-41,3 %; 38,5 mio. fr.). Il prezzo d'aggiudicazione<br />
medio è tuttavia aumentato di 10 centesimi attestandosi a 2.80 fr./kg per tutte le categorie<br />
di carne. Per quelle assegnate nella misura del 40 per cento in base al nuovo metodo di ripartizione<br />
si è osservato addirittura un rincaro di 60 centesimi a 3.56 fr./kg.<br />
Gli offerenti usufruiscono praticamente per tutti i bandi della possibilità di presentare le<br />
offerte mediante l’applicazione Internet Vendita all’asta elettronica. Più dell'80 per cento<br />
delle oltre 8000 offerte è stato inoltrato in questa maniera. La percentuale è rimasta praticamente<br />
invariata anche se avrebbe potuto essere maggiore se l'unico problema degno di nota<br />
nell'applicazione web non si fosse verificato proprio alcune ore prima della scadenza del termine<br />
di presentazione delle offerte per una liberazione semestrale di contingenti doganali per<br />
l'importazione di carne.<br />
Nella tabella seguente sono riportati i risultati dettagliati delle vendite all’asta di contingenti<br />
del 2015.<br />
» A49<br />
Risultati delle vendite all'asta per il periodo di contingentamento 2015<br />
Emanuel Golder, UFAG, Settore Importazioni ed esportazioni, emanuel.golder@blw.admin.ch<br />
190<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 47 / 222<br />
POLITICA > PRODUZIONE E SMERCIO<br />
Legge sul cioccolato<br />
La legge federale sull'importazione e l'esportazione dei prodotti agricoli trasformati (cosiddetta<br />
«legge sul cioccolato») crea un sistema di compensazione del prezzo alla frontiera svizzera<br />
per i prodotti agricoli trasformati: all'atto dell'importazione il prezzo delle materie prime<br />
in essi contenute viene innalzato al livello di quello applicato in Svizzera mediante dazi (elementi<br />
parziali mobili); al momento dell'esportazione la Confederazione può concedere contributi<br />
all'esportazione per determinate materie prime in modo da ridurre il loro prezzo al<br />
livello di quello estero. Tale sistema mira a compensare il divario di prezzo delle materie prime<br />
dell'industria agroalimentare svizzera riconducibile alla politica agricola.<br />
Contributi all’esportazione nell'anno di contribuzione 2015<br />
Nell'anno di contribuzione 2015 (dicembre 2014-novembre 2015) nell'ambito della legge sul<br />
cioccolato erano a disposizione per i contributi all'esportazione 95,6 milioni di franchi. Di<br />
questi, 79,471 milioni di franchi sono stati impiegati per i latticini di base e 16,128 milioni per<br />
i cereali di base.<br />
Nonostante le riduzioni, neanche nell'anno di contribuzione 2015 si sono potute soddisfare<br />
tutte le richieste di contributi all’esportazione. Il disavanzo ammonta a 6,821 milioni di<br />
franchi, tenendo conto che per il burro non compensato alle aziende interessate sono stati attribuiti<br />
diritti d’importazione del controvalore di 0,778 milioni di franchi.<br />
Nel 2015 la quota di materie prime agricole esportate attraverso la legge sul cioccolato è stata,<br />
rispetto alla produzione totale, del 6 per cento circa per il latte e dell'11 per cento circa per<br />
il frumento.<br />
Tim Kränzlein, UFAG, Settore Politica commerciale internazionale, tim.kraenzlein@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
191
Il mio Rapporto agricolo 48 / 222<br />
POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />
Sistema dei pagamenti diretti<br />
Il 23 ottobre 2013, il Consiglio federale ha varato le disposizioni d'esecuzione sulla Politica<br />
agricola 2014-2017 (PA 14-17). Dal 1° gennaio 2014 esistono sette tipi di contributi nel quadro<br />
dei pagamenti diretti, i cui indirizzi di fondo si rispecchiano nella loro denominazione.<br />
• Contributi per il paesaggio rurale<br />
• Contributi per la sicurezza dell'approvvigionamento<br />
• Contributi per la biodiversità<br />
• Contributo per la qualità del paesaggio<br />
• Contributi per i sistemi di produzione<br />
• Contributi per l'efficienza delle risorse<br />
• Contributo di transizione<br />
I mezzi finanziari vengono impiegati a favore di prestazioni dell'agricoltura non remunerate<br />
dal mercato:<br />
• preservazione di un paesaggio rurale variato e attrattivo per la popolazione;<br />
• preservazione di un approvvigionamento sicuro della popolazione in derrate alimentari;<br />
• promozione e preservazione della biodiversità nell'ambito del primario;<br />
192<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 49 / 222<br />
POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />
• promozione di metodi di produzione particolarmente in sintonia con la natura e rispettosi<br />
delle risorse e del benessere degli animali preservando la produttività.<br />
Mezzi finanziari<br />
Fino al 2013 veniva fatta una distinzione essenzialmente tra pagamenti diretti generali ed ecologici,<br />
mentre dal 2014 vi sono 7 tipi di contributi.<br />
Uscite per i pagamenti diretti<br />
Ambito di spesa 2012 2013 2014 2015 2016¹<br />
mio. fr. mio. fr. mio. fr. mio. fr.<br />
Pagamenti diretti<br />
generali<br />
Pagamenti diretti<br />
ecologici<br />
2 163 2 146<br />
641 667<br />
Contributi per il<br />
paesaggio rurale<br />
Contributi per<br />
la sicurezza<br />
dell'approvvigionamento<br />
Contributi per la<br />
biodiversità<br />
Contributi per la<br />
qualità del paesaggio<br />
Contributi per i<br />
sistemi di produzione<br />
Contributi per<br />
l’efficienza delle<br />
risorse<br />
Contributi per<br />
programmi sulla<br />
protezione delle<br />
acque<br />
e sulle risorse<br />
(LPAc e LAgr art.<br />
77a/b)<br />
Contributo/i di<br />
transizione<br />
Riduzioni / acconti<br />
e pagamenti<br />
suppletivi<br />
ecc.<br />
496 504 505<br />
1 096 1 094 1 095<br />
364 387 400<br />
70 125 130<br />
439 450 455<br />
6 17 45<br />
31 26<br />
308 178 179<br />
13 15 6 2<br />
Totale 2 791 2 798 2 804 2 784 2 809<br />
N.B.: Non è possibile effettuare un paragone diretto con i dati del Conto dello Stato. I valori si riferiscono all’intero<br />
anno di contribuzione, mentre il Conto dello Stato riporta le spese sostenute durante un anno civile.<br />
¹ Preventivo 2016 secondo il Decreto del Consiglio federale del 09.12.2015<br />
Fonte: UFAG<br />
Ripartizione dei mezzi finanziari<br />
Le aziende agricole si sono rapidamente adeguate al nuovo sistema dei pagamenti diretti e<br />
notificano le prestazioni che forniscono per la società. Per questo motivo, nel 2015 le uscite per<br />
i programmi dei pagamenti diretti (biodiversità, qualità del paesaggio, sistemi di produzione,<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
193
Il mio Rapporto agricolo 50 / 222<br />
POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />
efficienza delle risorse) sono state superiori rispetto all'anno precedente. Di conseguenza, i<br />
mezzi finanziari disponibili per il contributo di transizione sono passati da 308 a 178 milioni<br />
di franchi.<br />
Panoramica sui tipi di contributi<br />
» A50<br />
» A51<br />
» A52<br />
Per maggiori indicazioni sui singoli tipi di contributi e sugli importi versati nel 2015 si rimanda<br />
alla seguente tabella.<br />
Pagamenti diretti a livello aziendale per classe di dimensioni<br />
(zona di pianura e collinare)<br />
» A53<br />
Pagamenti diretti a livello aziendale per classe di dimensioni<br />
(zona di montagna I e II)<br />
» A54<br />
Pagamenti diretti a livello aziendale per classe di dimensioni (zona di<br />
montagna III e IV)<br />
» A55<br />
Pagamenti diretti a livello aziendale per regione (pianura, collinare,<br />
montagna)<br />
Doris Werder, UFAG, Unità di direzione Pagamenti diretti e sviluppo rurale, doris.werder@blw.admin.ch<br />
194<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 57 / 222<br />
POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />
Condizioni per il versamento di pagamenti diretti<br />
Per poter ricevere pagamenti diretti i gestori devono rispettare numerose condizioni, tra cui<br />
ne rientrano alcune di natura generale quali forma giuridica, formazione e domicilio di diritto<br />
civile, ma anche criteri strutturali e sociali determinanti come ad esempio volume di lavoro minimo<br />
o età del gestore. A ciò si aggiungono condizioni specifiche di carattere ecologico in base<br />
al concetto della prova che le esigenze ecologiche sono rispettate (PER). Gli oneri della PER<br />
comprendono: un bilancio di concimazione equilibrato, una quota adeguata di superfici per la<br />
promozione della biodiversità, una gestione di superfici in inventari d'importanza nazionale<br />
conforme alle prescrizioni, un avvicendamento disciplinato delle colture, una protezione adeguata<br />
del suolo, un'utilizzazione mirata dei prodotti fitosanitari e una detenzione degli animali<br />
da reddito agricoli rispettosa delle loro esigenze. La PER è finalizzata a promuovere una produzione<br />
agricola rispettosa dell'ambiente, sostenibile e conforme alla protezione degli animali. È<br />
sancita nella Costituzione federale quale presupposto per l'ottenimento di pagamenti diretti.<br />
Lacune in relazione alle prescrizioni determinanti ne comportano riduzioni o il diniego.<br />
I pagamenti diretti sono riservati ai gestori delle aziende contadine che coltivano il suolo.<br />
Fanno eccezione i contributi per la biodiversità e quello per la qualità del paesaggio, visto che<br />
entrambi questi tipi di pagamenti diretti possono essere concessi anche a persone giuridiche<br />
con sede in Svizzera, a Cantoni e Comuni. In tal modo è possibile evitare aree scoperte nei progetti<br />
di interconnessione e per la qualità del paesaggio.<br />
Il limite d'età resta invariato. I pagamenti diretti sono versati per l'ultima volta nell'anno in<br />
cui il gestore compie 65 anni. Il diritto al contributo decade nell'anno in cui ne compie 66. Il<br />
limite d'età mira a contrastare il rinvio ad oltranza della cessione della fattoria e a promuovere<br />
il mutamento strutturale e il ricambio generazionale. A maggior ragione, perché le prestazioni<br />
dell'AVS e di altre eventuali casse di previdenza vanno a sostituire il reddito da attività lucrativa<br />
indipendente nel primario.<br />
Le esigenze relative alla formazione vengono mantenute anche nella PA 14-17. L'unica modifica<br />
è costituita dal fatto che, al momento dell'inoltro della domanda, la formazione continua<br />
deve essere terminata. Tale disposizione consente di evitare problemi nel rimborso in caso di<br />
interruzione della formazione continua o di mancato conseguimento del rispettivo diploma.<br />
Affinché le prestazioni possano essere fornite in modo efficiente e sostenibile e sia garantita<br />
la buona pratica agricola, sono necessarie solide conoscenze.<br />
Le esigenze relative alla formazione non vanno adempiute se il gestore cede l'azienda al coniuge<br />
essendo prossimo il raggiungimento del limite d'età. In tal caso è posta la condizione<br />
di una collaborazione almeno decennale. Ciò consente di evitare casi di rigore se, ad esempio,<br />
non vi è alcun successore.<br />
Nel caso di società di persone i contributi sono ridotti proporzionalmente per ogni persona che<br />
ha superato il limite d'età. Considerato un importo dei pagamenti diretti di 60 000 franchi, in<br />
una società con tre soci i contributi sono ridotti di un terzo, cioè a 40 000 franchi, se un socio<br />
raggiunge il limite di età.<br />
Fino al 2015 i pagamenti diretti venivano erogati soltanto se l'azienda disponeva di almeno<br />
0,25 unità standard di manodopera (USM). In seguito all'adeguamento dei coefficienti USM<br />
con effetto al 1° gennaio 2016, la dimensione minima dell'azienda è stata ridotta da 0,25 a<br />
0,2 USM. Questo limite minimo consente di escludere aziende di esigue dimensioni e quindi di<br />
ridurre il dispendio amministrativo poiché si evitano sovvenzioni irrisorie.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
195
Il mio Rapporto agricolo 58 / 222<br />
POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />
Per USM dell'azienda vengono versati 70 000 franchi al massimo. Questa disposizione fa da<br />
deterrente a estendere eccessivamente le superfici per la promozione della biodiversità (SPB)<br />
in singole aziende, soprattutto nella regione di pianura. L'incremento delle SPB generalmente<br />
comporta una riduzione degli effettivi di animali. Anche le USM dell'azienda, dunque, diminuiscono<br />
e pertanto può essere efficace porre un limite. Da questa limitazione sono esclusi i<br />
contributi per l'interconnessione, per la qualità del paesaggio, per l'efficienza delle risorse e di<br />
transizione. A causa del cofinanziamento da parte dei Cantoni dei contributi per la qualità del<br />
paesaggio e per l'interconnessione, l'esecuzione sarebbe sproporzionatamente più difficile se<br />
per questi contributi si applicasse il limite USM. Anche i contributi per l'efficienza delle risorse,<br />
ad esempio per l'acquisto di attrezzature fitosanitarie, non sono soggetti al limite USM, così<br />
come il contributo di transizione per non comprometterne l'effetto ammortizzante nella transizione<br />
al nuovo sistema.<br />
Efficacia delle limitazioni dei pagamenti diretti per USM<br />
Limitazione per unità<br />
standard di manodopera<br />
(USM)<br />
Aziende interessate Riduzioni Quota rispetto al<br />
contributo delle aziende<br />
interessate<br />
Quota rispetto<br />
all'importo totale dei<br />
PD<br />
Numero fr. % %<br />
2014 30 173 622 8,13 0,01<br />
2015 35 190 718 6,20 0,01<br />
Fonte: UFAG<br />
Inoltre, almeno il 50 per cento dei lavori necessari alla gestione dell'azienda deve essere svolto<br />
con manodopera propria dell'azienda. Le aziende gestite con manodopera prevalentemente<br />
esterna non ricevono pagamenti diretti.<br />
Delle 51 939 (2014: 52 838) aziende attive tutto l'anno, al di sopra del limite di rilevazione<br />
federale e registrate in AGIS nel 2015, 46 811 (2014: 47 600) hanno ricevuto pagamenti diretti.<br />
Le considerazioni precedenti di riferiscono alle condizioni poste alle aziende attive tutto<br />
l'anno. Per ottenere pagamenti diretti nella regione d'estivazione il gestore deve gestire<br />
l'azienda d'estivazione per proprio conto e a proprio rischio e pericolo e avere domicilio<br />
in Svizzera (cfr. art. 10 OPD). Devono altresì essere adempiute le esigenze in materia di<br />
gestione dell'azienda (cfr. art. 26-34 OPD e la sezione del presente rapporto sulle aziende<br />
d'estivazione).<br />
Daniel Meyer, UFAG, Settore Pagamenti diretti Basi, daniel.meyer@blw.admin.ch<br />
196<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 59 / 222<br />
POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />
Esecuzione<br />
Controlli<br />
La pianificazione, l'esecuzione e la documentazione dei controlli nelle aziende agricole sono<br />
di competenza dei Cantoni (cfr. art. 104 OPD). Essi possono delegare determinati controlli a<br />
organizzazioni di diritto privato a condizione che le verifichino per campionatura.<br />
Conformemente all'ordinanza sul coordinamento dei controlli delle aziende agricole (OCoC),<br />
ogni azienda va controllata a cadenza almeno quadriennale, onde appurare se osserva le prescrizioni<br />
per beneficiare dei pagamenti diretti. Una parte considerevole di tali prescrizioni è<br />
rappresentata dalla prova che le esigenze ecologiche sono rispettate (PER). In deroga a tale<br />
principio, per i programmi «Qualità del paesaggio» e «Biodiversità, livello qualitativo II» si applica<br />
una frequenza di 8 anni. Anche nelle aziende d'estivazione e in quelle con pascoli comunitari<br />
vanno eseguiti controlli ogni 8 anni, al fine di appurare se sono adempiute le prescrizioni<br />
in materia di gestione. Oltre a queste frequenze minime per i cosiddetti controlli di base, vanno<br />
effettuati controlli supplementari in funzione dei rischi presenti nelle singole aziende nonché<br />
controlli aleatori su campione. A tal fine sono stati definiti punti di controllo standardizzati che<br />
si fondano sulle esigenze delle pertinenti ordinanze. Anche le riduzioni dei pagamenti diretti<br />
sono disciplinate, segnatamente nell'OPD. Le aziende vengono quindi controllate su tutto il<br />
territorio nazionale applicando gli stessi principi e in caso di lacune vengono irrogate sanzioni,<br />
applicando riduzioni dei pagamenti diretti uguali per tutte.<br />
In virtù dell'OCoC, I Cantoni sono tenuti a coordinare i controlli in ambito veterinario e in quello<br />
della protezione delle acque con i controlli prescritti nel settore agricolo. L'obiettivo è che ogni<br />
azienda non venga sottoposta a più di un controllo di base l'anno. Le aziende in cui sono state<br />
riscontrate lacune, invece, presentano un rischio più elevato e di conseguenza possono venir<br />
controllate con maggiore frequenza.<br />
In caso di mancato adempimento delle prescrizioni determinanti per i pagamenti diretti, i Cantoni<br />
riducono i contributi come stabilito nell'OPD. Nel 2015, complessivamente 46 800 aziende<br />
agricole hanno ricevuto pagamenti diretti. Nell'11 per cento di esse i servizi di controllo hanno<br />
riscontrato lacune, che hanno comportato riduzioni dei pagamenti diretti per un importo totale<br />
di 6,2 milioni di franchi circa.<br />
Autorizzazioni speciali nel settore della protezione fitosanitaria<br />
Nell'ambito della PER l'impiego di prodotti fitosanitari è sottoposto a determinate restrizioni.<br />
In circostanze particolari e in casi motivati, gli agricoltori possono richiedere<br />
un'autorizzazione speciale ai sensi del numero 6.4 dell'allegato OPD presso il servizio fitosanitario<br />
cantonale per poter trattare le colture con prodotti fitosanitari supplementari. Nel 2015<br />
ne sono state rilasciate 2570 per circa 9 184 ettari di superficie agricola utile, registrando un<br />
aumento relativamente sensibile. Ciò è riconducibile da un lato alle condizioni meteorologiche<br />
(lungo periodo caldo in autunno) che in alcune situazioni ha reso indispensabile una lotta tardiva<br />
alle malerbe. Dall’altro sono stati autorizzati nuovi prodotti (p.es. contro gli elateridi nella<br />
coltivazione di patate) e altri sono stati ritirati (p.es. la concia delle sementi, in parte sostituita<br />
da applicazioni tramite irroratrici). I prodotti previsti a tal scopo possono tuttavia essere<br />
utilizzati soltanto previa autorizzazione speciale e questo spiega in parte il numero elevato di<br />
rilasci nel 2015.<br />
In frutticoltura e in viticoltura è stato in parte necessario proteggere i raccolti anche contro il<br />
parassita drosofila del ciliegio (Drosophila suzukii). La forte infestazione è stata anche causata<br />
da condizioni meteorologiche particolari. Nelle regioni colpite sono state rilasciate autorizzazioni<br />
speciali regionali.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
197
Il mio Rapporto agricolo 60 / 222<br />
POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />
Autorizzazioni speciali rilasciate nel settore fitosanitario 2015<br />
Totale Autorizzazioni Superficie<br />
Categoria Numero di aziende % delle aziende con<br />
autorizzazioni speciali<br />
ha<br />
% della superficie interessata<br />
Applicazione di prodotti<br />
fitosanitari<br />
durante il periodo<br />
di divieto di trattamento<br />
vigente<br />
d'inverno<br />
Impiego di granulati<br />
insetticidi e nematocidi<br />
Cereali: lotta contro<br />
la criocera del frumento<br />
Patate: lotta contro<br />
la dorifora<br />
Leguminose, girasole,<br />
tabacco: lotta<br />
contro gli afidi<br />
Lotta contro altri<br />
organismi nocivi in<br />
campicoltura<br />
Terreni permanentemente<br />
inerbiti:<br />
trattamento delle superfici<br />
Applicazione di erbicidi<br />
totali<br />
261 10,16 1 085,15 11,82<br />
335 13,04 1 302,82 14,19<br />
113 4,40 556,34 6,06<br />
168 6,54 815,49 8,88<br />
33 1,28 114,91 1,25<br />
1 263 49,14 4 484,7 48,83<br />
62 2,41 252,72 2,75<br />
247 9,61 456,36 4,97<br />
Orticoltura 0 0,00 0 0,0<br />
Frutticoltura 68 2,65 99,41 1,08<br />
Vitivinicoltura 20 0,78 16,06 0,17<br />
Totale 2 570 100,00 9 183,96 100,00<br />
Peter Zbinden, UFAG, Settore Pagamenti diretti Programmi, peter.zbinden@blw.admin.ch<br />
Laurent Nyffenegger, UFAG, Settore Pagamenti diretti Programmi<br />
laurent.nyffenegger@blw.admin.ch<br />
198<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 61 / 222<br />
POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />
Contributi per il paesaggio rurale<br />
Mediante i contributi per il paesaggio rurale viene promossa la preservazione dell’apertura di<br />
tale paesaggio. Sono finalizzati a garantire una gestione globale delle superfici agricole e alpestri<br />
onde impedire l’avanzamento del bosco, segnatamente in regioni e zone caratterizzate<br />
da difficoltà climatiche o topografiche. Un paesaggio rurale aperto funge da base per la fornitura<br />
delle altre prestazioni d’interesse generale.<br />
I contributi per il paesaggio rurale si compongono di sei contributi parziali:<br />
• contributo per la preservazione dell'apertura del paesaggio,<br />
• contributo di declività,<br />
• contributo per le zone in forte pendenza,<br />
• contributo di declività per i vigneti,<br />
• contributo di alpeggio,<br />
• contributo d’estivazione.<br />
Il 76 per cento dei contributi per il paesaggio rurale è versato ad aziende attive tutto l'anno,<br />
sotto forma di contributo per la preservazione dell'apertura del paesaggio, contributo di declività,<br />
contributo per le zone in forte pendenza, contributo di declività per i vigneti e contributo<br />
di alpeggio. Il restante 24 per cento dei contributi per il paesaggio rurale è versato ad aziende<br />
d'estivazione sotto forma di contributo d'estivazione.<br />
Contributo per la preservazione dell'apertura del paesaggio<br />
Il contributo per la preservazione dell'apertura del paesaggio è graduato secondo la zona al<br />
fine di tenere adeguatamente conto delle difficoltà di gestione nelle zone ad altitudine più elevata.<br />
Per difficoltà di gestione si intendono, in particolare, il periodo di vegetazione più breve a<br />
causa delle condizioni climatiche, le vie di comunicazione e l'accesso (dal villaggio o dal centro<br />
più vicino) nonché la conformazione del terreno. Poiché nella regione di pianura l'apertura<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
199
Il mio Rapporto agricolo 62 / 222<br />
POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />
del paesaggio è garantita senza contributi, non viene versato alcun contributo specifico. Nella<br />
regione di montagna e in quella collinare viene corrisposto un contributo per ettaro crescente<br />
in funzione delle zone.<br />
Aliquote del contributo per la preservazione dell'apertura del paesaggio 2015<br />
Zona<br />
fr./ha<br />
Zona di pianura 0<br />
Zona collinare 100<br />
Zona di montagna I 230<br />
Zona di montagna II 320<br />
Zona di montagna III 380<br />
Zona di montagna IV 390<br />
Contributo per la preservazione dell'apertura del paesaggio 2015<br />
Caratteristica Unità Regione di pianurtagna<br />
Regione collinare Regione di mon-<br />
Totale<br />
Superficie ha 22 517 237 311 282 584 542 412<br />
Azienda Numero 4 272 12 836 14 052 31 160<br />
Superficie per<br />
azienda<br />
Contributo per<br />
azienda<br />
ha 5,27 18,49 20,11 17,41<br />
fr. 808 3 106 6 938 4 519<br />
Totale contributi 1 000 fr. 3 453 39 863 97 499 140 815<br />
Fonte: UFAG<br />
Anche le aziende nella regione di pianura ricevono un contributo per la preservazione<br />
dell'apertura del paesaggio se gestiscono superfici nella regione collinare o in quella di montagna.<br />
Visto che la porzione principale delle loro superfici è situata nella regione di pianura,<br />
queste aziende ricevono comunque un contributo più basso rispetto alle aziende che gestiscono<br />
superfici situate prevalentemente nella regione di montagna.<br />
Contributi di declività<br />
Mediante i contributi di declività vengono compensate le difficoltà connesse alla gestione delle<br />
superfici nelle zone declive delle regioni di collina e di montagna. Tali contributi sono versati<br />
soltanto per prati, terreni da strame, superfici coltive e colture perenni. I prati devono essere<br />
falciati almeno una volta l’anno mentre i terreni da strame a intervalli da uno a tre anni. Le<br />
zone declive sono suddivise in due categorie.<br />
Dal 2017 i contributi di declività saranno stanziati anche nella zona di pianura e verrà introdotto<br />
un terzo livello di declività per le superfici in forte pendenza con una declività superiore<br />
al 50 per cento, in funzione del quale saranno erogati contributi più alti. Il nuovo livello di declività<br />
consentirà di preservare l'apertura di queste superfici particolarmente minacciate sostenendone<br />
meglio la gestione.<br />
200<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 63 / 222<br />
POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />
Aliquote del contributo di declività 2015<br />
Terreno declivo<br />
fr./ha<br />
Declività 18-35 % 410<br />
Declività > 35 % 700<br />
Contributo di declività 2015<br />
Caratteristica Unità Regione di pianura<br />
Superfici aventi<br />
diritto al contributo<br />
con:<br />
- declività<br />
18-35% (in ha)<br />
- declività >35%<br />
(in ha)<br />
Regione collinare<br />
Regione di montagna<br />
Totale<br />
ha 5 107 58 970 69 171 133 247<br />
ha 1 584 16 590 58 230 76 404<br />
Totale ha 6 690 75 560 127 401 209 652<br />
Numero di aziende<br />
Contributo per<br />
azienda (in fr.)<br />
Numero 2 337 11 662 13 325 27 324<br />
fr. 1 370 3 069 5 187 3 957<br />
Totale contributi 1 000 fr. 3 202 35 791 69 121 108 114<br />
Fonte: UFAG<br />
Dei 210 000 ettari di SAU di superfici declive, quasi 2/3 rientrano nella categoria con declività<br />
del 18-35 per cento. L’estensione delle superfici notificate è anche dovuta alle condizioni meteorologiche<br />
che incidono sul tipo di gestione (più o meno pascoli o prati da sfalcio).<br />
Contributo per le zone in forte pendenza<br />
Il contributo per le zone in forte pendenza è erogato alle aziende con una quota elevata di<br />
superfici scoscese. Tiene conto del dispendio aggiuntivo per le aziende, risultante dalla gestione<br />
di prati da sfalcio in forte pendenza (spandimento del concime aziendale, sfalcio più frequente).<br />
Aumenta linearmente in funzione della quota di zone in forte pendenza rispetto alla<br />
superficie aziendale. La soglia minima per beneficiare dei contributi è una quota del 30 per<br />
cento di superfici declive.<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
201
Il mio Rapporto agricolo 64 / 222<br />
POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />
Aliquote del contributo per le superfici in forte pendenza* 2015<br />
Quota di superficie con contributo di declività con declività<br />
>35 % rispetto alla SAU<br />
avente diritto al contributo<br />
fr./ha<br />
30 % 100<br />
40 % 229<br />
50 % 357<br />
60 % 486<br />
70 % 614<br />
80 % 743<br />
90 % 871<br />
100 % 1 000<br />
* Le aliquote sono indicate per quote crescenti di volta in volta del 10 per cento. Comunque aumentano costantemente<br />
in funzione della quota delle superfici con declività >35 per cento.<br />
Contributo per le zone in forte pendenza 2015<br />
Caratteristica Unità Regione di pianura<br />
Superfici aventi<br />
diritto a contributi<br />
(declività<br />
>35%)<br />
Numero di aziende<br />
Superficie per<br />
azienda<br />
Contributo per<br />
azienda (in fr.)<br />
Regione collinare<br />
Regione di montagna<br />
Totale<br />
ha 45 3 313 35 091 38 448<br />
Numero 10 706 4 769 5 485<br />
ha 4,47 4,69 7,36 7,01<br />
fr. 623 1 286 2 630 2 453<br />
Totale contributi 1 000 fr. 6 908 12 540 13 454<br />
Fonte: UFAG<br />
I fondi dei contributi per le zone in forte pendenza vanno a beneficio soprattutto della regione<br />
di montagna. Il 65 per cento va ad aziende con superfici inferiori a 20 ettari.<br />
Contributo di declività per i vigneti<br />
Mediante questi contributi s’intende conservare i vigneti situati nelle zone in forte pendenza<br />
e terrazzate. Per tenere conto delle condizioni dei vigneti degni di essere sostenuti finanziariamente,<br />
si distingue tra vigneti in pendenza e in forte pendenza da un lato e vigneti terrazzati<br />
sorretti da muri di sostegno dall’altro. I contributi per i vigneti in zone in forte pendenza e<br />
terrazzate vengono concessi soltanto a favore delle superfici con una declività di almeno il 30<br />
per cento. Le aliquote di contribuzione non sono stabilite in base alle zone.<br />
202<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 65 / 222<br />
POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />
Aliquote del contributo di declività per i vigneti 2015<br />
Terreno declivo<br />
fr./ha<br />
Declività 30-50% 1 500<br />
Declività > 50% 3 000<br />
Zone terrazzate declività > 30% 5 000<br />
Contributi di declività per i vigneti 2015<br />
Unità<br />
Totale delle superfici aventi diritti a<br />
contributi<br />
Zone in forte pendenza declività<br />
30-50 %<br />
Zone in forte pendenza declività > 50<br />
%<br />
ha 3 920<br />
ha 1 969<br />
ha 381<br />
Zone terrazzate ha 1 569<br />
Numero di aziende numero 2 375<br />
Superficie per azienda ha 1,65<br />
Contributo per azienda fr. 5 029<br />
Totale contributi 1 000 fr. 11 945<br />
Fonte: UFAG<br />
La quota di vigneti in zone in forte pendenza e terrazzate aventi diritto ai contributi corrisponde<br />
al 30 per cento circa della superficie vitata totale. Meno del 10 per cento di queste superfici è in<br />
zone in forte pendenza con declività superiore al 50 per cento, mentre il 40 per cento si trova<br />
in zone terrazzate, per un totale di 1 569 ettari.<br />
Contributo d'alpeggio<br />
Per la gestione e la cura dei pascoli d'estivazione, le aziende d'estivazione devono poter contare<br />
su un numero sufficiente di animali. Il contributo d'alpeggio incentiva le aziende annuali<br />
a estivare i propri animali e viene loro versato direttamente per carico normale (CN) estivato.<br />
Il contributo d'alpeggio, introdotto nel 2014, mira in maniera più diretta all'obiettivo di un<br />
carico adeguato della regione d'estivazione rispetto alla promozione indiretta con i contributi<br />
riferiti agli animali (supplemento d'estivazione).<br />
Aliquote del contributo d'alpeggio 2015<br />
fr./CN<br />
Contributo d'alpeggio 370<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
203
Il mio Rapporto agricolo 66 / 222<br />
POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />
Contributo d'alpeggio 2015<br />
Unità<br />
Regione di<br />
pianura<br />
Regione<br />
collinare<br />
Regione di<br />
montagna<br />
Totale<br />
Carico normale CN 51 455 65 276 174 427 291 158<br />
Numero di aziende<br />
Numero 5 060 5 834 10 595 21 489<br />
CN per azienda CN 10,17 11,19 16,46 13,55<br />
Contributo per<br />
azienda<br />
fr. 3 762 4 140 6 091 5 013<br />
Totale contributi 1 000 fr. 19 038 24 152 64 538 107 728<br />
Fonte: UFAG<br />
I CN destinati all’estivazione provenienti dalla regione di montagna sono quasi il quadruplo<br />
di quelli originari della regione di pianura. Le aziende nella regione di montagna estivano il<br />
maggior numero di animali per azienda, pari a 16,46 CN.<br />
» A56<br />
La tabella seguente riporta i contributi versati per zona agricola e Cantone.<br />
Contributo d'estivazione<br />
Mediante il contributo d’estivazione s’intende garantire la gestione e la cura dei vasti pascoli<br />
d’estivazione nelle Alpi, nelle Prealpi e nel Giura. La regione d’estivazione viene gestita e curata<br />
con circa 300 000 CN. Il carico di bestiame viene definito secondo i principi di una gestione<br />
sostenibile ed è indicato come carico usuale. Sulla base del carico usuale sono versati i contributi<br />
per CN. Per CN s’intende l’estivazione di un’unità di bestiame grosso (UBG) durante 100<br />
giorni (cfr. capitolo sulle aziende d'estivazione nel presente Rapporto agricolo).<br />
Aliquote del contributo d’estivazione 2015<br />
Categoria di animali<br />
Vacche munte, pecore lattifere e capre lattifere con una<br />
durata tradizionale d'estivazione<br />
di 56-100 giorni, per UBG<br />
fr.<br />
400<br />
Ovini, senza le pecore lattifere, per CN<br />
per gregge permanentemente sorvegliato o pascoli da<br />
rotazione con provvedimenti<br />
di protezione del gregge<br />
400<br />
per pascoli da rotazione 320<br />
per altri pascoli 120<br />
Altri animali da reddito che consumano foraggio grezzo,<br />
per CN<br />
400<br />
204<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 67 / 222<br />
POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />
Contributo d’estivazione 2015<br />
Categoria di animali Parametro Contributi Aziende UBG o CN<br />
Unità 1 000 fr. Numero Numero<br />
Vacche munte, pecore<br />
lattifere e capre<br />
lattifere con una durata<br />
tradizionale<br />
d'estivazione di<br />
56-100 giorni, UBG<br />
Ovini, senza le pecore<br />
lattifere, CN<br />
Altri animali da reddito<br />
che consumano<br />
foraggio grezzo, CN<br />
12 844 900 32 277<br />
6 486 774 20 874<br />
102 979 6 276 258 255<br />
Totale 122 309 6 745<br />
Fonte: UFAG<br />
Le incoerenze tra la presente tabella e quella seguente sono dovute al fatto che per 4 aziende sono stati forniti dati<br />
errati.<br />
Contributo d'estivazione per l'estivazione di ovini secondo il sistema di pascolo 2015<br />
Sistema di pascolo Parametro Azienda Animali con contributi<br />
Contributi<br />
Unità Numero CN 1 000 fr.<br />
Sorveglianza permanente<br />
163 11 720 4 674<br />
Pascoli da rotazione 189 3 495 1 119<br />
Altri pascoli 428 5 660 677<br />
Totale 772 20 876 6 470<br />
Fonte: UFAG<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
205
Il mio Rapporto agricolo 68 / 222<br />
POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />
Evoluzione dell'estivazione 2013–2015<br />
Categoria di animali Anno 2013 Anno 2014 Anno 2015<br />
Vacche da latte Azienda 3 873 4 735 4 741<br />
CN 97 964 107 205 109 640<br />
Vacche madri e nutrici<br />
e altre vacche<br />
Azienda 2 578 3 322 3 104<br />
CN 35 608 42 064 43 381<br />
Altri bovini Azienda 6 061 6 175 6 167<br />
CN 112 340 118 533 119 567<br />
Animali della specie<br />
equina<br />
Azienda 923 917 873<br />
CN 4 393 4 396 4 273<br />
Ovini Azienda 926 904 902<br />
CN 23 378 23 191 24 095<br />
Caprini Azienda 1 347 1 331 1 331<br />
CN 5 971 5 856 5 969<br />
Altri animali estivati Azienda 228 346 437<br />
CN 533 750 1 140<br />
Fonte: UFAG<br />
» A57<br />
» A58<br />
» A59<br />
Contributi d’estivazione per Cantone e categoria di animali<br />
Statistica sull’estivazione: aziende e carichi normali per Cantone<br />
Pagamenti diretti alle aziende d’estivazione per Cantone<br />
Jonas Plattner, UFAG, Settore Pagamenti diretti Basi, jonas.plattner@blw.admin.ch<br />
Denis Morand, UFAG, Settore Pagamenti diretti Basi, denis.morand@blw.admin.ch<br />
206<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 73 / 222<br />
POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />
Contributi per la sicurezza dell'approvvigionamento<br />
Mediante i contributi per la sicurezza dell’approvvigionamento s’intende mantenere la capacità<br />
produttiva per far fronte a crisi di approvvigionamento. Ciò è fondamentale per riuscire a<br />
garantire l'approvvigionamento della popolazione in caso di crisi a medio e lungo termine. La<br />
capacità produttiva (suolo, know-how, capitale) può essere salvaguardata mediante una produzione<br />
nell’ordine di grandezza attuale e utilizzando in modo possibilmente ottimale le risorse<br />
naturali. Come sancito dalla Costituzione, la produzione deve innanzitutto adeguarsi alle<br />
esigenze del mercato ed essere pilotata il meno possibile.<br />
Vanno promosse la produzione sulla superficie coltiva aperta e le colture perenni così come la<br />
produzione sulla superficie inerbita, considerato che oltre il 60 per cento della superficie agricola<br />
utile (SAU) della Svizzera non può essere utilizzato per la campicoltura, bensì soltanto per<br />
la produzione di foraggio grezzo. I foraggi prodotti su queste superfici vengono trasformati<br />
in derrate per l’alimentazione umana mediante la detenzione di animali da reddito che consumano<br />
foraggio grezzo. Per il versamento di contributi per la sicurezza dell'approvvigionamento<br />
a favore della superficie inerbita è richiesta una densità minima di animali da reddito che consumano<br />
foraggio grezzo (UBGFG).<br />
I contributi per la sicurezza dell'approvvigionamento si compongono di tre contributi parziali:<br />
• contributo di base,<br />
• contributo per le difficoltà di produzione,<br />
• contributo per le superfici coltive aperte e le colture perenni.<br />
La maggior parte dei contributi per la sicurezza dell'approvvigionamento viene versata attraverso<br />
il contributo di base (75 %). Il resto è ripartito tra il contributo per le difficoltà di produzione<br />
(15 %) e quello per le superfici coltive aperte e le colture perenni (10 %).<br />
Contributo di base<br />
Il contributo di base induce a ottimizzare l’intensità della produzione nella zona di pianura<br />
e a mantenere quindi la capacità produttiva. L'importo è uguale in tutte le zone. Non vi è al-<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
207
Il mio Rapporto agricolo 74 / 222<br />
POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />
cuna differenziazione tra superficie inerbita e superficie coltiva. Dato che le superfici inerbite<br />
estensive e poco intensive presentano un rendimento inferiore e che anche la densità minima<br />
di animali richiesta è più bassa, il contributo di base erogato a loro favore ammonta alla metà<br />
di quello versato per le superfici produttive.<br />
Aliquote del contributo di base 2015<br />
fr./ha<br />
Superfici permanentemente inerbite gestite come superfici<br />
per la promozione della biodiversità<br />
450<br />
Altra superficie che dà diritto ai contributi 900<br />
Contributo di base 2015<br />
Unità<br />
Regione di<br />
pianura<br />
Regione<br />
collinare<br />
Regione di<br />
montagna<br />
Totale<br />
Superficie ha 466 223 251 022 282 551 999 797<br />
- di cui SPB ha 46 878 28 299 67 102 142 279<br />
Numero di aziende<br />
Superficie per<br />
azienda<br />
Contributo per<br />
azienda<br />
Numero 19 681 12 782 14 019 46 482<br />
ha 24 20 20 22<br />
fr. 19 705 16 463 15 873 17 658<br />
Totale contributi 1 000 fr. 387 823 210 428 222 521 820 772<br />
Fonte: UFAG<br />
La quota di superfici per la promozione della biodiversità (SPB), a favore delle quali vengono<br />
stanziati contributi per la sicurezza dell'approvvigionamento più bassi, è più alta nella regione<br />
collinare e in quella di montagna rispetto alla regione di pianura. Inoltre, le aziende nella regione<br />
di pianura sono in media le più grandi (24 ha), quelle nella regione collinare le più piccole<br />
(20 ha), anche se la differenza rispetto a quelle di montagna (in media 20 ha) è minima.<br />
Per questi motivi (quota SPB e superficie per azienda), il contributo medio per azienda registra<br />
il valore più alto, ovvero 19 705 franchi, nella regione di pianura e quello più basso, ovvero 15<br />
873, nella regione di montagna. Il contributo versato nella regione collinare si situa a metà tra<br />
questi due valori ed è pari a 16 463 franchi.<br />
Il contributo di base per le aziende con una superficie superiore a 60 ettari viene graduato,<br />
ovvero per la quota di aziende con superfici superiori a 60 ettari e inferiori a 140 ettari il contributo<br />
viene ridotto. Se la superficie supera 140 ettari, il contributo di base decade. Nel caso<br />
delle comunità aziendali, i limiti per la graduazione sono moltiplicati per il numero di aziende<br />
associate.<br />
208<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 75 / 222<br />
POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />
Riduzioni applicate a causa delle graduazioni del contributo di base per le aziende più<br />
grandi 2015<br />
Superficie Aziende Riduzioni Riduzione per azienda<br />
Unità Numero fr. fr.<br />
Oltre 60–80 ha 686 837 595 1 221<br />
Oltre 80–100 ha 147 854 497 5 813<br />
Oltre 100–120 ha 46 614 470 13 358<br />
Oltre 120–140 ha 28 454 007 16 215<br />
Oltre 140 ha 21 1 001 456 47 688<br />
Totale 928 3 762 025 4 054<br />
Fonte: UFAG<br />
Le riduzioni del contributo di base interessano 928 aziende e ammontano complessivamente<br />
a 3 762 025 franchi. In 21 aziende con contributi per la sicurezza dell'approvvigionamento la<br />
superficie era superiore a 140 ettari. Solo in queste aziende le riduzioni del contributo di base<br />
sono state pari a 1 milione di franchi.<br />
Contributo per le difficoltà di produzione<br />
Visto che neanche la metà della SAU è ubicata nella zona di pianura, per garantire la sicurezza<br />
dell’approvvigionamento anche la regione di montagna e quella collinare devono fornire un<br />
contributo sostanziale. Gran parte della SAU di tali zone può essere gestita soltanto come superficie<br />
inerbita e ciò limita considerevolmente le possibilità di scelta delle aziende. Occorre<br />
pertanto tener adeguatamente conto delle difficoltà di produzione nelle zone ad altitudine più<br />
elevata. Il contributo per le difficoltà di produzione è graduato in base alla zona. L’importo<br />
dei contributi tiene conto delle difficoltà di gestione e del minore rendimento riscontrabili nel<br />
quadro di un’utilizzazione adeguata al luogo rispetto alla zona di pianura.<br />
Aliquote del contributo per le difficoltà di produzione 2015<br />
Zona<br />
fr./ha<br />
Zona di pianura 0<br />
Zona collinare 240<br />
Zona di montagna I 300<br />
Zona di montagna II 320<br />
Zona di montagna III 340<br />
Zona di montagna IV 360<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
209
Il mio Rapporto agricolo 76 / 222<br />
POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />
Contributo per le difficoltà di produzione 2015<br />
Unità<br />
Regione di<br />
pianura<br />
Regione<br />
collinare<br />
Regione di<br />
montagna<br />
Totale<br />
Superficie ha 22 149 234 988 278 299 535 435<br />
Numero di aziende<br />
Superficie per<br />
azienda<br />
Contributo per<br />
azienda<br />
Numero 4 139 12 776 14 013 30 928<br />
ha 5,35 18,39 19,86 17,31<br />
fr. 1 372 4 918 6 564 5 189<br />
Totale contributi 1 000 fr. 5 677 62 829 91 979 160 485<br />
Fonte: UFAG<br />
Anche le aziende nella regione di pianura ricevono un contributo per le difficoltà di produzione<br />
se gestiscono superfici nella regione collinare o in quella di montagna. L'importo del contributo<br />
per le difficoltà di produzione per azienda sale con l'aumentare delle difficoltà; nella regione<br />
di pianura ammonta a 1372 franchi, in quella collinare a 4918 e in quella di montagna<br />
a 6564 franchi.<br />
Contributo per le superfici coltive aperte e le colture perenni<br />
Sulle superfici coltive aperte la produzione di calorie è più elevata rispetto a quella sulle superfici<br />
inerbite. Per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento è quindi fondamentale mantenere<br />
pressoché sul livello attuale il volume di produzione nei settori della campicoltura e delle<br />
colture perenni. Il contributo alle superfici coltive aperte e alle colture perenni è identico in<br />
tutte le zone (400 fr./ha) e viene versato anche per le superfici situate nel territorio estero<br />
della zona di confine coltivate per tradizione familiare (cfr. art. 35 cpv. 5 OPD). Si applicano le<br />
medesime condizioni valide per il contributo di base, ma l’esigenza relativa alla densità minima<br />
di animali è superflua.<br />
Aliquote del contributo per le superfici coltive aperte e le colture perenni 2015<br />
fr./ha<br />
Contributo per le superfici coltive aperte e le colture perenni<br />
400<br />
Contributo per le superfici coltive aperte e le colture perenni 2015<br />
Unità<br />
Regione di<br />
pianura<br />
Regione<br />
collinare<br />
Regione di<br />
montagna<br />
Totale<br />
Superficie ha 234 492 41 718 4 475 280 685<br />
Numero di aziende<br />
Superficie per<br />
azienda<br />
Contributo per<br />
azienda<br />
Numero 17 941 7 730 2 363 28 034<br />
ha 13,07 5,40 1,89 10,01<br />
fr. 5 228 2 159 758 4 005<br />
Totale contributi 1 000 fr. 93 797 16 687 1 790 112 274<br />
Fonte: UFAG<br />
Le superfici coltive e le colture perenni si trovano soprattutto nella regione di pianura e in<br />
quella collinare e ciò si rispecchia anche nella superficie per azienda. Perciò, in queste regioni,<br />
210<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 77 / 222<br />
POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />
e soprattutto in quella di pianura, si registra l'importo più elevato del contributo, pari a 5228<br />
franchi per azienda.<br />
» A60<br />
La seguente tabella riporta nel dettaglio i dati sui contributi per la sicurezza<br />
dell'approvvigionamento versati, secondo i tre tipi di contributi, suddivisi per Cantone e zona<br />
agricola.<br />
Jonas Plattner, UFAG, Settore Pagamenti diretti Basi, jonas.plattner@blw.admin.ch<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
211
Il mio Rapporto agricolo 79 / 222<br />
POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />
Contributi per la qualità del paesaggio<br />
Obiettivo della misura<br />
La cura del paesaggio rurale finora è stata promossa tramite il versamento di pagamenti diretti<br />
soltanto con l'obiettivo di preservare l'apertura del paesaggio (contributi di declività, contributi<br />
d'estivazione) o la diversità degli spazi vitali (contributi per l'interconnessione). Non è<br />
stato quindi possibile prendere in considerazione gli interessi regionali e i valori culturali del<br />
paesaggio, come ad esempio il mantenimento dei pascoli boschivi, la cura di selve castanili o la<br />
promozione della campicoltura di montagna. Queste lacune sono colmate dai contributi per la<br />
qualità del paesaggio introdotti con la Politica agricola 2014-2017 (PA 14-17). Questo nuovo<br />
strumento consente la promozione mirata della varietà del paesaggio in Svizzera. I contributi<br />
per la qualità del paesaggio (CQP) sono assegnati sulla base di progetti. In tal modo, i Cantoni<br />
mantengono un margine di manovra che consente loro di tener conto delle esigenze regionali.<br />
Le varie regioni della Svizzera racchiudono paesaggi rurali tradizionali che ne riflettono<br />
l'immagine caratteristica. I tradizionali pascoli delle Prealpi, ad esempio, si presentano in<br />
modo tutt’altro che uniforme nonostante le condizioni naturali lo siano. Dal Pays d’Enhaut<br />
all’Appenzellerland il paesaggio è forgiato dalle forme tradizionali di gestione.<br />
I paesaggi rurali attrattivi si distinguono per la loro varietà, che per la società riveste<br />
un'enorme valenza in quanto, oltre alle funzioni ecologiche, ne svolge molte altre dal profilo<br />
socioeconomico. Nelle regioni a vocazione turistica e negli agglomerati, l'agricoltura contribuisce<br />
in modo considerevole alla cura del paesaggio rurale. In queste regioni i paesaggi rurali<br />
curati sono spazi ricreativi che rappresentano un importante fattore per la competitività di una<br />
località. La popolazione che vive negli agglomerati usa questi spazi rurali vicini per numerose<br />
attività, ad esempio per passeggiate a piedi, in bicicletta o a cavallo. I paesaggi rurali curati<br />
nelle regioni montane e alpine sono un capitale determinante per il turismo svizzero, danno<br />
un'identità a una regione e forniscono un importante contributo nella commercializzazione<br />
di prodotti regionali. Nel pubblicizzare i prodotti regionali, ad esempio, si fa molto spesso un<br />
riferimento diretto al paesaggio in cui essi sono ottenuti.<br />
Il cambiamento strutturale nel settore agricolo, però, genera uno sviluppo bipolare del paesaggio:<br />
nelle regioni più favorite la gestione viene intensivata, mentre le superfici declive, discoste<br />
e difficilmente gestibili vengono abbandonate. Questa evoluzione ha un impatto negativo<br />
sulla varietà del paesaggio, che diminuisce sia in caso di abbandono della gestione (avanzamento<br />
delle sterpaglie e del bosco), sia in caso di intensivazione (taglio di singoli alberi, ingrandimento<br />
dei campi). La varietà del paesaggio è un bene pubblico, che viene promosso<br />
attraverso i pagamenti diretti segnatamente con i CQP volti a salvaguardare, promuovere e sviluppare<br />
paesaggi rurali variati con le loro peculiarità regionali specifiche. Per questo il contributo<br />
dell'agricoltura a favore della cura del paesaggio si orienta verso esigenze regionali.<br />
Gli obiettivi paesaggistici e il contributo dell'agricoltura per raggiungere l'obiettivo vengono<br />
fissati a livello locale e non prestabiliti dalla Confederazione, la quale, però, ha il compito di<br />
controllarli. Le risposte a domande come «Quali sono le qualità del nostro paesaggio?», «Che<br />
cosa è caratteristico e meritevole di essere tutelato nella nostra regione?», «Cosa è scomparso<br />
e vogliamo promuovere?» devono essere trovate a livello regionale. Alla preservazione e alla<br />
cura di elementi esistenti nonché alla creazione di nuovi elementi paesaggistici è garantito un<br />
sostegno sotto forma di contributo annuale o singolo.<br />
Dall'elaborazione alla realizzazione di progetti per la qualità del paesaggio<br />
I CQP sono pagamenti diretti regionali e vincolati a progetti. Un promotore regionale o il<br />
Cantone elabora un progetto per la qualità del paesaggio che interessa un determinato comprensorio<br />
(vallata, parco naturale, distretto, ecc.) coinvolgendo gli agricoltori. Innanzitutto<br />
212<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 80 / 222<br />
POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />
si fissano gli obiettivi paesaggistici per il comprensorio del progetto. A tal fine si possono utilizzare<br />
le molte basi a disposizione (p.es. piani di sviluppo del paesaggio, fascicoli relativi ai<br />
parchi nazionali regionali). Successivamente si stabiliscono le misure finalizzate agli obiettivi<br />
paesaggistici regionali che chiamano in causa il primario. I Cantoni propongono aliquote di<br />
contribuzione, che tengono conto del dispendio generato dalle misure e che possono prevedere<br />
anche un bonus quale incentivo per la fornitura delle prestazioni. Anche la realizzazione<br />
dei progetti QP rientra nella sfera di competenze dei Cantoni. Questi finanziano il 10 per cento<br />
dei contributi e concludono con le aziende accordi di gestione della durata di otto anni. La Confederazione<br />
autorizza i progetti. Ne appura la coerenza, elimina potenziali conflitti di obiettivi<br />
e respinge le misure che non hanno un legame diretto con la produzione agricola.<br />
Per ogni progetto il Cantone ha a disposizione al massimo 360 franchi per ettaro di superficie<br />
agricola utile (SAU) o 240 franchi per carico normale (CN) dell'azienda con accordi di gestione.<br />
In base all’impostazione del contratto (numero di provvedimenti, spese), variano i contributi<br />
per la qualità del paesaggio erogati per azienda. Per i mezzi finanziari della Confederazione che<br />
sono stati ripartiti tra i Cantoni è stato fissato un limite massimo in funzione della SAU (120 fr./<br />
ha) e del carico usuale (80 fr./CN) fino al 2017, onde limitare le risorse necessarie per i progetti<br />
QP alle uscite presentate nel messaggio del Consiglio federale sulla PA 14-17 e per garantire ai<br />
Cantoni condizioni quadro stabili per lo sviluppo di progetti QP.<br />
Nel settimo e ultimo anno del contratto si valuta la realizzazione. Se non si riscontrano lacune,<br />
il progetto può entrare nel periodo di realizzazione seguente e gli accordi possono essere<br />
prorogati.<br />
Elaborazione di progetti QP: informazioni utili sul sito Internet dell'UFAG.<br />
Esempi di progetti<br />
A titolo di esempio dei 111 progetti QP attuati dal 2014, di seguito ne vengono presentati due<br />
che sono stati realizzati in contesti diversi dal profilo paesaggistico. Tutti i rapporti dei progetti<br />
QP autorizzati dall'UFAG sono pubblicati sul suo sito Internet.<br />
Valle di Binn<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
213
Il mio Rapporto agricolo 81 / 222<br />
POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />
La coltivazione o il mantenimento di colture campicole e speciali (p.es. erbe montane come nella foto) percepiscono<br />
contributi QP nelle regioni in cui le colture stanno scomparendo a causa della loro valenza marginale. (© UFAG)<br />
Sugli alpi, i diversi settori di pascoli presentano una notevole eterogeneità per quanto concerne strutture, topografia<br />
o qualità del foraggio. È quindi opportuno detenere diverse specie o categorie di animali il cui comportamento<br />
al pascolo è differente. Questa filosofia è sostenuta mediante i CQP. (© UFAG)<br />
214<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 82 / 222<br />
POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />
Nel progetto QP della Valle di Binn, ogni anno si procede a uno sfalcio di pulizia dei pascoli onde evitare<br />
l'avanzamento del bosco. La cura differenziata contribuisce alla formazione di un mosaico di paesaggi. (© UFAG)<br />
Comprensorio 181 km 2<br />
Agricoltura<br />
Ente promotore<br />
51 aziende, 4190 ha SAU<br />
964 CN<br />
Parco paesaggistico della Valle di Binn<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
215
Il mio Rapporto agricolo 83 / 222<br />
POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />
La Carta del parco paesaggistico della Valle di Binn è stata una valida base per l’elaborazione<br />
del progetto QP Binntal. Elaborata nel quadro di un processo partecipativo, essa comprende<br />
un’accurata descrizione degli spazi paesaggistici e della visione del paesaggio 2025, dalle quali<br />
sono scaturiti gli obiettivi del progetto QP.<br />
Il punto di forza del comprensorio è la varietà dei suoi paesaggi naturali e rurali, che gli conferisce<br />
un elevato valore ricreativo: dagli alberi da frutto ai campi, passando per le superfici<br />
inerbite ricche di strutture, sono numerosi gli elementi paesaggistici che si possono incontrare<br />
nella Valle di Binn. La regione d'estivazione è relativamente incontaminata, senza infrastrutture<br />
fisse per il turismo invernale (sci). Un tempo il tratto caratteristico del paesaggio erano i<br />
campi di cereali, oggi quasi scomparsi. Sui versanti meridionali della Valle di Binn viene ancora<br />
praticata la campicoltura di montagna.<br />
Il carico di lavoro delle aziende rimaste è elevatissimo e le superfici nelle zone periferiche<br />
nonché i terreni declivi, difficili da gestire, rischiano di essere abbandonati. Dall’altro lato,<br />
nelle località gestibili in maniera facile e intensiva le strutture paesaggistiche tipiche vengono<br />
rimosse o trascurate.<br />
Il Progetto QP Binntal mira alla conservazione del carattere paesaggistico aperto e ricco di<br />
strutture e del piccolo, variegato mosaico di utilizzazione. La preservazione dell’apertura del<br />
paesaggio è un obiettivo importante. Laddove necessario, vi è una promozione puntuale di elementi<br />
strutturali come campi e recinzioni in legno.<br />
Nel parco naturale regionale della Valle di Binn la protezione di preziosi habitat e di paesaggi<br />
particolarmente belli è legata allo sviluppo economico. Quest’obiettivo si sposa perfettamente<br />
con quelli del progetto QP: il turismo a basso impatto e l’artigianato della Valle di Binn approfittano<br />
dell’impegno profuso dagli agricoltori nella cura del paesaggio.<br />
Rapperswil-Jona / Eschenbach<br />
Un tempo le recinzioni vive erano utilizzate come strutture di demarcazione tra le singole particelle gestite a scopo<br />
agricolo oppure per garantirne la circoscrizione. Oggi sono elementi paesaggistici caratteristici e per questo motivo<br />
vengono promosse e preservate. (© UFAG)<br />
216<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 84 / 222<br />
POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />
Nel progetto QP Rapperswil-Jona / Eschenbach è stata delimitata una fascia larga 50 metri lungo il comprensorio urbano.<br />
Le misure messe in atto in queste regioni, che rientrano tra le aree di svago più belle, vengono così sostenute<br />
mediante un contributo supplementare. (© UFAG)<br />
Gli alberi indigeni contribuiscono alla struttura delle superfici inerbite e campicole e fungono da punti di riferimento<br />
nel paesaggio. Per questo motivo la piantagione e la cura di queste essenze sono sostenute mediante contributi QP.<br />
(© UFAG)<br />
Comprensorio<br />
Agricoltura<br />
Ente promotore<br />
86 km 2 , 2 Comuni<br />
251 aziende, 3675 ha SAU<br />
Città di Rapperswil-Jona e Comune di Eschenbach<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
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Il mio Rapporto agricolo 85 / 222<br />
POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />
Il paesaggio e l’agricoltura del comprensorio del progetto sono influenzati dalle caratteristiche<br />
geomorfologiche del territorio. Tra i laghi si intravvedono campi coltivati e vigneti. Prati, pascoli,<br />
boschi e piccole conche paludose conferiscono al paesaggio il suo tipico aspetto. Piccole<br />
superfici inerbite che penetrano nel bosco e la regione d’estivazione si stagliano sul paesaggio<br />
molassico prealpino.<br />
Le peculiarità paesaggistiche del comprensorio sono le recinzioni vive e quelle di noccioli.<br />
Queste ultime, che crescono rapidamente, in altri tempi venivano piantate ai confini territoriali<br />
dei diversi proprietari e sfruttate per la legna, mentre le recinzioni vive, soprattutto di biancospino,<br />
servivano a delimitare i pascoli. Con il progetto QP si mira a restituire maggiore valenza<br />
e a conservare questi elementi storico-culturali.<br />
Un altro elemento caratteristico del paesaggio del comprensorio sono i margini boschivi,<br />
che si estendono per 535 chilometri, creando una tipica struttura compenetrante bosco-pascolo-prato.<br />
Il progetto QP Rapperswil-Jona / Eschenbach vuole conservare le tipiche strutture di piccole<br />
dimensioni mediante modalità e intensità di utilizzo adeguate. Gli elementi della varietà strutturale<br />
margini boschivi, superfici campicole, vigneti, pascoli, prati, corsi d’acqua, superfici<br />
palustri da strame, alpi e periferie degli agglomerati sono una parte importante dello spazio<br />
ricreativo multifunzionale.<br />
Nel progetto si affronta la tematica delle periferie degli agglomerati, mal integrate nel paesaggio,<br />
cercando di creare, mediante un sistema di bonus, incentivi mirati affinché in queste<br />
zone vengano mantenuti o inseriti nuovi elementi paesaggistici ben definiti.<br />
L’ente promotore prevede di promuovere mediante azioni annuali provvedimenti mirati durante<br />
la fase di attuazione. Nel 2016 ci si concentrerà, ad esempio, sulle recinzioni vive e sulle<br />
siepi. Si prevede una giornata durante la quale si spiegherà come piantare e curare le recinzioni<br />
vive. Parallelamente si svolgerà un’attività di pubbliche relazioni.<br />
Mezzi finanziari e dati statistici 2015<br />
Nel 2015 l'UFAG ha autorizzato 40 nuovi progetti QP, che, con quelli autorizzati nel 2014,<br />
portano il numero di progetti QP in corso a 111, per un totale di 125 milioni di franchi. Dal 2015<br />
in ogni Cantone si riscontra almeno un progetto QP cui possono partecipare le aziende.<br />
218<br />
Ufficio federale dell’agricoltura dell'agricoltura UFAG
Il mio Rapporto agricolo 86 / 222<br />
POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />
» A61<br />
» A62 – 63<br />
La seguente tabella funge da legenda alla tabella che figura sopra.<br />
Il seguente link rimanda a una tabella riassuntiva su tutti i dati relativi ai progetti per la qualità<br />
del paesaggio menzionati di seguito.<br />
Contributi per la qualità del paesaggio, per regione 2015<br />
Dal 2014, 31 083 aziende annuali e 3 953 aziende d'estivazione hanno concluso un accordo<br />
per provvedimenti QP. Si tratta rispettivamente del 66 e del 57 per cento delle aziende. Per le<br />
misure attuate, alle aziende partecipanti la Confederazione ha stanziato un importo medio di<br />
3 723 franchi per azienda e 149 franchi per ettaro di SAU. I contributi per ettaro di SAU sono<br />
leggermente più alti nella regione di montagna che in quelle di pianura e collinare. Per quanto<br />
riguarda alcuni progetti, i provvedimenti nella regione d'estivazione vengono attuati soltanto<br />
in un secondo momento.<br />
Contributi per la qualità del paesaggio, per regione 2015<br />
Unità<br />
Regione di<br />
pianura<br />
Regione collinare<br />
Regione di<br />
montagna<br />
Regione<br />
d'estivazione<br />
Totale<br />
Azienda/e Numero 11 731 8 841 10 523 3 941 35 036<br />
Contributo per<br />
ha¹<br />
Contributo per<br />
azienda<br />
Totale contributi<br />
Numero 136 145 172 149<br />
fr. 3 846 3 289 3 974 2 471 3 581<br />
1 000 fr. 45 122 29 080 41 534 9 740 125 476<br />
¹ Soltanto aziende gestite tutto l'anno<br />
Fonte: UFAG<br />
Ufficio federale dell'agricoltura UFAG<br />
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Il mio Rapporto agricolo 87 / 222<br />
POLITICA > PAGAMENTI DIRETTI<br />
Contributi per la qualità del paesaggio, per Cantone 2015<br />
» A64<br />
In media, l'importo versato a ciascun Cantone per CQP è stato pari a 5 milioni di franchi. Visto<br />
che nel 2014 non tutti i Cantoni hanno realizzato lo stesso numero di progetti, i contributi variano<br />
notevolmente da un Cantone all'altro. Gli importi più elevati sono stati versati nei Cantoni<br />
Berna (28 mio. fr.) e Vaud (16 mio. fr.). Nel Canton Vaud è stato erogato l'importo più alto<br />
a favore della regione d’estivazione. Entrambi i Cantoni già nel primo anno hanno realizzato<br />
progetti QP su vasta scala. Nei Cantoni meno estesi, come Appenzello Interno, e in quelli che<br />
fino al 2015 avevano realizzato soltanto pochi progetti QP, come Argovia o Ticino, i CQP versati<br />
hanno raggiunto un valore decisamente inferiore.<br />
La Confederazione ha erogato un importo medio di 1 milione di franchi circa per progetto sotto<br />
forma di CQP. L'importo totale più elevato è stato stanziato per i progetti Emmental (BE) e Altipiano<br />
bernese (BE), quello più basso, invece, per i progetti Parco nazionale del Locarnese (TI)<br />
e Mendrisiotto (TI). L'ammontare dei contributi da stanziare per progetto dipende fortemente<br />