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ZUNICA 1880<br />

Il guerriero nella sua Fortezza<br />

Un viaggio nel tempo, questo è stato l’appuntamento<br />

a Civitella del Tronto. Il viaggio di cui parliamo,<br />

però, è un’escursione spazio-temporale che<br />

ha come sfondo la splendida Fortezza medievale,<br />

simbolo della cittadina e, come protagonista, lo<br />

Chef Sabatino Lattanzi che ha saputo creare la sua<br />

fortezza attraverso le sue creazioni. Pensavamo di<br />

tuffarci in una cucina “old style” e, invece, siamo<br />

stati rapiti e trasportati in un percorso sorprendente<br />

e non scontato. Ci siamo resi conto immediatamente<br />

che bisognava prestare molta attenzione, lo<br />

speck di oca con uva bianca, mais e marmellata di<br />

lamponi fa scattare sull’attenti le papille gustative.<br />

Qualunque piatto ne fosse seguito avrebbe avuto<br />

un successo relativo; azzeccata, invece, la scelta<br />

di proporre una panzanella liquida di pomodoro<br />

con pepe nero, piatto che attenua il ricordo dello<br />

speck e prepara alla portata successiva. Lo Chef assesta<br />

poi il secondo colpo: tartare di carne su letto<br />

di avocado, cocco, riduzione di Montepulciano e<br />

gelatina di ananas; piatto delizioso e audace che ci<br />

impressiona. Proseguendo, un altro pezzo da novanta.<br />

il carpaccio di maiale con bacche di ginepro<br />

mandorle e mela verde; fantastico e con un finale<br />

graffiante, gran piatto. Non è ancora il momento<br />

di rallentare, Sabatino spinge forte come in una<br />

gara di velocità: uno strepitoso foie gras scottato<br />

con pesche sciroppate melissa e zenzero, impossibile<br />

non essere conquistati da questi slanci di pura<br />

passione. Il profumo poi della zuppetta di pecori-<br />

no con tartufo nero inebria il tavolo ben prima che<br />

il piatto si mostri nei suoi colori. Dopo una piccola<br />

pausa, terminiamo gli antipasti e arriviamo al<br />

primo piatto: chitarrina al ragù bianco di agnello<br />

con zafferano e pecorino; un biglietto da visita<br />

della nostra amata regione. Veniamo omaggiati da<br />

un gradito fuori menu improntato alla tradizione<br />

e siamo lieti di assaggiare le “Ceppe” con ragù napoletano<br />

ripassate in padella, pasta all’uovo simile<br />

ad un bucatino ottenuta arrotolando l’impasto<br />

su un ferro da maglia, il ceppo appunto. Un piatto<br />

che ad ognuno di noi ricorda l’infanzia, il tipico<br />

colore del ragù ripassato in padella è foriero di<br />

ricordi di domeniche in famiglia. Ultima proposta<br />

prima del dessert è un maialino teneramente<br />

croccante con purè di sedano rapa e crema di yogurt<br />

bianco, un altro grande piatto ricco di sapore<br />

con un equilibrio perfetto. Cottura della carne impeccabile.<br />

Terminiamo il percorso con i dolci molto<br />

buoni e freschi: un gelato all’anisetta di Ascoli<br />

Piceno e un semifreddo con papaya e mango. In<br />

conclusione non possiamo esimerci dal rinnovare<br />

i complimenti allo Chef che, nonostante la sua<br />

giovane età, dimostra di avere idee e personalità da<br />

vendere, cimentandosi con specialità della cucina<br />

francese e interpretandole con abilità, senza però<br />

dimenticare i grandi piatti della tradizione italiana<br />

e abruzzese in particolare. Complimenti anche<br />

al personale di sala sempre attento, elegante e mai<br />

invadente.<br />

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