La Toscana febbraio
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Silvia Baldacci<br />
Le opere della pittrice in mostra<br />
al Palazzo del Pegaso di Firenze<br />
di Jacopo Chiostri<br />
Foto di Jacopo Chiostri<br />
A fianco, la Sala degli<br />
Affreschi del Palazzo del<br />
Pegaso durante il vernissage.<br />
In alto, Silvia<br />
Baldacci con il professor<br />
De Rosa e signora<br />
Il Consiglio Regionale della <strong>Toscana</strong> ospita<br />
l’esposizione della pittrice fiorentina Silvia<br />
Baldacci. <strong>La</strong> mostra inaugurata il 26 gennaio<br />
si chiude l’otto di <strong>febbraio</strong> ed è visitabile<br />
tutti i giorni dalle dieci compresa la mattina di<br />
sabato ed esclusa la domenica. Nella prestigiosa<br />
Sala degli Affreschi sono stati Stefano De Rosa,<br />
critico e storico dell’arte, nonché curatore dell’evento,<br />
assieme a Paolo Becattini, Capo Gabinetto<br />
della Presidenza del Consiglio Regionale, in rappresentanza<br />
del Presidente Eugenio Giani, a dare<br />
il saluto al pubblico e a commentare il lavoro della<br />
giovane pittrice fiorentina. Un saluto lo ha portato<br />
anche Jacopo Chiostri in rappresentanza delle<br />
Giubbe Rosse. E il saluto dello storico Caffè letterario<br />
non è casuale, È, infatti, alle Giubbe Rosse che Silvia Baldacci ha<br />
tenuto una memorabile ‘personale’ ai primi di giugno del 2016, nella<br />
quale ha presentato le sue opere primitive e le opere più recenti mettendo<br />
a confronto lo spessore artistico dei primi lavori a graffite o ad<br />
olio, con i nuovi orizzonti della sua ricerca pittorica sfociata in anni<br />
recenti in uno stile inconfondibile, ricco di colore e di forme personalissime.<br />
Dalle Giubbe Rosse è iniziato per la Baldacci un percorso ‘accelerato’<br />
che l’ha portata nel 2016 ad esporre in ben cinque collettive<br />
e una ‘personale’.<br />
Nata in una famiglia di appassionati del ‘bello’ - il babbo è Gianni Baldacci,<br />
un antiquario molto noto in città, lo zio Luigi Baldacci è critico<br />
e collezionista d’arte, infine l’altro zio <strong>La</strong>po Baldacci è un noto geniale<br />
progettista e designer di prodotti elettromeccanici - Silvia è pittrice di<br />
grandi potenzialità, non ancora del tutto espresse.<br />
Non fatica, infatti, ad ammettere di essere pronta a lasciare l’attuale<br />
produzione per esplorare nuove vie; il coraggio non le manca<br />
come ha dimostrato stravolgendo il suo stile: dal rigore delle prime<br />
nature morte e di lavori come la riproduzione con graffite del Mosè<br />
di Michelangelo alle opere attuali, gioiose, piene di colore e di<br />
forme ripetute, frutto di una libertà espressiva che, se riuscirà a<br />
individuare la sua ‘via di fuga’ promette grosse cose.<br />
Come ha detto Stefano de Rosa nel suo intervento in Regione,<br />
Silvia riesce a far dialogare ‘tecnica e estro, poesia e colore’; il<br />
tutto dà origine a una pittura che appare di pronta lettura, mentre<br />
proprio in questa apparente immediatezza sta l’‘inganno’ che non<br />
è sfuggito peraltro ai critici più attenti. <strong>La</strong> pittura di Silvia Baldacci<br />
richiede una lettura attenta e approfondita, ed è solo dopo che è<br />
possibile capire e apprezzare il complesso lavoro di ricerca creativa<br />
che produce le sue cromie e la sua composizione, così impeccabile<br />
anche quando l’artista strizza l’occhio alla propria voglia di<br />
galleggiare e magari pone un mare, maliziosamente increspato, al<br />
di sopra dell’ordinato skyline di begli alberi verdi.<br />
26 Silvia Baldacci