Leonardo Butticè - alphonse doria
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vari siti su internet e con vari nomi 65 si legge additando ad un fatidico accordo tra<br />
Sandro Pertini e Franco Napoli che avevano organizzato, per il 24 Marzo 1944, un<br />
assalto al carcere tedesco di Via Tasso. Contemporaneamente i partigiani dei GAP<br />
del P.C.I. dovevano svolgere l'azione contro i tedeschi in Via Rasella. L’azione di<br />
Via Rasella venne invece fatta, per motivi contingenti, il giorno precedente senza<br />
che i partigiani socialisti potessero esserne preventivamente informati. E’ una<br />
informazione molto improbabile o per lo meno imprecisa perché il 23 marzo era<br />
indiscutibilmente la data dell’attentato perché anniversario dei fasci di<br />
combattimento. Kappler non diede il permesso ai fascisti di sfilare per le vie per<br />
non provocare attentati e così la manifestazione si svolse non lontano da Via<br />
Rasella nel Ministero delle corporazioni. Comunque era l’ultimo giorno di<br />
esercitazione del Battaglione Bozen, tanto che tardarono ad arrivare a Via Rasella<br />
appunto per questo motivo. Così considerando il fatto per vero il 24 marzo il<br />
Battaglione Bozen per Via Rasella non sarebbe passato, con un nulla di fatto. Il<br />
comando non sapeva che la scelta di Via Rasella fosse stato solo un ripiego dopo<br />
aver dovuto rinunciare ad un altro obbiettivo, non tedesco, ma fascista. Io sono<br />
convinto che la guerra è la cosa più stupida che l’uomo possa fare, ma che quelle<br />
circostanze obbligavano ad una azione particolare in che modo e come è stato fatto<br />
è tutto discutibile ma su una cosa non vi è motivo di discussione l’onesta ideologica<br />
dei GAP che hanno partecipato all’attentato mettendo in repentaglio la propria vita<br />
perché qualcosa andava fatto e non si poteva rimanere con le mani in mano<br />
aspettando gli Alleati. Questa è l’opinione di Saro Bentivegna. Credo giusta! Poi<br />
non capisco come mai Amendola non informa il comando del CNL, perché? Che il<br />
Battaglione Bozen, in quel preciso momento storico era il nemico da lottare come<br />
tutti i tedeschi il resto sono semplici illazioni. Il manifesto sicuramente non è stato<br />
affissato che preannunciava la rappresaglia. Eppure c’è chi giura d’averlo visto, ed<br />
io ci credo perché quel manifesto che loro ricordano è alcune settimane prima. Il<br />
manifesto del 10 italiani per una vittima tedesca era stato affisso per Roma<br />
parecchie volte. Il 5 marzo 1944 fu ucciso a Piazza dei Mirti un milite tedesco e<br />
immediatamente scattò la rappresaglia tedesca uccidendo 10 italiani già condannati<br />
a morte. Che l’eccidio delle Fosse Ardeatine sembrò ad alcuni una purga stalinista<br />
ancora oggi c’è chi si infervora su questo. Penso che sono delle inutili polemiche<br />
in quanto leggendo e analizzando l’elenco delle vittime vi sono ben 30 iscritti<br />
nel PCI pertanto anche questo contributo da parte loro mi sembra abbastanza<br />
esoso che toglie qualsiasi dubbio. Ecco alcuni stralci dell’intervista di Giovanni<br />
Lubrano di Scorpaniello (si firma Giovanni Lubrano) è giornalista professionista e<br />
storico:<br />
CANZANO – Comunisti che fanno uccidere i comunisti? LUBRANO – Si, il PCI<br />
ufficiale era ancora allora super impegnato contro i seguaci di Trosky, in nome<br />
delle supreme direttive del compagno Stalin. I comunisti di “Bandiera Rossa” non<br />
riconoscevano assolutamente le pretese di egemonia del PCI sul movimento<br />
partigiano romano. Da qui ad essere additati come traditori troskisti il passo fu<br />
65 Dario Mariani- Francesco Valori, eccetera<br />
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