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Le grida della Fenice

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possessore dalle ferite. Si narra infatti che la morte dell'eroe arturiano avvenne<br />

proprio quando la sorellastra Morgana lo rubò. Conquistato il trono, il re<br />

leggendario si circondò di uomini valorosi e fidati, i famosi Cavalieri <strong>della</strong> Tavola<br />

Rotonda, guidati dagli alti valori cavallereschi <strong>della</strong> protezione di dame e vedove,<br />

contrari a inganni e abusi, a crudeltà, omicidi e battaglie immotivate. Il più vicino<br />

e fidato cavaliere di Artù fu Lancillotto, protagonista del tragico amore con la<br />

regina Ginevra, che sconvolse il magico equilibrio del regno di Camelot<br />

determinandone la caduta.<br />

In gallese la parola arth significa orso, ed Artù è stato collegato alla stella Arturo;<br />

Arturo è stata definita anche il custode dell'Orsa dato che è posizionata proprio a<br />

fianco dell'Orsa Maggiore. Arturo, una gigante rossa facilmente individuabile per la<br />

sua grande luminosità e per il suo caratteristico colore arancione molto vivo, fa<br />

parte <strong>della</strong> costellazione di Boote, il pastore o il pastore bifolco, che è un grande<br />

gruppo di stelle che formano la lettera "Y". Secondo gli antichi greci, Boote era il<br />

figlio di Demetra, la dea greca dell’agricoltura. Era un giovane bellissimo, ma<br />

oltre ad essere bello era intelligente, determinato e consapevole dei propri doveri<br />

verso il prossimo. Quando vide che gli uomini <strong>della</strong> terra faticavano a procurarsi il<br />

cibo decise di aiutarli. Capì che se si fosse limitato a procurar loro di che nutrirsi,<br />

gli uomini avrebbero avuto sempre bisogno del suo aiuto. Decise quindi di dar loro<br />

la possibilità di provvedere a se stessi, di rendersi indipendenti. A questo scopo<br />

inventò e costruì un aratro e lo inviò sulla terra. Da allora gli uomini poterono<br />

arare i campi, coltivarli e nutrirsi dei frutti del proprio lavoro. Per questo nobile<br />

gesto gli dei decisero di rendergli onore collocandolo nel cielo accanto all’Aratro.<br />

Pantaleone, sempre lo abbia fatto lui, anche se per dirci <strong>della</strong> regalità <strong>della</strong> figura<br />

gli ha posto in testa la corona, poiché le stelle in realtà non si sposano, non ha<br />

vestito quel Cavaliere come un re ma con una semplice tonaca marrone da frate<br />

(fig.a). Stessa tonaca marrone da religioso con cui ha vestito quella persona sotto di

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