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Le grida della Fenice

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Grazie a quanto trovarono i Crociati, Pantaleone era probabilmente venuto a sapere<br />

tutto questo e perciò compose il racconto all’interno di una croce. Croce, come<br />

riportato nell’introduzione, che non raffigura quella legata alla presunta<br />

crocifissione di Gesù ma la Croce del Sud. Mentre la coppa che ha in mano Nemesi<br />

ed anche Maria, che <strong>Le</strong>onardo, nell’Ultima Cena né mette in mano a Gesù né<br />

dipinge sul tavolo poiché lui non aveva nulla a che vedere con quel simbolo e<br />

l’artista, evidentemente, questo lo sapeva bene, secondo la leggenda, raffigura la<br />

coppa scavata dallo smeraldo staccatosi dalla fronte di Lucifero durante la sua<br />

abissale caduta, che raccolto dagli angeli, fu poi scavato a forma di calice e<br />

riportato nel paradiso terrestre alla cacciata di Adamo ed Eva.<br />

Nemesi con la croce e la Coppa<br />

La gran Madre di Torino<br />

Lucifero, un tempo Angelo potente pieno di grazia e di bellezza, perse il suo<br />

smeraldo, cioè il suo terzo occhio, durante la caduta dal cielo; la leggenda narra<br />

Lucifero cade sulla terra e scava l’imbuto dei gironi infernali; la terra fuoriuscita<br />

agli antipodi formerà la montagna del purgatorio con in cima il paradiso. Il terzo<br />

occhio che dà la visione dell’eternità, perso da Lucifero nella caduta, che è anche<br />

quella <strong>della</strong> stessa umanità dopo la cacciata dal paradiso terrestre, si suppone dovrà<br />

riacquistarla, alla fine dei tempi, quando la pietra tornerà sulla fronte dell’angelo<br />

con la corona.<br />

Hecate lucifera Iside velata Diana Lucifera

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