Le grida della Fenice

Nelle due lunette poste sopra il Giudizio Universale, dove Michelangelo ha inserito
le colonne Jakin e Boaz, un po’ come ha fatto Pantaleone con la corona posta sopra
al corpo del mosaico, l’artista riassume sinteticamente quanto racconta nella sua
opera. Anche lui, come il monaco che costruì il mosaico, ci racconta del Bene e del
Male. Del positivo e del negativo. Lo strano è che Michelangelo, nella lunetta
dove dovrebbe
esserci la colonna
nera Boaz, mette
invece una croce di
legno con un uomo
di colore legato
sopra. Croce tra
l’altro, che le figure
dipinte sotto di lui
sembrano faticare a
tener dritta; più di
lato possiamo vedere ci sono un gruppo di altre figure che simboleggiano degli
angeli: quegli angeli guardano da quella parte, e visto che l’uomo sulla croce non
ha la corona di spine, quella che gli angeli hanno in mano si evince l'hanno portata
via all’uomo legato sulla croce.
Nella lunetta destra
possiamo invece vedere
quanto faticano quelle
persone a tenere dritta
la colonna bianca
Jakin.
Quell’uomo di colore
legato sulla croce,
quindi non crocifisso e
non di carnagione
chiara come solitamente lo troviamo raffigurato, non ci vuole molto a capire che
raffigura Gesù; gli angeli gli portano via la corona di spine perché, come avremo
conferma comprendendo meglio il racconto di Michelangelo, la crocifissione, come
pure la resurrezione, seppur fatte per il bene comune perché sicuramente la gente
non credeva e non capiva, furono una farsa architettata da Gesù.
Se è Gesù come si desume quello messo al posto della colonna nera Boaz, ricavare
cosa voleva raccontare l’artista in quella scena è quindi semplice da comprendere: