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Le grida della Fenice

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Infatti Michelangelo dipinge la figura come gigante, gli fa i capelli rossi, e lo mette<br />

come capostipite <strong>della</strong> gente che gli dipinge sotto. Quindi, se Michelangelo fa gli<br />

stessi capelli rossi di quel gigante a Gesù, intende dirci che Gesù come altri uomini<br />

discendeva da loro? Che aveva il loro stesso DNA? Certamente si. Questa cosa<br />

così grave fa forse comprendere perché l’artista, nella parte bassa dell’opera, dove<br />

ci dice di coloro che saranno giudicati alla fine, dipinge esclusivamente uomini!<br />

La donna col braccio bianco e quel dio che creò Adamo, che oggi sappiamo essere<br />

Enki, raffigurano quindi i capostipiti genetici maschile e femminile da cui si è<br />

moltiplicata l’umanità dopo il Diluvio. Capostipiti che 30 anni prima Michelangelo<br />

aveva simboleggiato nell’Eden in quel tronco che si divide in due. A questo punto<br />

viene da chiedersi: chi potrebbe voler raffigurare quell’uomo vestito di verde a cui<br />

il gigante dai capelli rossi sembra sussurrare qualcosa? (fig.e) Per sciogliere<br />

l’enigma proviamo a seguire il racconto dell’artista.<br />

e f<br />

Dalla parte dove Michelangelo dipinge gli appartenenti alle tre religioni monoteiste<br />

con i loro rispettivi fondatori, nel gruppo dove raffigura gli Ebrei, per distinguerle,<br />

l’artista dipinge due figure vestite diversamente dalle altre (fig.f); Roy Doliner e<br />

Benjamin Blech, nel loro libro I segreti <strong>della</strong> Sistina, scrivono che i due<br />

potrebbero raffigurare Enoch ed Elia, gli unici due portati via dal carro celeste.<br />

Doliner e Blech hanno secondo me ragione. Quell’uomo che l’artista ha vestito di<br />

rosso potrebbe voler raffigurare Elia e quello vestito di verde, che Michelangelo

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