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12 06/<strong>2013</strong> alpina dolomites<br />
alpina dolomites 06/<strong>2013</strong><br />
13<br />
Terra di Reti,<br />
Romani e sciatori<br />
L’area ai piedi dello Sciliar è da sempre una zona molto<br />
amata. I primi a insediarsi sul fertile altipiano e a lasciarvi<br />
le proprie tracce furono i Reti, seguiti dai Romani e infine<br />
dai Bavari. A partire dalla metà del XIX secolo, la costruzione<br />
della ferrovia del Brennero aprì le porte al turismo.<br />
Ai primi alpinisti seguirono presto i turisti; in seguito<br />
l’Alpe divenne anche una zona sciistica. Oggi l’Altipiano<br />
dello Sciliar è una meta per le vacanze estremamente apprezzata<br />
sia in inverno che in estate. Già nel 2000 a.C. i Reti<br />
s’insediarono nelle vicinanze dell’odierna Siusi. Nel 15 a.C.,<br />
i Romani si spinsero fino alle Alpi, soppiantarono i Reti e<br />
convertirono i loro insediamenti in fortificazioni. Iniziò così<br />
una costante ondata migratoria di contadini che si sentivano<br />
sicuri nelle vicinanze delle fortificazioni e commerciavano<br />
con i soldati. Molti nomi di masi e numerosi toponimi risalgono<br />
a quell’epoca.<br />
Infine, dopo i Romani giunsero i Bavari, che diedero inizio<br />
alla germanizzazione dell’Altipiano dello Sciliar. Solo nella<br />
vicina Val Gardena si mantennero la cultura e la lingua<br />
retica: ancora oggi la popolazione della Val Gardena parla<br />
il ladino. Il nome Castelrotto, dal latino Castellum ruptum,<br />
risale al VI secolo, quando i Bavari distrussero la fortificazione<br />
romana (castellum) sulla collina di Castelrotto.<br />
1850: 34 case e 236 abitanti<br />
Intorno al 900 iniziò la cristianizzazione. Siusi, Fié e Castelrotto<br />
vengono citate per la prima volta in documenti<br />
storici risalenti al 982 in relazione a redditi ecclesiastici. Nel<br />
1568 si contavano 27 insediamenti abitativi a Siusi, mentre<br />
verso la metà del XVII secolo il numero era già salito a 54:<br />
era giunta l’ora che la comunità avesse una propria chiesa.<br />
L’antica chiesa parrocchiale è datata 1648. Nel 1657 Siusi<br />
diventò una frazione indipendente; intorno al 1850 contava<br />
34 case e 236 abitanti e vantava già una scuola elementare<br />
a classe unica. Nel 1890 fu fondata l’Associazione per la<br />
valorizzazione di Castelrotto-Siusi-Ratzes, cui seguirono lo<br />
Sportclub nel 1927 e il soccorso alpino nel 1954.<br />
La fresca estate sull’Altipiano dello Sciliar<br />
Già nel XVIII secolo Siusi era una meta turistica estiva e<br />
molti erano gli ospiti che visitavano la sorgente termale di<br />
Bad Ratzes. A partire dal 1867, anno di costruzione della<br />
rete ferroviaria del Brennero, si sviluppò il turismo. Nel<br />
1890 si contarono 113 ospiti, mentre solo due anni dopo il<br />
numero di turisti era già salito a quota 340. Fra i personaggi<br />
illustri che scelsero questa meta per rilassarsi vi fu anche il<br />
re Augusto di Sassonia. Il filosofo tedesco Wilhelm Dilthey<br />
morì nel 1911 durante un soggiorno all’Hotel Salegg; re Alberto<br />
del Belgio era solito praticare l’alpinismo sul massiccio<br />
dello Sciliar sotto la guida di Paula e Hans Steger.<br />
A partire dagli anni Venti del secolo scorso l’Alpe di Siusi fu<br />
scoperta anche come meta turistica invernale, e un numero<br />
sempre maggiore di persone iniziò a praticare il nuovo sport<br />
dello sci. Inizialmente si trattava solo di persone allenate e<br />
dotate di spirito avventuroso, per lo più uomini. Gli sciatori<br />
dovevano risalire la montagna con gli sci in spalla e scendere<br />
sulla neve fresca con pesanti sci di legno e attacchi in metallo.<br />
1934: la prima cabinovia dalla Val Gardena all’Alpe di Siusi<br />
Nel 1929 si cominciò a pensare alla possibilità di collegare<br />
la Val Gardena all’Alpe di Siusi: si trattava di superare<br />
un dislivello di circa 800 m. Solo nel 1934 si arrivò alla<br />
costruzione della funivia dell’Alpe di Siusi, su un tracciato di<br />
circa 1900 m: per l’epoca si trattava di un’autentica opera<br />
pionieristica, i cui lavori durarono sei mesi. Alla cerimonia<br />
d’inaugurazione, il 27 gennaio 1935, presero parte diversi<br />
ospiti d’onore, tra cui anche il principe ereditario Umberto<br />
di Savoia. La prima funivia “a va e vieni” trasportava 16<br />
persone: una capacità che di lì a poco non sarebbe più stata<br />
sufficiente. Negli anni del boom economico, infatti, dopo<br />
la fine della Seconda guerra mondiale, si registrò un notevole<br />
incremento delle presenze, cui si dovette far fronte per<br />
rimanere al passo.<br />
L’Alpe di Siusi: paradiso dell’escursionismo e dello sci<br />
Nel 1953 e poi nel 1969 furono costruite due nuove<br />
funivie sullo stesso tracciato, con una portata massima di<br />
550 persone all’ora. Contemporaneamente si procedette<br />
all’ampliamento continuo dell’area sciistica dell’Alpe<br />
di Siusi, che diventò così la più grande d’Italia, con un<br />
totale di 20 impianti di risalita e un’ampia rete di itinerari<br />
escursionistici e piste per lo sci di fondo. L’incremento del<br />
turismo negli anni Settanta e Ottanta rese necessaria un’ulteriore<br />
estensione degli impianti; nel 1999 è stata infine<br />
messa in funzione la cabinovia bifune, con una portata di<br />
circa 4000 persone all’ora.