completo maggio per web (1)
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Gualberto, poi trasferito nel 1671 nella<br />
chiesa di Santa Trinita a Firenze. Michelozzo<br />
realizzò nel 1448 il tempietto<br />
dalle forme classiche che fu abbellito<br />
con le decorazioni eseguite da Luca<br />
della Robbia; mentre Maso di Bartolomeo<br />
fece le due aquile in bronzo di<br />
magnifica fattura (stemma dell’Arte di<br />
Calimala), che tuttora sono collocate<br />
sulla co<strong>per</strong>tura del tempietto, una rivolta<br />
verso i fedeli, l’altra verso il presbiterio.<br />
Il Crocifisso di San Giovanni<br />
Gualberto fu collocato all’interno del<br />
tempietto e qui rimase fino a quando<br />
fu spostato nella chiesa di Santa Trinità.<br />
Ma chi era San Giovanni Gualberto<br />
e <strong>per</strong>ché la sua storia si intreccia con<br />
la chiesa di San Miniato? San Giovanni<br />
Gualberto (995-1073) nacque probabilmente<br />
a Firenze intorno all’anno<br />
mille dalla nobile famiglia dei Visdomini;<br />
secondo altre fonti, da quella dei<br />
Buondelmonti. Suo fratello Ugo venne<br />
assassinato e secondo i costumi del<br />
tempo Giovanni fu chiamato a vendicarne<br />
la morte con l’uccisione del<br />
rivale. La vendetta si doveva consumare<br />
fuori porta San Miniato a Firenze<br />
ma, secondo la leggenda, il suo avversario<br />
si inginocchiò e, messe le braccia<br />
in forma di croce, invocò pietà.<br />
Giovanni gettò la spada e concesse il<br />
<strong>per</strong>dono. A quel punto, secondo la tradizione,<br />
Giovanni andò nel monastero<br />
di San Miniato a pregare e il Crocifisso<br />
che si trovava là avrebbe mosso la<br />
testa in segno di approvazione. Dopo<br />
di che Giovanni si ritirò all’interno del<br />
monastero benedettino annesso. Una<br />
volta diventato monaco, si impegnò a<br />
difendere la Chiesa dalla simonia e dal<br />
nicolaismo. Nel 1036, dopo varie <strong>per</strong>egrinazioni,<br />
giunse insieme ad alcuni<br />
monaci a Vallombrosa, dove fondò la<br />
congregazione monastica vallombrosana.<br />
Nel ciborio, detto anche Cappella<br />
del Crocifisso, si trovano le tavole di<br />
Agnolo Gaddi, eseguite verosimilmente<br />
intorno all’anno 1396. Alcuni sportelli<br />
sono stati ingranditi, mentre altri<br />
rifilati <strong>per</strong> poter essere collocati nella<br />
parete di fondo dell’edicola che <strong>per</strong><br />
alcuni secoli ha custodito il crocifisso<br />
di San Giovanni Gualberto. Gli eventi<br />
in programma <strong>per</strong> la celebrazione<br />
del millenario hanno avuto il patrocinio<br />
del Pontificio Consiglio della Cultura,<br />
della Presidenza del Consiglio<br />
dei Ministri, della Regione Toscana, la<br />
co-promozione del Comune di Firenze<br />
e la concessione del marchio del Consiglio<br />
Regionale della Toscana e sono<br />
stati programmati con l’aiuto di ENI,<br />
Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze,<br />
Poste Toscane, Toscana Aeroporti,<br />
Guido Guidi, Nextam Partners,<br />
Fism e AB Braganti. Il programma dei<br />
festeggiamenti prevede oltre cinquanta<br />
manifestazioni fra storia, arte e cultura.<br />
L’abate di San Miniato al Monte,<br />
monsignor Bernardo Giani, ha espres-<br />
Il manifesto ideato dal maestro Luca Alinari<br />
<strong>per</strong> il millenario di San Miniato<br />
Il ciborio<br />
SAN MINIATO AL MONTE<br />
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