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ICF Febbraio e Marzo 2018

ICF - Rivista dell'Industria Chimica e Farmaceutica è la rivista di Interprogetti che, oltre ad offrire un quadro esaustivo sullo stato dell'arte dei due settori di riferimento, rappresenta uno strumento di lavoro qualificato, attraverso una presentazione completa dell'innovazione tecnologica ad essi dedicata.

ICF - Rivista dell'Industria Chimica e Farmaceutica è la rivista di Interprogetti che, oltre ad offrire un quadro esaustivo sullo stato dell'arte dei due settori di riferimento, rappresenta uno strumento di lavoro qualificato, attraverso una presentazione completa dell'innovazione tecnologica ad essi dedicata.

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Ricerca<br />

levato e delle dimensioni nanometriche,<br />

che le attribuiscono caratteristiche<br />

meccaniche, ottiche e chimico-fisiche<br />

uniche (3). Per produrre fibre e<br />

tessuti biodegradabili, il gruppo Poly-<br />

BioSkin utilizzerà due classi principali<br />

di polimeri biologici: (a) polisaccaridi<br />

tra cui cellulosa, amido, chitina e chitosano,<br />

selezionati per il loro elevato<br />

potere assorbente e le peculiari funzionalità<br />

antiinfiammatorie e antibatteriche;<br />

(b) biopoliesteri, come acido<br />

polilattico (PLA) e poliidrossialcanoati<br />

(PHA) ottenuti dalla fermentazione<br />

batterica. Tutti gli ingredienti selezionati<br />

sono biodegradabili, ottenuti da<br />

risorse rinnovabili e compatibili con la<br />

cute umana e l’ambiente.<br />

Figura 1 - I ricercatori del Consorzio PolyBioSkin<br />

Fibre naturali e nanotecnologie<br />

Nel mondo dei tessuti bio-ingegnerizzati,<br />

l’uso dei bio-materiali è molto<br />

studiato per i diversi vantaggi che<br />

ne derivano, tra i quali la robustezza,<br />

la facile degradazione e la capacità<br />

di imitare l’aspetto tridimensionale<br />

dell’ECM naturale. Per questi motivi l’uso<br />

delle nanofibre è diventato di grande<br />

interesse nella medicina riparativa<br />

a causa delle particolari proprietà fisico-chimiche<br />

e biologiche che le caratterizzano.<br />

Per la loro dimensione nanometrica,<br />

infatti, queste fibre naturali<br />

possono fornire un’alta funzionalità<br />

se usate per produrre tessuti medicali<br />

dato il loro rapporto superficie-volume<br />

estremamente elevato e l’elevata energia<br />

superficiale unita non soltanto alle<br />

particolari proprietà ottiche e meccaniche<br />

(4), ma anche all’alta biocompatibilità<br />

e affinità per la cute umana. La<br />

nanofibra è generalmente definita come<br />

una fibra con una lunghezza inferiore<br />

a 100 nm e uno spessore di pochi<br />

manometri. Tra le nanofibre naturali<br />

l’uso delle nanofibre a base di amido e<br />

di chitina è sempre più frequente perché<br />

ritenute agenti biostimolanti non<br />

tossici. Queste fibre, infatti, possiedono<br />

proprietà benefiche e sono prodotte<br />

da materie prime naturali con l’utilizzo<br />

di processi sostenibili, se paragonate<br />

all’uso dei tradizionali polimeri<br />

ottenuti da risorse fossili.<br />

Questi sono i motivi che hanno indotto<br />

gli studiosi di PolyBioSkin a selezionare<br />

ed utilizzare specifici polisaccaridi<br />

per preparare fibre e tessuti,<br />

che dovranno svolgere ruoli importanti<br />

a livello della cute umana, incluso<br />

il trasporto e la produzione di<br />

energia cellulare. Comunque, quando<br />

utilizzati in miscela per produrre nanocompositi,<br />

questi polisaccaridi potrebbero<br />

essere utilizzati anche per realizzare<br />

film adatti alla conservazione<br />

a lungo termine degli alimenti, nonché<br />

per membrane protettive e strutture<br />

di supporto per le cellule. A tal<br />

proposito è da ricordare come alcuni<br />

carboidrati complessi, noti come glicani,<br />

siano in grado di mediare le interazioni<br />

di riconoscimento tra le molecole,<br />

contribuendo così a formare u-<br />

na maglia molecolare complessa sulla<br />

superficie cellulare e a livello dell’ECM<br />

naturale (Figura 2).<br />

Questi polisaccaridi spesso legati a fosfolipidi,<br />

proteine e acetil glucosamina<br />

sono presenti nelle membrane e responsabili<br />

tra l’altro della comunicazione<br />

cellula-cellula. Pertanto, riprodurre<br />

l’attività e la funzione dell’ECM<br />

cutaneo rappresenta un obiettivo importante<br />

per tutti i prodotti cosmetici<br />

che, agendo come efficaci agenti idratanti<br />

e anti-invecchiamento, dovrebbero<br />

essere in grado di sintonizzare a<br />

livello biologico le interazioni cellula-cellula<br />

e cellula-matrice.<br />

In quest’ottica, la nanotecnologia offre<br />

molti vantaggi rispetto ai processi<br />

convenzionali in termini di economia,<br />

risparmio energetico, eco-compatibilità<br />

e rilascio controllato di sostanze<br />

in condizioni definite, sebbene si debbano<br />

ancora compiere molti sforzi per<br />

aumentare la loro scala di produzione<br />

e abbassarne i costi industriali, valu-<br />

Figura 2 -<br />

Struttura chimica<br />

di cellulosa,<br />

chitina e<br />

chitosano<br />

<strong>Febbraio</strong>/<strong>Marzo</strong> <strong>2018</strong><br />

RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA icf 39

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