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Wine Experience - Aprile 2019

Wine Experience-MAVV Magazine è la nuova rivista che il Museo dell’Arte, del Vino e della Vite dedica alle eccellenze enologiche. Con una pregevole veste grafica, la rivista digitale, in formato pdf e con testo inglese a fronte, intende presentare ad una platea internazionale di appassionati ed operatori del settore le migliori produzioni italiane, raccontando i territori di provenienza e dando voce agli imprenditori e le alte professionalità impegnate in questo settore. In una parola WINE EXPERIENCE intende valorizzare la grande cultura del vino, il gusto e lo stile ad esso collegato.

Wine Experience-MAVV Magazine è la nuova rivista che il Museo dell’Arte, del Vino e della Vite dedica alle eccellenze enologiche. Con una pregevole veste grafica, la rivista digitale, in formato pdf e con testo inglese a fronte, intende presentare ad una platea internazionale di appassionati ed operatori del settore le migliori produzioni italiane, raccontando i territori di provenienza e dando voce agli imprenditori e le alte professionalità impegnate in questo settore. In una parola WINE EXPERIENCE intende valorizzare la grande cultura del vino, il gusto e lo stile ad esso collegato.

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Maggio <strong>2019</strong><br />

Maggio <strong>2019</strong><br />

BON TON<br />

E CLASSE:<br />

PROFESSIONE<br />

SOMMELIER<br />

Cosa può capitare al ristorante?<br />

Racconto su un ruolo importante<br />

nel mondo della ristorazione<br />

UN GRUPPETTO di clienti discute fuori da un<br />

ristorante. Consultano febbrilmente il menù<br />

esposto su un leggio. Le signore chiacchierano<br />

tra loro commentando i piatti. Il più giovane della<br />

comitiva annuisce scorrendo la carta dei vini.<br />

“Interessante… ah, però...” Il proprietario che li osserva<br />

da lontano legge il labiale.<br />

“Hai visto? Hanno anche quel primitivo dolce che<br />

piace tanto a te…”, fa il più anziano all’indirizzo della<br />

consorte. “E quello spumante nature che trovammo<br />

in quella piccola cantina in Franciacorta”, gli fa lei.<br />

Interviene un uomo in tunica nera. Con un gesto<br />

defi nitivo mette tutti a tacere: “Entriamo. Un buon<br />

piatto e un bicchiere di vino sincero e la Santa domenica<br />

è compiuta!”<br />

Si seggono e subito cercano di attirare la attenzione<br />

del responsabile di sala che si avvicina e li accoglie<br />

con garbo. Torna con i menù e la carta dei vini. Versa<br />

dell’acqua fresca. È una giornata afosa di agosto.<br />

Dopo un’occhiata sommaria alla carta dei vini, mentre<br />

gli altri ancora discutono se “rosso o bianco”, il più<br />

anziano sentenzia: “faccio io!” E ordina il Franciacorta<br />

che gli piaceva.<br />

“Un fritto, sarebbe perfetto”, soggiunge il cameriere<br />

che porta con sé i calici da vino. Ma il cliente<br />

insiste per avere una fl úte stretta e lunga. Vorrebbe<br />

dirgli che è superata, che il servizio prevede un calice<br />

più ampio da bianco, ma si trattiene. Al momento di<br />

aprire la bottiglia vuole farlo il cliente. Segue un gran<br />

botto. Si inizia a versare i vini. Il cameriere impugna<br />

con eleganza la bottiglia tenendola per il fondo, la<br />

ruota lievemente per non far cadere le gocce fuori da<br />

bicchiere. Asciuga il collo con il tovagliolo, il frangino,<br />

immacolato.<br />

Viene servito il prelato e poi le signore, dalla più<br />

grande alla più giovane, infi ne il signore che ha scelto<br />

il vino e che lo ha assaggiato<br />

per primo, come<br />

vuole consuetudine.<br />

“Gaspare hai visto?<br />

Il signore non ha messo<br />

il pollice nell’incavo<br />

del fondo bottiglia come<br />

sempre!”, dice sorpresa<br />

la signora vestita di bianco.<br />

“Ben fatto Magda,<br />

l’ultima volta il cameriere<br />

perfi no alla fi ne rovesciò<br />

a testa in giù la bottiglia<br />

vuota!” risponde il marito.<br />

Il cameriere ascolta con discrezione e inorridisce.<br />

Ha fi nito il giro dei commensali e lascia la bottiglia nel<br />

surglace che ha accuratamente riempito di acqua e<br />

ghiaccio affi nché lo spumante si mantenga intorno<br />

ai 6 gradi.<br />

La prima bottiglia fa presto a fi nire. Ne chiedono<br />

una seconda. Il prelato è molto infastidito dalla risposta:<br />

non ce n’è una seconda! “Non dovrebbero servire<br />

bottiglie esemplare unico!” Insiste. Ha ragione. Il<br />

cameriere lo sa, ed è mortifi cato, non prova neanche<br />

a giustifi carsi.<br />

Il tal signor Gaspare chiede una altro paio di referenze,<br />

ma la carta dei vini fa acqua da tutte le parti. E,<br />

peggio, non indica le etichette esaurite.<br />

Il sommelier interviene: “Visto che avete consumato<br />

i fritti e avete ordinato la nostra lasagna di mare,<br />

vi propongo un rosé”. Acconsentono. Si cambiano i<br />

bicchieri. “Benone!”, fa il prelato. Il rosé purtroppo sa<br />

di tappo. Il sughero è secco e mostra segni di deterioramento.<br />

La signora che ha chiesto di assaggiarlo storce il<br />

naso. Il cameriere che ha sostituito un attimo il sommelier<br />

fa un gesto di stizza. E poi insiste che forse la signora<br />

si sbaglia. Ne nasce un battibecco. Lui non vuol<br />

cambiargli la bottiglia e loro sono molto contrariati.<br />

“Non è un fatto di gusto! È un difetto evidente!”.<br />

Hanno ragione. Interviene<br />

il proprietario che<br />

non esita a cambiare la<br />

bottiglia. Ma il cameriere<br />

sbaglia ancora: non<br />

cambia i bicchieri. Risultato<br />

consumano la lasagnetta<br />

mentre lui porta a<br />

tavola fi nalmente i nuovi<br />

bicchieri.<br />

Il sommelier è costernato.<br />

E propone di passare<br />

a un rosso di territorio,<br />

dal giusto corpo,<br />

per il Coniglio all’Ischitana. Ma il Piedirosso non piace<br />

e neanche il Gaglioppo. Chiedono un Taurasi annata<br />

1999. Il sommelier fa a meno di far notare che il<br />

prezzo è notevolmente più alto per non mettere a disagio<br />

il suo ospite. Piuttosto gli offre disponibilità a<br />

che possa portare con sé la bottiglia nel caso non la<br />

fi niscano.<br />

Il gruppo è troppo irrequieto per farli ragionare<br />

sull’abbinamento, il sommelier procede senza far<br />

notare che il vino è decisamente troppo impegnativo<br />

per il piatto. Porta il vino in un cestello da vino<br />

con attenzione. Con un cenno del capo fa segno che<br />

si portino dei nuovi bicchieri. Mostra l’etichetta al signore<br />

che l’ha scelta e, ultimata l’accurata procedura<br />

di apertura del vino, ossigenato poi con l’aiuto di un<br />

decanter, gli fa testare il sughero senza mai toccarlo<br />

con le mani. L’ospite annuisce e lui glielo versa dopo<br />

aver servito il prete e le signore, dalla loro destra.<br />

È soddisfatto la temperatura è perfetta: 20 gradi al<br />

massimo.<br />

Emerge poi da una lunga rifl essione: “Questo locale<br />

lascia molto a desiderare, ma lei fa un servizio dieci<br />

e lode!”. E sfodera un gran sorriso...<br />

MONICA PISCITELLI<br />

GIORNALISTA ENOGASTRONOMICA<br />

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