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Wine Experience - Aprile 2019

Wine Experience-MAVV Magazine è la nuova rivista che il Museo dell’Arte, del Vino e della Vite dedica alle eccellenze enologiche. Con una pregevole veste grafica, la rivista digitale, in formato pdf e con testo inglese a fronte, intende presentare ad una platea internazionale di appassionati ed operatori del settore le migliori produzioni italiane, raccontando i territori di provenienza e dando voce agli imprenditori e le alte professionalità impegnate in questo settore. In una parola WINE EXPERIENCE intende valorizzare la grande cultura del vino, il gusto e lo stile ad esso collegato.

Wine Experience-MAVV Magazine è la nuova rivista che il Museo dell’Arte, del Vino e della Vite dedica alle eccellenze enologiche. Con una pregevole veste grafica, la rivista digitale, in formato pdf e con testo inglese a fronte, intende presentare ad una platea internazionale di appassionati ed operatori del settore le migliori produzioni italiane, raccontando i territori di provenienza e dando voce agli imprenditori e le alte professionalità impegnate in questo settore. In una parola WINE EXPERIENCE intende valorizzare la grande cultura del vino, il gusto e lo stile ad esso collegato.

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Maggio <strong>2019</strong><br />

L’ANIMA<br />

DELLA<br />

TERRA<br />

Reportage di Roberto Della Noce<br />

CI SONO MOLTI modi per identifi care un territorio,<br />

guardando la sua gente, le sue tradizioni,<br />

la sua storia, la cultura e tanto altro.<br />

Tanti aspetti che, nel complesso, connotano in maniera<br />

indiscutibile una regione, rendendola unica e,<br />

quasi sempre, immediatamente riconoscibile.<br />

C’è un fi lo conduttore che attraversa le vicende<br />

nei secoli di storia e, il suo modifi carsi, ci propone<br />

molteplici sfaccettature, adattandosi al fl usso principale<br />

della cultura e delle esigenze dalla gente. Ho<br />

pensato di cogliere uno di questi fi li iniziando un<br />

lavoro sulle uve autoctone.<br />

Il vino, il nettare ricavato da succosi acini, accompagna<br />

l’uomo da millenni.<br />

Il profumo, il gusto, il suo colore variano a volte<br />

da una collina all’altra, caratterizzandolo ai palati<br />

più fi ni in maniera inconfondibile. Tutto questo nelle<br />

mie foto non c’è, non deve esserci, il titolo della<br />

mostra nel suo gioco di parole lo dice chiaramente.<br />

La vitalità del vino non può essere racchiusa in<br />

una fotografi a, il vino va gustato, va annusato. Il<br />

rapporto deve essere fi sico e diretto. Ho cercato<br />

allora di riportare visivamente solo quello che è precedente,<br />

forse anche per ampliare la conoscenza e<br />

condividerla, così come si fa con un buon bicchiere<br />

di vino.<br />

Ho seguito i produttori nei giri delle terre e imparato<br />

molte cose che non sapevo e che, nella loro<br />

semplicità, mi aff ascinano e mi ritornano in mente<br />

ogni volta che osservo un vigneto.<br />

Nelle fotografi e ho cercato di riprodurre l’uva nella<br />

sua magnifi ca semplicità; il lavoro, l’impegno, l’amore<br />

e la cura che i contadini ed i produttori hanno<br />

nel coltivarla. Mentre fotografavo ascoltavo le<br />

loro storie, le loro esperienze, i loro dissensi e punti<br />

di vista sulla produzione. Ho notato l’allegria che<br />

si sprigiona intorno alla vendemmia. Mi viene da<br />

sorridere pensando che il vino porta buonumore<br />

ancor prima di essere tale. Posso dire, da questa<br />

esperienza diretta, che tutto questo lo si ritrova nel<br />

bicchiere.<br />

Parlavo di storicità del territorio e, non a caso,<br />

nelle foto sono rappresentati i vitigni autoctoni tra<br />

i più antichi della regione: falanghina, piedirosso e<br />

aglianico.<br />

La falanghina veniva coltivata probabilmente già<br />

in epoca romana, secondo alcuni, il suo nome deriva<br />

da “falange” ossia vite legata al palo, come accadeva<br />

nella zona fl egrea.<br />

Anche il piedirosso vanta parecchi secoli con i<br />

campani, secondo alcuni studiosi, è il vitigno che<br />

Plinio il Vecchio chiamava “colombina”. Questo riferimento<br />

al colombo deriva da una caratteristica<br />

dell’uva del piedirosso, in autunno la sua rachide

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