Wine Experience - Aprile 2019
Wine Experience-MAVV Magazine è la nuova rivista che il Museo dell’Arte, del Vino e della Vite dedica alle eccellenze enologiche. Con una pregevole veste grafica, la rivista digitale, in formato pdf e con testo inglese a fronte, intende presentare ad una platea internazionale di appassionati ed operatori del settore le migliori produzioni italiane, raccontando i territori di provenienza e dando voce agli imprenditori e le alte professionalità impegnate in questo settore. In una parola WINE EXPERIENCE intende valorizzare la grande cultura del vino, il gusto e lo stile ad esso collegato.
Wine Experience-MAVV Magazine è la nuova rivista che il Museo dell’Arte, del Vino e della Vite dedica alle eccellenze enologiche. Con una pregevole veste grafica, la rivista digitale, in formato pdf e con testo inglese a fronte, intende presentare ad una platea internazionale di appassionati ed operatori del settore le migliori produzioni italiane, raccontando i territori di provenienza e dando voce agli imprenditori e le alte professionalità impegnate in questo settore. In una parola WINE EXPERIENCE intende valorizzare la grande cultura del vino, il gusto e lo stile ad esso collegato.
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Maggio <strong>2019</strong><br />
Maggio <strong>2019</strong><br />
DAL VESUVIO<br />
4 NUOVE DOC<br />
Il Consorzio guidato da Ciro Giordano<br />
chiede la modifica del disciplinare<br />
IL CONSORZIO TUTELA VINI VESUVIO, nato il<br />
nel luglio 2007, oggi conta quasi 210 soci suddivisi<br />
tra viticoltori, vinifi catori ed imbottigliatori. Con DM<br />
del 24 giugno 2015 è stato riconosciuto dal Ministero<br />
delle Politiche Agricole e Forestali come “Consorzio<br />
tutela vini Vesuvio – Consorzio tutela dei vini DOP Vesuvio<br />
e IGP Pompeiano”, conferendogli le funzioni di<br />
tutela, di valorizzazione e di cura generale degli interessi<br />
connessi alla denominazione di origine protetta<br />
Vesuvio e indicazioni geografi ca protetta Pompeiano.<br />
Con tale decreto il Consorzio ha ricevuto anche il<br />
conferimento dell’incarico di Vigilanza.<br />
Dal 2016 il Consorzio Tutela vini Vesuvio, guidato<br />
da Ciro Giordano, ha intrapreso un nuovo percorso,<br />
con l’obiettivo di valorizzare e promuovere la conoscenza<br />
delle denominazioni tutelate, riaff ermando il<br />
legame tra le caratteristiche vulcaniche dei suoli e i vitigni<br />
autoctoni. Con la modifi ca al disciplinare di produzione<br />
della DOP Vesuvio, grazie proprio all’impegno<br />
del Consorzio, “Il Caprettone”, vitigno autoctono<br />
della zona vesuviana, confuso per anni con la “Coda<br />
di Volpe”, ha trovato il suo uffi ciale riconoscimento.<br />
Si è aperta così la strada anche alla produzione dei<br />
monovarietali Caprettone, Piedirosso e Falanghina.<br />
Dopo il traguardo raggiunto del 2017 con l’introduzione<br />
dei Contrassegni di Stato su tutte le bottiglie a<br />
DO Vesuvio, il Consorzio nel 2018 è stato protagonista<br />
di una effi cace attività di promozione e valorizzazione<br />
del territorio con la realizzazione di masterclass,<br />
Ciro Giordano, Presidente del Consorzio di Tutela Vini Vesuvio<br />
incoming internazionali e missioni istituzionali a New<br />
York, per promuovere l’autenticità e biodiversità dei<br />
vini del Vesuvio nel mondo.<br />
“Siamo all’inizio – sottolinea Ciro Giordano, Presidente<br />
del Consorzio - di un lungo percorso fi nalizzato<br />
alla valorizzazione di una delle aree vulcaniche con<br />
profonde radici storiche sia in termini di produzione<br />
che di commercializzazione”.<br />
Tra le principali iniziative di promozione, da segnalare<br />
quella nata dalla collaborazione tra il Consorzio e<br />
l’associazione “Volcanic <strong>Wine</strong>s”, un’esclusiva degustazione<br />
di vini dai suoli vulcanici di tutta la Penisola,<br />
inserita nel programma di “Cyties on Volcanoes”, la<br />
Conferenza Mondiale di vulcanologia tenutasi a Napoli<br />
alla Mostra D’Oltremare. L’obbiettivo del Consorzio<br />
Vesuvio è stato proprio quello di focalizzare l’attenzione,<br />
durante questo summit mondiale, sui vini<br />
prodotti da vigne coltivate sui suoli lavici e sul loro<br />
stretto rapporto con i luoghi di origine.<br />
“Nell’area vulcanica del complesso oggi denominato<br />
Somma-Vesuvio – aggiunge il Presidente Giordano<br />
-, i Romani avevano creato una fi tta rete di<br />
scambi commerciali con epicentro della città di Pompei.<br />
Dobbiamo far rivivere l’antica vocazione vitivinicola<br />
delle nostre aree e farci promotori della qualità<br />
dei vini del Vesuvio”.<br />
Il Consorzio Tutela Vesuvio ha organizzato anche<br />
incoming con giornalisti italiani e operatori americani<br />
per un viaggio alla scoperta del Vesuvio. Un percorso<br />
fi nalizzato non solo alla degustazione delle diverse<br />
etichette delle DOP/ IGT tutelate, ma volto anche a<br />
far conoscere la realtà del suolo vulcanico che richiama<br />
milioni di turisti con la sua duplice entità: il Monte<br />
Somma, originario cratere e zona più antica di produzione<br />
ed il Vesuvio, con le sue vigne che degradano<br />
sul mare.<br />
“Grazie ad una visione comune e la condivisione<br />
di un percorso di valorizzazione, promozione e tutela<br />
delle nostre denominazioni – aggiunge Maurizio Russo,<br />
Vice Presidente del Consorzio -, sono convinto<br />
che riusciremo insieme a creare valore per il nostro<br />
territorio e per i nostri vitivinicoltori. Il consorzio di tutela<br />
rappresenta la nostra casa comune dove condividiamo<br />
idee e progetti con l’obiettivo di accrescere la<br />
reputazione e la sostenibilità delle nostre produzioni”.<br />
L’AREA DOP VESUVIO<br />
La vite, che caratterizza i paesaggi di tutti i Comuni<br />
che compongono il Sistema, è coltivata in modo prevalente<br />
in aziende di Terzigno, Boscotrecase e Trecase.<br />
Poco più della metà (52%) della superfi cie vitata è<br />
dichiarata a Denominazione di Origine Protetta (DOP)<br />
per la produzione del vino Vesuvio DOC e Lacryma<br />
Christi DOC. L’area di produzione della Dop Vesuvio,<br />
che si sovrappone a quella del Parco Nazionale del<br />
Vesuvio, con 1.100 ettari di vigneti interessa gran parte<br />
dei Comuni della fascia pedomontana del Vesuvio<br />
tra cui Boscotrecase, Trecase, San Sebastiano al Vesuvio<br />
e parte dei comuni di Ottaviano, San Giuseppe<br />
Vesuviano, Terzigno, Boscoreale, Torre Annunziata,<br />
Torre del Greco, Ercolano, Portici, Cercola, Pollena<br />
Trocchia, Sant’Anastasia e Somma Vesuviana.<br />
Con la proposta di modifi ca al Disciplinare della<br />
DOC Vesuvio, fortemente voluta dal Consorzio<br />
di Tutela, si è dato il giusto riconoscimento anche<br />
alle tipologie monovarietali, valorizzando i vitigni del<br />
territorio vesuviano in purezza. Rientrano nella Denominazione<br />
“DOC Vesuvio” non solo i vini realizzati<br />
dal bland Caprettone/ Voda di Volpe - Falanghina /<br />
Greco, nella tipologia bianco e Piedirosso - Olivella/<br />
Aglianico nella versione Rosso, anche i monovarietali<br />
quali Caprettone, Falanghina e Piedirosso. Ciò si tradurrà<br />
nella istituzione di 4 nuove possibili denominazioni,<br />
che affi ancheranno la Lacryma Christi, nate da<br />
uve della DOP Vesuvio trasformate in purezza:<br />
• Vesuvio DOP Caprettone<br />
• Vesuvio DOP Piedirosso<br />
• Vesuvio DOP Falanghina<br />
• Vesuvio DOP Aglianico<br />
IGP POMPEIANO<br />
I vini ad IGT “Pompeiano” bianchi, rossi e rosati<br />
devono essere ottenuti da uve provenienti da vigneti<br />
composti, nell’ambito aziendale, da uno o più vitigni<br />
a bacca di colore analogo, idonei per la provincia di<br />
Napoli, iscritti nel registro nazionale delle varietà di<br />
vite per uve da vino approvato con D.M. 7 maggio<br />
2004, pubblicato nella Gazzetta Uffi ciale n° 242 del<br />
14 ottobre 2004. L’IGT “Pompeiano”, con la specifi -<br />
cazione di Aglianico, Coda di Volpe bianco, Falangina,<br />
Piedirosso, Sciascinoso, è riservata ai vini ottenuti<br />
da uve a bacca di colore analogo provenienti da<br />
vigneti composti, nell’ambito aziendale, per almeno<br />
l’85% dai corrispondenti vitigni.<br />
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