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MAP - Magazine Alumni Politecnico di Milano #5

Il Magazine dei Designer, Architetti, Ingegneri del Politecnico di Milano - Numero 5 - Primavera

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SPECIALE ERC PARTE 2°

SATELLITI CHE ORBITANO AUTONOMAMENTE

SFRUTTANDO LE “FORZE NATURALI” SPAZIALI

COMPASS | CONTROL FOR ORBIT MANOEUVRING THROUGH PERTURBATIONS FOR APPLICATION

TO SPACE SYSTEMS

#Computing #Aerospace #OrbitalDynamics #Space #SpaceCraft #SpaceDebris #Asteroids #SpaceMissions

2016 - 2021 1.500.000 € 12 persone

CAMILLA COLOMBO

A

Professore associato

di Meccanica del Volo

Dipartimento di Scienze e

Tecnologie Aerospaziali

Alumna Ing. Aerospaziale

Camilla Colombo e il suo team lavorano

a nuovi modelli matematici che descrivano

le perturbazioni naturali dello

spazio. Le perturbazioni sono le forze

naturali che agiscono sui satelliti oltre

alla forza gravitazionale del pianeta

centrale intorno al quale orbitano,

ad esempio la pressione di radiazione

solare, la forza gravitazionale degli altri

pianeti e la resistenza aerodinamica.

L’obiettivo è quello di programmare i

satelliti e i veicoli spaziali in modo che

siano in grado di sfruttarle autonomamente

per i trasferimenti orbitali e interplanetari.

Questa capacità dei sistemi

spaziali di adattare il proprio moto e

sfruttare le perturbazioni avviene come

una specie di “surfing spaziale”. I satelliti

(o i futuri detriti spaziali) intelligenti

saranno in grado di manovrare con i loro

motori e, attraverso le perturbazioni

spaziali, lasciarsi trascinare (come delle

correnti nello spazio) per controllare

autonomamente la propria rotta. I

satelliti trasmettono segnali radio, televisivi

e telefonici, ci guidano quando

accendiamo il GPS, sono indispensabili

per studiare i cambiamenti meteorologici

e per tenere sotto controllo l’ecosistema

Terra. Tuttavia mandare un

satellite in orbita e mantenerlo costa

tantissimo. Il modello matematico sviluppato

contribuirà a ridurre drasticamente

i costi e i rischi per la sicurezza

delle missioni intorno alla Terra. Inoltre

il team lavora anche sulle missione interplanetarie,

studiando la protezione

planetaria, cioè il rischio di lanciatori

e satelliti di impattare con altri corpi

celesti a causa di guasti e produrre

detriti. Altro obiettivo sono le missioni

di piccoli satelliti agli asteroidi vicino

alla terra per il loro studio, sfruttamento

e deflessione. Nel campo delle

missioni verso asteroidi, COMPASS potrà

elaborare nuove tecniche per modificare

la rotta delle sonde e sarà in grado

di disegnare orbite stabili per l’esplorazione.

Il metodo studiato servirà

anche alla riduzione del numero altissimo

di detriti spaziali in orbita intorno

alla terra, cioè di tutti quei satelliti

che, a fine vita, diventano inoperativi e

quindi creano rischio di frammentazioni

in orbita con la creazione di tantissimi

piccoli frammenti. Infatti, il “surfing”

orbitale può essere usato per calcolare

manovre di fine vita al fine di far rientrare

i satelliti o spostarli in un’orbita

cimitero. Il progetto si appoggia a un

comitato scientifico composto da ESA

(European Space Agency), NASA, ASI

(Italian Space Agency), CNES (Centre

National d’Études Spatiales) e JAXA (Japan

Aeropace Exploration Agency) che

supportano nelle applicazioni pratiche

dei metodi sviluppati in COMPASS.

www.compass.polimi.it

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CONTINUA SUL NUMERO 6 DI MAP, OTTOBRE 2019

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