L'Acchiappasogni (2017), acrilico e olio su tela, cm 60x90Preludio all'ordine (2017), acrilico e olio su tela, cm 70x90Un viaggio nell'immaginazione,dove tutto ha inizioVertigini (2018), acrilico e olio su tela, cm 60x90www.gualtierorisito.it
A cura diLaura BelliSpecialePistoiaGiovanni BoldiniA Villa La Falconiera il ciclo pittorico del celebre artistaferrarese oggi conservato all'Antico Palazzo dei Vescovidi Laura BelliGiovanni Boldini in un autoritratto del 1897Collegigliato e La Falconiera sonoi nomi suggestivi che indicanoun luogo e una villa sulle collinesubito fuori Pistoia. Qui Giovanni Boldini− il pittore ferrarese noto come il“ritrattista della Belle Epoque” − eseguìnel 1868, appena venticinquenne, la decorazionedella sala da pranzo di VillaLa Falconiera di proprietà di una signorainglese, Isabella Falconer, che era solitaricevere nella sua elegante dimoradi Collegigliato alcuni pittori macchiaioli.Fu Telemaco Signorini a presentarleil giovane Boldini al quale la Falconeraffidò l’impresa decorativa all’internodella villa. Il giovane artista lavorò,seppur con una certa incostanza, nellaprimavera del 1868 e per tutta l’estate,fino a quando le pareti della sala furonocompletamente ricoperteda un ciclo pittorico a temperastesa “a secco” con scenedi paesaggi tipicamente toscani:buoi aggiogati, una marinacon scogli, un pagliaio, i battitoridi grano, la stesa del bucato,il mondatore di grano,una guardiana di capre, palmizie aranci, tutti con lo sfondodelle colline di Collegigliato odel mare di Castiglioncello. Questo ciclodi pitture murali rappresenta unararità non solo per quanto riguarda laproduzione artistica del Boldini ma ingenerale della corrente macchiaiola. Apoche settimane dalla realizzazione, lasignora Falconer morì, la villa fu chiusae lo rimase per decenni; pian piano siperse il ricordo dell’opera. Fu EmiliaCardona Boldini, giovane vedovadel Boldini e prima biografa delmaestro, a riscoprirla, dedicandosicon determinazione e pazienzaalla ricerca di un ciclo di affreschidi cui il marito, ormai molto anziano,le aveva parlato in modo vagodicendo di avervi lavorato in epocagiovanile, in una città toscana dicui ricordava soltanto l’iniziale delnome, ovvero la lettera “P”. Raccogliendopazientemente voci e indizi,negli anni Trenta del NovecentoUno degli otto dipinti a tempera facenti parte del cicloEmilia giunse a Villa La Falconiera e,quando scoraggiata stava per andarsene,venne attratta da una rimessa diattrezzi agricoli: era l’antica e ormai irriconoscibilesala da pranzo di IsabellaFalconer. Decise allora di acquistarela proprietà e nel 1938 vi trasferì la suadimora portando da Parigi tutte le coseappartenute a Boldini. Emilia, giornalistapiemontese, aveva conosciuto ilmaestro a Parigi in occasione di un’intervista.La decisione presa da Boldinidi sposarla a 87 anni, lui che non si eramai sposato, fu forse dovuta al desideriodi non finire dimenticato affidandoad una donna intelligente, colta e liberail compito di tutelare la memoria dellasua vicenda artistica, come difatto avvennecon le mostre internazionali dalei organizzate e i saggi scritti sull’operadel marito. In quest’ottica va vista latenacia e il ritrovamento del ciclo pittoricodella Falconieradonato nel 1974alla città di Pistoia ealla Cassa di Risparmio.Oggi le temperesi possono ammirare,accuratamente restaurate,in una salaappositamente ricostruitaal primo pianodell’Antico Palazzodei Vescovi.GIOVANNI BOLDINI37