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TOP WOMEN 2018 DONNA IMPRESA MAGAZINE

DONNE CHE FANNO NOTIZIA di Valeriana Mariani. LEGGI LA STORIA DI QUESTE STRAORDINARIE PROFESSIONISTE: ADELE NARDULLI - ANNA AMATI - BIANCA BELLINGUER - BIANCA CATERINA BIZZARRI - CONCITA DE GREGORIO - CRISTINA FANTONI - CRISTINA PARODI - FEDERICA DE SANCTIS - HELGA COSSU - LILIANE BETTENCOURT - LILLI GRUBER - LUCIA ANNUNZIATA - LUISELLA COSTAMAGNA - MARIA LATELLA - MARINA BERLUSCONI - MARZIA RONCACCI - MICHELA MURGIA - MIKAELA CALCAGNO - MILENA GABANELLI - MIRTA MERLINO - ORNELLA BARRA - SARA VARETTO - STEFANIA PINNA - TIZIANA PANELLA La comunicazione sociale assume più di ogni altro tipo di comunicazione un valore etico. Per sua stessa definizione essa si realizza nella rappresentazione di valori, nello stimolare ad agire in funzione di essi o semplicemente promuovendo nell’interlocutore l’adesione ad essi. In questo senso assolve una funzione strategica perché deve essere capace di operare in una prospettiva di crescita della società nel suo insieme, deve stimolare l’interlocutore affinché si senta parte della comunità, e avverta la comunità intorno a sé e allo stesso attivi comportamenti solidali nei confronti degli altri.

DONNE CHE FANNO NOTIZIA di Valeriana Mariani.
LEGGI LA STORIA DI QUESTE STRAORDINARIE PROFESSIONISTE:
ADELE NARDULLI - ANNA AMATI - BIANCA BELLINGUER - BIANCA CATERINA BIZZARRI - CONCITA DE GREGORIO - CRISTINA FANTONI - CRISTINA PARODI - FEDERICA DE SANCTIS - HELGA COSSU
- LILIANE BETTENCOURT - LILLI GRUBER - LUCIA ANNUNZIATA - LUISELLA COSTAMAGNA - MARIA LATELLA - MARINA BERLUSCONI - MARZIA RONCACCI - MICHELA MURGIA - MIKAELA CALCAGNO - MILENA GABANELLI - MIRTA MERLINO - ORNELLA BARRA - SARA VARETTO - STEFANIA PINNA - TIZIANA PANELLA
La comunicazione sociale assume più di ogni altro tipo di comunicazione un valore etico. Per sua stessa definizione essa si realizza nella rappresentazione di valori, nello stimolare ad agire in funzione di essi o semplicemente promuovendo nell’interlocutore l’adesione ad essi. In questo senso assolve una funzione strategica perché deve essere capace di operare in una prospettiva di crescita della società nel suo insieme, deve stimolare l’interlocutore affinché si senta parte della comunità, e avverta la comunità intorno a sé e allo stesso attivi comportamenti solidali nei confronti degli altri.

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sua denuncia della carenza di libertà d'informazione in Italia sotto il governo Berlusconi, nel

2004, fa sì che decida di lasciare la RAI per la politica candidandosi con la coalizione Uniti

nell'Ulivo alle elezioni per il Parlamento europeo. Capolista nelle circoscrizioni nord-est e centro,

risulta prima degli eletti in entrambe. In seguito si iscrisse al gruppo parlamentare del Partito

Socialista Europeo ed è stata presidente della Delegazione per le relazioni con gli Stati del

Golfo; membro della Conferenza dei presidenti di delegazione; della Commissione per le libertà

civili, la giustizia e gli affari interni; della Delegazione per le relazioni con l'Iran. Nel 2007, dopo un

iniziale diniego ad entrare nel Comitato promotore 14 ottobre del Partito Democratico, divenne

membro della Commissione per l'Etica, nominata dall' Assemblea Costituente Nazionale. Nel

settembre 2008 ha annunciato la conclusione dell'esperienza politica dimettendosi da

eurodeputata, sei mesi prima della fine della legislatura, rinunciando dunque al diritto alla

pensione. Torna all'attività giornalistica non tralasciando però l'attività come scrittrice; le sue più

recenti pubblicazioni sono in effetti i romanzi autobiografici Eredità e Tempesta e il saggio

Prigionieri dell'Islam (2016). Si è sposata a Montagna col giornalista francese Jacques

Charmelot. Una credibilità inattaccabile che ha conquistato nel corso di una lunga e prestigiosa

carriera, fatta di conduzioni del Tg1 di prima serata e di corrispondenze da zone di guerra e di

conflitto. Lilli Gruber rappresenta uno degli ultimi baluardi di un giornalismo televisivo

consapevole che il proprio ruolo nella società non è quello di disarcionare la politica, né tanto

meno di incentivare personalità narcisistiche, è bensì semplicemente quello di informare.

Autorevolezza invidiabile, ma mai primadonna, non permette neanche agli ospiti di diventarlo.

Quello che fa è comunicare al suo target (comunque di livello medio-alto) di cosa si sta parlando

non consentendo dunque agli ospiti mezze risposte, perdite di tempo e giri di parole interminabili.

È una anchorwoman all’americana, di altissimo spessore. Il suo prodotto televisivo e giornalistico è

di quelli laddove la narrazione degli eventi di questa epoca è sviscerata senza falsa retorica.

CONCITA DE GREGORIO RAI 3

Nasce a Pisa da madre spagnola e padre toscano di origini siciliane è poi cresciuta a Livorno. È

sposata con il giornalista Alessandro Cecioni, ed è madre di quattro figli. Durante gli anni

universitari inizia la professione nelle radio e TV locali toscane, entrando ne Il Tirreno nel 1985,

dove, per otto anni, lavora nelle redazioni di Piombino,

Livorno, Lucca e Pistoia. Nel 1990 approda a la

Repubblica, dove si è occupata di cronaca e politica

interna. Nel 2001 ha pubblicato Non lavate questo

sangue, diario dei fatti del G8 di Genova, e un

racconto per la rivista letteraria di Adelphi. Nell’anno

2006 ha ancora pubblicato per Arnoldo Mondadori

Editore Una madre lo sa, tra i finalisti l'anno

successivo del Premio Bancarella. Nel luglio 2008

Concita è al centro di una curiosa polemica: la rivista

Prima Comunicazione rende note le anticipazioni di

una sua intervista in cui ammette di aver accettato la

proposta del neo editore de l'Unità, Renato Soru, di

diventare direttrice del quotidiano fondato da Antonio

Gramsci. Nella medesima intervista Concita De

Gregorio anticipa anche le linee guida della sua

direzione. La notizia palesa dissenso e clamore in

redazione: il comitato di redazione protesta contro la

via dell' annuncio del cambio di direttore attraverso

intervista. Il 22 agosto 2008 le viene ufficializzata la

nomina a direttrice de l'Unità, prima donna a ricoprire

tale incarico, che ha svolto fino al 7 luglio 2011

quando fa ritorno a la Repubblica. In data 25 aprile

2010 è stata insignita del Premio Renato Benedetto

Fabrizi. L'anno seguente pubblica il saggio Così è la

vita. Dal 23 settembre2013 al 27 maggio 2016

conduce su Rai 3 il programma di letteratura e cultura

Pane quotidiano. Fiorente la sua attività letteraria. Lei

incarna lo stereotipo di quello che noi donne chiediamo

a questa “Italia ridotta a bordello”. Poi si può giudicare

il suo operato, le sue idee, la sua figura pubblica, il suo

attivismo femminista e tanto altro, ma di certo non si

può negarle il valore che l’ha condotta ai posti più

ambiti del giornalismo nazionale. I vertici della sua

carriera sono alla direzione dell’organo dell’ex Partito

Comunista, dal ’91 privo di una corrente ideologica

rappresentata e rappresentativa, perlomeno con la

forza con cui si era contraddistinto sin dalla sua

fondazione. A l’Unità ha forse fallito, o per lo meno,

così si è detto. Ma questo è un tratto della normalità,

che nel caso della De Gregorio è risultato sin troppo

acclamato. "Direttrice con prole", si autoproclamava ai

tempi de l’ Unità. Normalità, appunto. Avrebbe dovuto

forse prendere le redini del quotidiano e liberarlo dalla

zavorra del passato, inutile e troppo di “sinistra per la

nostra sinistra”. Alcuni passi avanti sono stati fatti, in

tal senso, altri no. Sempre a cuore la situazione delle

donne nell’Italia, la ricordiamo in particolare per la sua

affermazione “Non tutte in fila per il Bunga Bunga” e

per il suo oltremodo lodevole intervento al Festival del

Giornalismo di Perugia del 2011, quando ha

analizzato la sua situazione di donna impiegata e attiva

nel settore giornalistico-televisivo: un intervento

significativo, testimone del reale “Quando io ho

cominciato questo lavoro, non mi ero mai posta il

problema di essere donna – disse - poi però è

cambiata la percezione e l’autopercezione nel genere

femminile soprattutto a causa dell’immagine della

donna dipinta dai media. Inoltre la crisi economica e la

mancanza di lavoro portano le ragazze a inseguire

modelli secondo cui, concedendo favori, si può

diventare ricchi e famosi”. Nulla di più vero, ma ciò

nonostante gli attacchi dal mondo femminista non

tardarono ad arrivare tacciando, quelle parole de la De

Gregorio, come “morali paternalistiche di una donna

vicina ai problemi delle donne che però appartengono

a un mondo lontano anni luce dal suo” e tralasciando

invece che i media hanno il compito e il dovere morale

di denunciare e dare voce ai fatti che accadono a

danno delle donne (episodi di maltrattamento, soprusi,

violenza) affinché queste imparino a riscattarsi. E

questo è grande, soprattutto in un Paese come il

nostro dove non è accolta (se non a parole) ancora

pienamente l'espressione di emancipazione di una

donna, men che mai l'ostentazione della propria

autorevolezza. Veri e propri gesti di rottura, i suoi,

pensieri messi a nudo senza conformismi di maniera,

in tv come nei suoi libri. Ed è per questo motivo che

donne come Concita sono necessarie.

CRISTINA PARODI RAI 1

Nasce ad Alessandria il 3 novembre 1964.

Giornalista, conduttrice televisiva e

scrittrice italiana, dopo l'esordio sulle

piccole reti TelePiccolo e Telereporter e

successivamente su Odeon TV, nel 1990

è passata a Mediaset dapprima alla

conduzione del programma sportivo

Calciomania insieme a Maurizio Mosca

e ricoprendo il ruolo di inviata per la

trasmissione Pressing, collaborando poi

successivamente con la nascente testata

giornalistica delle tre reti Mediaset, che

necessitava in quel frangente di un

maggior numero di giornalisti a causa

dello scoppio della prima Guerra del

Golfo. Nel 1992, insieme al direttore

Enrico Mentana, Clemente Mimun,

Lamberto Sposini e Cesara Buonamici,

ha lanciato la testata giornalistica di

Canale 5, il Tg5, di cui è stata, inutile dirlo,

certamente uno dei volti più amati dal

pubblico. Ha abbandonato il telegiornale

nel 1996 per condurre una trasmissione

prodotta dalla testata del Tg5, Verissimo,

in onda nel tardo pomeriggio su Canale 5

www.donnaimpresa.com

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