15.05.2020 Views

TOP WOMEN 2018 DONNA IMPRESA MAGAZINE

DONNE CHE FANNO NOTIZIA di Valeriana Mariani. LEGGI LA STORIA DI QUESTE STRAORDINARIE PROFESSIONISTE: ADELE NARDULLI - ANNA AMATI - BIANCA BELLINGUER - BIANCA CATERINA BIZZARRI - CONCITA DE GREGORIO - CRISTINA FANTONI - CRISTINA PARODI - FEDERICA DE SANCTIS - HELGA COSSU - LILIANE BETTENCOURT - LILLI GRUBER - LUCIA ANNUNZIATA - LUISELLA COSTAMAGNA - MARIA LATELLA - MARINA BERLUSCONI - MARZIA RONCACCI - MICHELA MURGIA - MIKAELA CALCAGNO - MILENA GABANELLI - MIRTA MERLINO - ORNELLA BARRA - SARA VARETTO - STEFANIA PINNA - TIZIANA PANELLA La comunicazione sociale assume più di ogni altro tipo di comunicazione un valore etico. Per sua stessa definizione essa si realizza nella rappresentazione di valori, nello stimolare ad agire in funzione di essi o semplicemente promuovendo nell’interlocutore l’adesione ad essi. In questo senso assolve una funzione strategica perché deve essere capace di operare in una prospettiva di crescita della società nel suo insieme, deve stimolare l’interlocutore affinché si senta parte della comunità, e avverta la comunità intorno a sé e allo stesso attivi comportamenti solidali nei confronti degli altri.

DONNE CHE FANNO NOTIZIA di Valeriana Mariani.
LEGGI LA STORIA DI QUESTE STRAORDINARIE PROFESSIONISTE:
ADELE NARDULLI - ANNA AMATI - BIANCA BELLINGUER - BIANCA CATERINA BIZZARRI - CONCITA DE GREGORIO - CRISTINA FANTONI - CRISTINA PARODI - FEDERICA DE SANCTIS - HELGA COSSU
- LILIANE BETTENCOURT - LILLI GRUBER - LUCIA ANNUNZIATA - LUISELLA COSTAMAGNA - MARIA LATELLA - MARINA BERLUSCONI - MARZIA RONCACCI - MICHELA MURGIA - MIKAELA CALCAGNO - MILENA GABANELLI - MIRTA MERLINO - ORNELLA BARRA - SARA VARETTO - STEFANIA PINNA - TIZIANA PANELLA
La comunicazione sociale assume più di ogni altro tipo di comunicazione un valore etico. Per sua stessa definizione essa si realizza nella rappresentazione di valori, nello stimolare ad agire in funzione di essi o semplicemente promuovendo nell’interlocutore l’adesione ad essi. In questo senso assolve una funzione strategica perché deve essere capace di operare in una prospettiva di crescita della società nel suo insieme, deve stimolare l’interlocutore affinché si senta parte della comunità, e avverta la comunità intorno a sé e allo stesso attivi comportamenti solidali nei confronti degli altri.

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

DONNE

che fanno notizia

BELLE E BRAVE A TUTTE LE ETÀ.

La comunicazione sociale assume più di ogni

altro tipo di comunicazione un valore etico. Per

sua stessa definizione essa si realizza nella

rappresentazione di valori, nello stimolare ad

agire in funzione di essi o semplicemente

promuovendo nell’interlocutore l’adesione ad

essi. In questo senso assolve una funzione

strategica perché deve essere capace di operare

in una prospettiva di crescita della società nel

suo insieme, deve stimolare l’interlocutore

affinché si senta parte della comunità, e avverta

la comunità intorno a sé e allo stesso attivi

comportamenti solidali nei confronti degli altri.

La comunicazione sociale è questo ma non solo,

in società sempre più conflittuali caratterizzate

da un senso di incertezza molto profondo è

attraverso di essa che si deve essere in grado di

dare risposte concrete a coloro che in qualche

modo si sentono o sono fuori dalla società. I

cosiddetti “profughi” come li definisce Hugues

Lagrange: “Diventare un profugo significa

perdere i mezzi sui quali si basa l’esistenza

sociale, cioè un insieme ordinario di cose

persone con un loro significato: terra, casa,

villaggio, città, genitori, beni occupazioni e altri

punti di riferimento della quotidianità”. In questo

senso l’oggetto del comunicare è rappresentato

dall’idea, dal sistema di valori che può declinarsi

in azioni, comportamenti e servizi. Comunicare

ha pertanto una rilevanza centrale, il diritto

all’informazione, inteso in una triplice accezione

di diritto di informare, di informarsi e di essere

informato, ma anche come espressione del

diritto di cittadinanza, ossia come partecipazione

consapevole al processo decisionale pubblico. In

particolare il diffondersi dei mezzi di

Il valore del talento.

www.donnaimpresa.com

comunicazione di massa ha contribuito in

maniera significativa alla crescita della

consapevolezza dei cittadini e del diritto ad

informarsi. C’è dunque uno stretto rapporto tra

sviluppo sociale e formalizzazione giuridica,

tant’è vero che il diritto all’informazione è stato

legittimato giuridicamente grazie alla diffusione

dei media. Infatti, è possibile individuare i principi

costituzionali che sono alla base di questo diritto,

ossia: l’inviolabilità dei diritti, la democrazia,

l’uguaglianza formale sostanziale tra i cittadini, la

partecipazione alla vita democratica, il diritto al

voto. Mentre il diritto ad essere informati non ha

trovato in Italia una sua legittimazione in una

norma specifica, ciò ha ritardato lo sviluppo e la

diffusione della comunicazione pubblica e quindi

di quella sociale. Ma come comunicare il

sociale? A differenza delle altre nazioni europee,

dove invece tale diritto è tutelato

costituzionalmente, hanno via via scoperto

l’importanza della comunicazione e soprattutto

della riflessione sulla stessa. Conviene a questo

riguardo ricordare come l’inizio del dibattito sulla

comunicazione di pubblica utilità è da far risalire

agli inizi degli anni ’80, con lo sviluppo del

servizio radiotelevisivo che anticipò, in qualche

modo, quello successivo sulla comunicazione

dell’istituzione pubblica. Lo sviluppo dei canali di

comunicazione commerciali incrementò in modo

significativo l’offerta e di conseguenza la

domanda di comunicazione. Inoltre si assistette

ad una evoluzione del clima politico e culturale,

con il riconoscimento della positività del ruolo del

sistema delle imprese e l’emergere di una

maggiore attenzione socio-culturale incentrata

sui bisogni dell’individuo. Di conseguenza

aumentò la produzione di comunicazione,

sostenuta in proporzioni sempre più rilevanti

dalle entrate pubblicitarie. Questo il quadro

generale che diede l’impulso alla nascita del

dibattito sulla modalità di riformulare il rapporto

tra pubblica amministrazione e cittadini; non

ultima in ordine di importanza, nel promuovere

tale dibattito, la volontà politica di fornire aiuti al

sistema dei mezzi di comunicazione di massa.

La professione del giornalista ha conosciuto

profonde evoluzioni ed in questa esplosione

degli universi giornalistici ma qualunque sia

l’universo giornalistico in cui opera il suo ruolo

rimane sempre lo stesso: quello di mediatore tra

un pubblico e una realtà. Occorre dire anche che

se il giornalismo è indubbiamente una

professione affascinante e brillante, essa ha il

dovere, prima di tutto, di affermare la necessità

del coraggio, della tenacia, della combattività,

dell’esigenza di indagare, indipendentemente da

quali siano le difficoltà e quali siano le tentazioni

di cedere immediatezza ed alla spettacolarità. La

bravura infatti non si misura soltanto nella qualità

dei testi, nell’efficacia della sintesi radiofonica o

nella felicità della selezione delle immagini e del

loro assemblaggio con il sonoro del reportage

televisivo, la qualità del lavoro emerge bensì

nell’efficacia con cui il/la giornalista testimone

diventa interprete delle attese e degli interessi

del pubblico. Comunicare, nella moderna

informazione (moderna non soltanto in relazione

alle tecnologie, ma anche alla maturità del

rapporto tra i media e la società esigente propria

delle democrazie evolute), non consiste in un

processo unidirezionale circa la trasmissione di

notizie, suoni e immagini, ma anche

nell’attenzione alla risposta del pubblico,

intuendone le esigenze e tenendo conto delle

reazioni, siano esse critiche o di consenso o di

commento. Il vero giornalismo è questo dunque.

Esso non si limita all’affinamento delle qualità

tecniche della professione ma si estende

all’acquisizione della coscienza del valore di

quanto accade rispetto al grado di evoluzione

della coscienza pubblica e agli obiettivi politicosociali

che la società si propone e sui quali la

società discute. C’è una fase importantissima

dell’attività professionale che precede il

momento della redazione degli articoli o della

edizione dei servizi radiotelevisivi e corrisponde

con la capacità di “leggere” la realtà, di

comprenderla alla luce delle attese del pubblico

al quale si rivolge. La cultura del pluralismo

rende di complesso il processo di avvicinamento

alla verità, comporta anche il confronto tra fonti

diverse, ma soprattutto chiama in causa, con

quella dei giornalisti, la responsabilità del

pubblico che deve ricevere criticamente le

informazioni ed esercitare il discernimento

necessario per una lettura “attiva”

dell’informazione. Massimo rispetto per il proprio

essere e per gli altri: una ricetta semplice, in

base all'assunto per il quale le immagini non

devono necessariamente servire a costruire un

significato altro da sé ma devono essere

significative di per sé. Solo le menti più lucide del

giornalismo moderno si ricordano che ci si

esprime in tal guisa, i pochi e le poche che lo

f(s)anno sono esempi che rendono l'esperienza

televisiva degna di essere vissuta, che mi

spingono ancora a plaudire.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!