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La Freccia Agosto 2020

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TRAVEL<br />

Caere merita sicuramente, lasciando<br />

un segno molto più rilevante nella<br />

storia del Mediterraneo di quanto<br />

i libri scolastici abbiano insegnato,<br />

come testimoniato dalla presenza<br />

unica di ben tre porti nel suo territorio:<br />

il più grande era quello di Pyrgi,<br />

corrispondente all’attuale Santa<br />

Severa. Tre porti sono sinonimo di<br />

grande potenza commerciale e militare,<br />

per questo gli archeologi hanno<br />

rinvenuto nelle tombe corredi di<br />

pregio provenienti dalle botteghe<br />

più importanti della Magna Grecia<br />

e persino della Grecia: tra tutti spiccano<br />

due preziosissime opere di<br />

Eufronio, il ceramista più in voga ad<br />

Atene ai tempi delle guerre persiane,<br />

considerato il primo artista della<br />

storia occidentale. Soleva infatti firmare<br />

le sue opere, a differenza dei<br />

semplici artigiani. «Una di queste, il<br />

Cratere – esposto permanentemente<br />

al Museo Nazionale Archeologico<br />

Cerite – è stata restituita all’Italia<br />

nel 2008, divenendo simbolo della<br />

lotta al traffico illecito e ora punta<br />

dell’iceberg di una grandiosa opera<br />

di recupero dei tesori di Cerveteri,<br />

sparsi nei musei più prestigiosi del<br />

mondo», spiega la guida Medaino.<br />

<strong>La</strong> storia recente di Cerveteri racconta<br />

dunque di un rinascente impegno<br />

in cui, come si diceva, anche<br />

i volontari stanno giocando un ruolo<br />

fondamentale. Stefano Belmonti, 66<br />

anni, accompagnatore volontario<br />

e vicepresidente dell’associazione<br />

Ogniquota, nel 2015 ha iniziato un<br />

lavoro capillare per riportare alla<br />

luce la spettacolare Via degli Inferi<br />

insieme a un coraggioso gruppo<br />

di amici provenienti dalla sezione<br />

di Cerveteri/<strong>La</strong>dispoli del Gruppo<br />

archeologico romano e dalle associazioni<br />

Nuova generazione etrusca,<br />

Nucleo archeologico antica Caere,<br />

Gruppo archeologico del territorio<br />

cerite. «Quando siamo venuti qui,<br />

io e Massimo Petrelli, la più maestosa<br />

delle arterie etrusche, la Via<br />

degli Inferi, era completamente ricoperta<br />

dalla vegetazione. Con il<br />

beneplacito della Soprintendenza<br />

e il sostegno dell’assessore al Turismo<br />

Lorenzo Croci, abbiamo iniziato<br />

la nostra opera di pulizia. A noi si<br />

sono unite altre persone, in particolare<br />

Stefano Cozzi, Marco Meconi<br />

e Assunta Contaldo. Per arrivare a<br />

questa stupenda passeggiata così<br />

come la vediamo oggi, ci sono vo-<br />

luti cinque anni di lavoro costante:<br />

12 mesi l’anno, una o anche più volte<br />

a settimana, con decespugliatore<br />

in braccio, tronchesi e falce, oltre<br />

all’attrezzatura per montare la segnaletica,<br />

finanziata dal Comune»,<br />

racconta Stefano.<br />

«Le aree archeologiche di Cerveteri<br />

hanno tutti i numeri per diventare<br />

una delle maggiori attrazioni antiche<br />

del futuro», parola dell’assessore<br />

al Turismo Lorenzo Croci, anche<br />

lui 38 anni. «Si stima che solo nella<br />

Banditaccia vi siano oltre diecimila<br />

tombe, e il conto complessivo potrebbe<br />

superare le ventimila. Stiamo<br />

parlando di un territorio ben più vasto<br />

della necropoli principale della<br />

Banditaccia, dal 2004 Patrimonio<br />

Unesco insieme a quella di Monterozzi<br />

a Tarquinia».<br />

L’opera dei volontari si rende più che<br />

mai preziosa, visto che l’amministrazione<br />

comunale non ha a disposizione<br />

fondi sufficienti per fare fronte<br />

alla manutenzione di un territorio<br />

immenso. Così il sindaco Pascucci<br />

lancia un appello al MiBACT, per<br />

ricevere maggiore sostegno, e al<br />

Presidente del Consiglio: «Abbiamo<br />

a disposizione uno dei massimi te-<br />

Via degli Inferi<br />

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