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TRAVEL<br />
Caere merita sicuramente, lasciando<br />
un segno molto più rilevante nella<br />
storia del Mediterraneo di quanto<br />
i libri scolastici abbiano insegnato,<br />
come testimoniato dalla presenza<br />
unica di ben tre porti nel suo territorio:<br />
il più grande era quello di Pyrgi,<br />
corrispondente all’attuale Santa<br />
Severa. Tre porti sono sinonimo di<br />
grande potenza commerciale e militare,<br />
per questo gli archeologi hanno<br />
rinvenuto nelle tombe corredi di<br />
pregio provenienti dalle botteghe<br />
più importanti della Magna Grecia<br />
e persino della Grecia: tra tutti spiccano<br />
due preziosissime opere di<br />
Eufronio, il ceramista più in voga ad<br />
Atene ai tempi delle guerre persiane,<br />
considerato il primo artista della<br />
storia occidentale. Soleva infatti firmare<br />
le sue opere, a differenza dei<br />
semplici artigiani. «Una di queste, il<br />
Cratere – esposto permanentemente<br />
al Museo Nazionale Archeologico<br />
Cerite – è stata restituita all’Italia<br />
nel 2008, divenendo simbolo della<br />
lotta al traffico illecito e ora punta<br />
dell’iceberg di una grandiosa opera<br />
di recupero dei tesori di Cerveteri,<br />
sparsi nei musei più prestigiosi del<br />
mondo», spiega la guida Medaino.<br />
<strong>La</strong> storia recente di Cerveteri racconta<br />
dunque di un rinascente impegno<br />
in cui, come si diceva, anche<br />
i volontari stanno giocando un ruolo<br />
fondamentale. Stefano Belmonti, 66<br />
anni, accompagnatore volontario<br />
e vicepresidente dell’associazione<br />
Ogniquota, nel 2015 ha iniziato un<br />
lavoro capillare per riportare alla<br />
luce la spettacolare Via degli Inferi<br />
insieme a un coraggioso gruppo<br />
di amici provenienti dalla sezione<br />
di Cerveteri/<strong>La</strong>dispoli del Gruppo<br />
archeologico romano e dalle associazioni<br />
Nuova generazione etrusca,<br />
Nucleo archeologico antica Caere,<br />
Gruppo archeologico del territorio<br />
cerite. «Quando siamo venuti qui,<br />
io e Massimo Petrelli, la più maestosa<br />
delle arterie etrusche, la Via<br />
degli Inferi, era completamente ricoperta<br />
dalla vegetazione. Con il<br />
beneplacito della Soprintendenza<br />
e il sostegno dell’assessore al Turismo<br />
Lorenzo Croci, abbiamo iniziato<br />
la nostra opera di pulizia. A noi si<br />
sono unite altre persone, in particolare<br />
Stefano Cozzi, Marco Meconi<br />
e Assunta Contaldo. Per arrivare a<br />
questa stupenda passeggiata così<br />
come la vediamo oggi, ci sono vo-<br />
luti cinque anni di lavoro costante:<br />
12 mesi l’anno, una o anche più volte<br />
a settimana, con decespugliatore<br />
in braccio, tronchesi e falce, oltre<br />
all’attrezzatura per montare la segnaletica,<br />
finanziata dal Comune»,<br />
racconta Stefano.<br />
«Le aree archeologiche di Cerveteri<br />
hanno tutti i numeri per diventare<br />
una delle maggiori attrazioni antiche<br />
del futuro», parola dell’assessore<br />
al Turismo Lorenzo Croci, anche<br />
lui 38 anni. «Si stima che solo nella<br />
Banditaccia vi siano oltre diecimila<br />
tombe, e il conto complessivo potrebbe<br />
superare le ventimila. Stiamo<br />
parlando di un territorio ben più vasto<br />
della necropoli principale della<br />
Banditaccia, dal 2004 Patrimonio<br />
Unesco insieme a quella di Monterozzi<br />
a Tarquinia».<br />
L’opera dei volontari si rende più che<br />
mai preziosa, visto che l’amministrazione<br />
comunale non ha a disposizione<br />
fondi sufficienti per fare fronte<br />
alla manutenzione di un territorio<br />
immenso. Così il sindaco Pascucci<br />
lancia un appello al MiBACT, per<br />
ricevere maggiore sostegno, e al<br />
Presidente del Consiglio: «Abbiamo<br />
a disposizione uno dei massimi te-<br />
Via degli Inferi<br />
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