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Incontri con
l’arte
A cura di
Viktorija Carkina
Claudio Cionini
La metropoli come specchio del mondo moderno
di Viktorija Carkina
Protagoniste assolute delle tue
opere sono le metropoli, da
cui sembri affascinato. Nonostante
ciò vivi in una città piccola, a
Piombino. Non hai mai voluto vivere
nei paesaggi che ritrai?
In realtà non vivo nemmeno a Piombino,
ma vicino, in campagna. Sono
molto affascinato dalle città ma per me
rimangono luoghi esotici dove posso
andare a calmare la mia curiosità per
poi ritornare nel mio studio e rielaborare
quello che ho visto. Per vivere
però ho sempre preferito la campagna.
Le metropoli sono per me avventurose
come un viaggio, ma il luogo di concentrazione
rimane la campagna. Continuerò
comunque a ritrarre le città,
che rappresentano per me il vero contesto
della società moderna. Se devo
immaginare la vita di oggi, mi vengono
in mente le grandi città, i centri dell’attività
culturale ed economica. Mentre
le metropoli sono lo specchio del
mondo moderno, il paesaggio rurale
non posso che assocciarlo ad un’epoca
passata.
Nelle tue opere le metropoli sono prive
di presenze umane e acquistano
un carattere metafisico come dei miraggi
lontani e irraggiungibili. A cosa
ti ispiri per realizzare queste vedute
così essenziali?
Rispondendo a questa domanda, mi viene
da citare Gabriele Basilico, un fotografo
a cui mi sento legato per via della
mia visione del mondo. Lui disse: «Le
presenze umane distraggono dalla forma
degli edifici e dello spazio, per questo
tendo ad aspettare sempre che non
ci sia nessuno». Sono d’accordo che inserendo
una persona in un paesaggio
diventa subito protagonista e il luogo allora
diventa uno sfondo perché siamo
portati a concentrarci sulle figure. L’unico
modo per rendere la città protagonista
assoluta della scena è togliere le
presenze umane.
Quali sono i pittori che ti hanno maggiormente
ispirato?
Gustave Courbet, Antonio López García
per le vedute della sua città, Madrid,
ma soprattutto l’Impressionismo francese
che mi ha fatto appassionare anche
di Parigi. I numerosi pittori che mi
incuriosiscono lavoravano nella capitale
francese perciò visitarla è stato molto
stimolante per me e mi ha portato alla
creazione di nuove opere. La mia ispirazione
è un miscuglio fra la pittura che ho
conosciuto e le mie esperienze nei luoghi
dove sono stato.
Un’altra peculiarità è senza dubbio la
tecnica da te elaborata. Cosa ha favorito
questa ricerca linguistica?
www.florenceartgallery.com
Il fatto di voler dare una struttura un po’
più forte ai dipinti. Cerco di dare una
struttura più solida, perciò il mio metodo
di costruzione del quadro è molto diverso
da quello degli Impressionisti. Il
mio lavoro comincia da una costruzione
delle prime tonalità molto nette per poi
concentrarsi sui particolari. Adotto una
rielaborazione molto complessa, cercando
di lavorare con la materia pittorica
piuttosto ruvida sulla quale intervengo
diverse volte. Le mie opere rappresentano
una visione globale delle metropoli.
Quindi le città che dipingi, più che raccontare
la storia di un luogo particolare,
rappresentano uno specchio della
società contemporanea?
Sì, l’intento è questo, con l’aggiunta della
mia visione pittorica di composizione
e di colori che preferisco. La vita in città
è impegnativa e difficile, ma nei miei dipinti
trasmetto un sentimento di fascinazione
e le mostro in una chiave positiva,
svelando la bellezza di queste realtà.
Parigi dopo la pioggia (2019), acrilico su tela, cm 80x120
Tramonto a New York (2019), acrilico su tela, cm 100x150
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CLAUDIO CIONINI