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<strong>TIR</strong><br />

ISTITUTI TECNICI<br />

della formazione per un più<br />

semplice inserimento lavorativo<br />

e, di conseguenza, per un<br />

tessuto socioeconomico più<br />

sano e ha invitato a valorizzare<br />

il ruolo degli Istituti tecnici.<br />

“In Francia e in Germania, ad<br />

esempio, questi Istituti sono un<br />

pilastro importante del sistema<br />

educativo – ha dichiarato il<br />

premier –. È stato stimato in circa<br />

3 milioni, nel quinquennio 2019-<br />

23, il fabbisogno di diplomati di<br />

istituti tecnici nell’area digitale<br />

e ambientale. Il Programma<br />

Nazionale di Ripresa e Resilienza<br />

dovrebbe assegnare 1,5 miliardi<br />

agli ITS, 20 volte il finanziamento<br />

di un anno normale prepandemia.<br />

Senza innovare l’attuale<br />

organizzazione di queste scuole,<br />

rischiamo che quelle risorse<br />

vengano sprecate”.<br />

Parole molto chiare quelle di<br />

Draghi che, per quanto riguarda<br />

il nostro settore di riferimento, ci<br />

riconducono alla riforma Gelmini<br />

che, nell’anno scolastico 2010/2011,<br />

aveva già attivato percorsi<br />

formativi orientati ai trasporti e<br />

alla logistica a partire dalle scuole<br />

superiori per poi<br />

svilupparsi postdiploma.<br />

D’altronde i risultati<br />

di questo tipo di<br />

formazione sono<br />

ottimi: secondo<br />

il monitoraggio<br />

nazionale 2020,<br />

realizzato su incarico<br />

del ministero<br />

dell’Istruzione<br />

dall’Istituto<br />

Nazionale di<br />

Documentazione,<br />

Innovazione e<br />

Ricerca Educativa (Indire), l’83%<br />

dei diplomati ITS trova lavoro a un<br />

anno dal diploma e ben il 92,4%<br />

di questi riesce a impiegarsi in<br />

un’area coerente con il proprio<br />

percorso di studi.<br />

È sulla base di questi dati molto<br />

incoraggianti sotto il profilo<br />

occupazionale che l’ex ministra<br />

all’Istruzione Lucia Azzolina,<br />

nello scorso maggio, aveva<br />

deciso di assegnare al Fondo per<br />

l’Istruzione Tecnica Superiore 33<br />

milioni di euro a cui sarebbero<br />

andate ad aggiungersi le quote di<br />

co-finanziamento a carico delle<br />

Regioni, pari almeno al 30% delle<br />

risorse nazionali.<br />

Il decreto con cui era previsto<br />

questo stanziamento aveva<br />

anche indicato gli indirizzi di<br />

programmazione nazionale cui<br />

avrebbero fatto riferimento gli<br />

ITS per l’adozione dei propri piani<br />

territoriali dell’offerta formativa.<br />

Ma scopriamo proprio l’offerta<br />

formativa. Gli ITS – attualmente<br />

in Italia se ne contano 104 – sono<br />

percorsi post diploma concepiti<br />

per offrire una formazione tecnica<br />

altamente qualificata che renda<br />

Secondo il<br />

monitoraggio<br />

nazionale 2020<br />

del ministero<br />

dell’Istruzione<br />

l’83% dei<br />

diplomati ITS<br />

trova lavoro a un<br />

anno dal diploma<br />

più facile e quasi automatico<br />

l’ingresso nel mondo del lavoro.<br />

Un ponte tra formazione e<br />

impiego, dunque, realizzato in<br />

collaborazione con imprese,<br />

università, centri di ricerca ed enti<br />

locali per sviluppare competenze<br />

in aree tecnologiche che sono<br />

considerate strategiche per il<br />

Paese come per esempio, nel caso<br />

dei nostri settori di interesse, la<br />

mobilità sostenibile, l’efficienza<br />

energetica e le nuove tecnologie<br />

per il Made in Italy.<br />

I corsi si articolano solitamente<br />

in quattro o sei semestri, sono<br />

strutturati per competenze<br />

anziché per materie e utilizzano<br />

strumenti didattici come il<br />

learning-by-doing, il project<br />

work, il problem solving, il design<br />

thinking. I docenti sono per<br />

almeno il 50% professionisti di<br />

settore messi a disposizione dalle<br />

aziende che collaborano con l’ITS,<br />

portando in aula le competenze e<br />

le tecnologie che utilizzano ogni<br />

giorno nel proprio lavoro.<br />

Uno degli aspetti più importanti<br />

del piano formativo è senz’altro<br />

lo stage: il 30% della durata dei<br />

corsi (fino a 800 ore) è<br />

svolto in azienda, attraverso<br />

la realizzazione di progetti<br />

e attività pensati per lo<br />

studente che rappresentano<br />

di fatto il suo primo impiego.<br />

Dopo le prove finali, gli<br />

studenti che frequentano<br />

un ITS ricevono il diploma di<br />

Tecnico Superiore, rilasciato<br />

dal ministero dell’Istruzione,<br />

con competenze acquisite<br />

corrispondenti al Quadro<br />

europeo delle qualifiche<br />

EQF e spendibile anche<br />

all’estero.<br />

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