Jolly Roger magazine_IV_04

BUSSOLA E SESTANTE
BUSSOLA E SESTANTE
libro stampato,
libro distribuito
Tra la tipografia e gli scaffali della libreria
c’è un passaggio chiamato Distribuzione
di Amelia Volpe
Per capire quali
siano i margini di
guadagno generati
da un libro venduto
tramite il canale
istituzionale delle
librerie è necessario
buttare giù due conti
che chiariscano
le cose in modo
inappellabile.
Poi parliamo pure
di distribuzione
capillare.
Poi...
«Ma il mio libro sarà anche disponibile
nella libreria di mio
cugino? Quella che vende anche
il pellet, nella periferia sudovest
di Pizzocalabro?»
Se vi siete occupati di editoria,
allora domande come questa
sono state all’ordine del giorno
anche per voi.
E anche a voi è capitato di contare
mentalmente fino a dodicimilasettecentoquindici
prima
di prendere un bel respiro
e snocciolare per l’ennesima
volta tutta al storiella circa la
distribuzione e l’impossibilità
economica di posizionare un
libro in ogni punto vendita del
Regno, a meno che l’autore non
si chiami Stephen King.
E anche in quel caso, prima
parliamone.
La distribuzione di un libro è
una cosa molto seria, e nessun
Editore che abbia intenzione di
sopravvivere nel panorama nazionale
può permettersi di prenderla
sottogamba, in qualsiasi
senso si esamini la faccenda.
Ma andiamo con ordine.
Innanzitutto vediamo di definire
con chiarezza chi è il Distributore
e quali sono i suoi compiti
istituzionali.
Come indica il nome, la funzione
primaria del Distributore
consiste nel distribuire il libro
secondo gli accordi contrattualmente
sanciti con l’Editore.
Tali accordi, perlopiù standard,
consistono nella definizione di
impegni, compiti, garanzie e limiti
di entrambi i soggetti.
Da un lato l’Editore si impegna
a non utilizzare altri canali per
la vendita dei libri se non quelli
esplicitamente consentiti dal
contratto, a fatturare secondo le
indicazioni comunicate dal Distributore
e a riconoscergli una
commissione in percentuale sul
prezzo di copertina.
Dall’altro, il Distributore garantisce
il posizionamento dei
libri presso i Punti Vendita stabiliti
e la modalità di cessione
degli stessi, ovvero se vengono
consegnati alle librerie in conto
vendita o in conto assoluto.
Qual è la differenza tra le due
forme di fornitura?
Semplice.
Nel secondo caso il Distributore
invia i volumi alla libreria
solo dietro un preciso ordine
della stessa, generato da una
richiesta del pubblico, mentre
nel primo caso i libri vengono
inviati senza che vi sia stata richiesta.
Cambia qualcosa?
Certo che cambia!
Il conto assoluto genera sicuramente
una minor presenza del
titolo sugli scaffali, ma garantisce
la vendita di ogni copia
consegnata.
Il conto vendita si affida alle
potenzialità del libro, senza che
peraltro sussista la minima sicurezza
di incasso.
Parlando di colossi come il
Gruppo Mondadori o Feltrinelli,
una distribuzione che
non preveda il conto vendita
rappresenterebbe una politica
commerciale senza prospettive,
considerando oltretutto che
nella maggior parte dei casi
l’azienda che si occupa della
distribuzione fa parte dello
stesso Gruppo che si occupa
dell’edizione.
Ma la domanda circa la libreria
di Pizzocalabro non viene
rivolta alle Majors, bensì ai
piccoli Editori che lottano ogni
giorno per la sopravvivenza, e
quando questi rispondono che
no: non è prevista una distribuzione
a tappeto che includa
Pizzocalabro, ma il libro sarà
comunque ordinabile in ogni
libreria d’Italia con consegna
entro quarantott’ore, la maggior
parte degli Autori (che non
rispondono comunque al nome
di Stephen King) si sente defraudata
dal proprio diritto alla
gloria, imputando all’Editore
un comportamento arpagonico
volto unicamente a lucrare sulla
pelle di chi tanto ha faticato per
produrre un romanzo destinato
sicuramente al Nobel.
Forse è il caso di fare chiarezza
e, come si dice, di tirare giù due
conti.
Prendiamo in esame un Editore
a caso: Edizioni Jolly Roger,
che pubblica libri non per
reinvestire i proventi dei pozzi
di petrolio posseduti in Texas,
bensì perché crede nell’editoria
indipendente e pensa che ogni
bravo scrittore meriti la possibilità
di pubblicare il proprio libro
nel cassetto... anche se non
si chiama Stephen King.
Orbene, Edizioni Jolly Roger
non appartiene alla categoria
cosiddetta “EAP”, ovvero “Editoria
A Pagamento”: si limita a
chiedere che ogni Autore acquisti
cinquanta copie del proprio
libro con uno sconto del 30%
sul prezzo di copertina.
So che per qualcuno anche
questo significa essere Editori a
pagamento, ma intavolare una
discussione su questi parametri
equivarrebe a giocare a schacchi
contro un piccione, e tutti
voi sapete cosa significhi, quindi
passo oltre.
Diciamo quindi che l’Editore,
dopo aver erogato gratuitamente
i servizi di editing, impaginazione,
grafica, correzione e
promozione social, stampa il
libro ammortizzando in parte
le spese vive con l’acquisto da
parte dell’Autore.
A questo punto il conto economico
relativo al titolo pubblicato
presenta un piccolo sbilancio
negativo, che si spera venga
recuperato dalle vendite. Ma
per adesso è sempre una voce
in perdita.
Il libro viene consegnato al Distributore
che, grazie alla promozione
effettuata da Editore e
Autore (il Contratto di Edizione
prevede che i due soggetti
18 ANNO IV • NUMERO 4 • APRILE 2021 www.edizionijollyroger.it
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