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Jolly Roger Magazine. Anno IV Numero 4. Aprile 2021

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RACCONTAMI UNA STORIA<br />

RACCONTAMI UNA STORIA<br />

quartO ROUND:<br />

“diritto di sangue”<br />

Sempre più vicini alle antologie.<br />

Sempre più soddisfatti dei racconti vincitori.<br />

Fratelli di sangue<br />

di Paola Cimmino<br />

di Fabio Gimignani<br />

Prima classificata<br />

Paola Cimmino<br />

“Fratelli di sangue”<br />

Secondo classificato<br />

Gianluca Anziati<br />

“Pablo”<br />

Terza classificata<br />

Elena Rustici<br />

“Dignità”<br />

Non so quando il Coronavirus<br />

ci lascerà in<br />

pace e non so quando<br />

potremo di nuovo presentare<br />

i libri durante<br />

quegli incontri che tutti<br />

abbiamo imparato ad<br />

amare nel corso degli anni, ma<br />

so per certo che gennaio 2022<br />

saluterà la pubblicazione di due<br />

Antologie di racconti che sarebbe<br />

riduttivo definire splendide.<br />

Anche stavolta (maledetti!) la<br />

decisione è stata dura.<br />

Tre soli racconti sul podio sono<br />

pochi, ma le regole sono regole,<br />

quindi bando ai sentimentalismi<br />

e sotto con la lettura!<br />

Il tema “Diritto di sangue” ha<br />

scatenato la vostra fantasia proprio<br />

come speravo, stimolando<br />

la produzione di elaborati fantastici<br />

che sarò felice di inserire<br />

nella pubblicazioni di fine concorso.<br />

Ma adesso vorrei chiedere a<br />

tutti voi un grande favore: per<br />

far sì che la selezione sia ancora<br />

più ricca e che gli Autori in<br />

lizza siano quanti più possibile,<br />

condividete le comunicazioni<br />

che vengono diramate sui social<br />

tramite i vostri profili, permettendo<br />

così ai vostri amici di<br />

partecipare a quella che si sta<br />

profilando come una della più<br />

interessanti opportunità di pubblicazione<br />

gratuita dell’anno.<br />

basta poco: un clic sul tasto<br />

“condividi” sui post Facebook<br />

o, meglio ancora, l’invio<br />

del link al <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong><br />

Magazine.<br />

Mi raccomando: conto<br />

su di voi, anche perché<br />

il prossimo tema vale<br />

davvero la pena. Sul<br />

serio, riuscireste a trattenervi<br />

dallo scrivere un racconto mantenendovi<br />

sulla linea “La sfiga<br />

ci vede benissimo”?<br />

E su... ormai vi conosco e so<br />

che già vi prude la penna; fate<br />

in modo che pruda anche ai<br />

vostri amici e coinvolgeteli in<br />

questa avventura da vivere sulla<br />

tolda del Galeone Pirata.<br />

E adesso concludo rinnovando<br />

le congratulazioni a Paola<br />

Cimmino, che si piazza a un<br />

meritatissimo primo posto; a<br />

Elena Rustici che dopo la vittoria<br />

della scorsa manche sale<br />

nuovamente sul podio di pieno<br />

diritto; a Gianluca Anziati, che<br />

conquista l’argento guadagnandosi<br />

il benvenuto a bordo con<br />

tanto di fischio del Nostromo.<br />

Bravi!<br />

Bravi tutti: quelli che leggerete<br />

nelle prossime pagine, ma anche<br />

gli altri.<br />

Grazie!<br />

«Che ne sarà, ti chiedi? Credi<br />

mi importi ciò che avverrà,<br />

quello che scriveranno astanti o<br />

posteri? Ho sempre amato dare<br />

spettacolo, e lo farò anche stavolta<br />

in grande stile. Come si<br />

addice a chi da troppo tempo<br />

sogna quell’attimo fatale. Troppo<br />

ormai… per ripensarci o per<br />

tirarmi indietro. Perché è solo<br />

così che riesco a vivere. Dando<br />

ad altri la morte che a me solo<br />

concede la rinascita».<br />

Erano soliti incrociarsi a metà<br />

strada, la Montagna e l’essere<br />

alato che tutti andavano scansando.<br />

Sembrava che un destino analogo<br />

li sovrastasse.<br />

«Esistono tante leggende su<br />

di noi, che è inutile pensare di<br />

smontarle. Noi, invece, siamo<br />

stati creati per capirci».<br />

Era quasi sempre la Montagna,<br />

con la sua voce rude e profonda,<br />

colorata da note di terra e di<br />

ginestra a riversare la saggezza<br />

dei suoi secoli nelle giovani<br />

creature che animavano gli spazi<br />

allietati dalla brezza.<br />

Tutt’intorno, a perdita d’occhio,<br />

una distesa verde, scintillante<br />

al sole, respirava quieta,<br />

solo a tratti agitata dalle onde<br />

azzurre che il vento e l’inverno<br />

caricavano di foga.<br />

Un vago sentore di salsedine<br />

arrivava fin lassù, a lambire il<br />

volto della Montagna a tutti<br />

precluso per timore che turbasse<br />

la sua quiete. La creatura lo<br />

osservava, estatica, ogni volta<br />

che poteva. A ogni scoccare del<br />

tramonto.<br />

Si avvicinava titubante, facendo<br />

precedere l’arrivo dal suo<br />

canto, un verso che a orecchie<br />

umane pareva ruvido e sgraziato.<br />

Non alla Montagna, cui<br />

le aspre note suonavano come<br />

una melodia.<br />

Il buio lasciava scivolare a un<br />

altro giorno il tentativo di captare,<br />

oltre le fattezze, le oscure<br />

trame di quel colosso. Con lui,<br />

mai nulla era possibile prevedere.<br />

«Quando, vorrai sapere…» azzardò<br />

un giorno il gigante, intuendone<br />

i pensieri «Vienimi<br />

accanto, e lo capirai». Sembrava<br />

quasi volersi sporgere.<br />

Pur colto di sorpresa e un po’<br />

impaurito, il giovane maschio<br />

non si scansò, desideroso di un<br />

barlume.<br />

Planando dolcemente si posò<br />

sul bordo, alla sommità. Lì, attese.<br />

La luce, ormai dissolta, dava<br />

alla vista intorno un aspetto<br />

insolito, seppure quieto. I suoi<br />

occhi frugavano in quella voragine<br />

profonda, ma nessun<br />

segnale coglieva la sua vista,<br />

sebbene acutamente abituata a<br />

destreggiarsi nella notte.<br />

«Ho perso memoria del mio<br />

lungo sonno. Ricordo però di<br />

avere già altre volte saziato la<br />

mia fame.<br />

Ne ho divorati talmente tanti<br />

che avrei potuto continuare a<br />

crogiolarmi ancora in questo<br />

oblio. O nella noia. Ma io sono<br />

ligio al mio dovere, alla mia<br />

missione. E se qualcuno mi ha<br />

lasciato libero di fare, ebbene…<br />

prendo atto e stabilisco da solo<br />

la mia legge. E ora mi sento<br />

intorpidito. Mi desterò e d’un<br />

tratto, tutto, come sempre, mi<br />

sarà chiaro. Forse a voi no».<br />

Un lieve borbottio mise in allerta<br />

la creatura, che con un balzo<br />

spiccò il volo.<br />

«Vai, torna pure alle tue occupazioni.<br />

Ci rivedremo ancora».<br />

Nei giorni che seguirono le ali<br />

tornarono a posarsi su quel suolo<br />

arido e scabroso che forniva<br />

appiglio per qualche istante,<br />

agitato, come pareva essere, da<br />

un fremito, una scossa.<br />

«Dormi?» chiese timidamente<br />

una sera la creatura. Avrebbe<br />

voluto inserirsi nei discorsi, ma<br />

non osava, lasciando che fosse<br />

il gigante a disvelarsi.<br />

«Certo che no».<br />

Intuendo che voleva fare conversazione,<br />

la Montagna l’assecondò.<br />

L’altro, tuttavia, si limitava ad<br />

annuire, reggendosi a fatica in<br />

volo. Lassù, da qualche giorno,<br />

l’aria emanava strani vapori,<br />

22 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 4 • APRILE 2021 www.edizionijollyroger.it<br />

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