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Jolly Roger magazine_IV_04

Jolly Roger Magazine. Anno IV Numero 4. Aprile 2021

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ad andare avanti, come se qualcosa<br />

lo attirarasse dentro, usando<br />

la poca luce che attraverso i<br />

finestroni proveniva dai lampioni<br />

sulla strada. Continuando<br />

a camminare fra i detriti salì al<br />

piano superiore ed entrò in una<br />

stanza dove erano ammassati<br />

alcuni materassi bruciacchiati,<br />

ed esausto ne prese uno per distendersi.<br />

Nella stanza c’erano<br />

strani oggetti arrugginiti, forse<br />

stumenti medici e gli armadietti<br />

erano pieni di vecchie scatole<br />

di farmaci ammuffiti, ma almeno<br />

lì l’odore era più sopportabile<br />

e da una crepa nel muro si<br />

poteva sorvegliare il grande salone<br />

di entrata nel caso fosse<br />

arrivato qualcuno durante la<br />

notte. Pablo si addormentò in<br />

breve con il proposito che la<br />

mattina successiva si sarebbe<br />

messo subito in cerca di suo padre.<br />

Nel cuore della notte fu<br />

svegliato dai rumori che provenivano<br />

dal pianoterra. Si alzò e<br />

raggiunse la fessura da cui poteva<br />

osservare il grande salone.<br />

La prima cosa che lo colpì fu<br />

un forte odore di carne bruciata<br />

come quello che sentiva alle feste<br />

a Nombre De Dios quando<br />

venivano arrostiti i montoni<br />

alla brace, ma fu quello che<br />

vide che lo lasciò senza fiato.<br />

Una diecina di figure avvolte in<br />

dei mantelli neri con cappuccio<br />

stavano in ginocchio con la testa<br />

bassa davanti a un falò in<br />

cui un uomo enorme, anche lui<br />

col mantello nero e il collo bordato<br />

di rosso, metteva dei pezzi<br />

di carne. Pablo vedeva in faccia<br />

solo l’uomo che sembrava il<br />

capo che però portava una maschera<br />

bianca mentre gli altri<br />

recitavano litanie incomprensibili<br />

A un certo punto l’uomo<br />

alzò al cielo un pezzo di carne e<br />

prima di gettarlo nel fuoco raccolse<br />

alcune gocce del sangue<br />

che grondavano in un calice di<br />

legno per poi bere avidamente<br />

il contenuto lasciando che alcune<br />

gli calassero sul mento.<br />

Quando il fuoco illuminò la<br />

carne Pablo rimase atterrito.<br />

Era un braccio umano. Cercò di<br />

mantenere la calma, rimase immobile<br />

anche perchè per uscire<br />

da lì avrebbe dovuto attraversare<br />

il grande salone della cerimonia.<br />

Prese dallo zainetto la<br />

sua spina di cactus che era lunga<br />

una diecina di centrimetri,<br />

non avendo armi era l’unica<br />

cosa di cui disponeva per didendersi<br />

anche se non era molto.<br />

All’improvviso senti come<br />

un vento gelido dietro di se e<br />

prima di muoversi senti qualcosa<br />

che lo afferrava per le spalle<br />

per girarlo. Un volto bianco in<br />

un cappuccio nero con due occhi<br />

gialli e le pupille come due<br />

spilli gli si presentò davanti.<br />

Dalla sua bocca proveniva un<br />

fetore disgustante ma l’essere<br />

non emetteva nessun suono. La<br />

figura provò a spingerlo a terra<br />

standogli sopra. Pablo era terrorizzato<br />

e non riusciva nemmeno<br />

a gridare, tutto si svolgeva<br />

in un silenzio agghiacciante.<br />

Con un gesto disperato infilzò<br />

la spina di cactus che teneva in<br />

mano nel collo del suo aggressore<br />

e approfittando della sorpresa<br />

si svincolò dalla presa e<br />

fuggì. Col cuore in gola prese il<br />

primo corridoio a caso correndo<br />

al buio per nascondersi nella<br />

prima stanza che trovò aperta.<br />

Un po’ di luce filtrava dai lampioni<br />

esterni e sulla scritta sulla<br />

RACCONTAMI UNA STORIA<br />

porta Pablo lesse di essere entrato<br />

nell’obitorio, non aveva<br />

idea di cosa fosse ma ora era<br />

importante cercare un rifugio.<br />

Le celle frigo erano aperte, dei<br />

lenzuoli bianchi erano sparsi un<br />

po’ ovunque mentre su un tavolo<br />

in alluminio erano sparsi dei<br />

vecchi strumenti arrugginiti.<br />

Ne prese uno che aveva un lunga<br />

lama e si nascone dietro un<br />

mucchio di lenzuoli sporchi in<br />

un angolo. All’improvviso una<br />

figura nera entrò nella stanza<br />

avanzando llentamente verso il<br />

suo nascondiglio, l’incubo non<br />

era finito. Era l’uomo che guidava<br />

la cerimonia con la maschera<br />

cerulea. Vedendolo arrivare<br />

Pablo si rese conto che in<br />

realtà l’essere non portava una<br />

maschera ma quello era il suo<br />

vero volto che sembrava deformarsi<br />

come fosse di gomma.<br />

Provò a aggirarlo per raggiungere<br />

la porta ma questo si lanciò<br />

contro di lui con urlo bestiale.<br />

Pablo si sentì mancare le<br />

forze ma come per miracolo<br />

vide la porta della stanza aprirsi<br />

e qualcuno dietro di lui puntare<br />

una luce fortissima verso il suo<br />

aggressore mentre una voce<br />

pronunziava delle parole incomprensibili.<br />

Nel perdere i<br />

sensi fece in tempo a vedere la<br />

figura nera sparire nel buio urlando.<br />

Quando si risvegliò era<br />

in un comodo letto, pulito e con<br />

la barba fatta. Dalla finestra filtrava<br />

un bellissimo sole e sentì<br />

anche di avere fame. Sperò di<br />

aver fatto un brutto sogno ma la<br />

lettera che trovò sul comodino<br />

lo riportò alla realtà. La lesse. «<br />

Pablo, erano anni che aspettavo<br />

il tuo arrivo. Sappì che tutto<br />

questo non è avvenuto per caso<br />

il xvi secolo<br />

attuale come non mai<br />

Le bande nere rivivono tra le pagine geniali di lorenzo leoni<br />

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28 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 4 • APRILE 2021

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