Jolly Roger magazine_IV_04

EDITORIALE
biologia marina e pubblicità
di Fabio Gimignani
Chi non è più giovanissimo
si ricorda ancora della sigla
“VHS” con la quale venivano
identificate le videocassette:
antidiluviane memorie a nastro
sulle quali registravamo i film
che la televisione trasmetteva.
Era una pratica complessa, se si
voleva ottenere una registrazione
epurata dai break pubblicitari
con i quali le TV commerciali
(quelle, in sostanza, che
non campavano scippando un
canone vergognoso alle famiglie.
Scusate la polemica, ma
il bullismo di Stato mi ha sempre
fatto schifo) cadenzavano
le trasmissioni, soprattutto in
quello che poi è stato definito
Prime Time.
Avevamo messo a punto delle
tecniche ninja attraverso le
quali percepire l’arrivo della
pubblicità, mettere in pausa la
registrazione una frazione di
secondo prima che il jingle introducesse
quei sei/sette spot
da trenta secondi l’uno, quindi
far ripartire il tutto dopo il finalino
che annunciava spettacoli
successivi.
In mancanza di ciò interagivamo
con il tasto FFW per velocizzare
le pause pubblicitarie
durante la riproduzione della
registrazione, ma per questa
pratica molti avevano acquisito
dimestichezza, usurando il tasto
corrispondente, da quando i
videobank distribuivano anche
VHS di dubbia moralità...
Comunque la vogliamo vedere,
la conclusione è una e una sola:
la pubblicità è sempre stata una
gran rottura di scatole!
Almeno fino a oggi.
Ma accantoniamo per un attimo
il discorso sulla pubblicità
e soffermiamoci sulla biologia
marina.
No. Aspettate a chiamare la
Neuro: so dove sto andando a
parare, e se mi concedete ancora
qualche riga ve ne renderete
conto.
Esiste un mollusco bivalve
chiamato Ostrea Edulis, secondo
il buon Linneo, o semplicemente
Ostrica perla maggior
parte di noi.
La sua particolarità, oltre a
quella di impreziosire le tavole
di tutto il mondo torreggiando
su monumentali strutture di
ghiaccio tritato, è quella di gestire
le intrusioni in un modo
quantomeno singolare.
Infatti la nostra Ostrica, nel
momento in cui un granello di
sabbia si introduce al proprio
interno, invece di fare tante
storie lo avviluppa con strati di
madreperla al fine di rendergli
impossibile il provocare irritazione
ai tessuti organici.
La fine della storia ormai la conosciamo
tutti: è tondeggiante,
preziosa e si chiama Perla.
Ora, cosa lega i virtuosismi funambolici
della registrazione
VHS al fatto che l’Ostrica trasforma
un intruso in qualcosa
di prezioso e affascinante?
Semplice: un principio secondo
il quale anche una presenza
universalmente percepita come
fastidiosa può diventare fonte
di interesse, quando non addirittura
il cardine sul quale far
ruotare l’attenzione dello spettatore.
Ed è quello che Edizioni Jolly
Roger ha messo in pratica, impiegando
sei Autori per creare
un’Antologia di racconti costruiti
intorno a un Brand e ai
suoi prodotti.
È stato un esperimento a dir
poco entusiasmante, la cui genesi
ha coinvolto la Casa Editrice,
gli Autori chiamati a condividere
il progetto e un Partner
Commerciale d’eccellenza, il
cui nome costituirà addirittura
il titolo dell’Antologia, conferendole
ulteriore fascino.
Un successo, insomma, sia a
livello di comunicazione che a
livello di narrativa.
Un successo del quale tutti
siamo orgogliosi e che attende
solo un minimo di ritorno alla
normalità per essere presentato
con tutti gli onori e clamori che
merita, perché le perle - quelle
vere, quelle preziose - vanno
sempre valorizzate al meglio.
www.edizionijollyroger.it
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