Jolly Roger magazine_IV_04
Jolly Roger Magazine. Anno IV Numero 4. Aprile 2021
Jolly Roger Magazine. Anno IV Numero 4. Aprile 2021
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densi, simili a nubi calde ma<br />
delicate.<br />
Per nulla al mondo la creatura<br />
avrebbe disertato quegli incontri.<br />
Anche se, troppo spesso, le<br />
note che ascoltava erano amare.<br />
«A volte arrivo strisciando, lento<br />
e impalpabile. Altre all’apice<br />
del desiderio. Il vostro e il mio»<br />
disse una sera il colosso, sbuffando<br />
un po’ «Puoi stare certo<br />
che prima o poi darò il mio<br />
meglio. Non lascerò nessuno<br />
insoddisfatto».<br />
La creatura lo scrutava senza<br />
interromperlo, anche se mille<br />
interrogativi ombravano i suoi<br />
occhi.<br />
Una sera il gigante gli parve più<br />
agitato, quasi irascibile, come<br />
se fosse tormentato da un dolore<br />
interno. La voce era tuonante<br />
e aspra e un fiato metallico, ritmicamente,<br />
la spezzava.<br />
Quando sembrava si fosse un<br />
po’ acquietato, un brontolio che<br />
assomigliava a un rantolo lo<br />
spinse invece al parossismo.<br />
«Ormai è deciso! Dissolverò<br />
in un colpo ogni legame, ogni<br />
illusione. Mi farò beffe di ogni<br />
velleità. Vi vada bene o no,<br />
questo è affar vostro! E non mi<br />
importa quanti si inebrieranno<br />
della mia venuta, quante urla<br />
trafiggeranno la notte come<br />
lame. Quanti gemiti a lungo dovrò<br />
sentire, quale strazio la mia<br />
bocca sferzante avrà ancora voglia<br />
di donare… Continuerò a<br />
esistere per sempre, io. Fino a<br />
che altro, qui o da altrove, non<br />
mi si schianti addosso!»<br />
La creatura fuggì via, spaventata,<br />
quasi fosse la cagione di<br />
quell’insolito comportamento.<br />
Inutile chiedere perché, si ripeteva.<br />
Solo sapere come e quando.<br />
Sbuffi di vapore, densi e scuri,<br />
presero ad arruffare la sommità<br />
del cielo.<br />
Nel tramonto colorato di viola<br />
e rosso si andava stemperando<br />
la giornata. Una giornata che<br />
avrebbe lasciato il segno.<br />
C’era qualcosa di diverso quella<br />
sera, qualcosa che si udiva e<br />
percepiva. Una strana vibrazione,<br />
sottopelle.<br />
Una macchia di colore scuro si<br />
stagliò a mezz’aria. A fatica si<br />
ancorava alle correnti. Le ali<br />
spiegate in modo anomalo, i<br />
sensi all’erta, sebbene in parte<br />
obnubilati.<br />
«Oggi, amico mio, mi fai paura.<br />
Che ti succede? Non ti ho mai<br />
visto così!» si lasciò scappare.<br />
Sottile, per niente stridula,<br />
la vocina vibrava deformata<br />
nell’aria improvvisamente calda.<br />
Rombi e lingue di fuoco arrivarono<br />
in risposta. Ruvide scintille<br />
calde che, colpendo, si dissolvevano.<br />
L’essere indietreggiò smarrito,<br />
lo sguardo perso in mille congetture.<br />
«Ce l’hai con me? Cosa ti ho<br />
fatto?»<br />
Per un attimo, un silenzio immobile<br />
sembrò placare gli animi.<br />
“Scansati, tu che puoi”, sembrò<br />
quindi sentirsi dire.<br />
Non era la Montagna. Era qualcosa<br />
che sentiva dentro.<br />
“Fuggi, fuggi lontano, finché<br />
sei in tempo. Resta dove sarai<br />
al sicuro”.<br />
«Non capisco» lasciò sfuggire<br />
al vento. E intanto indugiava.<br />
RACCONTAMI UNA STORIA<br />
Stormi di uccelli presero a frullargli<br />
intorno, frenetici e scombussolati,<br />
prima di sparire,<br />
veloci, oltre l’orizzonte. Qualcuno,<br />
in quello sbattere incessante<br />
di ali, andò a schiantarsi<br />
al suolo.<br />
L’odore del sangue gli arrivò<br />
alle narici. Per qualche istante<br />
rimase inebriato, come stregato<br />
dall’improvviso carosello di<br />
colori e suoni, che prendevano,<br />
o perdevano, corpo, sotto ai<br />
suoi occhi.<br />
Tutto mutava intorno. Lui rimaneva<br />
immobile.<br />
Lembi di terra fluida e fiammeggiante<br />
già alteravano un<br />
fianco della Montagna, la cui<br />
bocca continuava a vomitare<br />
fumi e sassi. Rombi più acuti<br />
e assordanti si alternavano a<br />
scoppi.<br />
«Smettila! Ti farai male!» urlò<br />
d’un tratto a quel ciclope, allontanandosi,<br />
conscio improvvisamente<br />
della sua forza distruttiva.<br />
Un boato, e lo sbotto incandescente<br />
rovinò a valle, tumultuoso,<br />
dissolvendo il profilo svettante<br />
e secolare di un gigante,<br />
regredito in pochi istanti a modesta<br />
collina arrotondata, mentre<br />
sprazzi di fuoco e fontane<br />
scintillanti si adagiavano sulle<br />
ampie falde sottostanti.<br />
Il fragore dello sprofondamento<br />
per poco non gli strappò l’udito.<br />
In un attimo, vide il suo amico<br />
ulteriormente collassare.<br />
«Nooooooooo!»<br />
La creatura riversò in quell’urlo<br />
straziante tutta la sua pena.<br />
L’alba spuntò in un modo inconsueto.<br />
Arroventato.<br />
Gli occhi gonfi e dolenti, le pal-<br />
miele, sangue<br />
e vetriolo<br />
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24 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 4 • APRILE 2021