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PIAZZOLLA TANGO S T O R I A ASTOR NUEVO di Federico Vessella
S T O R I A Astor Pantaleón Piazzolla non è soltanto il musicista e compositore di tango più famoso del mondo, ma anche colui che ha spinto questo genere musicale oltre i propri limiti tradizionali, ad un punto estetico tale per cui molti appassionati di tango non ebbero la capacità di seguirne la traiettoria, né di comprenderla fino in fondo. Ancora oggi la sua opera viene considerata l’avanguardia del tango per le commistioni con altri generi, quali il jazz, per l’introduzione di strumenti inusuali e per le collaborazioni internazionali con artisti di varia estrazione musicale, compresa la musica leggera italiana (ad esempio Mina, Milva, Iva Zanicchi, Tullio De Piscopo). Tuttavia, Piazzolla fu il catalizzatore di pesanti critiche da parte dei puristi del tango tradizionale, i quali lo definirono “El asesino del tango”. Nato nel 1921 a Mar del Plata, in Argentina, da una umile famiglia di immigrati italiani (padre pugliese e madre toscana), Astor Piazzolla mosse i primi passi nel tango dopo aver trascorso l’adolescenza a New York. DI ritorno in patria, nel 1936 iniziò a far parte di orchestre locali nella sua città di origine, suonando un tango simile a quello del Sexteto Vardaro, un gruppo che raggiunse una certa notorietà negli anni Trenta grazie ad una ricercata linea stilistica che lo distingueva dalla maggior parte delle orchestre del momento. Con l’arrivo a Buenos Aires, nel 1938, Piazzolla entrò a far parte, come bandoneonista, della celebre orchestra di Aníbal Troilo. Oltre ad occupare un posto nella sezione dei bandoneónes, Piazzolla ebbe anche il ruolo di arrangiatore e di pianista occasionale al posto di Orlando Goñi. L’esperienza con Troilo fu per Piazzolla di straordinaria importanza, umana e professionale, anche se lo stile tradizionale tipico dell’orchestra di Troilo rappresentò un limite vincolante alle proposte musicali troppo innovative di Piazzolla. Del resto, per Troilo, il tango non poteva trascendere dal proporre brani cuciti su misura per la gente e per i ballerini. Siamo in piena Epoca de Oro. L’impeto progressista di Piazzolla ebbe modo di esprimersi appieno nel 1945, quando decise di abbandonare l’orchestra di Troilo e dirigere quella del cantante Francisco Fiorentino, con il quale incise 24 temi. L’anno successivo Piazzolla lanciò la sua prima orchestra, caratterizzata dalla presenza dei cantanti più in voga del momento, ma inserendosi, al tempo stesso, tra le formazioni con le proposte musicali più d’avanguardia, come quelle di Horacio Salgán, Alfredo Gobbi ed Osvaldo Pugliese. Fino alla fine degli anni Quaranta, Piazzolla registrò brani originali dal profondo spirito innovatore, dimostrando una inclinazione verso la contaminazione con altri generi. In particolare, si avvicinò alla musica classica, anzi, decise di trasferirsi a Parigi nel 1954 per studiare al Conservatorio. Da questo periodo parigino nacquero 16 brani composti con la collaborazione della sezione d’archi dell’orchestra de L’Opera, tra i quali Nonino, ChauParís, Picasso e altri.
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