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TuttoBallo20 Maggio EnjoyArt 2021

Caro lettore, eccoci arrivati a maggio, il mese, forse, più amabile dell’anno. É il mese che annuncia la bella stagione, è l’anteprima dell’estate, è il mese delle rose, della mamma … insomma della gioia! Ed è con gioia che anche questo mese abbiamo preparato per voi, tante cose belle ed interessanti da leggere: abbiamo incontrato e parlato con personaggi molto molto interessanti: stilisti, vincitori di premi importanti quali il David di Donatello, artigiani che si dilettano nelle attività più impensabili, ma interessantissime; parliamo di particolari tipi di cucina, viaggi, ecosotenibilità ed arte … e poi una grande sorpresa: abbiamo pubblicato gli elaborati di coloro che hanno partecipato alla nostra iniziativa annuale “Dillo alla danza”; per i più curiosi che vogliono conoscere l’epilogo del racconto di Alberto Ventimiglia, se ne continua la pubblicazione, e poi… e poi, tante altre sorprese, e comunicati che riguardano iniziative molto interessanti. Con una contro copertina dedicata alla grande Milva scomparsa il 24 Aprile scorso… Allora, non vi resta che scaricare e scorrere le pagine del nuovo numero, ricordando sempre il nostro slogan: Tuttoballo20, la Rivista che ti informa e ti tiene in forma! Buona lettura a tutti…

Caro lettore, eccoci arrivati a maggio, il mese, forse, più amabile dell’anno.
É il mese che annuncia la bella stagione, è l’anteprima dell’estate, è il mese delle rose, della mamma … insomma della gioia!
Ed è con gioia che anche questo mese abbiamo preparato per voi, tante cose belle ed interessanti da leggere: abbiamo incontrato e parlato con personaggi molto molto interessanti: stilisti, vincitori di premi importanti quali il David di Donatello, artigiani che si dilettano nelle attività più impensabili, ma interessantissime; parliamo di particolari tipi di cucina, viaggi, ecosotenibilità ed arte … e poi una grande sorpresa: abbiamo pubblicato gli elaborati di coloro che hanno partecipato alla nostra iniziativa annuale “Dillo alla danza”; per i più curiosi che vogliono conoscere l’epilogo del racconto di Alberto Ventimiglia, se ne continua la pubblicazione, e poi… e poi, tante altre sorprese, e comunicati che riguardano iniziative molto interessanti. Con una contro copertina dedicata alla grande Milva scomparsa il 24 Aprile scorso…
Allora, non vi resta che scaricare e scorrere le pagine del nuovo numero, ricordando sempre il nostro slogan: Tuttoballo20, la Rivista che ti informa e ti tiene in forma!
Buona lettura a tutti…

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Dancer Sofia Mancini<br />

ph Monica Irma Ricci


<strong>TuttoBallo20</strong> - May <strong>2021</strong><br />

In copertina : foto di Monica Irma Ricci - Dance Sofia Mancini<br />

<strong>TuttoBallo20</strong> - May <strong>2021</strong>.<br />

Editore "Stefano Francia" <strong>EnjoyArt</strong><br />

Direttore - Fabrizio Silvestri<br />

Vice direttore - Eugenia Galimi<br />

Segretaria di redazione - Pina delle Site<br />

Redazione - Marina Fabriani Querzè<br />

hanno collaborato: Maria Luisa Bossone, Antonio<br />

Desiderio Artist Management, Giovanni Fenu, Mauri Menga,<br />

Sandro Mallamaci, Walter Garibaldi, Giovanni Battista<br />

Gangemi Guerrera, Lara Gatto, Patrizia Mior, Danilo<br />

Pentivolpe, Assia Karaguiozova, Federico Vassile, Elza De<br />

Paola, Giovanna Delle Site, Jupiter, Francesca Meucci.<br />

Foto: Luca Bartolo, Elena Ghini, Cosimo Mirco Magliocca<br />

Photographe Paris, Danilo Piccini, Luca Valletta, Raul Duran.<br />

Foto concesse da uffici stampa e/o scaricate dalle pagine<br />

social dei protagonisti.<br />

Le immagini e le fotografie qui presentate, nel rispetto del diritto<br />

d’autore, vengono riprodotte per finalità di critica e discussione ai<br />

sensi degli artt. 65 comma 2 e 70 comma 1bis della Lg. 633/1941.<br />

É vietata la copia e la riproduzione dei contenuti e immagini in qualsiasi forma.<br />

É vietata la redistribuzione e la pubblicazione dei contenuti e immagini non autorizzata espressamente dal<br />

direttore. I collaboratori cedono all'editore i loro elaborati a titolo gratuito.<br />

Testata giornastica non registrata di proprietà: ©ASS: Stefano Francia <strong>EnjoyArt</strong><br />

per contattare la redazione Tuttoballo20@gmail.com<br />

Cari amici e lettori, eccoci arrivati a maggio,<br />

il mese, forse, più amabile dell’anno. E’ il<br />

mese che annuncia la bella stagione, è<br />

l’anteprima dell’estate, è il mese delle rose,<br />

delle mamma… e delle spose. Ed è con gioia<br />

che anche questo mese abbiamo preparato<br />

per voi, tante cose belle da leggere:<br />

abbiamo incontrato e parlato con<br />

personaggi molto interessanti: stilisti,<br />

vincitori di premi importanti quali il David di<br />

Donatello, artigiani che si dilettano nelle<br />

attività più impensabili. Parliamo di<br />

particolari tipi di cucina, viaggi,<br />

ecosotenibilità ed arte… e poi una grande<br />

sorpresa: abbiamo pubblicato gli elaborati<br />

di coloro che hanno partecipato alla nostra<br />

iniziativa annuale “Dillo alla Danza..."<br />

La contro copertina la dedichiamo alla<br />

grande Milva, scomparsa il 23 aprile scorso.<br />

Buona lettura...<br />

© F R E E P R E S S O N L I N E r i p r o d u z i o n e r i s e r v a t a - D I R E T T A D A F A B R I Z I O S I L V E S T R I - S E G R E T E R I A D I R E D A Z I O N E P I N A D E L L E S I T E - T U T T O B A L L O 2 0 @ G M A I L . C O M - e d i z i o n e " S t e f a n o F r a n c i a E n j o y A r t "


E V E N T I<br />

E’ innegabile, ed è quasi un “rito”, ma un “piacevole rito”,<br />

dedicare il mese di <strong>Maggio</strong> alla Mamma, anzi … a tutte le<br />

Mamme!<br />

Il primo pensiero va a Colei che ci ha generato, con la quale<br />

per 9 mesi abbiamo vissuto in simbiosi, attraverso quel<br />

cordone che, anche se materialmente ed inevitabilmente si è<br />

spezzato, in realtà esiste ed esisterà sempre, comunque<br />

vadano le cose; perché Lei ci ha donato la vita, la<br />

conoscenza, le opportunità … ci ha resi parte di questo<br />

mondo … Lei che ci ama o che ci ha amato più di ogni altra<br />

cosa, o, Lei che, per mille ragioni non è stata in grado di<br />

farlo e ci ha “affidati” ad altre Madri, ad altri affetti,<br />

provocando, magari sofferenza, ma a cui comunque<br />

bisogna essere riconoscenti per aver donato la vita.<br />

Ma questo mese, come si diceva, è dedicato a “tutte” le<br />

Madri, ebbene si, perché, a pensarci bene, noi siamo figli di<br />

più Madri: per chi ci crede, ed il cui sentimento va<br />

rispettato, alla Madre Celeste, e <strong>Maggio</strong> è, infatti, il mese<br />

dedicato a Colei che è “Figlia del Suo Figlio”, come diceva<br />

Dante, la Mamma Celeste, come la chiamano i fedeli … la<br />

Madonna; non solo, noi, insieme alle nostre mamme, siamo<br />

figli della Madre Terra, della Madre natura, grazie a cui<br />

facciamo parte di questo mondo, ne godiamo i doni, ne<br />

conduciamo battaglie a difesa, in un periodo difficile come<br />

questo, in cui più che mai Madre natura si sta ribellando,<br />

cerca di farci capire qualcosa; periodo in cui noi stessi<br />

stiamo prendendo coscienza di quel “qualcosa di sbagliato”<br />

tramite cui stiamo ferendo la nostra Madre Terra, il nostro<br />

pianeta, e le coscienze si stanno svegliando…<br />

Ma questo è il mese dedicato anche ad un’altra nostra<br />

Madre, a colei che è Madre di tutte le Arti: la Danza!<br />

La Danza, l’Arte, proprio come la nostra mamma biologica,<br />

ci fa crescere, ci accompagna, ci lascia esprimere, ci fa<br />

gioire, è il nostro porto nei momenti di sconforto, mette<br />

d’accordo ed unisce tutte le Arti, sue figlie, proprio come la<br />

mamma Biologica ci rimprovera, ci impone sacrifici, ma ci<br />

aiuta a crescere, e proprio come la Mamma Celeste (anche<br />

per chi non ci crede), ci conduce alla sublimazione.<br />

Ecco perché dedichiamo il mese più bello dell’anno,<br />

all’Entità più bella che esiste: la Madre, perché la parola<br />

Madre, chiunque essa sia, Madre biologica, Madre adottiva,<br />

Madre Natura, Madre Danza … per noi è Vita, è Amore!<br />

E allora auguri, da parte della nostra Redazione, a tutte le<br />

Madri, in tutte le forme presenti nella nostra vita!


E V E N T I<br />

XXXIX<br />

INTERNAZIONALE DELLA DANZA<br />

GIORNATA<br />

APRILE <strong>2021</strong><br />

29<br />

Il messaggio ufficiale per il Giorno della danza<br />

Circa 80 anni fa, l'Europa intorno al 1941: gran parte<br />

dell'Europa era occupata, il coprifuoco veniva imposto,<br />

la radio era vietata, a volte mancava anche l' elettricità.<br />

Le famiglie rimanevano lunghe ore serali a casa senza<br />

fare niente, in condizioni che portavano alla<br />

depressione e all' esaurimento nervoso - diventavano<br />

disperate.<br />

Alkis Raftis<br />

Presidente del Consiglio Internazionale della Danza<br />

I nonni andavano in soccorso - i loro ricordi risalgono<br />

al tempo in cui le persone potevano produrre il<br />

proprio divertimento, quando non dipendevano dalla<br />

TV, dall' uscire fuori per cenare, dal cinema o events.<br />

Avevano un comportamento attivo, non passivo. I più<br />

giovani avevano perso la capacità di provare piacere<br />

nel raccontare storie e battute, cantare e ballare a<br />

casa in buona compagnia.<br />

Le persone anziane sono diventate l'anima delle feste<br />

cantando le vecchie canzoni, ballando e portando con<br />

sé tutta la famiglia ed anche i vicini. È così che le<br />

canzoni e le danze semi-dimenticate passarono da<br />

generazione in generazione e sopravvissero,<br />

producendo dopo la guerra una rinascita della danza<br />

popolare.<br />

Come professionisti della danza, pensate al vostro<br />

ruolo nell'attuale situazione di pandemia, lockdown e<br />

coprifuoco. La gente ha bisogno di voi ora e avrà<br />

bisogno di voi dopo questa crisi. Producete un vaccino<br />

contro il virus dell'anima: conoscete come far ballare le<br />

persone. Sentite la chiamata, rispondete!<br />

Alkis Raftis<br />

Presidente del Consiglio Internazionale della Danza<br />

www.DanceDay.CID-world.org


C O N C O R S O<br />

<strong>TuttoBallo20</strong>


F O T O G R A F I A<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

©ph Cosimo Mirco Magliocca Photographe Paris<br />

"Francesca da Rimini"<br />

Opera National de Paris, Opera Bastille<br />

Regia di : Chantal Cazaux<br />

Interpreti: Svetla Vassileva, Louise Callinan<br />

Mise en scène : Giancarlo Del Monaco


F O T O G R A F I A<br />

<strong>TuttoBallo20</strong>


F O T O G R A F I A<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

"SPETTACOLO DI VARIETÁ"<br />

Cyd Charisse, Fred Astaire<br />

regia di Vincent Minnelli - 1953<br />

"Scatti di Danza" 2014


Giselle fa parte della collezione per NasonMoretti. Ispirata al balletto, l’idea fa riferimento<br />

Quest’opera, pezzo unico, è stata realizzata ‘ad Museum’ per l’ADI Design Museum<br />

A R T I G I N A T O<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

in particolare all’esibizione di Svetlana Zakharova e di Roberto Bolle al Bolshoj.<br />

Compasso d’Oro, con dei cotissi - scarti, che diventano materia prima.<br />

Simboleggia, per cui, la Rinascita e rappresenta l’ecosostenibilità.<br />

Concept e design: Assia Karaguiozova


F O T O G R A F I A<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

Derviscio di R. Funaro<br />

Pensieri in Musica di R. Funaro<br />

"SPETTACOLO DI VARIETÁ"<br />

Cyd Charisse, Fred Astaire<br />

regia di Vincent Minnelli - 1953<br />

"Scatti di Danza" 2014<br />

Ricordo dell'Africa di R. Funaro<br />

Belle Epoque di R. Funaro


P O E S I A<br />

IL SESSO DI ATLANTE<br />

di Alessandro Bellamori<br />

Amniotico rilucere<br />

da un tempo di bellezza<br />

s'adombra<br />

ma non conosce tenebra.<br />

Io aspetto<br />

la mia attesa è il tuo andare<br />

piramide nuda<br />

sacrario del tuo mistero.<br />

L'antico profilo<br />

del sesso di Atlante<br />

isola profana<br />

dove l'istinto è preghiera<br />

e la fede si allontana.<br />

LA SIMMETRIA DEI CONTORNI<br />

di Alessandro Bellamori<br />

C'è del rosso<br />

didascalica cromatura<br />

per chi danza nel buio.<br />

Fiamma fallace<br />

nuda di luce convessa<br />

splitta ciò che brucia<br />

tra l'economia d'un abbraccio<br />

e questa distanza<br />

che mi separa dall'alba.<br />

Emozioni<br />

Giuseppe Volpe ( Pino )<br />

Il mondo si colora un po' di scuro ...<br />

Parecchi deviano per sentirsi un po' al sicuro ..<br />

E nel sorriso che arrotonda anche la guancia ...<br />

tra le cose belle che migliora ... c’è la danza ..<br />

Un mondo colorato che si esprime in movimenti ...<br />

E si vuole migliorare perché esprimi sentimenti ...<br />

le gesta , la costanza con gli abiti da scena ....<br />

E qualsiasi cosa esprima di volontà ne è fiera ...<br />

Sentire l'emozione in un battito di mani ...<br />

E le tue fatiche a farlo, non sono andate vane ...<br />

C'è la soddisfazione e il gruppo è una famiglia ...<br />

si prova un sentimento e si va avanti miglia e miglia ....<br />

ce n'è tanta di energia che la trasforma in armatura ...<br />

E qualsiasi cosa fai, la fai bene perché è pura ...<br />

Quindi con la danza si può socializzare ..<br />

Che a volte è più efficace , anche nel parlare ...<br />

E quindi il mondo si colora perché di voglia ce n'è tanta ....<br />

Ognuno esprime come può ... e tra questi c'è la danza .....


P O E S I A<br />

Rifelssioni... di Cristian Daidone<br />

In occasione delle giornata mondiale della danza vorrei riflettere su cosa la<br />

danza sia per me. Così...giusto per dedicare parte di questa giornata ad un<br />

qualcosa che, a mio modo di vedere, è sinonimo di vita. Non saprei definire<br />

esattamente cosa sia la danza per me. Penso che sia un po’ come chiedere ad<br />

un poeta di definire il suo amore per la poesia senza che riesca mai a trovare<br />

le parole adatte. Analogamente so che nessuna parola sarà mai appropriata<br />

per descrivere il mio amore per la danza.<br />

Essa è tante cose... tante cose che formano me stesso. Non mi vergogno a<br />

dire che potrei ben considerare la danza come il mio primo vero amore,<br />

quell’amore incondizionato che non finirà mai, neanche dopo milioni di<br />

fallimenti, neanche dopo milioni di cadute.<br />

Basti dire che sentirmi a casa è la sensazione che provo ogni singola volta che<br />

indosso le mie scarpe da ballo.<br />

Credo proprio che non mi basti mai il tempo per ringraziarla<br />

appieno...ringraziarla per essere stata maestra di vita, per avermi insegnato i<br />

valori della passione, della dedizione, del dolore e del sacrificio. Spesso<br />

finisco per ammettere di aver avuto dei ripensamenti e di temere che ogni<br />

sforzo sia stato vano, ma tutto ciò svanisce nel nulla, perché capisco di<br />

essermi sbagliato non appena inizio a danzare. È un tornare a vivere!<br />

La Danza... linguaggio dell'anima!<br />

La mia Danza... di Giuseppe Galante<br />

La Danza ti mette di fronte ad emozioni particolari, come l’ansia e la paura, a<br />

cui si alternano momenti di estrema felicità che, tutt’oggi, sono il motivo per<br />

cui danzo.<br />

Come sappiamo, purtroppo, questo non è un periodo molto positivo per la<br />

danza, (come del resto per tutte le nostre attività quotidiane), e per tutti noi<br />

ballerini, senza dimenticare i nostri maestri, costretti a tenere chiuse le<br />

scuole; il Covid non ci permette di allenarci, non ci permette di partecipare a<br />

competizioni, stage, saggi … tutto è ormai sospeso da più di un anno, di<br />

conseguenza ci sta togliendo lo spirito di sacrificio, di socializzazione, che fa<br />

parte della vita dei ballerini.<br />

Spero di tornare presto a ballare, allenarmi, sacrificarmi, per fare spettacoli, e<br />

poi sentire gli applausi di chi mi guarda e mi ripaga di tutto; auguro questo<br />

non solo a me, ma anche a tutti coloro che mi permettono di godere di<br />

questa stupenda Arte.


P O E S I A<br />

Riflessioni... di Marina Monteleone<br />

Ciao, mi chiamo Marina ho 19 anni e sono una ballerina. Ballo da quando ho 8<br />

anni e non ho mai pensato un solo istante di smettere. Il ballo è la mia più grande<br />

passione, non potrei farne a meno. Ho iniziato a coltivare la mia passione per<br />

gioco, perché non riuscivo a stare ferma neanche 1 minuto, saltellavo di continuo<br />

e non appena sentivo alla radio la canzone “Bomba” iniziavo a fare movimenti a<br />

caso..<br />

Uno dei ricordi più belli che ho, è quello di essere stata ospite ad un<br />

programma televisivo, ovvero “I FATTI VOSTRI” di Magalli. Avevo intrapreso da<br />

poco i balli di coppia. Un mese prima avevo partecipato ad una gara<br />

internazionale a Malta, ottenendo ottimi risultati, considerando che fosse la<br />

mia prima gara, ed è stato bellissimo poterlo raccontare ad un pubblico così<br />

vasto come quello della televisione. In questi 11 anni di danza sono state<br />

tante le soddisfazioni ma anche le delusioni. Si sa, a volte si vince e a volte si<br />

perde, ma sono del parere che chi perde impara e quindi non è mai una vera<br />

e proprio sconfitta ma una crescita..<br />

Nel 2020 arriva il Covid… Un grande trauma per tutti. Per noi ballerini non<br />

poterci allenare in sala per ore o stare nei palazzetti per un’intera giornata è<br />

stato ed è ancora molto difficile. Non poterci esprimere con il nostro corpo,<br />

con la nostra anima ci fa stare male. Chi non fa parte di questo mondo non<br />

lo può comprendere fino in fondo, non sa come ci sentiamo noi rinchiusi in<br />

casa, distesi su un letto a fissare quelle quattro pareti. A volte prendo in<br />

mano le mie scarpette da ballo, i miei abiti di scena e con la mente faccio<br />

lunghi viaggi ripensando a quanto era bello prepararsi prima di una lezione,<br />

gara o spettacolo che fosse. Non vedo l’ora di poter tornare a sognare e di<br />

fare quello che più mi fa sentire libera di esprimermi a 360°.<br />

Non ho un “motto” ben specifico, ma sicuramente una delle frasi che ho<br />

sempre in testa e cerco di trasmettere è : “ Danzare è come parlare in<br />

silenzio. È dire molte cose, senza dire una parola.”<br />

La mia Danza, la mia vita. Di Serena Zichichi<br />

Ciao, sono Serena, un’allieva che studia Danza per passione da circa 10 anni.<br />

Fin da piccola, la Danza ha fatto parte della mia vita e non è stata una compagna<br />

sempre facile… ma le soddisfazioni hanno sempre superato le delusioni.<br />

Non ballo ormai da più di un anno e sarà così chissà per quanto tempo ancora.<br />

Mi sento persa e mi sembra che tutto il lavoro fatto sia stato inutile.<br />

L’entusiasmo che ho sempre avuto si sta affievolendo. Mi mancano i miei maestri,<br />

le mie compagne di ballo. Senza danza non posso vivere… fa parte di me!<br />

Immagino con quanta difficoltà , ansia e inquietudine stiano vivendo i mie<br />

maestri e spero che questo periodo difficile passi al più presto.<br />

Ma voglio essere ottimista! Tutto tornerà come prima. Il Ballo è gare, lezioni,<br />

sudore, fatica, sacrificio, gioia e a, volte delusioni.<br />

Ma soprattutto il Ballo è la mia vita.


P O E S I A<br />

Riflessioni... di Mariangela Ruggirello<br />

La danza? Una grande scuola di vita.<br />

La disciplina è l’insegnamento più grande, perché fa capire che i sogni si<br />

realizzano solo con costanza e dedizione. Per me la danza non è uno sport<br />

ma un’arte e come tale richiede disciplina, dedizione, costanza,<br />

determinazione e una buona dose di passione, intesa come forza di volontà e<br />

coraggio di sfidare i propri limiti; sono questi per me gli ingredienti essenziali<br />

per arrivare all’obiettivo.<br />

La fatica e il sacrificio che si provano nella sala di danza combaciano<br />

perfettamente con la vita al di fuori. Infatti, oltre ad affinare la sensibilità, la<br />

capacità espressiva e la creatività necessarie per diventare un’artista, si<br />

acquisisce un rigore che influenzerà tutte le scelte di un’esistenza. Danzare<br />

dà la possibilità di imparare a gestire se stessi, pregi e difetti compresi, e di<br />

essere equilibrati, che è l’aspirazione di ognuno di noi. La chiave di tutto ciò è<br />

l’armonia, dei gesti e dei movimenti.<br />

Questa armonia si traduce in un equilibrio mentale in cui tutto deve essere al<br />

posto giusto, tutte le regole tecniche devono essere applicate. Il risultato è<br />

straordinario: corpo e mente sono in perfetta armonia. Quindi il ballo è<br />

anche una sorta di terapia psicologica, in cui la metamorfosi dell’anima e del<br />

corpo rende l’artista-danzatore particolarmente privilegiato perché attraverso<br />

la pratica di quest’arte, riesce a comunicare con gli altri e ad esprimere senza<br />

parole il proprio stato d’animo ed i propri sentimenti.<br />

Soprattutto per una persona abbastanza riservata come me, che ama la<br />

solitudine per riuscire a conoscere sè stessa. Il ballo, infatti, unisce le<br />

persone in amicizia, le mette in competizione, rende armonia, oltre a formare<br />

il fisico, a divertire e a liberare la mente dalla monotonia della vita ordinaria.<br />

Nell’arte della danza il coinvolgimento oltre ad essere spirituale è anche fisico<br />

perché il linguaggio, tra l’altro universale, e lo strumento del danzatore è il<br />

corpo.<br />

La danza quindi è in grado di esprimere bellezza in tutte le sue sfumature,<br />

deve far percepire in chi la guarda la bellezza della vita, in tutti i suoi aspetti,<br />

belli e non. Bellezza estetica delle linee unita ad una bellezza interiore fatta di<br />

intelligenza e capacità di emozionarsi e soprattutto emozionare. Intensità e<br />

leggerezza in un corpo solo, forza ed eleganza in movimenti precisi ma<br />

delicati.<br />

Bellezza per comunicare la propria essenza, che in fondo significa solo essere<br />

veri con se stessi e apparirlo agli occhi degli altri.<br />

Tutti i danzatori, professionisti e amatoriali, devono, quindi, conquistare<br />

l’armonia di gesti e movimenti perché penso che diventare un bravo ballerino<br />

significhi diventare capaci di regalare agli altri, al pubblico, momenti di gioia,<br />

di sogno, di bellezza!


P O E S I A<br />

Lettera alla danza ... di Ivana Virgilio<br />

Cara Danza, oggi è la tua giornata.<br />

Quando indossai le mie prime scarpette, avevo appena nove anni, da quel<br />

momento capii che nulla ci avrebbe separate ma, ahimè è accaduto, esattamente<br />

quattro anni dopo aver iniziato.<br />

Diversi i motivi, varie le delusioni ma tanta, forse anche troppa, la forza e la<br />

determinazione per tornare ad essere me stessa insieme a te.<br />

Sai, ti ero lontana, ma distante mai, il che è differente poiché il mio bisogno di<br />

ballare era tanto, tanto che al solo pensiero della musica la mia anima iniziava ad<br />

essere libera.<br />

Così, quando ebbi la possibilità, tornai da te, mi prendesti ancora una volta la<br />

mano e mi offristi la forza di continuare, nonostante i mille ostacoli che,<br />

naturalmente, si presentarono. Non ti nego che ancora oggi, spesso, mi sento<br />

chiedere: “Ma scusa hai vent’anni, perché continui a ballare, ormai sei troppo<br />

grande, perché continui a perdere tempo?”.<br />

Di fronte a tale domanda, la mia risposta non è altro che una grassa risata.<br />

Per ballare non vi è limite d’età, non vi è genere; certamente vi è chi fa della<br />

propria passione il proprio lavoro, ma c’è anche chi, come me, fa della Danza il<br />

proprio mondo, lontano dal resto della gente, intoccabile.<br />

Mi hai regalato tante soddisfazioni, tanti applausi ed io ti prometto che presto<br />

tornerai più forte di prima! Non dare ascolto a coloro che, ultimamente, hanno<br />

affermato che non eri indispensabile e che, perciò, era normale che le tue sale<br />

stessero chiuse; fai come me, fatti una risata, se ne renderanno conto poi, di<br />

quanto indispensabile sei.<br />

39^ Giornata Mondiale Della Danza... di Marika Genovese<br />

Sono Marika, ho 16 anni e pratico danza da quando ho tre anni ed è stato proprio<br />

qui, nella scuola Magic Dance, che ho iniziato a ballare e non ho più smesso.Penso<br />

che senza la danza non sarei così come sono; la danza mi fa stare tranquilla … è<br />

come se quando ballo, tutti i pensieri, le paranoie e i problemi svaniscono; non so<br />

come definirlo solo chi lo prova può capire. Ballare mi ha permesso di incontrare<br />

delle persone con cui ho instaurato un rapporto speciale, delle compagne non<br />

solo di danza, ma di vita.<br />

Mi mancano le gare, le esibizioni ma, soprattutto, quel momento dell’anno super<br />

atteso, il tanto temuto ma emozionante SAGGIO. Mi manca l’ansia che si provava<br />

tutte le volte alle gare, prima di entrare in pista; ricordo come se fosse successo<br />

ieri quel nodo allo stomaco che ti fa mancare il respiro ma che, al primo passo in<br />

pista, si scioglie, come se il ballo fosse una medicina, la mia medicina. Rifarei altre<br />

1000 volte tutti quei sacrifici che, affrontati con determinazione, ripagavano di<br />

tutta la stanchezza e sudore. Spero arriverà al più presto quel giorno in cui si<br />

potrà ritornare a ballare nella più totale normalità e a stare bene come una volta,<br />

liberi con delle scarpette ai piedi !


M U S I C A<br />

D I L L O a l l a D A N Z A 2<br />

1 - deborah italia - lode all'inviolato<br />

2 - gianluigi tartaull e bandeandrè - la canzone di marinella<br />

3 - justo e sole- el reloj<br />

4 - luisa stella - why<br />

5 - marco ro' - every breath you take<br />

6 - music mood - i want it all<br />

7 - ornella paglino - water to drink<br />

8 - paolo longhi - il mio canto libero<br />

9 - patrizio maria - la voce del silenzio<br />

10 - sara facciolo - the wind cries mary<br />

11 - valentina musinu- a modo tuo<br />

12 – the aftercaring – addiction<br />

13 - tatty chanel e artibano benedetto - le monde est gris le monde est blu<br />

14 - alessia annesi - fede<br />

15 - ciro vinci - tango too<br />

16 - roberto funaro - africa<br />

17 - giulia muti – shangai<br />

18 - donna musica – max elvis


A T T U A L I T Á<br />

di Walter Garibaldi<br />

È purtroppo accaduto qualcosa che mai avremmo desiderato<br />

accadesse.<br />

Quando l’arte, scritta a caratteri cubitali, trova come veicolo della<br />

sua massima espressione, una sublime interprete di nome Milva,<br />

questo non succede. Mai. Gli italiani non hanno mai dimenticato<br />

Milva. Bisogna gridarlo. Per quanto le parole di molti suoi colleghi<br />

siano condivisibili, il discorso è più complesso. Prima di tutto<br />

l'immensa Milva, ha avuto in vita soddisfazioni enormi,<br />

conquistando le platee di mezzo mondo e collaborando con i più<br />

grossi nomi dello spettacolo (in senso ampio e senza classismi),<br />

offrendo la sua tecnica in maniera superba. Ciò che sta uscendo<br />

adesso Image: è un’immagine Freepik.com distorta e non corrispondente al vero,<br />

nell'immensità del globo, continuare ad affermare che gli italiani<br />

l'abbiano dimenticata è errato. Gli italiani che l'hanno seguita ed<br />

adorata (ultimo spettacolo "La Variante Lüneburg", all'Eliseo di<br />

Roma, registrò il tutto esaurito in ogni rappresentazione, ad<br />

esempio) ne riconoscono da sempre il valore. Che poi ci siano<br />

altri italiani, anestetizzati dai reality orrendi e "pornografici" con<br />

battute a doppio senso, è altra cosa. Non era e non è quello il<br />

suo pubblico. E ai “colleghi” che tanto hanno da chiacchierare<br />

lanciamo un monito: se davvero si ama l'arte, magari si evita di<br />

appannare la propria figura artistica, concedendosi<br />

pervicacemente al “nemico” per mettere insieme pranzo, cena e<br />

vertenze con i domestici.<br />

Milva "ha fatto cose che voi umani non potete neanche<br />

immaginare" (Cit.Blade Runner) e che non potrete MAI replicare.<br />

Così come prima di lei mostri sacri come Totò, Fabrizi, Anna<br />

Magnani, Turi Ferro, Paolo Stoppa, Tognazzi, Manfredi,<br />

Mastroianni, Mia Martini, ecc, ecc.<br />

Sta a noi adesso, certamente, riformare un equilibrio, perché se<br />

qui da noi si cita "W La foca" come film degno di essere<br />

rivalutato, ospitandone "la restaurazione" dei fotogrammi al<br />

Festival di Venezia (ancora si ride al Lido per lo scempio<br />

perpetrato con fierezza) non è possibile far scomparire dai<br />

palinsesti capolavori firmati da Monicelli, Luchino Visconti, Scola,<br />

Fellini, Pasolini e De Sica (non Christian ovviamente). E non è<br />

possibile che si portino le nuove generazioni a saltare con<br />

alterigia, tutto quello che ci connette all’universo, facendoli<br />

rimanere sulla crosta terrestre apatici e sterili. Milva è un sogno<br />

divino che si è materializzato ma riconoscerlo pienamente, vuol<br />

anche dire accettare i propri limiti e identificare quelli degli altri.<br />

Come una società evoluta dovrebbe fare.<br />

Qui in Italia c’è stato l’ennesimo gigante ma se non si ha la<br />

statura per vederlo, si rimane a contemplarne le ginocchia. E per<br />

decenza dovrebbe subentrare il silenzio. L’unica che potrà<br />

scalfirlo nell’eternità è Milva a cui dobbiamo semplicemente dire:<br />

grazie. Milva, grazie davvero.<br />

La foto è stata concessa gentilmente dal signor Silverio<br />

Formichetti, uno dei più grandi estimatori di Milva. Il<br />

suo ricordo è legato al loro primo incontro nel 1973<br />

davanti al Piccolo di Milano: "Sempre gentile con tutti e<br />

dedita al suo lavoro"


A T T U A L I T Á<br />

THE OSCAR<br />

GOES TO...<br />

Image: Freepik.com<br />

di Walter Garibaldi<br />

La cerimonia è stata tra le meno seguite di tutti i tempi, totalizzando una media di nove milioni e rotti di telespettatori,<br />

quando nel 2014 erano oltre i 43 milioni! Comunque, parlavamo dell'Italia rimasta a mani vuote per la debacle di "Pinocchio"<br />

e Laura Pausini (grande nella voce, meno nella scelta delle canzoni, per quanto strombazzate). Si, perchè "Nomadland",<br />

fresco vincitore di tre categorie fondamentali e di serie A (miglior Film, regia, attrice protagonista), ha iniziato la sua<br />

portentosa scalata alla 77ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, aggiudicandosi il Leone d'oro a<br />

Settembre 2020. Frances McDormand, oltre ad essere l'attrice premiata della pellicola ne è anche produttrice ed agguanta<br />

un curioso primato, è la seconda donna a vincere tre Premi Oscar nella categoria, dopo l'immensa Katherine Hepburn. Oscar<br />

anche per Anthony Hopkins, miglior attore con 'The Father' a 83 anni, arrivando ad essere il più anziano nella storia degli<br />

Academy a riceverlo. Jessica Tandy che deteneva l'insolito record, con il dolcissimo "A spasso con Daysy", all'epoca del<br />

riconoscimento (1990) ne compiva "solamente" ottanta. Tra i film d'animazione trionfa "Soul", a discapito del più potente e<br />

risolto “Wolfwalkers - Il popolo dei lupi" che vi consigliamo caldamente di recuperare.<br />

Di seguito gli altri vincitori:<br />

Miglior attore non protagonista: Daniel Kaluuya ("Judas and the Black Messiah")<br />

Miglior attrice non protagonista: Youn Yuh-jung ("Minari")<br />

Miglior sceneggiatura originale: Emerald Fennell per "Una donna promettente"<br />

Miglior sceneggiatura non originale: Christopher Hampton e Florian Zeller per "The father"<br />

Miglior film straniero: "Un altro giro" di Thomas Vinterberg (Danimarca)<br />

Miglior trucco: Sergio Lopez-River, Mia Neal e Jamika Wilson per "Ma Rainey's Black Bottom"<br />

Migliori costumi: Ann Roth per "Ma Rainey's Black Bottom"<br />

Miglior sonoro: Nicolas Becker, Jaime Baksht, Michelle Couttolenc, Carlos Cortés and Phillip Bladh per "Sound of metal"<br />

Miglior documentario: "Il mio amico in fondo al mare" di James Reed e Pippa Ehrlich<br />

Migliori effetti speciali: Andrew Jackson, David Lee, Andrew Lockley, Scott Fisher per "Tenet"<br />

Miglior scenografia: Donald Graham Burt e Jan Pascale per "Mank"<br />

Miglior fotografia: Erik Messerschmidt per "Mank"<br />

Miglior montaggio: Mikkel E. G. Nielsen per "Sound of metal"<br />

Miglior colonna sonora: Trent Reznor e Atticus Ross con Jon Batiste per "Soul"<br />

Miglior canzone: "Fight for you" per "Judas and the Black Messiah"<br />

Miglior cortometraggio: "Two distant strangers"<br />

Miglior corto documentario: "Colette"<br />

Miglior corto d'animazione: "Se succede qualcosa, vi voglio bene"


A T T U A L I T Á<br />

GUIDA<br />

ALL'ASCOLTO<br />

Amici e lettori di Tuttoballo20, è con molto piacere che vi comunichiamo un evento molto<br />

interessante per gli amanti dell’Arte in tutte le sue forme.<br />

Sabato 08 <strong>Maggio</strong>, alle ore 16,00, il Maestro Marco Maria Lacasella condurrà una guida<br />

all’ascolto, non solo del valore estetico, ma dei contenuti concettuali sulla metamorfosi del<br />

Don Giovanni, i vari aspetti della figura dell’amante proibito, ultimo grande mito del ‘700.<br />

Saranno proiettate scene commentate con musica di Mozart, ascoltando e vedendo Don<br />

Giovanni nei suoi vari aspetti.<br />

Per partecipare a questa interessante iniziativa, è necessaria prenotazione per collegamento<br />

su piattaforma Zoom a partire dalla giornata di martedì 04 maggio, sino alle ore 15,00 di<br />

sabato 08 maggio, inviando una mail al seguente indirizzo: m.lacasella@regione.puglia.it,<br />

specificando di aver letto o ricevuto la notizia dell’evento, dalla Rivista “Tuttoballo20 Enjoy<br />

Art”<br />

Naturalmente, in quanto amanti dell’Arte, Vi invitiamo a partecipare numerosi e con<br />

entusiasmo, avendo già conosciuto il Maestro Lacasella tramite una nostra intervista in un<br />

numero passato della Rivista, ed avendone ammirato la capacità di esprimere e di<br />

trasmettere sentimenti nobili che la musica, unitamente ad altre arti, è in grado di suscitare<br />

e trasmettere.<br />

Buon ascolto e buona visione a tutti.<br />

La Redazione


A T T U A L I T Á<br />

Una vita da danzare:<br />

danza e corporeità<br />

da un'idea di Eugenia Galimi<br />

Mi presento: sono Antonella Arcano, associata all’ A.s.d “Pretty Woman” di Eugenia Galimi,<br />

laureanda magistrale in Scienze pedagogiche. Ho scelto di trattare all’interno del mio elaborato di<br />

tesi, il tema della danza e del linguaggio del corpo. La ragione che mi ha spinto a trattare questo<br />

argomento, nasce dalla grande passione nutrita per questa disciplina, ed ha l’intento di far<br />

conoscere a tutti le varie sfaccettature che il corpo può assumere attraverso di essa. Ho sempre<br />

amato ballare fin da piccola, la mia famiglia ha sempre danzato, mi sono sempre dedicata alla<br />

danza dall’età infantile fino ad oggi, frequentando corsi di ballo di gruppo e danze caraibiche.<br />

L’elaborato della mia tesi si apre con la nascita della danza e la visione del corpo dalla sua<br />

espressione artistica, le sue origini, dai tempi dei Greci e dei Romani, fino alle tipologie diffuse ai<br />

tempi moderni. L’excursus storico prosegue con la danza del Balletto Romantico, in un’ottica più<br />

libera da pregiudizi e schemi, la nascita della danza moderna, che si integra con il codice della<br />

danza accademica, passando infine alla nascita delle Danze Latino Americane e delle Danze<br />

Caraibiche praticate in coppia, raffiguranti l’armonia tra i due partner caratterizzata da figure,<br />

modi e ritmiche differenti. Riveste un ruolo centrale il corpo, in quanto strumento di arte e di<br />

lavoro che acquisisce una certa autonomia. L’uomo si esprime attraverso forme espressive<br />

motorie che non sono afferrabili con le parole. Attraverso il corpo noi ci mostriamo agli altri, ecco<br />

perché esso riveste un’importanza nelle relazioni con le persone. I danzatori conoscono il proprio<br />

corpo nel senso che conoscono cosa i propri muscoli possono fare; sentono strappi, stiramenti<br />

percepiscono l’equilibrio e le azioni dei movimenti. La danza si propone come strumento di<br />

educazione del corpo, proprio perché porta il corpo all’armonia, al ritrovamento di qualità sentite<br />

come buone perché naturali, innate. La danza viene dunque considerata come una disciplina<br />

completa che produce numerosi benefici sia fisici che psichici: aumento della forza, della<br />

resistenza e tonificazione dei muscoli, limita la frequenza cardiaca e la pressione, aiuta a<br />

prevenire l’osteoporosi e aiuta la capacità respiratoria. Il linguaggio del corpo è un linguaggio in<br />

continuo movimento che cambia di forma in forma, di momento in momento. Il cambiamento di<br />

questo corpo viene dunque trattato nell’ultimo capito, un cambiamento che via via porta all’età<br />

senile. Frequentare un corso di danza in età anziana, migliora lo stato di salute mentale e fisica<br />

perché, con l’avanzare dell’età, si manifestano i primi problemi a livello cardiovascolare,<br />

respiratorio, al sistema nervoso e scheletrico. Il ballo, dunque, stimola non solo la muscolatura<br />

ma mette in gioco la concentrazione producendo cosi adrenalina ed entusiasmo. La danza può<br />

anche essere vista come “farmaco” sviluppandosi all’interno del contesto terapia. Frequentando il<br />

corso di ballo, che comprende soggetti di diversa età, ho avuto la possibilità di somministrare un<br />

questionario per comprendere i motivi che hanno spinto i soggetti a scegliere di intraprendere un<br />

corso di danza. Un questionario che ha visto un incremento di risposte da parte del genere<br />

femminile con l’88, 1% di risposte contro l’11,9% del genere maschile; sono state scelte 4 fasce<br />

d’età con una percentuale del 16,9 % di risposte da parte di soggetti con un’età inferiore ai 50<br />

anni; il 36,9% con un’età tra i 50 e 60 anni; 26,3% con età tra i 60 e 70 ed infine con una<br />

percentuale del 20% dai 70 anni in su. Il 98,1% si trova a tutt’oggi a frequentare un corso di danza<br />

e 146 soggetti ritengono che vi sia un miglioramento della salute, 81 presenta una maggiore<br />

resistenza fisica e 35 dei soggetti utilizza la danza come mezzo per occupare il tempo libero. 118<br />

degli intervistati ritiene che la cura della mente sia la motivazione più grande che li ha spinti a<br />

scegliere di intraprendere lezioni di danza; 101 prende in considerazione la cura del corpo e<br />

infine 85 sostiene che sia un mezzo di socializzazione. Una grossa fetta, il 96,2 % ritiene che la<br />

danza riduce i sintomi dell’invecchiamento; riguardo agli effetti negativi, il 53,7% sono dovuti a<br />

dolori articolari, il 26,2% a dolori muscolari, 20,1% prova senso di affaticamento. “Ognuno di noi<br />

possiede un ballerino dentro di sé: lavarsi il viso, giocare, salutare,abbracciarsi sono tutte azioni<br />

che quotidianamente svolgiamo e che possono essere considerate come strumenti per poter<br />

creare una coreografia”.<br />

Antonella Arcano


A T T U A L I T Á<br />

Primavera<br />

di<br />

Sandro Mallamaci<br />

Quando l'uomo ha creduto di potersi sostituire alla natura o, ancor peggio, di poterla controllare e<br />

manipolare, la natura stessa con la sua forza ha dovuto rimettere le cose a posto per riparare i danni<br />

provocati da questo piccolo essere presuntuoso.<br />

La primavera è la stagione che più ce lo fa percepire con il calore del sole, i colori, i profumi, i suoni che ci<br />

riportano alla vera natura del mondo fatto di equilibri che tutto regolano in infiniti cicli che nessuno potrà<br />

mai interrompere.<br />

Più di un anno è trascorso in un irreale clima a causa di una pandemia mal governata da chi era chiamato a<br />

prendere decisioni che spesso sono state contro natura e a dispetto di ogni logica o evidenza scientifica.<br />

La natura ci ha dotati di strumenti di difesa e di adattamento ad eventi che naturalmente accadono, eppure<br />

questo piccolo essere, per niente coraggioso, ha creduto di poter controllare il corso degli eventi e,<br />

nell'interesse di tutti, i saggi uomini di governo hanno imposto delle regole a tutti gli altri, convinti di essere<br />

più forti della natura.<br />

Come consigliati da una sorta di istinto di sopravvivenza, molti hanno adottato comportamenti non in linea<br />

con quanto prescritto dai decreti che, senza spiegarne le ragioni, hanno di fatto tolto la libertà.<br />

La primavera è il tempo che ci fa ricordare che proprio la libertà è qualcosa a cui non è possibile rinunciare,<br />

quella cosa per cui vale la pena vivere la vita.<br />

Per la libertà si sono combattute guerre e c'è stato chi ha sacrificato la propria stessa vita.<br />

Che cosa è la libertà se non uno stato di euforia, di buonumore, di benessere, di felicità; ma queste<br />

sensazioni non sono frutto di chissà quale miracolo, ma sono generate naturalmente dalla produzione di<br />

determinate sostanze da parte del nostro stesso organismo.<br />

E così la dopamina, che ha una funzione di controllo sul movimento, ci dà euforia e sensazione di piacere,<br />

oltre che aiutarci a regolare il sonno; la serotonina ci regala il buonumore; le endorfine danno benessere,<br />

piacere e gratificazione e, inoltre, aiutano a sopportare situazioni di stress, di ansia; per non dimenticare<br />

l'importanza dell'ossitocina e dell'adrenalina.<br />

Ma cosa è che stimola la produzione di queste sostanze responsabili della felicità?<br />

La risposta è negli occhi di chi pratica uno sport.<br />

La loro produzione è, infatti, strettamente legata ad una regolare attività fisica in quanto aumenta in<br />

risposta all'esercizio fisico in misura notevole e spiega la sensazione di euforia e di benessere che si prova<br />

dopo aver fatto attività sportiva.<br />

Lo sport è, quindi, la fonte inesauribile e naturale di queste droghe naturali.<br />

Facendo regolare attività fisica ci si prende cura di sé e della propria salute, in quanto il nostro organismo<br />

rilascerà, naturalmente, serotonina, dopamina, endorfine e ci farà sentire più appagati e felici proprio dopo<br />

aver eseguito gli esercizi fisici.<br />

Inoltre, è acclarato dalla scienza come la diffusione della depressione nelle società sia legata all’aumento<br />

della sedentarietà oltre che alla diminuzione dell’esposizione al sole che è un altro fattore determinante<br />

nella produzione di questi ormoni della felicità.<br />

Ecco spiegato il bisogno di libertà, di stare all'aria aperta, di socializzare, di stare al sole: in sintesi di<br />

praticare sport.<br />

Nessun decreto può impedire il naturale svolgimento della vita, che è fatta di gioia e di piacere, e che ci dona<br />

gli strumenti naturali per difenderci da qualsiasi avversità attraverso il nostro sistema immunitario che è<br />

rafforzato proprio da un sano stile di vita.<br />

Ed è il nostro istinto naturale di conservazione che ci porta a vivere la vita ricercando il benessere: come dice<br />

il proverbio: “ gente allegra Dio l'aiuta”.<br />

Ricordiamoci che si è felici solo se si è liberi. Il resto è solo schiavitù.


A T T U A L I T Á<br />

Ismael<br />

Ivo<br />

di Assia Karaguiozova<br />

Un gesto naturale ed essenziale, ricco ed espressivo. Passione e personalità hanno il potere di raccontare con<br />

dinamicità e grazia travolgenti. Occhi brillano e ballano insieme al sorriso, il corpo racconta storia e tradizioni, una<br />

cultura. L’autenticità del movimento urla vocazione. L’originalità, che diventa unicità, trasporta l’intero gruppo,<br />

coinvolge il pubblico. Energia e sentimento, un’espressione che irradia carisma. Danza contemporanea. Sia nelle<br />

performance proprie, che nelle coreografie, spiccano dinamismo e delicatezza.<br />

Creatività nel movimento, il corpo disegna libero nell’aria, l’immaginazione viene catturata da una guida che<br />

trascina nel turbinio dell’idea. Alcune collaborazioni incisive ne segnano il percorso: Alvin Ailey, Karl<br />

Regensburger, William Forsythe, Pina Bausch, Marina Abramović. Ballerino e coreografo, direttore artistico di La<br />

Biennale di Danza, Ismael Ivo lascia non un semplice segno, ma una scia luminosa.


A T T U A L I T Á<br />

Nessuno, più di chi ne ha condiviso a stretto contatto l’esperienza professionale, potrebbe saper raccontare il<br />

collega anche dal punto di vista personale. "Una relazione fraterna, artistica, di profonda stima, rispetto, fiducia" -<br />

sono le parole di Adriana Borriello, coreografa e pedagoga. "Una collaborazione intensa: in Biennale, negli anni in<br />

cui Ismael è stato direttore sono stata più volte ospite sia nei programmi pedagogici dell'Arsenale della danza, che con<br />

miei spettacoli prodotti dalla Biennale stessa. Il primo è stato Chi è Devoto, nel 2006. Fa parte della serie di miei lavori<br />

a ispirazione antropologica partiti da ricerche su tradizioni popolari e etnocoreologia".<br />

Nasce poi ‘La Compagnia’ - presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma: progetto di transizione tra l'alta<br />

formazione e la professione. Direttori artistici entrambi, insieme a Margherita Parrilla e Cristiana Morganti, con<br />

Pina Bausch, come mentore. L’empatia e l’essere un ottimo padrone di casa, il saper selezionare con abilità<br />

talenti internazionali di spessore, adattarli, saperli valorizzare, coinvolgere, perfezionare, sincronizzare, unire.<br />

Qualità che amplificano le doti artistiche di chi, anche da solo, sa riempiere con la propria presenza un palco<br />

intero. Grande entusiasmo nel portare avanti il progetto, oltre le idee. Utopie.<br />

Un incanto che trasporta in una dimensione eterea. L’elasticità di un corpo che canta ed il volto segnato che<br />

racconta la trama attraverso l’espressione.La forza di trascinare il gruppo all’unisono con un modo che fa la<br />

differenza. Dinamismo della mente proiettata nel movimento. Un percorso emotivo che cattura e coinvolge.<br />

Personalità.<br />

Un sentito ringraziamento ad Adriana Borriello del prezioso racconto, a La Biennale di Venezia di aver fornito<br />

generosamente il materiale fotografico .<br />

Photo credits: Courtesy: La Biennale di Venezia, Fotografie di Akiko Miyake


A T T U A L I T Á<br />

di Giovanni Battista Gangemi Guerrera<br />

"È con grande tristezza che annunciamo la tragica e prematura morte del nostro amato Liam", ha detto la famiglia<br />

di Scarlett in una breve dichiarazione. "In questo momento difficile per tutta la nostra famiglia, ti chiediamo di<br />

rispettare la nostra privacy per permetterci di piangere la nostra perdita".<br />

Il coreografo Liam Scarlett ex ballerino, bravissimo coreografo, «wonder boy del balletto britannico» lo definì il New<br />

York Times, un curriculum da «artist in residence» con il Royal Ballet di Londra e «artista associato» con il<br />

Queensland Ballet.<br />

Nella breve, luminosa carriera di Scarlett ci sono collaborazioni anche con il Balletto nazionale di Noregia, English<br />

National Ballet, San Francisco Ballet, American Ballet Theatre, Royal New Zealand Ballet, il Balletto di Polonia, Royal<br />

Ballet School, Ballet Black, Miami City Ballet.<br />

Il Covent Garden terrà in repertorio la sua coreografia del Lago dei cigni. Il balletto nel quale, piuttosto che rimanere<br />

cigno per sempre, Odette sceglie la morte, e il principe Siegfried si lancia nel lago con lei.<br />

Scarlett è nato l'8 aprile 1986 a Ipswich e ha iniziato a ballare all'età di quattro anni. Si era formato alla Linda<br />

Shipton School of Dancing, di seguito dalla Royal Ballet Lower School, in cui è entrato all’età di otto anni, e poi alla<br />

Upper School.<br />

ll suo primo lavoro per il palco principale della Royal Opera House di Covent Garden è stato Asphodel Meadows nel<br />

2010. Era un'opera per 20 ballerini con il Concerto per due pianoforti di Poulenc . Nel 2008, il lavoro è stato<br />

commissionato dall'allora direttrice del Royal Ballet, Monica Mason , desiderosa di sviluppare le sue capacità<br />

coreografiche.<br />

Scarlett è stato il coreografo più giovane ad aver avuto un balletto a figura intera commissionato dal Royal Ballet.<br />

Edward Villella , l'allora direttore del Miami City Ballet , ha assistito alla prova generale, ed ha commissionato a<br />

Scarlett lì per lì. La prima acclamata dalla critica di Viscera ha avuto luogo nel gennaio 2012. Oltre a ulteriori lavori<br />

per il Royal Ballet e il Miami City Ballet, Scarlett ha creato nuovi lavori per il Norwegian National Ballet , il BalletBoyz<br />

, l' English National Ballet , il San Francisco Ballet , American Ballet Theatre , e il Polish National Ballet .<br />

Nel novembre 2012, all'età di 26 anni, Scarlett ha abbandonato la sua carriera di ballerino come primo artista con il<br />

Royal Ballet , per diventare il loro primo artista residente, un posto creato appositamente per lui dal direttore del<br />

Ballet, Kevin O'Hare .<br />

Il 29 aprile 2014, Scarlett's Hummingbird, ispirato al Tirol Concerto per pianoforte e orchestra di Philip Glass, è stato<br />

presentato in anteprima al San Francisco Ballet. Nella sua recensione, il critico del sito web di The Arts Desk ha<br />

pensato che fosse "al di sopra delle offerte di Wheeldon , Morris e Liang " e che Scarlett avesse creato "un mondo<br />

visivo ed emotivo favoloso e avvincente ... roba emozionante e bellissima".


P E R S O N A G G I<br />

La vera sfida per un<br />

attore è quella di<br />

interpretare<br />

personaggi molto<br />

diversi dalla sua<br />

realtà!


P E R S O N A G G I<br />

In questo numero abbiamo il piacere di proporvi la lettura di un’intervista<br />

fatta al “Maestro” Ernesto Mahieux, attore di fama nazionale che ha<br />

lavorato con i più grandi registi italiani, come Ettore Scola, Marco Risi,<br />

Matteo Garrone .<br />

Ernesto Mahieux ha una personalità interessante, è un artista di altri tempi<br />

che inizia, con grandi sacrifici, la sua carriera attoriale molti anni fa, la quale<br />

sarà sempre più in ascesa, e che lo condurrà ad ottenere i premi più ambiti<br />

per un attore: nel 2003 vincerà il David di Donatello come migliore attore<br />

non protagonista per “L’Imbalsamatore”; nello stesso anno, sempre per lo<br />

stesso film, otterrà la candidatura ai Nastri d’Argento ed al Globo d’oro, e<br />

nel 2009 otterrà la candidatura ai Nastri d’ Argento per Fortapàsc.<br />

Ma facciamoci raccontare da lui qualcosa in più.<br />

Bentrovato Maestro Mahieux e grazie per aver accettato di<br />

concedere un’intervista per i lettori di Tuttoballo20. Abbiamo<br />

accennato ai Suoi importanti premi … può sinteticamente<br />

raccontarci qual è stata la storia della Sua carriera, che l’ha portata<br />

ad un successo ed a traguardi così importanti?<br />

La gavetta, tanta gavetta e sapere aspettare, rubando il nettare che mi<br />

poteva servire per crescere.<br />

Lei ha lavorato con personaggi noti, Ettore Scola, Marcello<br />

Mastroianni, Mario Merola , Federico Zampaglione … solo per<br />

citarne alcuni, ma è con “L’Imbalsamatore” che conquista il David<br />

di Donatello ed altri riconoscimenti: è stato difficile calarsi in un<br />

personaggio così complicato, in un film così particolare che, per<br />

alcuni aspetti lascia l’amaro in bocca (soprattutto il finale)? Lei<br />

come potrebbe definire il personaggio che interpreta (Peppino ndr)<br />

e cosa Le ha lasciato tutta la storia in sé?<br />

La vera sfida per un attore è quella di interpretare personaggi molto diversi<br />

dalla sua realtà! Peppino Profeta era un personaggio che aveva la fragilità<br />

di un uovo che facilmente poteva diventare una frittata. All'epoca la mia<br />

trentennale esperienza di attore e la bravura di Matteo Garrone hanno<br />

fatto si che questo personaggio uscisse fuori con tutti i suoi difetti ma<br />

senza trascurare che in ogni individuo, sia pure il più malvagio e perverso,<br />

c'è un cuore che batte.<br />

Dopo questo grande successo, ne sono seguiti molti altri … quale<br />

lavoro ricorda con più nostalgia, ed a cui è maggiormente legato, e<br />

quale con più rammarico perché magari avrebbe potuto dare di<br />

più?<br />

Ho amato e amo tutti i personaggi che ho interpretato. ciascuno di essi è<br />

stato essenziale per la mia carriera, anche quelli più piccoli e<br />

apparentemente meno impegnati. Non ho nessun rimpianto perché ho<br />

sempre dato il massimo che avrei potuto dare in quel momento. In ogni<br />

attività artistica e umana il perseguimento della perfezione è una meta<br />

irraggiungibile, dunque se potessi tornare indietro, con la maturità di oggi,<br />

proverei a dare anche di più. Non si finisce mai di imparare e crescere.<br />

Cos’è cambiato oggi nel cinema, nel teatro, nella televisione in<br />

genere, rispetto ad allora? E quali pensa, siano, oggi, i cambiamenti<br />

positivi e quelli negativi?<br />

Il Teatro, pur soffrendo la perdita di tanti apprezzati Maestri, rimane<br />

sempre interessante in quanto il Teatro è vita e molte nuove leve non<br />

fanno rimpiangere quelle vecchie. Il Cinema, con il passaggio dalla pellicola<br />

al digitale ha avuto i suoi pro e contro.


P E R S O N A G G I<br />

Grazie al digitale si sono abbassati i costi e sono venuti fuori tanti talenti. La televisione oggi è molto più commerciale ma<br />

grazie alla vasta scelta di programmi, c'è sempre qualcosa di interessante da vedere.<br />

Quale consiglio si sente di dare ai giovani che aspirano ad una carriera attoriale di successo?<br />

Tanta gavetta, predisporsi al sacrificio senza pensare ai guadagni. La carriera dell'attore richiede tanto investimento morale.<br />

A proposito di giovani artisti, ce n’è uno che Lei stima molto, Alberto Ventimiglia, amico e collaboratore della<br />

nostra Rivista … Lei ha recitato un monologo dal titolo “Non è colpa mia”, molto bello scritto da Alberto, (che<br />

magari in futuro pubblicheremo e che i lettori possono, al momento, seguire sulla sua pagina all’indirizzo<br />

https://fb.watch/4PSkxI7_Tp); perché ha scelto di farlo, cosa Le ha colpito e quale messaggio personale, Lei,<br />

come Ernesto Mahieux ha voluto comunicare ?<br />

Mi sento molto dentro all’argomento e vicino alle persone reputate “non normali”, anche se bisogna poi capire la<br />

“normalità” chi l’ha creata; anche io sono un “diverso”, poiché la mia statura è fuori dai parametri di quello che deve essere<br />

“un uomo”; infatti io sono stato riformato durante la visita dal servizio militare in quanto” inidoneo”; Alberto ha scritto<br />

questo monologo dedicandolo al fratello, affetto dalla sindrome di Down, ma è dedicato, appunto, a tutte le persone<br />

reputate, erroneamente, “diverse”. C’è un ricordo che tengo a raccontare: ero poco più che un giovanotto, e nel mio palazzo<br />

abitava un ragazzo affetto dalla sindrome di Down che si era talmente affezionato a me, che pretendeva di essere vestito<br />

solo da me; diventammo amici, lo portavo in giro in macchina e fui molto felice di questa amicizia che durò fino a quando io<br />

non andai via . Il messaggio che voglio comunicare è che bisogna amare tutte le persone, soprattutto le più fragili, poiché<br />

sono creature che non ti faranno mai del male e ribadisco il concetto che la “normalità” non può essere stabilita da<br />

nessuno.<br />

Anche a Lei che ha un bagaglio di esperienze grandissimo e che ci ha insegnato e dato tanto, seppure in una<br />

breve chiacchierata, chiediamo di completare la frase: per il Maestro Mahieux recitare è …<br />

...Vita!<br />

Ringraziamo il Maestro Mahieux, per aver dedicato del tempo, con grande gentilezza ed entusiasmo, alla nostra Rivista, con<br />

la promessa di ritrovarci e di farci raccontare i nuovi capolavori a cui si sta dedicando.


P E R S O N A G G I<br />

La danza mi ha<br />

arricchito molto<br />

come persona, da un<br />

punto di vista<br />

culturale, artistico<br />

e mentale.


P E R S O N A G G I<br />

Cara Elisabetta ben ritrovata! Ti facciamo conoscere ai nostri<br />

lettori partendo dai tuoi esordi; Il tuo amore per la danza<br />

quando è cominciato e dove hai studiato?<br />

Ho cominciato a studiare danza presso l’Accademia di Danza e<br />

Spettacolo di Ivrea, diretta da Cristina Taschi e, successivamente, anche<br />

presso l’Accademia di Danza diretta da Oxana Kichenko a Torino.<br />

Quando avevo 14 anni sono stata ammessa all’ Accademia del Teatro<br />

Bolshoi di Mosca, dove ho completato gli studi e mi sono diplomata.<br />

Quando sei entrata in una compagnia estera di balletto?<br />

Dopo il diploma sono entrata a far parte dell’ Estonian National Ballet<br />

sotto la direzione di Tomas Edur. Ho lavorato lì per due stagioni ed è<br />

stata una grande esperienza.<br />

La tua esperienza all'Het National Ballet di Amsterdam …<br />

Sicuramente un’ottima esperienza. La compagnia è molto conosciuta, di<br />

alto livello, con un repertorio molto vasto. Posso dire di essere cresciuta<br />

molto, sia per aver avuto molte opportunità nei balletti classici sia per<br />

aver lavorato con parecchi coreografi.<br />

Sei ora approdata al Balletto di Varsavia diretto dal Krystof<br />

Pastor. Come ti trovi?<br />

Nonostante l’attuale situazione dovuta alla pandemia, molto bene. E’ una<br />

grande compagnia con un ottimo repertorio, il teatro è bellissimo e<br />

l’ambiente lavorativo positivo e stimolante.<br />

Quale ruolo ti è piaciuto interpretare, e perché? E cosa stai stai<br />

attendendo?<br />

Un ruolo che per me è stato molto speciale è stato Myrtha. Lo ballai alla<br />

Premiere di Giselle presso l’Estonian National Ballet nel 2017. E’ un ruolo<br />

veramente difficile e duro tecnicamente che mi ha fatto crescere molto<br />

come artista. Adesso sto preparando il ruolo di Mary Vetsera in<br />

Mayerling di Kenneth MacMillan, è un ruolo veramente completo e<br />

complesso che richiede molta maturità soprattutto dal punto di vista<br />

espressivo ed artistico. Sono molto eccitata e non vedo l’ora di potermi<br />

esibire in questo capolavoro.<br />

In Italia il pubblico ti ha potuto ammirare per la tua presenza al<br />

Premio delle Eccellenze 2019 a Noto (Sicilia) e al Gran Gala di<br />

Danza di Peccioli (Pisa). Ti manca l'Italia?<br />

Sicuramente mi manca, queste esperienze che ho avuto il piacere di<br />

intraprendere in Italia mi hanno lasciato ottimi ricordi. Spero di potermi<br />

esibire di nuovo presto nel mio Paese.<br />

Cosa ti sentiresti di consigliare ad un giovane talento?<br />

Di metterci il cuore. Purtroppo al giorno d’oggi la danza sta diventando<br />

sempre più fisica, tecnica, dimenticandosi a volte del lato artistico. I<br />

giovani dovrebbero crescere non solo concentrandosi sulla pura tecnica,<br />

ma anche sull’ artisticità, perché poi in scena è quello che fa la differenza:<br />

il pubblico vuole essere toccato, emozionato e l’artista deve essere in<br />

grado di trasmettere qualcosa, i propri pensieri ed emozioni.<br />

8) Il tuo prossimo lavoro in scena<br />

Il Polish National Ballet sta preparando la premiere di Mayerling, prevista<br />

per <strong>Maggio</strong>. Purtroppo la situazione è ancora molto incerta e non<br />

sappiamo se riusciremo ad esibirci o se gli spettacoli verranno rimandati.<br />

Speriamo che questa pandemia stia giungendo verso la sua fine e che<br />

sarà presto possibile tornare sul palcoscenico.<br />

Cos'e per te la danza?<br />

Non è solo il mio lavoro, è uno stile di vita. Penso che la danza mi abbia<br />

arricchito molto come persona, da un punto di vista culturale, artistico,<br />

mentale. Mi ha dato la possibilità di viaggiare, conoscere altre culture, mi<br />

ha insegnato ad esprimermi in molti modi possibili e soprattutto a<br />

cogliere ogni attimo di una giornata


P E R S O N A G G I


P E R S O N A G G I<br />

Eccoci qua con... GARRISON ROCHELLE<br />

Non il personaggio televisivo, non i gossip attuali, ma quello che<br />

c’è dietro.. l’essere umano ed il modo di vedere di una persona<br />

che è arrivata al successo.<br />

Caro Gary, descriviti con qualche aggettivo che ci riassuma<br />

chi sei..<br />

In una parola...” positivo”. Lo devo a mia madre, una persona<br />

speciale che non ho quasi mai visto arrabbiata. ..e poi sono<br />

sensibile.. non ci si può girare attorno a questo.. è una cosa che<br />

mi perseguita da una vita, nel bene e nel male. Una cosa con<br />

cui ho imparato a convivere negli anni.<br />

Quali sono i valori su cui ti appoggi e in cui credi?<br />

L’amicizia.. quella vera, quella che dura una vita.. se è<br />

un’amicizia con la A maiuscola è per sempre..do molto peso a<br />

questo valore. I miei amici sono la mia famiglia, ed essendo il<br />

mio lavoro, tutta la mia vita.. i miei colleghi, la maggior parte<br />

delle volte, diventano la mia famiglia.<br />

...Andiamo indietro... Quali ricordi hai della “tua America”?<br />

Ricordi molto diversi dall’America che conosciamo oggi. Io sono<br />

in Italia da quasi 40 anni.. l’America che ricordo io, era molto più<br />

libera, molto meno segnata dal terrore che ha seguito l’attentato<br />

dell’11 settembre 2001. Le persone, ora, sono molto più<br />

scettiche, non sono più così disponibili. Quando andavo a<br />

scuola io, appena suonava la campana, aprivo le porte e via..<br />

bastava che tornassi a casa per cena. Ora.. c’è la paura, paura<br />

di uscire, paura di vivere.. e sempre con delle guardie per la<br />

sicurezza.. è difficile stare cosi.<br />

Cosa ti ha spinto a partire per l’Italia?<br />

L’Italia ha trovato me, non viceversa. Io stavo lavorando per il<br />

musical “Dancing” di Bob Fosse a Broadway, nel 1984, quando<br />

un mio amico mi ha informato che Franco Miseria e Heather<br />

Parisi sarebbero venuti a vedere lo spettacolo, perché erano<br />

alla ricerca di nuovi ballerini per il varietà ‘Fantastico 4’. Con<br />

loro, dopo lo spettacolo, siamo andati a prendere un caffè e lì,<br />

mi hanno subito chiesto di diventare primo ballerino.. io ho<br />

desistito all’inizio. Ma mi hanno rincorso fino a Parigi, dove ero<br />

in tour, per convincermi. Al che, ho posto solo una condizione..<br />

“Va bene rimango, ma se con me prendete anche Bryan”, che<br />

era un altro ballerino della compagnia, in questo modo non sarei<br />

rimasto da solo. E così è iniziata la mia carriera italiana.<br />

Il primo ricordo che hai, quindi, di quando sei arrivato in<br />

Italia?<br />

La lingua. Era così complicata, ma così affascinante, tanto che<br />

me ne sono innamorato subito e ho voluto, quanto prima,<br />

iniziare a prendere lezioni di italiano. In 3 mesi potevo capire, in<br />

6 già potevo parlare un pò. Volevo assorbire, anche tramite la<br />

lingua, la cultura e il calore italiano.


P E R S O N A G G I<br />

...Anche per questo non sei più ripartito?<br />

..In verità, dopo ‘Fantastico 4’, avevamo già le valigie pronte. Ma 2<br />

giorni prima di partire, è arrivata la chiamata di Canale5 per fare<br />

‘Risatissima’... da lì, è stata una catena di programmi ed in men<br />

che non si dica, senza neanche che ce ne accorgessimo, si è<br />

affermata e consolidata nel parterre televisivo, la coppia di ballerini<br />

e coreografi americani “Bryan and Garryson”. Sodalizio durato ben<br />

17 anni.. era quasi come se fossimo stati un’unica persona.<br />

E così hai raggiunto il successo. Ma prima... quando eri un<br />

giovane sconosciuto.. quali pensi siano state le caratteristiche<br />

che ti facevano preferire agli altri durante le audizioni..<br />

l’ambiente di Broadway è uno dei più ardui in assoluto dove<br />

affermarsi.. cosa avevi di speciale che ti faceva distinguere?<br />

Allora.. io non voglio dire che ero il più bravo, perché non è cosi,<br />

erano tutti bravi. Ma, secondo me, avevo fame. Fame di imparare,<br />

ero estremamente curioso, dovevo e volevo sapere riguardo a<br />

tutto. Anche culturalmente parlando, ho divorato i libri della<br />

biblioteca per conoscere tutto della storia della danza. E alle<br />

lezioni, ero sempre in prima fila, non per farmi notare, ma per<br />

studiare, per non perdermi nessun dettaglio, per apprendere più<br />

che potevo, perché sapevo che, prima o poi, sarei finito a fare il<br />

ballerino e a fare musical. Non so perché, ma io lo sapevo.<br />

Come ti sei fatto strada e ottenuto rispetto all’inizio in<br />

quest’ambiente, che, a volte, può essere ostile?<br />

È stato difficile, perché non avevo mai fatto televisione, venendo<br />

dal mondo del teatro. In più, quando Heather ha introdotto noi<br />

come primi ballerini, c’è stata un po’ una rivoluzione dei ballerini<br />

italiani, che dicevano che eravamo due americani venuti a rubare il<br />

lavoro.. però io so bene di non aver fatto niente di male, io ho solo<br />

fatto al meglio quello che sapevo fare. Gli altri avrebbero solo<br />

potuto e dovuto imparare.. quindi sono andato semplicemente<br />

avanti per la mia strada.<br />

Arriviamo al punto. Io credo fermamente, che la gente che<br />

arriva al successo, abbia come fattore ‘X’ la mentalità, il modo<br />

di pensare e vedere le cose.. ci puoi dire come ragiona Gary, in<br />

quanto uomo di successo?<br />

Ho sempre studiato.. studiato tanto.. canto, ballo, recitazione.<br />

Anche per coprire la mia insicurezza, vedevo tutti più bravi di me.<br />

Ma io volevo fortemente arrivare a fare musical, volevo diventare<br />

un ballerino ed ero instancabile, una bestia.. facevo anche 5 o 6<br />

lezioni al giorno. Quello che mi è sempre interessato era imparare,<br />

non tanto per diventare famoso, ma per lavorare, per diventare<br />

bravo. Questo era il motivo che mi ha sempre spinto oltre, era<br />

importante esplorare e migliorare me stesso e non m’importava un<br />

accidenti dell’opinione altrui.. tutto quello che volevo fare era<br />

ballare, era cantare, era recitare.. ciascuno di noi dovrebbe<br />

ricordare che quando si ha un talento, si ha il sacrosanto dovere di<br />

combattere per esso e di farlo evolvere.<br />

Tutto molto chiaro... ti ringrazio. Penso che ora ce lo siamo<br />

meritati.. andiamo a mangiare qualcosa insieme? E che cosa?<br />

Siii!! Senza dubbio... un bel piatto di orecchiette pieno di<br />

peperoncino!!<br />

Ottimo… offri tu o offro io?<br />

Offri tu! Perché io sono moderno..<br />

Ah bene!!...hai capito l’Americano!!!


P R O G E T T I<br />

Giovanni Battista Gangemi Guerrera<br />

L’idea di unire il desiderio di esprimerci, al desiderio di sensibilizzare il pubblico a tematiche di un certo spessore<br />

come le allarmanti condizioni climatiche che riflettono la qualità delle relazioni umane, che portano al giorno<br />

d'oggi il mondo intero della cultura ed il suo fondamentale ruolo nella società a tremare nel vedersi posposto. Un<br />

viaggio di ricerca artistica e spirituale alla scoperta degli eco villaggi, le comunità intenzionali, e tutti quei luoghi<br />

nei quali già si pone l'attenzione a pratiche di vita differenti e con nuovi modi di percepire il mondo e dove<br />

raccogliere esempi di buone pratiche di vita comunitaria sostenibile anche ecologicamente, con maggior riguardo<br />

per quelle realtà che già lavorano nel campo artistico-culturale oltre che sociale.


P R O G E T T I<br />

Cosa è Gaia?<br />

È stata una scelta maturata nell’arco di qualche anno, dovuta a diverse esperienze di ricerca interiore che ci hanno messo in contatto con alcune<br />

parti di noi assopite, che da un certo momento in poi hanno cominciato a risvegliarsi sempre di più, occupando nelle nostre vite uno spazio<br />

sempre maggiore. È importante però fare chiarezza su alcuni aspetti della nostra storia per non perdersi in facili sensazionalismi. Molti di voi<br />

percepiscono il progetto come la diretta conseguenza della scelta di “abbandonare tutto”. In realtà, ciò che è accaduto, è esattamente l’opposto.<br />

Nel suo essere incerto il mondo dell’arte offre comunque delle opportunità di accomodamento, ma perché questa dinamica è insita nell’animo<br />

umano. Ognuno di noi ad un certo punto della propria esistenza si costruisce delle piccole zone comfort, anche nelle situazioni più complesse,<br />

quelle dalle quali chiunque scapperebbe e come in un gioco di illusioni iniziamo da un lato a sentirci protetti e al sicuro, ma dall’altro<br />

cominciamo ad avvertire un senso di insoddisfazione come se non stessimo facendo esattamente ciò che vorremo fare, come se non fossimo<br />

ciò che vorremmo essere o che, per meglio dire, dovremmo essere. Sono questi processi mentali che rendono difficile il cambiamento e questi<br />

meccanismi appartengono a chiunque; la differenza è che chi si approccia al cambiamento inizia a scovare questo tipo di resistenze, a<br />

osservarle e a tentare di risolverle. Quando questo accade avviene il passaggio, la scoperta, la consapevolezza; sappiamo, sulla base di molte<br />

esperienze personali, che è questo meccanismo, in sostanza, a determinare il cambiamento, di qualsiasi genere esso sia. Ci siamo resi conto<br />

che, con il passare del tempo, ci siamo adattati sempre di più alle regole ferree che permeano la nostra società, in tutti gli ambiti della vita<br />

professionale e privata, accettandole talvolta inconsciamente per poter stare al passo con un mondo che corre veloce, che consuma in maniera<br />

vorace e che applica la filosofia del “fast food” a tutti gli ambiti, compreso quello artistico e di ricerca, che ci vuole sempre più competitivi e<br />

produttivi. La competizione, nel tempo in cui viviamo, è diventata uno fra i valori più importanti della attuale società. Sappiamo, però, che la<br />

competizione rappresenta l’opposto esatto della cooperazione, nonché della condivisione e quindi dell’amore. Dove c’è competizione non può<br />

esserci amore, dove non c’è amore l’evoluzione non esiste, la devastazione indossa gli abiti del progresso e di una scienza senza coscienza che<br />

anzichè portare salute, ricchezza, abbondanza e conoscenza porta solo terrore, malattia, povertà, ignoranza e sfruttamento di uomini da parte<br />

di altri uomini. Non è più possibile vivere in questo modo. Parallelamente, sentivamo l’esigenza profonda di ascoltare la voce interiore che da<br />

tempo ci spingeva a cercare un contatto sempre più stretto con la natura, verso la comprensione dei suoi cicli in relazione alla nostra esistenza<br />

sia fisica che spirituale.<br />

La pandemia ha avuto un ruolo in questo processo?<br />

Il primo lockdown è stato per noi una grande opportunità per metterci in ascolto dei nostri desideri più intimi, per ridimensionare i nostri valori<br />

e avere finalmente il tempo necessario per riflettere seriamente e vedere, attraverso ciò che stava provocando il virus, che il nostro stile di vita<br />

non era più favorevole alla vita stessa. Abbiamo iniziato a porci domande del tipo: perché esistiamo? Quale è lo scopo dei talenti che ci sono<br />

stati donati? Cosa è la morte? Come mai moriamo da sempre ma la scienza non sa darci nessun tipo di risposta plausibile in merito alla morte? Il<br />

tentativo di trovare una risposta a queste e molte altre domande e di fare ordine in un mondo pieno di contraddizioni ha certamente definito<br />

un cammino davanti a noi. Possiamo constatare di vivere in un’ epoca straordinaria, un’ epoca di grandi cambiamenti per il genere umano. Ci<br />

siamo informati, abbiamo iniziato a seguire scienziati e pensatori che ci hanno ispirato fortemente nel fare il grande salto. Ci siamo chiesti più<br />

volte come, in qualità di esseri umani e artisti, avremmo potuto contribuire con azioni concrete a questo passaggio epocale. Tutto sembrava<br />

allinearsi e il terreno era fertile per concretizzare ciò che sino a pochi mesi prima era nel nostro cuore e nella nostra mente. Sotto questo<br />

aspetto ci sembra non solo di non avere niente da perdere, ma di avere finalmente l’opportunità di alleggerirci di ciò che realmente non ha un<br />

valore in questo processo esistenziale che noi chiamiamo vita, che altro non è che la manifestazione fisica di una delle tappe evolutive del<br />

nostro spirito, dell’Io sono, di quell’intelligenza creativa che ci spinge verso la verità.<br />

Non vi hanno spaventato il cambiamento e l’idea di dover affrontare un rischio, più o meno grande?<br />

In questo senso sarebbe opportuno definire cosa intendiamo per rischio. Il rischio è quello di non fare carriera? Di non diventare ricchi? Di<br />

essere presi per pazzi? La verità è l’unica via per l’evoluzione e se vivessimo nella verità, non avremmo i sistemi biologici del pianeta al collasso,<br />

non esisterebbero disparità sociali, non esisterebbero esseri disumani che sfruttano altri esseri umani. Tutte le civiltà create dall’uomo a un<br />

certo punto sono crollate, compresa la nostra, per cui se guardiamo il mondo oggi ci viene da pensare che niente di tutto ciò che è stato ha<br />

funzionato, dopo milioni di anni siamo ancora qui ad ammazzarci tra di noi. Perché l’umanità, nonostante il progresso tecnologico e scientifico<br />

degli ultimi vent’anni, vive ancora in una condizione di questo tipo? In un mondo così faccio fatica a credere che ci sia stata detta tutta la verità,<br />

che ci abbiano insegnato la verità. La verità è amore e l’amore porta alla conoscenza che perpetua la verità nel tempo.


P R O G E T T I<br />

Dove si svolgerà e come?<br />

Gaia nasce prima di tutto come progetto esperienziale. Durante il nostro viaggio, che parte dalla Sardegna e arriva in Terra Santa, faremo<br />

diverse tappe della durata di un mese circa, la maggior parte delle quali saranno in Italia all’interno degli eco-villaggi che decideranno di<br />

accogliere il nostro progetto. Durante questo viaggio raccoglieremo informazioni ed esperienze non solo dalle persone che incontreremo, ma<br />

anche dai territori e dai paesaggi che influenzeranno e ispireranno la nostra ricerca artistica. Ogni tappa è caratterizzata da due momenti<br />

diversi ma interconnessi: un momento è dedicato alla fase di ricerca artistica che prevede, insieme ad altri artisti (quelli che attualmente<br />

collaborano con il progetto sono Valeria Russo, performer, Lucia Baldini, Fotografa, Edoardo Gino, Film-maker), la realizzazione di un film, di<br />

un progetto fotografico, di una performance. L’altro momento invece è dedicato all’aspetto più sociale del progetto: i numerosi eco-villaggi e le<br />

numerose comunità ecosostenibili che sono nate negli ultimi dieci anni sono la testimonianza che c’è un’alternativa e che esistono molte<br />

opportunità. Il nostro intento è quello di vivere temporaneamente in queste comunità che già da tempo hanno deciso di provare svilupparsi<br />

secondo altri valori, ma soprattutto che hanno intrapreso un percorso di coesistenza virtuosa fra esseri umani, dove il singolo è la collettività e<br />

la collettività è il singolo e dove la ricerca personale è alla base di tale coesistenza, ponendo cura alle relazioni fra esseri gli umani e la natura.<br />

Un percorso di questo tipo ci porta a sconfinare dal tangibile all’intangibile, dal mondo della materia al mondo dello spirito. L’arte, in un<br />

panorama di questo tipo, diventa per noi uno strumento necessario per entrare fra le maglie della relazione che esiste fra questi due mondi.<br />

Non è necessario un progetto come questo per cambiare la propria posizione nel mondo, ciascuno di noi quotidianamente, in base al proprio<br />

percorso, può decidere di iniziare a compiere dei piccoli passi verso il cambiamento. Uno dei nostri intenti più forti ad esempio è quello di<br />

imparare a consumare di meno e meglio, il tema dell’eco-sostenibilità è un argomento che ci sta molto a cuore. Ciò che più ha ispirato questo<br />

progetto è la teoria di Gaia. Questa ipotesi ecologica ha ispirato la nascita di una nuova filosofia e di un nuovo stile di vita in cui vengono meno<br />

le concezioni del mondo che si sono sviluppate fino ad ora e che considerano la terra e la natura sostanzialmente come fonti di risorse che<br />

l’uomo può sfruttare a proprio piacimento. Riconosciamo negli eco-villaggi un modello di società possibile in cui l’impatto ambientale sia il più<br />

possibile ridotto e i cui abitanti dipendono il meno possibile dalla grande distribuzione. Con questo progetto intendiamo sostenere queste<br />

comunità, intendiamo attraverso l’azione artistica e sociale contribuire a un cambiamento non solo con le buone intenzioni ma attraverso le<br />

buone azioni.<br />

Quali sono invece gli obiettivi di Gaia?<br />

La scintilla che ha fatto nascere questo progetto è stata innescata da un incontro speciale, quello avvenuto due anni fa sul Mar Morto con una<br />

guaritrice che si fa chiamare Gaia. Lei ha ispirato fortemente la nascita di questo progetto, l’esperienza di questo incontro e i mesi di studio e<br />

successive altre esperienze hanno definito sempre di più la nostra visione del mondo, in cui finalmente la cosiddetta “scienza della materia”<br />

trova un nuovo equilibrio con quella che molti ricercatori definiscono “scienza dello spirito”. Questo progetto rappresenta l’opportunità di<br />

percorrere un cammino di comprensione e crescita spirituale. L’arte è un potente strumento di trasformazione del sapere, ma se si vuole<br />

intraprendere un vero cammino di conoscenza questo non basta, è importante studiare, fare ricerca e fare esperienza. Come ogni progetto<br />

anche GAIA -la nuova umanità- ha una sua struttura che ci consente di organizzare e predisporre il necessario perché il progetto possa<br />

svilupparsi. Con il tempo però ci siamo resi conto di quanto sia importante che questo tipo di struttura si mantenga elastica. Perché diciamo<br />

questo? Perché sapere adesso cosa vogliamo comunicare vorrebbe dire aver già fatto il viaggio, vorrebbe dire aver già compreso. Attualmente<br />

siamo solo alla terza tappa, anche se quest’ultima di fatto può essere considerata la prima ufficiale dato che, per la prima volta da quando<br />

GAIA è in viaggio, ci siamo dedicati non solo alla ricerca artistica ma anche a quella parte di esperienza legata alle comunità e al territorio.<br />

Sentiamo che ancora è davvero troppo presto per definire cosa vogliamo comunicare e come intendiamo farlo. Cerchiamo, con estrema<br />

umiltà, di creare delle condizioni che aprano come delle porte, in questo senso noi stessi diventiamo strumento e canale di un messaggio che<br />

però non è il nostro. Per fare questo è necessario un grande livello di centratura, di consapevolezza e di capacità di ascolto ma anche un certo<br />

lasso di tempo che ci consenta di mettere ordine e dare forma al messaggio. Riconosciamo nel viaggio un potente strumento di comprensione<br />

di sé e del mondo, è qualcosa che ci ha sempre accompagnato sin da piccoli. Non sappiamo come questo viaggio ci cambierà, abbiamo però la<br />

certezza che lo farà, inevitabilmente. Ci confronteremo con tanti aspetti della vita e dell’esistenza, non abbiamo idea di quali esperienze<br />

vivremo e di quali “prove” dovremo superare prima di arrivare sul mar morto per cui è veramente difficile immaginare che tipo di persone<br />

saremo alla fine di questo viaggio.<br />

Quale è secondo voi il ruolo dell’arte nel favorire e raccontare il processo di cambiamento?<br />

L’arte ha un ruolo fondamentale. L’arte per sua natura è universale, ma personale allo stesso tempo, per cui ha il potere di arrivare a<br />

chiunque. Questo la rende uno degli strumenti di comunicazione più potenti al mondo. Ma come la scienza senza coscienza anche l’arte senza<br />

coscienza è fine a se stessa, conserva una sua ragione d’essere, ma non è ciò che interessa a noi in questo momento. Ciò che ci interessa è<br />

utilizzare l’arte come strumento di comprensione e di condivisione di questa comprensione. La produzione artistica di questo progetto, in<br />

tutte le sue espressioni (performativa, fotografica, filmografia ecc.), ha fra gli obiettivi quello di essere in primo luogo uno stimolo, la<br />

testimonianza di forme di realtà che esistono e che non sono il frutto dell’immaginazione di pochi. Non solo, crediamo che l’arte possa<br />

avvicinare i mondi e far scoprire universi anche a chi per tante ragioni quegli universi avrebbe potuto non scoprirli. La verità è un cammino<br />

personale e chi lascia una testimonianza di qualsiasi forma essa sia, coltiva un seme di speranza per il prossimo che a sua volta sarà però<br />

libero di scegliere di nutrire quel seme o di lasciarlo morire. Tutto questo per dire che a prescindere da qualsiasi teoria scolastica sull’arte e<br />

basandoci sulla realtà che possiamo osservare con i nostri occhi ci chiediamo: ma l’arte nel suo ruolo sociale e rivoluzionario dove è? La<br />

risposta è che anche essa soggiace al potere del capitalismo ed è per questo che è importante che anche l’arte attraverso l’intervento<br />

dell’artista si riappropri dei luoghi della natura, delle sue leggi e di tutto ciò che la natura con i suoi insegnamenti può darci.<br />

Cosa può fare ciascuno di noi per sostenervi?<br />

L’idea di base di questo progetto, veramente indipendente, è che verrà finanziato grazie al diretto coinvolgimento di tutti coloro che vogliono<br />

che sia realizzato. Per fare questo abbiamo fatto partire una campagna di raccolta fondi su una piattaforma di crowdfunding che si chiama<br />

Produzioni dal Basso. Tutto questo serve proprio ad immaginarsi non solo nuove forme di produzione/distribuzione, ma anche nuove forme<br />

di sostegno economico e di comunità. Questo vuol dire ricoprire un ruolo attivo nella produzione culturale indipendente, dando un significato<br />

ben preciso a un termine inflazionato e che troppo spesso è stato svuotato del suo reale significato: quello di produrre cambiamenti<br />

all’interno della società attraverso la narrazione del reale, sperimentando modalità di sostentamento che si basino su nuove formule di<br />

rapporto economico e sul meccanismo del dono.<br />

Chi sono gli artisti coinvolti: Fabio Sau autore del progetto, fotografo e performer, Antonio Bissiri, autore, danzatore, perfomer, Angela Valeria<br />

Russo danzatrice, performer, Lucia Baldini fotografa,Andrea Dionisi danzatore, perfomer.


P E R S O N A G G I<br />

Intervista al Principal Dancer e insegnante negli U.S.A e in Italia.<br />

di Francesca Rossetti<br />

Alberto Liberatoscioli, marchigiano doc, è un professionista d’avanguardia nel mondo della danza classica con<br />

esperienza da solista, principal dancer, e insegnante a livello internazionale. Dato che anch’io ho studiato danza<br />

classica per molti anni, l’ho incontrato per sapere di più della sua straordinaria carriera, che lo ha visto protagonista<br />

al Teatro Nazionale Repubblica Ceca (Brno), o al Teatro Nazionale Slovacco (Bratislava), al Columbia Classical Ballet,<br />

Omaha Theatre Ballet, Ballet Nebraska, Boulder Ballet, Ballet Fantastique,Lincoln Midwest Ballet, Iowa Dance Theatre,<br />

North Atlanta Dance Theater, Ballet Vero Beach( Florida); inoltre, si è perfezionato come insegnante all’American<br />

Ballet Theatre di New York.<br />

Chi è Alberto Liberatoscioli e come nasce la tua passione per la danza?<br />

“Sono figlio di una danzatrice ed insegnante; la passione e lo stimolo sono inevitabilmente venuti da lì, anche se non mi<br />

sono mai stati imposti, ne’ inculcati. Anzi , sono stato in parte contrastato dalla famiglia e da mia madre stessa che<br />

prevedeva ed augurava per me una normale carriera sicura, il tipo di vita stabile,prevedibile e senza rischi o sacrifici<br />

aggiunti , che la classe media italiana concepiva come massimo desiderabile fino a tempi molto recenti. Ma una vita troppo<br />

prevedibile, e ripetitiva non funziona per tutti, in quanto personalità, aspirazioni, interessi ed emozioni non sono identici in<br />

tutte le persone. Ho quindi seguito il mio intuito, le mie aspirazioni più vere e non me ne sono mai pentito. Ho vissuto la mia<br />

di vita, non la semplice imitazione di altri, e mi ritengo fortunatissimo di esserci riuscito,nonostante nulla sia mai perfetto e<br />

gli ostacoli, i sacrifici,ci sono sempre.”<br />

Quali sono i grandi Maestri che hai seguito, e come sei arrivato all’American Ballet ed alle grandi compagnie<br />

americane nelle quali hai danzato?<br />

“Gli insegnanti di chi arriva al livello professionale sono sempre più di uno e ciascuno può darti qualcosa di diverso. Sono<br />

sempre stato in grado di cogliere la parte unica speciale ed autentica di ognuno, anche con la consapevolezza che nessuno,<br />

da solo, può darti tutti gli input che ti serviranno. L’ aspetto tecnico e’ una cosa, ma ci sono componenti emozionali, di<br />

relazione, di comunicazione e di automotivazione che sono enormemente indispensabili per chi lavora in teatro e spesso<br />

sono sottovalutate da insegnanti che non hanno abbastanza esperienza. Ecco perché a livello preprofessionale o già<br />

professionale conviene comunque ” confrontarsi” mentre ritengo che al livello di principiantie ed intermedio sia molto<br />

meglio avere stabilità e coerenza di informazioni ed istruzione.<br />

Oltre alle conoscenze corrette dei principi di base, al senso estetico della coreografia, della musica di qualità e alla<br />

dedizione e organizzazione di cui ho avuto esempio vedendo mia madre Adriana Posta , ci sono state inevitabilmente altre<br />

figure che hanno contribuito a farmi crescere ed evolvere in modo da essere piu” well rounded” come dicono in America.<br />

Wiebe Moeys e’ stato determinante per l’ aspetto psicologico di automotivazione, per il suo modo di trasmettere la danza<br />

come un lavoro, un qualcosa di produttivo, che deve essere anche proponibile, comprabile, vendibile... Inoltre lui mi ha<br />

trasmesso grande velocità di movimento ed ha aumentato la mia musicalità ( cose che c’ erano ma andavano spinte oltre).<br />

Un’altra insegnante di classico che ricordo con stima durante i miei primi anni all’Università , è stata Carla Siciliotti: ero<br />

meno esperto allora, ancora giovane ma mi ha sempre dato una spinta , positiva e la sentivo come una figura autentica e<br />

competente, generosa, pur avendo poche ore a settimana di tempo da condividere con lei.<br />

Altri insegnanti per me validi conosciuti quando già ero in compagnia sono stati Y.Kiselak, J.Horak, B.Juldasev , R.Avnikjian,<br />

N.Gallovicova, I.Holovac( Rep.Ceca, Slovacchia) e Raymond Luckens , Franco DeVita (Scuola ABT New York dove ho preso<br />

titolo per insegnamento). Ho danzato in Repubblica Ceca, Slovacchia (5 anni in tutto) e in seguito in Usa per circa 10<br />

anni(South Carolina, Nebraska, Oregon, Colorado, Iowa,Florida). Il modo in cui si arriva ad entrare in compagnia e’ sempre<br />

un mix di circostanze, tutte rilevanti ma in diversa misura. La cosa universalmente valida e’ : essere sufficientemente capaci<br />

per ciò che si cerca di raggiungere , avere coraggio, essere informati su ciò che e’ richiesto ( per un posto, ad esempio, i<br />

requisiti), ed essere al posto giusto al momento giusto, sapendo usare un linguaggio chiaro, semplice, genuino che ci<br />

permetta di essere capiti anche a livello umano, non solo a lezione.”


P E R S O N A G G I<br />

In cosa si differenzia il panorama della danza americana da quello europeo e come sono organizzate le scuole?<br />

“Credo che a livello lavorativo l’ America offra ancora oggi di più,non solo per la quantità di realtà grandi e piccole che<br />

nascono di continuo in Usa, ma anche per la maggiore disponibilità di fondi e la loro capacità di marketing e promozione.<br />

Inoltre ,in Usa c’e’ più apertura nei confronti degli artisti stranieri, più accoglienza, curiosità , meno nazionalismo e<br />

provincialismo, concetti che purtroppo in Europa sono piuttosto assenti. A livello di scuole ci sono dozzine di varianti,<br />

missions, filosofie su come impostarle. Dipende molto dalle direzioni,sarebbe un discorso infinito e forse anche tedioso. Oggi<br />

c’e’ davvero tanto di tutto.”<br />

Cosa cerchi di comunicare con la tua arte e cosa si può fare per incentivare l’arte coreutica in Italia?<br />

“Io quando danzo cerco di comunicare me stesso e i miei valori. Nulla di fantascientifico. Muovermi sulla musica<br />

classica( e non solo ma il classico e’ la voce principale) mi ha sempre reso felice sin da bambino, quindi cerco solo di<br />

danzare la musica ed amplificarla , veicolandola a chi osserva, dandole una forma. Diventare musica e’ più importante,<br />

per me, che perseguire la pura tecnica o il virtuosismo. La forma di questa musica, poi, deve corrispondere all’<br />

armonia di un movimento coordinato e strutturato dai canoni della tecnica e dello stile codificati. Estetica ed emozione<br />

della melodia in movimento direi. Cerco di riuscirci sempre e di insegnarlo anche ai miei allievi. Se non si interiorizza<br />

quel concetto del danzare la musica (in forma armonica, estetica e strutturata ), secondo me non si e’ capito molto<br />

dell’ essenza della danza. Per quanto riguarda la situazione in Italia, il problema e’ culturale, politico ed economico. Per<br />

chi vuole studiare e vedere spettacoli, le occasioni non mancano mai. Se poi si vuole lavorare stabilmente, crescere e<br />

trovare reali opportunità’ bisogna andare fuori, ed il vero ballerino lo fa …<br />

Grazie ad Alberto per la sua bellissima testimonianza! https://www.facebook.com/alberto.liberatoscioli


P E R S O N A G G I


P E R S O N A G G I<br />

Quando hai iniziato a studiare danza?<br />

Inizio il mio percorso nel 2002 all’età di 14 anni presso il Centro Studi Danza “Arabesque” di Sinnai (CA), la cui Direttrice Artistica e<br />

Docente di Danze Accademiche è la Maestra e Coreografa di fama internazionale Giovanna Stancampiano. Proseguo il mio percorso<br />

formativo, professionale e lavorativo a Roma nel 2006, quando mi trasferisco nella Capitale, essendo stato selezionato per<br />

frequentare la Scuola di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, dove termino i miei studi nel 2010. Negli stessi anni lavoro come<br />

danzatore, mimo e figurante all’interno delle produzioni di balletti e opere liriche presso il Teatro dell’Opera di Roma, facendo<br />

esperienze con artisti di fama internazionale e importanti registi come Franco Zeffirelli. In contemporanea e negli anni successivi<br />

studio presso l'Accademia Nazionale di Danza di Roma con il Maestro Zarko Prebil e allo Studio Harmonique di Parigi con la Maestra<br />

Manuela Pagliei. Vincitore di titoli regionali e nazionali, e di borse di studio, tra cui quella che mi permetterà di studiare presso<br />

l'Academie de Danse Princess Grace di Monaco. All’età di 22 anni decido di insegnare l'arte della danza in centri di alta formazione,<br />

partecipando prima a corsi di formazione per docenti, studi che proseguo tutt’ora essendo stato selezionato e quindi avendo avuto<br />

accesso al corso di alta formazione per docenti di danza accademica presso il Teatro dell’Opera di Roma.<br />

Dal teatro dell'opera di Roma, hai deciso di intraprendere la strada dell'insegnamento. Cosa manca, secondo te, alla<br />

formazione e alla cultura italiana?<br />

Da più di tre decenni l’Italia ha perso parte della sua identità culturale e, senza tale identità, non può esistere coscienza individuale e<br />

collettiva, ed anche per questo credo fermamente che quel che manca è un vero e proprio piano riformatore approfondito in<br />

essere, per ogni categoria ad essa riconducibile. Per quanto riguarda la danza occorrerebbe, oltre ovviamente a maggiori<br />

finanziamenti statali ben distribuiti, leggi che la possano semplificare e meglio gestire, anche attraverso la costituzione di un organo<br />

competente che abbia la funzione di coordinare la formazione e la gestione delle decine di migliaia di scuole di danza diffuse su<br />

tutto il territorio nazionale. Un’altra mancanza è l’assenza di riconoscenza di chi fa di quest’arte un motivo di vita ed un lavoro, come<br />

ad esempio un albo professionale ed artistico. Dopo ciò, va ricordato certamente l’articolo 33 della Costituzione Italiana che dice:<br />

“L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole<br />

statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”. Ma<br />

allora mi domando: vi sono figure professionali nel mondo dell’arte, perché per la danza non può essere ugualmente riconosciuta?<br />

Per quanto riguarda la formazione, quel che manca, è una vera e propria riforma regolatrice: la danza dovrebbe essere insegnata<br />

come materia nelle scuole fin dall’infanzia, insieme alla musica e all’educazione artistica, aumentando la sensibilità culturale per le<br />

arti coreutiche già nei bambini; dovrebbe esser dato più spazio e libertà alla sua diffusione, attraverso dei piani semplificati e<br />

supportati economicamente dal Ministero dell’Istruzione, in tutti i territori in cui ve ne sia bisogno, per qualunque persona ne senta<br />

il desiderio, in quanto arte di tutti e per tutti.<br />

In questo periodo pandemico si è ancora di più creato il distacco tra danza e sport & danza e cultura. Cosa pensi tu?<br />

Parte delle scuole di danza in Italia, già associazioni culturali e altro, hanno deciso negli ultimi anni di abbracciare il mondo dello<br />

sport, attraverso l’affiliazione ad Enti di Promozione Sportiva o Federazioni, quindi riconosciute dal CONI, e questo ha portato ad<br />

una dispersione di coesione nella categoria. Negli ultimi mesi siamo stati testimoni di una continua lotta verbale e scritta tra le due,<br />

ossia tra le associazioni culturali e le associazioni sportive dilettantistiche, e credo davvero che stia diventando una situazione<br />

paradossale ed inutile, inevitabile in quanto le prime non hanno la possibilità di poter continuare le loro attività, mentre le seconde<br />

possono continuare, seppur accettando ed applicando determinati regolamenti imprescindibili. Mi rammarico per tutto questo, in<br />

quando credo che ora più che mai ci sia bisogno da ambo le parti di una coesione ancor più salda per poter superare il periodo nero<br />

che l’arte coreutica sta affrontando, in quanto credo che non sia necessario ricordare e soffermarsi a come una scuola sia<br />

inquadrata o sia meglio o peggio gestita, ed ancor meno argomento di discussione, ma ci sia la necessità della volontà nel<br />

raggiungimento di un obiettivo comune: diffondere, tutelare e preservare la danza per le generazioni future.


P E R S O N A G G I<br />

Cosa cambieresti nella danza italiana?<br />

La danza in Italia non è riconosciuta come lavoro, come<br />

professione, come elemento culturale del nostro Paese e<br />

come assetto strategico ed economico fondamentale per<br />

l'Italia.<br />

Si dovrebbe partire dalle scuole di danza, dagli insegnanti che<br />

dedicano la loro vita alla crescita di quest’arte nell’anima dei<br />

loro allievi, perché è da questi luoghi che i danzatori si<br />

formano, diventano professionisti e spesso riescono ad<br />

ottenere una riconoscenza di alti livelli.<br />

Il settore privato della danza è questo, quindi, che da sempre<br />

fornisce ampliamente il fabbisogno del professionismo<br />

coreutico del Paese, un Paese che non ha ancora pensato a<br />

regolare e regolamentare un settore che con le sue 15.000<br />

scuole circa muove quasi cinque milioni di persone, che con il<br />

suo indotto fornisce posti di lavoro non soltanto agli<br />

insegnati, ma bensì anche a danzatori, maestri e coreografi<br />

ma anche costumisti, scenografi, musicisti, tecnici luci, audio,<br />

video e a molte altre figure professionali dello spettacolo.<br />

Non c'è una legge che regoli la formazione della danza, i titoli<br />

dei formatori, o i contratti di lavoro, basati sempre sulla<br />

trattativa privata.<br />

Il mio auspicio è che questa situazione possa cambiare<br />

radicalmente, che ogni singolo soggetto che lavora nell’arte<br />

dello spettacolo possa essere riconosciuto come tale, possa<br />

avere un giusto inquadramento e che la sua professione<br />

possa avere le giuste tutele e riconoscimenti che meriti.<br />

E per tutto questo credo serva un Ministro che davvero si<br />

interessi di tale argomento, con uno spiccato interessamento<br />

al patrimonio artistico ed umanistico che solamente la danza<br />

possiede e diffonde, che possa effettuare una pulizia di quel<br />

che non è necessario e superfluo, contribuire concretamente<br />

a creare occupazione in tutto il settore teatrale e coreutico,<br />

anche e soprattutto applicando una buona amministrazione<br />

e progettualità.<br />

Ascoltando i vari Tg. Sembra che dal mese di giugno potranno riaprire le palestre e le scuole di danza. Quali saranno i tuoi<br />

futuri obiettivi?<br />

Indubbiamente pensare di riprendere le attività il mese di giugno non credo possa comportare alcun beneficio, al contrario, è già<br />

opportuno pensare a cosa poter fare dal mese di settembre con l’inizio di un nuovo anno accademico. Sicuramente non sarà<br />

semplice recuperare gli anni accademici andati pressoché perduti, ma non per questo per forza impossibile, ma per fare ciò sarà<br />

opportuno programmare nel migliore dei modi un piano formatore nitido e dettagliato ed un impegno ancor più vigoroso.<br />

Gli obiettivi a cui sto già lavorando sono molti: grazie alla nuova nomina a Membro del Consiglio Internazionale della Danza sarà più<br />

semplice per me diffondere messaggi e sensibilizzare il territorio all’arte coreutica, e quindi sarà mia premura riuscire ad<br />

organizzare seminari, stage, eventi ed incontri aperti a chiunque avrà il piacere di parteciparvi; certamente quando la pandemia<br />

sarà terminata. Oltre ciò mi sto concentrando maggiormente sulla scuola di danza che gestisco e in cui insegno: la formazione.<br />

Cosa diresti alle ragazze e in particolare ai ragazzi che hanno deciso di intraprendere la strada coreutica? Potrebbe<br />

cambiare qualcosa con la legge DDL ZAN?<br />

La danza, come pura arte coreutica, è sempre stata fin dal principio un porto sicuro per tutti coloro che hanno voluto dedicare la<br />

propria vita ad essa. Ho sempre voluto pensare che i danzatori fossero creature prescelte per diffondere nel mondo e nel tempo<br />

l’arte della Musa Tersicore. Esseri non terreni fatti per provare sensazioni ed emozioni e farle provare a chi ha la fortuna di<br />

ammirarli, soggetti predestinati con il dono del movimento e della forma, energia allo stato puro, vitalità primordiale.<br />

La categoria dei danzatori non è diversa, al contrario da quanto si possa pensare, semplicemente è privilegiata, e non perché la<br />

danza stessa lo è, ma bensì chi decide di dedicarsi all’arte coreutica decide anche di passare su un piano superiore dell’anima,<br />

quello emotivo e del linguaggio universale non verbale.<br />

A coloro che si sono sentiti “chiamare”, direi di studiare sempre e per sempre, senza dimenticare di sognare, di continuare<br />

imperterriti a coltivare i propri sogni, scansare le illusioni, allontanarsi dalle offese, dalle derisioni, dalle discriminazioni e dai<br />

pensieri negativi, aggrapparsi alle emozioni che solo la danza riesce a suscitare dentro ognuno di noi e all’obiettivo che si vuol<br />

realizzare senza che per questo rimanga dentro un cassetto impolverato, per poi diventare rimpianto.<br />

Concludo, riportando loro una frase che dichiarò Rudolf Nureyev prima di morire: “Io danzavo perché era il mio CREDO, il mio<br />

BISOGNO, le mie parole che non dicevo, la mia fatica, la mia povertà, il mio pianto. Io ballavo perché solo lì il mio essere abbatteva i<br />

limiti della mia condizione sociale, della mia timidezza, della mia vergogna. Io ballavo ed ero con l’universo tra le mani”.


P E R S O N A G G I


P E R S O N A G G I<br />

Ciao benvenuto. Prima di andare a scoprire chi è Davide artista... Chi è Davide<br />

uomo?<br />

Salve e piacere. Beh, che dire ... Mi ritengo una persona semplice e umile, ma nello<br />

stesso tempo molto determinato e testardo nell’ ottenere ciò che voglio e sogno di fare.<br />

Cerco sempre di impegnarmi al massimo su tutte le opportunità che la vita mi offre e di<br />

coglierle al volo. Non mi piace assolutamente vivere di rimpianti e neanche piangermi<br />

addosso...preferisco piuttosto rischiare e sbagliare imparando. Questo infatti mi ha<br />

portato a migliorarmi e a crescere sempre più. Nella vita sono una persona abbastanza<br />

socievole con 1000 idee e pensieri sempre in testa (odio la monotonia); sono uno che<br />

osserva molto le persone e non traggo mai conclusioni affrettate; mi piace sempre<br />

capire prima chi ho davanti(o almeno ci provo). Capire cosa c’è dietro a quella persona,la<br />

sua essenza e quanto ha da raccontare. Un’ altra cosa che mi caratterizza e mi ha sempre<br />

accompagnato nel corso della mia vita è la passione, la curiosità e l’ attrazione verso l’<br />

arte in generale...ed è questo il motivo per il quale sono qua a farmi conoscere. Nello<br />

specifico la danza, perché sono un ballerino ed insegnante di danze latino americane.<br />

Partiamo dai tuoi esordi... Raccontaci come ti sei avvicinato alla danza e come è<br />

nato l’ amore per questa arte.<br />

Diciamo che quella per la danza è una passione/amore che ho sempre avuto in me da<br />

quando ero bambino... Quando sentivo la musica mi veniva in automatico muovermi e<br />

mi ha sempre dato senso di libertà spensieratezza e gioia. Penso che è una passione che<br />

o si ha dentro o non si ha. Purtroppo non ho mai avuto il "coraggio" di iniziare quando<br />

ero piccolo; un pò perché seguivo sempre (come la maggior parte dei bambini fa) lo sport<br />

che fanno gli amichetti e un pò perché appena provavo nei saggi della scuola a muovermi<br />

e a ballare con risultati anche positivi, venivo sempre preso in giro .Crescendo, poi, all’ età<br />

di 17 anni, grazie ai miei genitori che si sono iscritti ad un corso di latino americano, ho<br />

acquistato fiducia e, incoraggiato un pò da loro e un pò da un amico che ho portato con<br />

me alle prove, ho finalmente iniziato. E da li è stato amore a prima vista... Finalmente mi<br />

sentivo felice e realizzato e non ho più smesso,anzi, è diventato poi negli anni anche il<br />

mio lavoro.<br />

Che rapporto hai con la tua partner di danza e da quanto tempo danzate insieme?<br />

Io e Magda (la mia partner di danza) siamo molto diversi caratterialmente ma in pista<br />

abbiamo sempre funzionato; eravamo e siamo una coppia che si compensa molto,c’è<br />

sempre stato feeling e stiamo bene insieme anche fisicamente (caratteristica molto<br />

importante nel ballo di coppia). Per quanto riguarda, invece, il rapporto fuori dalla pista,<br />

ci abbiamo dovuto lavorare un pò di più proprio perché, come dicevo prima, siamo<br />

molto diversi. Ad oggi sono 13 anni che balliamo insieme; in questi anni siamo cresciuti e<br />

maturati tanto e ne abbiamo passate tante assieme...abbiamo imparato a conoscerci<br />

realmente con i nostri pregi e difetti...passando ovviamente momenti più felici e momenti<br />

più complicati arrivando addirittura a distaccarci per un anno e mezzo per poi ritrovarci<br />

più forti di prima. Magda è stata ed è per me la mia migliore amica,la mia spalla, la mia<br />

confidente, una delle poco persone su cui posso realmente contare... Siamo stati<br />

coinquilini, colleghi e siamo tutt’ ora partner nel ballo … abbiamo condiviso tante vittorie<br />

e tante sconfitte ma sempre insieme.<br />

Parlaci un pò della tua carriera e dei risultati che hai ottenuto da competitore.<br />

Diciamo che anche se non ho iniziato da bambino a ballare ho avuto una carriera<br />

abbastanza rosea e fortunata... Dopo pochi mesi che ballavo i miei insegnanti dell’ epoca<br />

hanno deciso subito di farmi fare competizioni e subito sono riuscito a farmi valere,<br />

vincendo la prima gara, e da lì altre competizioni a livello provinciale e regionale fino a<br />

vincere l’ anno stesso i campionati italiani della mia categoria. Da lì ho iniziato a viaggiare<br />

e a spostarmi per ballare e a studiare anche con professionisti di alto livello tra cui<br />

Carolyn Smith; ho continuato a competere e ad ottenere buoni risultati anche in<br />

categorie più alte fino ad arrivare alla classe internazionale e a fare competizioni quasi<br />

solo all’ estero, togliendomi le mie soddisfazioni. In Italia, invece, ho partecipato altre 2<br />

volte ai campionati italiani vincendo una volta il titolo ed un’ altra volta classificandomi al<br />

secondo posto. Dopodiché io e la mia partner abbiamo deciso di ballare per un’ altra<br />

nazione (il Brasile) e, ad oggi, siamo pluricampioni brasiliani.


P E R S O N A G G I<br />

Sei solo un competitore o hai fatto della tua passione(la danza) anche il tuo lavoro?<br />

Perseverando e studiando tanto sono riuscito a far diventare questa mia passione anche il mio lavoro, e ad oggi sono riuscito ad<br />

aprire la mia scuola di ballo, dove insegno sia le danze caraibiche che latino americane, a bambini, ragazzi e ad adulti riuscendo a<br />

tirar fuori anche il talento di qualche giovane coppia di competitori. La mia soddisfazione più grande! Soprattutto con i più piccoli<br />

mi piace sempre instaurare un bel rapporto, a tal punto da metterli il più possibile a loro agio, ma sempre facendomi rispettare. Per<br />

me il rispetto e la disciplina sono la prima cosa e cerco sempre di trasmettere questo anche ai miei allievi.<br />

Non potendo insegnare in questo periodo cosa hai fatto?<br />

Non essendo una persona che si ferma ad aspettare, cerco sempre di trovare una soluzione, così mi sono reinventato ed ho<br />

rispolverato una vecchia passione che avevo ai tempi delle scuole superiori...che è quella per il disegno... Nello specifico realizzo<br />

ritratti a matita.<br />

Disegnare ti dà la stessa soddisfazione che ti dà la danza? E cosa provi quando disegni?<br />

Si, mi dà la stessa soddisfazione perché appassionato e amante dell’ arte in generale, penso che sia una grande fortuna potersi<br />

realizzare con essa. Provo una forte emozione dentro, sia quando svolgo una coreografia di danza e riesco ad arrivare alle persone,<br />

sia quando termino un ritratto e la persona a cui lo faccio è contenta ed emozionata nel rivedersi su un foglio.<br />

Pensi che possa diventare anche questo un lavoro per te o rimane una passione?<br />

Assolutamente si... Perché penso che non ci sia cosa più bella che far diventare una tua grande passione anche un lavoro... Vi saluto<br />

e vi ringrazio per l opportunità e vi lascio con una frase a cui credo fortemente e ripeto sempre e me stesso e ai miei allievi: "non<br />

trattenetevi mai dall’ osare perché le cose sono difficili, ma è proprio perché non osate che le cose risultano difficili".


P E R S O N A G G I


P E R S O N A G G I<br />

Sabdoulaye Trésor Konaté, ballerino-coreografo, ti definirei un creatore di viaggi fantasiosi. Assistere ad uno<br />

dei tuoi spettacoli è come immergersi nelle pieghe di una storia, un viaggio dalla Costa d’Avorio dove sei nato,<br />

ci porta nel nuovo mondo.Puoi dire ai lettori italiani quando e che cosa ti ha spinto ad intraprendere il<br />

percorso artistico?<br />

Grazie, caro Eusebio, per l'invito sulla rivista “<strong>TuttoBallo20</strong>” dove parli del pensiero artistico e culturale del mondo.<br />

Sono della Costa d'Avorio, nazionalità francese, madre dell'ovest (La Marahoué) e padre del nord (La Savane). Il mio<br />

primo sogno d'infanzia - diventare un medico - è stato vanificato dalla mancanza di fondi e anche dal disaccordo dei<br />

miei genitori. Non mi sono preso la responsabilità di ballare (ride), ma è stato il ballo a scegliermi, e l’incontro con gli<br />

amici che ballavano sul ciglio della strada. Ma ho un ricordo che più di tutti mi risuona nella mente e nel cuore, mia<br />

nonna chansonnière (griote) che a volte mi canticchiava le sue lodi in dialetto gouro. A 22 anni mi sono dedicato<br />

interamente alla mia passione. Mi sono nutrito di questa stessa vocazione, nel senso che volevo fare la mia parte nella<br />

comunità e, attraverso me, guarire l'altro.


P E R S O N A G G I<br />

Quali sono gli elementi della spiritualità africana con cui sei cresciuto<br />

nel tuo Paese di origine che hanno contribuito al tuo sviluppo artistico?<br />

Oggi la danza per me è un intero insieme di gesti che rendono concreto il<br />

movimento e la danza. La danza che ne deriva è una reinvenzione (dalle mie<br />

origini) del mondo contemporaneo in un corpo refrattario. Mi nutro delle<br />

eredità in cui sono stato cullato dai canti e dai ritmi del mio paese di due<br />

mondi densi, ricchi, iniziatici. Da parte di mia madre, la Zaouli (la figlia del<br />

leone), una maschera puramente sacra che incarna la bellezza femminile<br />

contraddistinta dalla delicatezza dei suoi lineamenti, dalla sua giovialità, dal<br />

suo ritmo e dalla sua grazia che ne fanno un forte spettacolo in tutta la città.<br />

Questa danza è unanime e crea anche un collegamento tra tutte le danze del<br />

popolo Gouro. Io, parlando con te, non ho mai saputo se è una donna o un<br />

uomo che balla Zaouli. Il segreto resta per gli iniziati riguardo al maschile e al<br />

femminile. Da parte di mio padre, è il Poro, una società segreta, organizzata<br />

in fasce d'età, sotto la guida degli anziani. La sua funzione è quella di<br />

raccogliere e trasmettere la conoscenza collettiva e agisce come un potente<br />

legame sociale. Il Boloye (o la danza degli uomini pantera), inizialmente, è un<br />

allenamento che si svolge nell'arco di 21 anni (in 3 cicli di 7 anni). In breve, è<br />

da qui che proviene tutta la spiritualità e l'ancoraggio che definisco oggi nel<br />

mio approccio coreografico. Per me, tutti questi ricordi sono invisibili e visibili<br />

allo stesso tempo. La spiritualità non si può descrivere, si vive. Il corpo<br />

conduce questa energia che proviene dalla terra irrigata dai ricordi per<br />

toccare un'astrazione, un'elevazione. La poesia di tutti i giorni è qualcosa di<br />

universale per me, racconta il mondo di oggi.<br />

Nel 2008 hai creato la tua azienda, "Jasp Cie", che nel 2014 diventerà<br />

"ATeKa Cie" e, grazie a questo progetto, hai viaggiato in molti paesi<br />

africani dalla Costa d'Avorio al Benin, passando per il Burkina -Faso,<br />

Madagascar, Mauritius e Algeria. Quanti di questi paesi porti con te e<br />

quanti parenti hai lasciato durante il tuo soggiorno?<br />

Ho lasciato mia madre, mio padre, i miei fratelli, le mie sorelle, i miei amici<br />

d'infanzia, il mio paese, la Costa d'Avorio, per abbracciare la cultura di questi<br />

paesi di cui parli. Sono stato selezionato dal coreografo Kamel Ouali e dalla<br />

sua troupe come parte di un progetto in Algeria che riunisce 800 artisti da<br />

tutto il mondo per il festival PANAF. Il Festival panafricano di Algeri è uno dei<br />

più grandi eventi culturali in Africa. Riunisce artisti e intellettuali africani o<br />

della diaspora africana. Ha avuto luogo nel 1969. Quarant'anni dopo, nel<br />

luglio 2009, facevo parte della troupe per l'apertura del festival. Le esibizioni<br />

sono seguite, è stata una grande immersione nella mia carriera e grandi<br />

incontri. Ho anche bei ricordi del Benin, della sua ospitalità, della sua<br />

gastronomia, della danza Zinli, della danza dell'espressione del corpo, un<br />

ritmo con strumentazione ridotta; trae la sua fonte dal tempo dei re del<br />

regno di DAHOMEY. Danze simili all'Ajoss (etnia Boulé), nel sud della Costa<br />

d'Avorio, una danza lenta e maestosa eseguita in onore del Re. Dal Burkina<br />

Faso, il paese degli uomini retti e così via ...


P E R S O N A G G I<br />

Durante i tuoi continui viaggi, sei passato di famiglia in<br />

famiglia, spesso lontano dalla tua, hai condiviso cibo,<br />

stili di vita e tradizioni differenti, hai imparato danze<br />

diverse e hai imparato lingue diverse. Hai viaggiato<br />

attraverso paesi con situazioni politiche instabili e paesi<br />

in guerra. Quanto di tutto questo troviamo in ogni gesto<br />

del tuo corpo e quanto nelle tue storie e nelle tue<br />

coreografie?<br />

Mi sono trovato in esilio in Benin, dove mi trovavo per<br />

approfondire le mie conoscenze, prima di trasferirmi in<br />

Francia, nel 2013 a Strasburgo, per vivere al meglio la mia<br />

passione e il mio impegno. Un impegno che cerco di<br />

raggiungere attraverso un'estetica del disordine. Il mio stile<br />

di danza nasce dal dialogo tra le danze tradizionali ivoriane e<br />

il lavoro sul gesto quotidiano, il tutto accompagnato da una<br />

certa forma di trasgressione, ovvero creare guai, l'ambiguità,<br />

lo strano, l'imprevisto, la sorpresa. Sono sempre alla ricerca<br />

di ciò che distingue ogni individuo e lo rende libero. La<br />

specificità che tratto nelle mie coreografie riguarda il gesto e<br />

ll movimento della danza. I miei vari esperimenti mi<br />

coinvolgono nell'ascolto dei miei sentimenti, delle mie<br />

reazioni, delle mie percezioni. È anche attraverso il contatto<br />

con gli altri che continuo a forgiare la mia identità di<br />

ballerino. Il battito del cuore o il soffio di un respiro, il<br />

martellare su una carrozzeria ricostruita dopo un incidente,<br />

infine l'ampiezza della vita trasmessa dal movimento della<br />

danza, sono per me tante promesse di emancipazione.<br />

Veniamo al tuo spettacolo HUMMINGBIRD-COLIBRI. È<br />

considerato l'uccello più piccolo del mondo, ma con<br />

un'abilità unica: può stare quasi fermo nell'aria o volare<br />

all'indietro, un'abilità di volo inimmaginabile per gli altri<br />

uccelli. Cosa ti ha portato a creare uno spettacolo con<br />

questo titolo?<br />

Si dice del colibrì multicolore che cerchi di superare ogni<br />

ostacolo della vita, e che trovi la sua forza nella cura data a<br />

tutto. Volevo invitare lo spettatore a scoprire la leggenda, in<br />

cui mi imbatto in parti della mia storia. Attraverso un<br />

insieme di gesti astratti e molto evocativi, o la presenza<br />

fisica, un universo poetico. Parlo del posto che ogni persona<br />

occupa in questo mondo e della vocazione a partecipare al<br />

loro sviluppo e del nostro ambiente. Voglio suggerire che gli<br />

individui assumano il potere di creare, e soprattutto il potere<br />

di prosperare in una società il cui obiettivo oggi è il consumo<br />

e non il benessere universale.<br />

"Un giorno dovremo rispondere alla nostra vera vocazione<br />

che è amare, ammirare e prendersi cura della vita in tutte le<br />

sue forme ... La gioia è un bene supremo. "- Pierre RABHI


P E R S O N A G G I<br />

diamo a<br />

chi ha e<br />

togliamo a<br />

chi non ha.


P E R S O N A G G I<br />

Lo descrivi come libero e capace di nutrirsi del miglior nettare<br />

passando di fiore in fiore. Paragoni il suo mondo, la fitta chioma<br />

degli alberi come una città di suoni assordanti da cui fugge di tanto<br />

in tanto per respirare liberamente nell'aria. È una metafora per<br />

descrivere la fatica dell'uomo che vive intrappolato nello spazio<br />

contemporaneo? La sua incapacità di liberarsi e tornare<br />

all'essenza primordiale?<br />

Cerco di restituire il mio posto di artista, oppure cerco di essere me<br />

stesso per essere un riflesso per gli altri. Ognuno può costruire la<br />

propria storia attraverso il proprio assolo, partecipando con la sua<br />

danza, il suo vocabolario e il suo approccio coreografico,<br />

Non dico di più, perché vorrei presentarlo un giorno nelle sale italiane<br />

per raccontarvi la mia estetica. Lo conosci talmente bene che è come se<br />

lo avessi gia visto? (Ride.) In qualità di Vice Segretario Generale del DID<br />

(Danse Ivoire Diaspora), io e gli altri membri abbiamo incoraggiato la<br />

creazione di una Biennale Internazionale di Danza in Costa d'Avorio in<br />

collaborazione con il festival "Un pas vers avant” abbiamo deciso di<br />

unire le forze per realizzare questo evento che si svolgerà dal 27 agosto<br />

al 12 settembre <strong>2021</strong>. A tal fine, presenterò la versione della<br />

trasmissione ballata nell'ambito del programma Danse Export<br />

dell'Institut Français, con 7 donne e 7 uomini. Quindi, per me, il legame<br />

tra gli esseri umani è importante poichè dipendiamo tutti gli uni dagli<br />

altri.<br />

Spiegaci questo passaggio: "/ Il colibrì / a volte guarda il corvo e la<br />

volpe da lontano: entrambi sembrano molto simpatici nella loro<br />

seduzione. C'è Esopo e la sua favola con la sua morale?<br />

Direi che diamo a chi ha e che togliamo a chi non ha.<br />

Ho ancora tanto da chiederti, ma purtroppo dobbiamo salutarci.<br />

Quindi, ti faccio un’ultima domanda: Abdoulaye Konaté vede la<br />

danza come uno strumento di gioia e di dialogo al servizio della<br />

comunicazione tra i popoli?<br />

La danza per me non è solo un ottimo strumento di legame sociale, ma<br />

anche un'arte che ho scelto per la sua capacità di portare gioia al corpo<br />

e all'anima, per il suo potenziale di rivelare l'indicibile e di emanciparsi.<br />

E ora, in questo periodo terribile in cui viviamo, come può la danza<br />

liberarci dalle corde con le quali stai imprigionando il tuo spirito di<br />

colibrì libero?<br />

Non è facile nel contesto attuale. La danza ha bisogno del suo pubblico,<br />

la danza ha bisogno del suo corpo, del suo spazio, sai che non puoi<br />

ballare senza toccarti. Viviamo, un momento di vuoto, di tumulto,<br />

un’immensa incertezza mondiale. Il contenimento non risparmia<br />

nessuno, che tu sia un miliardario o meno; ci siamo tutti inchinati al<br />

virus Covid-19. Vorrei fare i complimenti ai medici che hanno rafforzato<br />

le loro forze per contenere l'epidemia. Anche se la crisi sanitaria non è<br />

completamente contenuta, continuiamo a vivere. Tutto il mio sostegno<br />

va alle famiglie che sono state colpite dal Covid-19 in Italia e agli artisti<br />

della Costa d'Avorio, dell'Africa e di tutto il mondo. Non esiste un codice<br />

al mio livello, dirò che mi adeguo comunque alla situazione. Il<br />

coreografo Serge Aimé Coulibaly potrebbe dire: “Quando non ballo,<br />

parlo, e quando non parlo, ballo”. Tutto è questione di scelta. Purtroppo<br />

ora dobbiamo davvero salutarci e salutare i lettori italiani invitandoli a<br />

partecipare ai tuoi seminari, ai tuoi ateliers di danza e soprattutto<br />

aspettando di poter vedere un tuo spettacolo qui in Italia.


PIAZZOLLA<br />

TANGO<br />

S T O R I A<br />

ASTOR<br />

NUEVO<br />

di Federico Vessella


S T O R I A<br />

Astor Pantaleón Piazzolla non è soltanto il musicista e<br />

compositore di tango più famoso del mondo, ma anche colui<br />

che ha spinto questo genere musicale oltre i propri limiti<br />

tradizionali, ad un punto estetico tale per cui molti appassionati<br />

di tango non ebbero la capacità di seguirne la traiettoria, né di<br />

comprenderla fino in fondo. Ancora oggi la sua opera viene<br />

considerata l’avanguardia del tango per le commistioni con altri<br />

generi, quali il jazz, per l’introduzione di strumenti inusuali e per<br />

le collaborazioni internazionali con artisti di varia estrazione<br />

musicale, compresa la musica leggera italiana (ad esempio<br />

Mina, Milva, Iva Zanicchi, Tullio De Piscopo). Tuttavia, Piazzolla fu<br />

il catalizzatore di pesanti critiche da parte dei puristi del tango<br />

tradizionale, i quali lo definirono “El asesino del tango”.<br />

Nato nel 1921 a Mar del Plata, in Argentina, da una umile<br />

famiglia di immigrati italiani (padre pugliese e madre toscana),<br />

Astor Piazzolla mosse i primi passi nel tango dopo aver<br />

trascorso l’adolescenza a New York. DI ritorno in patria, nel 1936<br />

iniziò a far parte di orchestre locali nella sua città di origine,<br />

suonando un tango simile a quello del Sexteto Vardaro, un<br />

gruppo che raggiunse una certa notorietà negli anni Trenta<br />

grazie ad una ricercata linea stilistica che lo distingueva dalla<br />

maggior parte delle orchestre del momento.<br />

Con l’arrivo a Buenos Aires, nel 1938, Piazzolla entrò a far parte,<br />

come bandoneonista, della celebre orchestra di Aníbal Troilo.<br />

Oltre ad occupare un posto nella sezione dei bandoneónes,<br />

Piazzolla ebbe anche il ruolo di arrangiatore e di pianista<br />

occasionale al posto di Orlando Goñi. L’esperienza con Troilo fu<br />

per Piazzolla di straordinaria importanza, umana e<br />

professionale, anche se lo stile tradizionale tipico dell’orchestra<br />

di Troilo rappresentò un limite vincolante alle proposte musicali<br />

troppo innovative di Piazzolla. Del resto, per Troilo, il tango non<br />

poteva trascendere dal proporre brani cuciti su misura per la<br />

gente e per i ballerini. Siamo in piena Epoca de Oro.<br />

L’impeto progressista di Piazzolla ebbe modo di esprimersi<br />

appieno nel 1945, quando decise di abbandonare l’orchestra di<br />

Troilo e dirigere quella del cantante Francisco Fiorentino, con il<br />

quale incise 24 temi. L’anno successivo Piazzolla lanciò la sua<br />

prima orchestra, caratterizzata dalla presenza dei cantanti più in<br />

voga del momento, ma inserendosi, al tempo stesso, tra le<br />

formazioni con le proposte musicali più d’avanguardia, come<br />

quelle di Horacio Salgán, Alfredo Gobbi ed Osvaldo Pugliese.<br />

Fino alla fine degli anni Quaranta, Piazzolla registrò brani<br />

originali dal profondo spirito innovatore, dimostrando una<br />

inclinazione verso la contaminazione con altri generi. In<br />

particolare, si avvicinò alla musica classica, anzi, decise di<br />

trasferirsi a Parigi nel 1954 per studiare al Conservatorio. Da<br />

questo periodo parigino nacquero 16 brani composti con la<br />

collaborazione della sezione d’archi dell’orchestra de L’Opera,<br />

tra i quali Nonino, ChauParís, Picasso e altri.


S T O R I A<br />

Di ritorno in Argentina, Astor Piazzolla divise la sua<br />

opera artistica in due direzioni: da un lato sviluppò le<br />

proprie idee di rottura con la tradizione, realizzando<br />

brani celebri come Tango del ángele Melancólico<br />

Buenos Aires; dall’altro si prodigò a reinterpretare<br />

una serie di temi classici, come El marne, Arrabal, Los<br />

mareados, inclusi alcuni temi di Tango Canción.<br />

Durante questi anni sperimentò diverse formazioni,<br />

fino agli anni Settanta, tra quintetti, sestetti ed ottetti,<br />

fino ad arrivare alla consacrazione del suo lavoro con<br />

le collaborazioni artistiche dei poeti Jorge Luis Borges<br />

ed Horacio Ferrer.<br />

Le sue sterminate composizioni variano da pezzi per<br />

orchestra sifonica, brani per chitarra classica solista, a<br />

colonne sonore per il cinema; per questo è difficile<br />

collocare lo stile di Piazzolla come si fa per qualsiasi<br />

altro compositore di tango. Il suo nuevo tango<br />

maturato negli anni Sessanta fa uso di dissonanze ed<br />

altri elementi musicali estranei al tango tradizionale,<br />

una ritmica che introduce un’asimmetria nella metrica<br />

attraverso 8 pulsazioni per battuta raggruppate in 3<br />

gruppi (3 3 2) che rendono i temi difficilmente ballabili<br />

ed escludono il cantante grazie alla polifonia<br />

dell’orchestra.<br />

Tra i grandi compositori di tango, Osvaldo Pugliese<br />

giocò un ruolo importante come fonte d’ispirazione<br />

per Piazzolla, in particolare i brani Negracha,<br />

Malandracae La yumba. I due maestri ebbero sempre<br />

una profonda stima e rispetto reciproci, testimoniati<br />

da un mutuo scambio di interpretazioni dei brani da<br />

loro composti e da una performance congiunta al<br />

Teatro Carré di Amsterdam nel 1989. Altri pilastri<br />

della musica che influenzarono Piazzolla furono<br />

Johann Sebastian Bach, Bela Bartok, George<br />

Gershwin, Brian Wilson e Igor Stravinsky.<br />

A coloro che contestavano Piazzolla, affermando di<br />

essersi allontanato dal tango tradizionale, egli rispose<br />

con una nuova definizione: “E’ musica contemporanea<br />

di Buenos Aires”. Rispetto al suo stile snob, sempre<br />

secondo gli stessi detrattori, ebbe a dire: “Sì, è vero,<br />

sono un nemico del tango, ma di quello come lo<br />

intendono loro [i suoi critici, NdA]. Continuano a<br />

credere nel compadrito, io no. Credono al farolito, io<br />

no. Se tutto è cambiato, allora anche la musica di<br />

Buenos Aires deve cambiare. Siamo in molti a voler<br />

cambiare il tango, ma questi signori che vogliono<br />

attaccarmi non lo capiscono, né lo capiranno mai. Per<br />

quanto mi riguarda, vado avanti per la mia strada”.


S T O R I A<br />

A conclusione di questa articolo del Maestro Federico Vessella<br />

su Astor Piazzolla, è opportuno citare, fra le tante<br />

testimonianze, quella della grande Milva scomparsa il 23 aprile<br />

scorso: “ Sul palco io sentivo questo meraviglioso Tango Nuevo<br />

circondare il mio corpo, entrare sotto la pelle ed emergere una<br />

forza fatta di memorie lontanissime….Astor ha meritato tutto il suo<br />

successo ed è riuscito nel suo obbiettivo: fare ascoltare la sua<br />

musica, il Tango, nei più grandi teatri del mondo, al pari della<br />

musica classica. Voglio chiudere con una canzone di Astor, una<br />

dedica all’arte in generale, che sta vivendo un periodo difficilissimo:<br />

“ Rinascerò, rinascerò, rinascerò e una gran voce extraterrestre mi<br />

darà la forza grande, pura che mi servirà, ritornerò, ritornerò,<br />

ricrederò e lotterò….”


C I N E M A E T V<br />

COPRO DI BALLO DOCUSERIE SULLA<br />

SCALA DI MILANO<br />

Corpo di Ballo è la docuserie che racconta l’incredibile<br />

dietro le quinte di una delle compagnie di danza più<br />

importanti al mondo, quella del Teatro alla Scala di Milano.<br />

Il racconto inizia con la riapertura del teatro dopo il primo<br />

lockdown e descrive il complicato ed esaltante percorso per<br />

portare in scena Giselle, considerato il simbolo del balletto<br />

romantico.<br />

Fra ostacoli, restrizioni e chiusure, vedremo i protagonisti<br />

del corpo di ballo allenarsi duramente, mentre l’Italia scivola<br />

inesorabilmente verso la seconda ondata.<br />

Per la prima volta in assoluto i ballerini della Scala<br />

diventano protagonisti di una docuserie, in anteprima<br />

esclusiva su RaiPlay dal 30 aprile, che racconta senza filtri<br />

le loro vite personali e professionali. Un lavoro individuale e<br />

collettivo, fatto di talento, prestanza atletica, preparazione<br />

tecnica e ispirazione artistica.<br />

Nel corso delle 12 puntate, che coprono un arco temporale<br />

di sei mesi, lo spettatore imparerà a conoscere i ballerini<br />

nel loro ruolo pubblico e nel loro profilo privato,<br />

apprenderà i rudimenti della danza e si renderà conto<br />

dell’enorme difficoltà che c’è dietro un movimento<br />

all’apparenza semplice, frutto, in realtà, di anni di lavoro<br />

individuale e di un grande lavoro collettivo.<br />

Tra i protagonisti di Corpo di ballo, prodotto da Panama<br />

Film e RaiPlay in collaborazione con Il Teatro alla Scala di<br />

Milano e Intesa Sanpaolo, alcuni tra i più importanti<br />

ballerini ed ex ballerini del mondo: Laura Contardi,<br />

Massimo Murru, Nicoletta Manni, Virna Toppi, Martina<br />

Arduino, Claudio Coviello, Timofej Andrijashenko,<br />

Gioacchino Starace, Vittoria Valerio, Alessandra<br />

Vassallo, Antonino Sutera, Antonella Albano, Maria<br />

Celeste Losa, Marco Agostino, Nicola Del Freo; Frederic<br />

Olivieri e Manuel Legris, i due direttori del Corpo di Ballo<br />

che si sono avvicendati nel corso dell’anno.<br />

Con la partecipazione straordinaria di Carla Fracci.


C I N E M A E T V<br />

SPADO'<br />

il Danzatore Nudo<br />

Spadò il danzatore nudo, documentario scritto e<br />

diretto da Riccardo De Angelis e Romeo Marconi, è tra<br />

i film selezionati alla 16esima edizione del Los<br />

Angeles-Italia Film Fashion and Art Festival in<br />

programma dal 18 al 24 aprile <strong>2021</strong>.<br />

Il documentario, presentato al pubblico al Vittoriale<br />

degli Italiani e già finalista in diversi festival<br />

cinematografici sul territorio nazionale (Bellaria Film<br />

Festival, Cuneo Film Festival e Cefalù Film Festival),<br />

ripercorre la vicenda biografica ed artistica di Alberto<br />

Spadolini (Ancona 1907 – Parigi 1972), ballerino,<br />

pittore e regista affermatosi nella Parigi degli anni<br />

Trenta. Una vita vissuta come un’opera d’arte, quella<br />

di Spadò che dopo l’amicizia con Gabriele D’Annunzio<br />

e l’apprendistato artistico romano presso il Teatro<br />

degli Indipendenti di Anton Giulio Bragaglia, emigra a<br />

Parigi ed in breve tempo diventa danzatore con Serge<br />

Lifar, coreografo apprezzato da Maurice Ravel, pittore<br />

ammirato da Jean Cocteau, attore con Jean Marais,<br />

regista con Django Reinhardt, cantante con<br />

Mistinguett e amante di Josephine Baker.<br />

Il documentario, girato tra Ancona, Fermo, Riccione e Gardone Riviera, è stato prodotto con la partecipazione<br />

dell’Atelier Spadolini di Marco Travaglini, nipote di Alberto Spadolini, grazie al quale la figura di Spadò è tornata<br />

in auge dopo la scoperta di un ricco archivio fotografico e giornalistico contenuto in una scatola “dimenticata” in<br />

una soffitta di Fermo. Tale archivio costituisce il repertorio fotografico del documentario che si avvale della<br />

partecipazione di personalità del panorama culturale italiano che si sono occupate di Alberto Spadolini, tra cui<br />

Giordano Bruno Guerri, Stefano Papetti e Antonio Luccarini. La suggestiva colonna sonora, invece, è stata<br />

affidata a Nicoletta Fabbri Quartet.<br />

La selezione al Los Angeles-Italia Film Fashion and Art Festival sarà l’occasione per far conoscere il<br />

documentario anche al pubblico americano. La rassegna cinematografica, infatti, patrocinata dall'Istituto Capri<br />

nel mondo con il sostegno del Ministero della Cultura Italiano e di Intesa San Paolo Bank, onora ogni anno il<br />

meglio della cultura italiana e italo-americana attraverso anteprime, spettacoli e mostre nei giorni che<br />

precedono la notte degli Oscar. L’edizione <strong>2021</strong> sarà dedicata al maestro Ennio Morricone e vedrà come ospiti<br />

grandi nomi del cinema come Quincy Jones, Quentin Tarantino, Clint Eastwood e anche molti personaggi italiani<br />

come Tony Renis, Giuseppe Tornatore, Andrea Bocelli e tanti altri che omaggeranno il grande maestro<br />

scomparso a luglio scorso.


T E A T R O<br />

ALBANIA-ITALIA<br />

SOLO ANDATA<br />

Debutta in prima nazionale presso il Teatro Lo Spazio,<br />

mercoledì 12 fino a venerdì 14 maggio <strong>2021</strong>, alle ore<br />

20.00, lo spettacolo “Albania – Italia Solo Andata”, un<br />

monologo biografico tragi-comico che racconta la storia<br />

vera ed incredibile di Marbjena Imeraj, giovane donna<br />

salita su un barcone e partita dall’Albania verso l’Italia alla<br />

ricerca della propria felicità. Un viaggio compiuto con<br />

fatica e costellato da una serie di accadimenti da cui<br />

Marbjena non si è mai lasciata abbattere, superando<br />

violenze, soprusi e affermando se stessa con un coming<br />

out in una famiglia di religione musulmana, che dimostra<br />

ancor di più il suo coraggio. Il testo scritto dalla stessa<br />

protagonista è una caparbia e profonda ricerca della<br />

libertà, descritta con singolare leggerezza nella pièce<br />

prodotta dall’Associazione Culturale Maeli – Ricerca<br />

Teatrale, diretta da Melania Giglio con scene e costumi a<br />

cura di Fabiana Di Marco e Giovanna Stinga, con foto di<br />

scena a firma di Azzurra Primavera.<br />

“Albania – Italia Solo Andata”, è il secondo<br />

spettacolo scelto dal Direttore Artistico Manuel<br />

Paruccini per la ripartenza del Teatro Lo Spazio,<br />

che accoglie sul suo palco una prima nazionale<br />

pronta a mostrare al pubblico il vero significato<br />

della parola resilienza, termine di cui si è fatto<br />

incetta nell’arco dei mesi più difficili<br />

dell’emergenza pandemica.<br />

Marbjena vive la violenza, superandola. Vive la<br />

caduta del regime comunista e la conseguente<br />

guerra civile, guardando avanti e alimentando il<br />

sogno della recitazione. Vive la perdita di<br />

un’amica, costretta a prostituirsi e poi, quella di<br />

una sorella, morta suicida. Vive un viaggio della<br />

speranza, dall’Albania all’Italia, alimentando la<br />

voglia di scoprire un Paese, che poi si rivelerà<br />

ostile e spesso razzista. Tutto per amore della<br />

vita e di quel sogno chiamato teatro.<br />

Marbjena Imeraj


È sempre difficile coniugare le arti, mutuare le nette separazioni grazie alle<br />

B E N E S S E R E<br />

A N D R E A F E R A Z Z O L I<br />

quali spesso ci sentiamo al sicuro; un concetto che implica che ciascun<br />

cassetto del comò sia anticipato, nell’apertura, dalla visibilità di<br />

quell’etichetta che tanto ci rende certi del suo contenuto.


B E N E S S E R E


B E N E S S E R E<br />

Inoltre, se è vero che la posizione è rigorosa – e soprattutto, se è<br />

vero che sempre l’allievo vada messo in sicurezza -, perché non<br />

trovare il modo di rendere sempre più sottile l’asana stessa?<br />

Perché non entrare in quel movimento sempre più a fondo,<br />

affrancandolo – come talvolta succede – dalla riproduzione<br />

meramente raffigurativa dogmatica?<br />

Mi spiego: ci sono diverse modalità attraverso le quali potrei<br />

aprire le mie braccia e renderle parallele a terra; posso elevarle<br />

come due linee, e posso “sezionare” il mio movimento,<br />

rendendolo fluido, danzato, attraverso il medesimo vigore che è<br />

richiesto alla pratica e, al contempo, con la medesima plasticità<br />

della cera di una candela che arde; è possibile, vi assicuro.<br />

Ed allora la mia danza inizierà a coordinare l’energia – che non è<br />

differente da quella che governa le maree – dalla spalla al gomito,<br />

e dal gomito al polso, e da quest’ultimo ai polpastrelli della mano,<br />

attraverso un movimento consapevole e sottile, facendo anche in<br />

modo che non si fraintenda una priorità di valore, di importanza,<br />

tra un addome ed un mignolo, essendo tutto unito, tutto<br />

armonico, ché mica l’universo separa.<br />

Ed eccola la danza cui mi riferisco: fluidità ininterrotta di<br />

movimenti sparsi nell’aria, concerto di muscoli, emozioni, respiro,<br />

emozioni, percezioni; concerto di elementi: terra delle ossa, acqua<br />

dei fluidi e delle cellule, soffio di respiro e polmoni, spazio del<br />

cuore, fuoco di dignità e calore umano.<br />

Questo tipo di considerazione della pratica reca in sé un corollario<br />

fondamentale quanto l’assunto e le premesse, e cioè che nessuna<br />

posizione sia disgiunta dall’altra, naturalmente.<br />

Suggerisco sempre ai miei praticanti che ogni passaggio – da una<br />

posizione all’altra, appunto – venga effettuato, esso stesso, come<br />

fosse un ulteriore asana, come se quel movimento transitorio che<br />

ci conduce alla posizione successiva sia fondamentale a<br />

mantenere la stessa coordinazione di cui vi ho accennato; non<br />

importa che io debba praticare la candela o fare un passaggio di<br />

mezzo in posizione seduta, mi interessa che comprendano che<br />

nulla si scinde, che il respiro, i muscoli utilizzati, l’intensità della<br />

forza e delle energie non si separino, non si disperdano, per poi<br />

ritrovarsi nuovamente nell’asana a seguire.<br />

Questo è quello che intendo per danza, per movimento fluido,<br />

consapevole, presente; intendo fornire allo yoga una dimensione<br />

per la quale non sia dissonante il termine danzare.<br />

Purché questo venga inteso come l’espressione dell’individuo che<br />

si ricongiunge, che si connette, ai moti e agli elementi<br />

dell’universo in espansione a spirale, alle orbite perfette di<br />

pianeti e satelliti in rotazione, e non come la somma delle sole<br />

tecniche per le quali il termine yoga abbia un senso.<br />

Del resto come potrei separare il mio respiro dall’addome, la mia<br />

gioia dal movimento, la mia consapevolezza dalla tecnica?<br />

Avete mai sentito suonare un pianista che disgiungesse le note<br />

del suo pentagramma separandone l’armoniosità, la continuità e<br />

la poesia?<br />

Sarebbe possibile separare, forse, il cielo dalle sue stelle?<br />

E questa come la chiamereste, se non danza?<br />

Se non arte?


F O R M A Z I O N E<br />

IL FONDAMENTO VALORIALE DELLA VITA<br />

di Renzo <strong>Maggio</strong>re<br />

Cosa è veramente importante per te?<br />

Quali sono le parole che, solo a pronunciarle, ti danno energia?<br />

Dietro ogni decisione e azione c’è sempre una ‘filosofia’, più o meno consapevole,<br />

un mettere sulla bilancia i valori (personali e sociali) che danno un senso al gioco<br />

dei comportamenti. In base all’Etica (ossia la branca della Filosofia che studia i<br />

valori) si stabiliscono obiettivi, si investono risorse, si fa politica e, non di rado, si<br />

entra in conflitto, soprattutto per l’incapacità di riconoscere le basi valoriali dei<br />

comportamenti, il meccanismo interno che innesca le emozioni, nonché la relatività<br />

del proprio punto di vista, dipendente dal condizionamento del contesto famigliare e<br />

culturale, oltre che dallo sviluppo di una propria percezione del mondo. Dunque,<br />

chiedersi quali sono le parole che ci muovono di più non è affatto un passo<br />

secondario perché ci aiuta a conoscerci più a fondo e a comprendere i processi<br />

della comunicazione.<br />

La rivoluzione psicologica e culturale parte dalla consapevolezza che gli stati d’animo sono una nostra responsabilità.<br />

La consapevolezza sui processi mentali e sociali porta ad una presa di responsabilità totale, che non fornisce più scuse pei i nostri comportamenti<br />

incoerenti, inopportuni, se non addirittura violenti. La violenza, in qualsiasi forma, altro non è se non l’estrema dimostrazione pratica dell’ignoranza,<br />

della superficialità di giudizio e dell’assenza di una vera spiritualità. Solo attraverso il ragionamento e il sentimento di uomini intellettualmente liberi, vi<br />

può essere un cambiamento nella gerarchia dei valori e un equilibrato confronto tra ‘filosofie’ che porta a costruire relazioni sane.<br />

I pensatori illuminati stimolano e a volte creano nuovi paradigmi che possono portare ad effetti sociali duraturi, il cui segno positivo non è affatto<br />

scontato. La ‘filosofia’ di un singolo può diffondersi fino ad innescare macro rivoluzioni; ma la rivoluzione più importante è quella che avviene dentro noi<br />

stessi nel momento in cui non troviamo più giustificazioni alla sofferenza ed anzi ammettiamo di essere i principali responsabili della nostra condizione.<br />

La Carta di Valori è un bussola che facilita scelte e relazioni.<br />

Il valori altro non sono che enormi contenitori di significato, che vanno necessariamente indagati (dentro e fuori di sé) se l’intento è quello di<br />

comprendersi davvero e di condividere obiettivi motivanti. Vi sono alcuni valori definiti proprio ‘contenitore’ perché altro non sono che spazi in cui i veri<br />

valori caratterizzano le dinamiche di comportamento del sistema: ad esempio in Famiglia ciò che conta è l’atteggiamento e la ‘filosofia’ di ciascun<br />

membro e del gruppo nel suo insieme, che porta a specifici comportamenti; siccome il valore ‘famiglia’ in sé non garantisce alcun allineamento, occorre<br />

dichiarare quali sono i valori che la Persona porta nel sistema e condividere una linea comune che rispetti il punto di vista dei componenti il gruppo.<br />

Vanno specificati e condivisi i significati che ciascuno attribuisce ai suoi valori e infine i comportamenti attesi in coerenza con le ‘promesse’ di ciascuno.<br />

Una persona o un ente ‘di qualità’ mantiene nei fatti le promesse scritte o dette a parole. A questo punto, ogni componente remerà nella stessa<br />

direzione e diminuiranno sensibilmente incomprensioni ed equivoci; migliorerà altresì la comunicazione intra e inter personale.<br />

Altri valori ‘contenitore’ sono ad esempio la ‘Professionalità’ (ogni organizzazione, oltre al saper fare un lavoro, chiede di rispettare certi valori),<br />

l’Imprenditorialità (come si conduce la propria impresa) e la Squadra (come si comunica e lavora in un gruppo). I valori ‘veicolanti’ sono invece<br />

strumenti per realizzare ciò che i veri valori richiedono (un esempio tipico di valore veicolante è il denaro).<br />

Dai valori fondanti nascono gli obiettivi che motivano ad agire a raggiungere il successo.<br />

Appare paradossale come certi uomini non si rendano conto che il loro ‘stile di vita’ poggia proprio sulle forme di pensiero imperanti, sul sapere appreso<br />

e diffuso, sugli schemi di ragionamento e di abitudine comuni. Ogni scelta, a livello personale, famigliare e politico deriva dall’impostazione filosofica di<br />

fondo, più o meno presente alla coscienza di individui e gruppi. Questa filosofia, che diventa motore di azioni e reazioni, si basa sui valori, le credenze<br />

e le convinzioni riguardo ciò che davvero è importante per il sistema. Prima di agire or dunque, sarebbe opportuno conoscere a monte la piattaforma di<br />

riferimento…Gli scopi principali di un ente, così come quelli di un individuo, devono contenere chiari valori legati ad un profondo sentire: lo scopo<br />

principale di un sistema, la cosiddetta Missione, è il contributo originale che si vuol offrire al mondo, il modo in cui s’intende raggiungere la Visione,<br />

ossia la sfida da vincere per una trasformazione futura congruente alla Missione e al proprio Essere.<br />

Nel rapporto interno tra Valori e percezione dei comportamenti sta la causa delle emozioni.<br />

Conoscere se stessi significa scoprire le proprie vocazioni e inclinazioni, un modo d’essere naturalmente originale, ma anche essere coscienti delle<br />

dinamiche che caratterizzano i processi mentali: gli stati d’animo e le emozioni sono risultati di strategie di pensiero, riflessi sul corpo di attività<br />

psichiche, manifestazioni materiali di una forma pensiero spesso agente a livello inconscio.<br />

I valori conducono i nostri giudizi sulla realtà: più in alto sta un valore nella mia piramide etica, più forte sarà l’intensità emozionale collegata (nel bene e<br />

nel male). Onde evitare inutili sofferenze, è opportuno riconoscere in tempo questi processi, dare un nome agli stessi e ritornare al focus sul respiro e<br />

sulla verità dell’emozione, che rappresenta sempre un segnale d’azione: c’è qualcosa da fare, da cambiare, un errore di valutazione cui rimediare…<br />

Il benessere supremo si ottiene con un approccio Zen all’esistenza, con la piena consapevolezza che, vivendo completamente nel momento presente,<br />

si scioglie ogni legame al tempo passato e futuro, si comprende che la sofferenza è indotta dall’attività mentale e che si può vivere in modo sciolto e<br />

naturale nella spontaneità dell’attimo. L’analisi del sé e della propria mente lascia il campo alla Sintesi dell’Essere, alla Presenza nel Qui e Ora,<br />

nell’unico momento che può davvero chiamarsi VITA.<br />

Riferimenti bibliografici<br />

“Saper essere. La competenza umana fondamentale”, R.<strong>Maggio</strong>re, Chiado, Roma 2017<br />

“Pillole di pace interiore”, Ren Zen, Armando Curcio, Roma 2017<br />

“Vivendo Zen”, Ren Zen, Armando Curcio, Roma 2017<br />

“Il piccolo libro del maestro”, Armando Curcio, Roma 2018<br />

“Vuoto Integrazione Amore”, Aracne, Roma 2019<br />

Sito ufficiale<br />

www.renzen.it<br />

http://renzen.it/category/saggi/


CIRCLE<br />

WE<br />

NIGHT THE<br />

F O T O G R A F I A<br />

di Luca di Bartolo


F O T O G R A F I A<br />

Oggi, dopo due articoli sui workshop di fotografia , torno<br />

volentieri sul palco con la mia ‘macchina da presa’;<br />

l’occasione è “We Circle the Night” del coreografo ThangDao<br />

(DAP Festival 2017, direzione artistica Adria Ferrali)<br />

danzatori: Elise Pekarek e Oliver Greene Cramer Musica:<br />

Ezio Bosso e Max Richter.<br />

Questo è il link: https://vimeo.com/228948036<br />

Ciò che mi spinge a raccontare la danza è il<br />

bisogno di entrarci dentro e viverne l’emozione in<br />

maniera diretta: è una necessità viscerale di<br />

ritrovarmi in un’altra realtà in cui sentirmi ‘a<br />

casa’.<br />

La possibilità di vivere l’emozione della danza è<br />

per me essenziale, ma non mi era mai accaduto di<br />

poterla vivere con una coreografia di danza<br />

‘classica’ da tale distanza.<br />

Questa esperienza con l’opera del coreografo<br />

ThangDao, “We Circle the Night”, penso sia la<br />

dimostrazione di come il percorso che ho iniziato<br />

15 anni fa attraverso la fotografia mi trasporti,<br />

attraverso il video, ad un’esperienza sempre più<br />

‘dentro’.


F O T O G R A F I A<br />

Certo, girare un video di danza classica alla distanza a me congeniale non è<br />

proprio facilissimo e può essere anche un po’ rischioso, ma l’emozione di<br />

ritrovarsi a pochi centimetri dal viso di un danzatore o da una presa è<br />

impagabile. E’ essere quell’aria che li avvolge. Arrivare a poter realmente<br />

vivere le espressioni dei visi.<br />

Il risultato è così intimo e ti fa entrare dentro l’emozione del movimento,<br />

ti dà la possibilità di ritrovarti faccia a faccia con l’esperienza dei gesti<br />

tra i danzatori; personalmente ho avuto la sensazione di raccontare veramente<br />

una storia, come fosse un film. Ciò che mi auguro è che chi guarderà il video<br />

possa vivere in parte ciò che io sento ogni qualvolta mi avvicino alla danza<br />

e vedo esseri umani che mi raccontano qualcosa.<br />

Le immagini di questo<br />

articolo si riferiscono<br />

alla messa in scena<br />

presso il Teatro della<br />

Versiliana durante la<br />

serata del Galà finale<br />

del festival.


P I T T U R A<br />

LORENZO<br />

DI PINTO<br />

Mitologia<br />

Fantascienza


P I T T U R A<br />

Lorenzo Di Pinto ha cominciato a disegnare alle<br />

elementari per i suoi compagni di classe e da allora non<br />

ha più staccato la matita dal foglio. Vive a Roma, da<br />

sempre ha studiato disegno e pittura da autodidatta, e<br />

poi dal 2014 al 2019 ha frequentato il Corso di Disegno<br />

di Silvana Bino. Nel 2016 ha pubblicato una sua opera<br />

nel Calendario 2017 dell’Associazione Pizzicarms Onlus.<br />

Nel 2018 ha cominciato a collaborare con l’associazione<br />

artistica MoWi Art Communication, con cui ha esposto<br />

presso il Museo Diocesano e Capitolare di Terni, al<br />

Palazzo Petrignani di Amelia, alla fiera artistica Kunst<br />

Schimmer in Ulm (Germania) e in diverse gallerie in<br />

Russia. Nel febbraio 2020 ha esposto alcune opere<br />

presso il Teatro Sophia di Roma durante la rassegna<br />

“Un Artista al Mese”. Parlando delle sue opere è stata<br />

notata l’intensità di carattere delle figure e l’androginia<br />

dei personaggi. Le sue opere richiamano presenze dalla<br />

dimensione del fantastico e della mitologia ed evocano<br />

atmosfere fiabesche e oniriche, spesso tolkienane. Nel<br />

febbraio 2019 la sua opera “L’alba dalle dita rosa” è stata<br />

utilizzata dalla poetessa Laura Pingiori come<br />

illustrazione alla poesia “Parte essenziale” sul Blog<br />

Differevent. Convinto che ogni produzione artigianale<br />

può essere un’espressione artistica, preferisce non<br />

relegare lo sfogo della propria creatività ad un solo<br />

strumento, pertanto spazia dalla pittura alle arti<br />

decorative e dal fumetto all’illustrazione.


A R T I G I A N A T O<br />

WORK IN PROGESS<br />

(CERAMICANDO<br />

di Luca Fochetti<br />

@luca_fochetti<br />

La ceramica, oltre ad essere una passione, un hobby, è un lavoro,<br />

un vero e proprio un toccasana per la nostra salute… una vera e<br />

propria terapia! La mia avventura, nel mondo della ceramica,<br />

inizia nel 2013, spinto con insistenza da un mio caro amico;<br />

all’epoca facevo i mercatini di antiquario, e, poiché vendevo<br />

ceramica antica, mi chiese se mi fosse piaciuto farla da me.<br />

Così iniziai con lui a fare ricerche su internet cercando insegnati<br />

di ceramica su Roma e li trovammo; iniziò, così per me una<br />

nuova esperienza che divenne subito amore Ricordo che<br />

maneggiavo l’argilla con gioia, vedendo trasformarla a mano<br />

libera in oggetti utili. Devo dire che in breve tempo acquistai<br />

subito velocità nel maneggiare la materia e nel creare oggetti<br />

come lampade da tavolo, posaceneri, svuotatasche e molti altri<br />

simpatici oggetti sia per casa che personalizzati. Da subito ebbi<br />

le idee molto chiare sulla tipologia di oggettistica cui dedicarmi:<br />

dalle lampade al vaso.<br />

Insomma da un hobby divenne, poi, un lavoro! Tutto iniziato<br />

casualmente sotto l’occhio vigile della mia insegnante… Un<br />

ottimo rifugio per rilassarmi ed esprimermi nella mia arte in tutti<br />

sensi.<br />

Col passare degli anni, nel 2019, sono riuscito, dopo varie<br />

selezioni, a far parte del corso di “ceramica e dipinto“<br />

conseguendone l’attestato riconosciuto dalla regione Lazio.<br />

Ora continuo vivendo una nuova esperienza mai provata: l’uso<br />

del tornio elettrico e sono ancora in fase di apprendimento.<br />

Mi definisco “autodidatta per lavori di alta precisione”<br />

cimentandomi sempre nel living home.


come antidoto alle ferite dell’anima. Ne parliamo con Caterina che ha trovato,<br />

Creatività<br />

natura e nel dolce ricordo delle sue radici, la forza di affrontare le paure e le incertezze<br />

nella<br />

questo inedito ed inaspettato momento della nostra vita.<br />

di<br />

racconto di Caterina emoziona per la sua delicatezza e semplicità. Architetto, esperta in<br />

Il<br />

industriale, illustratrice e grafica anche nel campo della moda, mi racconta di aver<br />

design<br />

l’inizio della pandemia, il lockdown e la lontananza dai propri affetti con grande<br />

vissuto<br />

A darle sollievo la passione per le piante, per i fiori e soprattutto il rifugiarsi nel<br />

sconforto.<br />

ricordo della nonna: il suo profumo e quei fazzoletti finemente ricamati che portava<br />

dolce<br />

con sé imprimono nell’animaa volte inquieta di Caterina un dolce sorriso che,<br />

sempre<br />

pian piano rumoroso, ha dato vita alla sua ispirazione creativa ed alla<br />

diventando<br />

di un originale progetto, il “Mazzolino”. Un fazzoletto stampato artigianalmente,<br />

realizzazione<br />

stampa linoleografica, un mazzolino di fiori e non solo, compongono le sue romantiche<br />

una<br />

e come nasce il tuo progetto Caterina?<br />

Quando<br />

progetto nasce per rispondere ad una mia esigenza di conforto. Gli affetti distanti, le<br />

Il<br />

difficoltà a fare qualsiasi cosa e, ovviamente, la necessità di stare chiusa in casa,<br />

numerose<br />

hanno fatto riflettere. Ho pensato alla cosa più confortante di tutte per me, anche se<br />

mi<br />

convinta lo sia per molti: la propria nonna. Ricordo benissimo il profumo della sua<br />

sono<br />

del suo armadio e del suo fazzoletto. L’odore ha un fortissimo impatto sui ricordi.<br />

borsa,<br />

il lockdown una mia carissima amica mi ha lasciato sul parabrezza dell’auto un<br />

Durante<br />

di fiori di campo raccolto da lei, mi ha commossa. E’ stato come ricevereun<br />

mazzolino<br />

abbraccio regalandomi il suo tempo, un gesto raro e davvero importante.<br />

caloroso<br />

così pensato che, forse, queste carezze per l’animaavrebbero regalato anche ad altre<br />

Ho<br />

scelta del nome “Mazzolino” ha per te un significato particolare?<br />

La<br />

piante sono la mia panacea, così calme e tranquille, perseverano loro malgrado, a<br />

Le<br />

la dote della pazienza che non ho mai avuto.<br />

insegnarmi<br />

“Mazzolino” è semplicemente un mazzolino di campo, un dono sincero che si fa agli affetti<br />

Il<br />

e più belli. Le mie piante preferite sono le perenni, proprio per la loro natura<br />

giusti<br />

e senza pretese, esattamente come l’amicizia.<br />

spontanea<br />

illustri la tua composizione tipica e le fasi della sua realizzazione?<br />

Ci<br />

Mazzolino è composto da un mazzolino di fiori di campo, foglie e capolini secchi che<br />

Il<br />

personalmente durante le mie amate passeggiate nella natura, da un fazzoletto in<br />

raccolgo<br />

che stampo con una mia illustrazione di ricordo vittoriano - una mano che porge un<br />

cotone<br />

di fiori - e che profumo con una cartina di papier d’Arménie, da una mia stampa<br />

mazzolino<br />

a tema sempre botanico. Talvolta aggiungo una vecchia cartolina, ovviamente<br />

linoleografica<br />

tema floreale; ne ho trovate di bellissime, con messaggi del giovane militare per la<br />

a<br />

del nipote in vacanza con i saluti per la nonna, dei figli lontani per la mamma, mi<br />

fidanzata,<br />

collezionarle non per appropriarmi dei ricordi altrui ma perché quei ricordi non si<br />

piace<br />

disperdano.<br />

trasmette il tuo “Mazzolino”?<br />

Cosa<br />

sentimento importante. Vorrei che chi riceve il Mazzolino in regalo percepiscala sincera<br />

Un<br />

profonda amicizia di chi gli sta vicino pronto a porgere il suo fazzoletto nei momenti più<br />

e<br />

ma anche, e - spero - soprattutto, per asciugare lacrime di gioia.<br />

difficili<br />

soddisfazione più grande dalla nascita alla realizzazione del tuo progetto?<br />

La<br />

risposta delle persone, un affetto che non avrei mai pensato di ricevere. E’ un privilegio<br />

La<br />

esser partecipe dei regali fatti con le stesse intenzioni che hanno spinto la mia amica<br />

poter<br />

lasciarmi un mazzo di fiori sul parabrezza. Confesso di essermi emozionata più volte<br />

a<br />

sui bigliettini da includere al mazzolino i messaggi richiesti dai mittenti del regalo.<br />

scrivendo<br />

persone fanno davvero la differenza e sono felice di averle conosciute.<br />

Queste<br />

progetti futuri per il tuo “Mazzolino”?<br />

Hai<br />

sto curando le mie personali piante perenni per i futuri mazzolini, le ho seminate in una<br />

Sì,<br />

serra e quando fioriranno le farò seccare. Sto pensando anche di stampare su altri<br />

piccola<br />

e soprattutto sui tessuti.<br />

oggetti<br />

con la citazione di Vincent Van Gogh: “L’arte è per consolare quelli che sono<br />

Concludiamo<br />

spezzati dalla vita”. Il Mazzolino, oltre che consolazione nei momenti di sconforto che<br />

stati<br />

e che abbiamo tutti vissuto nell’ultimo periodo, si è trasformato pian piano nella<br />

hai<br />

di Caterina?<br />

rinascita<br />

A R T I G I A N A T O<br />

L’ARTE DELLA COMPOSIZIONE<br />

Giovanna Delle Site incontra Caterina _ "Il Mazzolino"<br />

e raffinate creazioni.<br />

persone la stessa sensazione di conforto che ho provato io.<br />

più cari e vicini, un po’ come donare il proprio tempo speso a scegliere e cogliere i fiori più<br />

Sì, è<br />

la mia rinascita. Questo progetto mi ha dato tantissimo in termini che non avevo<br />

considerato:su tutti, l’affetto e la stima dalle persone.<br />

PROFILO INSTAGRAM @un_mazzolino


A R T I G I N A T O<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

di Assia Karaguiozova<br />

ballerini si piegano, volano, ondeggiano,<br />

I<br />

svolazzano come corolle leggere.<br />

costumi<br />

volti riflettono le luci dei Teatri. Il vetro<br />

I<br />

scende morbido e si<br />

incandescente<br />

in un cordone sinuoso ed<br />

attorciglia<br />

- volteggia come piroette in un<br />

avvolgente<br />

per accogliere ed esaltare la<br />

nido<br />

del corpo, che non è mai lo<br />

trasparenza<br />

stesso.<br />

cotissi, scarti che diventano materia<br />

Due<br />

simboleggiano la vita che continua,<br />

prima,<br />

l’identità cromatica<br />

determinano<br />

e ne caratterizzano l’unicità.<br />

dell’opera<br />

colori si sovrappongono, poi si dividono.<br />

I<br />

Giselle. Rinasce Giselle. Baryshnikov<br />

Nasce<br />

a Venezia. Una nuova Biennale sta<br />

ritorna<br />

aprire le porte. Le danze continuano.<br />

per<br />

Carlotta Grisi -Giselle, 1842<br />

la speranza che la Bellezza possa<br />

Pulsa<br />

contribuire ad un Mondo migliore.<br />

davvero


F O T O G R A F I A<br />

Collage Artist<br />

Intervista<br />

di Fabrizio Silvestri


F O T O G R A F I A<br />

Benvenuta Ileana, tu sei nata in Venezuela, hai studiato in America, e poi hai girato il mondo passando anche da<br />

Roma. Ora dove vivi?<br />

Grazie dell’invito! Si, sono nata e cresciuta in Venezuela, finché ho finito i miei studi; sono andata negli Stati Uniti, dopo a<br />

Roma dove ho avuto la vera esperienza lavorativa per 10 anni; poi a Ginevra e, dopo sei anni a Londra, mi sono finalmente<br />

trasferita ad Anversa, Belgio, città del mio marito. Sufficiente vero?<br />

Nasci da una famiglia di artisti, uno per tutti, tuo fratello è Guillermo Mariotto. Quanto è importante respirare l’arte<br />

fin da piccoli?<br />

Importantissimo! L’ho capito dopo da adulta; a casa sono cresciuta con l’influenza creativa di mia madre (rapida, elegante e<br />

sicura ) e, poi, mio fratello Guillermo (chi faceva magia con tutto quello che si inventava).<br />

C’era sempre qualcosa da fare, anche nel quotidiano dovevamo fare le cosa in una maniera speciale. Ecco perché mi sono<br />

resa conto che avevo un modo di fare particolare che derivava dalla mia famiglia. Mi ricordo che i miei amici mi dicevano<br />

sempre che io non potevo fare una cosa semplice, senza farla diventare speciale.<br />

Ileana, tu sei laureata in Industrial design come hai scoperto di voler diventare portrait collage artist?<br />

Il bello del Disegno Industriale è la diversità creativa, puoi sperimentare tutti i materiali che vuoi finché trovi il tuo elemento.<br />

Sapevo da sempre che mi piaceva moltissimo la storia, e la storia viene raccontata sulla carta, la Bibbia, la biografia di<br />

personaggi, la poesia, la musica.... quando metti tutto insieme racconti una storia! Con la carta puoi fare molte cose; già da<br />

piccola creavo dei collage però non avrei mai pensato che potesse diventare una professione. È per questo che è così<br />

importante ascoltare il tuo intuito e fare quello che ti piace prima di tutto per te stesso.<br />

Qual è stato il primo ritratto che hai realizzato?<br />

Per Guy! Mio marito…A Londra, già ero sposata, ho vissuto un periodo di grande difficoltà: purtroppo ho conosciuto il<br />

cancro. La malattia mi ha rimesso in discussione con la vita e devo dire che, nel mio caso, mi ha messo nel posto giusto per<br />

continuare a vivere, semplicemente come volevo io!! Con le mie priorità... Dovevo passare molto tempo a casa durante la<br />

malattia e la creatività è stata la mia compagnia, la mia meditazione e maniera di comunicare un mondo di sentimenti.<br />

Dovevo fare un regalo per il compleanno a Guy, volevo farlo sentire che io ero tornata!!<br />

Ho cominciato a pensare di raccontare un po’ la sua vita con la carta e creare un Portrait. Ogni giorno lavoravo di nascosto,<br />

ho voluto fare un grande formato quindi è stato molto divertente fare di tutto per non farlo vedere.<br />

Il giorno del suo compleanno è stato un momento magico, vedere la sua reazione davanti al quadro è stato incredibilmente<br />

gratificante!! Ho scoperto in quel momento la passione nel farlo e l’ allegria che il mio lavoro faceva sentire agli altri. E così<br />

sono già passati 7 anni di un viaggio molto divertente di gallerie, mostre e di tanti personaggi..<br />

E L’ultimo?<br />

Leonard Cohen insieme ad altri 5 poeti che hanno ricevuto il Premio Principessa di Asturias.<br />

Le tue opere sono icone del 900… cosa c’è di interessante nel volto di un cantante famoso?<br />

Prima di tutto la loro espressione!! Se non vedi chi è lui o lei non potresti sentire tutto il resto del Art work! Dopo, tutti i<br />

dettagli e materiale di ricerca che parlano del personaggio. Devo fare sempre una importantissima ricerca e,quando riesco a<br />

trovare materiale originale, è semplicemente straordinario!<br />

Hai mai pensato di raccontare il vissuto della gente comune?<br />

Certo!! Mi è sempre piaciuto fare i Portrait della gente che incontro “brief encounters” durante i miei viaggi. Prendevo tutti i<br />

giornali e materiale interessante in tutti i Paesi particolari come la Cina, Mongolia, Madagascar, India… C’è gente meravigliosa<br />

nel mondo, mi piace raccontare le loro storie. E soprattutto faccio delle commissioni per le persone che vogliono fare un regalo<br />

speciale per una occasione unica, come per esempio per i 50. o 60. anniversari o per un regalo di matrimonio. Lo chiamo<br />

“esercizio d’amore” perché nasce prima dalla persona che vuole fare il regalo, poi mi deve raccontare tutto sulla personalità<br />

dell’altro, passione, colori, aneddoti etc. e poi comincia il rock and roll per me...! Il bello del portrait collage Art è la sua<br />

originalità... time less! perché rimane per sempre per le generazioni...<br />

Come scegli i protagonisti di un tuo quadro?<br />

Non li scelgo... mi arrivano! A volte basta guardare qualcosa e mi viene in mente un tema!<br />

Ad Ibiza, durante la pandemia, ho pensato alla musica, agli hippies dell’isola.. e poi mi è venuto in mente il Festival di<br />

Woodstook 1969! Se ci pensi c’è uno spazio impressionante tra quello che c’era in quel periodo e quello che viviamo adesso:<br />

“la ricerca della libertà”. Quindi ho fatto la collezione con i giornali della musica del 1969 insieme a i giornali di Ibiza 2020. Puoi<br />

vederlo nel mio web e su Instagram.


P I T T U R A<br />

So che stai completando un galleria d’arte in Spagna, ci puoi<br />

dire di cosa si tratta?<br />

Si. Mi hanno cercata per fare un “Public Art” per un progetto<br />

urbano nella città di Oviedo in Asturias. Si tratta di fare un tributo<br />

a dei poeti che hanno ricevuto il premio Principessa Di Asturias.<br />

Questo premio è molto conosciuto a livello internazionale. L’idea è<br />

di creare un gran Totem con le faccia di 5 poeti, Anne Carson,<br />

Margaret Atwood, Angel González, Leonard Cohen e José Hierro.<br />

Vogliamo invitare la gente a leggere di più, ad essere più sensibile<br />

alla forza della parola! Mi auguro che per fine maggio sarà tutto<br />

pronto per il pubblico.<br />

Tu hai vissuto per molti anni a Roma, lavorando con tuo<br />

fratello Guillermo Mariotto. Come sono i vostri rapporti?<br />

Oh Mio dio!!!! È stata la mia scuola.... Guillermo è stato il mio<br />

datore di lavoro e, allo stesso tempo, mio fratello! Molto molto<br />

esigente, perfezionista! sapeva che poteva chiedermi qualunque<br />

cosa senza pensare se io ne fossi capace!<br />

A volte mi faceva paura... jajajaj la prima volta, all’inizio, si doveva<br />

fare una sfilata di moda all’ estero e nessuno poteva andare, lui mi<br />

ha guardato e mi ha detto: “devi andare tu! Prepara tutto perché<br />

hai visto come si fa! “Tipico, come mia madre...: non ho avuto il<br />

tempo di pensarci! Sono andata e l’ho fatto! Mi dicevano Brava! E<br />

lui diceva... hai visto? lo sapevo. Punto! Lui sa credere nelle<br />

persone, sa come spingerti a fare cose incredibili. Alla fine non<br />

dicevo mai no perché sapevo che così imparavo di più!<br />

Cosa ti manca del tuo Venezuela?<br />

Il periodo di feste di Natale!!! A Caracas il Natale comincia da<br />

novembre con la musica tradizionale che si balla, si chiama “La<br />

Gaita” C’è sempre un’occasione per andare a ballare... ballare e<br />

come Mangiare..... quello mi manca moltissimo. Ovviamente la<br />

cucina venezuelana durante le Feste.<br />

Il sogno nel cassetto di Ileana Mariotto?<br />

Ogni giorno vivo il mio sogno... vivo!!!


P I T T U R A<br />

"Festival di Woodstook 1969"<br />

Ilena Mariotto


L I B R I<br />

"La verità che non ti ho detto"<br />

Recensione di Roberta Sgambati<br />

Rubrica a cura del blog<br />

"Il COLORE DEI LIBRI"<br />

http://ilcoloredeilibri.blogspot.com/<br />

Kandi Steiner racconta la vita, quella vera, quella difficile, in salita, che non fa<br />

sconti e che ti da gioie e dolori e lo fa coinvolgendo completamente il lettore<br />

nelle storie che racconta, intrappolandolo tra le pagine del libro e facendogli<br />

vivere ogni singola emozione provata dai suoi personaggi.<br />

Ho iniziato questo libro non sapendo bene cosa aspettarmi, perché questa<br />

autrice ha la capacità ogni volta di sorprendermi e di regalarmi emozioni<br />

molto forti, mi tortura anche un po' a dire il vero, perché sa come far vivere al<br />

lettore le emozioni dei suoi protagonisti e lo fa senza lesinare nulla, riuscendo<br />

a rendere i sentimenti dei suoi personaggi concreti, li descrive con cura ma<br />

senza mai esagerare, facendo si che il lettore si focalizzi su di loro e su quello<br />

che hanno da raccontare, sulle cicatrici invisibili che hanno addosso.<br />

Reese e Charlie hanno un passato, un'occasione mancata, le loro vite sono<br />

andate avanti su binari paralleli e entrambi hanno subito un lutto grande,<br />

difficile da affrontare e che in qualche modo quando si ritrovano dopo 14<br />

anni li fa riavvicinare, perché entrambi conoscono quel dolore sordo che non<br />

li abbandona e che li perseguita...<br />

Charlie da ormai 5 anni è l'ombra di se stessa, il suo matrimonio è alla deriva,<br />

lei e suo marito si sono allontanati senza nemmeno capire come... Lei e<br />

Cameron hanno vissuto in maniera diversa il proprio dolore, questo li ha<br />

portati a essere sempre più distanti, quella complicità che li univa, quel capirsi<br />

al volo sono pian piano svaniti e loro sono come rimasti congelati in un<br />

eterno dolore, incapaci di trovare la strada l'uno verso l'altro... Devo<br />

ammettere che ho trovato Charlie un po' confusa, in balia dei suoi sentimenti<br />

e non ho ben capito cosa voglia davvero: da un lato ho avuto l'impressione<br />

che non fosse in grado di comprendere completamente Cameron, dall'altra<br />

che si stesse attaccando a Reese perché lui riusciva a capire il suo dolore e in<br />

lui trovava conforto...<br />

Reese ha passato la vita in maniera molto egoistica, anche a 30 anni viveva<br />

pensando solo a se stesso, tanto c'erano i genitori a coprirgli le spalle...<br />

Purtroppo 3 anni prima una tragedia ha sconvolto la sua vita e ora ha bisogno<br />

di ritrovare se stesso e tornare nella sua città natale sembrava una buona<br />

idea, anche se non si aspettava di ritrovarsi a dover lavorare fianco a fianco<br />

con Charlie, la ragazza che 14 anni prima aveva lasciato senza averle mai<br />

confessato i suoi sentimenti... Reese sotto certi aspetti è ancora un grosso<br />

punto interrogativo, alla fine mi ha lasciato senza parole e mi son domandata<br />

cosa voglia veramente, se sta semplicemente inseguendo il ricordo di ciò che<br />

era, ma che non è mai stato o se veramente i suoi sentimenti non sono mai<br />

cambiati...<br />

E poi tra Reese e Charlie c'è Cameron , che ho avuto non poche difficoltà a<br />

inquadrare e che alla fine mi ha spezzato il suore, quando alla fine la Steiner<br />

fa parlare il suo personaggio ho sentito il bisogno di abbracciarlo, di<br />

consolarlo e dirgli che sarebbe andato tutto bene...<br />

Personalmente non amo le storie con i triangoli amorosi, perché mi innamoro<br />

sempre di tutti i personaggi coinvolti e non riesco mai a schierarmi o a gioire<br />

per le scelte che vengono prese, ma questa volta son stata letteralmente<br />

rapita dalla storia, non ho nemmeno preso una posizione, mi sono<br />

semplicemente lasciata trasportare dalla lettura e mi sono fatta sommergere<br />

dalle emozioni...<br />

La storia è raccontata attraverso il doppio punto di vista di Reese e Charlie e<br />

la Steiner ha dato molto spazio ai sentimenti di entrambi, a ogni capitolo il<br />

lettore entra un po' di più nelle loro vite e nelle loro menti, scopre ogni paura,<br />

ogni dolore e ogni rimorso, li osserva mentre lottano contro qualcosa che li<br />

continua a tormentare e che nello stesso tempo li avvicina sempre di più...<br />

Purtroppo quando si subisce una perdita importante nella propria vita non è<br />

facile andare avanti, il vuoto lasciato non sempre lo si riesce a colmare, si fa<br />

presto a dire che bisogna lasciare andare, come si può lasciare andare il<br />

proprio cuore e la propria anima? Questo la Steiner ce lo dice chiaramente<br />

parlandoci di Reese e Charlie, ce li mostra in tutta la loro fragilità e ce li fa<br />

amare dall'inizio alla fine...<br />

La Steiner torna in libreria con una storia intensa, drammatica, emozionante<br />

in cui ci parla di legami familiari, lutto, amore e vita vissuta e lo fa con il suo<br />

stile inconfondibile, chiaro, pulito e fluido, ma anche coinvolgente e<br />

travolgente, la lettura scorre via veloce, il lettore non si annoia mai, soffre<br />

con i protagonisti, si innamora, cade e si rialza con loro e alla fine si ritrova<br />

come Charlie a un bivio, incapace di scegliere quale tra i protagonisti è il suo<br />

preferito! Una lettura non facile da digerire, ma talmente emozionante che<br />

lasciarsela sfuggire sarebbe un peccato mortale!<br />

La Verità che non ti ho detto.<br />

di Kandi Steiner<br />

Prezzo: € 10,50 | Ebook: € 3,99 |<br />

Pagine: 264<br />

Genere: Contemporary Romance NA<br />

Editore: Always Publishing<br />

Trama<br />

Il matrimonio di Charlie Pierce, giovane<br />

maestra elementare, è sempre stato<br />

un’unione felice. Lei e suo marito Cameron<br />

si sono amati in modo incondizionato,<br />

hanno trascorso la vita contando sempre<br />

l’uno sull’altro finché un evento tragico non<br />

li ha segnati per sempre. Dopo cinque anni<br />

da quel fatidico giorno, la casa che un<br />

tempo rappresentava per loro un luogo<br />

magico, pieno d’amore e piani per il futuro,<br />

adesso è un guscio vuoto, colmo di silenzi e<br />

incomprensioni. Nel loro matrimonio<br />

qualcosa si è spezzato: qualcosa che Charlie<br />

desidera ricucire, ma che Cameron<br />

preferisce ignorare. Quando a Mount<br />

Lebanon torna Reese Walker, il primo<br />

amore di Charlie, sentimenti sopiti da anni si<br />

risvegliano improvvisamente nei cuori di<br />

entrambi. Reese è in grado di capirla,<br />

consolarla, di ricordarle la persona che era<br />

un tempo. Ma Charlie è davvero pronta a<br />

smettere di lottare per l’uomo con cui ha<br />

sognato tutta una vita insieme e gettarsi tra<br />

le braccia di Reese, il ragazzo che le aveva<br />

rubato il cuore così tanti anni prima? Si dice<br />

che ci siano sempre due versioni per ogni<br />

storia. Ma di alcune, ne esistono tre. Come i<br />

cuori coinvolti.


M U S I C A<br />

"L'ANIMA SEMPLICE" DI<br />

VALERIA ALTOBELLI<br />

"Nessuno è profeta al suo paese" asserivano i saggi<br />

latini. Così, dopo secoli noi italiani si continua a fare<br />

nei confronti dei veri, pochi artisti di talento.<br />

Valeria Altobelli, a giusto titolo di cotanta dicitura può<br />

tranquillamente fregiarsene.<br />

Conosciuta da noi come splendida modella, prima, in<br />

seguito a partecipazioni televisive, dopo ("Tale e quale"<br />

Prima serata di Rai Uno, ecc, ecc.), mamma di uno<br />

splendido figlio, moglie del campione olimpionico<br />

Simone Venier, Valeria è dotata di una voce cristallina,<br />

enorme simpatia e grandi qualità di autrice e<br />

interprete.<br />

Abituati, appunto, a non riconoscere l'accoppiata<br />

talento e bellezza, forse presso pubblico, ancora paga<br />

lo scotto di una disabitudine generale.<br />

Da noi. Perché all'estero fortunatamente tutto è<br />

diverso.<br />

"Anima Semplice" il suo ultimo brano, selezionato per<br />

partecipare al Festival Albanese “Kenga Majike <strong>2021</strong>”<br />

sta già conquistando le rotative delle radio in Albania e<br />

in molteplici paesi dell'Est.<br />

Un brano moderno, agile, arrangiato con sonorità<br />

classiche su di una base jazz, scritto dal compositore<br />

Azeglio Izizzari a cui Valeria dona coinvolgente<br />

emotività.<br />

A Valeria, come augurio per questa sua nuova fatica,<br />

vogliamo donare una toccante frase del Poeta Khalil<br />

Gibran: “Le anime più forti sono quelle temprate dalla<br />

sofferenza. I caratteri più solidi sono cosparsi di cicatrici”.


V A I G G I


V A I G G I<br />

"Scegliere di scoprire la Grossglockner hochalpen Strasse non è stato casuale per me e la mia metà.<br />

L’avevamo già inserito da parecchio tempo nei nostri progetti di vacanze in Austria, un bel paese che<br />

visitiamo spesso. E già che ci trovavamo nella regione di Salisburgo, precisamente a Zeel am See abbiamo<br />

finalmente trovato le giuste condizioni per compiere il nostro desiderio. Grossglockner strasse rappresenta<br />

la più bella strada panoramica e la più alta dell’Austria, “la strada alpina più famosa dell’Europa”. Situata nel<br />

cuore del Parco Nazionale degli Alti Tauri, si snoda tra due località : Fusch della regione di Salisburgo, e<br />

Heiligenblut della regione Carinzia. E’ una strada a pedaggio di 48 chilometri di lunghezza che si presenta in<br />

salita e con dei numerosi tornanti. Era una bella mattina di inizio settembre dall’aria frizzante e abbastanza<br />

serena. Una serenità considerata una fortuna dato che ci trovavamo in montagna dove capita magari che il<br />

tempo cambi spesso. Una serenità che ci ha permesso di goderci in pieno il panorama pittoresco dell’intero<br />

tragitto con le sue vallate, i ruscelli, le cascate, i rifugi, gli strapiombi e la veduta delle cime del<br />

Grossglockner e il noto ghiacciaio Pasterze. Percorso già un tratto di strada fecero la loro comparsa le<br />

montagne, maestuose, bellissime coperte di abeti e di altri alberi tipici di montagna. Attirati dal fascino del<br />

paesaggio abbiamo scattato, cos’, le prime foto e ci siamo fermati per una sosta. Non mi saziavo di<br />

ammirare le montagne con dei cappucci di neve, i pendii e le vallate, i ruscelli che scendevano saltellando a<br />

valle tracciando delle linee sinuose bianche, facendosi notare sul verde dominante della vegetazione. Poi il<br />

cielo immenso, azzurro, tinto di nuvole bianche, scenografiche ... Man mano che si saliva in quota il<br />

paesaggio cambiava notevolmente, la vegetazione scompariva, lasciando spazio alle tonalità del grigio delle<br />

roccia e di alcune cime delle montagne. Ci siamo fermati presso una bella cascata dalle acque cristalline,<br />

saltellanti sulle roccia levigata, ascoltando il suo candido mormorio che competeva con il mormorio del<br />

vento aspro di alta quota. Non resistemmo alla tentazione di prendere dell’acqua nelle mani e di lavarci il<br />

viso, anche se eravamo ben coscienti che era fredda come il ghiaccio. Ma era questo un modo di avvicinarsi<br />

alla natura pura ed incontaminata di quei posti … La strada si faceva sempre più impegnativa, i tornanti<br />

abbondavano da far girare la testa. A volte mancava il gardrail che alimentava un certo sentimento di<br />

insicurezza e di ansia,specialmente per chi guidava l’auto. Poi ci sono dei tratti di strada in cui incombe la<br />

pericolosa caduta delle pietre e dei massi dalle pareti delle montagne che sfortunatamente si sgretolano<br />

per l’effetto delle inevitabili trasformazioni che si possono verificare nel tempo, spesso anche per la colpa<br />

del clima rigido delle alte quote, ma il tragitto è bellissimo e vale la pena di essere scoperto. Ci sono molti<br />

punti ristoro e strutture turistiche efficienti che dove si può mangiare, alloggiare o semplicemente prendere<br />

un caffè o qualche panino, stando seduti sulle panche in legno ed ammirare la bellezza delle montagne.<br />

Ma il punto più alto di questa strada alpina è rappresentato da Edelwiss Spitze ad una altezza di 2571<br />

metri. Una volta arrivati qui ed esserci ben coperti dal freddo pungente, avevamo davanti ai nostri sguardi<br />

un paesaggio unico. Da una parte una straordinaria veduta panoramica su Grossglockner, la montagna più<br />

alta dell’Austria le cui trenta vette superano i 3.000 metri di altezza, e poi una veduta altrettanto<br />

straordinaria sul Ghiacciaio Pasterze. La prima sensazione che ho provato fu quella dell’immensità<br />

mischiata ad una grande emozione: un sentimento di stupore mi dominava, ed una sensazione di<br />

benessere. Il Ghiacciaio è riuscito dunque di conquistarmi subito con la sua maestosità, con le sue vette<br />

innevate, con il grigio dei pendii, con gli immensi laghi dalle acque turchesi, azzurre provenienti dallo<br />

scioglimento della neve e del ghiacciaio stesso. L’aria si presentava sempre più fredda e rarefatta, il vento<br />

non dava alcuna tregua, soffiava come imbestialito. Profumava di ghiaccio e d’inverno. Anche se eravamo<br />

all’inizio di un settembre dorato. Nonostante le mani gelate, abbiamo scattato numerose foto, il luogo lo<br />

meritava veramente. Dal parcheggio all’aperto si prosegue verso un tratto di strada che porta al Complesso<br />

del Kaiser Franz Josef , cioè un centro visitatori. Una visita qui era d’ obbligo. Davanti al complesso<br />

spuntavano dei negozi e delle bancarelle con dei souvenir, immancabili nei luoghi turistici. Con i loro colori<br />

vivaci, forme e odori particolari, i souvenir riuscivano a dare un tocco di allegria al luogo e all’atmosfera<br />

alpina piuttosto austera anche se bellissima, ineguagliabile. Salendo le scale del Complesso abbiamo<br />

scoperto piacevolmente dei ristoranti, dei bar, un museo che espone delle mostre di belle macchine d’<br />

epoca e delle mostre del Ghiacciaio. Il luogo è molto pulito e ben organizzato da tutti i punti di vista, tale da<br />

soddisfare le esigenze dei turisti. Qui si servono caffè, thè e bevande calde, accompagnati dai dolci squisiti<br />

tirolesi che anche noi abbiamo apprezzato molto. Abbiamo, poi, proseguito fino ad arrivare nel punto da<br />

cui si può ammirare il Ghiacciaio da angoli diversi.


V A I G G I<br />

"Nel nostro girovagare per i sentieri del luogo abbiamo trovato un ristorante tradizionale tirolese che ci ha<br />

attirato subito con il suo aspetto pittoresco in cui predominava il legno e con la sua terazza all’aperto con<br />

una splendida veduta panoramica sul Ghiacciaio. Ci siamo fermati e seduti davanti ai tavoli abbiamo<br />

consumato un pranzo composto da “wiener schnitzel”, patatine ed una insalata un po’ particolare perchè<br />

aveva l’aggiunta di yogurt; il tutto accompagnato da una birra analcolica. Accanto a noi, bellissime sculture<br />

lavorate in legno, rappresentanti le figure di un cacciatore, uno stambecco e delle marmotte. Tutti questi<br />

animali popolano questi luoghi e con un po’ di fortuna si potrebbero anche avvistare, e perfino avvicinare.<br />

Poi il tempo cominciò a cambiare bruscamente … spazzando via il sereno è calata la nebbia, spessa, umida,<br />

fastidiosa che impediva di vedere ancora il paesaggio. Le nuvole scendevano sulla strada davanti alla<br />

nostra auto già in movimento per tornare a valle sulla stessa strada che avevamo percorso in salita Ogni<br />

curva, spesso, diventava pericolosa, insidiosa e rischiosa perchè la visibilità era assai ridotta. Arrivammo,<br />

comunque, a valle dove splendeva il sole d’autunno e le temperature si presentavano amichevoli. Eravamo<br />

felici di aver potuto visitare la Grossglockner, una strada unica e pittoresca che porta al Ghiacciaio Pasterze<br />

e sul Grossglockner, anche se questo ghiacciaio inizia a scomparire lentamente, e forse scomparirà di tutto<br />

negli anni avvenire per via dei cambiamenti climatici … Per noi rimane, comunque, la soddisfazione di aver<br />

potuto godere ancora delle meraviglie naturalistiche della Grossglockner strasse e del suo splendido<br />

Ghiacciaio. Ed’è per questo che ci sentiamo in qualche modo dei privilegiati.


C U C I N A<br />

A C U R A D E L L O C H E F I V A N C R I B I Ú


C U C I N A<br />

Non esiste una vera e propria cucina ebraica. La cucina kosher è la cucina che<br />

rispetta i dettami della religione ebraica sull’alimentazione. Quello che è “kosher” e<br />

quindi “adeguato” è ciò che rispetta le regole alimentari stabilite dalla Torah.<br />

L’alimentazione è rimasta sempre incentrata sul rispetto del kasherut, cioè<br />

l’insieme di principi religiosi che indicano quali siano gli alimenti permessi, le<br />

modalità di preparazione corrette e le norme per rendere grazie del cibo ricevuto,<br />

pur subendo l’influenza dei diversi tipi di cucina nativi delle regioni in cui il popolo<br />

ebraico si è insediato. La religione ebraica presenta numerose regole da seguire in<br />

campo alimentare. Il cibo viene definito kosher o kashér in ebraico, cioè adatto al<br />

consumo. Le leggi sono derivate dalla Bibbia con ulteriori specificazioni dalla<br />

Mishnah, dal Talmud e da altri testi rabbinici.<br />

Il cibo viene diviso in categorie: la prima (quella della carne) e la seconda (latte e<br />

derivati) non possono entrare nella stessa preparazione culinaria. Una terza<br />

categoria raggruppa tutti gli altri alimenti, definiti parve o pareve, ovvero “neutri”,<br />

che cioè possono essere consumati insieme alla carne o con i latticini. La cucina<br />

ebraica riflette forse più di ogni altra le tradizioni e la religione di un popolo che,<br />

sparso per il mondo, è riuscito a costruire una propria identità culturale nonostante<br />

la propria migrazione forzata o diaspora.<br />

Tra i precetti della cucina kosher possiamo trovare il divieto di assumere nello<br />

stesso pasto carne e latticini. Si possono consumare solo animali ruminanti e con lo<br />

zoccolo diviso in due come bovini ed ovini, mentre sono vietati carne suina, equina<br />

e cunicola.. Non consumare il sangue, il nervo sciatico, alcune parti di grasso degli<br />

animali consentiti. Oltre a dare indicazione su quali alimenti siano consentiti e<br />

vietati, la kasherut fornisce indicazioni sulla macellazione e sulla lavorazione degli<br />

alimenti affinché essi corrispondano ai principi di purezza, qualità e conformità<br />

alla Torah.<br />

Per quanto riguarda le specie ittiche, è necessario astenersi dall’assunzione di pesci<br />

senza squame e senza pinne. È perciò importante rimarcare che, nonostante le<br />

molteplici influenze di altre tradizioni culinarie, la cucina ebraica ha sempre<br />

mantenuto delle caratteristiche uniche ed immutabili. È possibile identificare due<br />

principali correnti gastronomiche: una tradizionale ebraica e l’altra tipicamente<br />

ebraico-orientale, in cui è impossibile non notare la presenza di numerosi piatti<br />

della cultura araba.<br />

Il pranzo del Shabbat, il giorno di riposo, assume una valenza religiosa particolare e<br />

tipicamente prevede il consumo di uno stufato di carne cotta a fuoco basso per<br />

molte ore: lo cholent per gli ebrei ashkenaziti insediatisi in Europa orientale, che è<br />

un piatto a base di manzo, fagioli, pollo ed orzo. In Nord Africa, gli ebrei sono soliti<br />

preparare un piatto simile, il dafina, in cui però sono utilizzati carne di agnello o<br />

montone, riso e ceci. Il Kugel, un’ altra pietanza tipica, è una sorta di pasticcio di<br />

patate o di vermicelli, che a seconda degli ingredienti utilizzati può essere dolce o<br />

salato. Questo piatto deve il suo nome alla forma tonda del piatto in cui viene<br />

tradizionalmente preparato. Altro primo piatto è il Borek, a base di pasta sfoglia<br />

sottile farcita con carne macinata e verdure. Si fa un largo impiego anche dei pesci<br />

consentiti, che vengono cotti alla griglia o in padella. Forse il più celebre è il Gelfite<br />

fish, ovvero delle polpette di carpa stufate.


C U C I N A<br />

Una delle ricette più importanti è quella del pane Challah, il pane a forma di treccia<br />

dal sapore leggermente dolce e di cui a tavola tradizionalmente vengono serviti due<br />

pezzi, che hanno la valenza di ricordare la doppia manna biblica.<br />

Tra i dolci vanno ricordati i Baklava, preparati con pasta fillo farcita di frutta secca<br />

e coperti di miele, e gli Hamantaschen, biscotti dalla forma triangolare ripieni<br />

generalmente di prugne disidratate o marmellata.<br />

Oltre al sabato, una delle festività sacre da festeggiare a tavola è la Pasqua ebraica,<br />

la Pesach, che dura otto giorni e che celebra l’esodo e la liberazione dall’Egitto.<br />

Anche in questa occasione, il pasto ha una forte valenza religiosa e dopo aver letto<br />

il libro dei riti, si consumano pane azzimo, in rispetto del precetto di astenersi da<br />

tutti gli alimenti contenenti lievito; erbe amare per ricordare la sofferenza del<br />

popolo d’Israele; l’agnello arrosto, a testimonianza del sacrificio offerto a Dio; un<br />

uovo, a testimonianza del lutto; la salsa charoseth, utilizzata dagli ebrei durante il<br />

periodo di schiavitù. La cucina ebraica è di difficile definizione: fa riferimento,<br />

infatti, ad un insieme molto eterogeneo di tradizioni culinarie sviluppatesi<br />

nell’ambito di comunità ebraiche, residenti in diverse aree geografiche. Tali<br />

tradizioni, pur seguendo le comuni leggi alimentari ebraiche, o kashrut, hanno<br />

assunto caratteristiche differenziate a seconda delle diverse aree in cui gli ebrei si<br />

sono trovati a vivere


C U C I N A<br />

LA SAFRA<br />

ingredienti<br />

mezzo bicchiere di olio di semi d’arachidi<br />

250 gr di semola<br />

150 gr di zucchero<br />

70 gr di uvetta<br />

Mandorle per la decorazione<br />

PROCEDIMENTO<br />

Scaldare per prima cosa il forno a 180°C.<br />

In una ciotola versare la semola e l’olio e mescolare, aggiungere lo zucchero,<br />

l’uvetta e l’acqua, mescolare il tutto con scorza di limone grattugiate e acqua di<br />

fiori d’arancio.<br />

Foderare una teglia con carta da forno. Versare l’impasto e pareggiare, incidere con<br />

dei tagli la superficie in modo da dare una forma di piccoli rombi e adagiarvi su<br />

ognuno di essi le mandole intere.<br />

Fare cuocere in forno per circa 1 ora. Nel mentre preparare lo sciroppo con acqua,<br />

zucchero, riducendo il volume con una bollitura delicata rendendolo molto denso.<br />

Dopo 15 minuti di cottura, estrarre dal forno il dolce e tracciare con il coltello i<br />

piccoli rombi segnati all’inizio, poiché quando il dolce terminerà la cottura sarà<br />

piuttosto complicato tagliarlo perché risulterà abbastanza duro. Estrarre dal forno e<br />

versare sopra lo sciroppo bollente. Prima di mangire fare raffreddare.<br />

HUMMUS DI CECI<br />

ingredienti<br />

250 gr di ceci secchi<br />

2 cucchiai di TAHINA<br />

succo di 1 limone<br />

2 spicchi di aglio<br />

sale<br />

2 cucchiai di olio evo prezzemolo/ paprica<br />

SALSA THAINA<br />

100 gr disemi di sesamo<br />

20gr olio sesamo<br />

tostare i semi per 5 minuti<br />

e frullare col l’olio.<br />

PROCEDIMENTO.<br />

Ammollare la sera prima i ceci in acqua fredda. Scolare e lessare fino a quando<br />

diventano morbidi. Scolare. Frullare i ceci con al salsa Thaina, il succo di limone,<br />

aglio, olio e un pizzico di sale. Servire freddo con aggiunta di prezzemolo e paprika<br />

a piacere e olio evo accompagnato da pane morbido o tostato.


l r i s t o r a n t e “ G a r u m ” , u b i c a t o a P o m p e i , c i t t à c a m p a n a<br />

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o m e i l b a b à e i l f l a n a l c i o c c o l a t o f o n d e n t e . A n c h e l a<br />

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a r t a d e i v i n i r a c c o n t a l a C a m p a n i a , c o n q u a l c h e<br />

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a r e n t e s i i t a l i a n a c h e r a c c h i u d e a l c u n e e t i c h e t t e t r a<br />

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l r i s t o r a n t e G a r u m è s i t u a t o i n V i a l e G i u s e p p e M a z z i n i<br />

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C U C I N A<br />

di Maria Consiglia Izzo<br />

E c c o l e r i c e t t e d i t r e d e i p i a t t i p i ù r i c h i e s t i –<br />

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i c h i a r a F i o r e – . I l n o s t r o m e n ù , c h e c a m b i a i n<br />

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C U C I N A<br />

LINGUINE AGLIO E OLIO SU CREMA DI BACCALÁ E POMODORINI SECCHI<br />

Ricetta per 4 persone:<br />

PER LA CREMA DI BACCALÀ<br />

300 g di baccalà, già ammollato e dissalato<br />

½ cipolla bianca<br />

0,7 l di latte fresco intero<br />

1 patata di circa 100 g<br />

olio extravergine di oliva<br />

sale e pepe<br />

PROCEDIMENTO<br />

Pulire la cipolla, lavare la patata, sbucciarla e tagliarla a pezzettoni; eliminare la pelle del<br />

baccalà con l'ausilio di un coltello affilato, privarlo delle eventuali lische rimaste e tagliare<br />

la polpa a pezzetti.<br />

Mettere in una casseruola capiente la cipolla tagliata grossolanamente, far soffriggere e<br />

aggiungere il baccalà e le patate. Coprire con il latte e cuocere per circa 20-25 minuti,<br />

girando di tanto in tanto.<br />

Mettere la polpa di baccalà ancora calda nel recipiente del mixer e frullarla per almeno 1<br />

minuto, fino a ottenere un composto omogeneo e soffice. Aggiungere una macinata di<br />

pepe, regolare di sale solo se necessario.<br />

PER LE LINGUINE AGLIO E OLIO<br />

400 gr di linguine<br />

Olio evo qb<br />

1 spicchio d’aglio tritato finemente<br />

Peperoncino e prezzemolo a piacimento<br />

PROCEDIMENTO<br />

Mettere una casseruola sul fuoco con abbondante acqua per la cottura della pasta.<br />

Preparare una padella con aglio, olio e peperoncino qb e far soffriggere..<br />

Nel frattempo la pasta sarà cotta; scolare e aggiungerla nella padella con aglio e olio<br />

mantecare per qualche istante.<br />

Nel finale riscaldare la crema di baccalà, distribuirla nei quattro piatti di portata e<br />

metterci sopra le linguine mantecate in aglio e olio; guarnire il piatto con dei filetti di<br />

pomodoro secchi e il prezzemolo e servire.


C U C I N A<br />

ALICI FARCITE CON PROVOLA E MELENZANE SU EMULSIONE DI ANTICO POMODORO DI NAPOLI<br />

Ingrdienti per 4 persone:<br />

Alici grandi spinate (n° 40)<br />

Melanzane (n. 2 di media grandezza)<br />

Provola affumicata (250 gr)<br />

Antico pomodoro di Napoli (1 vasetto)<br />

Sedano (½ costa)<br />

Carote ½<br />

Cipolla ½<br />

Basilico q.b.<br />

Pane grattugiato<br />

Olio evo q.b.<br />

Uova 1<br />

PROCEDIMENTO<br />

Mettere in una pentola capiente sedano, carota e cipolla, il tutto tagliato in modo<br />

grossolano; far soffriggere, aggiungere i pomodori, aggiustare di sale e portare a cottura.<br />

Prendere un frullatore ad immersione e a filo a mano a mano che si frulla incorporare<br />

l’olio in modo che si crei l’emulsione.<br />

Tagliare le melanzane in 2 o 3 parti per la loro lunghezza, poi tagliarle di lungo dello<br />

spessore di circa 3mm, e ricavarne 20 fette, infarinarle e friggerle; riporle su della carta<br />

assorbente.<br />

Tagliare la provola in modo da ricavare 20 pezzi a misura delle alici.<br />

Stendere le alici su di un piano, adagiarvi sopra nei limiti interni la provola, la melanzana,<br />

un po' di basilico e mettere sopra un'altra alice nello stesso verso della prima.<br />

Prendere il tutto nella sua interezza, infarinare con attenzione per non far uscire nessuno<br />

degli ingredienti al di fuori dell’alice, passarle nell’uovo battuto ed infine nel pane<br />

grattugiato.<br />

Al momento del servizio stendere nel piatto l’emulsione di pomodoro, friggere le alici,<br />

adagiarle sopra e decorare con del basilico fresco.<br />

FLAN AL CIOCCOLATO FONDENTE<br />

Ricetta per circa 12 porzioni:<br />

5 uova<br />

150 gr di zucchero<br />

100 gr di farina<br />

300 gr di cioccolato fondente<br />

250 gr di burro<br />

Olio staccante a spray<br />

Stampini in alluminio<br />

PROCEDIMENTO<br />

Far sciogliere il burro ed il cioccolato a bagnomaria, e setacciare la farina in un recipiente.<br />

In attesa che si fondi il cioccolato ed il burro, aprire le uova una alla volta in una ciotola per<br />

controllare la loro integrità; versarle poi nel cestello della planetaria con lo zucchero;<br />

cominciate a far montare fino ad ottenere una spumosità consistente.<br />

Incorporare la farina setacciata e ridurre la velocità della planetaria; aggiungere poi il burro<br />

fuso ed il cioccolato, far girare giusto per un altro minuto affinché l’impasto diventi omogeneo.<br />

Mettere negli stampini precedentemente oleati con l’olio staccante il preparato e, una volta<br />

riempiti, coprire con della pellicola e metterli in frigo per circa un due ore. Al momento del<br />

servizio infornare in forno preriscaldato a 180°C per 10/11 min, sformare in un piatto e<br />

spolverizzate con dello zucchero a velo.<br />

E' possibile accompagnare il flan con del gelato al fior di latte o della frutta.


M A K E U P A R T I S T<br />

M A U R I M E N G A<br />

COME FARE<br />

UN TRUCCO<br />

SENZA ERRORI<br />

consigli del Make Up Artist


M A K E U P A R T I S T<br />

tIl make up è un rituale indispensabile per quasi<br />

tutte le donne: aiuta a nascondere le<br />

imperfezioni e a mettere in risalto i punti di forza<br />

del viso. Spesso però, quando ci trucchiamo,<br />

commettiamo degli errori involontari dettati da<br />

abitudini errate che riguardano il make up, o<br />

dalla fretta. Non ce ne accorgiamo ma, con questi<br />

errori, il nostro trucco, e spesso anche i nostri<br />

prodotti, vengono rovinati. Ecco quali sono gli<br />

errori da evitare quando vi truccate: quello di<br />

non usare i pennelli adatti al cosmetico che si sta<br />

stendendo in viso è uno degli errori più comuni.<br />

Molto spesso, infatti, per gli ombretti ci si limita<br />

ad utilizzare i pennellini in dotazione al prodotto,<br />

mentre le ciprie, il fard e le terre vengono<br />

applicati un po’ a casaccio. Niente di più<br />

sbagliato! Facendo così si rischia di combinare<br />

solo pasticci, perché i colori non vengono sfumati<br />

bene. Molto meglio investire una piccola somma<br />

in pennelli che sanno fare bene il loro lavoro.<br />

Idratare la pelle è la prima cosa da fare prima di<br />

truccarsi: se, quando vi truccate, la pelle non è<br />

idratata nel modo giusto, il make up rimarrà<br />

spento e avrà una tenuta minore. È importante,<br />

però, utilizzare una crema scelta in base alla<br />

tipologia della nostra pelle ed aspettare che il<br />

prodotto sia asciutto prima di applicare il<br />

fondotinta. Inoltre è necessario idratare anche le<br />

labbra, in modo da renderle levigate e pronte per<br />

l'applicazione del rossetto.<br />

Quando parliamo di maschera di fondotinta ci<br />

riferiamo al fatto di esagerare con l'utilizzo del<br />

prodotto: se il colore poi è troppo scuro ci<br />

invecchierà di qualche anno mentre, se troppo<br />

chiaro, ci farà somigliare ad un fantasma. Quindi,<br />

innanzitutto imparate bene ad applicare il<br />

fondotinta e scegliete quello adatto alla vostra<br />

pelle, sia come consistenza che come nuance per<br />

evitare stacchi di colore. Scegliete, inoltre, la<br />

tonalità giusta provando il fondotinta prima di<br />

acquistarlo: applicatelo nella parte interna del<br />

polso o sul collo e affidatevi alla luce naturale.<br />

Non cedete alla tentazione di acquistarlo scuro,<br />

per dare risalto al viso basterà applicare la terra<br />

abbronzante. Inoltre, quando realizzate la base<br />

viso, evitate di stendere il fondotinta anche sulle<br />

palpebre. Se, infatti, da un lato vi sembra che le<br />

renda omogenee, in realtà le sostanze presenti<br />

nel fondotinta potrebbero ridurre la durata<br />

dell'ombretto.<br />

Spesso si ritiene che la cipria sia un prodotto<br />

superfluo. In realtà, invece, è fondamentale<br />

perché fissa il trucco facendolo durare più a<br />

lungo e opacizza l'incarnato. Una volta applicata<br />

la base viso è, quindi, importante utilizzare un<br />

pennello adatto e stendere la cipria su tutto il<br />

viso oppure un piumino intriso di cipria e<br />

tamponare il viso anche nella zona del contorno<br />

occhi dove si è applicato il correttore<br />

Gli errori make up con il correttore sono tra i più<br />

diffusi. Innanzitutto è importante sapere come<br />

scegliere il correttore giusto per noi in modo che<br />

doni al nostro sguardo luminosità. Spesso se ne<br />

utilizza troppo perché, così, pensiamo di<br />

nascondere meglio occhiaie e imperfezione:<br />

niente di più sbagliato. Applicatene sempre una<br />

piccola quantità e picchiettatela bene. Inoltre<br />

evitate i colori avorio o troppo chiari, altrimenti si<br />

noterà la differenza con il resto del make up ed i<br />

vostri occhi non saranno valorizzati al meglio:<br />

più scure sono le occhiaie più scuro dovrà essere<br />

il correttore.<br />

Non sfoltite troppo le sopracciglia perché, quando<br />

sono molto sottili, non incorniciano bene il viso e<br />

non danno risalto allo sguardo. Inoltre risultano<br />

innaturali: ricordate quindi di utilizzare la pinzetta<br />

con parsimonia eliminando solo i peletti di troppo<br />

ma senza stravolgere la forma delle proprie<br />

sopracciglia. Se ci sono degli spazi vuoti, riempiteli<br />

con una matita adatta oppure degli ombretti adatti<br />

per le sopracciglia ricordatevi di non demarcare<br />

troppo con colori troppo scuri per evitare un<br />

indurimento dell' espressione e fissate il tutto con<br />

un mascara trasparente. Se proprio non sapete<br />

come gestire le vostre sopracciglia rivolgetevi ad<br />

un'estetista, almeno la prima volta, e poi fate da<br />

sole.<br />

Il blush o fard viene utilizzato per dare al volto un<br />

aspetto più salutare, quindi più sano e raggiante.<br />

Se, però, lo utilizziamo nel modo sbagliato<br />

rischiamo di appesantire il make up: l'errore più<br />

comune è quello di esagerare creando due macchie<br />

rosa sulle guance. Prima della applicazione<br />

distribuite il blush o fard sul palmo della mano per<br />

poi andare sopra lo zigomo Scegliete sempre un<br />

fard che non si discosti troppo dal vostro colorito e<br />

da quello del fondotinta e, soprattutto, sfumatelo<br />

bene verso gli zigomi. Inoltre, se avete la pelle<br />

grassa evitate quelli in crema o con glitter,<br />

altrimenti la pelle risulterà ancore più lucida.<br />

Tutte noi possediamo una trousse di ombretti con<br />

tanti colori e spesso capita di esagerare e di<br />

utilizzarne tre o quattro, miscelandoli tra loro.<br />

Molto spesso si tratta di colori diversi con<br />

abbinamenti improbabili: il risultato finale è un<br />

disastro. Sulle palpebre non utilizzate più di uno o<br />

due colori: devono essere ben abbinati tra loro e<br />

sfumati nel modo giusto, se non vogliamo rischiare<br />

di ritrovarci gli occhi color Arlecchino.<br />

Parliamo ancora di errori da non fare con<br />

l'ombretto: uno dei più comuni è quello di caricare<br />

troppo l'occhio e ciò appesantisce lo sguardo,<br />

soprattutto se si tratta di colori come blu elettrico o<br />

altri colori accesi. La prima cosa da fare è utilizzare<br />

sempre una base chiara sulla quale poi sfumare<br />

l'ombretto più scuro, che dovrà essere abbinato al<br />

resto del make up ma anche ai nostri occhi<br />

L’eyeliner non va messo come capita o seguendo le<br />

mode. Alcune donne innamorate dell’effetto cat eye<br />

truccano gli occhi in questo modo senza pensare<br />

che chi ha gli occhi vicini non dovrebbe utilizzare<br />

questo tipo di make up. La linea va pensata in base<br />

al taglio degli occhi.<br />

È un'abitudine comune a quasi tutte le donne<br />

quella di inserire ossessivamente lo scovolino<br />

all'interno del mascara e poi estrarlo in modo da<br />

prelevare più prodotto. In realtà questo movimento<br />

non fa altro che far entrare l'aria all'interno della<br />

confezione di mascara che così si secca più<br />

velocemente. Per trarre maggior beneficio dal<br />

mascara è sufficiente far roteare lo scovolino<br />

all'interno del prodotto senza estrarlo e ripetere<br />

l'operazione per due volte: prima per un occhio e<br />

poi per l'altro. Ciò sarà sufficiente a prelevare la<br />

giusta quantità di prodotto.<br />

La funzione della matita è quella di delineare il<br />

contorno labbra ma attenzione alla scelta del<br />

colore: non acquistate matite troppo scure. Quella<br />

giusta per noi dovrà avere lo stesso colore della<br />

nostra mucosa labiale. Cercate poi di abbinarla<br />

sempre al rossetto utilizzandone una dello stesso<br />

colore. Inoltre, state attente se volete ingrandire le<br />

labbra con la matita, la linea deve essere al<br />

massimo di un millimetro sopra le labbra,<br />

altrimenti, il risultato sarà artefatto e sicuramente<br />

non bello da vedere


S P O S A<br />

intervista di Pina Delle Site


S P O S A<br />

<strong>Maggio</strong> è il mese delle rose, delle mamme e … delle spose!<br />

Ed è proprio per questo che vogliamo presentarvi un amico, un<br />

grande Artista, Emanuele Bilancia, che si dedica con<br />

ammirevole impegno, e tantissimo successo, ad un’arte<br />

particolare che riguarda il settore della moda: la creazione di<br />

abiti da sposa! Un lavoro affascinante, delicato, spinto da una<br />

forte passione, ma, altrettanto impegnativo e difficile.<br />

Emanuele ha un suo atelier a Pompei, “Emanuele Bilancia<br />

Couture”, che è il suo regno, costruito tra tanti sogni e grandi<br />

sacrifici.<br />

Ma lasciamo che sia Emanuele, di persona, a condurci verso la<br />

conoscenza di questo aspetto dell’Arte che è un mondo<br />

meraviglioso:<br />

Bentrovato Emanuele e grazie per aver accettato di<br />

raccontare agli amici di Tuttoballo20, la tua Arte.<br />

Raccontaci di te: chi è Emanuele e quando e come nasce<br />

la tua passione per il mondo della moda?<br />

La passione per la moda, che io ricordi, è sempre stata<br />

presente nella mia vita, ne è parte fondamentale, ed è stata il<br />

fil rouge del mio cammino e delle mie scelte personali e<br />

professionali. Non posso provare a spiegare chi sono senza<br />

parlare del mio lavoro e, viceversa, parlare del mio lavoro<br />

senza parlare del mio essere più intimo. Diciamo che sono una<br />

persona che ha ben chiaro dove vuole arrivare e, passo dopo<br />

passo, cerca di raggiungere la meta, percorrendo il cammino<br />

nel miglior modo possibile.<br />

Cosa ti ha spinto a dedicarti, poi, ad un settore particolare<br />

della moda, ossia la creazione di abiti da sposa?<br />

A dire il vero è successo un po’ per caso; io, come tutti i creativi,<br />

sentivo l’esigenza di esprimere me stesso e la mia idea di<br />

bellezza, poi sono state le combinazioni della vita a portarmi<br />

verso questo settore specifico che, sicuramente, permette<br />

molta libertà espressiva , a dispetto di altri ambiti, ma<br />

collaboro anche a progetti esterni che riguardano il il pret à<br />

porter. Fatto sta che, fin da bambino, le spose mi affascinavano<br />

molto; essendo originario di un piccolo paese, le spose erano,<br />

praticamente, l’unica occasione di poter vedere gli abiti che<br />

immaginavo nella mia fantasia indosso a persone reali, e, poi,<br />

in casa custodivamo l’abito da sposa di mamma, nel quale<br />

andavo a tuffare il naso ogni qual volta ne avevo occasione …<br />

insomma, un po’ forse era scritto.<br />

La tua è stata una carriera in continua ascesa, ricca di<br />

riconoscimenti, bellissime sfilate, applausi, elogi continui e<br />

ringraziamenti da parte delle spose che hai vestito nel loro<br />

giorno più bello … è pur vero che a tanto successo<br />

corrispondono altrettanti sacrifici; quali sono stati i<br />

momenti più difficili della tua carriera? Ed in quei momenti<br />

hai mai pensato di mollare?<br />

Parlare di carriera mi sembra eccessivo; sicuramente ci sono<br />

stati bellissimi momenti e grandi soddisfazioni, a volte<br />

inaspettate, a volte sperate e sognate, ed è sicuramente vero<br />

che ci sono grandi sacrifici e tante rinunce , come succede a<br />

tutte quelle persone che fanno del proprio sogno un lavoro. Di<br />

momenti difficili ne ho vissuti tanti, come ad esempio questo<br />

ultimo anno, in cui il mio settore ha subìto una battuta<br />

d’arresto mai vista prima, e ammetto che a volte ho temuto di<br />

non farcela ed ho pensato di mollare, ma questa è l’unica cosa<br />

che so fare e che voglio fare, e non potrei vivere senza.


S P O S A<br />

Quali invece, i momenti o gli avvenimenti che ricordi con<br />

maggiore orgoglio?<br />

I ricordi più belli sono legati ai primi passi e, se mi guardo<br />

indietro, provo tenerezza per me stesso. Ricordo le prime<br />

spose e non mi sembrava vero che avessero scelto me, e nel<br />

cuore porterò sempre la sfilata di due anni fa a Volturara<br />

Appula, il mio paese natìo, dove ho ricevuto una quantità di<br />

affetto e stima meravigliosa! E’ stato bello tornare da adulto e<br />

professionista nel posto e fra la gente che mi ha visto<br />

muovere i miei primi passi da stilista quando ero un<br />

adolescente.<br />

A cosa ti ispiri quando disegni un abito da sposa?<br />

Sono tante le cose che muovono le corde della mia creatività e<br />

che mi inducono a creare, anche se dico sempre una cosa che<br />

esprime bene il mio processo creativo: io disegno ancora con<br />

carta e penna, senza l’ausilio della tecnologia e, quando sono<br />

davanti al foglio, l’abito è già nel foglio, è come una magia fra<br />

l’inchiostro nero ed il bianco della carta.<br />

Quando tu crei la tua opera d’arte, chiedi consigli e pareri<br />

a qualcuno, oppure preferisci che la creazione sia solo ed<br />

esclusivamente espressione di Emanuele a 360°?<br />

Solitamente il processo creativo inizia sempre e solo da me,<br />

ma mi piace confrontarmi e chiedere pareri a chi lavora al mio<br />

fianco, mi aiuta ad essere più obiettivo e lucido.<br />

Purtroppo stiamo attraversando un periodo critico che, ci<br />

auguriamo, finisca presto; anche il tuo è un settore in<br />

sofferenza … molti lavoratori hanno chiuso i battenti,<br />

mentre tu stai continuando. Come hai sfruttato il periodo<br />

di chiusura e chi e cosa ti ha dato la forza di andare avanti<br />

e fare sempre di più?<br />

Come dicevo già prima, è un momento complicatissimo, senza<br />

eguali per il mio settore e per tutti. Io sto trovando la forza di<br />

andare avanti dentro di me, e penso ogni giorno che tutti i<br />

sacrifici fatti nella mia vita non debbano vanificarsi … non<br />

sarebbe giusto né per me né per le persone che lavorano con<br />

me ed hanno creduto in questo progetto. Il periodo mi ha<br />

indotto a molte riflessioni sul mio lavoro, ma non solo: l’ho<br />

utilizzato per lavorare principalmente su me stesso come<br />

professionista e come uomo.<br />

Altri progetti futuri?<br />

Sono una persona estremamente scaramantica e, nel tempo,<br />

ho imparato ad essere molto riservato, specialmente per<br />

quanto riguarda il lavoro. Bollono molte cose in pentola ed<br />

alcune sono molto interessanti …<br />

Ti invito, come è consuetudine per noi fare con tutti gli<br />

artisti che intervistiamo, a completare la frase: per me<br />

l’Arte nel creare un abito significa …<br />

Respirare!


C O C K T A I L<br />

COCKTAIL DI PRIMAVERA<br />

Quale modo migliore per celebrare il<br />

ritorno della bella stagione e una nuova<br />

vita, pandemia permettendo, se non con<br />

un buon cocktail dal vostro barista di<br />

fiducia?<br />

Mai sentito parlare di cocktail sour?<br />

Tra il 1860 e il 1960 negli Stati Uniti, i drinks<br />

a base di succo di limone e zucchero,<br />

quindi aspri, trovarono successo<br />

attraverso il metodo della miscelazione,<br />

allora nato, tanto da essere citato nel New<br />

York Times.<br />

Per questo motivo, oggi conosciamo<br />

termini come: “Old school never dies” ;<br />

La vecchia scuola non muore mai!<br />

E Jerry Thomas, The Professors ( 1830-<br />

1885), scriveva del “Il sour”… per la cui<br />

realizzazione non si adoperava la<br />

frutta,ma solo del semplice succo di<br />

limone, ed era semplice da realizzare:<br />

spirito, zucchero, acqua, limone e<br />

ghiaccio”<br />

Non passerà molto tempo prima di<br />

introdurre l’albume d’uovo e rendere<br />

“spumose” questa prelibatezze.<br />

Ad oggi sono pervenuti: Brandy, Gin, Santa<br />

Cruz,whiskey & Piscosour…<br />

Belli da vedere, freschi e profumati al naso<br />

ed al palato, sono la categoria storica della<br />

miscelazione al bar ed offrono una<br />

copertura semplice, equilibrata, perfetta<br />

per il cambio di stagione.<br />

Insomma, appena avrete la possibilità di<br />

ritornare nei vostri cocktail bar di fiducia,<br />

mettete alla prova il vostro barista<br />

chiedendo un drink aspro...<br />

Magari vi stupirà!<br />

Danilo Pentivole - bartender<br />

Instagram: https://www.instagram.com/danilo_pentivolpe/<br />

WEB SITE: www.bartendersclassheroes.com<br />

Facebook: https://www.facebook.com/pentivolpe.danilo/<br />

Danilo Pentivolpe


A S T R O D A N C E R<br />

M A K E U P A R T I S T<br />

Amore<br />

<strong>Maggio</strong> sarà delizioso ed emozionante, quanto basta per rendere la vostra vita sentimentale serena e<br />

appagante. Ma se fate parte di una coppia insoddisfatta, dovrete guardarvi dalle bugie, che avranno le<br />

gambe corte, soprattutto se sarete voi a dirle. Le vostre necessità saranno il sonno ed il riposo, non<br />

trascurate questi elementi e condivideteli con uno Scorpione, vi troverete bene<br />

Lavoro<br />

Sentirete il bisogno di una pausa di riflessione nel lavoro, soprattutto se siete autonomi e potete gestirvi<br />

come meglio credete. Mostratevi più disponibili e comprensivi con soci, colleghi e collaboratori. Sganciatevi<br />

dai condizionamenti e rivendicate la libertà di pensiero. Un rapporto a distanza vi crea preoccupazione, ma<br />

è proprio nella lontananza che se ne verifica la potenza<br />

Amore<br />

Periodo limpido e senza ombre, porterà gioia e serenità nella sfera affettiva. Per chi è libero da legami,<br />

saranno possibili incontri piacevoli e vivaci, brevi ma intensi relazioni che saprete apprezzare. Per chi è in<br />

coppia, tutto andrà come desiderato, grazie agli interessi in comune. Se vi relazionate con una vergine<br />

capirete molte cose.<br />

Lavoro<br />

E' un momento importante, non fatevi sfuggire le belle opportunità che si potranno presentare. Dalla vostra<br />

parte ci sarà lucidità mentale e obiettività. Favoriti saranno i settori della comunicazione e dello spettacolo<br />

che potranno riservare qualche bella sorpresa Se la vostra vita è una guerra ai fantasmi vuol dire che non<br />

avete ancora acquistato quell'equilibrio psicofisico. Notizie rassicuranti in merito ad eventuali controversie<br />

legali, alle finanze e agli investimenti a lunga scadenza.<br />

Amore<br />

Qualche fulmine nella vostra vita affettiva. Marte vi rende battaglieri e poco disposti alla conciliazione con il<br />

partner di sempre. Cercherete di avere sempre l'ultima parola e, se non ve la concederanno, finirete con<br />

l'innescare delle discussioni infinite.<br />

Il vostro punto vulnerabile è, spesso, l’emotività e l’ansia.<br />

Lavoro<br />

Tenete alta la guardia! Non si esclude la possibilità di realizzare un colpo da maestro nella vostra attività, se<br />

saprete sfruttare adeguatamente l’intuito, unito ad un attento studio di tutti i dati di un progetto. Le attività<br />

impiegatizie saranno ottimamente sostenute dalle stelle. Rilassatevi con un Pesci, vi calmerete per tutto il<br />

mese.<br />

Amore<br />

Amore vuol dire fiducia, confidenza e sincerità al massimo grado. Così sarà questo periodo, con alcuni<br />

astri allineati dalla vostra parte. Comunicate in maniera serena con il partner. E, se siete single, metterete<br />

da parte il vostro stato e scalerete la piramide dell'amore. Ricordate che avete bisogno di romanticismo e di<br />

sognare ad occhi aperti. Fatelo con un Gemelli, vi piacerà<br />

Lavoro<br />

Amore vuol dire fiducia, confidenza e sincerità al massimo grado. Così sarà questo periodo, con alcuni<br />

astri allineati dalla vostra parte. Comunicate in maniera serena con il partner. E, se siete single, metterete<br />

da parte il vostro stato e scalerete la piramide dell'amore.<br />

Ricordate che avete bisogno di romanticismo e di sognare ad occhi aperti. Fatelo con un Gemelli, vi<br />

piacerà


A S T R O D A N C E R<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

Amore<br />

L'intesa con la persona amata sarà perfetta, grazie ad alcuni interessi comuni, che terranno alta la reciproca<br />

attrazione. Le coppie si sentiranno felici di essere tali e vivranno giornate incantevoli: vi basterà poco stare<br />

col partner per sentirvi al settimo Cielo<br />

Non trascurate il segno dello Scorpione, vi aiuterà a capire il tutto, soprattutto le sintonie mentali<br />

Lavoro<br />

Se vi trovate in difficoltà, chiedete aiuto ad un amico, confidatevi e abbiate fiducia in tutto quello che vi dirà.<br />

La prudenza è consigliata anche a coloro che lavorano in squadra con altri o a contatto col pubblico. In<br />

attività secondarie di svago, la regola fondamentale deve essere la moderazione e la calma.<br />

Amore<br />

Emozioni e sconvolgimenti non mancheranno. Da una parte antiche ansie torneranno a farsi sentire e<br />

qualche piccola insofferenza potrà far nascere delle scintille tra voi e il partner. Dall'altra il bisogno di<br />

rassicurazioni vi porterà a essere scrupolosi nei confronti della persona amata.<br />

Lavoro<br />

Le stelle semplificheranno il vostro lavoro: grazie alla fantasia e all’inventiva, riuscirete a mettervi in luce.<br />

Senza che ci siano grossi successi potrete, tuttavia, accumulare tutta una serie di brevi appagamenti che<br />

sommati, vi daranno la sensazione di aver compiuto il vostro dovere. Farete alcuni sacrifici importanti.<br />

Cercate, però, di frequentare più persone possibili, soprattutto un Gemelli. Saranno la vostra forza.<br />

Amore<br />

La Venere dominante, vi consentirà di vivere una stagione d'amore unica e magica. Mai vi sentirete così<br />

appagati come in questo momento! La sintonia col partner è splendida sotto tutti i punti di vista e l'intesa non<br />

ha neppur bisogno di parole per essere perfetta.<br />

Sempre alla ricerca di un perfetto equilibrio lo compenserete nei cibi gratificanti, ma anche con un bell’Ariete<br />

Lavoro<br />

Il periodo è produttivo da un punto di vista professionale; è il momento di raccogliere i frutti del vostro<br />

impegno, di chiedere e di concretizzare. Per chi ha un'attività autonoma, potrebbe essere il momento giusto<br />

per compiere un salto di qualità, per realizzare un progetto ambizioso.<br />

Amore<br />

Potrete contare su una rassicurante storia d’amore nelle vostre giornate. Non è il momento di pensare ad un<br />

flirt, ad un'avventura; in questo momento sentite soprattutto il desiderio di una stabilità affettiva. Sarete<br />

soggetti ad alcuni sconvolgimenti umorali, meglio restare vicini a un Cancro, vi aiuterà a restare sereni.<br />

Lavoro<br />

É un mese delicato, volete ottenere dei risultati e vi impegnate al massimo, ma ci sarà sempre qualcosa che<br />

vi blocca. La situazione potrebbe farsi complicata soprattutto per coloro che sono liberi nella professione. Il<br />

segreto per superare tutto ciò è rilassarsi. Prendete, tempo.


A S T R O D A N C E R<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

Amore<br />

Si prevedono novità, il vostro spirito d'avventura avrà modo di esprimersi in tutta la sua potenza e di<br />

regalarvi bellissimi momenti. Ma fate attenzione, perché il tutto può trasformarsi in una relazione seria. Non<br />

tirate troppo la corda, se siete già in coppia. Se ci saranno prove da sostenere, avrete il giusto spirito,<br />

brillante e leggero, per affrontarle. Riponete la vostra fiducia negli amici più intimi.<br />

Lavoro<br />

È il momento di agire e di pensare a strategie professionali vincenti: preparate i vostri piani con<br />

scrupolosità. Saprete anche comprendere al volo ciò che gli altri si aspettano da voi o di cui hanno bisogno<br />

e questo vi darà una marcia in più se avete un'attività commerciale.<br />

Farete qualunque sacrificio in nome degli amici. Sicuramente i Gemelli sono al primo posto.<br />

Amore<br />

Periodo entusiasmante per la vostra sfera sentimentale, grazie a Mercurio e Saturno. Chi ha una vita<br />

affettiva stabile, potrà contare su un periodo di intesa con il partner pressoché magico. Per qualcuno,<br />

l'intensità erotica potrà essere legata a un'avventura.<br />

Una nuova amicizia potrebbe darvi emozioni che preludono ad un legame più intenso.<br />

Lavoro<br />

<strong>Maggio</strong> porterà buone notizie. Progetti e belle intuizioni vi permetteranno di consolidare la vostra posizione<br />

professionale se svolgete un lavoro indipendente, e di ottenere avanzamenti e miglioramenti, se operate alle<br />

dipendenze altrui. La vostra super-attività vi darà voglia di stare con persone energiche e tolleranti; un<br />

Cancro farà al caso vostro. Tuffatevi a capofitto in progetti ambiziosi, procedendo con disciplina. Ricaverete<br />

autostima ed arricchimento personale. Non abbiate timore.<br />

Amore<br />

Giove e Saturno promettono una bella intesa intellettuale. Godrete anche di una caratteristica allegria che<br />

accrescerà il piacere della vicinanza del partner. Vi sentirete bene in coppia e vi disporrete a vivere un<br />

periodo gratificante sotto tutti i punti di vista! Un Leone vi aiuterà a superare questo periodo un po’ critico,<br />

ascoltatelo.<br />

Lavoro<br />

Una forte fantasia si accompagnerà a un notevole spirito d'iniziativa. E questo potrà tradursi in azioni<br />

originali e proposte per soluzioni alternative a vecchi problemi. Notizie importanti e gratificanti coglieranno<br />

di sorpresa quanti di voi svolgono un'attività autonoma. Intorno a voi, specie nella professione, soffia aria<br />

di novità. Con una mossa da maestri, riuscirete a ottenere quei riconoscimenti a cui aspirate da tempo.<br />

Facilità di parola.<br />

Amore<br />

Potreste sentirvi un po' confusi; da una parte avvertirete una vaga malinconia, una sorta di rimpianto per<br />

qualche cosa che avrebbe potuto essere diverso. Dall'altra proverete il desiderio di qualche cosa di più<br />

intenso ed eccitante. Cotte fulminanti per i single<br />

Non mancherà un buon equilibrio psicofisico, magari un Toro o una Vergine potranno fare al caso vostro.<br />

Lavoro<br />

Le Stelle vi prendono per mano e vi daranno piacevoli sorprese. La situazione lavorativa riprenderà quota,<br />

il lavoro potrà aumentare e migliorare in qualità. Attendetevi belle novità, se siete impegnati nel settore<br />

commerciale o nell'organizzazione di eventi. Buone notizie per chi è in cerca di lavoro. Rimborsi inattesi vi<br />

sorprendono. Grane burocratiche si risolvono, grazie a un colpo di fortuna che accorcia notevolmente i<br />

tempi di attesa


F OL RE MT TA UZ IRO AN E<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

"CHIUSO LUNEDI"<br />

di<br />

ALBERTO VENTIMIGLIA<br />

QUARTO CAPITOLO<br />

Brezza: “Ti hanno rintegrato? E che gli serve a quei porci? Prima ti hanno buttato fuori e adesso ti sfruttano”.<br />

Maloma sorseggiava la sua birra: “No, non dire così, dai”.<br />

Brezza: “Quando Valentina morì, tu ti perdesti completamente e nessuno di loro si degnò di venire a trovarti, anzi ti buttarono fuori<br />

senza troppe parole”.<br />

Maloma: “Sì, ma la cosa adesso è diversa e poi ci sei sempre tu”.<br />

Brezza: “No, non ti verrò a raccattare un’altra volta da qualche parte e portarti a farti rattoppare in ospedale”.<br />

Maloma sorrise: “Grazie, amico mio”.<br />

Brezza: “E smettila di bere, mi servi qui al bancone, non vedi che c’è gente?”.<br />

Maloma: “Ok”.<br />

Dal barbiere Maloma non c’entrava da tanto tempo. Un uomo anziano ancora radeva barbe e acconciava capelli.<br />

Maloma: “Franco, pensavi che non sarei tornato mai più?”.<br />

Franco si voltò lentamente mentre tagliuzzava con le forbici i capelli di un cliente: “Mamma mia, quanto tempo. Maloma, che ci fa<br />

da queste parti?”.<br />

Maloma: “Mi hai riconosciuto anche con la barba e i capelli lunghi? Sei sempre il numero uno”.<br />

Franco: “Vieni a sederti, tanto con questo signore ho finito”.<br />

Maloma si accomodò sulla poltrona: “Come stai?”.<br />

Franco: “Con gli acciacchi degli anni e le voglie di un ragazzo”.<br />

Maloma si guardò allo specchio: “Sono messo male, eh?”.<br />

Franco: “Se hai vissuto da barbone no”. Sorrise.<br />

Maloma: “Facciamo una bella pulizia”.<br />

Franco: “La barba la leviamo o l’accorciamo solamente?”.<br />

Maloma: “Accorciamo sia la barba che i capelli. Diamo un senso a tutto”.<br />

Franco iniziò il suo lavoro, gli fece uno shampoo e spuntò i capelli qua e là, fino a dargli una forma. Poi passò alla barba iniziando<br />

sempre con le forbici e per rifinirla prese il rasoio ad acqua.<br />

Maloma: “Franco, te li ricordi i vecchi rasoi da barbiere?”.<br />

Franco: “Cavolo se me li ricordo. La sensazione che ti lasciava sulla pelle dopo la rasatura era ineguagliabile, altro che rasoi ad<br />

acqua”.<br />

Maloma: “Quando li hanno tolti dal commercio?”.<br />

Franco: “Tutte le lame sono state bandite dopo il 2020, sia per l’igiene sia per l’inquinamento”.<br />

Maloma: “Io sono nato nel 2020”.<br />

Franco sorrise: “Mamma mia, che annaccio che fu. Tu eri appena nato, ma io me lo ricordo bene”.<br />

Maloma: “C’era stata la pandemia”.<br />

Franco: “Il Coronavirus dalla Cina o chissà. Quella storia del virus non si è mai capita bene, però una cosa è certa, ha fatto<br />

tantissimi morti”.<br />

Maloma: “Pensa che, quando nacqui, mio padre mi mise questo nome”.<br />

Franco: “Che significa?”.<br />

Maloma divenne serio: “Mia madre rimase incinta molto giovane e mio padre era già disperato per come mantenerci, era molto più<br />

grande di mia madre ma aveva difficoltà economiche. Poco prima di nascere, mia madre si ammalò di Covid-19 e dopo il parto<br />

morì. Mio padre mi riconobbe ma, distrutto dal dolore per la perdita di mia madre, pensò che fosse morta per colpa mia e che se<br />

non fossi mai nato tutto quello non sarebbe mai successo”.


F OL RE MT TA UZ IRO AN E<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

"CHIUSO LUNEDI"<br />

di<br />

ALBERTO VENTIMIGLIA<br />

QUARTO CAPITOLO<br />

Franco si rattristì: “Ma perché Maloma?”.<br />

Maloma: “Malo significa cattivo, oma invece è cancro, tumefazione, tumore”.<br />

Franco: “E tu poi sei cresciuto con tuo padre?”.<br />

Maloma: “No, con mio nonno. Mio padre nel 2026 aveva trovato lavoro come operaio presso un cantiere, ma ebbe un incidente e<br />

morì”.<br />

Franco: “Mamma mia che storia triste. Va be, andiamo avanti. Ti piace come ti ho sistemato?”.<br />

Maloma si guardò allo specchio: “Un’altra persona. Sei forte, Franco”.<br />

Una chiamata si intromise tra i due amici. Maloma visualizzò, era l’ispettore: “L’assassino ha confessato, è qui in centrale”.<br />

Maloma: “Franco, ti saluto e spero di rivederci presto”. Pagò con il microchip al dispositivo elettronico, salutò, salì in moto e andò<br />

in centrale.<br />

Doriano: “Maloma, che hai combinato alla faccia?”.<br />

Alba: “Si è dato una ripulita finalmente”.<br />

Maloma: “Quindi l’avete preso?”.<br />

Alba: “Veramente è venuto lui da noi. Ti invio la sua scheda, dammi il braccio”.<br />

Maloma si fece trasferire i dati attraverso il microchip: “Saverio Laretti incensurato, autotrasportatore. Dice che ha compiuto questi<br />

gesti per noia e voleva uscire dalla routine…”.<br />

Doriano: “Direi che il caso è chiuso, un altro fuori di testa è finito in galera”.<br />

Maloma: “Vorrei parlargli”.<br />

Doriano: “E perché mai? Vuoi farti raccontare per l’ennesima volta la storia così dormi meglio stanotte?”.<br />

Alba: “Portalo dal killer”.<br />

Maloma entrò nella stanza per ascoltare la versione di Saverio: “A me non importa del perché hai ucciso quelle donne. Mi<br />

interessa come hai fatto a toglierti il microchip, ricucirti con tanta precisione e che cosa hai usato per sgozzare le vittime”.<br />

Saverio era un uomo corpulento e rozzo nei modi: “L’ho già detto ai tuoi colleghi. Mi annoiavo e quelle puttane mi stavano<br />

antipatiche. I microchip glieli ho estratti per gioco e buttati nell’acido per non farli ritrovare. Anche il mio ha fatto la stessa sorte,<br />

così nessuno poteva rintracciarmi”.<br />

Maloma: “E per reciderle la gola?”.<br />

Saverio: “Ho usato una lama ben affilata”.<br />

Maloma: “E dove si trova adesso?”.<br />

Saverio: “Sciolta nell’acido anche quella”.<br />

Maloma uscì dalla stanza e dopo un quarto d’ora tornò ed estrasse dalla tasca, davanti agli occhi dell’uomo, un lembo di lacerato<br />

di pelle di maiale, un ago da sutura con filo. “Adesso vediamo che sai fare”.<br />

Saverio sembrava spaesato e confuso: “Che dovrei fare?”.<br />

Maloma: “Devi cucire la pelle e fare lo stesso disegno della cicatrice che hai sul braccio”.<br />

L’uomo prese l’ago e il filo ma era impacciato sia a inserire il filo che a cucire.<br />

Maloma si inalberò: “Ora ti dico io com’è andata”.<br />

Saverio smise di cucire gettando a terra il tutto: “Che cazzo vuoi da me? Ho confessato tutto lasciami in pace”.<br />

Maloma gli mise le mani addosso: “Quanto ti ha dato l’assassino per raccontarci queste cazzate? Rispondi. Chi è che ti ha<br />

pagato?”.


F OL RE MT TA UZ IRO AN E<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

"CHIUSO LUNEDI"<br />

di<br />

ALBERTO VENTIMIGLIA<br />

QUARTO CAPITOLO<br />

Saverio: “Nessuno, le ho uccise io quelle donne”.<br />

Alba e Doriano entrano nella stanza e portarono via il collega.<br />

Maloma: “Lasciatemi, quel maledetto sta coprendo qualcuno”.<br />

Alba: “Forse hai ragione ma così non parlerà”.<br />

Maloma: “Il killer non è uno stupido, ha scelto uno con poco cervello, un poveraccio che ha bisogno di soldi. Saverio è solo una<br />

pedina, in cambio della confessione gli è stato tolto il microchip e gli saranno stati dati sicuramente dei soldi su un altro microchip<br />

hackerato”.<br />

Doriano: “Ma rischia il carcere a vita”.<br />

Maloma: “Non credo proprio, con le leggi nuove gli obesi sono nella categoria disabili e hanno diritto alle cure gratuite e i<br />

domiciliari presso la country”.<br />

La country era un luogo in cui ci finivano i carcerati privilegiati e avevano tantissimi privilegi.<br />

Alba: “E quindi, se gli va bene, dalla sentenza di ergastolo passerà in carcere, se così lo vogliamo chiamare, solo quattro anni”.


Pensiero del mese<br />

DI FRANCESCA MEUCCI - DIRETTRICE DI SOLOMENTE<br />

WWW.SOLOMENTE.IT<br />

<strong>Maggio</strong> <strong>2021</strong> è sotto molti punti di vista il mese della<br />

ripartenza. Finalmente riaprono i musei, le palestre e<br />

soprattutto i teatri e i cinema. Il settore dello spettacolo ha<br />

subito uno stop durato molto a lungo che lo ha fortemente<br />

penalizzato. In qualche modo anche gli eventi collaterali<br />

continuano a subire cambiamenti dovuti alla pandemia.<br />

Ad esempio il concorso MULTI ARTE "DILLO ALLA<br />

DANZA" organizzato dall’Associazione “Stefano<br />

Francia” <strong>EnjoyArt</strong> sotto l’egida del CID Unesco, in<br />

collaborazione con le scuole di danza Magic Dance di<br />

Trapani, Golden Dance School Viterbo, RoyalTalent<br />

Academy Tarquinia. Il concorso è dedicato alla XXXIX<br />

Giornata Mondiale della Danza e quest'anno non<br />

prevede la sezione dedicata alla coreutica perché, come<br />

dicono gli organizzatori, "riteniamo che la danza debba<br />

essere pratica nelle sale danza, e non nelle camerette, o<br />

garage. La danza è sacra e per tanto va venerata e<br />

presentata nei luoghi deputati". La danza nel corso degli<br />

anni non è sempre stata venerata come avrebbe dovuto e<br />

il mese di maggio mi ricorda il caso della compagnia<br />

fiorentina <strong>Maggio</strong>Danza. Una compagnia formata da<br />

professionisti che, nel corso di vari decenni, è stata diretta<br />

da nomi importanti e ha vinto concorsi e premi di prestigio.<br />

Apprezzata dal pubblico, è stata sciolta qualche anno fa<br />

per mancanza di fondi. Saluto quindi l'inizio di maggio con<br />

l'augurio che questa ripartenza possa rappresentare un<br />

ritorno alla venerazione della coreutica in tutte le sue<br />

forme.<br />

https://www.solomente.it/

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