Imaging Journal 01/2023

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18 Il sensore da 1” di Luca Figini La fotografia computazionale La continua ricerca dei brand di smartphone per portare esperienze di fotografia professionale ai consumatori ha permesso al sensore d’immagine da 1” di diffondersi sui modelli flagship. Il Sony IMX989 è presente sui modelli flagship più recenti perché ha prestazioni di un livello pari a quello di un sensore per fotocamera digitale. A questo punto si apre un confronto a distanza tra chi punta solo sull’incremento della risoluzione (si veda Samsung con il sensore a 200 Mpixel) e chi, invece, preferisce una soluzione di superficie maggiore. Un sensore di immagine ad ampia area ha la potenzialità di generare migliori effetti di sfocatura dello sfondo alle fotografie (bokeh). Vale la pena ricordare che, a differenza dell’effetto sfocato simulato dalla fotografia computazionale, la profondità di campo fornita da un sensore ad ampia area è più naturale. In un ambiente buio o complesso, un sensore di immagine che può contare su un’ampia superficie restituisce funzioni di imaging migliori e un tempo di attesa più breve per scattare fotografie. Inoltre, le fotografie scattate con una fotocamera con sensore di grandi dimensioni hanno informazioni più dettagliate. Il sensore di immagine per smartphone in formato ottico da 1” è una pietra miliare nello sviluppo della fotografia mobile. Secondo l’istituto di ricerce Counterpoint, è la novità del <strong>2023</strong>. Perché gli smartphone fanno foto eccellenti? Come l’IA impatta sulla qualità dell’imaging esempio più recente di come la fotografia computazionale stia rivoluzionando l’imaging riguarda il caso delle foto della Luna scattate dal Samsung Galaxy S23 Ultra e messe sotto accusa su Reddit. L’autore del post sosteneva che le foto fossero falsate perché c’era troppa ingerenza della IA: se volete leggere tutto l’articolo con la spiegazione e la dissertazione vi consigliamo di seguire il QR Code in questa pagina. Ma proprio questa affermazione, di fatto, è contraddittoria su uno smartphone, che vive di computational photography e che si appoggia alla IA per ottenere i risultati facendo così sentire l’utente un provetto fotografo. Ora, lo smartphone è solo il caso più eclatante di fotografia computazionale, che si sta diffondendo anche nel tradizionale mondo della fotografia. Ora, non è lo strumento che si usa per fotografare ma l’occhio di chi scatta a fare la differenza, però la IA e i relativi algoritmi, se bene gestiti, permettono di ottenere risultati eclatanti. Non falsi: eclatanti e veritieri, che rendono lo smartphone o la fotocamera tanto flessibile quanto interessante come strumento fotografico per abbinare accessori (cavalletti, ring light e così via) così da sfruttare al massimo le doti imaging. Oltre a essere, lo smartphone, uno strumento perfetto per il fotografo professionista che si trova a operare in mobilità. In tutte queste occasioni subentra la perfetta sintonia creata dai brand di telefonia mobile tra ottiche, algoritmi (app), intelligenza artificiale e capacità di elaborazione del processore, spesso dedicato. Come nel caso del MariSilicon X di Oppo o della generazione Vx (V1, V1+ e V2) di Vivo: sono Npu dedicate espressamente alla compuational photography. Non a caso, questi due brand vantano anche partnership eccellenti rispettivamente con Hasselblad e Zeiss per la co-ingegnerizzazione delle ottiche, la calibrazione dei colori del sensore d’immagine e lo sviluppo di algoritmi specifiche che simulano gli scatti caratteristici dei due storici marchi fotografici. Questo approccio in tandem tra industria di smartphone e fotografica è in parallelo con uno sviluppo “in house” della fotografia computazionale, equivalente alla scrittura degli algoritmi e alla scelta delle ottiche fatta dai reparti ricerca e sviluppo. In questa seconda categoria rientrano nomi illustri del calibro di Apple, Samsung, Motorola, Google (che ha varato per prima il concetto di astrofotografia e ha usato tecnologie software evolute di IA nella Camera app) e Honor, la cui sinergia tra hardware e software prende un nome: Image Engine supportato dall’algoritmo Falcon. L’ Motorola Edge 40 Pro L’importanza della IA La capacità di addestrare bene la IA è molto importante. Partendo da una serie di dati si può generare una IA e un machine learning a cui dare in pasto queste informazioni per l’addestramento della specifica funzione da risolvere: la foto della Luna, l’effetto bokeh o il riconoscimento di specifi scenari. In sostanza, quando si parla di computational fotography significa concatenare in modo opportuno alcune costanti (la capacità delle ottiche e l’hardware disponibile) e alcune variabili (gli algoritmi software e la IA che riconoscono e ottimizzano lo scatto in base alla situazione). La fotografia computazionale si affida radicalmente alle capacità di post elaborazione e ottimizzazione delle scene per sopperire e coadiuvare nello scatto. La fotografia computazionale aiuta ma è il fotografo che fa la differenza. ■ Tre le caratteristiche distintive del nuovo flagship di Motorola: ricarica rapida a 125 Watt, design sottile ed elegante e reparto imaging curato. Quest’ultimo si affida a un’impostazione a tre ottiche posteriori così configurate: principale da 50 Mpixel con stabilizzatore ottico (Ois); ultra grandangolare da 50 Mpixel che opera anche per le macro già a 3 cm di distanza dall’oggetto; teleobiettivo da 12 Mpixel per effetto zoom ottico 2x e utile nell’effetto bokeh in modalità ritratto. La fotocamera per i selfie da 60 Mpixel si trova incastonata nel foro centrale del display Oled da 6,67” con frequenza di refresh di 165 Hz e 1.300 nits di luminosità massima. Il SoC Qualcomm Snapdragon 8 Gen 2 supporta le necessità foto e video e si abbina alla batteria da 4.600 mAh.
19 Apple iPhone 14 Pro e Pro Max Apple iPhone 14 Pro e iPhone 14 Pro Max rappresentano la linea Pro più avanzata di sempre, con Dynamic Island, un nuovo design che introduce un modo intuitivo di vivere iPhone, e il display Always-On. Alimentato da A16 Bionic, il chip più veloce in assoluto su uno smartphone, iPhone 14 Pro introduce una nuova classe di sistemi di fotocamere professionali, con la prima fotocamera principale da 48 MP su iPhone dotata di un sensore quad-pixel e Photonic Engine, una pipeline di immagini migliorata che migliora notevolmente le foto in tutte le condizioni di luce. Con luce medio-bassa, Photonic Engine sfrutta la profonda integrazione di hardware e software per esaltare gli scatti: fino a 2x su fotocamera principale, fino a 3x con la fotocamera Ultra Wide, fino a 2x sulla fotocamera con teleobiettivo e fino a 2x sulla fotocamera TrueDepth. Photonic Engine applica la tecnologia Deep Fusion nelle prime fasi del processo di imaging per fornire dettagli straordinari e preservare trame sottili, fornire colori migliori e mantenere più informazioni in una foto. Google Pixel 7 e 7 pro I nuovi Pixel hanno SoC Tensor G2 e Android 13 ed è il Pixel 7 Pro a portare un’esperienza superiore. Il display da 6,7” esalta il reparto fotografico articolato, riportiamo come lo descrive Google: - zoom ad alta definizione fino a 30x su Pixel 7 Pro, per immagini definite. Il teleobiettivo periscopico del 7 Pro arriva al valore di 10x ottico; - la funzione macro focus ha qualità Hdr+ da una distanza di soli tre centimetr; - i filmati posso contare sulla registrazione Video Hdr a 10 bit; - con Foto Nitida, il 7 Pro migliora le foto sfocate, anche quelle vecchie; - è possibile ritoccare le foto e rimuovere facilmente le distrazioni con Gomma Magica, che corregge e modifica le foto direttamente sullo smartphone eliminando oggetti estranei o non voluti. Samsung Galaxy S23 Ultra Con Galaxy S23 Ultra anche i fotografi meno esperti possono ottenere agevolmente contenuti di alta qualità. Il dispositivo dispone del sistema di fotocamere più avanzato di Samsung, in cui spicca il sensore principale Isocell HP2 a 200 Mpixel. Le funzionalità Nightography migliorate trasformano il modo in cui la serie Galaxy S ottimizza foto e video in un ampio ventaglio di condizioni ambientali. Il rumore fotografico, che in genere rovina le immagini in presenza di scarsa luminosità, viene corretto grazie a un nuovo algoritmo di elaborazione dei segnali di immagine (ISP) basato sull’AI in grado di migliorare i dettagli dell’oggetto e i toni cromatici. Il sensore da 200 MP sfrutta il pixel binning per supportare contemporaneamente diversi livelli di elaborazione ad alta risoluzione. L’app Expert RA consente di riprendere immagini in stile DSLR e di modificarle in RAW e JPEG. Vivo X90 Pro Ecco l’attesa evoluzione dell’X80 Pro: X90 Pro, top di gamma di Vivo caratterizzato da un comparto fotografico d’eccellenza frutto della partnership internazionale tra il brand e Zeiss. Tra le specifiche tecniche e le varie funzionalità spiccano il sensore di imaging Sony IMX989 da 1” e il nuovo imaging chip vivo V2 per l’elaborazione delle immagini con cui vivo punta a rafforzare la propria leadership nel campo dell’imaging per smartphone. X90 Pro presenta una nuova configurazione della tripla fotocamera principale, che aumenta in modo significativo la sensibilità alla luce, l’elaborazione naturale dei colori e la stabilizzazione delle immagini, per un’esperienza di ripresa intuitiva che offre a professionisti e neofiti la possibilità di catturare momenti straordinari. Le ottiche Zeiss con rivestimento T* Coating migliorano le capacità di fotografia notturna e astrofotografia. Non mancano effetti per scatti creativi, caratteristici del mondo Zeiss. Honor Magic5 Pro Il flagship Honor Magic5 Pro vanta progressi in termini di design, display, fotografia e prestazioni, superando diversi benchmark del settore per offrire un’esperienza utente ai vertici della categoria. Aderendo all’iconico design “Eye of Muse”, Magic5 Pro evolve il concetto, ridisegnando e introducendo il sistema Star Wheel Triple Camera. Dotato di un display Oled Ltpo da 6,81”, garantisce un’esperienza visiva coinvolgente, sia che l’utente navighi, giochi o legga, sia che fotografi. Honor Magic5 Pro si è aggiudicato il primo posto nella classifica globale delle fotocamere Dxomark con un punteggio di 152, in virtù della tripla fotocamera che comprende una fotocamera grandangolare da 50MP, una fotocamera principale da 50MP e un teleobiettivo da 50MP. Con un sensore di dimensioni maggiori per prestazioni superiori di rilevamento della luce, il sistema di fotocamere produce foto con dettagli raffinati ogni volta, indipendentemente dalle condizioni di illuminazione. Il tutto assistito dall’engine Ultra Fusion. Oppo Find N2 Flip Oppo Find N2 Flip è il primo foldable a essere venduto a livello internazionale del brand. Combinando il più ampio display esterno della categoria (3,26”), una batteria di lunga durata e una ricarica SuperVooc, Find N2 Flip alza gli standard dei dispositivi pieghevoli. La leggerezza accostata alle dimensioni tascabili del display esterno di Find N2 Flip, lo trasformano in uno strumento fotografico grazie alla possibilità di visualizzare le anteprime di foto e video. Grazie a al processore MediaTek Dimensity 9000+, alla connettività 5G dual-Sim e allo schermo foldable E6 Amoled da 6,8” è l’ideale per visualizzare le immagini grazie al formato cinematografico di 21:9 e frequenza di aggiornamento adattiva di 120 Hz. La fotocamera principale da 50MP è affidata al Sony IMX890 f/1.8 ottimizzato dalla Npu MariSilicon X e calibrato insieme con Hasselblad, che ha anche integrato tre filtri e la modalità di scatto XPan. Con la funzione FlexForm è possibile scattare con lo smartphone semi piegato tra 45 e i 110 gradi.
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