Waste n. 25 maggio 2023
Gestione e riciclo rifiuti degli impianti nucleari italiani Eco energia da scarti vitivinicoli tra circolarità e bioeconomia
Gestione e riciclo rifiuti degli impianti nucleari italiani
Eco energia da scarti vitivinicoli tra circolarità e bioeconomia
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Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
14 PRIMO PIANO PRODOTTI TESSILI<br />
CHE FINE HA FATTO?<br />
PRIMO PIANO<br />
15<br />
Luci e ombre nello schema<br />
di decreto EPR per i tessili<br />
Lo schema di decreto EPR per i rifiuti tessili, predisposto<br />
dal Ministero dell’Ambiente, ha terminato recentemente<br />
la fase di consultazione. E rimangono spazi di miglioramento<br />
Alessandro Marangoni, economista<br />
e docente universitario, è fondatore e ceo di<br />
Althesys, società professionale indipendente<br />
specializzata nella consulenza strategica<br />
e nello sviluppo di conoscenza.<br />
Opera con competenze di eccellenza nei<br />
settori chiave di ambiente, energia,<br />
infrastrutture e utility, nei quali assiste<br />
imprese e istituzioni.<br />
La misura mostra vari spunti interessanti<br />
ma anche possibili criticità. Le disposizioni<br />
si applicano “ai soggetti della filiera dei prodotti<br />
tessili che producono e immettono sul mercato<br />
le categorie di prodotti finiti di abbigliamento,<br />
calzature, accessori, pelletteria e tessili per la<br />
casa”, che esclude, tra gli altri, materassi e giocattoli.<br />
Lo scopo vorrebbe essere quello di rendere<br />
il flusso di rifiuti il più omogeneo possibile. I produttori<br />
sono tenuti ad istituire sistemi per l’adempimento<br />
dei propri obblighi, prevedendo la creazione<br />
di un soggetto, il Centro di Coordinamento<br />
per il Riciclo dei Tessili (CORIT), per garantire e<br />
coordinare il ritiro dei rifiuti conferiti.<br />
WAS è il think tank italiano sul comparto del waste management e del riciclo sviluppato<br />
da Althesys. Monitora da anni il settore, coglie i trend evolutivi, analizza le strategie<br />
aziendali e indirizza le policy. In questa fase di rapida trasformazione, che sempre<br />
più richiede analisi e riflessioni attente, Staffetta Quotidiana e Althesys hanno deciso<br />
di collaborare per fornire ai lettori analisi e approfondimenti sui temi chiave<br />
per il comparto e gli operatori.<br />
Alessandro Marangoni<br />
Gli anelli deboli della catena<br />
Concentrandosi sui prodotti finiti, il decreto non<br />
considera l’intera filiera a monte, che include i<br />
produttori di fibre, filati, tessuti, semilavorati, complementi<br />
di arredo e accessori per prodotti finiti.<br />
Resta così nelle mani di produttori e distributori<br />
che immettono per la prima volta sul mercato italiano<br />
la responsabilità di verificare che i propri fornitori<br />
operino riducendo il più possibile l’impatto<br />
ambientale. Tuttavia, resta fondamentale definire<br />
chiaramente il ruolo dei compliance scheme all’interno<br />
della filiera e stabilire requisiti minimi di<br />
qualità e quantità per i flussi.<br />
Pare positivo, invece, che sia prevista una modulazione<br />
del contributo “in base ai criteri di prestazione<br />
ambientale dei prodotti tessili”, tra cui “la<br />
composizione materiale del prodotto, l’uso di fibre<br />
riciclate nella fabbricazione e l’indice di riparabilità/riutilizzabilità”.<br />
Chiave è anche la progettazione eco-sostenibile<br />
che dovrebbe mirare all’impiego di fibre tessili naturali<br />
e di materiali biocompatibili, l’eliminazione<br />
di sostanze pericolose e il prolungamento della<br />
vita utile.<br />
Le problematiche<br />
Tra i punti critici vi è che non sono precisate le<br />
modalità di controllo, né è definito un quadro<br />
sanzionatorio adeguato per i produttori e i distributori<br />
che operano con l’e-commerce, dando<br />
luogo a possibili fenomeni di elusione. Il decreto<br />
stabilisce, inoltre, che il successivo conferimento<br />
avvenga nei Centri comunali, senza tuttavia dare<br />
disposizioni più precise, con il rischio che i prodotti<br />
tessili raccolti siano inquinati dalla presenza<br />
di altri materiali.<br />
Nel complesso, il provvedimento presenta luci e<br />
ombre. Rimangono quindi spazi di miglioramento<br />
per creare un sistema EPR efficace in grado di trovare<br />
un equilibrio tra l’attuale configurazione dell’intera<br />
filiera tessile e gli obiettivi di riuso-riciclo,<br />
disegnando un sistema sostenibile sia dal punto<br />
di vista industriale che ambientale.<br />
l<br />
Maggio <strong>2023</strong><br />
Un anno fa davamo conto sulla rivista della<br />
possibilità di estrarre il litio dalle sorgenti<br />
idrotermali e che, soprattutto, ciò fosse<br />
possibile anche in Italia. Al momento di scrivere<br />
la società Vulcan Energy aveva ottenuto un permesso<br />
di tipo esplorativo nell’area detta di Cesano<br />
nei pressi del Lago di Bracciano a nord di Roma.<br />
L’azienda ha a disposizione cinque pozzi già scavati<br />
nel 1975 e tre anni per capire la consistenza delle<br />
riserve del minerale (che sotto forma di sali si trova<br />
disciolto nell’acqua ad alta temperatura) ubicate<br />
ad una profondità di circa un chilometro e mezzo<br />
e fino a quattro chilometri.<br />
Tutti lo vogliono<br />
La novità più rilevante è data da Enel Green Power,<br />
che è evidentemente attratta dalle potenzialità derivanti<br />
dal contratto già firmato da Vulcan con<br />
Stellantis per 99.000 tonnellate di idrossido di litio<br />
entro il 2026, che sarà impiegato nella costruzione<br />
di batterie (il costruttore sarebbe la francese SAFT).<br />
Anche l’altra società, l’australiana Altamin - che<br />
ha individuato la zona a nord di Roma come una<br />
Maggio <strong>2023</strong><br />
Litio geotermico<br />
italiano.<br />
Un anno dopo<br />
Start up, idee geniali e “circolari”.<br />
Ma a distanza di tempo che fine hanno fatto?<br />
sorgente di litio geotermico - ha fatto passi avanti.<br />
Dopo la concessione esplorativa per l’area di<br />
Campagnano con un solo pozzo, è arrivata quella<br />
di Santa Maria in Galeria, dove già esistono tre pozzi.<br />
Altamin ha chiesto altre due concessioni, una<br />
nel territorio di Ferento, nel Viterbese, caratterizzato<br />
da sorgenti idrotermali e una solfatara; ed<br />
una a Latera, sempre nel viterbese ma ad ovest<br />
del Lago di Bolsena. Per la prima, l’azienda ha ottenuto<br />
l’esenzione della Valu tazione dell’impatto<br />
ambientale, mentre la seconda sembra indietro.<br />
Uno dei motivi sembra essere proprio la centrale<br />
geotermica a scarico libero - costruita dall’ENEL<br />
a Latera - in attività per solo un anno (tra il 1999<br />
ed il 2000) dopo ritardi epocali, e subito chiusa per<br />
emissione di acido solfidrico e ossidi di azoto. Esiste<br />
un progetto in essere dal 2017 per una nuova centrale,<br />
ma con l’opposizione dei sindaci locali. C’è<br />
da dire, che ad oggi, la concessione mineraria per<br />
l’estrazione del litio potrebbe contare su ben 22<br />
pozzi scavati a suo tempo da ENEL e che, prevedendo<br />
la filtrazione del minerale e la reimmissione<br />
dell’acqua, avrebbe un impatto molto diverso. l