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QUI è tempo di Quintana / giugno 2023

la rivista ufficiale della Giostra della Quintana di Foligno

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Sono proprio loro a costruire il primo binomio

plurivittorioso mettendo Marcello in

sella allo straordinario Piccolo. Arrivano

subito 5 vittorie di fila dal 1954 al 1958 per il

Croce Bianca, poi vince anche l’edizione

Olimpica del 1960. Intanto Marcello si trasferisce

in via Corso Nuovo e avvia una tradizione

che lo vedrà sempre giostrare per il

rione dove risiede. Per questo passò al

Giotti del Priore Mario Canfarini. Il cambio

di casacca, secondo alcuni, non fu determinato

solo dalla nuova residenza, ma da

Serenella, una cavalla di proprietà del Priore

Mario Canfarini che però venne abbattuta

dopo un infortunio quando Marcello

aveva già dato la sua parola. In quegli anni

Marcello, appassionato anche di automobilismo,

la mattina della Quintana di

Ascoli partecipava addirittura ad un rally

poi, indossava il costume, e andava allo

Squarcia per giostrare. La grande passione

per la Quintana frutta alcune modifiche al

regolamento di gara come, ad esempio, la

definizione del tracciato ed il relativo posizionamento

delle bandierine. Era un grande

organizzatore, un punto di riferimento e insieme

ad Amedeo Ciancaleoni ha contribuito

alla nascita delle prime edizioni della

Corsa all’Anello di Narni.

Come cavaliere non proveniva dalla scuola

di equitazione, non era tecnico, ma possedeva

un’attitudine istintiva e un grande

equilibrio che gli hanno consentito di primeggiare

e poi era uno che non mollava

mai. E a confermarlo arriva puntuale anche

l’attuale Presidente della Commissione

Tecnica Lucio Cacace, allora Priore del Pugilli.

“Marcello era davvero eccezionale -

attacca – la sua passione era incredibile.

Nel 1986, quasi a sessant’anni, gli chiesi di

montare il nostro cavallo Diabolik e lui accettò

senza dire nulla alla sua famiglia. Le

prove in gran segreto – prosegue Lucio –

procedevano bene e Marcello aveva deciso

di ritornare a correre. Poi, un giorno proprio

mentre veniva in scuderia in motorino

fu investito da un’auto. La verità venne a

galla ed io dovetti sfidare le ire della moglie,

la signora Liliana. La sua passione ed il suo

coraggio – conclude Cacace – non conoscevano

davvero confini”. Il racconto potrebbe

continuare ancora perché Marcello

Formica ha fatto la storia della Giostra. Di

lui ci resta nel cuore il suo sorriso, la sua

lealtà, la sua passione per la Quintana e

quella Lancia d’Argento che brilla al “corruscar

del vespro settembrino”.

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