QUI è tempo di Quintana / giugno 2023
la rivista ufficiale della Giostra della Quintana di Foligno
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GIANFRANCO RICCI
Sono trascorsi 25 anni da quel maledetto 15
aprile 1998, ma a Foligno ancora si racconta
la favola del Cavaliere Nero. Gianfranco
Ricci di Faenza, campione indimenticabile,
se n’è andato a 55 anni dopo una vita piena
di successi. Proprio il suo cuore lo ha tradito,
quel grande cuore che lo ha fatto amare
in tutte le città dove si disputano tornei di
antico regime. Franco, quell’anno, avrebbe
dovuto giostrare a Servigliano prima di ritirarsi
dalle scene dopo una vita di successi.
Due anni prima aveva assunto la responsabilità
della Scuderia del Rione Rosso di
Faenza, proprio quello che lo aveva lanciato,
assaporando la vittoria come tecnico
dopo solo un anno. Ma il campione era abituato
ad essere il prim’attore dall’alto delle
sue 63 vittorie conquistate in tutte le giostra
d’Italia. A Foligno ha lasciato un ricordo
indelebile nei tre Rioni per cui ha giostrato.
Franco si faceva amare da tutti proprio per
quel suo carattere aperto, leale e per la sua
classe quando in sella a Zirmia o a Piccolo
Fiore si lanciava alla sua maniera sulla pista
del Campo de li Giochi. Cassero e Badia
non lo hanno certo dimenticato e certamente
neanche lo Spada dove Franco ha
raccolto le quattro vittorie in quella che lui
stesso definiva la regina delle giostre. La
prima volta nel 1982 dopo quasi vent’anni
d’attesa e, soprattutto, di secondi posti da
mordersi le mani, poi il tris tra il 1984 e il
1985 in sella allo splendido purosangue Piccolo
Fiore che ha davvero segnato un’epoca
della Quintana. Nel 1991 la fine del rapporto
con lo Spada e con la Quintana anche
se il Cavaliere Nero ha continuato a vincere
nelle altre piazze. Alla fine i suoi successi
saranno 63, raccolti ovunque ci fosse da
giostrare. Ricci ha dominato il suo Niballo a
Faenza per 10 volte, mentre 11 sono i centri
ad Arezzo. Per 8 volte ha sbancato la Quintana
di Ascoli ed il Palio di Castel Clementino
di Servigliano. E ancora 3 vittorie nella
Corsa all’anello di Narni, altre 3 al palio di
San Gemini, quattro al Torneo del Miglior
Cavaliere sempre a Narni, 4 allo Sperone
d’Oro e poi Monterubbiano, Pistoia e Ferrara
solo per ricordare le vittorie più importanti.
Il Cavaliere Nero, soprannome che i
folignati gli avevano cucito addosso, non si
risparmiava: mentre Gianni, detto Bimbo, rimaneva
ai box, in ginocchio, senza guardare
la tornata, Franco si faceva il segno
della Croce poi girava alla sua maniera il
cavallo e via verso la partenza. Da quel momento
era un susseguirsi di emozioni quando
ad ogni curva sembrava quasi che sollevasse
il cavallo per trattenerlo in pista. E
questi ricordi sono rimasti ben impressi
nella mente e nel cuore di tutti i quintanari
e dei tanti folignati che correvano poi ad
applaudirlo all’uscita del Campo de li Giochi.
Per lui era sempre un trionfo. Ed è stato
così fino alla fine dell’ultima tornata del Cavaliere
Nero.
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