a Fiumicino - Radio Dimensione Musica
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E’ ancora braccio di ferro sui pagamenti per il materiale fornito all’approdo della Concordia<br />
I trasportatori occupano il cantiere<br />
del porto turistico di <strong>Fiumicino</strong><br />
I camion dei trasportatori che occupano il<br />
cantiere del porto turistico di <strong>Fiumicino</strong><br />
di Umberto Serenelli<br />
Prosegue il braccio di ferro tra trasportatori<br />
e Sielt immobiliare, società incaricata<br />
da Acqua Marcia alla realizzazione del<br />
porto turistico di <strong>Fiumicino</strong>. Attorno<br />
all’approdo della dis…Concordia è salita<br />
oltre misura la tensione e i trasportatori<br />
sono passati all’attacco (almeno questa è la<br />
notizia di fine mese prima di andare in<br />
stampa) perché dal sit-in nel piazzale<br />
hanno accelerato con l’occupazione del<br />
cantiere, al cui interno hanno portato i<br />
bisonti della strada. Di contro Sielt ribadisce<br />
di aver “assolto integralmente le proprie<br />
obbligazioni nei confronti del subappaltatore<br />
Save group e raggiunto un’<br />
intesa di massima con il Consorzio che,<br />
seppure abbia ancora delle criticità da<br />
chiarire, rasserena gli animi dei fornitori<br />
aprendo una prospettiva di rapida<br />
sistemazione della vicenda”. Ai fornitori<br />
non piace il “cosidetto accordo del 30%<br />
sulla cifra che hanno ricevuto” e quindi<br />
restano sul piede di guerra. Nella vicenda<br />
alza la voce anche Save, messa alla porta<br />
in base alle dichiarazioni della Sielt, che<br />
sottolinea di “aver eseguito lavori per più<br />
di 16 milioni di euro e ricevuto pagamenti<br />
per meno di 10: la cifra corrisposta<br />
non è stata sufficiente nemmeno a<br />
pagare il pietrame”. «Da diversi mesi –<br />
precisa Giovanni Vecchi, presidente di<br />
Save – stiamo chiedendo almeno 5 milioni<br />
di euro senza i quali i lavori del porto<br />
non possono proseguire. Se Acqua<br />
Marcia non ha i soldi deve passare la<br />
mano e si deve cercare altrove un<br />
imprenditore capace di realizzarlo».<br />
Di parere opposto è però Sielt che accusa<br />
Save di bloccare i lavori “esclusivamente<br />
per fare ostruzionismo in quanto<br />
ha dimostrato, in corso d’opera, di non<br />
avere più le qualità necessarie per<br />
garantire il contratto e quindi per eseguire<br />
correttamente i lavori nei tempi<br />
stabiliti”. La conferma viene – secondo<br />
Sielt – dalle “richieste economiche esorbitanti<br />
a fronte di pagamenti puntuali e<br />
accettati dalla subappaltatrice senza<br />
riserve”. Lo scambio di accuse e lo scarico<br />
di responsabilità non servono a rimuo-<br />
vere il problema: manca la buona volontà<br />
per affrontarlo e risolverlo magari attorno<br />
ad un tavolo. A fare le spese di questa complessa<br />
vicenda i trasportatori che restano in<br />
attesa del saldo per le prestazioni di lavoro<br />
erogate. «Siamo stati costretti ad occupare<br />
il cantiere – dice Mario Garofalo,<br />
portavoce dei manifestanti – perché dobbiamo<br />
ancora ricevere i soldi pattuiti e<br />
soprattutto per smentire Sielt che sostiene<br />
di aver raggiunto con il Consorzio<br />
un’intesa di massima: non è affatto<br />
vero. Noi non ci muoviamo dal cantiere».<br />
Sulla vicenda è intervenuto anche il<br />
Presidente dell’Assonautica romana. «La<br />
situazione al cantiere del porto è preoccupante<br />
– spiega Cesare Pambianchi – si<br />
rischia infatti di incidere negativamente<br />
sui tempi di realizzazione del porto,<br />
attorno al quale ruota lo sviluppo economico<br />
e turistico di <strong>Fiumicino</strong>, Roma e<br />
della Regione. Confido in un tempestivo<br />
intervento del sindaco Canapini e del<br />
Presidente della Regione, chiamati ad<br />
intraprendere una strada verso una<br />
soluzione definitiva».