sommario 2/2011 - CAI Sezione di Padova
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sincera simpatia, probabilmente<br />
per il comune<br />
ricordo <strong>di</strong> mio padre, ma<br />
sicuramente anche per la<br />
verace e grintosa <strong>di</strong>sposizione<br />
d'animo, unita ad<br />
una forza muscolare che<br />
si esprime a volte in contatti<br />
fisici da veri "machi",<br />
dove io ho sempre la peggio.<br />
Saliamo la "Grande", con il<br />
sole che illumina il sorriso<br />
<strong>di</strong> Lino. Trent'anni a sopire<br />
la voglia <strong>di</strong> salire in verticale.<br />
E questo momento è<br />
avvenuto assieme a me.<br />
Sulla parete a fianco salgono<br />
gli altri, il sole in<br />
controluce fa risplendere<br />
i loro capelli argentei ma<br />
fa ancor più apprezzare<br />
la vicinanza anche con Alfredo,<br />
Clau<strong>di</strong>o, Massimo,<br />
Francesco e tutti gli altri,<br />
anche quelli che oggi non<br />
ci son più, legati ad un'unica<br />
lunga corda che da più<br />
<strong>di</strong> settant'anni sale per le<br />
pareti del mondo.<br />
Tutti da autentici capicordata.<br />
Francesco Cappellari<br />
Pag. 14 - Il gruppo <strong>di</strong> istruttori<br />
in attività ed emeriti.<br />
Pag. 15 - Foto in alto: Lino<br />
Bortolami in azione.<br />
Foto in basso: Alfredo Dal<br />
Santo sullo spigolo della<br />
Grande.<br />
In questa pagina - Massimo<br />
Ragana attacca la Grande<br />
e un ritratto <strong>di</strong> Alfredo Dal<br />
Santo.<br />
cronache<br />
16<br />
Sono credente, ma senza nessuna fretta<br />
<strong>di</strong> verificare se esista o no il para<strong>di</strong>so.<br />
Vado a Messa quando ne sento la voglia e<br />
questo non mi succede spessissimo.<br />
Quando lo faccio però provo un intimo<br />
sollievo e cerco <strong>di</strong> seguire con attenzione<br />
i riti della cerimonia e ascoltare le parole<br />
del celebrante.<br />
Possibilmente senza essere <strong>di</strong>sturbato.<br />
Da quando frequento la Scuola <strong>di</strong> Alpinismo,<br />
quin<strong>di</strong> dal ’72, penso <strong>di</strong> non esser<br />
mai mancato ad una cerimonia <strong>di</strong> inaugurazione<br />
dei Corsi, come quella che si<br />
è svolta a Rocca Pen<strong>di</strong>ce l’otto maggio<br />
scorso.<br />
Nell’era oramai preistorica la Messa si<br />
celebrava sotto l’attacco della “Direttissima”,<br />
dove c’era una lapide a ricordo <strong>di</strong><br />
Emilio Comici e che ora non c’è più.<br />
L’altare era costituito da alcune grosse<br />
pietre <strong>di</strong> trachite sovrapposte l’una<br />
sull’altra e che in tempi non sospetti servivano<br />
agli “sfigati” come il sottoscritto<br />
a guadagnare quei pochi centimetri per<br />
poter superare il primo passaggio della<br />
“Comici”.<br />
Punto.<br />
Poi altare e prete vennero trasferiti in<br />
forcella, nel punto esatto in cui il sentiero,<br />
ora <strong>di</strong>ventato una “autostrada” grazie<br />
al contributo dell’”Ente Parco Colli”, si<br />
biforca in due <strong>di</strong>rezioni: una in <strong>di</strong>scesa<br />
verso la base della parete est e l’altra in<br />
salita verso le numerate.<br />
Un tavolino da campeggio e qualche fiore<br />
fresco raccolto nei pressi servivano per<br />
la circostanza.<br />
I pochi “climbers” che passavano <strong>di</strong> là e<br />
che non centravano nulla con la cerimonia,<br />
si guardavano attorno un po’ sorpresi<br />
e i più audaci, togliendosi il cappello, si<br />
facevano financo il segno <strong>di</strong> croce.<br />
Qualche anno più avanti ci misi del mio.<br />
All’inizio degli anni ’90, approfittando del<br />
fatto che ero <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> un corso <strong>di</strong> alpinismo,<br />
spostai la cerimonia sul prato<br />
della Regione, pensando che ci sarebbe<br />
<strong>di</strong>aloghi<br />
RITORNIAMO IN FORCELLA<br />
17<br />
stato più spazio a <strong>di</strong>sposizione per i devoti<br />
e numerosi “fedeli” che non in forcella.<br />
La storia andò avanti per un po’ <strong>di</strong> anni,<br />
sino a quando, in tempi più recenti, trovò<br />
collocazione sullo sterrato del parcheggio,<br />
fronte area da pic-nic, generosamente<br />
offerta sempre dall’onnipresente<br />
’’Ente Parco Colli”.<br />
E sino a qui niente <strong>di</strong> male, se non fosse<br />
per il fatto che, visti i risultati ottenuti, il<br />
luogo si presterebbe poco a quella esigenza<br />
<strong>di</strong> raccoglimento e rispetto che la<br />
celebrazione <strong>di</strong> una S. Messa richiede.<br />
Che uno ci creda o no.<br />
Però, inten<strong>di</strong>amoci, ascoltare la Messa<br />
non è obbligatorio.<br />
Uno può farne anche a meno o nella fattispecie<br />
venire un pò più tar<strong>di</strong>, giusto per<br />
l’appello.<br />
Obbligatorio dovrebbe essere semmai il<br />
rispetto per chi la Messa la vuole davvero<br />
ascoltare, demandando ad altro momento<br />
le proprie euforie chiassose.<br />
Allora invito chi <strong>di</strong> dovere a riconsiderare<br />
il posto dove portare il prete con l’altare<br />
e che per me potrebbe essere il titolo <strong>di</strong><br />
questo mio racconto.<br />
Se non altro potremmo stare certi che<br />
due passi fatti in più segnerebbero quel<br />
confine immaginario, che è il rispetto per<br />
gli altri, molto più efficace <strong>di</strong> quel povero<br />
nastro che un illuso del Coro pose domenica<br />
nel piazzale dove veniva celebrata la<br />
Messa, tirato fra due paletti in ferro su<br />
uno dei quali era appeso un cartello in cui<br />
era scritto pressappoco cosi:<br />
“La Messa è iniziata, per favore fate silenzio!”.<br />
Amen.<br />
Sergio Carpesio<br />
<strong>di</strong> Sergio Carpesio