sommario 2/2011 - CAI Sezione di Padova
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seguire spe<strong>di</strong>ti, anche se in certi momenti<br />
verrebbe da abbandonare il sentiero (o<br />
quella cosa informe che dovrebbe essere<br />
una traccia per i viandanti) e puntare dritti<br />
verso questa o quella sommità!<br />
Ad un certo punto mi blocco <strong>di</strong> colpo!!!!<br />
Mille metri sotto ai miei pie<strong>di</strong> comincia a<br />
far capolino il Lago <strong>di</strong> Paneveggio, tutto<br />
ammantato dal “verde assoluto” della<br />
leggendaria Foresta <strong>di</strong> Paneveggio, quella<br />
dei violini <strong>di</strong> Stra<strong>di</strong>vari. Quanti ricor<strong>di</strong><br />
affiorano in un istante, 2 anni <strong>di</strong> ricerche<br />
per la tesi <strong>di</strong> laurea non si <strong>di</strong>menticano<br />
facilmente! 2 anni <strong>di</strong> incontri, <strong>di</strong> alberi<br />
che toccano il cielo, <strong>di</strong> freddo pungente, <strong>di</strong><br />
simbiosi col bosco stesso, pure <strong>di</strong> dolorose<br />
punture <strong>di</strong> vespe.<br />
Intanto la <strong>di</strong>stesa <strong>di</strong> massi non ha intenzione<br />
<strong>di</strong> mostrare punti <strong>di</strong> debolezza<br />
mentre la nostra grande forza <strong>di</strong> volontà<br />
comincia ad evidenziare delle crepe. Torniamo<br />
in<strong>di</strong>etro? Sta cima sembra quasi<br />
non esistere! Ma all’improvviso ecco una<br />
“bella ciliegia colorata” davanti a noi, l’in-<br />
<strong>di</strong>ario alpino<br />
Rocce scure del Lagorai e colorata dolomia delle Pale <strong>di</strong> San Martino<br />
40<br />
confon<strong>di</strong>bile lamiera rossa del Bivacco<br />
Aldo Moro. Quasi quasi ci stavamo convincendo<br />
non esistesse!<br />
Poche esitazioni e via, a risalire quell’ultimo<br />
faticosissimo centinaio <strong>di</strong> metri che<br />
mancano alla Cima <strong>di</strong> Bragarolo. Ultime<br />
roccette ed eccoci finalmente ai 2692 m<br />
della sommità decorata da una inconsueta<br />
croce <strong>di</strong> vetta allestita in modo ru<strong>di</strong>mentale<br />
con 2 pezzi <strong>di</strong> legno mezzi marci.<br />
Chissà, probabilmente non sono altro che<br />
2 “schegge” <strong>di</strong> qualche baraccamento <strong>di</strong><br />
guerra, se solo potessero parlare! Forse<br />
è meglio che stiano zitte.<br />
Credo che il panino sia schizzato fuori da<br />
solo dallo zaino vista la fame che girava in<br />
zona! Un morso <strong>di</strong>etro l’altro osservando<br />
a quanto oggi sembrano stranamente vicine<br />
le bianche vette dell’Ortles, del Gran<br />
Zebrù, del Cevedale e del Vioz. Sembra <strong>di</strong><br />
poterle toccare.<br />
Questo non è un panorama <strong>di</strong> vetta come<br />
gli altri, è un panorama che sa stranamente<br />
<strong>di</strong> lunghi silenzi, <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne, <strong>di</strong><br />
luoghi remoti. È un panorama da Lagorai!!!<br />
Questo ho esclamato in quel momento.<br />
Bob che <strong>di</strong>ci, scen<strong>di</strong>amo? Alla fin dei conti<br />
siamo solo a metà percorso, non <strong>di</strong>mentichiamocelo.<br />
I nostri passi ci portano a scendere per<br />
un <strong>di</strong>vertente fuoripista e la mia testolina<br />
bacata inevitabilmente torna a pensare ai<br />
camosci. Possibile, non ne abbiamo incontrato<br />
manco uno, questo era il regno<br />
<strong>di</strong> tali ungulati. Evidentemente è proprio<br />
vero, la temuta rogna sarcotica ha provveduto<br />
a sterminare la cospicua popolazione<br />
<strong>di</strong> questi animali. Triste da ammettere,<br />
ma sono cicli naturali, non ci si può<br />
fare niente.<br />
Intanto, i pensieri non hanno rallentato<br />
la marcia e pian pianino le forcelle superate<br />
anche all’andata restano <strong>di</strong>etro i<br />
nostri passi svelti. Ringrazio gli scarponi<br />
per non avermi fatto le vesciche. Ora si va<br />
quasi col pilota automatico e l’unica sosta<br />
ristoratrice ce la conce<strong>di</strong>amo al simpatico<br />
Rifugio Colbricon a farci coccolare da<br />
<strong>di</strong>ario alpino<br />
41<br />
una dose <strong>di</strong> zuccheri travestita da torta!<br />
Orizzonti, pensieri, considerazioni, ci vuol<br />
tutto, ma anche la gioia del palato va sod<strong>di</strong>sfatta!<br />
Ci fa strano entrare in rifugio,<br />
un’ora prima credevamo <strong>di</strong> essere a mille<br />
miglia da qualsiasi forma <strong>di</strong> vita umana.<br />
Ci rimettiamo nei nostri passi e in un battibaleno<br />
anche questa domenica luminosa<br />
<strong>di</strong> metà settembre giunge all’epilogo,<br />
dopo oltre 9 ore <strong>di</strong> fatiche.<br />
Questa non è una domenica come le altre.<br />
Le emozioni che posso estrarre dal mio<br />
zaino delle escursioni ormai non son<br />
più quantificabili, ma questa gita mi ha<br />
lasciato “un qualcosa dentro” che non<br />
riesco a descrivere! Non è la vetta più alta,<br />
non è l’itinerario più lungo, il compagno<br />
<strong>di</strong> avventura è sempre il fidatissimo e<br />
saggissimo Bob, cos’è successo oggi?<br />
Non lo so, non voglio neanche cercare<br />
spiegazioni, voglio solo portarmi a casa<br />
questo ennesimo regalo che ha voluto<br />
donarmi la montagna. Grazie!<br />
Denis Perilli<br />
Cime <strong>di</strong> Ceremana da Cima Bragarolo