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sommario 2/2011 - CAI Sezione di Padova

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trova?” Oltre che in basso,<br />

il mio sguardo andava anche<br />

in alto in cerca, tra le<br />

pareti a picco, <strong>di</strong> un bosco<br />

che permetteva al sentiero<br />

<strong>di</strong> salire, ma niente da<br />

fare. Muraglie <strong>di</strong> roccia mi<br />

scoraggiavano anche se il<br />

mio istinto <strong>di</strong>ceva che mi<br />

trovavo sul posto giusto.<br />

Guardai nei pressi dell’albero<br />

con il bollo rosso in<br />

cerca <strong>di</strong> qualche traccia e<br />

scorsi tra l’erba un’esile<br />

sentierino che conduceva<br />

a sinistra. Dubbioso lasciai<br />

lo zaino in auto e decisi <strong>di</strong><br />

percorrerlo per un breve<br />

tratto per vedere se fosse<br />

stato quello giusto. “Si,<br />

quello giusto per le zecche,<br />

forse …” mi <strong>di</strong>ssi togliendone<br />

un paio dai pantaloni.<br />

Giunto al primo tornan-<br />

<strong>di</strong>ario alpino<br />

I segni misteriosi sugli alberi<br />

te, quasi per magia l’esile<br />

traccia <strong>di</strong>venne una comoda<br />

e larga mulattiera. Preso<br />

dall’entusiasmo tornai<br />

all’auto a prendermi lo<br />

zaino e i bastoncini.<br />

Seguii la stra<strong>di</strong>na che mi<br />

condusse ad un torrente<br />

dove si trovava un antico<br />

muretto, forse un vecchio<br />

riparo per pastori.<br />

Oltrepassato, raggiunsi<br />

più avanti la parte alta<br />

del torrente e qui sembrò<br />

avere termine il mio percorso.<br />

Spinto dalla curiosità<br />

provai a risalire per<br />

qualche metro il suo alveo<br />

e con gran felicità ritrovai<br />

la stra<strong>di</strong>na sulla sinistra.<br />

Da qui in poi sarebbe stata<br />

una continua scoperta.<br />

La mulattiera saliva su a<br />

tornanti scavati spesso<br />

24<br />

sulla roccia con la forza<br />

delle braccia degli uomini<br />

e la potenza della <strong>di</strong>namite.<br />

Gli alberi posti sul<br />

bordo esterno facevano<br />

da parapetto e nascondevano<br />

allo stesso tempo il<br />

percorso dallo sguardo <strong>di</strong><br />

quei pochi che avevano la<br />

fortuna <strong>di</strong> percorrere la<br />

valle con gli occhi in su.<br />

Mentre salivo mi ripetevo<br />

<strong>di</strong> continuo che non aveva<br />

senso lì una stra<strong>di</strong>na così<br />

volutamente modellata<br />

dall’uomo e pensavo che<br />

potesse terminare da un<br />

momento all’altro o perlomeno<br />

<strong>di</strong>venire una normale<br />

mulattiera. Invece continuava<br />

a salire su decisa<br />

tra le coste rocciose che<br />

dal basso sembravano impenetrabili.<br />

Finalmente uscii dalle verticalità<br />

delle pareti e raggiunsi<br />

i ruderi della Casera<br />

Bitti.<br />

La mia attenzione cadde<br />

subito sugli alberi che<br />

la circondavano. Su gran<br />

parte <strong>di</strong> questi ad altezza<br />

uomo vi erano incisi strani<br />

segni come se qualcuno o<br />

qualcosa si fosse messo a<br />

raschiare con le unghie le<br />

cortecce <strong>di</strong> quei poveri alberi.<br />

Avevo sentito parlare<br />

dell’orso che era stato avvistato<br />

dalla forestale in<br />

quella zona e tra il silenzio,<br />

la solitu<strong>di</strong>ne e i colori<br />

un po’ scuri che mi circondavano<br />

feci presto a sentire<br />

un brivido percorrere il<br />

mio corpo e a schizzare in<br />

me l’immaginazione.<br />

Mi guardavo tutt’intorno e<br />

<strong>di</strong>ario alpino<br />

cominciai a sentire l’impressione<br />

<strong>di</strong> essere osservato,<br />

mi sembrava <strong>di</strong> essere<br />

Biancaneve nel tetro<br />

bosco mentre scappava<br />

dal sicario della strega. Il<br />

cuore cominciò a battermi<br />

più forte e una sensazione<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio mi prese completamente.<br />

Salendo speravo <strong>di</strong> trovare<br />

la casera ancora accessibile<br />

in modo da aggiungerla<br />

ad un mio progetto<br />

e<strong>di</strong>toriale che stavo realizzando,<br />

ma siccome questa<br />

risultò essere purtroppo<br />

un rudere decisi <strong>di</strong> togliere<br />

il <strong>di</strong>sturbo e <strong>di</strong> fare ritorno.<br />

Come se inseguito<br />

da qualcosa, cominciai<br />

ad incamminarmi velocemente<br />

verso il basso<br />

tranquillizzandomi solo<br />

La selvaggia Valle del Mis<br />

25<br />

dopo essermi allontanato<br />

a sufficienza.<br />

Scendendo il mio pensiero<br />

continuò ad andare a quei<br />

segni sugli alberi e a chi li<br />

avesse potuti fare; scoprii<br />

qualche giorno dopo dalla<br />

forestale che si trattavano<br />

solamente <strong>di</strong> “morsi” <strong>di</strong><br />

cervo e non <strong>di</strong> zampate <strong>di</strong><br />

orso come forse un po’ ci<br />

speravo.<br />

La <strong>di</strong>scesa fu veloce e<br />

quando feci ritorno all’auto<br />

la mia sod<strong>di</strong>sfazione era<br />

al massimo. Credo che le<br />

nostre montagne siano<br />

una fonte <strong>di</strong> infinite scoperte<br />

e meraviglie sia nelle<br />

località più blasonate e<br />

sia forse tra quelle meno<br />

conosciute.<br />

Marco Di Tommaso

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