Corte dei Conti Corte dei Conti Rechnungshof Rechnungshof

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ruolo assunto dal collegio dei revisori, unico organo di controllo
interno non ricompreso nella preclusione. E’ stato affermato dalla
dottrina e dalla giurisprudenza che, attesa la peculiarità dei
compiti cui sono chiamati i revisori, nell’ambito della pubblica
amministrazione, non può più parlarsi di “mera revisione
contabile” bensì di “revisione pubblica” a tutela e garanzia della
collettività. Il loro controllo ha assunto, oramai, la connotazione di
una vera e propria attività di revisione al fine di attestare la
legittimità, regolarità e correttezza dell’azione amministrativa.
Il Consiglio di Stato con la sentenza nr. 5099 del luglio
2004, ha affermato, con riferimento ai revisori degli enti locali,
che “i compiti loro attribuiti vanno ben oltre quello tradizionale di
attestazione della corrispondenza del rendiconto alle risultanze
della gestione e della regolarità delle scritture, comprendendo
anche la collaborazione con l’attività del Consiglio, rispetto al
quale la funzione del revisore si atteggia, di volta in volta, di
consulenza sotto il profilo tecnico contabile, di controllo rispetto
all’attività degli organi esecutivi, di vigilanza sulla regolarità della
gestione e via dicendo.
Beninteso, il mancato riscontro dell’illegittimità/illiceità di
atti specifici non sarà loro imputabile, dovendo essi vigilare
sull’attività e non sugli atti, purché non risulti che in qualche
modo l’atto sia stato espressamente sottoposto al loro esame.
Tutto ciò detto, non può essere accolta con favore la
norma con la quale la Finanziaria 2007 (art. 1, comma 732),
modificando il Testo unico enti locali, ha ridotto da tre a un
revisore il collegio per gli enti con popolazione da 5000 a 15.000
abitanti, non potendo non derivare da siffatta contrazione
numerica, una attenuazione dell’efficacia dei compiti di vigilanza
dei quali si è detto.