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Previdenza

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L’INTERVISTA/1Guido Bertolaso, laureato in Medicina eChirurgia con lode presso l’Università degliStudi di Roma “La Sapienza”, consegue ilMaster of Science in Public Health presso laLiverpool School of Tropical Medicine. Dal1980 al 1989, nell’ambito del DipartimentoCooperazione e Sviluppo del Ministerodegli Esteri, realizza l’Ospedale italiano diTa-Phraya per i profughi cambogiani. Nelgennaio 1990 viene nominato DirigenteGenerale della Presidenza del Consiglio deiMinistri, cui si aggiunge la nomina a Capodel Dipartimento per gli Affari Sociali. NelIl dott. Guido Bertolaso gennaio 1998 diviene Vice Commissariovicario per il Grande Giubileo dell’anno 2000. Nel 2001 ottiene lanomina di Capo del Dipartimento della Protezione Civile nazionale,incarico rinnovato nel 2006 dal Consiglio dei Ministri. Dal maggio 2008è Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri perl’emergenza rifiuti in CampaniaAffidare ad un medicol’emergenza e l’assistenzaAnche grazie a Guido Bertolaso la Protezione Civile italiana hacompiuto in questi anni passi da gigante nella creazione di una solidareputazione internazionale, anche per la competenzae capacità di lavorare in ogni contesto emergenzialedi Carlo CiocciLei è un medico: comesi trova ad essere a capodella Protezione civile?La tutela della vita, degliinsediamenti e del territoriodai danni derivanti dacalamità naturali, da catastrofie da altri eventi calamitosi:è il compito che lalegge attribuisce al sistemanazionale di protezione civile,un compito che non èin fondo molto lontano dallospirito con cui, da ragazzo,decisi di studiaremedicina e, dopo la laurea,di specializzarmi in medicinatropicale e partire perla Thailandia. Infettivologoin un ospedale al confinetra Cambogia e Laos: zonadi guerra, con spazi e attrezzaturedel tutto insufficienti,dove lavoravamo incondizioni molto difficili.Ma è stato proprio in seguitoa quell’esperienza, incui ho avuto modo di confrontarmisul campo con letante difficoltà organizzativenella gestione degli aiutiinternazionali, che sonostato chiamato a coordinarei progetti sanitari, diemergenza e di assistenzaumanitaria nei Paesi in viadi sviluppo per il Ministerodegli Esteri.Quando, qualche anno piùtardi, mi è stato affidato ilcompito di mettermi allaguida della complessa macchinadella Protezione Civilenazionale ero ben consapevoledella sfida che miaspettava: la responsabilitàdi fare il massimo sumolti fronti, nello spiritodi servizio che dovrebbesempre contraddistinguereun funzionario delloStato, mettendo a serviziodi emergenze piccole egrandi quel patrimonio diesperienza, procedure edefficacia che contraddistinguonola Protezione Civile.Ci parla dell’impegno dimedici ed infermieri in occasionedel terremoto inAbruzzo?La risposta del Paese, in unmomento così drammatico,ha consentito di reagirenell’unico modo possibile:facendo sistema. Aquesto proposito vogliosottolineare, innanzitutto,l’apprezzamento per il coraggiocon cui i medici e ilpersonale sanitario aquilanohanno saputo reagire allatragedia, adattandosi agliinevitabili sacrifici e disagidelle tendopoli e persino, inmolti casi, trovando la forzadi proseguire nel collaborareattivamente ai soccorsi:penso soprattutto alcontesto, particolarmentedelicato, dell’Ospedale SanSalvatore dell’Aquila, dovehanno dato prova digrande professionalità, purese colpiti loro stessi dalsisma, nell’agevolare l’evacuazioneprecauzionaleprima e la riorganizzazionedelle prestazioni sanitarieprimarie poi.Nella gestione dei primi soccorsi,così come negli interventirelativi alla fase dellamessa in sicurezza e dell’avviodella ricostruzione,16

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