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Artisti in <strong>Versilia</strong><br />
ANDREA GRASSI<br />
“[...] Oramai Grassi ha trovato una personale<br />
cifra stilistica su cui poter attuare le sue<br />
variazioni spazial - strutturali nell’ambito di<br />
una calcolata ideazione plastica movimentata,<br />
che alleggerisce visivamente la robustezza<br />
dell’impianto scultoreo sia quando si<br />
rivolge a bronzo ed all’acciaio che quando<br />
si rivolge al marmo...<br />
…La figura, del resto, è tornata come un’ombra<br />
di Banco a pararsi davanti all’immaginazione<br />
di scultori e si è consolidata storia<br />
aniconica – geometrica. È il caso di Andrea<br />
Grassi, il quale ha via via incorporato i suoi<br />
tipici dischi con cui ancora negli anni Ottanta<br />
e Novanta ha costruito composizioni plastiche.<br />
…Tuttavia l’opinione della proliferazione di<br />
dischi non è del tutto dimenticata, come<br />
non lo è la pulsione iconica, per cui l’una<br />
confluisce nell’altra. Con Grassi varchiamo il<br />
Rubicone che scorre tra la scultura aniconica<br />
e la scultura iconica.<br />
Giorgio di Genova<br />
Storia dell’Arte italiana dell’900, per generazioni<br />
Generazione Anni Trenta – Edizioni Bora – Bologna 2000<br />
“La scultura di Grassi torna a porsi come<br />
luogo dell’essere umano, suggestione di<br />
‘viluppi’ di sensuosa energia che monta<br />
dall’interno, espande le masse in una rinnovata<br />
fiducia vitalistica che non mortifica<br />
più i sensi a favore del gesto libero del pensiero,<br />
della concettualità, ma di essi esalta<br />
la funzione connettiva tra passato e presente<br />
dell’uomo e la capacità di alimentare<br />
una nuova progettualità per il futuro. Grassi<br />
intende risentire muovere e fremere i tessuti<br />
dell’uomo, le fibre intime: le sue opere<br />
più recenti in marmo rosso laguna o nel<br />
nero venato (portoro) mostrano un ritorno<br />
a forme organiche prepotenti, a fraseggi<br />
frammentari di anatomie descrittive, a figure<br />
di energia ancora ‘contenuta’, fasciata,<br />
ma che preme, urge, si modula, conquista<br />
una sorta di monumentalità vitalistica,<br />
qua e là vicina a certe soluzioni delle sculture<br />
dell’India e che propone la crescita, lo<br />
sviluppo, la metamorfosi, l’andamento sensuale<br />
come riscoperta dell’umano. O si<br />
veda ancora la Figura distesa, in marmo<br />
bianco, in cui certi movimenti boccioniani<br />
di apertura della forma si fondono alla figurazione<br />
ambigua (morbida e spigolosa insieme)<br />
di citazione picassiana, e al respiro<br />
di arcaica monumentalità di Moore, ma<br />
solo per ritrovare le ragioni più vere della<br />
propria scultura, dell’involucro come solida<br />
e mobile metafora dell’uomo, del suo tempo<br />
contingente e della sua storia passata e<br />
futura. Sono opere che portano a sempre<br />
più compiuta sintesi le esperienze della<br />
lunga attività di uno scultore che sa ormai<br />
ben dominare, con alta sapienza e capacità<br />
di intervento e di invenzione, la materia, e<br />
sente che in essa è indispensabile ricomporre<br />
il tessuto, la trama della vicenda<br />
dell’uomo restituendole così la funzione di<br />
‘materia – mater’, matrice ed emblema,<br />
monumento della e alla vita e alla inesausta<br />
potenzialità germinale e ideativa dell’essere<br />
(e dell’artista in particolare), totem magico<br />
che custodisce e tramanda la linfa vitale.<br />
In alcuni splendidi bronzetti affiorano<br />
sensibili richiami alla straordinaria energia<br />
plastica di certe sculture di Michelangelo<br />
(torso), ma in un contesto di movimento<br />
neobarocco che tende a ricomporre le lacerazioni,<br />
a rimarginare le piaghe, le consunzioni,<br />
con esiti efficacissimi di conquista<br />
e di tenuta dello spazio (nonostante le piccole<br />
dimensioni), di dialogo tra elementi<br />
figurali e tra superfici diversamente trattate<br />
(scabrose o lucide), di ritmo dei tocchi di<br />
luce, sapientemente dosati da un modellato<br />
che si rende sensibile nell’evidenza dei<br />
colpi di pollice.<br />
Questo ritorno di ‘energia muscolare’ e di<br />
evocazione di autenticità arcaica della figura,<br />
è testimoniato anche dalla bella e originale<br />
serie di disegni di studio delle lettere<br />
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