Vado e Torno 2023-01

Il 2022 del trasporto su gomma
PICCOLO
NON È
BELLO
La nostra fotografia del mercato
truck in Italia. Tengono i veicoli
industriali sopra le 3,5 ton e i trainati,
sprofondano i commerciali leggeri,
seguendo il trend assai negativo del
mercato auto. Secondo l’Unrae, per
invertire la rotta occorre colmare il
gap che l’Italia sta accumulando sul
versante della transizione energetica e
rivedere incentivi e fiscalità
Che non sia un momento facile per il
comparto automotive nel suo complesso
è oramai assodato. Che la transizione
energetica in atto sia fonte non solo di
sfide inedite e di insidie, ma anche di grandi
opportunità per l’industria è altrettanto vero.
Queste opportunità, tuttavia, vanno colte. E
per farlo occorre remare tutti dalla stessa parte:
costruttori, attori che a vario titolo fanno parte
dell’ecosistema e, naturalmente, istituzioni. In
estrema sintesi, è questo il messaggio emerso
dalla conferenza stampa di fine anno di Unrae,
l’associazione che riunisce i rappresentanti di
autoveicoli esteri in Italia.
Un momento, quello tenutosi a Roma in concomitanza
col convegno organizzato insieme
alla Luiss Business school e dedicato al futuro
della mobilità, in cui l’associazione ha fornito
i dati relativi alle immatricolazioni per classi di
veicoli e fatto (o in molti casi ribadito) alcune
proposte alle istituzioni italiane.
Partiamo dai numeri, che per i veicoli da
lavoro (commerciali, industriali e trainati) sono
più lusinghieri rispetto al settore auto. Nei
primi 11 mesi del 2022, le immatricolazioni di
veicoli industriali sopra le 3,5 tonnellate di peso
totale sono in linea con il 2021.
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