Nuovie documenti su Amerigo Vespucci

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re che Giannotto risulta possessore di case nella calle (le Francos, dove
svolgeva il traffico degli schiavi; tale commercio era di certo lucroso
perché l'importo della tassa risulta piuttosto elevato, anche da un con-
fronto con analoghe imposizioni pagate dai mercanti genovesi nella stessa
circostanza46.
11 terminus a quo della presenza del Vespucci a Siviglia, allo stato
attuale delle conoscenze, è il 10 marzo 1492, data in cui il fiorentino
sottoscrisse una procura fatta da Michele di Niccolò Ricciarbani a fa-
vore di Lorenzo e Giovanni di Pier Francesco dei Medici, al fine di ri-
scuotere un certo numero di fiorini a Firenze. La procura fu rogata a
Siviglia il 1° febbraio 1492 e, affinché il suo valore giuridico fosse este-
so anche a Firenze, fu «legittimata» dalla sottoscrizione di quattro fiorentini,
i quali si resero garanti del fatto che il rogatario era un notaio
dotato di pub1icafides 47 . I quattro sottoscrittori sono: Geronimo Ru-
spetto a tutte le altre cose (cfr. ARRE FE, Colecciòn, op. cit., in Ohra, op. cit., 11,
n. 1, p. 174). Nella stessa giornata il Berardi aveva ricevuto una corta de naturcileza
dai re cattolici (cfr. A. RU\IEF de ARM.\s, EI «portugués» Cristòhal Cokin en Casti//a,
Madrid, 1982, doc. 2 in Appendice, p. 83) e questo fa comprendere la sollecitudine della
regina nella restituzione del debito. In relazione al credito del Berardi nei confronti
della Corte, è da rivedere, sulla base dei nostri documenti, l'affermazione di Manzano,
il quale ritenne che il fiorentino, in tale occasione, avrebbe agito come banchiere dei
re, prestando i 65.0(X) niaravcdis per comprare una grande nave per la seconda spedizione
colombiana (cfr. J. N'I.zo M\N,.No, Cristòbal Co/6n. Siete atios decisivos de
su vida. 1485-1492, Madrid, 1964, p. 507, nota 30). Sulla guerra di Granada cfr., tra
gli altri, l'ottimo lavoro di J. de NR 1 A CRRIAzo ARROQtII.\, Historia (le la guerra de
Granada, in Historia de Espaìia, dirigida por R. MEENDFZ PiD . L, Madrid, 1969, torno
XVII (2'), pp. 387-914.
Il Fra i vari tipi di imposte votati dalle Corti spagnole per soddisfare le spese straordinarie
dello Stato, esistevano contribuzioni sotto forma di «prestiti», dalle quali non
erano esenti neanche i nobili. Si trattava di prestiti, a volte nazionali e volontari, altre
volte forzosi, come nel caso che ci interessa, in genere imposti per risolvere situazioni
straordinarie dovute alla guerra. Di norma erano estinti durante la vita del monarca
che li aveva contratti, o dai suoi immediati successori. Cfr. D.E. TOLEDANO, Curso de
instituciones de haciendapiiblica (le Espaiìa, Madrid, 1859, torno primero, p. 147 e ss.
Sulla pratica della «legittimazione» dei documenti rogati a Siviglia e destinati
ai territori al di fuori della Corona di Castiglia cfr. L. D'ARIF\zc>, Problemi diplomatistici
tra Genova e Siviglia. Considerazioni sulle fonti italo-iberiche nel Basso Medioevo,
in «Atti del 1 Colloquio su La presenza italiana iii Andalusia nel Basso Medioevo
e nel primo arco dell'Età Moderna», (Siviglia 7-9 giugno 1983), Siviglia. 1985, p. 201 e s.